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COLLOQUIO COL DOTTOR LEY
6 dicembre 1939 - XVIII
Il Conte Ciano fa presente al Dott. Ley che il Duce si è vivamente interessato
all'esposizione da lui fattagli circa la situazione ed i propositi del Reich
ed ha particolarmente apprezzato quanto il Dott. Ley gli ha detto essere il
pensiero del Führer sugli avvenimenti in corso. Speciale attenzione il
Duce ha prestato ai fatti più recenti della politica germanica ed a questo
riguardo il Conte Ciano chiede al Dottor Ley qualche precisione sull'avvenire
statale e amministrativo dei territori polacchi occupati dal Reich. Il Dott.
Ley premette che la frontiera fra la Germania e l'U.R.S.S. rimane il fiume Bug.
Tale confine è definitivamente stabilito. Bisognerà però
fare una differenza tra il confine del Reich propriamente detto e il confine
"di interessi" dell'Impero tedesco.
Il confine vero e proprio del Reich comprende le provincie della Prussia Orientale,
della Prussia Occidentale, il Gau della Warte e la Slesia. Tali frontiere sono
quelle immutabili del Reich. Il territorio invece che viene compreso fra il
fiume Bug e lo Stato tedesco anzidetto è quello della Polonia. Lo Stato
polacco raggruppa da 10 a 12 milioni di polacchi. In tutta questa zona, abitata
da soli polacchi, viene fissato lo Stato polacco. Tra il Bug e la Vistola è
stata delimitata una provincia che verrà abitata da israeliti ai quali
sarà fatto divieto di varcare la Vistola mentre verranno forniti del
necessario per lo sviluppo dei loro interessi in tale regione.
Alla domanda del Conte Ciano sul regime che si intenderà dare a questo
Stato polacco, il Dott. Ley risponde che, pur mancando di dettagli in merito,
si può fin d'ora dire che esso sarà una specie di Protettorato
il quale, per il fatto di comprendere i grandi centri polacchi come Cracovia,
Censtocova, Varsavia e Lublino si potrà, a ragione, intitolare "nuova
Polonia". Perché questa Polonia viva, è necessario, secondo
quanto il Führer gli ha detto personalmente, che essa non diventi una "piattaforma
di azioni dirette contro il Reich". Alla vita della "nuova Polonia"
il Führer mette questa condizione indispensabile e le Autorità del
Reich cureranno che essa venga rispettata.
Il Conte Ciano domanda al Dott. Ley quale è il pensiero del Governo del
Reich per quanto concerne la situazione nel Baltico e accenna specialmente all'attuale
momento in Finlandia. Il Dott. Ley si rimette a quello che gli ha detto il Führer,
"non essere cioè la Russia per il Reich e per la vita del popolo
tedesco un problema capitale." "Noi non sopravalutiamo né sottovalutiamo
la Russia " dice Ley. "Dal punto di vista ideologico quello che l'U.R.S.S.
può tentare contro la compagine spirituale del popolo tedesco ci lascia
completamente immuni. La Germania è e sarà antibolscevica. Si
è parlato di strapotenza sovietica e si è anche vantata l'importanza
dell'armata russa. Noi conosciamo l'armata sovietica e sappiamo che non può
resistere a nessun urto decisivo. Anzi, in una parola, essa non vale niente."
Alla precisa domanda del Conte Ciano sulla sorte della Finlandia il Lett. Ley
risponde che il Reich non ha nessun interesse per il futuro destino di questo
Paese. "Non possiamo dire" egli continua "che il contegno della
Finlandia verso la Germania sia stato amichevole. Essa non solo non ci ha mai
trattato bene, ma non è stata in nessun modo riconoscente alla Germania
per il grandissimo contributo che ha dato alla sua indipendenza. Il Führer
pensa che parimenti l'Italia non dovrebbe avere nessun motivo di simpatia verso
gli Stati nordici. Proprio il Führer ha ricordato che fu lo svedese Sandler
a proporre le sanzioni contro l'Italia. Dalla parte degli Stati nordici, del
resto, vi è stata sempre una chiara avversione ideologica verso l'Italia
e la Germania. Comunque, noi vedremmo con soddisfazione la fine del conflitto
sovietico-finlandese."
