I
test valutativi
per soggetti fumatori e non fumatori
di Alessandra dott. Signorini
-una tesi di laurea-
Indice
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
CAPITOLO VI
LA RICERCA
6.1 DESCRIZIONE E OBIETTIVI DELLA RICERCA
L'obbiettivo della presente ricerca è costituito da un'indagine tesa a valutare, in un gruppo di adolescenti che frequentavano le classi quarta e quinta di una scuola di secondo grado ad indirizzo professionale (IPSIA "Ceconi" di Udine), la prevalenza di uso di tabacco e di individuare delle possibili differenze di personalità, demografiche e sociali tra soggetti fumatori e soggetti non fumatori.
Questa indagine è uno studio preliminare ad una ricerca volta ad individuare dei possibili fattori di rischio per il passaggio dall'utilizzo di tabacco all'uso di sostanze illegali, come "cannabis", droghe sintetiche, eroina, cocaina.
Lo studio è stato condotto su un gruppo di 102 adolescenti maschi e 5 femmine di età compresa tra i 17 e i 21 anni.
Tutti i soggetti frequentavano le classi quarta o quinta dell'IPSIA "Ceconi" di Udine. Sono state scelte tali classi perché esse sono frequentate da ragazzi compresi in una fascia d'età ritenuta a rischio rispetto all'uso di tabacco e altre sostanze stupefacenti. Analizzare i soggetti di questa fascia d'età è infatti di primaria importanza in relazione allo scopo della presente ricerca.
Doveroso è far notare la quasi esclusiva presenza nel campione analizzato di soggetti di sesso maschile, ciò è dovuto al fatto che il tipo di scuola scelto, di indirizzo tecnico-professionale, è nella stragrande maggioranza dei casi frequentato da ragazzi.
L'ampiezza corretta del campione dipende dalle finalità dell'indagine, per questo risulta difficile definire regole generali: 30 casi sembrano il minimo assoluto per un'indagine in cui si debba procedere ad un'analisi statistica dei dati; tuttavia molti ricercatori stabiliscono il limite minimo 100 casi, perciò in questa indagine il campione è di 102 soggetti.
Bisogna tenere in considerazione che il numero effettivo di casi da cui si ricaveranno poi i dati può essere inferiore a causa della irreperibilità dei rispondenti o della restituzione di questionari illeggibili o non compilati correttamente.
6.2 MATERIALI E METODI
A tutti i ragazzi del campione sono stati somministrati 6 test da compilare in forma anonima:
1. Un questionario sociodemografico caratterizzato da una serie di quesiti di ordine generale come età, sesso, più altre dodici domande semistrutturate, riguardanti le abitudini del soggetto in relazione al fumo: se fuma, quante sigarette al giorno, se vive con persone che fumano o se i suoi genitori fumano, se ha mai smesso di fumare e, se si, quanto tempo fa, per quali motivi, qual' è stato il periodo più lungo in cui è stato senza fumare, se ha coinvolto i suoi genitori in questa decisione e che reazione eventualmente essi hanno avuto,; infine se ha ripreso a fumare e per quali motivi.
2. Il test di Fagestrom, che valuta il livello di dipendenza da nicotina: esso comprende una serie di otto domande chiuse con la possibilità di scegliere fra quattro risposte. Ad ogni risposta è associato un punteggio, che totalizzato dà l'idea del livello di dipendenza da nicotina del soggetto. Un punteggio minore di quattro rivela una dipendenza da nicotina, mentre un punteggio maggiore dimostra che il soggetto non è ancora dipendente dalla nicotina, mentre uno compreso tra 4 e 8 indica che i soggetti sono a rischio.
3. Il terzo test riguarda la motivazione al fumo ed ha come obiettivo quello di indagare le motivazioni psicologiche che portano un ragazzo/a a fumare. Ad ogni domanda sono associate quattro risposte tra cui scegliere (sempre, spesso, mediamente, qualche volta, mai). Ogni risposta ha un punteggio che va da 5 a1.
