A settanta anni dalla loro redazione ecco per
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SETTEMBRE 1936
IL NEGUS A GINEVRA
Roma, 7 settembre 1936-XIV
Ho ricevuto oggi il signor Avenol. Abbiamo trattato, come primo argomento,
quello del ritorno dell'Italia a Ginevra.
Gli ho subito messo in chiaro che noi intendevamo, prima di riprendere la
nostra collaborazione, che fosse definitivamente chiarito il punto concernente
la Delegazione etiopica.
Il signor Avenol mi ha detto che, a suo parere, difficilmente una delegazione
del Negus si presenterà a Ginevra. Il Negus partì l'ultima volta
troppo abbattuto per ritentare oggi una prova. Comunque, se anche una delegazione
si presentasse, il signor Avenol afferma, da informazioni già assunte
da lui presso i migliori giuristi, che essa verrebbe allontanata, non riconoscendosi
la validità dei poteri. In realtà Avenol ritiene che sarebbe
molto pericoloso per la Società delle Nazioni di trasformarsi in un
"rifugio della legittimità". Troppi sarebbero i Governi spossessati
che potrebbero invocare il precedente etiopico per tentare di farsi rappresentare
a Ginevra da sedicenti delegazioni. Da ciò la Lega non ne guadagnerebbe
né in prestigio né in potenza.
Il signor Avenol ritiene inoltre che nessuna Rappresentanza si leverà
in difesa di una eventuale delegazione etiopica non convalidata. Egli dice
che in questo momento in tutti i delegati è troppo vivo il senso di
preoccupazione per gli avvenimenti maggiori e più gravi che sono in
corso e che minacciano costantemente la pace del mondo. Ognuno sarà
contento di mettere definitivamente agli atti il sorpassato problema italo-etiopico.
Gli ho detto che prendevo atto di tali sue informazioni. Comunque non mi pareva
opportuno che i nostri rappresentanti intervenissero al Consiglio o alla prima
seduta dell'Assemblea quando cioè potevano ancora comparire i delegati
etiopici. Alla seconda riunione dell'Assemblea noi ci saremmo fatti rappresentare
qualora alla prima gli etiopici non fossero apparsi o, se apparsi, fossero
stati allontanati.
Per quanto concerne la riforma della S. d. N. il signor Avenol mi ha detto
che è sua impressione che nessun paese in questo momento vorrà
spingere per arrivare ad una conclusione in merito. Se l'argomento verrà
abbordato lo sarà soltanto formalmente e senza conclusione positiva.
Avenol, in fine di conversazione, ha insistito per essere ammesso a presentare
i suoi ossequi al Duce.
Gli ho detto che il Duce potrà riceverlo e che mi riservo di accompagnarlo
in uno dei prossimi giorni. Avenol rimane a Roma fino a giovedí.
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