Il Conte Ciano chiede al Dott. Ley come egli consideri tale possibilità
e questi risponde che effettivamente l'uscita è problematica, al che
il Conte Ciano vuol sapere dal Dottor Ley se egli non ritiene che la U.R.S.S.
abbia delle mire sulle ricchezze minerarie svedesi, sottolineando che se l'U.R.S.S.
dovesse impegnarsi in conflitto con la Svezia potrebbe avere delle sorprese
poiché, per quanto gli svedesi non combattano da cento anni, essi sono
dei buoni soldati come lo dimostra la storia e potrebbero opporre una seria
resistenza. Il Dott. Ley dice di non credere che la Russia abbia delle mire
aggressive verso la Svezia ed aggiunge che, a suo modo di vedere, si attribuisce
una importanza eccessiva alle capacità e alle possibilità sovietiche
valorizzando un Paese che è inceppato da troppi mali sociali ed etnici
per poter attuare un vero e proprio espansionismo.
Il Conte Ciano obietta che si tratta di 180 milioni di individui che se non
altro, per il loro peso possono produrre degli squilibri sensibili in ogni parte
d'Europa considerando sopratutto che essi si appoggiano ad una ideologia che
si avvantaggia di un pericoloso proselitismo. Ley, pur ammettendo il pericolo,
risponde che questi 180 milioni di individui non sono capaci di alcun dinamismo
e che in ogni modo non possono essere resi attivi in senso espansionista. "Tanto
il Duce che il Führer" dice il Dott. Ley "esprimendosi sull'U.R.S.S.
hanno entrambi parlato di Asia. Anzi il Führer ha detto che dove finisce
il confine tedesco comincia l'Asia." Il Conte Ciano osserva che in effetti
l'Asia si è avvicinata sempre più all'Europa. "Il pericolo
è maggiore" egli dice "non certo per una Potenza come la Germania,
ma principalmente per i piccoli Stati e sopratutto per le deficienti organizzazioni
statali balcaniche." Egli cita l'esempio della Bulgaria dove il bolscevismo
accoppiato allo slavismo può produrre un vero e proprio sovvertimento
e precisa alcuni dettagli della propaganda comunista in Bulgaria, sopratutto
nella classe studentesca, che impressionano il Dott. Ley il quale peraltro insiste
sul tema fondamentale della capacità tedesca di domare facilmente e dovunque
gli slavi. A sostegno di tale asserto, il Dott. Ley si riferisce allo zarismo
il quale, disponendo di una grande organizzazione, non faceva paura alla Germania
in quanto la sua forza propulsiva era esercitata da slavi. "Ancora meno
fa paura il Governo dei Soviet" dice Ley "che dispone di minor forza
vitale ed è praticamente disorganizzato. Certamente il bolscevismo è
giunto al momento decisivo della sua trasformazione e noi dobbiamo sorvegliarlo
da vicino, ma pur sorvegliandolo ci rendiamo conto che le posizioni non sono
mutate; fascismo e nazionalsocialismo sono ancora in perfetta, completa antitesi
al comunismo e al marxismo. La lotta fra queste ideologie sarà decisa
non in Oriente ma in Occidente. Dalla espressione di forza che risulterà
dalla eliminazione delle democrazie occidentali verranno risolti tanto il problema
russo quanto quello balcanico."
Il Dott. Ley si diffonde sul compito devoluto all'Italia e alla Germania di
decidere questo conflitto ideologico abbattendo le Potenze democratiche. "Scomparse
le democrazie occidentali non vi è dubbio" dice il Dott. Ley "che
la Russia debba accettare le nostre condizioni. Ormai la lotta è arrivata
ad un punto tale che si tratta soltanto di "essere o non essere".
