Archiviodiario - diary 
Della guerra
di Alberto Enne
 
 

 

Milano, 6 settembre 2001
Caro Enzo,
siamo appena appena rientrati dalle vacanze, e molti hanno bisogno di ritornarci. Non c'è di che meravigliarsi. Le vacanze impongono ritmi serrati, coinvolgenti, possessivi. Discoteca, ballo, giochi collettivi, giochi personali, cuccaggi vari e di vario genere, non lasciano neppure il tempo per la pennichella pomeridiana.
Al ritorno, immersi nel caotico traffico, assillati dalle telefonate di clienti, fornitori, uffici acquisti, responsabili veri o presunti a tutti i livelli dell'organizzazione aziendale, non riusciamo a prendere quel pò di respiro necessario per riprender forza dopo i faticosi giorni di vacanza.
I milanesi sono già all'ottanta per cento del livello standard d'incazzatura. A Sant'Ambrogio saranno in fibrillazione.
Attendiamo con ansia l'inizio delle scuole al fine di avere una ragione in piu' per imprecare contro il casino giornaliero e l'ineluttabile destino di trovarci fra i piedi delle madri imbranate incapaci di guidare e di muoversi con agilità.
Tuttavia, l'uno cerca sempre di dare all'altro l'immagine migliore di se stesso! Con questa consolazione, animati da sani principi cristiani d'amore verso il prossimo, lo mandiamo tranquillamente aff..., pensando alla prossima chiusura di natale, fortunatamente non così lontana come potrebbe apparire a prima vista. Bisogna essere positivi, che c...!
Ciao
alberto
oOo
Milano, 12 settembre 2001
Caro Enzo,
ti leggo, come sempre, con piacere. Sono sotto shoc, come la maggior parte degli uomini convinti di poter discutere e discutere e discutere ancora prima di giungere ad uccidere.
Probabilmente, dimentichiamo che a molte popolazioni è stato negato il privilegio di farlo, obbligate ad accettare regole di vita, costumi, cibi, informazioni provenienti da mondi culturali diversi.
Spesso si legge sui libri di storia l'impatto della nnascente classe borghese sul corso degli avvenimenti che determinarono la rivoluzione francese. Tutta balle. La fame portò il 97% della popolazione francese affamata al gesto disperato, alla rivolta, alla morte violenta, alla quale accompagnare il maggior numero possibile di affamatori. Fu forse data loro la possibilità di discutere e affrontare i problemi? Erano una massa di bifolchi incolti, puzzolenti, malvestiti, né piu' né meno le stese considerazioni che i "nobili" signorotti e managers del Sud Africa facevano a proposito dei negri, geneticamente contrari ad ogni forma di evoluzione mentale, desiderosi di fottersi le negrette in mezzo alla giungla come bestie spinte da istinti primordiali.
Il mondo conta oggi oltre cinque miliardi di persone, 850 milioni delle quali (Giappone, USA, Europa) spolpa il pollo e lascia agli altri le ossa. Il 50% delle calorie alimentari è consumato in USA!!!!!!
Che cazzo vogliamo, mi viene spontaneo dire fra me e me. Se osassi alzare la voce, mi direbbero della Cassandra, del menagramo, dello stronzo, del terrorista. Ho imparato a tacere, e a soffrire, come soffrivo alla vista della miseria delle mie campagne nel dopoguerra, dei cocci disposti sul pavimento per raccogliere le infiltrazioni dell'acqua piovana dai tetti, dei soldi che mio padre dava ai suoi pazienti "paganti" per comprarsi un pezzo di carne da brodo e le medicine. Purtroppo, la miseria e la povertà si dimenticano presto. Il desiderio, l'ingordigia e l'orgoglio alimentano il cuore umano instancabilmente, facendolo diventare insensibile.
Che cazzo vuoi che interessi la vita di uno dei tanti ciccioni americani sbracati estratti dalle macerie delle twin towers di New York a un palestinese, un afgano, un ceylonese, un senegalese, un siberiano, un cinese, un iraniano, e così via, alle prese con le bombe, la fame, la sopravvivenza quotidiana. Dobbiamo rispettare la dignità umana, la stessa ad ogni latitudine, altrimenti troveremo rivoluzionari in numero crescenti, disposti al gesto fatale.
Sansone, il primo kamikaze della storia, morì coi filistei nel tempio pagano. Il gesto è stato ripetuto. Altri, molti ne seguiranno.
Doppio orrore, quello destato dalla causa e quello destato dagli effetti orribili.
alberto
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Milano, 12 settembre 2001
Caro Enzo,
sei un'anima gentile. Non sono cow boys, sono macellai investiti dal manifesto destino che assegnò loro le praterie abitate dai pellirosse, divenuti bellicosi solo per salvare il salvabile, onore e orgoglio di nazione inclusi.
Sono sensibili al dollaro. Le loro manifestazioni d'orgoglio nazionalistico sono dello stampo peggiore. Quando sia manifestato da altri popoli, è gretto senso di appartenenza a comunità chiuse al mondo e alla libera circolazione delle idee. La libertà USA è stata da me definita in questo modo: loro hanno la libertà di importi prodotti, tecnologia, prezzi, regole di vita. Tu hai quella di accettare il tutto a scatola chiusa, senza discutere.
La campagna contro il fumo giunse a slogan del tipo: il 99,999% dei drogati fuma. Sei tu fumatore? Allora, o sei drogato o stai per diventarlo.
Bill Gates e tutta la ignobile pantomima federale per difenderne gli sporchi interessi e le politiche iper monopolistiche fanno schifo. Appartengono all'ipocrisia che ricopre la loro esistenza.
Hanno perfezionato le tecniche degli inglesi, i quali, quando sono a tavola, ruttano come dei maiali. In compenso, si dichiarano "sorry" addirittura "very sorry". Brutto porco, mi vien da dire, smetti di ruttare. Da uno sorry all'altro, passano alla scoreggia, agli stiramenti, fregandosene se ti inquinano l'ambiente o, senza volere, ti allungano un dito nell'occhio.
Che bel maleducato saresti a reagire male con persone tanto educate e contrite per ciò che fanno.
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Milano, 17 settembre 2001
fu turo

(fu ture)
                              peace please!

