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Contributo a un Progetto Europeo

di Gennaro Tedesco

 

Appunti per una cittadinanza come apertura di carattere interculturale


Vorrei partire, per affrontare l'argomento in questione, da un punto di vista forse eterodosso. Sono del parere che l'assimilazionismo e il multiculturalismo , al di là delle loro carenze teoretiche e antropologiche, che, tra l'altro, sembrano, esercitare un notevole fascino sulle nostre elites dirigenti, sono rivelatori di un approccio eurocentrico non solo alla cittadinanza, ma anche alla cultura. Sono proprio gli immigrati extracomunitari che hanno tutti o quasi tutti i titoli per dettare l'agenda della nuova cittadinanza non solo europea ma globale. Essi, infatti, posseggono due caratteristiche importanti che li contraddistinguono in particolare rispetto ai nostri allievi e ai nostri docenti delle Scuole e delle Università che sono in prima linea, con altre istituzioni ufficiali e pubbliche, nella loro accoglienza : di solito posseggono almeno una doppia esperienza della realtà del mondo e sono motivati o costretti ad aprirsi e a confrontarsi con l'altro. E inoltre, a parte qualche eccezione, per scelta o per necessità, si impegnano almeno nel tentativo di informarsi sul nuovo contesto nel quale sono coinvolti.
E a me sembra che queste tre caratteristiche le possiamo considerare strategiche e determinanti, anche se non esaustive, al fine di riconfigurare una teoria e una pratica dell'approccio interculturale alla cittadinanza non solo europea, ma anche e soprattutto globale.
Il cittadino interculturale e globale che verrà non mi sembra ancora abitare tra di noi nella dimora europea. Il cittadino europeo che verrà deve andare alla scuola degli extracomunitari e non viceversa.
In questi ultimi anni , a partire dalle mie esperienze balinesi e dalle mie letture antropo-teoretiche, mi sono interessato alla storia di un vasto spazio africano come quello rappresentato dal Congo e alle "radici" storiche di due complessi fenomeni migratori, quali quello albanese e rumeno, all'interno della Comunità europea e, anche alla luce dei miei soggiorni balcanici e delle mie esperienze quotidiane e assidue con tali soggetti storici e sociali, credo di poter mettere in campo almeno qualche osservazione non solo storica, ma anche fenomenologia e sociale.
Dalla sintesi delle mie ricerche storico-interdisciplinari, approfondite per mezzo di esplorazioni elettroniche e sitografiche oltre che testuali e bibliografiche, confluite nella produzione di quattro cd, ho potuto constatare la quasi assoluta carenza di conoscenza o perdita di conoscenza non solo di allievi e docenti italiani sulla storia e sulle problematiche interdisciplinari dei Balcani, ma, anche attraverso le mie pratiche sociologiche e antropologiche, il loro probabilmente anche conseguente rifiuto, derivante dall'ignoranza su detta, di un contatto alla pari con tali soggetti balcanici.
Al contrario , albanesi e rumeni, nel loro proprio stile culturale e antropologico, con alle spalle almeno una doppia esperienza del mondo e con la necessità o la scelta di aprirsi ad esso, si appropriano di un'istruzione e di un'educazione prevalentemente informale, che li rende alla fine dei loro percorsi esistenziali e civili di vita, enormemente consapevoli delle opportunità, che, malgrado tutto, anche una democrazia carente e claudicante come la nostra può ancora offrire, più consapevoli e maturi dei nostri adolescenti e giovani, alle prese con un'educazione alla cittadinanza scolastica avulsa da qualunque contesto esperienziale di vita e da qualunque pratica di vita in altri mondi, assurdamente abbarbicata a ristrette nozioni pragmatistiche e ad astratte e incomprensibili teorie di civismo nazionale o, peggio ancora, di nazionalismo. Tutto ciò in un contesto dinamicamente dialettico del processo di globalizzazione e di cosmopolitizzazione del diritto e non solo del diritto.
Il discorso sulla cittadinanza come apertura di carattere interculturale non può prescindere dal suo stretto legame con l'architettura istituzionale e politica che la Comunità Europea va costruendo e ridefinendo lentamente e gradualmente nel suo processo di evoluzione costante e permanente. Credo che anche questo percorso di maturazione europeo e non solo europeo, pur potendo richiamarsi ad illustri e considerevoli modelli tratti dal suo passato storico, possa e debba fare i conti soprattutto con quei Paesi emergenti, come ad esempio l'Indonesia, che pur tra immani difficoltà ed enormi problemi, con la loro profonda e antica civiltà, ma soprattutto con le loro odierne e avvincenti sperimentazioni istituzionali , si stanno rivelando laboratori politici e sociali di estrema importanza. L'Indonesia, pur essendo un Paese poco e mal conosciuto in Occidente e accusato di non contrastare adeguatamente il fenomeno del fondamentalismo islamico al suo interno, ha costruito e sviluppato un sistema politico basato su quello che potremmo definire un politeismo istituzionale. In questa Repubblica sud-est-asiatica lo Stato, costretto a confrontarsi in un vastissimo territorio con popolazioni di diverso orientamento non solo religioso, ha istituzionalizzato una indifferenza politeistica e laica, molto più laica della stessa Europa e della stessa America, proponendo una "religione" civile dello Stato e della cittadinanza a tutte le popolazioni che ne fanno parte. Pur tra inevitabili contraddizioni e contrasti tra la maggioranza islamica e le altre minoranze indù, buddiste, animiste e cristiane, tale processo di modernizzazione e di laicizzazione politeistica procede, guardando avanti,valorizzando e avvalendosi di un passato metamorfico e dinamico che potenzia il misticismo islamico, l'estetismo indiano, la tolleranza buddista e il naturalismo animistico. In un contesto sociale in cui la donna, anche quando "velata", gode di margini di libertà personale, anche se non codificata, maggiori che in Europa e America.
Ma torniamo in Occidente. E' evidente , ci sembra, che a questo punto del nostro discorso se vogliamo intendere realisticamente la cittadinanza come effettiva apertura di carattere interculturale all'altro e al mondo essa deve confrontarsi sempre di più con un diritto che in larga parte è sempre più cosmopolitico come lo è sempre di più inevitabilmente il cittadino non solo europeo. E allora una domanda : cittadinanza nazionale, seppure europea o cittadinanza cosmopolitica ?

Negli ultimi anni le numerosissime prediche ideologiche su radici, identità e cittadinanza nel contesto della storia e della tradizione europea, anzi eurocentrica, a noi sembrano non ispirate da genuini bisogni storiografici e scientifici, ma da mal celati , profondi e ancestrali timori non solo ontologici : l'Europa, o meglio l'Occidente , potrà ancora essere al centro del mondo , dettare e imporre le sue leggi ?
Anche e soprattutto di questi timori e di queste assurde e pretestuose domande l'elaborazione di una nuova cittadinanza interculturale dovrà tener conto. Dietro queste domande si celano l'irrompenza e l'irruenza sulla scena del mondo dell'Elefante indiano e del Dragone cinese. I perdenti di un tempo , ora vincenti, prorompono nel teatro del mondo per insidiare e contestare con la loro dirompente e straripante forza economica il primato occidentale. A portare alla ribalta dell'Europa e dell'Occidente il discorso sulla cittadinanza in qualunque modo intesa non sono i dibattiti scientifici , le disquisizioni storiografiche e giuridiche o le dispute ideologiche, ma i fatti nudi e crudi, brutali e spigolosi di uno sviluppo economico che non dimora più in Europa o in America, ma nel misterioso e impenetrabile Oriente. E dopo l'ultima recentissima crisi finanziaria è giocoforza che dallo "Scontro delle Civiltà" si passi al "Confronto delle Civiltà". Se l'Europa e l'America intendono sopravvivere nella disputa mondiale, debbono necessariamente fare i conti con una rielaborazione della cittadinanza in senso interculturale che tenga presenti due direttrici del processo di globalizzazione ancora in corso : la forza rampante e travolgente delle economie asiatiche e il dialogo interculturale, due fattori indissolubilmente legati tra di loro. Anche perché il processo di impoverimento materiale e culturale dell'Europa può essere contrastato e superato solo da una educazione alla cittadinanza globale e interculturale che approfondisca, recepisca e diffonda la comprensione e la pratica dell'interconnessione planetaria.