Noi non possiamo fare nessun paragone con l'ultima guerra né tentare
una riproduzione dell'avvenire a base di Versaglia o di altri Patti che sono
stati stilati nel '19, poiché adesso il problema che si pone è
nient'altro che la distruzione di una parte o dell'altra. In una parola: o noi
o l'Inghilterra."
Al Conte Ciano, che gli chiede se in Germania non si pensi ad una soluzione
pacifica, il Dott. Ley risponde che essa ormai non è più possibile.
"Il Führer" aggiunge il Dott. Ley "ha voluto la pace e lo
ha dimostrato sino all'ultimo con i suoi tentativi di composizione del conflitto.
È chiaro ormai che l'Inghilterra vuole la guerra e sino in fondo."
Di questo avviso è anche il Conte Ciano, al quale il Dott. Ley conferma
che anche la Germania è ormai fermamente decisa a spingere la guerra
sino alle estreme conseguenze, sempre considerando l'Inghilterra come il suo
vero grande nemico.
"Evidentemente, se l'U.R.S.S." dice il Dott. Ley "volesse avvantaggiarsi
di qualche momento del conflitto e, per un incredibile giuoco di prestigio volesse
tentare qualcosa per sovvertire quegli elementi da noi fissati per condurre
la nostra azione contro l'Inghilterra, allora noi saremmo costretti a prendere
posizione." Al Conte Ciano, che gli domanda se l'U.R.S.S. può fare
qualcosa in questo senso, Ley risponde di non avere alcun elemento in proposito,
e ad una precisa domanda circa la di lui opinione su un eventuale attacco sovietico
per impadronirsi della Bessarabia, il Dott. Ley risponde che egli personalmente
non crede che l'U.R.S.S. voglia tentare una impresa simile. "In Finlandia"
egli dice "i russi hanno fatto un calcolo sbagliato. Credevano che la Finlandia
cedesse e adesso sono impegnati in una vicenda che li conduce fatalmente a larghe
operazioni belliche. Ma ripeto che le considerazioni sul compito dell'U.R.S.S.
non possono farci perdere di mira il nostro scopo essenziale; che dobbiamo cioè
eliminare gli Stati occidentali per formare un altro e decisivo raggruppamento
di forze. Sarebbe un pericolo immenso se l'Inghilterra e la Francia dovessero
uscire illese dal conflitto. Io non so cosa voglia Mosca, ma noi faremo di tutto
per rivolgerla contro l'Asia e possibilmente per tenerla in Asia a cui essa
appartiene per la sua formazione spirituale e per í suoi interessi."
Il Conte Ciano, a questo punto, fa notare al Dott. Ley che il Giappone non potrà
assistere indifferente al tentativo di fare entrare la Russia come elemento
dominante nella vita politica asiatica. Il Dott. Ley dice che su tale argomento
non ha avuto modo di parlare col Führer, ma che la sua opinione personale
è sempre basata sulla necessità di eliminare a tutti i costi l'Inghilterra
prima di poter affrontare il problema sovietico nelle sue ripercussioni asiatiche
ed europee. Il Conte Ciano avvia la conversazione sugli immediati scopi di guerra
germanici, sulle probabilità di offensiva e sull'epoca in cui si presume
che questa verrà attuata. Il Dott. Ley dice che il Führer è
d'avviso che un buon nazionalsocialista, cioè un buon combattente, non
può ottenere successi con la difensiva. "La vita e la tattica del
Führer insegnano appunto questo: i successi si ottengono soltanto con l'offensiva.
La Westwall non è stata fatta per essere una tana. Noi l'abbiamo costruita
solo per spiccare da questa un attacco.
