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COLLOQUIO DEL DUCE COL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO BRITANNICO
Roma, 12 gennaio 1939 - XVII
Il Duce inizia il secondo colloquio dichiarando che intende precisare oggi al
Primo ministro britannico la nostra posizione nei confronti della Francia, tenendo
conto che questo argomento interessa l'opinione pubblica mondiale e che al suo
ritorno in Inghilterra il signor Chamberlain potrebbe venire interrogato a questo
proposito. È nota la dimostrazione fatta dai Deputati il 30 novembre.
Tale dimostrazione fu spontanea ed il Governo italiano ne fu estraneo. Il primo
passo ufficiale ebbe luogo il 17 dicembre con la denuncia degli Accordi del
gennaio 1935. In tale denuncia, noi riaffermavamo anche la possibilità
di un accordo attraverso negoziati diplomatici. La risposta francese fu invece
un fin de non recevoir. Allo stato degli atti noi non desideriamo nessuna conferenza,
non sollecitiamo interventi o mediazioni. Riteniamo che, quando la guerra spagnola
sarà finita, sarà possibile di risolvere direttamente, attraverso
conversazioni con la Francia, la controversia esistente. Dobbiamo però
onestamente denunciare un pericolo: quello rappresentato dalla stampa francese.
Questa stampa può attaccare le persone, compreso il Duce, e ciò
non avrà conseguenze, ma non deve ferire l'onore militare del popolo
italiano, poiché allora ogni reazione è possibile. Si deve sottolineare
inoltre che negli ambienti militari l'ostilità verso la Francia è
vivissima.
Chamberlain augura che una pronta soluzione della questione spagnola permetta
di arrivare al piú presto all'intesa fra l'Italia e la Francia. Un lunga
attesa potrebbe presentare dei pericoli. Le relazioni fra l'Inghilterra e la
Francia sono analoghe a quelle che esistono fra l'Italia e la Germania. L'Inghilterra
non desidera fare mediazioni, ma, poiché tiene molto anche a mantenere
i cordiali rapporti con Roma, auspica un miglioramento delle relazioni fra l'Italia
e la Francia. Prende atto di quanto il Duce ha detto nei confronti della stampa
e si augura che anche la stampa italiana non voglia esasperare la polemica poiché,
dato che un giorno si dovrà arrivare ad una discussione, converrà
arrivarci in uno stato d'animo piú benevolmente disposto. D'altra parte
Chamberlain nutre molti dubbi sulla stabilità del Governo in Francia
e non vorrebbe che un indebolimento di Daladier potesse portare nuovamente al
potere le sinistre.
Il Duce dà assicurazioni generiche e dichiara che non ha altro da aggiungere
su questo argomento. Propone quindi che in applicazione degli Accordi italo-britannici
si dia inizio alla regolamentazione definitiva delle piccole questioni coloniali
ancora in sospeso. Chamberlain è d'accordo. Quindi Chamberlain chiede
di parlare su una questione che definisce delicata.
Come ieri ebbe occasione di dire, egli sperò, dopo Monaco, di poter mettere
le basi per una migliore collaborazione internazionale e sopratutto per una
piú profonda intesa con la Germania. Ciò non è stato possibile.
Nello stesso tempo deve fare rilevare che nell'opinione pubblica mondiale si
è creata una grande ansietà circa quelle che sono le vere intenzioni
di Hitler. Il riarmo che in Germania si svolge con un ritmo febbrile, le voci
di manovre di mobilitazione lasciano pensare al mondo che il Führer abbia
in mente nuovi colpi di mano che potrebbero essere pericolosi per la pace generale.
Alcune persone ritengono che il Führer mediti un'azione verso l'Ucraina
per servirsi di un tale Stato indipendente ai fini di dislocare la Russia. Altri
pensano che l'attacco potrebbe verificarsi ad ovest contro la Francia ed altri
ad est contro la Polonia. Simili azioni determinerebbero un conflitto con la
Polonia o con la Russia o con tutt'e due. Non è detto che un tale conflitto
non possa venire localizzato, ma comunque è da considerarsi pericoloso
cosí com'è sommamente sgradevole lo stato d'inquietudine che l'incertezza
sui veri programmi tedeschi produce nell'opinione pubblica mondiale. Può
il Duce dare qualche chiarimento in proposito?