Riferimenti bibliografici

C.Geertz, Mondo Globale, Mondi Locali, Bologna, 2007
C.Geertz, Interpretazione di culture, Bologna, 1998
C.Geertz, Antropologia interpretativa, Bologna, 2006
U.Beck, La società cosmopolita, Bologna, 2003
E.Hobsbawm, Il secolo breve, Milano, 2007
G.Bocchi, M.Ceruti, Educazione e Globalizzazione, Milano, 2006
E.Morin, B.Kern, Terra-Patria, Milano, 1994
J.Bruner, La Cultura dell'Educazione, Milano, 2002


Isole nella Corrente

di Gennaro Tedesco

 


Come si apprende a nuotare ? Con i corsi in piscina o a scuola ? Certo le nozioni teoriche sono utili , ma mia madre , oltre a inculcarmi l'amore per il mare , il migliore approccio educativo alla natura e al suo rispetto , mi ha costretto ad apprendere l'arte natatoria con un metodo molto semplice , diretto , attivo e protagonistico : semplicemente , un bel giorno , ancora infante , pur con la sua vigile presenza , mi spinse improvvisamente in acqua e da quel giorno , guizzando e sguazzando , "miracolosamente" , divenni un imberbe e appassionato nuotatore .
Ho l'impressione che questa dimensione educativa , cioè pragmatica , la nostra scuola e la nostra università non l'abbiano ancora percepita , elaborata , metabolizzata e ancor meno attuata. E questa constatazione o considerazione ci sembra tanto più rilevante e determinante per capire perché le nostre due maggiori istituzioni educative siano entrate in cortocircuito nel momento in cui il Bel Paese sembra essere stato preso d'assalto da migranti provenienti da "Terre assai lontane" , per citare i versi di un'antica canzone napoletana . L'unico approccio elaborato e praticato dalle suddette istituzioni è stato ed è spesso , anche se non proprio sempre , quello dell'educazione interculturale dove l'altro è un ectoplasma nebbioso che si smarrisce nelle brume della teoria .
La diversità che ti trasforma perché questo e non altro , secondo lo scrivente , dovrebbe essere il senso correttamente inteso di una educazione interculturale è assente . E questa trasformazione identitaria ,che è reciproca nel momento dell'"impatto" con l'altro , dovrebbe essere al centro del discorso educativo e soprattutto della pratica educativa . Credo che i docenti , oltre agli allievi e più degli allievi , dovrebbero essere obbligati , prima di svolgere il loro ruolo strategico di educatori , ad andare e fare esperienza in Terre assai lontane . E il racconto del loro viaggio di autoformazione e di trasformazione dovrebbe essere il "capitale" e l'eredità che essi portano in dote ai nostri allievi per spingerli a loro volta ad andare per le infinite vie del vasto mondo per tornare arricchiti e trasformati nel cuore e nella mente , più ibridati e contaminati dall'altro , per porsi al servizio di una comunità divenuta sempre più cosmopolita proprio grazie alla loro acquisita e dialettica alterità .
Sogni di una notte di mezza estate ? Voli pindarici ? Chimere ? Elucubrazioni a dir poco sterili e inconcludenti ? Chi scrive è del parere che questi sogni , queste chimere , al contrario , siano le uniche realtà possibili e praticabili se non si vuole che la realtà della pressante e dilagante cosmopolitizzazione che ci circonda e ci sovrasta , incombente e imperversante come e più di uno spettro visibile , si trasformi , essa sì , in un incubo infinito al servizio di un incontenibile e irrefrenabile razzismo . Per afferrare il senso più profondo dell'anima migrante che sopravvive e combatte per ritagliarsi un modesto posto al sole nel territorio per l'Altro ignoto in cui anche noi viviamo , bisogna andare , anche solo per qualche istante , in quelle Terre assai lontane e spesso sofferenti da dove è partito l'Altro per ritrovare noi stessi e l'Altro . Per poi raccontare e portare in eredità ai nostri allievi non un pezzo di intercultura , ma un pezzo di umanità e soprattutto un flusso ininterrotto di dialettica dialogica tra "noi" e "loro" . I docenti di entrambe le suddette istituzioni educative una volta rientrati dal loro "viaggio" di autoformazione e di trasformazione, si assumono la tremenda e soverchiante responsabilità di narratori neo-odisseici destinati a ricreare una nuova , magica e coinvolgente epopea non solo affabulatrice , ma anche necessariamente critica e autocritica . Perché fare esperienza di un altro mondo non significa solo immergersi nelle sue abissali profondità , ma anche guardarsi nello specchio degli altri . Compito veramente ciclopico , ma strategico , necessario e ineludibile , alternativo a quell'altra narrazione esclusivamente mitologica e mitografica costruita e rappresentata dalla pervasiva macchina mediatica . Crediamo che non la trasmissione di una "semplice" e pur importante esperienza personale , ma l'interazione e la transazionalità di un itinerario divenuto metamorfico e trasformativo sia ormai una delle poche vere e sostanziali missioni che ancora rimangano saldamente monopolio dei docenti ovviamente nella doppia , inesauribile e dinamica prospettiva prima dell'interscambio dialogico con l'Altro e poi dell'incontro - scontro interattivo , argomentativo e performativo con gli allievi .


Sono finalmente in Indonesia , precisamente a Bali . con la testa piena di propaganda e pubblicità negativa su queste contrade , mi aspettavo di trovare tristezza e desolazione . Ma scopro che la tristezza e la desolazione veramente e abbondantemente esistono solo nei nostrani strateghi della strategia della tensione universale e mondiale . Evidentemente non pochi di questi strateghi sono ben pagati e remunerati da chi ha interesse a spargere nel mondo fobie e divisioni tra popoli e nazioni . Il fatto è che , purtroppo , anche i migliori tra noi europei cadono nella trappola del complotto universale e dell'immagine nefasta e subdola , ma latente e patente , dell'orientale col coltellaccio che ti attende nel buio del crocicchio per tagliarti la gola . E noi sappiamo che sono più reali tali immagini mediatiche e ancestrali che non la realtà effettiva .
Purtroppo a Bali e in Indonesia non ho avvistato né visto all'orizzonte né giornalisti né cronisti italiani che si siano presi la briga di andare in giro per quest'immenso Paese che è un Continente più che una nazione . Gli unici giornalisti che hanno compiuto qualche visita "sul campo" , per dirla con gli antropologi , ma anche di questi non ne ho incontrati , attraverso un documentario trasmesso da una delle nostre reti televisive , ci hanno riconsegnato un'immagine di un mondo "arretrato" dove i nostri giornalisti , tutti contenti e soddisfatti delle loro "scoperte" riconfermate "sul campo" , si meravigliavano però che " i primitivi" della foresta tropicale possedessero la televisione e la guardassero con un interesse "sospetto" !