Il Führer è fermamente deciso di eliminare l'Inghilterra ed egli
tende le sue forze - ed è sicuro di riuscire - perché dentro un
anno nessuna nave sia in grado di lasciare i porti inglesi. In una parola noi
vogliamo levar di mezzo il ponte che gli inglesi hanno costruito sulla costa
francese ed eliminare così la base di operazioni che l'Inghilterra possiede
in Europa." Il Dott. Ley precisa a questo punto che la forza militare germanica
è stata aumentata da 152 divisioni a 176 divisioni. Tale aumento di 24
divisioni è stato determinato dalle necessità tattiche del fronte
occidentale, e tutte le 176 divisioni si trovano in Occidente poiché
in Polonia sono state lasciate solo le truppe territoriali.
Al Conte Ciano, che gli chiede dove sia presentemente ammassato il grosso dell'esercito,
il Dott. Ley risponde di non poterlo precisare poiché non gli è
stato detto dal Führer.
Venendo a parlare del Belgio e dell'Olanda, il Conte Ciano chiede a Ley quale
fondamento abbiano le voci corse recentemente di un probabile passaggio delle
truppe tedesche attraverso questi due Stati. Il Conte Ciano ricorda a questo
proposito che il Führer ebbe ad escludergli che lo Stato Maggiore ventilasse
un tale proposito. Il Dott. Ley risponde che "è intenzione del Führer
di rispettare il Belgio e l'Olanda finché questi due Stati saranno veramente
neutrali. Purtroppo il recente caso di Stevens e Best ci hanno dimostrato che
l'Olanda è tutt'altro che neutrale. Come ha detto al Duce, il Capo di
Stato Maggiore dell'Esercito olandese è stato destituito in seguito all'arresto
di questi due inglesi. Quell'individuo che è caduto nella sparatoria
che seguì all'arresto dei due inglesi era nient'altro che un ufficiale
olandese. La Germania ha anzi protestato all'Aja al riguardo. Comunque, l'atteggiamento
della Olanda viene dal Führer giudicato assai severamente."
Alla precisa domanda del Conte Ciano, intesa a sapere se per ciò le relazioni
fra l'Olanda e il Reich si possono considerare non buone, il Dott. Ley risponde:
"Non posso saperlo perché la questione non è di mia competenza.
Gli Stati neutri ci odiano, ma devo dire che odiano anche l'Italia. Del resto,
tanto voi che noi non potremo aspettarci alcun vantaggio da loro. Voglio ricordare
che l'Olanda, durante l'ultima guerra è stata sempre per la Gran Bretagna.
Bisogna dire che Best, arrestato adesso come agente del Secret Service, dirigeva
l'ufficio di spionaggio antitedesco già nel 1917."
Il Conte Ciano chiede allora al Dott. Ley quale resistenza egli crede che possa
presentare l'Olanda sopratutto se essa attui il suo sistema di allagamenti.
Ley risponde che non può fare nessuna considerazione al riguardo poiché
non è informato, ma riferendosi alla necessità da parte della
Germania di avere a tutti i costi un punto di approdo in Francia che consenta
di battere l'Inghilterra, dice: "Sono convinto che la "Linea Maginot"
è sorpassabile e sono convinto che noi possediamo i mezzi per sorpassarla",
e al Conte Ciano che gli chiede se nel piano di questa avanzata è compresa
Parigi, gli risponde di non poterlo sapere, ma che senza dubbio la Germania
farà di tutto per impadronirsi di una larga fascia costiera in Francia.
Alle altre domande del Conte Ciano relative alla possibilità di un'azione
in inverno, il Dott. Ley dice di non essere in grado di rispondere, poiché
non è al corrente dei piani militari, ma risultargli che il Führer
è sempre deciso ad approfittare del momento propizio.