Il Duce riconosce che la Germania ha riarmato e riarma su una scala imponente,
ma questo riarmo deve essere considerato in relazione al riarmo di tutti gli
altri popoli e particolarmente al riarmo russo, sul quale non si hanno informazioni
precise, ma che deve essere considerato di grandi proporzioni. Crede che Hitler
desideri un lungo periodo di pace per poter meglio amalgamare i nuovi territori
del Reich e sviluppare 1e grandi forze produttive della Germania. È verosimile
che vi siano elementi non responsabili che desiderano la dislocazione della
Russia sovietica e personalmente aggiunge che se il bolscevismo scomparisse
non sarebbe una sventura per l'umanità e certamente una benedizione per
il popolo russo. Ma dalle informazioni in suo possesso è in grado di
escludere che Hitler mediti un attacco contro l'Ucraina. Tale voce può
essere sorta in seguito alla questione rutena. Ma conviene precisare che anche
l'Italia è contraria alla questione della frontiera comune tra l'Ungheria
e la Polonia, poiché l'arbitrato di Vienna si è basato su concetti
etnici ed è fuor di dubbio che la Rutenia non è abitata né
da polacchi né da magiari. Esclude nella forma piú definitiva
un attacco in direzione ovest. Dal Führer stesso ha avuto piú volte
occasione di sentir ripetere che egli non intende menomamente mandare la gioventú
tedesca a cadere in massa per una frontiera che considera ormai definitiva.
D'altra parte anche l'Accordo recentemente firmato a Parigi esclude una tale
eventualità. La recente visita di Beck in Germania ed il progetto di
un viaggio Ribbentrop a Varsavia rendono anche ottimisti circa le relazioni
fra la Germania e la Polonia. Bisogna tener presente che tutte le voci ostili
alla Germania sono sollevate dalla propaganda antinazista che vorrebbe riuscire
ad isolare l'Impero tedesco.
Chamberlain ammette che una grande propaganda antitedesca sia stata svolta,
ma deve ripetere che l'imponente riarmo tedesco dà motivo alla gente
di essere sospettosa. La Germania ormai ha una forza tale da non temere nessun
attacco. Nessun attacco può venire dalla Francia e dall'Inghilterra e,
per quanto concerne la Russia, anche se questo Paese ha una certa possibilità
difensiva, non ha alcuna efficiente prospettiva di attacco.
Il Duce ricorda a Chamberlain che la Germania ha tutto il diritto di temere
una coalizione di popoli. Nel considerare il riarmo tedesco bisogna infine tenere
presente che è proporzionato alla grande popolazione nazionale e che
i tedeschi nell'effettuare il loro riarmo sono partiti da zero, hanno dovuto
creare ex novo artiglierie, aviazione ecc. D'altra parte il carattere difensivo
dell'armamento tedesco è provato dalla costruzione della "Linea
Sigfrido" che fronteggia la "Linea Maginot".
Chamberlain si dichiara convinto fino ad un certo punto, poiché l'armamento
tedesco gli risulta essere troppo imponente per avere soltanto uno scopo difensivo.
Comunque, poiché il Duce ha detto risultargli che il Führer desidera
un lungo periodo di pace, si può pensare che il Führer dichiari
ciò pubblicamente? Il Duce non esclude che il Führer possa eventualmente
fare dichiarazioni in tal senso e fa rimarcare che anche le dichiarazioni fatte
oggi al Corpo Diplomatico hanno un carattere essenzialmente pacifico. D'altra
parte il Führer deve tener presente che in alcuni Paesi ci sono delle correnti
politiche che vorrebbero lo schiacciamento della Germania e quindi deve agire
in conseguenza. Inoltre esistono anche le alleanze franco-polacca e franco-russa
che sono un residuo del sistema di accerchiamento ginevrino. Tutto ciò
giustifica la politica di armamento difensivo della Germania.
Chamberlain domanda se finita la guerra di Spagna e ristabilite le normali relazioni
tra l'Italia e la Francia, il Duce ritenga possibile indire una Conferenza per
il disarmo qualitativo. Il Duce si dichiara d'accordo, ma dice che qualsiasi
Conferenza dovrebbe essere prima compiutamente preparata attraverso normali
contatti diplomatici, altrimenti avrebbe un insuccesso. Aggiunge che in proposito
ha idee chiare circa la possibilità di limitare qualitativamente tali
armamenti e conoscere il momento opportuno.
Il signor Chamberlain porta la discussione sulla questione della garanzia alla
Cecoslovacchia e domanda se l'Italia, in considerazione delle decisioni di Monaco,
è favorevole a che la garanzia venga concessa e se deve venire concessa
dalle quattro Potenze. Il Duce risponde che non ha obiezioni in linea di principio,
ma che ritiene per il momento, sopratutto per una serie di considerazioni pratiche,
ancora prematura ogni decisione in proposito. Prima di parlare di garanzia alla
Cecoslovacchia e di studiare in quale forma e da chi essa deve venir data, bisogna
che il Paese si sia definitivamente assestato all'interno attraverso una nuova
costituzione, che abbia fatto una dichiarazione di neutralità e che infine
solamente le nuove frontiere, che per ora sono state tracciate sulla carta,
siano state anche definite sul territorio. Chamberlain aderisce a tale punto
di vista del Duce. Chamberlain comunica la partecipazione della Gran Bretagna
alla Esposizione Universale di Roma del 1942 e dichiara di non avere altri argomenti
di discussione.
Dopo un reciproco ringraziamento per le comunicazioni fatte con cordiale spirito
di cooperazione, il colloquio ha termine.
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