4. Il quarto test è il test di personalità 16PF di R.B. Cattel, forma C, che ha lo scopo di valutare fattori di base della personalità, indipendenti fra loro, come la stabilità emotiva (fattore A) , l'intelligenza generale (fattore B), la timidezza (fattore H), la surgenza (fattore F), il conservatorismo (fattore Q1), la dominanza (fattore E), la forza dell'Io (fattore C), la forza del Super-Io (fattore G), la sensibilità (fattore I) ed i tre livelli di ansia e di inibizione (fattore F, O, Q4) che abbiamo qui analizzato, nonché i fattori messi in gioco da fenomeni secondari, più complessi, come il neuroticismo, il morale del gruppo, la leadership, l'adattamento sociale, la vocazione professionale, che non abbiamo preso qui in considerazione. Sei items sono assegnati ad ognuno dei sedici fattori, ad eccezione del fattore di intelligenza generale, per il quale ne sono stati disposti otto. Ai 98 items, ne sono stati aggiunti sette di distorsione motivazionale (MD). Gli items sono disposti in ordine ciclico, allo scopo di facilitare lo scoring manuale. Per gli items, il soggetto è posto di fronte all'alternativa di tre risposte. I questionari sono spesso suscettibili di distorsione e di contraffazione; nel 16PF la maggior parte delle domande sono state poste in modo di renderle, quanto più possibile, scevre dal senso di "valore", affinché il soggetto non si senta indotto a rispondere in una determinata direzione per soddisfare il bisogno di soddisfazione personale. Per questi items, nei quali questo accorgimento non è stato possibile, è stata introdotta una scala di " motivational distorsion" (scala MD). Questa è composta di sette items che determinano un alto punteggio quando i soggetti tentano di modificare il loro atteggiamento passando da una situazione neutra, ad una socialmente motivata. Il punteggio ottenuto, può essere considerato come misura della combinazione tra il bisogno e la volontà di alterare ed è in correlazione con due altri fattori. La validità del test è intesa come validità interna. La correlazione media di ciascun items, col fattore che deve misurare, è di 0,37 e la correlazione media del gruppo di sei items con il fattore che rappresentano si aggira attorno a 0,71. La previsione può essere condotta attraverso l'elaborazione matematica di punti standard. Laddove non si abbia un'informazione sufficiente sul criterio di validità sociale e quindi non sia possibile stabilire con questo una correlazione, la sola conoscenza del significato psicologico dei fattori e dell'interazione dinamica che ne deriva può permettere la previsione.
5. Il quinto test è il test psichiatrico STAXI (State-Trait Anger Expression Inventory) di C.D. Spielberger. Quest'ultimo è usato per misurare il livello di aggressività del rispondente. Obiettivo chiaro di questo test è quello di indagare il livello di aggressività del rispondente sia che esso sia fumatore o no; questa parte ci permette in seguito di comparare i livelli di aggressività dei fumatori rispetto ai non fumatori. Nello STAXI, il concetto di rabbia viene identificato come un concetto elementare, limitato rispetto a quelli di ostilità ed aggressione; viene fatto riferire (Spielberger, 1983, 1989) ad uno stato emotivo variabile in intensità, che può andare da un semplice senso di noia, o fastidio, fino a sentimenti d'ira o a stati di furia accompagnati da attivazione del sistema nervoso autonomo. Nello sviluppo di atteggiamenti ostili o nelle manifestazioni di comportamenti aggressivi, l'emozione della rabbia è presente come una condizione necessaria, ma non di per sé sufficiente a spiegarli. Lo STAXI ha come base i costrutti teorici di rabbia di stato e di tratto, di esperienza e di espressione della rabbia. Tale teoria sottolinea la centralità dei processi affettivi e cognitivi che caratterizzano gli stati di rabbia. La rabbia è intesa come reazione emotiva a condizioni che ne evochino diversi livelli, in persone che differiscono nel modo di provarla e di esprimerla. La rabbia di stato è definita come uno stato emotivo caratterizzato da sentimenti soggettivi di diversa intensità ed è generalmente accompagnato da tensione muscolare e attivazione del sistema nervoso autonomo. La rabbia di tratto è definita come la disposizione a percepire un gran numero di situazioni come fastidiose e frustranti e, come la tendenza a rispondere a teli situazioni con più frequente aumento della rabbia di stato. Il concetto di "espressione di rabbia" comprende tre componenti principali. La prima componente consiste nell'espressione della rabbia verso altre persone o oggetti dell'ambiente (rabbia-out), la seconda componente consiste nella rabbia rivolta all'interno, cioè nel trattenerla o nel sopprimerla (rabbia-In). Le differenze individuali con cui si tenta di controllare la propria espressione della rabbia costituiscono la terza componente (controllo della rabbia). Lo STAXI è composto da 44 item, che formano sei scale e due sottoscale. I nomi delle scale , il numero di item, e la componente valutata sono descritti come segue: rabbia di stato (S-rabbia) è descritta con una scala di 10 item che misurano l'intensità dei sentimenti di rabbia in un dato momento. Rabbia di tratto (T-rabbia) è descritta con una scala di dieci item che misura le differenze individuali nell'essere disposti a provare rabbia. Le scale T-rabbia comprendono due sottoscale:
a) temperamento portato alla rabbia: una sottoscala di quattro item della rabbia di tratto che misura una predisposizione generale a provare o esprimere sentimenti di rabbia senza una specifica ragione;
b) reazione di rabbia: una sottoscala di quattro item della rabbia di tratto che misura le differenze individuali nell'essere portati ad esprimere rabbia quando si viene criticati o minacciati ingiustamente dagli altri.
Rabbia rivolta all'interno: la rabbia-In (AX-In) è una scala di espressione della rabbia composta di 8 item che misura la frequenza con cui sentimenti di rabbia sono trattenuti o soppressi.
Rabbia rivolta all'esterno: rabbia-Out (AX-Out) che è una scala composta di 8 item di espressione della rabbia che misura la frequenza con cui un individuo esprime rabbia verso altre persone od oggetti dell'ambiente.
Controllo della rabbia: (AX-Con) è una scala di 8 item che misura la frequenza con cui un individuo tenta di controllare l'espressione della propria rabbia.