Dunque sono finalmente a Bali . Un viaggio ancora lunghissimo e appena sbarchi all' aeroporto , non avverti , ma "senti" subito sulla tua pelle e dentro la tua pelle , dall'aria e dai profumi che respiri , dai suoni , dai colori e dagli improvvisi assordanti silenzi e dalle altrettanto improvvise esplosioni di sorrisi ed allegria che un altro mondo non solo è possibile , ma esiste per davvero ed è a portata di mano solo che lo si voglia veramente afferrarlo e viverlo . E se non lo afferriamo e non lo viviamo non è perché gli Altri sono brutti , sporchi e cattivi , ma perché sono le nostre fobie e i nostri Lestrigoni che ce lo impediscono .
Non sono abituato a perdere il mio tempo malgrado a Bali ormai si può dire che io sia di casa . Vado subito a incontrare l'Oceano , la sabbia e la gente che riversa e vive lungo la maestosa e infinita spiaggia . Se il primo bagno è in questo incredibile e selvaggio Oceano non della desolazione ma del furore e del piacere , il secondo è quello nella folla altrettanto spumeggiante , caleidoscopica e cosmopolitica di contadini , pescatori e ambulanti che ti assorbe e ti metabolizza come una spugna .
Sei in mezzo a "loro" come se lo fossi sempre stato come uno di "loro" . Non ci sono né barriere né confini eppure spicco in mezzo a "loro" per il mio cappello alla Hemingway e i miei pantaloncini corti e il mio idioma "barbaro" . Alcuni si ricordano di me , altri e altre sorridono . Non ho neanche il tempo di far mente locale perché sono improvvisamente distolto da quell'incontro da una scena inusuale .
Tra Oceano e sabbia scorgo una giovane donna che prima , balla , salta e canta e poi improvvisamente si ferma e a mani giunte si avvicina sempre più all'Oceano . Poi a un certo punto vi si immerge parzialmente per offrire , con aria e tono meditabondo , fiori e frutta all'Anima dell'Oceano . Io conosco un po' di storia greco-antica e mi sono sempre appassionato nel tentativo di capire , si fa per dire , quale fosse il senso del così detto paganesimo , ammesso che il termine paganesimo sia giusto e altrettanto se ci sia un senso e sia giusto .
Comunque credo che sulla spiaggia di Bali l'incontro con la giovane donna balinese in quella che mi sembrava più che una "preghiera" un tentativo di "naturalizzazione" , cioè un tentativo non so se riuscito di assorbimento e armonizzazione totale nella natura , in questo caso nelle forme del Mare Oceano mi abbia veramente "illuminato" sul paganesimo . Credo cioè non di aver capito , ma di aver intuito cosa era ed è per un "pagano" vivere e morire nel mondo : un'esperienza di totale immersione e identificazione nella natura , un modo di concepire e praticare la "realtà" totalizzante e non separatistico . Non credo nemmeno che siano utili le nostre categorie schizofreniche di "mente" e "corpo" perché probabilmente , se esistono pure a Bali e in Indonesia , esse sono completamente diverse da noi e non concettualmente integrabili nell'approccio olistico e naturalistico dei nativi .


Cammino lungo la via principale di Bali che costeggia l'Oceano . Ormai mi è impossibile mimetizzarmi . Mi conoscono e mi riconoscono tutti . Non riesco a comprendere come sia possibile nutrire sentimenti razzistici nei confronti di gente che ti sorride continuamente e allegramente . Ma qui , a quanto pare , sono uno dei pochissimi tra i "Noi" che si fermano , discutono e sorridono con "Loro" in mezzo a "Loro" . Risulta pure difficile a me crederci e raccontarlo , però qui il razzismo è veramente qualcosa che per la sua assurdità e pervasività lascia stupiti e increduli .
Non voglio dare lezioni , ma veramente il razzista è uno che per la sua stupidità e chiusura mentale non solo è un pericolo pubblico per sé e per gli altri , ma non si rende nemmeno conto del mondo fantastico che si perde col suo atteggiamento .
Una volta che ci si è sintonizzati sulla giusta lunghezza d'onda dei balinesi , si viene subito ammessi in un mondo completamente diverso dal tuo , dove però ti pare e forse è un posto in cui finalmente hai ritrovato una dimensione naturale e dove la tua anima ti pare in qualche modo più vicina alla Comunità Assoluta .
Non sono un esperto di antropologia e di religioni ma veramente capisco sempre meno , anzi non capisco affatto quegli imbecilli , che avendo paura della loro ombra e persuasi della loro pretesa superiorità occidentale , se ne vanno in giro , anche tra i pochissimi connazionali oltre ai tantissimi australiani , con l'unico scopo di rafforzare la propria debolissima identità , calpestando quella degli altri . Potrei raccontare centinaia di episodi del genere visti e vissuti in Indonesia . Eppure , malgrado ciò , "Loro "sopportano "noi" , ci tollerano e quante volte mi sono sentito sprofondare sotto terra dalla vergogna perché"Loro" venivano da me ("noi" ?) per raccontare e trovare in me ("noi") un interlocutore di quell'altro mondo che gli desse qualche plausibile spiegazione di quegli episodi indegni e inspiegabili ! Sono morto dalla vergogna e dal dolore eppure mi hanno continuato a darmi un'immensa fiducia e hanno continuato a sorridermi come a uno di "Loro" in mezzo a "Loro" .

Alla fine delle mie deambulazioni , sono solito fermarmi per mangiare a un ristorante sull'Oceano in stile balinese-indonesiano con commistioni occidentali . Lo gestiscono dei ragazzi e delle ragazze indonesiane che sembrano , malgrado i guai e i problemi dell'Indonesia , il ritratto della Gioia e dell'Armonia universale . I clienti sono per lo più indonesiani . Ormai mi conoscono tutti anche qui . Negli ultimi anni la politica internazionale ha inasprito i toni contro l'Indonesia e pure la propaganda . E allora un indonesiano musulmano appartenente alla ricca borghesia nazionale si sente in dovere di approfittare del momento per mettere in difficoltà un europeo isolato che poi sarebbe lo scrivente . Sinceramente non è che ho gioito quando mi sono visto apostrofare in pubblico , essendo l'unico figlio del Grande Occidente in quel momento e in quella sede , ma neanche mi sono perso d'animo e ho reagito prontamente , rispedendo al mittente le cretinerie del borghese musulmano . Ma non ho neanche finito d rispondergli con le rime , che i ragazzi e le ragazze che gestiscono il ristorante , spalleggiati e sostenuti da sguardi di freddo disappunto da parte dei clienti indonesiani , si sono precipitosamente avvicinati al borghese musulmano per strappargli le posate a lui e alla sua famigliola e zittirlo .
Mi sono sentito in dovere di intervenire per non ulteriormente inasprire il linciaggio morale a cui veniva sottoposto insieme alla sua malcapitata famigliola .
Mi sono avvicinato al borghese per stringergli la mano e difenderlo da quello che ormai stava diventando per lui e la sua famigliola uno scivoloso e pericolo incidente di percorso oltre che diplomatico . E anche questa è Indonesia !

 

Pedagogia del Notturno .

Educazione e Globalizzazione tra Europa e Asia

di Gennaro Tedesco

Abstract
Si intende porre in atto un tentativo di confronto pedagogico e antropologico tra i giovani d'Europa e i giovani del "Continente" Indonesia . Si intende anche porre un confronto attraverso la testimonianza diretta e pratiche vissute "sul campo" a contatto diretto con i giovani dei due Continenti alla luce di un approccio non dogmatico , ma pragmatico . Ibridazioni e contaminazioni nell'universo della globalizzazione che attraversa e trasforma un'Asia tra le meno conosciute .

