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OTTOBRE 1938
CONVERSAZIONE TELEFONICA CON VON RIBBENTROP
Roma, 22 ottobre 1938 - XVI
Mi ha chiamato al telefono Ribbentrop, il quale ha detto di aver ricevuto il
passo ungherese per l'eventuale arbitrato dell'Asse nella questione ceco-magiara.
Ribbentrop non aveva ancora potuto conferire col Führer col quale si sarebbe
incontrato nella tarda serata. Egli però voleva farmi fin d'ora presente
un suo senso di rincrescimcnto per l'atteggiamento ungherese: a suo dire quanto
era stato proposto da Praga, aveva avuto la piena approvazione di Darànyi
e di Imrédy. A prescindere da ciò, Ribbentrop appariva scettico
sulla possibilità di risolvere la questione ceco-magiara mediante l'arbitrato.
Temeva che si sarebbe finito con lo scontentare ambo le parti e che forse saremmo
stati obbligati a fare applicare con la forza le decisioni dell'arbitrato. Cosa
che la Germania non intende di fare.
Gli ho detto che per parte nostra avevamo fatto sapere agli ungheresi, in via
preliminare, che non avevamo obiezioni all'arbitrato, ma che comunque qualsiasi
decisione doveva venire presa di pieno accordo con la Germania. Per quanto concerneva
poi l'esecuzione delle decisioni arbitrali da parte dell'Ungheria e della Cecoslovacchia,
mi pareva da escludere ogni pericolo del ricorso alla forza, poiché l'arbitrato
poteva effettuarsi solo previo impegno di ambo le parti di accettare senza riserve
o obiezioni le conclusioni arbitrali.
Ribbentrop ha allora fatto cenno che forse Praga avrebbe preferito di far convocare
la Conferenza delle quattro Potenze, convocazione che potrebbe aver luogo, in
un prossimo futuro in una città dell'Italia settentrionale. Voleva conoscere
il nostro avviso in proposito.
Gli ho risposto che ne avrei informato opportunamente il Duce onde riceverne
ordini, ma gli rammentavo che già alcuni giorni or sono noi eravamo stati
favorevoli ad una tale eventualità, scartata successivamente per opposizione
non nostra. Ribbentrop si è riservato di telefonarmi ulteriormente dopo
aver conferito col Führer. Egli ha tenuto a dare a tutta la conversazione
un tono di marcata cordialità nei nostri confronti e di evidente risentimento
contro l'Ungheria. È stato, piú apertamente del solito, l'avvocato
di Praga.
webmaster Fabio D'Alfonso