Giovanni Pierluigi da Palestrina
(da piccolo ambulante... a grande musicista)
di Elsa Dal Monego
verena5@alice.it
Nasce a Palestrina un centro del Lazio in provincia di Roma, nel 1525 non si
conosce la data intera della sua nascita.
Musicista allievo, ancora molto giovane ha fatto parte della scuola corale "Pueri
Moriales" della Basilica Santa Maria Maggiore a Roma. Dove maestri di cappella
venuti da oltre le alpi, dalla storica regione dei franco-fiamminghi, che erano
gli ultimi rappresentanti della legione di compositori e cantori del nord che
occuparono l'Italia, maestri di cappella dei fiamminghi Rubino Malpert e Firmin
Lebel. (vedi fondo pagina)
Assunse il nome del paese natale, (Palestrina) perchè non ne aveva uno
di famiglia, solo dopo molto tempo dalla sua scomparsa è stato scoperto
che il suo vero cognome di famiglia era Pierluigi, cognome ereditato dal nonno
paterno "Pietro Aloisio".
E' stato un uomo con una volontà molto forte, ma anche con forti impulsi
che lo portarono a fare scelte improvvise ed inaspettate, come le sue seconde
nozze, che furono celebrate dopo che ebbe preso gli ordini religiosi minori.
Della sua infanzia si sa molto poco o quasi niente. Compositore del rinascimento
italiano, è stato un musicista ammirevole di carattere estroverso e amava
sfoggiare la sua abilità. Il suo talento musicale si manifestò
fino da ragazzo, e nel 1537 è stato mandato a studiare musica, presso
la scuola della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, tra i ragazzi cantori,
qui si trova fino al 1542 sotto la guida di Firmin Lebel, Rubino Mallapert.
Nella sua città Palestrina, dal 1544 al 1554 nella Cattedrale Sant'Agostino
è stato maestro di cappella e organista, dove si è creato una
grande reputazione per la quale è stato chiamato a Roma come "Magister
Puerorum" cioè maestro di cori di ragazzi, della cappella Giulia
dove ha avuto anche il titolo di maestro di cappella. E è stato cantore
e maestro di cappella nelle Basiliche Vaticane dal 1551 al 1555. Nella "Lateranense
dal 1555- 60" "Liberiana" dal 1561- 65" "Al seminario
Romano dal 1565 -71" e nuovamente a "San Pietro 1571- 94". Autore
di circa 950 composizioni, tra Messe, Motetti, Offertori, Inni, "Lamentazioni",
"Litanie" "Magnificat" e "Madrigali" ma è
incerta l'attribuzione al Pierluigi di alcune pagine organistiche.
La musica palestriniana è pomposa in polifonia di solito a quattro parti
vocali, senza accompagnamento strumentale. Lo stile suo proprio si distingue
non tanto nelle pagine di denso e prezioso intreccio contrappuntistico alla
fiamminga, quanto nelle molte altre che meglio si adattano alla leggiadra bellezza
di linee melodiche e a semplicità di concerto tra voce e voce, che secondo
le direttive del Concilio di Trento, permettono la chiara percepibilità
dei testi liturgici. La classica perfezione di quest'arte esprime in pieno la
serena fiducia nella grazia divina, e raggiunge la massima altezza che la musica
sacra abbia mai fatto non solo nella scuola romana, ma in ogni tempo, e già
divulgata parzialmente durante la vita del maestro.
Nel 1547 sposò Lucrezia Gori, dalla quale ebbe due figli Rodolfo, e Angelo,
che sono diventati musicisti.
Nel 1550 il vescovo della sua città Giovanni Maria Ciochi del Monte è
stato eletto Papa con il nome di Giulio III.
Il Papa Giulio III lo invitò a seguirlo presso il Vaticano, questo è
stato per lui un periodo politico-religioso molto importante. Nel 1551 è
stato nominato maestro della cappella Giulia e cantore della cappella Sistina,
esonerandolo dall'obbligatorio esame, e anche se Pierluigi non era laico ma
sposato con figli, che questo a quei tempi era severamente proibito, ma con
ogni probabilità il Papa che conosceva bene la sua bravura di musicista
voleva dargli la tranquillità e le possibilità per comporre.
Ma proprio in quello stesso anno muore Papa Giulio III e dopo un brevissimo
pontificato di Marcello II, fu eletto il nuovo Papa Paolo IV che in nome di
una disciplina più severa ha preteso le dimissioni di tutti i cantori
sposati, o che avessero composto opere di musica profana, e Pierluigi rientrava
in tutte e due le categorie. Ha dovuto abbandonare il Vaticano insieme a altri
due cantori, anche loro sposati. Allora Pierluigi entrò a San Giovanni
Laterano come maestro di cappella, succedendo ad Orlando di Lasso, però
veniva mal pagato e nel 1561 con lo stesso incarico passò a Santa Maria
Maggiore e vi rimase fino al 1565 poi dal 1566 al 1571 secondo da recenti ricerche
e da quanto è stato accertato gli è stato dato il magistero del
seminario romano.
