Terapia di riposizionamento vertebrale ed articolare non invasiva
per la cura dell'ernia del disco e artrosi

Intervista al dott. Djalaloudin Saidbegov

di Gigliola Funaro

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saidbegov@libero.it

 

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Dott. Saidbegov, lei è l'unico in Italia che applica la terapia di riposizionamento vertebrale non invasivo del prof. Kassian: ci racconti la sua storia.

Sono nato nel 1948 in Daghestan, una repubblica della Federazione Russa e sono rimasto lì, laureandomi in medicina a Makhackalà, fino al 1971, poi mi sono trasferito a Leningrado dove ho conseguito la specializzazione in Neurologia e quindi ho lavorato in diverse cliniche a Mosca come ricercatore e dopo aver pubblicato molti articoli e lavori scientifici, ho ottenuto un titolo equivalente in Italia a libero docente in Scienze Mediche e dal 1982 al  1991 sono stato Primario della Clinica di Neurologia dell'Ospedale Universitario n.40 di Mosca.

Una carriera di tutto rispetto. E all'inizio di cosa si occupava?

Aiutavo i pazienti che soffrivano di ernia del disco, artrosi, spondiloartrosi, periartrite scapolo-omerale,ecc., però i risultati non davano molte soddisfazioni: li curavamo con metodi tradizionali, con i farmaci, con la fisioterapia, con l'agopuntura e qualche volta anche con metodi chirurgici.
Ad un certo punto ho anche inventato un metodo per curare l'ernia del disco, un coctail di farmaci con un dosaggio particolare, con il quale ho ottenuto un "brevetto di menzione" dallo stato ex- URSS e con questa medicina i risultati erano migliorati, però c'erano ancora dei casi in cui non potevamo aiutare i pazienti, i malati.

Come ha conosciuto il metodo del prof. Kassian?

Un giorno una paziente che stava in Clinica ha sentito dire che c'era una persona, uno dei tanti guaritori, non un medico, che faceva manipolazioni e riusciva ad aiutare molto i malati che dovevano essere operati di ernia del disco; mi ha chiesto il permesso di andarci ed io l'ho lasciata andare e dopo 3 o 4 giorni quella signora è tornata con dei risultati abbastanza buoni.
Da allora cominciai ad interessarmi alle terapie alternative e feci un corso di agopuntura per sei mesi in Vietnam ed in seguito anche un corso di terapia manuale, un metodo che aveva messo a punto un professore cecoslovacco e quando l'applicavo avevo dei buoni risultati, però era una tecnica un po' violenta e anche un po' dolorosa e, se fatta scorrettamente, poteva essere dannosa per il paziente.
Dopo qualche tempo ho sentito parlare molto del prof. Kassian: era molto criticato da parte della medicina ufficiale, dicevano cose non molto buone su di lui; un giorno ho visto una trasmissione televisiva nella quale hanno fatto vedere una lunghissima fila che durava da tanti mesi, da tanti anni, di malati che andavano da lui, allora ho pensato: "Come mai, se il suo metodo è così dannoso, la gente va da lui per fare la cura?".
Un giorno ho partecipato ad una trasmissione sull'agopuntura e nello stesso momento c'era un congresso sul tema dell'artrosi, cui partecipava anche il prof. Kassian e così ci siamo incontrati, l'ho conosciuto e gli ho chiesto il permesso di andare da lui, perchè ero curioso di vedere e così abbiamo stabilito che sarei andato da lui e ci sarei rimasto per una settimana.

E che impressione le fece?

Quello che ho visto è difficile da raccontare e da vedere: si stava fila per tutta la notte, la gente aspettava per arrivare da lui: c'erano quattro file in una via abbastanza larga delimitate da dei cordoni; chiamavano le persone da un elenco e prima entravano da lui quelli della prima fila, poi quelli della seconda si spostavano nella prima e quelli della terza  nella seconda e così via, anche con 20 gradi sotto zero; quando sono riuscito ad arrivare ho visto cose che non immaginavo neppure, dei risultati eccellenti.

Il metodo di Kassian è molto antico?