Ai fini di una interpretazione pedagogica e antropologica della realtà contemporanea non meno interessante, degno di attenzione e soprattutto problematico è il tentativo di osservazione di adolescenti e giovani in un loro ambiente archetipico e prototipico quale la discoteca, il pub e qualunque altro luogo di ritrovo informale.
In questo caso tenterò di avvalermi della mia modesta empiria di pellegrino laico e di chierico vagante nonché di docente vagabondo, curioso e un po' stravagante, ma anche riflessivo e soprattutto critico, alla ricerca non della verità ultima, che lasciamo, se esiste, cosa di cui sfortunatamente dubito, ai fondamentalisti della ragione e, soprattutto, della religione, ma di un modesto e microscopico frammento di 'nano-realtà'sempre mutevole, cangiante, fuggevole e opinabile.
Dunque, all'epoca del regime comunista in dissoluzione in Cecoslovacchia, decisi che valeva la pena affrontare un lungo , arduo e disagevole viaggio alla volta di Praga. Dopo una faticosa ed estenuante traversata ferroviaria da Salerno a Praga e in una notte buia e senza fondo, ritrovandomi in Piazza San Venceslao, fui , all'improvviso, attratto da un silenzio assordante che, ogni tanto, magicamente e misteriosamente, veniva interrotto da un sordo, persistente e cavernoso ritmo sonoro. Ero in compagnia di un viandante plurimo e infinito come me, mentre il sottilissimo filo d'Arianna sonoro e proto-tribale ci condusse, attraverso una piazza deserta, sorda e buia, quasi per mano invisibile, a una specie di porta flessibile, mimetizzata magnificamente nel mare delle grigissime costruzioni praghesi e quindi perfettamente nascosta. A me venne l'idea di spingere i battenti di tale porta ed essa improvvisamente e magicamente si spalancò, introducendoci dentro una specie di profondo, tetro e buio cunicolo o galleria senza alcun punto di riferimento in un viaggio orrido al termine della notte. L'unico miraggio che ci guidava dentro questo budello senza fondo era il ritmo via via più incalzante e stridente che sembrava provenire dal profondo dell'Inferno. Proseguimmo e la nostra curiosità e il nostro spirito d'avventura furono generosamente e abbondantemente ripagati. All'improvviso davanti a noi , spalancando e superando l'ultimo baluardo, l'ultima porta e sbaragliando l'ultima resistenza, ci trovammo in un luogo scintillante e rutilante di suoni e luci psichedeliche, di acrobati e giocolieri, di nani, cantanti e ballerine, di splendide e splendenti 'fate' praghesi, magnificamente e pesantemente agghindate e ingioiellate, ultraelegantemente e sofisticatamente imbellettate e straordinariamente seducenti. Fummo colti veramente alla sprovvista e rimanemmo impietriti e incantati da quella incredibile, magnifica, irripetibile e pur vera scena che si profilava e si stagliava in tutta la sua straripante e incontenibile vitalità e vulcanica magmaticità davanti a noi. Come al solito, deformato dalla mia mentalità storica, quelle fate praghesi assursero nel mio immaginario iconografico al livello di madonne e principesse bizantine con tutto il loro apparato e corollario di monili, collane, bracciali ed orecchini sfavillanti e sgargianti. Probabilmente confondevo il sacro col profano, ma allora questa fu la mia irrefrenabile ed immediata impressione.
Tutto il mondo intorno a noi, increduli spettatori e testimoni, era amplificato ed esaltato da un guazzabuglio di ombre e penombre improvvisamente attraversate da bagliori e lampi accecanti, mentre suoni cavernosi e cavernicoli attraversavano prepotenti e ipnotici , interrotti da bruschi, imprevedibili e incomprensibili silenzi, quello che sembrava il palcoscenico di un teatro a metà strada tra il tiaso dionisiaco, l'agorà ateniese e le sacre rappresentazioni. Gli attori di tale performance, adolescenti e giovani praghesi, ma anche giovani di altre nazionalità per lo più tedeschi ed italiani, erano frammisti ad altri, numerosissimi, di altra e oscura provenienza che allora, nella più totale confusione, non fui in grado di decifrare.Essi non portavano le consuete e tradizionali maschere drammatiche. Essi non avevano bisogno di nascondere se stessi a maggior ragione in quell'ambiente teatrale . E quindi dismettevano le parti e i ruoli che erano costretti a interpretare e a giocare nella loro grigia, triste e repressa vita quotidiana e lavorativa in un non certo agevole e gradevole mondo comunista al capolinea, ma ancora pur sempre vigile e in qualche modo reattivo. Finalmente nel giardino incantato dei ciliegi e fuori da quell'altro inagibile teatro del mondo essi potevano , per un attimo fuggente, dare al mondo se stessi , esprimere tutti gli aspetti più reconditi della loro personalità repressa e , forse, interpretare al meglio se stessi. Credo che l'intensità delle loro emozioni , l'autenticità spasmodica dei loro comportamenti , la sincerità e la profondità emotiva, partecipativa ed estetica delle loro performance coreografiche e coreutiche , che per quanti sforzi facessi, a me scettico e sonnambulo viaggiatore d'Occidente, sembravano incomprensibili e appartenenti ad un altro lontanissimo e inaccessibile pianeta, non fosse solo da attribuire alla rigorosa freddezza del regime totalitario, ma anche ad un parossistico formalismo dei rapporti educativi ampiamente teorizzato e assurdamente praticato nella pedagogia e nella scuola cecoslovacca. Usciti dalle tana notturna delle discoteche e riemersi al sole ingrigito della società praghese, questi adolescenti e questi giovani te li ritrovavi davanti ai tuoi occhi assenti, lontani, abulici e incapaci di comunicare , completamente avulsi dal loro contesto di appartenenza. Non riuscivi a intavolare un purchè minimo discorso. Era come vivere nel deserto della comunicazione e nella desolazione dei sentimenti. Eppure chi scrive non ha mai incontrato difficoltà a parlare anche con i muti , i sordi e i muri.
A Marienbad fui invitato ad assistere ad alcune esecuzioni di musica da camera. Tra boschi e colline umidissime e freddissime, era estate, mi ritrovai ad entrare in una delle solite grigissime costruzioni cecoslovacche, abbaglianti e stupefacenti per la loro immensa piattezza architettonica. Una volta penetrato al suo interno fui letteralmente sconvolto dallo spettacolo veramente inconsueto per me di adolescenti e giovani cecoslovacchi che, impenetrabili e compassati, se ne stavano in religioso silenzio ad ascoltare i concertisti che eseguivano per me musiche di una noia mortale . E per quanto qualcuno potrebbe sostenere che evidentemente quei ragazzi avessero ricevuto una profonda e notevole educazione musicale, sinceramente non sono mai riuscito a capire come, quasi come drogati e allucinati, quei ragazzi potessero rimanere in quell'ambiente immobili e passivi per tante ore . Tanto più tenendo conto del fatto che, appena fuori da quella gabbia musicale dorata e asfittica, c'era tutto un mondo reale che gli succhiava col suo brutale totalitarismo tutte le loro enormi riserve vitali.
Ora lasciamo Praga per raggiungere il palcoscenico di uno degli ultimi Paradisi tropicali : Bali. Ancora più difficile e complesso, data l'estrema esiguità dei mezzi culturali a mia disposizione e l'estrema raffinatezza della civiltà indù balinese, è barcamenarsi in mezzo ad adolescenti e giovani dell'isola, ma pure qualche piccolo approccio sperimentale è possibile e necessario senza pretendere di portare a casa profonde verità antropologiche e pedagogiche.
Per riferirmi al contesto balinese, mi esprimerò al presente perché continuo a frequentare l'isola e mi sento sempre più implicato e coinvolto nella vita della sua gente.
Percorro e frequento quotidianamente e incessantemente la via principale della località più nota dell'isola che si chiama Kuta. Di recente ho scoperto un locale notturno che non è solo discoteca, ma anche una specie di ritrovo non solo per i turisti, ma anche per i balinesi e gli indonesiani di tutti i ceti e le età . Sono entrato al suo interno . L'ambientazione degli interni, pur essendo colossale, è caratterizzata da sapienti giochi di luci e di ombre oltre che da una suddivisione degli spazi che lascia ampio margine a notevoli livelli di intimità interpersonale. Ma, a dire il vero, non è stata questa particolare e originale gestione dello spazio architettonico interno che mi ha particolarmente colpito. E' stato soprattutto l'atteggiamento e il comportamento di giovani e meno giovani a sollecitare e a incentivare il mio interesse e la mia attenzione.
Innanzitutto, soprattutto le ragazze, prevalentemente islamiche e indù, evidenziano ed esibiscono un sorriso sommesso e persistente che nella sua infinita leggerezza, ti sorprende e ti spiazza . I ragazzi, al contrario, pur presenti, mobilissimi e dignitosi, tendono a mimetizzarsi, a confondersi e ad assorbirsi e dissolversi nella penombra della notte psichedelica, quasi, senza dirlo e manifestarlo, dando per scontato che la notte artificiale divenga la scena privilegiata per la loro controparte femminile.
Certo qui si potrebbero e si dovrebbero scrivere fiumi e torrenti di saggi antropologici, ma presumo che anche in Europa pochi fino ad ora abbiano pensato e prima ancora praticato una fenomenologia o una antropologia del notturno femminile orientale.