Espressione della rabbia: (AX-EX) che è una scala di ricerca basata sulla risposta di 24 item delle scale AX/In, AX-Out e AX/Con che fornisce un indice generale della frequenza con cui la rabbia di inespressa, senza tener conto di come venga rivolta. Nel rispondere ad ognuno dei 44 item, gli individui classificano propri i sentimenti di rabbia su scale a quattro punti che valutano sia l'intensità che la frequenza con cui se ne fa esperienza, vengono espressi, nascosti, e controllati.Il rango percentile corrispondente ad un conteggio delle scale STAXI indica come un individuo particolare può essere paragonato con altri individui che hanno lo stesso sesso ed età. I punteggi della scala tra il 25º e il 75º percentile costituiscono quello che è considerato il rango percentile possono essere più predisposti la rabbia, ad esprimerla all'esterno o a rivolgerla all'interno, rispetto ai soggetti con punteggi più bassi. Tra le differenze in genere non sono sufficienti per distinguere soggetti predisposti a disturbi di tipo fisico e psichico. I soggetti con punteggi di rabbia al di sopra del 75º percentile più facilmente trovano o esprimono sentimenti di rabbia ad un grado che può interferire con un equilibrio ottimale. La rabbia di questi soggetti può provocare difficoltà nelle relazioni interpersonali o predisporli allo sviluppo di disturbi fisici o psicologici. Un alto punteggio AX/In, specie se associato ad un basso punteggio AX/Out e ad alti livelli di ansia, e accompagnata spesso da ipertensione. I punteggi molto alti, al di sopra del 90º percentile, in ambedue le scale AX/In e AX/Out sono uniti alla facilità a contrarre disturbi alle arterie coronarie o a subire infarti. I punteggi bassi nelle altre scale dello STAXI possono fornire indicazioni utili che contribuiscono a far conoscere aspetti della personalità di un individuo il riferimento ai punteggi. Gli individui con ponteggi al di sotto del 25º percentile nella scala rabbia di tratto, AX/In e AX/Out generalmente paravano rabbia, la esprimono ore prima non meno frequentemente. I punteggi bassi su tutte queste scale, comunque, possono indicare l'uso eccessivo di difese come la negazione e la repressione che fanno evitare sentimenti spiacevoli o inaccettabili di rabbia. In soggetti con nessun sintomo evidente di psico patologia, l'uso eccessivo della negazione e della repressione spesso riflette lo stile di vita entro cui tali difese sono messe in atto come modo usuale per far fronte alla rabbia o per evitarla.
6. L'ultimo test è la " scala di sostegno sociale di Surtees", che ci dà l'idea del rapporto che c'è tra soggetto e l'ambiente sociale in cui vive, cioè le relazioni che ha con amici, parenti, colleghi di lavoro, vicini di casa, o se partecipa a clubs, organizzazioni, chiese o altro. Questo test è diviso in due parti, dapprima che indica il sostegno sociale di tipo intimo, e cioè si accerta delle relazioni tra soggetto ha con amici o parenti. La seconda parte indica il sostegno sociale di tipo allargato, e cioè si accerta delle relazioni con colleghi di lavoro o vicini di casa, e della partecipazione a organizzazioni o chiese. Anche a queste domande è associato un punteggio che, sommato ci dà un indice di sostegno sociale intimo e allargato. È possibile così capire in quale ambiente il soggetto vive e il tipo di relazioni che egli intrattiene con chi gli sta vicino.
6.3 RISULTATI
Il campione al quale stato somministrato il questionario, è composto da 102 soggetti maschi. Da un'attenta lettura dei questionari somministrati si possono riscontrare aspetti particolarmente interessanti, che saranno discussi nelle pagine seguenti.
6.4 AREA BIOGRAFICA
Il questionario è stato somministrato a maschi e femmine che frequentavano il quarto e quinto anno dell'Istituto professionale IPSIA "Ceconi" di Udine. Il campione intervistato comprende 102 soggetti. La percentuale di maschi è del 95,1% mentre quello delle femmine è del 4,9%. L'età di coloro che hanno risposto domande è compresa tra i 17 e i 21 anni.
6.5 TEST SUL FUMO
Su un campione di 102 soggetti sono risultati fumatori il 41,2% (N =42) e il 58,8% (N = 60) non fumatori.Tra i fumatori la media delle sigarette fumate giornalmente è risultata dell'11,26 con una deviazione standard di 9,51.
Su campione di 42 fumatori, il 57,1% ha dichiarato di avere genitori che fumano, mentre 42,9% ha dichiarato di non avere genitori fumatori. Tra i restanti 60 non fumatori il 36,6% ha dichiarato di avere genitori che fumano, mentre 63,4% ha dichiarato di non avere genitori fumatori. Ben il 64,3% dei ragazzi fumatori ha però dichiarato di vivere con persone che fumano, e solo 35,7% di non vivere con persone che fumano.
Tra i non fumatori invece il 46,4% ha dichiarato di vivere con persone che fumano, mentre il 53,6% ha dichiarato di non vivere con persone fumano.
Ai 42 fumatori è stato chiesto se abbiano mai smesso di fumare, ed è il 69,0% ha risposto di aver provato a smettere almeno una volta, mentre il 28,6% ha dichiarato di non aver mai provato a smettere il 2,4% non risponde.