                                   E

Il tuo laconico messaggio è cupo e male augurante davvero!! In alcune regioni d'Italia, "fu turo" risuona  "fu duro", in segno di condizione non piu' ripetibile, come il modo verbale inequivocabilmente attesta, .
Per fortuna, in Romagna e in Lombardia la fonetica è un pò diversa, lasciando ampi spazi all'immaginazione. Le aree della realtà sono piu' ristrette, ma non importa. Si sa infatti che il tempo è galantuomo e che il Viagra è un placebo!
Pertanto, in un anelito di grande ottimismo, urlerò a squarciagola: Sarà sempre meno duro, ma, finché dura, dura!!!
ciao e scusa, è proprio il caso di dirlo, per le cazzate.
alberto

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Milano, 19 settembre 2001
caro Enzo,
tutte le grandi religioni moderne, senza eccezione, sono degli inni al rispetto di se stessi e del prossimo.
Le scuole coraniche si fanno interpreti dei reconditi messaggi e delle indicazioni rivelate da Allah al profeta, e da questo fedelmente trascritte nel Corano. E' possibile pertanto che alcune scuole coraniche, a differenza di altre,  ravvisino nel libro sacro messaggi, implicazioni nascoste e non esplicite.
Tutto questo discorso per dirti che i talebani si guarderanno bene dal consegnare Bin Laden in virtu' delle prescrizioni del libro, dalle quali non risulta evidente che un gesto contrario al nemico (il consumismo, l'usurpazione del suolo sacro arabo da parte di truppe miscredenti nutrite con carne di maiale, l'embargo ingiustificato all'Irak, ecc. ecc.per non parlare poi del conflitto in Palestina e delle donne occidentali seminude e adultere) meriti la consegna dell'eroe che ha avuto l'ardire di compierlo, novello Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri, novello Karim (eroe) della tradizione araba, non solo letteraria.
La comunità araba dissente sull'uso del terrorismo, Talebani compresi. Richiede però prove provate della paternità, non accetta a scatola chiusa che si tratti di bin Laden, non esprime sdegno o riprovazione per la posizione degli interpreti del Corano afgani. Anzi, la loro posizione fideistica  gode di grande rispetto presso i Mullah di tutto il mondo.
In virtu' di questo rispetto, i Talebani andranno per la loro strada, certi di non inimicarsi nessun correligionario e certi che un eventuale processo su terra islamica garantirebbe al Karim ciò che il popolo occidentale chiamerebbe "vergognose, incomprensibili, ingiustificate attenuanti e mistificazioni dei fatti".
Infine, siamo sicuri che la comunità islamica consideri tali gesti come atti terroristici?
Spesso ho il dubbio che le ferme dichiarazioni di intenti siano date a cuor leggero, cioè da gente che, in fondo in fondo, non considera terrorismo ciò che è avvenuto e si impegna a combattere qualcosa che è ancora da venire. Questa è gente come il re Massinissa, che, schierato a parole e sorrisi al fianco di  Annibale, mise il generale cartaginese in balia dei romani nella fatale battaglia di Zama.
Saranno gli americani astuti negoziatori come lo fu Scipione l'africano? Personalmente, ne dubito, anche perché una guerra rappresenta oggi un business migliore di un processo.
ciao
alberto
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Milano, 21 settembre 2001
Caro Enzo,
è passata un'altra settimana, la seconda dopo il big crash contro le torri. Ho cercato di prendere le distanze dai media per decodificare meglio l'atteggiamento degli altri.
Ho notato, come sospettavo, che la ripetizione delle tragiche immagini ha esorcizzato il senso di tragedia in esse contenuto. Il buon Benjamin Britten, uomo del secolo scorso, avvezzo agli strumenti e alle tecniche di riproduzione dei suoni, notò quanto sia diverso l'atteggiamento dell'ascoltatore di un brano musicale riprodotto su di un disco da quello dell'ascoltatore di sala da concerto, e come tale atteggiamento influisca sul giudizio estetico e critico formatosi a seguito dell'ascolto.
Il disco, assicurando l'infinità di audizioni, distoglie l'interesse. Ho perso una battuta? Chissenefrega, rimetto su il disco! Non così in sala, dove la qualità dell'esecuzione stessa è funzione della tensione della platea, dell'umore degli orchestrali, della loro condivisione con le scelte del direttore, eccetera eccetera.
Prova a riascoltare lo stesso pezzo in sala. Cambia non solo l'esecuzione, ma il tuo stato d'animo!
Ho visto  sul maxi schermo di una sala IBM, dove mi trovavo, le prime immagini di New York.
Mi hanno sconvolto. Ho preferito rivederle poche volte, o chiudere gli occhi in occasione delle infinite ripetizioni. Non volevo né voglio dimenticarle. Non voglio che diventino un cartoccio di pop corn, da gettare appena svuotato.
Esse sono il tragico segno della disuguaglianza che c'è oggi nel nostro mondo, del baratro che divide i "buoni" dai "cattivi", del poco cammino percorso per avvicinarsi, per aumentare la comprensione reciproca.
La serie infinita d'immagini rischia di farci passare con scellerata indifferenza dalla tragedia delle torri alla tragedia di una guerra mossa a fantasmi tardivamente incarnati per giustificare il clamoroso fallimento del mondo occidentale, non della sola CIA.
Chiedo scusa, facciamo in verità qualche passeggiata nel centro delle città con gli intellettuali di sinistra, gli iper sensibili, gli impegnati, reggiamo con disinvoltura eroica gli striscioni anti imperialisti inneggianti al cibo biologico, dibattiamo sul "Grande Fratello", che ci rende dimentichi della sua stupidità per mezzo della sua assillante presenza.
Ciao e un abbraccio.
alberto
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Milano, 25 settembre 2001
Caro Enzo,
la guerra non ci sarà mai! La guerra dichiarata alle nazioni, agli uomini, a tutti coloro che hanno aiutato il fantomatico Bim Salabim è un proclama a giustificazione dell'incapacità di capire chi sia il vero nemico, uomo, nazione, gruppo, etnia, religione, idee.
L'aspetto preoccupante della questione è la globale dichiarazione di guerra a "Chissà chi è". Capperi, ci siamo accorti che dà sui nervi a tutti, che è un pericolo generale, dal momento che nessuno sa su quale testa cadrà il nodoso randello.
Ci siamo accorti che in borsa si vendono azioni non possedute! Ci siamo accorti che c'è un sacco di gente incazzata. Ci siamo accorti che il terrorismo ricorre ad armi improprie, o, addirittura, a quelle riservate ai probi viri dell'inside trading, che, guarda un pò sti poverini, lucrano con gli stessi metodi di un terrorista alle spalle dei piccoli risparmiatori. Di quante cose ci siamo accorti in tempi tanto brevi.
Che capacità d'apprendere abbiamo! Purtroppo abbiamo memoria corta, e dimentichiamo in fretta.
Dimentichiamo che la morte non uccide le idee, che un muro non ne impedisce la libera circolazione, che il martirio le esalta. Stiamo dando la caccia ad un uomo scellerato per farne un martire.
Alla corte di Checco Beppe, una persona tranquilla, ligia, onesta come Guglielmo Oberdan dava l'impressione d'esser un gran farabutto, un delinquente degno della forca. Poi, la guerra mise a posto i confini, le idee, la pura e incontaminata corte del grande imperatore. Ecco cosa ci vuole, la guerra.
Evviva la guerra. Evviva!
Dopo tutto, difenderci dai matti è nostro dovere, poiché coi matti non è dato intendersi. In tempi recenti, gli inglesi così classificarono un essere inerme e insignificante come il Mahatma Gandhi. Bontà loro, si limitarono a metterlo in gattabuia, affinché non diffondesse le sue insane idee sulla sovranità dell'India.
Quanti matti ci sono al mondo? Bisognerebbe censirli e discutere di quel che passa loro per la testa, facendone tesoro. I discorsi della gente normale sono scontati, non c'è niente da imparare, sai già dove vanno a parare.
Ciao
alberto
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Milano, 26 settembre 2001
Caro Enzo,
chiara come nella luce di una radiosa aurora, s'apre dinnanzi al cacciatore una verde vallata, senz'alberi. All'occhio esperto, non sfuggono le tracce lievi lasciate dall'erba reclinata dal passaggio del fagiano, dell'allodola, del gatto sevatico, della lepre, del capriolo. Orme, orme, orme, segno della prosperità dei luoghi, scelti dalla selvaggina ad habitat.
S'apposta, sgranocchia un panino, beve un bicchierotto di vino per togliersi di dosso l'uggia dell'umidità, attende impaziente che sia passata mezz'ora dal sorgere dell'alba, prima di darsi a stanare, con l'aiuto del fido cane, le bestie dalla tana.
E' libero di sparare, poiché c'è selvaggina in abbondanza, e leggi che regolano l'attività venatoria al fine di preservare le specie, il loro habitat, tutto ciò che occorre per perpetuare le meravigliose sensazioni provate, il gusto della natura, la gioa di uccidere.
I produttori di fucili e munizioni hanno, pure loro, dei dipendenti, per i quali versano contributi, come succede per tutti gli altri lavoratori. Non esiste infatti lavoro buono, o lavoro cattivo. Esiste un lavoro che, alla fine del mese, assicura lo stipendio.
Bisogna che qualche bestia, cum modo in rebus, s'intende, di tanto in tanto ci lasci la pellaccia per dar da mangiare agli addetti, e assicurare loro una radiosa vecchiaia.
Le lepri, i fagiani, i caprioli, i cinghiali devono accondiscendere benevoli alla idee scapestrate degli uomini, i quali, poveretti, fanno una vitaccia da cani per portarsi a casa una preda sudata. Per non parlare poi dei cani, che, secondo le stime dei cacciatori, compiono un tragitto dieci o quindici volte superiore per annusare palmo a palmo la zona di caccia e seguire l'usta.
Ti saluto e ti abbraccio.
alberto
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Milano, 27 settembre 2001
Caro Enzo,
sono ciucco e rimbecillito, per le ore di ansia, di orrore, di previsioni sul futuro che ci aspetta. Ho bisogno di relax. Non credo d'essere l'unico al mondo.
Anch'io ho un sogno, quello di vedere gente arrabbiata, disposta a mettersi d'accordo dopo lunghe ed estenuanti trattative, negoziazioni, patteggiamenti, do ut des, com'è sempre stato nelle tradizioni dell'uomo, sovvertite all'improvviso.
Mi fa orrore la concordia di tutte le nazioni del globo sulla necessità di far fuori i Talebani e i loro sostenitori.
Dove andranno a finire le loro idee? Perché non si preoccupano di fare fuori quelle, di confutarle?
"Da che cosa si riconoscono i galantuomini!" - chiese Renzo all'oste, che così aveva definito i bravi di Don Rodrigo rifocillatisi nell'osteria prima di attendere al ratto di Lucia., sua promessa sposa, e li li per dargli un sacco di legnate, prologo al loro turpe piano!
"Dalle azioni, caro mio! Galantuomo è colui che non si lamenta della qualità del cibo, paga senza tirar nel prezzo, e, se avesse da consegnare una coltellata, lo farebbe lontano dall'osteria, per non mettere un povero oste nei pasticci!"
A pensarci bene, la cinica morale del furbo oste ci prende dentro tutti, buoni e cattivi.
Alla stanchezza, s'associa la triste ipotesi che ci voglia una peste per rimettere le cose a posto, come nei "Promessi sposi". E quando arriva quella, a chi la tocca, la tocca! - parola di Bartolo.
Ciao
alberto
 oOo
 