Sì, gli antenati di Kassian non erano medici, ma applicavano da più di mille anni questo metodo, di cui conservavano i "segreti" e li trasmettevano da una generazione all'altra; abitavano in un piccolo paese sperduto dell'Ucraina che si chiamava Kobeliaki; allora era sconosciuto, adesso è famoso.
Il padre di Kassian ha insegnato il metodo solo a lui; aveva anche un altro figlio medico, ma non vi era portato; Kassian è un medico specializzato in Neurologia: lui ha spiegato scientificamente il metodo e lo ha rielaborato, ha scritto diverse monografie e dei manuali di istruzioni per i medici, anche se custodisce ancora oggi alcuni "segreti" di questo metodo.
Per decine d'anni nel periodo dell'ex URSS Kassian non ha preso una lira per curare quelle folle: ognuno portava qualcosa in regalo, galline, salsicce, carne e a Mosca i membri del Politburò e famosi artisti ed attori erano suoi clienti e anche loro non pagavano ma gli facevano dei grossi regali, anche un'automobile o un orologio e quando veniva a Mosca era ospite ed era molto amato dai pazienti, ma non altrettanto dagli altri colleghi.

Con lei Kassian è stato subito disponibile?

Non subito, sono passati degli anni prima che diventassimo amici; comunque quando gli ho chiesto di imparare, lui mi ha permesso di stare a guardare quando curava i pazienti; ogni tanto veniva a Mosca a curare persone importanti, rimaneva lì per una settimana ed io stavo sempre con lui e ne approfittavo per imparare; poi sono stato diverse volte da lui in Ucraina.
Lui non insegnava, ma questa è la bellezza di questo metodo: non si può insegnare come si fa con la fisiologia, l'anatomia, la farmacologia, bisogna vedere come si lavora e poi provare e poi guardare un'altra volta e così si impara la tecnica, che è una via di mezzo tra la scienza e l'artigianato; quando avevo dei dubbi gli facevo delle domande e lui mi rispondeva, ma non credo che lui mi abbia rivelato tutti i segreti: ogni tanto ci incontriamo quando si accumulano delle domande ed io vado da lui e lui risponde.
Anche io ho aggiunto qualcosa da parte mia, ho arricchito la tecnica, perchè chiunque al posto mio farebbe così, non si può copiare ciecamente; ho anche intuito qualcosa che lui non mi ha detto.

Perchè lei ha deciso di applicare il metodo Kassian?

Perchè è una tecnica dolce, molto più efficace, meno dolorosa e dannosa di quella cecoslovacca; ho cominciato ad applicarla nel 1985, dopo averla studiata per circa due mesi, perchè la Clinica dove ero primario era piena di malati di ernia del disco che soffrivano e avevano bisogno d'aiuto.
All'inizio i miei assistenti e colleghi erano scettici;lo scetticismo è durato abbastanza, dall'85 all'88-89, ma quando ho curato una signora malata di ernia del disco, che dopo tante sofferenze era rinata e gli era passato il dolore, allora hanno cominciato a crederci e sono venuti da me a curarsi anche altri colleghi medici, chirurghi e loro parenti e così si è sparsa la voce.
A Mosca ho curato tanti stranieri delle Ambasciate, che venivano da altri paesi a fare la cura e nel 1991 sono stato invitato da diversi paesi tra cui Israele, il Canada, l'Italia, la Polonia e alla fine ho deciso di trasferirmi in Italia, dove lavoro ormai da dieci anni.

Ci può raccontare come funziona questo metodo?

