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"Attimi dell'essere"
di Giorgia Maria Pagliaro


Nota biografica

Giorgia Maria Pagliaro è nata l'11 Luglio 1990 a Paola, in provincia di Cosenza. I suoi principali interessi sono la musica, che realizza attraverso lo studio del pianoforte, e la scrittura, nei confronti della quale nutre passione suscitata dalle letture, dagli incontri e da esperienze importanti e significative. Reputa la poesia la modalità espressiva più accessibile ai sentimenti che nutre poiché asseconda le sue pulsioni creative.
Nel 2006 ha realizzato un volume di poesie dal titolo "Attimi dell'essere



Presentazione dell'opera.

Attimi dell'essere" è una raccolta di ventisei frammenti di gioiose sensazioni di vivere e di melanconici ricordi, con i quali ha saputo costruire un trasparente mosaico sottratto all'effimero convenzionalismo cronologico.
Come un baco da seta,la giovanissima Giorgia,presto maturanda del liceo scientifico di Paola, s'imbozzola e si nutre di quei contesti che fanno a fondale alla sua poetica per dare vita ad una crisalide messaggera di luce e di speranza.
La sua scrittura è una equilibrata alternanza tra una spontanea dimensione fonico- acustica e ritmica e il richiamo all'attenzione sul "pathos" del contenuto:"essa è un discorso polisemico in cui la persuasione , la informazione , il riferimento ideologico,l'evocazione,il ragionamento,lo svolgimento tematico interagiscono vicendevolmente portando il lettore a scegliere uno di questi codici". Un palese impegno politico e sociale è presente nella raccolta, l'humanitas che feconda la formazione di Giorgia le dà la capacità di abbracciare i diritti di tutti rifiutando le forme ambigue e compromissorie. I temi che l'autrice affronta sono concreti e concreto è il suo coinvolgimento, ella è contro le manifestazioni eclatanti, è la volontà di cambiare il mondo che conta. (Prof.Anna Mazzei

Gli "attimi" di Giorgia ( di Giuliana Franco).
Fra le righe dei versi di Giorgia Maria Pagliaro traspare l'animo profondo di una ragazzina di sedici anni che si mette in cammino verso la vita "non fuggendo o dileguandosi in un eremo", ma con grinta e determinazione, "in barba ai bei concetti da convegno", sfidando l'indifferenza e la passività.Condanna la crudeltà, "ridacchiante e spocchiosa" e vi si oppone con la voce del cuore, a volte in contrasto con quella dominante del pensiero comune.
E' più facile distrarsi che meditare. Ma lei sceglie di fermare "gli attimi" sulle pagine della sua adolescenza "con gli errabondi vocaboli dell'arte". Il cammino spirituale esige delle sofferenze, che trasformano l'intimo tumulto in qualcosa di sublime: la poesia.
In una realtà come quella attuale, dove si ricerca spasmodicamente il benessere materiale e la vita sembra una lotteria dove tutti aspirano a vincere il primo premio, sono i ragazzi come Giorgia che ci ridanno la speranza nel futuro, ci ricordano che la curiosità e la sensibilità riescono a germogliare anche nel più arido ed ostile degli ambienti, rendendo unico l'essere umano che ne è dotato. Una mente in movimento abbandona la superficialità e l'esteriorità per ammirare "le onde del mare ammansirsi sulle sponde", e raramente è inghiottita da quel mostro che è la noia, perché il poeta quando interroga la sua anima, pur apparendo chiuso in se stesso, sta mettendosi in contatto con il suo io per comunicare con gli altri "sui bei fogli d'argento narrati dal cuore".
Giorgia non mette a nudo soltanto i suoi moti spirituali, ma attraversa la sua interiorità "patendo in frenesia nel suo intimo cuore" e anche se , a volte, "il pensiero giace altrove", i suoi sogni seguono "qualcosa di migliore".
"Può essere per noi,- si chiede la giovane autrice - ciò con cui in silenzio conviviamo, una voce tanto originale?
Quella "virtù spontanea" che " viene e s'improvvisa, però esiste sempre, nel/ poetico e nell'artistico, nello scientifico e nell'inverosimile" è qualcosa che la scienza non può catalogare, "una diagnosi accurata mai/ proporrà cura o dei motivi/ alla divagazione", perché l'arte "che parla in confusione, non vuol/ essere capita, interpretata ./Senza spiegazioni non si arriva forse ad amare?
E Giorgia ama intensamente nei suoi "attimi" che, con i suoi versi, diventano momenti d'infinito.