Al contrario degli adolescenti e dei giovani praghesi, le ragazze e i ragazzi balinesi sembrano trovarsi a loro agio nell'essenzialità minimalista degli atteggiamenti e dei comportamenti . Di solito, anche a causa della mia esperienza maturata in numerosi ambienti diversi dal mio e per la mia relativa autodisciplina in situazioni di lunghe esposizioni al pubblico, mi presento e mi comporto in modo sobrio e relativamente equilibrato. Ma confesso di non aver mai incontrato e fatto esperienza di adolescenti e giovani del tipo dei balinesi . Anche quando ti contattano, ballano e cantano, sembra che stiano in continua, solenne e perenne meditazione , ma ciò che sembra assomigliare a meditazione non impedisce loro di essere vivi, partecipi e straordinariamente attraenti e palpitanti. Non chiedetemi come sia possibile tutto ciò, ma vi giuro che ne sono testimone incredulo e disorientato. E pur continuando a praticare tale comportamento in modo convinto e intenso, avverti che non solo non ti hanno dimenticato, ma che addirittura con la totalità, la mobilità e la duttilità della loro presenza corporea ti cercano e ti sollecitano . Veramente incredibile anche per un viandante plurimo e infinito come lo scrivente. Certo, è evidente che dietro questa fenomenologia del carattere e del comportamento balinese e in parte giavanese si nasconde tutta una originale e peculiare impostazione e pratica educativa che comincia in famiglia e finisce a scuola e soprattutto nella complessa teatralità della vita pubblica balinese. Ma qui non è il caso di addentrarsi nel sofisticatissimo ginepraio dell'antropologia e dell'etnografia balinese. Non sono né antropologo né etnografo, ma un modestissimo viaggiatore d'Occidente alle prese con un'esperienza straordinaria della quale cerca , impressionisticamente, di riportarne qualche microscopico scampolo e millesimale frammento. E' difficile pure da parte mia poter affermare che sono un semplice e distaccato testimone di tale situazione e non posso non essere d'accordo con tutta quella schiera di antropologi contemporanei che sostengono che l'implicazione anche del più puro osservatore distaccato, ammesso che esista, in situazioni così coinvolgenti e, per me paradossali, come quella della mia esperienza notturna balinese, non potrà mai essere descritta con asettica e fredda oggettività scientifica.
Lo stile meditativo dei giovani e delle giovani balinesi è poi (collegato), rafforzato e consolidato da uno sforzo, per lo meno dal mio punto di vista di sprovveduto e infingardo occidentale alle prese con una realtà mai vista e soprattutto immensamente più grande della sua, che definirei titanico, se non temessi di essere scambiato per un esaltato e allucinato turista, di praticare, se possibile, più che teorizzare, un approccio armonioso alla vita. Certo non è escluso che anche tra i balinesi e i giavanesi ci possano essere e ci siano ipocriti e simulatori, ma ciò , secondo me, non scalfisce minimamente la genuinità di tale snervante e pur convinta tensione all'armonia dell'essere : con se stessi e con gli altri.
Tenendo conto delle notevoli difficoltà di agibilità economica e sociale del loro ambiente sia isolano che nazionale, è davvero incredibile come questi giovani facciano di tutto per sincronizzare e armonizzare non solo i ritmi di vita , ma anche quelli corporei all'ambiente , alla società e all'umanità. E con più di qualcuno con cui sono riuscito a instaurare veramente incredibili e profondi legami, in certe occasioni ho potuto constatare di persona la drammaticità di non raggiunte e non raggiungibili pur minime armonie : era come perdere contemporaneamente la faccia e se stessi, cadere, senza esagerazioni, in abissi di vuoto siderale in cui non ci si riconosceva più come persone con una propria distinta e definita identità oltre che dignità, se , naturalmente, tali espressioni occidentali sono giuste e appropriate.
Ho visto e vedo tantissimi adolescenti e giovani balinesi, che, pur nell'incalzare vorticoso della globalizzazione e delle sue ambivalenti contraddizioni, non rinunciano al mandato categorico della loro educazione ancestrale alla pacatezza e alla misura e per questo sembrano attraversare le iperboliche e ipercinetiche dinamiche della società indonesiana come esseri fuori dal mondo alla ricerca di una realtà che è l'esatto opposto di ciò a cui aspira la loro tensione morale e sociale.
Malgrado ciò non demordono, anzi affrontano la realtà, per certi aspetti, brutale e sconvolgente, della incipiente , incalzante e vertiginosa globalizzazione indonesiana, con coraggio e determinazione.
E per quanto i ritmi vorticosi e irrefrenabili della globalizzazione avanzino e dilaghino non solo nella società balinese ed indonesiana, le cerimonie indù di Bali e dei balinesi continuano a prodursi e a manifestarsi in tutta la loro sfolgorante e straripante teatralità partecipativa ed emotiva, coinvolgendo nella loro follia estatica ed estetica anche coloro che, come me, lo scrivente dell'Occidente perduto, non riescono a " razionalizzare "e cristallizzare "logicamente" le loro presunte e improponibili esperienze "euro-antropologiche".
Sono a Bali per l'ennesima volta nella località di Kuta , il centro della vita balneare , notturna e turistica dell'isola . E' sera inoltrata . E' l'ora di cena . La folla va su e giù per la via principale che costeggia l'Oceano . Mi fermo improvvisamente nei pressi di un ristorante di fronte al grande Centro commerciale , punto d'incontro per le variopinte e cosmopolitiche genti che lo attraversano e lo raggiungono. Per giungere ad esso bisogna salire una ripida e lunga gradinata . Comincio a scalare anch'io la gradinata . Una volta giunto in cima , mi fermo di nuovo perché attratto , affascinato e ammaliato da una melodia proveniente dal ristorante nei pressi del quale mi ero fermato in precedenza . La melodia sovrasta il flusso spasmodico e quasi delirante del traffico balinese . Le sonorità della melodia sono prorompenti , scandite incessantemente dalle percussioni di tamburi che fanno ritmare i movimenti pendolari degli adolescenti e dei giovani balinesi . Sto ad ascoltare anch'io ormai nel buio della sera tropicale illuminato da luci soffuse e allo stesso tempo intense . A un certo punto mi accorgo di aver già ascoltato la melodia , è quella di una antica canzone napoletana . Ma il motivo della mia sorpresa non è questo , è un altro . Gli adolescenti e i giovani balinesi ballano e danzano al ritmo delle sonorità napoletane che essi scambiano per sonorità giavanesi , sumatrane , papua o del Borneo .
E' uno spettacolo davvero interessante e straordinario . Direi che anche questa è globalizzazione , anzi ibridizzazione e contaminazione Mi convinco sempre di più che nella stessa Europa tante melodie e sonorità particolari , originali e "strane" che passano per "autoctone" spesso , soprattutto nel Mediterraneo , traggano la loro vera origine da fenomeni di ibridazione e contaminazione , nascosti e taciuti piuttosto che giustamente evidenziati , enfatizzati e soprattutto spiegati . La loro presumibile se non certa origine orientale viene cancellata per far posto a un improbabile "genio" identitario tutto europeo e credo che molta parte delle sonorità orientali degli ultimi anni , soprattutto da quando anche la musica si è mondializzata , siano finite nelle mani di abili corsari dell'industri discografica occidentale che ne hanno sapientemente cancellato l'origine extraeuropea per piegarle alle esigenze e agli interessi di un capitalismo "autoctono" e di un identitarismo vocale , strumentale e musicale ! Un delirio di onnipotenza tipicamente occidentale .
Non ricordo precisamente , ma mi pare nella stessa giornata dei tamburi lontani e vicini , mi sono imbattuto in una coppia di individui che , quando non avevo tutte le esperienze di viandante plurimo ed infinito del mondo , avrei creduto che potessero esistere solo nella fertile e stralunata fantasia di qualche regista di film americani .Ma , come al solito , la realtà supera la fantasia e , tra l'altro , credo che proprio Bali sia un palcoscenico unico al mondo per imbattersi in personaggi che , pur sembrando cinematografici , sono fin troppo reali e tali da metterci in situazioni di difficoltà e forse , di pericolo , che ci consentono di riflettere sulla nostra pelle per aprirci un varco nelle contraddizioni del mondo globalizzato e ibridato .
Dunque , alquanto affamato e desideroso di riempire il mio stomaco urlante , entro in un locale pubblico specializzato nella preparazione e nell'offerta di dolci anch'essi globalizzati e gradevolissimi alla vista e al palato . Mi accomodo a un tavolo da solo . Rapidamente vengo servito con abbondanti e variopinte libagioni. Ho veramente fame perché conduco una vita intensissima caratterizzata da una notevolissima e debordante attività balneare e natatoria e da un'altrettanto straripante vita relazionale e notturna . Senza tener conto che al Tropico spesso ti succede che improvvisamente ti blocchi per improvvise perdite di energie che richiedono poi necessari recuperi con prolungati e forzati riposi . Mentre gusto quello che è una vera e propria cena , improvvisamente mi accorgo che di fronte , non lontano da me , si è piazzato a un tavolo vicinissimo al mio un giovane uomo tra i trenta e i quarant'anni . Dall'aspetto , barba nerissima , lunga e folta , carnagione brunissima , volto scavato e naso pronunciato , sembra un mediorientale , irakeno , saudita , afgano o pakistano , non riesco a inquadrarlo esattamente . Mi fissa intensamente con occhi sgranati , lucenti e stralunati . Mi pare di capire che è sposato con una giovane donna australiana che ha con se tre ragazzine biondissime e con occhi azzurri come quella che credo sia la madre . Posso sbagliare , ma dall'aspetto macilento e gracile della madre , delle ragazzine e del mediorientale , dal modo ossessivo e isterico con cui il presunto consorte dell'australiana mi guarda mentre mangio , mi sembra di poter dedurre che le loro riserve alimentari da un pezzo si sono esaurite .
Il mediorientale continua a fissarmi imperterrito mentre mangio . Mi accorgo del suo sguardo e a un certo punto percepisco chiaramente che sta per perdere il controllo della situazione e che è prossimo un suo balzo felino sulla mia tavola imbandita anche se comincio a dubitare che l'eventuale rapido assalto abbia come prevalente obbiettivo le mie libagioni , sfiorandomi il dubbio che forse la preda più ambita sia il divoratore di tali libagioni , un pingue e blasfemo infedele , lo scrivente .
Ma sono salvato dall'improvviso intervento dell'australiana che , avendo compreso il pericolo della situazione , si lancia letteralmente sul mediorientale per accerchiarlo con le ragazzine e impedirgli il possibile balzo .Con un sorriso e con molta calma , appresa alla Scuola dell'Armonia balinese , mi alzo e me ne vado . I commenti possibili sono tanti , ma una cosa è certa : non è facile capire , giudicare e pontificare quando l' "Altro" ha la pancia vuota . Facile , troppo facile ammantare il tutto con il mantello sgargiante e accecante della religione e della cultura . I mantelli spesso servono a coprire profonde verità e abissali realtà che non vogliamo né conoscere né capire perché specchio deformato ma sincero della nostra società e di noi stessi .

