A settanta anni dalla loro redazione ecco per
la |
MARZO 1939
LA QUESTIONE CROATA
Roma, 17 marzo 1939 - XVII
Alle ore 19 ricevo l'Ambasciatore di Germania von Mackensen. Gli dico che ho
desiderato di parlare con lui per richiamare la sua attenzione su alcune notizie
di stampa che hanno cominciato a circolare e che riguardano una questione per
noi particolarmente delicata: il problema croato. Ho avuto occasione nel colloquio
di ieri di far conoscere all'Ambasciatore tedesco il punto di vista italiano
nei confronti delle vicende che si sono svolte in Cecoslovacchia: tali vicende
sono state da noi considerate nello spirito dell'Asse e come sviluppo quasi
inevitabile degli avvenimenti che si erano prodotti nel settembre e nell'ottobre
scorsi. L'azione di fiancheggiamento svolta anche in questa occasione dall'Italia
appare chiara dall'atteggiamento assunto in via ufficiale e attraverso la stampa.
Ma oggi si comincia. a parlare della possibilità di un interessamento
diretto tedesco alla questione croata. L'agitazione dei croati che si era particolarmente
intensificata in questo ultimo tempo, trova indubbiamente nuovo alimento negli
avvenimenti boemi e slovacchi. Si parla della possibilità che Macek si
rivolga a Berlino onde ottenere l'aiuto tedesco per realizzare il suo programma
di autonomia o di indipendenza. Pur non avendo alcun elemento preciso e definito
in merito, ritenevo necessario per amore di chiarezza e per quello spirito di
lealtà che hanno sempre caratterizzato i rapporti tra le due Potenze
dell'Asse, di far conoscere, che mentre l'Italia si era praticamente disinteressata
di quanto era avvenuto in Cecoslovacchia, non avrebbe potuto minimamente adottare
lo stesso atteggiamento nei confronti di eventuali vicende che coinvolgessero
la Croazia. Noi facciamo - di piena intesa con la Germania, che ha fatto del
pari - una politica di stretta e cordiale collaborazione con Belgrado e consideriamo
lo status quo della Jugoslavia come un elemento fondamentale nell'equilibrio
dell'Europa centrale. D'altra parte il Führer ha sempre proclamato il disinteressamento
tedesco per il Mediterraneo in genere, ed in particolare per l'Adriatico, che
noi consideriamo ed intendiamo considerare in futuro quale un mare italiano.
Pregavo l'Ambasciatore di voler cortesemente far conoscere il nostro punto di
vista al Führer.
L'Ambasciatore von Mackensen ha risposto che egli riteneva destituiti di fondamento
tutti i rumori di intervento tedesco in Croazia. Pur non avendo notizie specifiche
in merito egli giudicava che anche un'eventuale richiesta di Macek avrebbe trovato
a Berlino un netto rifiuto. Confermava che il Führer aveva sempre dichiarato
il disinteresse germanico nei confronti del Mediterraneo e non riteneva che
questo fondamentale principio della politica hitleriana avesse potuto subire
alcun mutamento in questi ultimi tempi. Aggiungeva infine che anche il Reich
ha sempre desiderato ed aiutato il consolidamento nazionale del Regno jugoslavo.
Si riservava comunque di far conoscere quanto io gli avevo detto al Fúhrer
e di comunicarcene in seguito la risposta, sul cui tenore del resto egli non
nutriva alcun dubbio.
webmaster Fabio D'Alfonso