Milano, 01 ottobre 2001
Caro Enzo,
siamo in attesa. Chi s'aspetta una bomba sulla testa, da un momento all'altro, chi lo scoppio di un missile telecomandato sopra la tana di Osama, chi una catastrofe nucleare sull'Europa o addirittura negli USA, dove, in tempi meno difficili, qualche bombetta sarebbe passata, pezzo per pezzo, sotto gli occhi distratti dei G-men.
Intanto, le truppe scelte, così si racconta, si stanno avvicinando di soppiatto alla tana della bestia umana, come il gatto col topo.
Guerra infinita! Non c'è fretta, altrimenti finirebbe subito, destituendo di fondamento coloro che così l'hanno battezzata in nome della primigenia giustizia alla quale s'era ispirata.
Fra un presunto missile e l'altro, un passo di avvicinamento e una scaramuccia fra le truppe del nord e i protervi guerrieri di Allah, il mondo s'è bonariamente assestato sulle posizioni di piu' basso potenziale.
Caro mio, è una legge fisica: l'equilibrio statico è possibile nella posizione caratterizzata dalla energia potenziale piu' bassa, nei punti di minimo!
E' così comodo arrabbiarsi, offendersi, incazzarsi, urlare, giudicare, e, soprattutto, confrontare.
Non vorrai mettere la nostra civiltà con la loro! Guarda, quelle povere donne costrette a stare dentro le gabbie tessili, ad andare in giro come degli spettri! Hai letto il testamento di Atta? Vuole che le sue palle non siano messe a contatto di mano, che siano sfiorate da guanti.
Che matti, che matti!
Sono tanti, e, pertanto, una forza storica. Questo proprio non vogliamo capirlo, recando offesa alla nostra evoluta, aperta, civile mentalità di laici pragmatici.
Abbiamo paura di perdere i diritti acquisiti, e, in attesa della conferma di poterli esercitare all'infinito, chiediamo a Dio soccorso e pace.
Nè piu' né meno quello che fanno dall'altra parte della barricata, con aspettative e obiettivi "leggermente" diversi.
Ciao
alberto
oOo
 