Bibliografia

Clifford Geertz , Interpretazione di culture , Il Mulino , Bologna , 1998

Clifford Geertz , Antropologia interpretativa , Il Mulino , Bologna , 2006

Victor Turner , Dal rito al teatro , Il Mulino , Bologna , 2007

Antonin Artaud , Il teatro e il suo doppio , Einaudi , Torino , 2006

 


Jalan Jimbaran .La Via della Speranza


di Gennaro Tedesco

 


Abstract
Due modelli educativi a confronto . Oriente e Occidente vengono brevissimamente posti a confronto in una microdimensione pragmatica . "Sul campo" si incontrano e si scontrano prospettive e pratiche educative , che nel loro confrontarsi e intrecciarsi , sembrano dimostrare la possibilità contrastata e dialettica di un dialogo incessante e dinamico . Sullo sfondo di una globalizzazione concreta e operativa nello stesso momento del tentativo comparativo tra due mondi che , malgrado tutto , sembrano ancora poco conoscersi e riconoscersi
reciprocamente .


Di ritorno dall'Indonesia mi ha stimolato parecchio la lettura di un articolo su un quotidiano nazionale a proposito della constatazione che gran parte delle migliori e più innovative espressioni artistiche e culturali provengano dall'Oriente . E uno dei maggiori colpevoli di tale inammissibile e sgradita situazione era indicato nel sistema formativo , ma non solo in esso , dell'intero Occidente , dall'Europa all'America .
Per uno , come lo scrivente , frequentatore assiduo dell'Oriente , non è una novità né una scoperta recente anche se ciò sembra indignare e scandalizzare i nostri giornalisti e accademici . Sarei curioso di sapere dove erano e dove vivevano mentre non solo la Scuola e l'Università colavano a picco e l'Oriente si avviava a passi da gigante a sostituire e a divenire anche nella sfera creativa un temibile concorrente dell'Occidente ( se naturalmente ci intestardiamo ad adottare la logica dello scontro al posto di quella dell'incontro) .
La mia esperienza diretta e personale dell'Indonesia mi consente di affermare che anche in questo Gigante dell'Asia la Scuola e l'Università non sono all'avanguardia e soffrono anch'esse per il periglioso processo di globalizzazione che le attraversa e le scuote alle fondamenta . Ma , al contrario del perduto Occidente , l'Indonesia , pur con tutte le sue gravi e numerose contraddizioni , non esaurisce né limita alla sola Scuola e all'Università il suo sistema formativo . Un fattore importante della pedagogia indonesiana è la Comunità Educante , un concetto e una pratica , che , quando raramente presente in Europa e in America , rischia di essere frainteso perché interpretato come generico e avulso da qualsiasi contesto concreto , assimilandolo ad un significato quasi esclusivamente mediatico , per quel poco che ne rimane in Occidente . Non è così in Indonesia . Molto spesso in queste contrade la Comunità Educante si materializza nella Strada . Quello che direttamente e personalmente ha potuto constatare chi scrive con le sue persistenti visite "sul campo" è che la Comunità eterogenea e metamorfica della Strada nei quartieri delle città indonesiane si trasforma in una Rete non solo di informazioni e interconnessioni comunicative , ma anche e soprattutto di discorsi e pratiche educative .
L'approccio osservativo ed imitativo dello sguardo e dell'ascolto , quello della pratica diretta , quando possibile , della tecnologia più innovativa e flessibile , la distillazione , la metabolizzazione e l'adattamento delle notizie , degli atteggiamenti, dei comportamenti e delle posture captate e colte nel rumore e nel fragore dello scambio turistico divengono non educazione alla cittadinanza , concetto e pratica delle elites occidentali , ma educazione e introduzione all'attività politica . E la Strada non è solo presa di coscienza individuale e collettiva dell'essenzialità del politico attivisticamente e protagonisticamente inteso , ma anche riconoscimento e pratica di una Comunità profondamente umana e solidale , pur nelle contraddizioni di un capitalismo globale che avanza comunque nella stessa Indonesia come nel resto dell'Asia e del mondo .
Nelle strade di questo Impero- Continente più che Nazione si insegna e si apprende a contatto con etnie , religioni e classi sociali le più disparate , ma soprattutto si attua immediatamente e concretamente una pratica interculturale che , pur nelle oggettive difficoltà delle umane ed universali contraddizioni , cementa e consolida rapporti umani e sociali destinati poi a fondersi e a dissolversi in una dimensione certamente più immaginaria che reale di Armonia universale che , comunque , consente di estendere e approfondire il senso e la pratica di una pedagogia sociale destinata a divenire consapevolezza e partecipazione politica .
Ma in Indonesia non solo è la Strada che diviene Comunità Educante , c'è anche la Televisione sia nelle sue reti pubbliche che private . Essa , pur nelle evidenti contraddizioni di una pubblicità consumistica invasiva e pervasiva e capitalisticamente avanzata e imbrigliata nelle ambiguità di un servizio sociale non sempre indipendente dalla sfera governativa , produce ed irradia immagini reali e significative di un mondo urbano e rurale in continua trasformazione . Tale approccio mediatico non nasconde i pressanti ed ineludibili problemi della società indonesiana , non li edulcora né li stempera : il patrimonio culturale immenso di questo popolo e la sua possente tradizione folklorica e artistica vengono riproposti , contaminati , trasformati e trasfigurati a contatto con le esigenze di una modernità molto meno occidentale di quanto si pensi e si creda dall'altra parte del globo . Il processo di ibridazione e metamorfizzazione è molto più avanzato in Indonesia che nel nostro lato del mondo .
L'Educazione della Strada , aggiunta ad una formazione scolastica ed universitaria più tecnica e asettica , in Indonesia consente una metabolizzazione più attenta , più rapida , più profonda , più dialettica e più multipolare della realtà .E quando parliamo di Educazione della Strada e di Comunità Educante ci riferiamo anche al valore educativo e formativo oltre che politico dei miti , dei riti , delle processioni e delle feste che sono all'ordine del giorno in particolare a Bali . Essi sono meravigliosamente veicolati ed espressi dalle forme teatrali e coreutiche , vero serbatoio vivente di una tradizione contemporaneamente artistica , attivistica ed educativa . L'approccio indo-balinese all'educazione , espresso e manifestato nelle forme globali teatrali , processionali e rituali della partecipazione e identificazione naturale e naturalistica , consente a tutto un popolo , a tutta la Comunità di rivivere direttamente e personalmente e di reinterpretare , di reincarnare attivisticamente un patrimonio ancestrale vivente alla luce e in funzione di una ibridazione di una modernità diversamente percepita e concepita e soprattutto originalmente praticata .
