A settanta anni dalla loro redazione ecco per la
prima volta in rete i documenti che Galeazzo Ciano
allegava al suo DIARIO



LA FRANCIA E IL PATTO MEDITERRANEO

 

Roma, 24 giugno 1936 -XIV

Ho ricevuto oggi l'Ambasciatore di Francia, giunto ieri sera a Roma.
Egli mi ha subito parlato dell'abolizione delle sanzioni ed ha tenuto a far rilevare che, mentre il discorso di Eden conteneva qualche punto oscuro, nel discorso del signor Delbos questi non comparirebbero.
Egli mi ha detto che la Francia non avrebbe preso l'iniziativa dell'abolizione delle sanzioni per evitare che il Governo inglese facesse ricadere, di fronte alla propria opinione pubblica, la responsabilità sul Governo e sul popolo francese. Mi ha chiesto che cosa intendevamo fare nelle prossime riunioni di Ginevra e allora gli ho brevemente narrato quanto avevo già comunicato agli altri Ambasciatori circa il memorandum che sarà da noi mandato all'Assemblea.
Mi ha parlato del Patto Mediterraneo.
Gli ho chiesto allora quale era il suo punto di vista circa gli accordi stabiliti per la messa in vigore dell'articolo 16. Nonostante quanto egli aveva detto prima circa il discorso di Delbos, non ha creduto di poter aggiungere che la Francia considera tali accordi senz'altro decaduti con l'abolizione delle sanzioni. Dopo alcune reticenze ha poi ammesso che la Francia li considera piú o meno in vigore fino al raggiungimento di un nuovo accordo generale cui dovrebbe partecipare anche l'Italia. Non gli ho affatto nascosto il mio disappunto per tale suo modo di vedere e gli ho aggiunto che prima condizione per cominciare a considerare la possibilità di un accordo mediterraneo dovrebbe essere quella di sgomberare il terreno dagli accordi passati che, conclusi al fine di esercitare pressioni contro l'Italia, non possono venire considerati da noi altro che ostilmente.
Chambrun ha insistito invece sul fatto che la Francia aveva aderito a questi accordi unicamente per trasformare l'azione inglese da "individuale" in "collettiva" e impedire maggiori complicazioni.
Ha concluso il suo colloquio dicendo di avere ricevuto istruzioni dal signor Delbos di farci sapere che egli desidera che i rapporti tra Francia e Italia siano sempre piú cordiali, che l'intesa si stringa su basi pratiche e concrete e per garantirci infine che il Governo francese non farà mai questioni di politica interna e di partito. L'Ambasciatore, pur dichiarando che per il futuro terrà i contatti unicamente col ministro degli Affari esteri, mi ha fatto conoscere il desiderio di essere ricevuto in udienza dal Duce.

 





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