Milano, 03 ottobre 2001
Il condominio si è riunito. I condomini, rassicurati dal fatto che tutte le spese sono state spuntate con cura, che rispondono a fatture regolari da quando l'amministratore rischia la galera, che non eccedono gli arcinoti coefficienti divulgati dall'Istituto ISTAT, danno un'occhiata fuggevole, scuotono il capo su e giu' per dimostrare il loro apprezzamento, sbirciano l'orologio, se ne vanno a casa di corsa.
Chi guarda la partita, chi il "Grande Fratello", chi una cassetta porno, chi deve ancora mangiare. La fretta e l'indifferenza sono giustificate, tanto piu' che il tetto è in ordine, le acque nere non sono intasate in qualche tubatura. Non si prospettano cioè spese straordinarie.
L'amministratore poi, è degno d'onore, come il famoso Bruto.
Il rendiconto frettolosamente accettato arriverà, a tempo debito, per le vie normali, per posta.
Mi scusi, di grazia, ma non abitano tutti li i condomini? Non si potrebbe organizzare un'unica spedizione e lasciare l'incarico della distribuzione al portinaio? Costerebbe molto, ma molto meno, e arriverebbe prima!
Checc'entra? Non vorrai mica che un amministratore di quel calibro si ponga delle quisquilie del genere!
Viva l'articolo cinque.
ciao
alberto
oOo
 
Milano, 08 ottobre 2001
Finalmente il malandrino si è fatto vedere e ha dichiarato quel po pò di roba che tutti attendevamo di udire.
Si è vociferato sull'esistenza di cinque sosia. Ora ne esiste uno in piu', a meno che il buon Bin non abbia dedicato tempo e attenzione al proprio look. Era ben messo, truccato per far risaltare gli occhioni, teneva il microfono con disinvoltura, senza spostarlo di una ette dalla bocca. Voleva essere sicuro di non essere frainteso.
Voleva che tutto il mondo sapesse quanto sia importante colpire i cattivi, lui incluso.
Voleva dimostraci quanto sia giusto e doveroso colpirlo.
Anche i dubbiosi incalliti finalmente hanno le idee chiare.
Caro Enzo, un giornalista questa mattina ha detto che grazie alla tecnologia così avversata il buon Bin ha avuto modo di parlare al mondo. Cosa vuole, sto pazzo? Quando gli fa comodo, l'occidente va bene pure a lui!
Un altro ha invece espresso il desiderio che la camera italiana veda destra e sinistra unite in una posizione bipartizan, senza alcun tentativo di far prevalere posizioni partitiche di bassa economia politica.
Caro mio, le bombe fanno male, e come! Tuttavia, dal momento che quelle che cadono sulla testa degli altri non ci causano emicranie o disturbi collaterali, abbiamo energie intatte per affrontare graziose battaglie d'ingegni, parola del dottor Azzeccagarbugli.
Ciao
alberto
oOo
Milano, 19 ottobre 2001
Caro Enzo,
me sò 'ntrippato, cioè, sono stato in giro qua e là, in cerca di novità. Fa pure rima!  Non ne ho trovate molte neppure in terra di Germania, dove, per ovvie ragioni di mercato, arrivano prima che in Italia.
Colà vivono con una certa indifferenza i fatti di settembre. In albergo, solo e soletto, mi sono tolto lo sfizio di "zappare" a lungo da un canale all'altro, tanto per vedere quanto tempo dedichino al buon Bin e ai talebani.
Delusione: zero. Neppure qualche servizio in diretta dalla costosissima schiera degli inviati speciali che rappresentano la punta di diamante della nostra nformazione. Di Arafat e Sharon, neppure l'ombra.
Il nostro Brunone nazionale non darebbe un punto, e farebbe languire i nostri politiconi in cerca di gloria televisiva.
Ieri sera ero invitato ad un evento sponsorizzato da IBM, della quale la mia società è Business Partner, organizzato dal consolato americano di Milano. Hanno parlato ben sei oratori, che ci hanno fatto scendere le cosiddette sotto il pericoloso livello scarpa. A parte qualche lieve avccenno agli eventi dell'undici settembre, responsabili d'aver accentuato il preesistente calo d'affari, non ci sono stati  piagnistei o alzate di scudi.
Noi, sangue latino, ci infiammiamo, ci infervoriamo, abbiamo bisogno di sentire Cacciari, Bertinotti, Martino, Ruggiero, Casini, Fini, Pegoraro Scanio, D'Alema, Cossutta, Bonino, Luttvak, Friedmann, il rappresentante dell'OLP, quello d'Israele, i profughi afgani, i preti francesi incazzati, il resuscitato generale Caligaris, e tutti coloro che hanno qualcosa da dire, in virtu' della par condicio alla quale ci atteniamo scrupolosamente dopo la salita al trono del sorridente Berlusconi secondo (il primo della dinastia è quello del torneo di calcio a lui intitolato).
Complice il "grande fratello", la schiera dei parlanti si è dilatata a dismisura, facendoci rimpiangere il famoso e poco  logorroico grillo di Pinocchio.
Caro Enzo, nel 1992, anno di mani pulite, m'accorsi d'avere perso molto tempo a ricercare sui giornali esattamente quello di cui ero già a conoscenza. I giornalisti caddero dal pero. Come, cosa?! Non è possibile!
Si sapeva che c'era un pò di umma umma, ma non in queste proporzioni! Chi l'avrebbe mai detto?!
Decisi così di non leggere piu' i quotidiani. Da allora, ho letto qualche articolo nelle pagine culturali, niente di piu'.
Per l'amor d'iddio, non voglio fare il qualunquista e riaccreditare in tal modo una schiera di omuncoli e di gente foraggiata, voglio semplicemente esprimere il mio disappunto sulle tecniche di marketing, di ricerca di "share" e "audience" spesso confuse con l'informazione nel nostro meraviglioso paese dei balocchi.
Caro Enzo, la guerra se la godono gli inviati speciali e i "giornalisti attenti", nei quali non includo gli Ettore Mo. I soldati la fanno, e non se la godono affatto. Noi la subiamo, filtrata attaverso il goccetto immancabile che ci porta in braccio a Morfeo sul divano, stufi di sentire le stesse cazzate sulla nuova primula rossa che scappa a sottane levate da un rifugio all'altro, braccata dalle bombe intelligenti che gli piovono sul capo, prossima alla canna del gas, assieme agli intransigenti e lugubri seguaci barbuti.
Enduring peace? Speriamo! Con meravigliosa immagine, disse il poeta americano Edgar Lee Masters: "Non sapevo che forever fosse una parola così lunga". I poeti ne sanno sempre una piu' del diavolo, quando parlan d'infinito.
Ciao
alberto
 
