Mio padre partigiano nella villa con Rommel
Incontro con
Luciano Caldera
di Enzo Cicchino

In quali termini la vita di suo padre Carlo, capo partigiano, si e' incontrata con quella di Rommel in Italia?

 Mio padre alla fine del 1943 era ospite a Villa La Bottona dei conti Barbaro, era un ospite un po' particolare, difatti era un ospite confinato in un granaio dove doveva rimanere nascosto. Ma il particolare della situazione era curioso. Mentre mio padre (antifascista, militante nella brigata "Vittorio Avesani", che poi sarebbe diventato uno dei capi della Resistenza del veronese e della zona del Garda) era nascosto nel granaio, al piano terra, aveva sede un ufficio dei servizi di sicurezza dell'esercito: l'Abwehr Servizio di Sicurezza della Wehrmacht.
 La vita di mio padre si incrocia in qualche modo con quella di Rommel perche' durante la prima -delle due volte in cui fu nascosto a Villa Bottona- nell'ottobre del 1943, a casa delle contesse Renata ed Elsa vi veniva ospite lui, appunto.
 Elsa era una vecchia amica della moglie di Rommel, tedesca, nata a Berlino e vissuta a Stoccarda. Quando si e' stabilito a Cola', avendo saputo che li' vicino c'era la villa di Elsa Naumann... la andava a trovare, qualche volta in macchina, qualche volta col suo cavallo bianco, visto che da Cola' a Lazise c'e' poca distanza. Rimaneva molte volte anche a cena. Non so se Rommel sapesse di mio padre, ma sicuramente Elsa Naumann in Barbaro era perfettamente a conoscenza che lui, capo partigiano, ricercato dai tedeschi e dai fascisti, era nel granaio della sua villa.
 Il singolare e' che questa contessa correva un grosso rischio, non solo quando c'era Rommel, ma soprattutto quando lui a fine novembre e' andato via, perche' -come ho detto- al pian di sotto c'era l'ufficio di sicurezza dell'esercito tedesco.
 Il soggiorno di mio padre nel 43 penso si sia limitato al mese di ottobre. Mentre e' stato piu' lungo nel 44. Nel 43 aveva raggiunto villa "La Bottona" con mezzi suoi, credo accompagnato da mia madre con una macchina di servizio pubblico. Invece nel 1944 vi e' stato trasportato in una ambulanza tedesca, perche' lo stesso tedesco che ci aveva requisito la casa di Verona, la sorte poi ha voluto che ci requisisse pure la nostra casa di campagna quella in cui abitiamo adesso. Cosi' e' accaduto che mia madre e i miei fratelli piu' grandi, sono diventati suoi amici, si chiamava Ferdinand Monzel abitava ad Oiskirker ed era un medico ostetrico. Io a quel tempo avevo undici anni. Questo medico tedesco e' rimasto in cosi' buoni rapporti con noi, che poi ha accompagnato mio padre al rifugio di Villa Bottona.
 Nell'ottobre del '43, quando c'era Rommel, mio padre era rimasto nascosto nella Villa per circa un mese. Alla fine del quale e' tornato a Verona per organizzare attacchi partigiani con i suoi amici antifascisti. Tant'e', in dicembre, e' stato anche arrestato e portato come ostaggio nel Forte San Leonardo di Verona.
 

Suo padre era noto per la sua attivita' antifascista anche prima della guerra?

Certo. Aveva organizzato degli attentati contro Mussolini... tant'e' vero ogni volta che veniva Mussolini da queste parti lo chiamavano in Questura e lo trattenevano.