 

POESIE

FINALITA' AVVERSE

Aprire un libro di poesie
esige la grande responsabilità di
non pretenderne sentenze o convinzioni.
La fermezza è quella della colla che tiene la sue pagine e
dell'inchiostro che le bagna; non la si confonda con i versi
che la fantasia lascia intendere
al lettore!

 

MALINCONIA

La malinconia è implicitamente coinvolta
nella vita di molti uomini.
Quand'uno tra loro riesce
a liberarla, il suo pensiero si giudica
raffinato e singolare.
Può essere per noi, ciò con cui in silenzio conviviamo,
una voce tanto originale?

 

QUALE REATO…?

Spesso fraintendiamo le letture: ed è questo
un male?
Io invece trovo vanto in tutto ciò; mai
si apprezza qualcosa nella sua più chiara
comprensione; adoro io gli errabondi vocaboli
dell'arte, che parla in confusione, non vuol
essere capita, interpretata.
Senza spiegazioni non si arriva forse ad
amare?
E' severo e imprudente tradurne
voce…la sua bocca potrebbe mangiarvi .

 

GRIGIO

L'inedia delle idee
mai facilmente guarisco.
Insolentire il gusto è mio difetto,
quando obbligo l'espressione
a sfamare pensieri
vacillanti.


VOGLIA DI NIENTE

In mezzo alla parole
un suono inciampa
nella pioggia.Voglia di niente.Uno sforzo di attenzione
verso il mondo non
compensa un'inesprimibile
assenza di emozioni.Voglia di niente.Il sole mostra la sua
anziana danza all'orizzonte
nelle rette di luce
che disegna.
Il mio cuore non sa osare
avventura differente
dal suo battito,
la vita vuol cantare
alle mie spalle.Voglia di niente.O forse un po' d'amore
in questa spiaggia
triste.


SOGNI N. 1

Non scongiuro
il sole perché illumini
il segreto, né ho timore che
alcuna avida mente lo scovi per rubarlo.
E' un sogno che io non posso
possedere.
Ciò mi tranquillizza riguardo alla presenza
di tutti, tutti
gli altri.


SOGNI N. 2

Io decido di
sognare
non secondo indicazione.
Forse neanche
lo decido, è per me
virtù spontanea.
La scienza non può
catalogarmi,
una diagnosi accurata mai
proporrà cura o dei motivi
alla divagazione.
Certo, potrebbe essere un'autopsia,
ma io non
sono mica
morta!
Ho lasciato l'obitorio quando
l'animo tradiva la mia vita
per qualcosa di
migliore.


NON VEDO OLTRE GLI OCCHI

Era un'opinione anche
quella che avevo delle
stelle.
Le ammiravo e volgevano conforto
alla mia tristezza singhiozzante.
Adesso non mi vien più di
guardarle,
se brillano è comunque
impercettibile la luce che
sussurrano; i miei
occhi più non vogliono
contemplare, preferire
il monte alla collina,
o la farfalla al calabrone,
nel paesaggio a cui assistono.
Non hanno attese
dalla natura, perché
non c'è magia
nelle palpebre socchiuse
verso il sogno.
E' una trama ottica di sguardi;
il pensiero giace
altrove.


SOLE

Sviene
tra gli abissi del mare e
ci illude così di sparire
per sempre.
Ma purtroppo è ben altro
a portare a noi
spavento,
poiché il buio più triste
è a ogni ora.


IDEE SMARRITE

Ho perso una poesia
in un momento che mancava
di accortezza.
Ora dispero perché
non ne ho memoria per
riscriverla, né un letto desolato
in piena notte
sa donarmi il sollievo che
con l'immaginazione
almeno cerco
di trovare.
Se ci fosse un vero mondo
oltre la carta,
non avrei sprecato
inchiostro per scoprirlo.

 

webmaster Fabio D'Alfonso


 
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