oOo
Milano, 22 ottobre 2001
Caro Enzo,
sono un pessimo disegnatore e, avendo abbandonato la pratica da anni, non riesco neppure a mettere giu' un pò di ombreggiature e di prospettive. Tuttavia, ti confesso di avere "prodotto" recentemente le seguenti immagini:
una ciascuna per copertina, prefazione, sette capitoli del mio pseudo romanzo "ciofecone" = totale 9
una copertina per la incipiente raccolta di poesie = 1 immagine
una copertina per i racconti (25 fino ad ora) = 1 immagine
Sono state ottenute con l'impiego del programma "power point". Credo siano allo stesso livello degli scritti, per cui lascio a te immaginare di quale porcheriole si tratti.
Tuttavia, avendo ricevuto da una persona amica una tale richiesta, mi "cimenterò" prossimamente nel dare alcuni commenti misti, lasciando spazio alla penna e al mouse.
Mi dispiace sapere che il tuo PC è down. E' uno dei tanti oggetti dei quali non si riesce a farne a meno, entrato di soppiatto nella vita di ciascuno di noi come una cotta giovanile. Quando l'hai presa, non sai piu' cosa fare per scrollartela di dosso, sempre che ti venga la voglia di farlo!
A proposito di cotte, mi sto innamorando dei labbroni rifatti di Lilli Gruber, riavvicinati dai primi piani assassini dei cameramen d'oltre oceano. Sono promettenti e porconi quel pò che basta. Speriamo che tenga l'antrace e Bin Laden, e che i collegamenti via satellite continuino con l'usuale cadenza. Che perdita subirei!
Ciao
alberto
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Milano, 23 ottobre 2001
Caro Enzo,
le labbra modulano i suoni, danno via libera al gargozzo o lo chiudono, sono la porta d'accesso al cibo, senza il quale, vanno al creatore sia i belli, sia i brutti.
Non fanno nulla di male, essendo morbide e prive di denti. Quelle femminili sono particolarmente belle, quelle degli uomini non m'interessano affatto.
Sono una parte così importante del viso che molti si sottopongono a interventi sapienti di chirurgia plastica per farle risaltare.
Ignorare due belle labbrone rifatte è, lasciami passare l'affermazione, non tenere in giusta considerazione le motivazioni, i quattrini necessari all'intervento stesso, nonché sottovalutare la professionalità del chirurgo che, al posto di due soglioline striminzite, ti mette su un'impalcatura da mille e una notte.
Questo breve preambolo non per giustificare le mie precedenti parole, ma per confermarle in pieno.
Passiamo alle idee. Qualcuno, presso i guerrafondai, inizia a dubitare che le bombe siano l'arma migliore per uccidere le idee. Però, essendo loro stessi privi di idee, rincorrono uno straccio appeso ad un bastone, come gli ignavi di Dante.
Gli uomini sono come le lattine. Più sono vuote, e più fan casino. Ergo, si bombardi. Se necessario, per uno, due, tre anni, o piu', fino a che morte non sopravvenga. E' una frase fatta, ma fa molta presa.
Non vorrei far la parte del nichilista, né vorrei neppur lontanamente passare per colui che ama il diverso a tutti i costi, difende i poveri, i diseredati. C'è fior fiore di sindacalisti e no global preposti a ciò. Non voglio far parte del loro numero. Abbiamo dimenticato che esiste una legge, un codice, e che si devono far rispettare. Non possiamo pretendere rispetto da parte dei popoli, se noi stessi siamo i primi a mancare di rispetto.
Non possiamo pretendere che una classe politica europea senza coglioni, intenta soltanto alla pratica oscena di dimostrare d'avere i conti in regola, presa dalle prebende dell'Europa unita, possa dare delle indicazioni e costituisca un riferimento per chicchessia.
Gli extra arrivano da noi. Fanno i comodi loro, rispettano le loro tradizioni più delle leggi europee? Non è forse  vero che li mettiamo dentro quando inneggiano al reato o non si comportano bene? Di che cosa dobbiamo preoccuparci? Di non vedere piu' le labbrone cinguettanti della giornalista rifatta, scomparse dietro l'oscena burka?
Perché non ci preoccupiamo della nostra incapacità di convertire gli islamici, felici di ricorrere alle nefandezze della civilizzazione occidentale e di farne uso, una volta trapiantati dalle nostre parti?
Perché, visto che li temiamo tanto, non ci convertiamo? Alla fin fine, non mangiano salame e maiale, ma sono in carne pure loro, ascetici talebani compresi. Ci riporterebbero indietro di mille anni? E' questo è il vero problema? Non mi preoccuperei. La civiltà si misura non a base di tubetti di dentifricio o della conoscenza del DNA o dell'e-business, ma di idee. Non ne abbiamo, o non abbiamo la forza di sostenerle? Bene, andiamo pure alla malora. Non meritiamo altro. Prima però, smettiamo di far casino con le bombe.
ciao
alberto
  oOo
 