La media del tempo di quanto tempo fa si è smesso di fumare è di sette mesi e tredici giorni (232,57 giorni).
Alla domanda " per quali motivi hai smesso di fumare?", il 34,5% dei fumatori ha risposto per problemi di salute, solo il 3,4% ha risposto di aver smesso per motivi economici, il 6,9% per motivi familiari, mentre bene il 55,2% ha risposto di aver smesso per altri motivi.
Solo i 17,2% dei fumatori ha coinvolto genitori in questa decisione, mentre il 79,3% non ha coinvolto i genitori, mentre i 3,4 non ha risposto a questa domanda.
D'altra parte bene, secondo la dichiarazione dei figli fumatori, il 55,2% dei genitori ha avuto la reazione d'indifferenza nei confronti della decisione di smettere presa dal figlio, i 3,4% ha deriso il figlio, il 31,1% ha invece ha avuto una reazione di solidarietà nei suoi confronti, e solo il 3,4% ha deciso di imitare il figlio e quindi di smettere di fumare. Il 6,9% dei fumatori non ha risposto la domanda.
In base alle risposte ottenute dai fumatori, la media del periodo più lungo in cui sono rimasti senza fumare è di 2 mesi e 27 giorni (87,38 giorni), con una deviazione standard di 170,56.
Purtroppo però ben il 72,4% dei fumatori ha ricominciato fumare, mentre il 20,7% ha smesso definitivamente di fumare. Il 6,9% non ha risposto alla domanda.I motivi principali, indicati dai ragazzi fumatori, per cui hanno ricominciato fumare sono: stress per il 24,2% di loro, su offerta per il 3,4%, il 20,7% ha ricominciato ad una festa, è il 51,7% ha ricominciato per altri motivi non specificati.
6.6 TEST DI FAGESTROM
Sono stati considerati solo i 42 fumatori che hanno ottenuto una media del punteggio totale finale di 3,71 con deviazione standard 2,61: in base al test di Fagestrom che misura il livello di dipendenza da nicotina la media del punteggio finale totalizzato da ragazzi indica che essi non sono dipendenti da nicotina ma hanno ottenuto un punteggio considerato a rischio. Secondo il test di Fagestrom un punteggio finale minore di 8 indica una non dipendenza da nicotina, un punteggio finale maggiore di 8 indica una dipendenza da nicotina. Per quanto riguarda i punteggi riguardanti le singole domande, è risultato che i 42 fumatori accendono la prima sigaretta dopo un'ora dal momento del risveglio, infatti la media del punteggio ottenuto nella prima domanda del test è di 0,90 con deviazione standard di 1,03.
Secondo i risultati nella seconda domanda i fumatori trovano difficile non poter fumare nei luoghi dove è proibito, come chiese, cinema o biblioteche. Infatti la media del punteggio ottenuto nella seconda domanda è di 0,19 con una mediazione standard di 0,45.
I ragazzi/e non hanno problemi a rinunciare a una sigaretta in qualunque momento della giornata, come risulta dalla media del punteggio ottenuto, che è 0,28 con deviazione standard di 0,45.
In media essi fumano dieci sigarette al giorno, la media del punteggio ottenuto infatti è 0,52 con deviazione standard di 0,80.
La quantità di nicotina contenuta delle sigarette fumate dai ragazzi è in media tra 0,6 e 1, 1mg, infatti la media del punteggio ottenuto nella quinta domanda è 1,04 con deviazione standard di 0,98.
Secondo i risultati della sesta domanda i ragazzi intervistati fumano di più durante la giornata, infatti la media del punteggio è 0,09 con deviazione standard di 0,29.
Essi infatti accendono in media la loro prima sigaretta dopo mezz'ora da quando si sono alzati, tra media del punteggio ottenuto infatti è di 0,28 con una deviazione standard di 0,85.
6.7 TEST SULLE MOTIVAZIONI AL FUMO
Secondo i risultati attenuti dalla prima domanda in media i ragazzi fumatori del campione (N=42) qualche volta fumano per darsi una sferzata; la media del punteggio nella prima domanda infatti è di 2,07 con deviazione standard di 1,43.
Essi in media provano mediamente piacere nel fumare e nel tenere una sigaretta, infatti la media del punteggio ottenuto nella seconda domanda è di 2,97 con deviazione standard di 1,43.
Essi media ritengono che sia mediamente rilassante tirare boccate da una sigaretta, infatti la media del punteggio ottenuto in questa domanda è di 3,02 con deviazione standard di 1,21; e inoltre mediamente accendono una sigaretta ogni volta che hanno un problema, infatti il punteggio ottenuto in questa domanda è i 2,52 con deviazione standard di 1,51.
Quando non hanno più sigarette essi mediamente devono andare a comprarle, come indica la media del punteggio ottenuto che è di 2,66 con deviazione standard di 1,44.