Ritornò alla cappella Giulia 1 aprile del 1571 con la carica di maestro
di cappella che conservò fino alla morte. Ma non fu solo maestro della
cappella pontificia, allora è stato anche compositore dell'oratorio di
San Filippo Neri, e direttore dei concerti del principe Boncompagni, inoltre
direttore degli studi alla scuola di musica fondata da Giovanni Maria Nannino,
musicista e maestro a Roma, che divenne successore di Pierluigi a Santa Maria
Maggiore. Tra il 1566 e il 1570 la notorietà di Pierluigi (Palestrina)
è cresciuta velocemente, soprattutto per la grande diffusione delle sue
opere che sono state pubblicate, e la sua stima era aumentata a tal punto per
cui gli è stato chiesto di rivedere e riscrivere i libri con le nuove
importazioni musicali che furono scritte dopo il controllo eseguito nel 1677
dal Concilio di Trento.
Nel 1567 Pierluigi aveva prestato servizio anche come maestro di concerti della
Casa del Cardinale Ippolito d'Este, incarico che aveva già avuto per
qualche mese nel 1564. Non era solo una delle massime vette della musica italiana
e fra il 1567 e il 1568 durante il pontificato di Pio V che era poco favorevole
al progredire della musica, aveva tentato di andarsene da Roma, entrando in
trattative con la Corte di Vienna e quella di Spagna, ma queste causa alle alte
esigenze del maestro erano destinate a fallire. E' stato anche in relazione
dal 1568 fino al 1587 con il duca Guglielmo Gonzaga di Mantova, al quale indirizzava
pareri tecnici e consigli. Questa relazione è durata fino alla morte
del duca.
Pierluigi non è stato un innovatore e nemmeno un rivoluzionario, ma in
lui si univano e si fondevano tutte le esperienze musicali, in una sintesi armoniosa
e personale di una grande purezza che non sono mai state superate. Le notevoli
virtuosità contrappuntistiche dei maestri fiamminghi hanno insegnato
a Pierluigi a dominare la materia, però la tecnica palestriniana di stile
elevato delle esperienze fiamminghe non è fine a se stessa. Alla sua
profondamente religiosa anima non poteva far piacere le inutili virtuosità
e la tecnica di un'arte fiamminga filtrata attraverso una sensibilità
latina, della quale non resta altro che un sentimanto di espressione mistica
e la purezza dello stile che lo esprime.
La decisione che il Concilio di Trento aveva preso di abolire dalla chiesa la
musica polifonica causa l'intreccio di elementi profani e l'incomprensione dei
testi sacri, hanno dato a Pierluigi il motivo per creare della musica polifonica
di un puro sentimento religioso, senza però avere modificato o cambiato
lo stile e la sensibilità del compositore. Lo stile di Pierluigi non
cambiò ne prima ne dopo la riforma . Egli non cerca nuovi mezzi di espressione
e nemmeno nuove forme, ma accetta quello che i suoi predecessori gli hanno dato,
e cerca di farlo attraverso la sua sensibilità e la sua anima, così
questa pratica dei suoi predecessori diventa per lui un linguaggio dell'arte
più perfetto, più elevato e più puro che mai prima anima
religiosa ci abbia donato. La sua vasta e importantissima opera che ci è
stata conservata, è tutta vocale e di carattere religioso, escluso due
libri di Madrigali profani che comprendono: 95 messe, fra queste la famosissima
Messa Marcelli a sei voci, che dopo la morte di Pierluigi, viene considerata
come il suo capolavoro. Che probabilmente era stato commissionato per accontentare
le nuove richieste del Concilio di Trento, che vuole una chiesa più vicina
ai fedeli con la novità della grande polifonia.
Pierluigi è stato e rimane uno dei grandi maestri del rinascimento e
anche un grande compositore di bellissima musica sacra che comprende 102 messe,
250 mottetti, 68 offertori, 45 inni, 35 magnificat e ancora altre composizioni
profane, 2 "Stabat Mater" uno ad otto voci e l'altro a dodici, numerosi
madrigali, litanie e salmi.
Nella sua musica interamente vocale, non c'è nessuna parte scritta per
specifici strumenti, come tutte le parti vocali sono simili da creare una qualità
di suono dello stesso genere, e quasi sempre contrappuntistica con melodiche
simultanee di uguale importanza. Anche se usava pochi accordi in ognuna composizione,
fondamentale era il modo nel quale le singole note di ogni accordo erano distribuite
tra le varie voci. Facendo così egli riusciva a ottenere pur mantenendo
una grande continuità sonora, dei sottili mutamenti melodici.
