A settanta anni dalla loro redazione ecco per
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IDROVOLANTI PER FRANCO
Roma, 10 agosto 1936-XIV
Ho rimesso all'Ambasciatore di Francia il progetto di dichiarazione, con
l'aggiunta dell'articolo relativo al reclutamento di volontari e alle sottoscrizioni
di denaro. Gli ho detto anche che, per parte nostra, non ritenevamo sufficiente,
come controllo, l'informazione tra Governi delle misure prese per evitare
l'esportazione di armi, ma credevamo invece che, in conformítù
alla nostra domanda, sarebbe stato necessario dare maggiore precisione alle
garanzie. Attendevamo quindi proposte concrete in merito.
L'Ambasciatore di Francia mi è parso abbastanza ottimista circa l'accettazione
da parte del suo Governo della nostra formula.
Naturalmente, durante il colloquio avuto con Chambrun, non ho mancato di elencargli
la serie di documenti dai quali risulta che la Francia ha fornito e continua
a fornire armi e munizioni al Governo rosso di Madrid. Chambrun ha preso nota
di quanto gli dicevo e, a sua volta, mi ha chiesto se era vero che l'Italia
si preparava ad inviare 20 idroplani, attualmente riuniti ad Orbetello, al
Generale Franco. Ho senz'altro smentito la notizia. Per quanto concerne il
processo degli aviatori prigionieri nel Marocco francese, ho detto a Chambrun
che naturalmente un giudizio e una condanna avrebbero la píú
triste ripercussione nell'ambiente aeronautico italiano e nella nostra opinione
pubblica. Gli stessi Accordi Valle-Denain ne potrebbero ricevere un forte
colpo. L'Ambasciatore ha preso atto di quanto gli ho detto e mi ha assicurato
che per parte sua farà di tutto per evitare che il processo abbia luogo,
anzi, in conformità a mia richiesta, cercherà di facilitare
il rilascio dei piloti prigionieri e degli apparecchi tuttora trattenuti,
pur rimanendo in attesa di una nostra risposta circa la nota questione degli
aeroplani atterrati in territorio coloniale francese.
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