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LA MINACCIA BOLSCEVICA
Roma, 30 luglio 1936 -XIV
L'Ambasciatore di Germania mi ha comunicato che il suo Governo intende domani
o dopodomani dare risposta all'invito alla Conferenza di Locarno. Mi ha detto
che la risposta orale sarà di massima favorevole ed ha elencato alcune
riserve specifiche concernenti esclusivamente la posizione tedesca nei confronti
dei capoversi nei quali era contraddistinto l'invito stesso. Nessuna obiezione
da parte nostra su queste riserve. Mi ha aggiunto poi che in base al punto
10 del Piano Hitler, i negoziati avrebbero dovuto svolgersi sotto la coordinazione
di Londra. L'Ambasciatore ha tenuto a mettere in rilievo che si trattava di
cosa del tutto formale in quanto aveva avuto istruzioni dal suo Governo di
comunicarci che tutta la Conferenza si sarebbe svolta mantenendo in prima
linea e sopra ogni altro i contatti con l'Italia.
Io ho subito obiettato che non vedevo nessuna necessità da parte tedesca
di fare questa distinzione onorifica per l'Inghilterra; che lo stesso spirito
del Patto comportava una situazione di identità tra l'Italia e l'Inghilterra;
che infine non avrebbe potuto fare buona impressione questa avance non richiesta
da Londra.
L'Ambasciatore mi ha detto che tale gesto, che doveva venire interpretato
come puro atto di cortesia, aveva lo scopo di attrarre sempre piú l'Inghilterra
verso il gruppo dei paesi anti-comunisti nel momento in cui la minaccia bolscevica
si disegnava piú cupa sull'Europa.
Ho insistito nel ripetere a veri Hassell che non vedevo né la necessità
né la opportunità di un gesto del genere. Von Hassell mi ha
detto che comunicherà questo mio punto di vista al suo Governo e che
comunque, anche qualora verbalmente la proposta venisse fatta, chiederà
che non ne venga dato cenno nel comunicato. Si è riservato di darmi
ulteriori comunicazioni circa la data della risposta tedesca e circa il punto
controverso di cui sopra entro la mattinata di domani.
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