Qualche volta, essi dichiarano, fumano automaticamente, senza neanche pensarci, infatti la media del punteggio ottenuto in questa domanda è di 2,38 con evitare standard di 1,36. Qualche volta essi dichiarano fumano anche per darsi coraggio, infatti la media del punteggio è 1,83 con deviazione standard di 1,20. I ragazzi inoltre ritengono che mediamente il piacere di fumare inizi con i gesti che fanno per accendere le sigaretta (punteggio medio ottenuto 2,40 con deviazione standard di 1,51), e che mediamente provino piaceri diversi nell'atto di fumare (punteggio medio ottenuto 2,54 con deviazione standard di 1,41). Essi inoltre qualche volta fumano quando si trovano a disagio (punteggio medio ottenuto 2,28 con deviazione standard di 1,45).
Nessuno però si sente poco inserito all'interno del gruppo di amici se non fuma, (media del punteggio ottenuto 1,47 ,con deviazione standard di 1,13), e nessuno si trova mai ad accendere una sigaretta senza accorgersi di averne già accesa un'altra (media del punteggio ottenuto 1,40 con deviazione standard di 1,19). Qualche volta però essi fumano per imporsi sugli altri (media del punteggio ottenuto 1,64 con deviazione standard di 1,20); mediamente hanno piacere nel guardare il fumo e le sue spire che mentre fumano (media del punteggio ottenuto 2,61 con deviazione standard di 1,51) e fumano mediamente anche se sono calmi (media punteggio ottenuto 2,88 con deviazione standard di 1,32).
Qualche volta fumano quando si sentono giù, per dimenticare (media punteggio ottenuto 2,11 con deviazione standard di 1,32), ma non si trovano mai in bocca una sigaretta senza sapere nemmeno come c'è arrivata (media punteggio ottenuto se 1,45 con deviazione standard di 1,17), ma qualche volta quando non fumano hanno bisogno di spostare qualcosa (media punteggio ottenuto 1,73 con deviazione standard di 1,12).
6.8 TEST DI PERSONALITA' (STAXI)
I dati ottenuti dal campione (N = 102) di rispondenti al test di personalità STAXI, analizzato secondo la "scala della rabbia" vengono qui sotto riassunti:
6.9 TEST DI PERSONALITA' 16 MP (FORMA C)
I risultati ottenuti dal test di personalità 16 MP vengono qui sotto riportati in forma di tabella:
6.10 SCALA DI SOSTEGNO SOCIALE DI SURTEESS
Riportiamo qui sotto la tabella degli indici di sostegno sociale intimo e allargato:
6.11 INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI E CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Test sociodemografico:
La ricerca, in base alle statistiche e agli studi fatti sui comportamenti a rischio negli adolescenti, ha preso in considerazione studenti delle Scuole Medie di Secondo Grado, frequentate da ragazzi compresi tra i 17 e 21 anni, perché questa fascia d'età è considerata quella più a rischio di comportamenti nocivi per la salute.
E' proprio in questo periodo che si sperimentano, acquisiscono e stabilizzano comportamenti a rischio per la salute come bere, fumare e fare uso di sostanze illecite. Ci sono state molte ricerche in questo campo che sono già stati citate nei capitoli precedenti, come per esempio il "Monitoring for the Future", che hanno studiato il consumo di alcool, tabacco e altre sostanze nell'adolescenza.
Confrontando i dati riportati dal questi studi epidemiologici e i dati ottenuti dalla studio sul consumo di tabacco sul campione di 102 studenti dell'IPSIA "Ceconi" di Udine, possiamo trarne alcune conclusioni:
la percentuale di fumatori del campione da noi esaminato è del 41,2% (N=102), che è una percentuale ritenuta abbastanza alta ma che sostanzialmente è in tendenza con le ricerche del WHO e del National Youth Tobacco Survey 1999, secondo i quali la percentuale di ragazzi fumatori nei maggiori Paesi Europei è attestato fra un massimo del 45% in Groenlandia e un minimo del 10% in Israele e comunque in media attorno al 30-35%.
Si deve notare però che la ricerca riguarda quindicenni e quindi probabilmente il consumo nei successivi due - tre anni aumenterà.
Infatti secondo l'H.B.S.C. Survey il fumatore giornaliero aumenta sostanzialmente per gruppi d'età, a 11 anni in tutti i Paesi del mondo la percentuale di fumatori è meno del 2%, mentre già a 13 anni sale al 10% e a 15 al 30% , mentre le percentuali di sperimentazione salgono al 60-70% a quindici anni.
Secondo invece, il NYTS 1999, nelle High School il consumo di tabacco si attesta intorno al 35%.
Da notarsi, però, che in media in tutte le ricerche il consumo di tabacco è più alto tra i ragazzi e la percentuale di ragazzi presenti nella ricerca da me effettuata era del 95,1% su un campione di 102 intervistati.
Per quanto riguarda il consumo settimanale di sigarette la media di sigarette fumate giornalmente nella ricerca da me effettuata, è di 11,26 in un'età compresa tra i 17 e 21 anni, in linea con i dati della ricerca dell'H.B.S.C. il quale dichiara che la percentuale dei fumatori giornaliera e settimanale è alta, mentre il numero medio delle sigarette fumate è basso : da 80 a 30 sigarette settimanali a quindici anni e più di 80 dopo i 15 anni.