Milano, 29 ottobre 2001
Caor Enzo,
non mi faccio vivo da un pò di tempo, e me ne dolgo. Astenersi dalle quattro chiacchiere a distanza è nocivo.
Il nostro mondo continua a girare attorno a Bin Laden, all'antrace, ai cristiano immolati sull'altare della fede.
Il mondo esterno, apenna appena passi le Alpi, non ne parla piu'.
Gli estremi si toccano. Ci stiamo stancando pure noi. Il burka sventolato come una bandiera sottratta ai pirati della Malesia non fa piu' notizia. Sandokan, l'eroe, il fido Kammamuri, l'astuto Yanez con l'ennesima sigaretta in bocca continuano imperterriti a solcare i mari tempestosi, pur dominati dai vascelli inglesi.
Riescono a farla franca in ogni occasione. Lo stesso per Bin e i suoi pirati. Sfogatevi, sfogatevi, par che dicano agli aerei che scaricano tonnellate e tonnellate di bombe. Arate il deserto, lo semineremo coi papaveri o con altre piante resistenti al clima terribile del nostro Paese. Uccidete, uccidete! Tutto il mondo conoscerà da vicino la stupidità delle bombe definite intelligenti! Sparate, sparate. Piu' teste cadranno, piu' ne sorgeranno, unite dagli stessi ideali.
Credete di risolvere tutto uccidendo me! Sciocchi, stolti! Le idee che io predico non sono le mie, non mi appartengono! Sono l'eredità lasciata a ciascun buono musulmano, eredità degna d'essere preservata, affinché giunga integra alle nuove generazioni.
Pertanto, bombardate senza fine. Il mondo è grande, e, in esso, ci sono terre accoglienti sulle quali erigere un tempio per pregare, pregare, pregare, ringraziare Allah della sua benevolenza ai fedeli.
La vita eterna, quella deve essere la vostra preoccupazione, il vostro fine! Morire? Siamo nati per morire.La nostra ora non è nelle nostre mani.
Sono discorsi che mi pare d'aver già sentito diverse volte, che hanno scombinato il mondo.
Chissà dove andremo a finire, questa volta?!
ciao
alberto
  oOo
 
Milano, 5 novembre 2001
Tutti avevano uno straccio di impero, tranne noi. Porca miseria, siamo stufi di far sempre la figura dei somari dell'ultimo banco. Andammo così a prenderci quattro sassi in croce e un pò di sabbia in Africa Orientale, della quale rimasero a ricordo le profumate sigarette di monopolio. Il resto andò in fumo.
Messi frettolosamente alla porta, rientriamo dalla finestra. Ne va del nostro onore. Non sia mai detto che Francia, Germania e la sempre perfida Albione facciano il gioco delle sinistre. Abbiamo o no il sacrosanto doverre di farci valere, d'alzare alta nei cieli la nostra stentorea voce di superpotenza, al fianco dei grandi della terra?
La Garibaldi freme agli ormeggi, ansiosa di lasciare la pigra fonda, di volare intrepida sui mari.
Felici e contenti, andiamo a fare la nostra parte. Non avendo bombe con le quali arare un pezzo di deserto, ci mettiamo agli ordini, sciorsì, sull'attenti, pronti ad andare dove ci porta il cuore, ma dove la ragione impedirebbe di metter piede.
La ragione, beninteso, non quella di Stato, benedetta lei! Cosa non si fa per rimetterci le zampette! Non preoccupiamoci, però. Gli equilibri socio-politico-economici non saranno alterati. Gli stati islamici fanno dei distinguo, non si riconoscono nelle oscure parole di Bin Laden, sul quale non punterebbero neppure un soldo bucato. Sono dalla nostra parte. Possiamo starcene tranquilli.
Viviamo dunque felici e beati, fieri di fare il nostro dovere, di fare la guerra in virtu' non dell'inappellato e inappellabile articolo cinque, ma del senso di amicizia che ci lega ai popoli della terra, dell'invidia che proviamo verso gli stati europei coi coglioni, e, infine, per far vedere al Piacione che i discorsi non s'addicono agli uomini forti, quelli che, intenti a dare, non chiedono mai. Siederemo al tavolo della spartizione, stanne certo.
Un abbraccio e un sorriso premier a quattro ganasce, di quelli riservati agli amici.
alberto
 
PS: come va la ricostruzione dello "storico"?
    oOo
Milano, 5 novembre 2001
 
caro Enzo,
nei miei frequenti vagabondaggi, incontrai un certo Pietro l'eremita. Con non poco imbarazzo e fra un rossore e l'altro, il poveretto mi raccontò di scoprire per caso d'essere affetto da emorroidi. Il disturbo, crescente col passare degli anni, gli impedì addirittura di starsene in preghiera sull'inginocchiatoio.
Prova un pò a metterti una mela fra le chiappe, e giu' un bel segno di croce, e a startene inginocchiato.
Spinto dalla disperazione e dal dolore incessante, cominciai ad andare a zonzo per il mondo, a gambe larghe, divenendo così noto come Pietro l'eremita, nome col quale passai alla storia.
A tutti annunciavo la lieta novella, a tutti instillavo nella mente il desiderio di liberare il Santo Sepolcro dagli infedeli. Dio ci chiama, Dio ci chiama! - urlavo come un invasato. Però, nessuno ci faceva caso, poiché un conto è urlare per un nobile fine, e un conto è urlare per il dolore. primo caso di sublimazione canora verificatosi nel corso della storia. Pensa, e così terminò il racconto, neppure Attilio Regolo dentro la botte irta di chiodi rotolante verso il basso dell'orrida rupe riuscì in  tale impresa.
Oggi, 12 novembre 2001, se qualcuno raccontasseun simile racconto su Bin Laden, troverebbe milioni e milioni di persone disposte a credergli.
Orbene, mutatis mutandis, qualcosa accomuna le due fantasie. Sarebbe opportuno chiedersi per quali motivi l'una possa apparrire veritiera, mentre l'altra falsa, tendenziosa, blasfema.
Le crociate produssero morti, disagi, innalzarono il muro fra le due religioni. Oggi, qualche muratore è intento ad innalzarlo ancora di piu', nel nome di Dio e di Allah.
ciao
alberto
    oOo
Milano, 15 novembre 2001
 