Il metodo Kassian, a mio parere, lo possono applicare soltanto i neurologi o gli ortopedici che si occupano della colonna vertebrale, perchè innanzitutto bisogna conoscere l'anatomia: la neurologia va perfettamente d'accordo con la biomeccanica della colonna vertebrale; l'importante è conoscere bene la neurologia e così fare le manipolazioni non crea rischi. Infatti  quando si fanno le manipolazioni si lavora direttamente sulle cosiddette "leve corte", le apofisi spinose e quelle trasversali delle vertebre, direttamente sui focolai; quello che noi facciamo con le manipolazioni è liberare le radici dei nervi, quindi se uno non sa dove passa il nervo, come può curare?
La prima cosa che si deve fare è riposizionare le vertebre, perchè quando c'è l'ernia del disco le vertebre si spostano, si allargano e si prende una posizione antalgica: quella è la difesa dell'organismo per diminuire il dolore e tutte le vertebre sono spostate, oppure aumenta lo spazio dove passa la radice del nervo; il compito del medico è di correggere le reazioni dell'organismo, così correggendo la colonna vertebrale si ottengono risultati.
Poichè tutte le radici dei nervi passano attraverso le vertebre, riposizionando le vertebre migliora la circolazione del sangue, diminuisce l'edema e la tensione dei muscoli e si hanno tanti benefici: le innervazioni degli organi interni migliorano e questi funzionano meglio.
Per esempio alcune aritmie del cuore dipendono da una cattiva innervazione della colonna vertebrale; quando c'è un'artrosi dorsale allora l'innervazione del cuore non va tanto bene, quindi facendo le manipolazioni si possono mandare via le aritmie; anche l'impotenza maschile e i problemi di ciclo delle donne migliorano.
In genere si fanno due cicli di manipolazione di 7-8 giorni ciascuno, con un intervallo di dieci giorni od un mese, a seconda dei casi; dipende dalla reazione dell'organismo: se c'è un'ernia del disco, facendo la terapia manuale si infiamma, allora bisogna sospendere per qualche giorno per calmare e poi riprendere la terapia; di solito dieci giorni sono sufficienti per vedere cosa si è ottenuto con le manipolazioni, per vedere quale è il dolore che si crea con le manipolazioni e quale è quello della malattia.
Infatti dove si applica il metodo si crea iperemia e microtraumi ai capillari, che si devono riassorbire.
Nei casi più gravi si devono fare anche 20, 30 o anche 40 sedute nell'arco di uno o due anni, naturalmente con intervalli molto più lunghi.
Io mi sono ispirato anche alla dottoressa Trawel, che curò Kennedy negli anni '60 e che scrisse due volumi parlando di tanti pazienti che avevano avuto problemi di fibrositi, miofasciti, fibromiositi originate dall'ernia del disco e dall'artrosi e che creavano tanti dolori e sofferenze; non basta risolvere i problemi dell'ernia del disco, ma bisogna curarne anche le conseguenze : quando un paziente ha avuto 3 o 4 mesi di sciatalgie, gli si creano punti di fibrosi che portano ancora dolori, allora faccio ancora terapia sui punti doloranti con dei colpetti, dati con un meccanismo particolare, un po' rumorosi, ma non violenti.
Non si può dire che si guarirà completamente, perchè queste sono malattie fisiologiche, ma il compito del medico che usa questo metodo è quello di mantenere il paziente nella strada fisiologica e una volta finita la cura, il paziente deve fare una ginnastica medica o nuoto, ma anche evitare certe posture che possono creare recidiva.

Ha avuto problemi in Russia col Mondo Accademico e fino a quando?

C'è sempre stato un lungo ostruzionismo verso questa metodica di Kassian fino al 1988, quando fu fatto il primo Congresso della Medicina Manuale; i professori dell'Università non volevano riconoscere altre tecniche manuali oltre a quella cecoslovacca, che avevano adottato in concorrenza al metodo Kassian; allora quando è stato fatto questo Congresso, non volevano invitare nè Kassian nè il sottoscritto, ma Gorbaciov che era allora al potere
telefonò al Ministro della Sanità, un cardiologo famoso, si chiamava Ciasov e gli ha detto di fare un decreto per invitare Kassian ed i suoi allievi e così ci andammo: ci fu una grossa battaglia e furono costretti a riconoscerci, dopodichè ci hanno lasciato pubblicare delle monografie per insegnare all'Università il nostro metodo.

Lei ha avuto delle difficoltà anche in Italia, ma nonostante ciò ha continuato ad applicare questa metodica: Qual'è il vero motivo che l'ha spinta a resistere e quale è il bilancio che oggi può fare della sua vita?

Certo che ho avuto delle difficoltà, perchè pur essendo stato in Russia un professore universitario, qui in Italia non sono ancora riconosciuto come specialista e solo da tre anni la legge italiana ha permesso ai medici stranieri di iscriversi all'albo; prima per esercitare ho dovuto prendere un diploma come fisioterapista, altrimenti non potevo esercitare; l'unica cosa che mi dispiace è questa
Ma sono contento lo stesso e se rinascessi rifarei di nuovo la stessa strada come medico, perchè per me è importante aiutare i malati, questa è stata la spinta più importante; ogni giorno ci sono avvenimenti speciali, come quella paziente che quando venne da me aveva 3 o 4 ernie ed una stenosi del canale vertebrale e non riusciva nemmeno ad alzarsi e poi dopo il primo ciclo cominciò a camminare con le stampelle e dopo il secondo ciclo lasciò anche quelle ed ora cammina normalmente: la vedo ogni 3 anni per farle la cura preventiva.
In futuro mi piacerebbe insegnare questo metodo a medici capaci ed onesti, che non lo facciano solo per guadagnarci e che non danneggino i malati, che sono la cosa più importante per me.

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