Il Dott. Ley conviene con il Conte Ciano che bisogna calcolare che Francia ed
Inghilterra si rafforzano. Non bisognerà perciò dimenticare le
prospettive che si offrono al popolo tedesco il quale ha una decisa volontà
di combattere fino alla fine e ha un altrettanto forte convincimento di non
voler dormire dietro la Westwall. Circa il piano specifico di operazioni militari,
egli dice di non essere in grado di poterne parlare, poiché tali dettagli
sono noti soltanto ad una strettissima cerchia di persone. Il suo riserbo deve
perciò essere considerato più che comprensibile.
Circa un probabile intervento degli Stati Uniti e del Giappone, il Dott. Ley,
rispondendo ad una precisa domanda del Conte Ciano, premette di non averne parlato
col Führer ma ritiene che tanto il Giappone che gli Stati Uniti non attaccheranno.
Tale sua presunzione è basata sugli opposti interessi delle due Nazioni,
e per il Giappone sulla condotta che tenne nell'ultima guerra e sulle assicurazioni
che Tokio si fece dare prima di entrare in conflitto. Il Dott. Ley aggiunge
che se gli Stati Uniti si muovono contro la Germania, il Giappone allora certamente
si metterà d'accordo con 1'U.R.S.S. e stabilirà un programma di
azione navale antiamericano nel Pacifico. Anche per quello che si riferisce
all'aiuto degli Stati Uniti alla Francia ed all'Inghilterra, il Dott. Ley lo
giudica problematico poiché, per quanto l'America fornisca una grande
copia di armi moderne alla Francia, "questa non ha sufficiente materiale
umano per adoperarle. Il Führer" continua il Dott. Ley "è
convinto che le probabilità di vittoria non sono mai state nella storia
così evidenti per la Germania come adesso. L'armamento, a cominciare
dalle artiglierie, è eccellente e perfezionato. I quadri sono perfetti
e le truppe numerose e allenate. L'unità all'interno è perfetta
checché se ne dica e si stampi all'estero. Gli ultimi resti della rete
di spionaggio francese sono nelle mani della Polizia tedesca. A Varsavia abbiamo
definitivamente scoperto che lo spionaggio francese e polacco si serviva degli
stessi uomini e degli stessi sistemi. Lo abbiamo perciò eliminato e con
esso gli uomini che lo componevano. Il Secret Service ha avuto la sua fine con
l'arresto in Olanda di due inglesi. Né temiamo sommosse da parte ceca
o polacca; lo slavo è fondamentalmente inattivo e le sedizioni che si
possono tentare nei territori occupati non ci preoccupano affatto. Aggiungo
che le fabbriche di Skoda e quelle di Viscoviz lavorano come non hanno mai lavorato
al tempo della Cecoslovacchia.
"Desidero finire dicendo che non sono venuto qui per domandare un aiuto,
ma da vecchio amico dell'Italia cui ho dato infinite testimonianze di affetto.
Ho avuto occasione di incontrarmi in questi ultimi tempi a lungo con il Führer
e spesso ho avuto l'onore di essere ammesso alla sua intimità, nel cerchio
dei suoi familiari. Il Führer parla del Duce con una stima e amicizia senza
uguali. Egli non ha che un desiderio: fortificare e rinsaldare questa amicizia
anche nel corso di questi eventi turbinosi. E lo scopo della mia visita è
stato appunto quello di far noto questo senso di comprensione che è diffuso
in tutte le sfere dirigenti germaniche ed è voluto dal nostro Capo."
Il Conte Ciano ringrazia il Dott. Ley per le sue parole amichevoli, lo prega
di portare al Führer il suo deferente saluto ed aggiunge che la posizione
dell'Italia verso la Germania, come già è stato detto ieri sera
dal Duce, è chiara: tale come è stata definita dal telegramma
che il Führer ha diretto al Duce.
Il Dott. Ley ringrazia per le accoglienze che gli sono state fatte in Italia
e prega il Conte Ciano di rinnovare al Duce l'espressione della sua riconoscenza
per le parole che Egli gli ha detto.
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