Ma prima di concludere questa breve ricognizione antropo-pedagogica , se tale si può definire , vorrei ritornare al discorso di partenza sulla Comunità Educante e sul ristagno creativo dell'Occidente nei confronti dell'Oriente . Molto spesso , anche se non sempre , soprattutto nel Bel Paese , quando si elaborano e si rielaborano progetti intorno ad una rediviva ed agognata Comunità Educante , si ha l'impressione che essa finisca con l'identificarsi con l'usato , usurato e abusato concetto e pratica di "Territorio" . Il fatto è che , anche quando fosse valida questa supposta identificazione , essa sconterebbe gli effetti di una allucinazione economico-tecnologica e illuministica . Ancora una volta i nostri pedagogisti , i nostri docenti e dirigenti , insieme ai fautori dei distretti territoriali e "culturali", scambierebbero ristrette e artificiali costruzioni territoriali con i valori generali ed educativi di una Comunità Educante che , come l'Educazione di Strada indo-balinese sembra dimostrare , appartengono tutti o quasi tutti a contesti e pratiche non artificiali ed illuministiche e "culturalistiche" , ma prepotentemente "naturalistiche" . Il problema è che in Occidente , a cominciare non solo dalle sue Scuole e dalle sue Università , la riaffermazione non solo ideologica e politica di un neo-illuminismo occidentale e probabilmente neo-imperialistico come reazione all'ascesa dei Giganti dell'Asia , in particolare il Dragone Cinese e l'Elefante Indiano , produce e determina un ulteriore stadio di riaffermazione e consolidamento di un "culturalismo" esasperatamente intellettualistico , costruttivistico o neo-costruttivistico . Esso acceca e preclude ogni possibilità di comprensione di quanto accade nel "naturalistico" Oriente . Dove il naturalismo , al contrario del culturalismo costruttivistico , comporta la quasi immediata presa diretta con una realtà che in Occidente l'astrazione culturalistica e neo-illuministica nasconde agli occhi dei suoi costruttivistici e iper-intellettualistici osservatori . Ma non solo . Le conseguenze di questa impostazione e di questa "disposizione" occidentale conducono nelle Scuole e nelle Università ad un approccio educativo e formativo teso a intellettualizzare , soggettivare e idealizzare il contatto con una realtà , là dove ancora postulata , percepita ed esistente , come un percorso lineare , bello e progressivo , scaturito da secoli "gloriosi" di storia e civiltà che , però , rischiano sempre di più non solo di allontanarci dal "naturalismo" e realismo degli "Altri" , ma anche di perdere ogni residua possibilità di descrizione e comprensione "creativa" del mondo in cui viviamo .
Purtroppo credo che mi sarà sempre meno facile ritornare a Bali in Indonesia . Negli ultimi mesi del 2010 i visitatori dell'isola , che già negli ultimi anni si erano rarefatti , con l'acuirsi della crisi economica in Occidente , sono quasi del tutto scomparsi e questo processo di rapida rarefazione turistica è destinato a svilupparsi ulteriormente . Nel frattempo anche il rafforzamento dell'economia sud-est-asiatica e la graduale rivalutazione delle monete locali contribuiranno ad assottigliare ulteriormente e definitivamente il numero già risicato dei visitatori occidentali in questa perla d'Oriente . E' la ruota dell'economia , oltre che della Storia , che ora sembra cominci a girare verso Oriente e non più verso Occidente .
Come al solito , quando mi trovo a Bali , non perdo tempo e , dopo aver battezzato e onorato l'Oceano Mare, mi precipito in mezzo alla folla , anzi in mezzo al popolo balinese tanto naturale e modesto quanto straordinariamente eterogeneo e caleidoscopico . Ormai conosco un "mondo" di giovani e meno giovani ed essi mi riconoscono immediatamente , accogliendomi nella loro Comunità di strada che si dipana e si espande lungo una strada , la Jalan Jimbaran , che lambisce il maestoso e selvaggio Oceano Indiano . Io rimango sempre più affascinato , ammaliato e "catturato" dal modo di vivere insieme di questa gente straordinariamente umile e allo stesso tempo possente . Questa della Jalan Jimbaran , la via dell'Anima profonda , non solo è la via della Vita senza confini di una Comunità naturale in cammino , ma è anche la Scuola , una Scuola che è una forma di vita in eterno divenire e in costante metamorfosi , dove non esistono i limiti e le barriere delle aule e delle classi in cemento armato dell'Occidente . Educazione e Vita , formazione e vita coincidono , anzi sono la stessa cosa . Vita e Trasformazione delle forme di vita ( quelle che noi in Occidente congeliamo e mummifichiamo dando ad esse il nome di Educazione e Formazione) si fondono e si confondono . Che non sia questo il "Naturalismo" ?
Il Naturalismo in Occidente si è trasformato , o , meglio , si è ossificato o , peggio ancora , si è fluidificato nell'artificialità di una Educazione "virtuale" che della natura non lascia intuire nemmeno l'ombra . Parecchi giovani ed adolescenti dell'isola suscitano la mia attenzione pedagogica e antropologica perché spesso li colgo tutti protesi ed assorti in un genere di "attività" che tra i nostri adolescenti e giovani , ma anche tra i nostri docenti e dirigenti , nella migliore delle ipotesi , susciterebbe un moto di ilarità e di ironia . Più che un' attività , quella in cui i giovani e le giovani balinesi sembrano totalmente immersi è una "forma di vita" , uno stile meditativo che sembra essere, e lo è , l'opposto di tanti adolescenti e giovani occidentali . I giovani balinesi che scorgo assisi sui gradini di una immensa costruzione pubblica di fronte alla via principale dell'isola , malgrado il traffico infernale e incessante , sono completamente assenti e assorti nel loro estenuante tentativo di elaborazione autoriflessiva in cerca di un vago e profondo sentimento che possiamo definire Armonia Cosmica . Mentre ai nostri adolescenti e giovani viene insegnata tutta una vasta gamma di "tecnologie" e metodologie umanistiche e pragmatistiche per affrontare e vincere il mondo , i giovani balinesi provano più modestamente e sommessamente e più teoreticamente a cercare e trovare dentro di se una via che li conduca con progressivi slittamenti verso la dimensione cosmica di un' "armonia" totale e totalizzante che li dovrebbe porre in sintonia con l'anima naturale più che artificiale ( sociale ? ) del micro-macro mondo .
Qualche giovane balinese apparentemente più sensibile alle Sirene consumistiche ed edonistiche dell'Occidente lo scorgo turbato e angosciato per quella che sembra essere per essi una situazione ambivalente . Essi sono consapevoli di possedere un'educazione e una cultura diversa da quella occidentale e vorrebbero relegarla in qualche buio anfratto della loro coscienza . I riti e i miti del tribalismo consumistico dell'Occidente sono penetrati anche nelle loro menti e vorrebbero integrarsi a pieno titolo nel neo-tribalismo idolatrico dell'Occidente .
E a questo punto mi sento di intervenire e faccio notare loro che , nel caso di una non scontata loro "ammissione"a questo esclusivo club di presunti privilegiati , essi si troverebbero due volte repressi e oppressi : una prima volta perché considerati ancora "colonizzati" subalterni della periferia del mondo , una seconda volta perché alienati e depressi , come i loro pari occidentali , da una società consumistica e conformistica.
E allora ad essi mi permetto di indicare , da compagno di strada , che essi , per opporsi alla standardizzazione e conformizzazione della globalizzazione occidentale , devono rimanere se stessi e opporre e imporre al mondo la loro educazione e la loro cultura . Educazione e cultura che più che nella scuole dell'Indonesia tendenti a conformarsi a un modello adattato e debole della formazione occidentale , dovrebbero continuare a trovare spazio e ad espandersi nel contesto di un modello educativo prepotentemente e sapientemente elaborato e diffuso dalla e nella Comunità di Strada come luogo primario e prioritario di elaborazione e rielaborazione di un sapere antico perennemente , vivacemente e criticamente riattualizzato e rinnovato a contatto continuo con la natura dinamica e metamorfica degli esseri viventi liberi dagli schemi preconcetti delle istituzioni " illuministiche" , imposti da un Centro conformatore e deformatore .


