A settanta anni dalla loro redazione ecco per la
prima volta in rete i documenti che Galeazzo Ciano
allegava al suo DIARIO


LA GUERRA IN POLONIA

 

Roma, 16 settembre 1939 - XVII


Ho ricevuto stamane l'Ambasciatore François-Poncet di ritorno da Parigi. Egli mi ha detto che aveva conferito in Francia con Daladier e con le altre personalità più eminenti del Governo e che dopo questi colloqui si era formato la convinzione che in Francia si era ormai abbandonata ogni idea di giungere in tempo relativamente breve ad un accordo con la Germania e che ci si preparava a condurre la guerra fino all'esaurimento di una delle due parti. Ciò nonostante egli restava sempre d'avviso che non bisognava scartare aprioristicamente l'eventualità di un accordo; pertanto se Hitler, vinta la guerra in Polonia, avesse presentato delle proposte ragionevoli, egli François-Poncet avrebbe raccomandato al suo Governo di esaminare attentamente l'eventualità di un'intesa. Questa intesa appariva tanto più possibile se il Duce, che personalmente e come Capo dell'Italia fascista rappresenta l'unica forza efficiente oggi in Europa, avesse voluto prendere in mano la direzione dei negoziati. Egli però sentiva il dovere di aggiungere che il Duce avrebbe invece dovuto astenersi da qualsiasi intervento se fin da principio le proposte di Hitler non fossero apparse tali da rendere possibile l'intesa. La carta del prestigio mussoliniano è troppo importante per essere sciupata invano. François-Poncet non saprebbe dire oggi quali dovrebbero essere le condizioni né quale aspetto si dovrebbe dare internazionalmente all'Europa del dopoguerra per assicurare ai popoli un lungo periodo di pace. È però d'avviso che l'unica soluzione pratica sia di dar vita a un Direttorio Europeo di grandi Potenze.
Per quanto riguarda i rapporti tra la Francia e l'Italia, il signor François-Poncet ha detto che a Parigi si è molto apprezzato l'atteggiamento assunto dal Governo Fascista e che ogni sforzo verrà fatto perché tale atteggiamento venga consolidato nel tempo. Pertanto la Francia cercherà con ogni cura di evitare qualsiasi incidente che potrebbe compromettere le relazioni fra i due Paesi, così come eviterà di porre l'Italia di fronte a domande precise circa il suo atteggiamento e le sue intenzioni. Ho risposto a François-Poncet che prendevo atto con vivo compiacimento - come già avevo fatto con l'Ambasciatore d'Inghilterra - di quanto mi veniva comunicato: dovevo infatti sottolineare che qualsiasi tentativo di mettere l'Italia con le spalle al muro, avrebbe avuto come unica conseguenza quella di irrigidire il nostro atteggiamento e di costringerci a prendere posizione esattamente contro quel Paese che avesse voluto imporci una linea di condotta. François-Poncet ha detto che si rendeva assolutamente conto di quanto io gli dicevo, e che questa nostra situazione era stata compresa da tutti a Parigi. Particolarmente favorevole all'atteggiamento italiano si era mostrato il Generale Gamelin, il quale personalmente aveva avuto occasione di dirgli che dalla neutralità l'Italia sarebbe sortita potenziata militarmente ed economicamente e che questo rafforzamento della posizione italiana non poteva che riuscire gradito alla Francia.
François-Poncet ha poi aggiunto che il Governo francese era pronto ad affrontare la discussione per giungere ad una soluzione dei problemi ancora in sospeso tra Francia e Italia. Egli ha avuto istruzioni in merito e può iniziare negoziati in qualsiasi momento con la speranza di giungere rapidamente ad una soddisfacente intesa. Però, in considerazione degli eventi attuali, la Francia non prende l'iniziativa di proporre negoziati: lascia all'Italia di scegliere il momento propizio.
I1 signor François-Poncet mi ha esposto quindi la preoccupazione del Governo francese per eventuali complicazioni nei Balcani. Mi ha chiesto se avevo notizia circa l'eventuale intervento della Russia, che da molti indizi sembrava ormai probabile al Governo francese. Ho risposto che non avevo elementi precisi di giudizio, ma che era innegabile che alcuni indizi avevano in questi ultimi giorni attirato l'attenzione su tale possibilità.
François-Poncet ha detto che il Governo francese ha serie ragioni per temere che la Germania, battuta la Polonia, pensi di procedere ad una rapida azione per occupare la Romania. Qualora ciò avvenisse è evidente che tutto l'equilibrio balcanico ne sarebbe scosso e che la guerra si estenderebbe automaticamente a quel settore. L'Italia stessa non potrebbe disinteressarsi all'avvenimento dati gli interessi predominanti che l'Italia ha nella penisola balcanica. La Francia, nell'eventualità di un attacco tedesco in Romania, si propone di inviare un Corpo di spedizione nei Balcani per fronteggiare la calata germanica. A tal fine sta concentrando forze in Siria agli ordini del Generale Weygand. Comunque il Governo francese, in considerazione degli interessi italiani nella regione balcanica, tiene a far sapere che non prenderà iniziative, sia pure di controffensiva, nei Balcani senza previo accordo col Governo Fascista.
Ho preso atto di quanto il signor François-Poncet mi ha comunicato e, rispondendo ad una sua domanda, ho detto che fino ad ora nulla a noi risulta della intenzione germanica di attaccare la Romania.
Dopo avere esaminato col signor François-Poncet alcune questioni di secondaria importanza, ci siamo lasciati con l'intesa di mantenere fra noi quei contatti che sono imposti dalla situazione evitando che di essi, per evidenti ragioni, venga data pubblicità a mezzo della stampa. Il signor François-Poncet ha tenuto a dare a tutto il colloquio un carattere di cordialità ispirato particolarmente alla fiducia che la Francia ripone nella lealtà dell'atteggiamento italiano.
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