La Divisione TRIDENTINA discende dal
2° Raggruppamento Alpino, attuato per volontà della legge 7
gennaio 1923 voluta dal nuovo Governo Mussolini nell'ambito del riordino
delle forze armate. Nel successivo 11 marzo 1926 viene costituita la 2a
Brigata Alpina, con il 5°, 6° e 7° Reggimento; per sostenerne
la potenza di fuoco gli si aggiunge anche il 2° Artiglieria da montagna.
In ottobre dello stesso anno il comando della brigata
si denomina Comando Superiore Alpino che il 10 settembre 1935 dà
vita alla Divisione Alpina "Tridentina" vera e propria. La cui ossatura
definitiva la si puo' intendere formata dal 5° e 6° Reggimento
Alpini, e dal 2° Reggimento Artiglieria Alpina.
Tra i battaglioni della Tridentina più generosi
di gloria possiamo annoverare il Vestone, il Morbegno, ed in particolare
il Tirano e l’Edolo di cui fanno parte questi documenti.
Nella Seconda Guerra Mondiale la divisione
è impegnata su vari fronti, Occidentale, Balcanico, Russo. Entrata
a far parte dell'ARMIR, durante l'inverno 42-43 e’ protagonista dello sfondamento
della sacca a Nikolajevska, episodio determinante per consentire il ritorno
in patria degli italiani superstiti.
La Divisione viene sciolta nel settembre 1943
a seguito dell'armistizio, per non incorrere nell'arresto e deportazione
in Germania cui l'avrebbe condotta l'Operazione ACSE guidata da Rommel.
Dirigono le azioni belliche della Tridentina il generale Gabriele Nasci,
Ugo Santovito, Luigi Reverberi, che fu l'ultimo comandante sino al 1943.
I documenti che seguono, gli atti di morte in originale, si riferiscono proprio alle vittime della battaglia di Nikolajevska ed in particolare a quelle dei battaglioni Tirano ed Edolo (del 5° Reggimento).