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NOVEMBRE 1936
COLLOQUIO CON L'AMBASCIATORE
DI GRAN BRETAGNA
Roma, 6 novembre 1936-XV
Dopo la firma dell'Accordo Commerciale con Eric Drummond ha chiesto di restare
a colloquio con me. Mi ha detto quanto segue:
1. che il Governo inglese desiderava ritirare la guardia dalla Legazione di
Addis Abeba non appena noi potessimo dare garanzia di prendere tutte le misure
necessarie per assicurare i funzionari e le proprietà della Legazione.
Ho creduto di poter dare immediatamente tale assicurazione a Drummond aggiungendo
che Addis Abeba era perfettamente assicurata dalla Polizia e dalle truppe italiane.
Drummond ha detto che avrebbe comunicato ciò al suo Governo e che la
cosa avrebbe potuto diventare di pubblica ragione.
2. Mi ha parlato del discorso di Eden, come di un nuovo gesto che l'Inghilterra
intende fare verso la conciliazione (anzi, per un lapsus linguae del quale si
è subito ripreso, ha detto "verso un accordo").
A qualche osservazione che io gli ho fatto circa il testo del discorso stesso,
egli mi ha risposto che probabilmente la traduzione dei giornali italiani non
rispecchiava fedelmente lo spirito che animava il discorso di Eden, spirito
che lui era autorizzato a dichiarare assolutamente identico a quello che il
giorno prima aveva animato il discorso di Halifax.
Ha soggiunto che sarebbe molto opportuno per poter facilitare all'Inghilterra
la sua marcia verso l'intesa, che la nostra stampa riservasse un'accoglienza,
sia pure modestamente cordiale, alle parole del Ministro Eden. Un assoluto riserbo,
o peggio ancora un attacco, complicherebbero nuovamente ed inutilmente la situazione.
Ho detto a Drummond che prendevo atto di tali sue dichiarazioni e che comunque
ero lieto che egli avesse avuto istruzioni di aggiungere tali spiegazioni a
quanto appariva dalla pubblicazionc del discorso.
3. Mi ha detto infine che una missione navale si prepara ad andare a Londra
unicamente per concludere un accordo tipo trattato navale 1936, come già
concluso con la Germania, la Russia ecc. - Aveva avuto istruzioni di mettere
bene in rilievo la portata esclusivamente tecnica di tale viaggio per evitare
che da parte nostra si desse una interpretazione erronea e dannosa ai buoni
rapporti tra l'Italia e la Gran Bretagna.
A questi che sono i termini del colloquio, ritengo doveroso aggiungere che ho
trovato nel tono e nell'atteggiamento di Drummond un sostanziale cambiamento:
per la prima volta egli ha parlato, e con viva insistenza, della necessità
di una ripresa di buone relazioni fra l'Italia e la Bran Bretagna, dell'amicizia
tra i due popoli, della convivenza dei reciproci interessi ecc.
webmaster Fabio D'Alfonso