Dov'è andato a finire Bin Laden? Dove sono i malandrini barbuti? Hanno sepolto i bazooka, le katiusce, i fucili mitragliatori per tirarli fuori al momento opportuno? Stano tramando forse una guerra civile?
No se preocupe, senor, desaparecidos, todos conjuntos! Sono alla canna del gas.
I soloni, i generali in pensione autorizzati a parlare, al contrario di quelli ancora in carriera, silenti per ovvi motivi di segretezza militare, hanno dato per spacciato il reietto, il reprobo, l'infame. Già stanno decidendo quale sia il sito piu' indicato per processare lui, proprio lui, l'inafferrabile Bin.
Tutti d'accordo nell'affermare quanto la guerra sia stata buona, quanto sia stata ingigantita dagli stolti la forza di resistenza militare di Al Qaida, e, quanto sia stato conveniente accordare il nostro appoggio militare. Abbiamo fatto bella figura con poco. Non serve piu' a nessuno! Si ipotizza addirittura l'invio sul posto di forze piu' adatte al controllo del territorio, a dialoghi  tipo  "a domanda, risponde". Si parla sottovoce dei carabinieri della Farnesina!
Senza guerra, i Talebani sarebbero ancor là, le donne non si potrebbero togliere di dosso il burqa, al quale furono costrette dagli odierni liberatori, portati a piu' miti consigli dall'equipaggiamento gratuitamente fornito dagli infedeli amici americani!
Non si capisce piu' un tubo. Non si parla del veto imposto alle truppe dell'alleanza del nord di entrare in Kabul e alla figuraccia rimediata dai fratelli siamesi UK e USA. Nessuno parla dell'inesistente credibilità politica di cui gode il mondo occidentale agli occhi di quelle popolazioni. Prevale il ragionamento "Chi è quel cretino che si tira indietro di fronte a una bella bisteccona! Neppure un talebano, caro mio, specie dopo anni e anni di carestia!"
Kabul risuona delle radioline a lungo interrate, costrette, anni orsono, a subire la sorte oggi riservata alle armi talebane, conservate per l'occasione opportuna. Cosa esprimerebbe meglio di una gracchiante radiolina il ritorno della civiltà?
Pure Kandahar è libera. La gente si riversa sulle strade, i bimbi sono tornati a giocare con gli aquiloni.
Gioca col suo anche Bin Laden? Alza anche lui gli occhi al sole, alla ricerca di qualcosa di nuovo, anzi, d'antico?
Chi vivrà, vedrà, e si meraviglierà per l'inefficacia della politica delle armi in questioni d'altro genere.
Ciao
alberto
 
   oOo
Milano, 15 novembre 2001
caro Enzo,
la guerra volge al termine. I talebani si sgozzano e si uccidono l'un l'altro come, tanti anni fa, fecero gli ebrei in Masada, per non cadere prigionieri nelle mani impure dei romani conquistatori.
L'ebraismo ne uscì rinforzato. Come dice anche uno dei nostri poeti, le urne dei forti spingono l'animo a egrege cose. La mia preoccupazione non riguarda il fatto che Bib Laden sia vivo o morto, e, con lui, migliaia di talebani. E' rivolta al terreno dove certe ideologie nascono, prosperano e s'irrobustiscono.
A breve forse cesseranno gli attentati, e noi potremo continuare a vivere felici e contenti come prima, anzi, piu' di prima, in quanto bisognosi di recupero.
L'uomo tende a rimuovere le origini dei rimorsi. Non ama la sofferenza, né, tantomeno, la penitenza.
Così, dato la giusta dose di tempo al tempo, ritorneremo a cantare come cicalone inebriate dalla calura estiva, con la speranza che il brutto, visto che ce ne siamo presi già la nostra dose, sia statisticamente distribuito fra altri popoli. Proprio come la storia del pollo. Non so se tu abbia notato come la statistica sia talvolta assimilabile alla visione universale di un disegno divino imperscrutabile all'uomo.
Ciao e un abbraccio.
alberto
 
