A settanta anni dalla loro redazione ecco per
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PROPOSTA D'INTESA ANTICOMUNISTA ITALO-GIAPPONESE
Roma, 31 luglio 1937 - XV
Ho ricevuto in visita ufficiale l'Ambasciatore del Giappone signor Hotta che,
per incarico del suo Ministro degli Affari esteri, mi ha rimesso la seguente
lettera
The Gaimusho - Tokio
Le 3 juillet 1937
Monsieur le Ministre,
C'est avec la plus grande admiration que j'ai vu comment Votre Excellence, au
poste important de Ministre des Affaires Etrangères, a su, avec le Duce,
dans des circonstances particulièrement difficiles de la situation internationale,
choisir sans faillir la voie la meilleure pour Son Pays et le mener à
des destinées nouvelles. J'éprouve une profonde satisfaction à
pouvoir constater, en reprenant les fonctions de Ministre des Affaíres
Etrangères, combien excellentes sont les relations qui existent entre
nos deux nations. Il me paraît superflu d'indiquer combien cet état
de choses est dú aux efforts en ce sens de Votre Exccllence; de mon côté,
je tiens comme un devoir agréable de travailler à maintenir et
accroître ces liens d'amitié.
Les relations amicales de culture de nos deux peuples favorisent heureusement
leur rapprochement spirituel; il n'existe pas, dans le domaine commercial, de
question particulièrement diffìcile qui les sépare; de
plus, ainsi que Vostre Excellence 1'a si bien exprimé dans Son discours
à la Chambre, ils ont un intérêt commun à se préserver
des ravages du communisme et c'est d'ailleurs mon vif désir que nos deus
nations puissent maintenir un étroit contact en vue de collaborer à
cette défense. Ces considérations me donnent la conviction que
nos relations mutuelles sont appelées à aller en se resserrant
toujours davantage.
Je saisis l'occasion offerte par l'entrée en ses nouvelles fonctions
de l'Ambassadeur M. Hotta pour exprimer ici ma pensée a Votre Excellence,
et je la prie d'agréer en même temps, avec les assurances de ma
très haute considération, mes voeux les meilleurs pour Sa santé.
K. Hirota
A complemento di quanto nella lettera è scritto, il signor Hotta
mi ha detto che il Governo giapponese, in considerazione e per sviluppare le
conversazioni a suo tempo avute con Sugimura, sarebbe ben lieto di poter dare
una veste piú concreta alle ottime relazioni esistenti tra l'Impero italiano
e l'Impero nipponico.
Richiesto da me circa le eventuali proposte che egli intendesse avanzare, il
signor Hotta mi ha detto che nella opinione del Governo giapponese sarebbe possibile
e conveniente realizzare tra l'Italia e il Giappone una intesa a carattere anticomunista,
del tipo di quella a suo tempo raggiunta tra Tokio e Berlino. Questa intesa
potrebbe poi venir completata da un un accordo segreto che il signor Hotta ha
definito di "collaborazione tecnica nel campo militare". Riprendendo
in parte quanto già L'Ambasciatore Auriti ebbe a telegrafarci alcuni
mesi or sono, l'Ambasciatore Hotta ha insistito sull'opportunità che
tra l'Italia e il Giappone possa stabilirsi una molto intensa collaborazione
tecnica nel settore militare, che permetta a ciascun paese di valersi dell'ausilio
dell'altro, ma soprattutto al Giappone, dato le altissime condizioni della tecnica
italiana, di usufruire della nostra collaborazione particolarmente in campo
navale ed aeronautico. Il Giappone in realtà compie all'estero moltissime
forniture militari: attraverso una simile intesa sarebbe intenzione del Governo
nipponico di concentrare in Italia tali acquisti e di servirsi anche dell'esperienza
tecnica dei nostri ufficiali specializzati. Una simile intesa comporterebbe
automaticamente anche un patto di "molto, molto favorevole neutralità".
Nel giudizio giapponese simile accordo sarebbe di grande vantaggio per i due
popoli. Anche a Tokio si desidera vivamente raggiungere un accordo con l'Inghilterra
e si è adesso lieti della piú favorevole piega che hanno preso
le relazioni tra Roma e Londra. Si ritiene che la sensazione di una solida amicizia
tra l'Italia e il Giappone, che venga a completare le già esistenti intese
tra Roma e Berlino e Berlino e Tokio, debba esercitare una salutare influenza
moderatrice sul Governo di Londra, che sarà richiamato al danno che gli
proviene da una collaborazione col sistema bolscevico o bolscevizzante Mosca-Parigi.
Ho ringraziato l'Ambasciatore Hotta della comunicazione che mi faceva e gli
ho detto che non avrei mancato di risponder quanto prima alla cortese lettera
che il Ministro degli Esteri aveva voluto dirigermi.
Per quanto concerne la proposta da lui avanzata di una piú stretta e
concreta collaborazione tra Roma e Tokio, avrei parlato nuovamente con lui dopo
aver prospettato il problema al Duce ed averne preso gli ordini. Fin da ora
potevo però dirgli che nel Governo e nel popolo fascista è vivo
lo spirito di simpatia e di amicizia per il Giappone, il cui leale contegno
durante il periodo sanzionista nonché il pronto riconoscimento dell'Impero
non potevano essere quindi dimenticati. Di tale simpatia è del resto
prova evidente il nostro atteggiamento durante l'attuale crisi cino-giapponese.
Sono rimasto d'intesa con l'Ambasciatore del Giappone che riprenderò
contatto con lui nei prossimi giorni.
webmaster Fabio D'Alfonso