Inoltre sempre secondo queste ricerche, in relazione al genere, la percentuale per ragazzi eccede rispetto alle ragazze a tutti i livelli; e le associazioni tra fattori scolastici e la sperimentazione del tabacco appare abbastanza stabile sia per gruppi di età che per generi. Le motivazioni che inducono a cominciare sono molteplici e legate a motivi sociali, come la pressione dei pari, psicologiche come il desiderio di essere accettati e il conformismo, la voglia di sentirsi grandi, di trasgredire, di fare qualcosa di eccitante, che tiri su, di rompere la monotonia della quotidianità ritenuta banale, spesso anche come valvola di sfogo di sentimenti repressi o inconsci, di stati d'animo non accettati o accettabili, scarsa autostima o sofferenze psichiatriche riconosciute o no (motivi psichiatrici). Inoltre le motivazioni che inducono a fumare i ragazzi della scuola IPSIA "Ceconi" sostanzialmente coincidono con l'ampia letteratura scientifica su questo argomento riportata nei capitoli 2 e 3 e il test di motivazioni al fumo.
Per quanto riguarda il rapporto genitori - figli , nel campione da me esaminato il 57,1% (N=42) dei ragazzi fumatori ha genitori fumatori, mentre tra i non fumatori il 64,4% (N=60) ha genitori che non fumavano. Inoltre, tra i fumatori (N=42) il 64,3% vive con persone che fumano, mentre tra i non fumatori il 46,4% vive con persone (parenti, affiliati..) che fumano.
Anche questi dati sono in linea con le principali ricerche da me esaminate nel capitolo tre, come per esempio il GYTS, che indica una percentuale media del 49% di studenti che vivono in una casa dove altri fumano e che quindi sono sottoposti a uno sfortunato modello di comportamento.
Inoltre, secondo il Youth Tobacco Surveillance USA '98-'99, i ragazzi fumatori, paragonati ai ragazzi non fumatori, hanno spesso genitori che fumano. Il modello adottato in casa potrebbe quindi avere un impatto sulla scelta del giovane, anche se l'abitudine al fumo viene generalmente scoraggiato (più a parole che a fatti!); anche i genitori che fumano, sperano che i loro figli possano stare lontani dal fumo, proprio perché conoscono per esperienza gli effetti nocivi del fumo e quanto sia difficile poi smettere.
Anche le ricerche di Legras e Challier (cap.3, fattori sociali di rischio) hanno messo in evidenza la correlazione tra uso di tabacco da parte di componenti della famiglia, atmosfera familiare fredda, non vivere con entrambi i genitori e uso di tabacco.
Secondo il "Child Health Month 1999" dell' American Academy of Pediatrics alcol e tabacco sono normalmente le prime droghe che i giovani provano.
Inoltre dalla nostra ricerca emerge che il 69% (N=29) dei fumatori ha provato a smettere di fumare e il NYTS indica che il 54,4% dei ragazzi che fumano vogliono smettere; molti, poi, dei giovani fumatori non intendono diventare fumatori abituali e ritengono di essere liberi dalla dipendenza da tabacco, eppure il 75% di loro sono ancora fumatori dopo 5 anni! Circa 2 su 3 ha fatto un tentativo di smettere.
Nella nostra ricerca le principali ragioni per smettere sono risultate: 34,5% per problemi di salute e il 55,2% per altri motivi che probabilmente sono legati alla pressione sociale, alla cerchia di amici o parenti.
Un dato però è interessante: ben il 79,3% degli intervistati non ha coinvolto i genitori, e ben il 55,2% dei genitori ha avuto una reazione di indifferenza alla decisione di smettere di fumare dichiarata dal figlio, mentre solo il 31,1% ha avuto una reazione di solidarietà nei confronti del figlio.
Questo dato indica una mancanza di dialogo tra genitori e figli su argomenti fondamentali per la salute del ragazzo o una superficialità o sottovalutazione del problema fumo o dei suoi danni a lungo termine. Anche le teorie di Enos, Handal , Hansell (cap.3), le ricerche di Winn & Renee, Mulhall & Stone, e Umberson, Angel, Flewelling & Bauman (cap.6) indicano che i genitori hanno un'influenza sia di tipo diretto (mancanza di controllo sui figli) che indiretto (atmosfera familiare fredda o struttura familiare divisa, o vivere con un solo genitore).
I genitori potrebbero pensare che in fondo sono solo alcol e sigarette e che l'uso forse è saltuario o momentaneo, ma gli studenti delle superiori che fumano sono dieci volte, secondo il CHM 1999, più propensi a usare altre droghe rispetto ai non fumatori.
Pur tenendo conto che, secondo le più importanti statistiche esaminate, nella maggior parte degli adolescenti l'uso di tabacco e alcol non porta necessariamente all'uso di altre doghe, non si deve sottovalutare che il fatto che accada o no dipende molto dalla loro personalità, dalla loro famiglia e dalla comunità in cui vivono.
E' necessario perciò aiutare i propri figli a fare scelte salutari ed ad apprezzarle come tali, a dare ai propri figli un senso di fiducia in se stessi e sostenerli: questa è la miglior difesa contro la pressione dei coetanei. Inoltre parlare delle cose che sono importanti per loro, inclusi alcol e tabacco, e aiutarli nei momenti di incertezza o solitudine.