   oOo
Milano, 26 novembre 2001
Caro Enzo,
ho passato qualche giorno alle prese con problemucci di piccola stazza, come s'addice ad un uomo della mia età. Mi sono riallontanato dalle novità, e non so so piu' cosa stia succedendo in Afghanistan.
Non so quali città siano cadute, non so dove si trovino i nostri guerrieri, né so se le donne afgane stiano ancora sotto il burqa. So di certo che tutto il putiferio scatenato per uccidere il famigerato Bin e sconfiggere il terrorismo non ha dato, ne darà purtroppo, alcun frutto.
Certamente, rallenterà alcune azioni, priverà l'idra di una qualche testa pensante, ma non sarà mai raggiunta una situazione di equilibrio.
L'assenza totale di ideologia occidentale, eccezion fatta per quella del take it easy, del magna e bbeve, del dollaro, non sarà colmata né ora né mai.
Di quest'assenza sono morte le civiltà, la storia insegna.
L'idea di stato laico, nel quale l'individuo è libero di pensare e credere come liberamente vuole, è grandissima, è forse la summa del processo della nostra civiltà. Non ci stiamo accorgendo che, con l'andar del tempo, la libertà di credere stia lentamente convergendo verso la libertà di credere solo in ciò che si vede.
Stiamo diventando sordi. Questo è il vero nocciolo della nostra civiltà.
Salutoni
alberto
   oOo
Milano, 5 dicembre 2001
Caro Enzo,
mi sono dato alla macchia, e, ben nascosto fra le pieghe delle cazzate che ho raccontato su Bin e il suo tristo compagno d'avventura, il mullah Omar, sto quatto quatto in attesa di eventi.
Anche Brunone si sta attenendo ad una politica attendista. I grandi uomini sanno attendere, mio caro. Parimente, tutti noi stiamo alla finestra sgranocchiando qualche pop corn, surrogato infame dei semi di zucca salati, in attesa che, catturati gli infami, soppresse le mogli, solo quelle due o tre al seguito, i figli delle medesime accomunati nell'eroico destino, la pace in Afghanista regni sovrana, come in Atene ai tempi dei giochi olimpici.
Bisogna stare attenti all'Alleanza del Nord, dimostratasi tanto invadente e "ghe pensi mi" quanto attiva nel combattimento e nella conquista. Però, si tratta di piccoli grattacapi di poco conto, inezie.
I nostri ragazzi intanto fanno la cura del sole, in attesa che i combattimenti, quelli da uomini duri, siano terminati. Per fortuna abbiamo la mamma, fatto del quale anche gli americani tengono debito conto nella definizione del mansionario.
Il tavolo della vittoria ci vedrà seduti con tutti gli onori alla destra dei vincitori.
Ciao
alberto
    oOo
Milano, 12 dicembre 2001
Caro Enzo,
arriva natale 2001. Il mondo non è piu' lo stesso, anche se mi pare che tutto stia tornando alla normalità.
La forza delle bombe ha cacciato Bin Laden, e ha fatto rientrare i suoi nemici. E' facile litigare, in mancanza di buoni affari. Gli americani sono rilassatissimi, poiché li stanno facendo. Sempre piu' ne faranno, ormai padroni assoluti del mondo e delle regole democratiche che lo reggono.
Babbo natale ci sta riportando la gioia di volare, di parlare, di andare in giro, di ballare.
Si era messa male, ma, fortunatamente, stiamo riprendendoci bene, da bravi convalescenti.
C'è chi racconta la seguente storiella: i russi forniranno il petrolio agli americani e agli occidentali. Gli arabi e gli islamici avranno sempre meno soldi. Ergo, visto che amano tanto l'austerità e gli spogli panorami del deserto, che se li tengano. Ciascuno si cuocia nel proprio brodo, senza rompere troppo (regola fondamentale del gioco).
C'è addirittura chi parla di requisire i fondi degli arabi nelle banche estere. L'argent fà la guerre. A tasche vuote, tutto quello che puoi fare è arrabbiarsi e litigare coi vicini e i conoscenti.
Mi accorgo d'essere tornato al punto di partenza, percorrendo un giro vizioso.
Ciao
alberto
     oOo
Milano, 23 gennaio 2002
Caro Enzo,
da un bel pezzetto non ci sentiamo, né argomentiamo sull'amico Bin. Non se ne parla ormai più, e neppure si hanno informazioni aggiornate sul prosieguo dei lavori in corso. Si parla di milioni di euro dati a quelle popolazioni per riscattarsi dalla povertà, di mioni di dollari erogati magnanimamente per lo scopo stesso dai nostri cuginastri d'oltre oceano. Sono atti rincuoranti, che, alle bombe buone, fanno seguire soldini altrettatno buoni. L'opinione pubblica si preoccupa ora dell'euro e dell'inquinamento.
Della Palestina, un pò meno. Non fa notizia, e poi, diciamolo schietto, si tratta della stessa minestra da qualche migliaio d'anni. Basta leggere la Bibbia per sapere come vanno le cose. Non c'è bisogno di Brunone Calabrone o dei suoi ospiti.
Fassino ha sempre la faccia da funerale, il Piacione parla con un'enfasi che l'avvicina incredibilmente al buon Benito. Non meraviglia, gli estremi tendono a toccarsi. Uno ride, e l'altro piange. Espressioni di commozione!
Il governo va a gonfie vele, sospinto da leggi magnanime, democratiche, fatte non per migliorare ciò che non va, ma per semplicare, per eliminare ostacoli, per rendere tutto liscio come l'olio, anche i misfatti.
Siamo una nazione progredita, dove l'interesse del consumatore è strenuamente difeso. Sono cresciuti i broccoletti di Bruxelles? Non problem. Mandiamo l'appuntato. Sono cresciuti i peperoni di serra! No problem. Mangia quelli cresciuti all'aperto. Cazzo, non ci sono. Allora, non rompere i .... Comprati un etto di mortadella, e piantali lì. Pragmatismo, ecco cosa ci manca. Presi dal guicciardiniamo particulare, pensiamo talmente ai fatti nostri da dimenticare che una bella fetta di mortadella, il prosciutto dei magut (i muratori), di tanto in tanto ci farebbe pure bene, variando la dieta.
Viva la mortadella!! ***
ciao
alberto
***: non mi riferisco a Romano Prodi, ovviamente.
     oOo
Milano 1 Feb 2002
Caro Enzo,
i lavori sono finiti. Escono gli elicotteri Apache ed entrano gli scarponcini dei nostri militari, meno chiassosi e pericolosi dei cingoli e delle ruote dei mezzi corazzati.  Cos'è successo? Lo sanno tutti. La battaglia contro i dittatori e i fanatici è stata vinta. Non così la guerra, come ci ammonisce severamente il Presidente Bush. I nemici protervi dell'America si nascondono nei sotterranei scavati sotto le dune dei deserti dell'Iraq, della Somalia, e dell'Iran.  Il mullah Omar e Ben Laden sono fra loro, "ammenocché" non abbiano fatto la fine del topo nei sotterranei bombardati a suon di bombe perforanti o chi sa da quali altre diavoleria messe in campo per provare l'efficienza dell'apparato bellico della nazione più civile del mondo.  Che i talebani non avessero molte probabilità di riuscita, non era difficile prevederlo.  Che le idee alla base dell'ira montante contro i Satan occidentali non siano scomparse, è facile intuirlo.  Che il divario esistente fra le popolazioni respiranti polveri leggere degli scappamenti e quelle altrettanto leggere dei deserti sia in aumento è evidente.  Che l'ignorante voglia persistere nell'ignoranza, ahimé, è un assunto antico come il mondo, una scusa banale per giustificare l'astensione dalle azioni correttive.  Povero Socrate. Che bell'aperitivo ti offrirono, per farti cessare le stupide fandonie sull'argomento!  Erano altri tempi, si sa. Oggi, ci sono altre cure. La televisione e le diete ipercaloriche, in arrivo nelle remote e, fino a poco tempo fa, sconosciute lande desolate dell'Afganistan.  Il feudalesimo è finito, o avrà vita breve. Anche là, fra le brulle montagne dell'Afganistan, sorgerà qualche Mc Donalds, saranno insediate produzioni pericolose di fall out tecnologici, s'aprirà il mercato ai consumi, a internet.  Dacci oggi e dacci domani, anche il più cocciuto si convertirà al commercio planetario, al telefonino, al sesso telefonico, allo shopping, al virtuale.  Cosa ne sanno del mondo vero, di quello mediatico, che non sporca le dita al suo contatto. Di pane si vive, di dollari, non di idee. Quelle, hanno sempre causato una brutta fine ai loro sostenitori.  Un abbraccio.  alberto neri
 

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