Nel 1580 quando morì Lucrezia Gori la sua amata moglie lo ha preso uno
stato d'animo spirituale e chiese e ha ottenuto di prendere i voti. Ma non durò
a lungo la sua aspirazione verso la vita sacerdotale perchè poco dopo
si sposò con Virginia Dermoli una ricca vedova romana, proprietaria di
una pellicceria. L'aiuto finanziario della moglie gli hanno dato la possibilità
di essere più libero e di poter dedicarsi di più alla musica,
continuando a lavorare presso la basilica di S.Pietro.
Grande è stata la sua fama e venne riconosciuta universalmente dai colleghi
del tempo e i suoi servigi sono stati richiesti da diversi potenti d'Europa,
è stato anche uno dei pochi musicisti fortunati del suo tempo a vantare
una brillante carriera pubblica. Il resto della sua vita lo dedicò alla
composizione e alla pubblicazione delle sue opere, sedici raccolte nei suoi
ultimi tredici anni di vita. La sua arte sarà un punto di orientamento
non solo per la scuola romana, ma per tutta la civiltà occidentale. I
due mottetti "Super Flumina" e "Sicut Cervus" sono certamente
tra le più celebri composizioni palestriniane che fanno parte del "II
libro dei mottetti a quattro voci" pubblicato nel 1581 a Venezia da Cargano.
Per Pierluigi è stato questo un periodo molto triste, perchè aveva
perso da poco l'intera famiglia. Nel 1572 gli è morto il figlio Rodolfo,
nel 1573 il fratello, nel 1575 il secondogenito Angelo e nel 1580 la moglie.
Giovanni Pierluigi (Palestrina) un grande musicista tra i maggiori di ogni tempo,
muore a Roma nel 1594 e i suoi funerali ebbero luogo in San Pietro, sulla bara
fu ricordato come "Princes musicae". Alla cerimonia funebre partecipò
una grande folla di musicisti e di persone comuni. Venne sepolto sotto la cappella
Nuova di San Pietro.
Il piccolo venditore ambulante
Arriva alle porte della città, il piccolo ambulante, la giacchetta che
indossa è consunta dal uso e i pantaloncini sono strappati, sulla testa
porta un cesto pieno di verdure.
La giornata era bellissima e sotto un meraviglioso sole la natura pareva voler
ringraziare il creato per tutta questa meraviglia che donava luce e gioia alla
terra. Tutto questo ha contaminato anche il piccolo ambulante che ignaro della
fatica, ma pieno di felicità cantava la sua canzoncina. Sempre cantando
la sua dolce nenia contadinesca, il bambino passò davanti alla Basilica
di Santa Maria Maggiore, nel mentre usciva di lì il maestro di cappella.
Forse anche lui sentiva quell'aria di gioia che donava alla terra quella giornata
di primavera. Vide il ragazzino che felice cantava e gli venne il desiderio
di seguirlo, ascoltando con quanto sentimento e piacere metteva nella sua canzoncina.
Quando il piccolo ambulante terminò la sua canzone con le sue ultime
nostalgiche note, il maestro di cappella affrettò il passo e lo raggiunse.
"Piccolo, sai che canti bene?" Il bambino lo guardò e disinvolto
rispose: "Lo so!" Mi piace cantare e mi piace ascoltare la musica,
che mi da la sensazione di essere in cielo.
"Bravo! E come ti chiami?" Mi chiamo Pierluigi, Monsignore.
"E di dove vieni con questo cesto carico di verdura?" Vengo dal mio
paese Palestrina per vendere questa roba delle mie terre, qui in città.
Poi il maestro guardando gli occhi furbi del ragazzo gli chiese:
"Ti piacerebbe studiare musica?" Si, e come mi piacerebbe! Ma non
posso farlo, non ho i soldi. La mia mamma e io viviamo vendendoi prodotti dei
campi al mercato, e non abbiamo nemmeno i soldi per comprarci dei vestiti nuovi
per le feste di Pasqua.
"E se io ti dessi le lezioni senza pagare?" Il bambino non credeva
alle proprie orecchie e chiese: "Senza soldi?, non è che mi prendete
in giro Monsignore?"
Ascolta cosa ti dico per darti la certezza che quello che dico è vero!
"Vieni domani verso quest'ora in Santa Maria Maggiore dietro l'organo per
la prima lezione, ve bene?"
Il ragazzino era tanto felice che gli sembrava di toccare il cielo con un dito...
aveva trovato la sua fortuna!
Da sempre il suo sogno era di poter studiare musica e di poter un giorno suonare
l'organo per trarre da esso quelle melodie che in chiesa lo commuovono tanto.
Mentre il tempo passavo lui si impegnava sempre di più, dando grandi
soddisfazioni al suo maestro e anche a lui stesso.
...e questo piccolo venditore ambulante è diventato un musicista di talento
e un grande riformatore della musica sacra, "Pier Luigi da Palestrina"
Fiamminghi = nome di un popolo di origine germanica che nel IV secolo d.C. si
installò nella zona che da esso prese il nome di "Fiandra"
e che abita tutt'ora.
webmaster Fabio D'Alfonso