Purtroppo, infatti, ben il 72,4% degli intervistati (N=29) che avevano provato a smettere ha ricominciato!
I motivi principali sono stress (24,2%), ad una festa (20,7%) e per altri motivi (51,7%).
I dati ci danno un'idea delle ragioni che spingono i ragazzi a fumare o a ricominciare: molto spesso il "fumare" inizia casualmente, per seguire la "corrente": infatti, come indica Kandel (cap. 3), quanto più il consumo di una determinata droga diventa un comportamento sociale diffuso, tanto più diminuisce l'età media della prima assunzione.
Altre volte si fuma per calmare i nervi o per sembrare o sentirsi più sicuri (dipendenza da nicotina, fattori psicologici o psichiatrici), per altri è un modo per entrare nei giri giusti (pressione dei pari) o collegato allo stile di vita dei giovani (fattori sociali) come indicano studi di Stanley & Norton, Ennett & Norton (cap.3), teoria del comportamento problematico di Jessor & Jessor (cap.3).
Questo sta ad indicare che il bisogno di fumare non è soddisfatto solo dalla nicotina, ma intervengono altri fattori sia di ordine ambientale sia di ordine psicologico che rinforzano tale desiderio.Test di Fagestrom e di motivazione al fumo.
A tale proposito ai 102 ragazzi dell'IPSIA "Ceconi" di Udine è stato somministrato il test di Fagestrom che misura il livello di dipendenza da nicotina, è si è trovato che i ragazzi rispetto a questo fattore sono a rischio, in quanto non ancora dipendenti ma ad un livello di passaggio tra dipendenza e non dipendenza.
Questo risultato sta ad indicare che probabilmente i ragazzi non sono ancora dipendenti da nicotina per diversi motivi, come ad esempio, perché non hanno alle spalle molti anni "da fumatori" (essendo ancora giovani), perché, come risulta dalle risposte al test socio-demografico, fumano prevalentemente in compagnia di amici, coetanei, alle feste, e quando stanno bene, perché hanno, quindi, un tipo di consumo in parte ancora occasionale o situazionale, anche se già usano il tabacco come mezzo per scaricare stress, ansia, insicurezze.
Essi infatti tendono a fumare di giorno quando sono fuori casa, lontano dagli occhi dei genitori, più a scuola, che è sempre fonte di stress, con gli amici; a volte quando si sentono giù, o vogliono tirarsi su, o quando hanno un problema (test di motivazioni al fumo), poche volte hanno atteggiamenti da forti fumatori, come quelli di accendere più sigarette contemporaneamente o di perdere il controllo sulla quantità di sigarette fumate. Queste motivazioni sono sostanzialmente in linea con le motivazioni riportate dalle ricerche epidemiologiche riportate nei capitoli precedenti, come per es. "sentirsi pressati dalla scuola", "spendere molto tempo con gli amici", "avere un cerchio chiuso di amici", "avere molti appuntamenti in comune con gli amici", "sentirsi meglio quando fumano", "avere più charme", "sentirsi più sicuri".
Queste risposte stanno ad indicare che i ragazzi tendono già ad usare il tabacco come mezzo per scaricare le tensioni, come mezzo di socializzazione, come mezzo di accettazione fra pari, e anche come mezzo per controllare l'ansia (Patton, 1998, Kandel&Davies, 1982), confermando le ampie ricerche effettuate da molti studi medici, psicologici e sociologici americani ed europei da me analizzati nei precedenti capitoli.Test psichiatrico STAXI
La media dei punteggi ottenuti nella scala di T-rab da fumatori e non fumatori corrisponde in percentili a un punteggio di 55/58 , considerato nella norma. Anche per i punteggi ottenuti nelle scale T-rab/t (45/45), T-rab/r (50/47), Ax/In (59/55), Ax/con (42/42), Ax/Ex (60/60) sono nella norma, con una leggera tendenza verso punteggi bassi, suggerendo una probabile predisposizione dei ragazzi intervistati ad esprimere o reprimere meno frequentemente la rabbia, una leggera tendenza a usare troppo meccanismi di difesa come la negazione e la repressione che fanno evitare sentimenti spiacevoli o inaccettabili di rabbia. In soggetti con nessun sintomo evidente di psicopatologia, la tendenza all'uso di negazione e repressione potrebbe riflettere uno stile di vita entro cui tali difese sono messe in atto più spesso per far fronte alla rabbia o evitarla. Un'analisi più approfondita di questo atteggiamento potrebbe rendere conto di eventuali distorsioni volontarie o involontarie nei sei test sottoposti.Test 16MP di R. B. Cattel (Forma C)
Per quanto riguarda le caratteristiche di personalità del campione di 102 ragazzi esaminate dal test 16MP (forma C), possiamo fare le seguenti considerazioni:
le caratteristiche di personalità analizzate, indipendenti fra loro, sono la stabilità emotiva (fattore A), la timidezza (fattore H), la surgenza (fattore F), il conservatorismo (fattore Q1), la dominanza (fattore E), la forza dell'Io (fattore C), la forza del Super-Io (fattore G), la sensibilità (fattore I) ed i tre livelli di ansia e di inibizione (fattore F, O, Q4), il conservatorismo (fattore Q1), l'integrazione (fattore Q3), l'indipendenza (fattore Q2), il grado di conformismo (fattore M), la semplicità (fattore N).
Non sono state trovate differenze statisticamente significative, per molti dei fattori analizzati, tra ragazzi fumatori e ragazzi non fumatori.
Mentre per i fattori A (stabilità emotiva), Q1 (conservatorismo), Q3 (integrazione) si sono trovate differenze significative:
Fattore A: i fumatori hanno una media del punteggio di A (3,22) con P= 0.055, spostato quindi più verso la schizotimia, con un carattere freddo e distaccato, mentre i non fumatori hanno una media del punteggio di 4,01, e cioè più spostato verso la normalità (che si attesta attorno a un punteggio di 5 e 6), intesa come equilibrio tra calorosità e freddezza nei confronti degli altri o equilibrio tra un atteggiamento cordiale o freddo.
Fattore Q1: i fumatori hanno una media del punteggio di Q1 (3,42), con P=0.055, spostato più verso il conservatorismo, mentre i non fumatori hanno un punteggio più equilibrato tra tradizionalismo e radicalismo (4,1); questi ultimi probabilmente sono più critici nell'analisi delle situazioni che si trovano ad affrontare.
Fattore Q3: i fumatori hanno un punteggio medio di 4,57 e i non fumatori di 3,74, con P= 0.05, il che indica che sono entrambi spostati più verso una bassa integrazione, un carattere indolente e incontrollato, ma i fumatori di meno.
Probabilmente le relative differenze trovate trovano la loro ragione nel fatto che si sta parlando di adolescenti in piena età dello sviluppo, i quali attraversano tutti dei cambiamenti notevoli sia sul piano sociale (voglia di autonomia e indipendenza, rottura con il mondo della fanciullezza) sia sul piano psicologico (alta tensione nervosa e poco autocontrollo), incapacità di gestire certe situazioni o sentimenti.
Riportiamo comunque qui sotto un grafico esplicativo delle differenze trovate rispetto i diversi fattori tra fumatori e non fumatori.
TEST DI SURTEES
I risultati ottenuti dal test di Surteess ci indicano che tra i ragazzi fumatori e non fumatori non sono state rilevate, rispetto al livello di sostegno sociale, differenze statisticamente significative. Ciò significa che non vi sono grandi diversità, in base a quanto dichiarato dagli intervistati, nel livello di sostegno parentale e sociale tra i due gruppi. Probabilmente sono necessari test più approfonditi per rilevare tali differenze, anche per evitare risposte non corrispondenti alla reale situazione dell'intervistato. Una seconda ipotesi è che il livello delle relazioni con genitori, parenti, amici, sia comunque minimo tra i due gruppi. Inoltre uno studio di Ennett e Norton si è riscontrato che un consumo di alcol, tabacco e altre sostanze stupefacenti era comunque più alto in quartieri dove vi era una forte coesione sociale, un alto livello di sostegno sociale allargato, inteso sia come buone relazioni sociali tra i membri del gruppo (vicinato o scuola) sia come ricchezza di vantaggi sociali (scuole, ricreatori etc..). Inoltre si trovarono differenze statisticamente significative tra le caratteristiche delle diverse scuole e la percentuale di uso di tabacco: vi era grande omogeneicità all'interno delle scuole, ed eterogeinicità tra le diverse scuole. Questo viene spiegato con la teoria del "contagio" e della pressione sociale ( vedi anche ricerca di Piko) che spinge a comportamenti conformisti con le idee del gruppo, come motivazione psicologica di sentirsi accettati e conseguente atteggiamento conformista ( tra l'altro più alto nei fumatori, come detto più sopra); tra l'altro sappiamo, in quanto già detto, che più un comportamento ( positivo o negativo) è socialmente diffuso più aumenta la possibilità che venga adottato ( Jessor&Jessor). Sappiamo bene, inoltre, che il desiderio di essere accettati dal gruppo dei pari è molto forte negli adolescenti.
Come ampiamente dimostrato dagli studi e ricerche empiriche riportati nei capitoli 2,3,5,6, vi è una multivariata complessità dell'eziologia dell'uso del tabacco: socio-culturale, sociale, interpersonale, intrapersonale, fisico-chimico.
In conclusione possiamo dire che anche questa ricerca conferma la sostanziale alta percentuale di uso di tabacco nell'adolescenza e il fatto che la sua sperimentazione ed uso piano diventa un'abitudine dannosa per la loro salute. I fattori di rischio connessi a tale comportamento sono molteplici e non facilmente individuabili singolarmente. Spesso infatti vi sono un insieme di fattori che concorrono a determinare tale comportamento. Questa ricerca però mette in evidenza la necessità di avviare più approfonditi studi sull'argomento, l'urgenza degli stessi, per poter creare delle strategie preventive o di cura di questi comportamenti a rischio con un'azione sinergica di psicologi, educatori, psichiatri, genitori, insegnanti.
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