Bibliografia

Clifford Geertz , Mondo Globale , Mondi Locali , Il Mulino , Bologna , 2007

Clifford Geertz , Interpretazione di culture , Il Mulino , Bologna , 1998

Clifford Geertz , Antropologia interpretativa , Il Mulino , Bologna , 2006

Franz Magnis-Suseno , Javanese Ethics and World-View . The Javanese Idea of the Good Life , Panerbit PT , Jakarta , 1997

Pramoedya Toer , Figlio di tutti i popoli , Il Saggiatore , Milano , 2000

Norman Lewis , Un Impero dell'Est . Viaggio in Indonesia , Feltrinelli Traveller , Milano , 1994

Maria Laura Conte , Dove guarda l'Indonesia ? , Marcianum Press , Venezia , 2006

 

 

INDONESIAWEB

di Gennaro Tedesco

 

 


1) STORIA
2) A-GEOGRAFIA E B-ECOLOGIA
3) C-LETTERATURA E D-CINEMA
4) E-TEATRO , F-DANZA , G-MUSICA , H-ARTE
5) I-ANTROPOLOGIA E L-FOLKLORE
6) ATTUALITA'

1) STORIA


1) http://www.lonelyplanetitalia.it/destinazioni/ansa/Indonesia/storia/

2) http://www.corriereasia.com/indonesia/storia_indonesia.shtml

3) http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell'Indonesia

4) http://www.cesnur.org/2004/mi_arabia.htm

5) http://www.bab-levante.net/indonesia/introduzione.htm

6) http://www.loc.gov/rr/international/asian/indonesia/resources/indonesia-search.html

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8) http://translate.google.it/translate_s?q=Storia+Indonesia&hl=it&um=1&ie=UTF-8&sl Cliccare su " Traduci e cerca "

9) http://209.85.135.104/translate_c?hl=it&langpair=en%7Cit&u=http://www.state.gov/ Primo Percorso : Cliccare su Asia Orientale e Pacifico, su Mappa, su Indonesia, su Library of Congress Secondo Percorso : Vai a Keyword Search e digita Indonesia

10) http://209.85.135.104/translate_c?hl=it&langpair=en%/Cit&u=http://eh.net/encyclop Cliccare su Enciclopedia, sull'Indice alfabetico la lettera I , su Indonesia

11) http://it.viaggi.yahoo.com/p.guida_viaggi-1161882-_indonesia_cultura-i Digitare Indonesia su "Cerca in Yahoo ! Viaggi " .

12) http://www.colonialvoyage.com/

13) http://en.wikipedia.org/wiki/Portal:Indonesia

14) http://www.gksoft.com/govt/en/id.html

15) http://www.bps.go.id/

16) http://www.accessasia.com/xroad/mai-nid.html Cliccare su "Search by countries" Ciccare su "Indonesia"


2) A GEOGRAFIA


1) http://www.globalgeografia.com/asia/indonesia.htm
2) http://www.sapere.it/tca/MainApp?srvc=vr&url=/2/3583_1
3) http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761573214/Indonesia.html
4) http://it.wikipedia.org/wiki/Indonesia
5) http://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Geografia_dell'Indonesia
6) http://www.google.com/Top/World/Italiano/Regionale/Asia/Indonesia
7) http://www.indonesianembassy.it/home/indonesia.htm
8) http://translate.google.it/translate_s?q=Geografia+Indonesia&hl=it&ie=UTF- Cliccare su "Traduci e Cerca"
9) http://www.indonesia-tourism.com/
10) http://www.lonelyplanet.com/indonesia
11) https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/geos/id.html
12) http://maps.google.it/maps?hl=it&q=Indonesia&um=1&ie=UTF-8&sa=X&oi=geocod
13) http://www.expat.or.id/orgs/introducingindonesia.html
14) http://www.indonesia.com
15) http://www.atlapedia.com/online/countries/indones.htm

2) B ECOLOGIA


16) http://it.viaggi.yahoo.com/p-guida_viaggi-1161881-_indonesia_ambiente-i


17) http://translate.google.it/translate_s?q=indonesia+foto&hl=it&um=1&ie=UTF-8&sl=i Cliccare su "Traduci e Cerca"

18) http://translate.google.it/translate_s?q=Video+Indonesia&hl=it&um=1&ie=UTF-8&sl Cliccare su "Traduci e Cerca "
19 )http://pictures.traveladventures.org/images/it/flores3

20) http://www.cisonostato.it/photo.php?id=525

21) http://mysterium.blogosfere.it/2008/12/ Far scorrere il file fino in fondo

22) http://cronacaeattualita.blogosfere.it/2007/12/il-ratto-gigante-dellindonesia.html

23) http://news.nationalgeographic.com/news/2006/02/photogalleries/newguinea/index.html
24) http://it.voyagevirtuel.info/java.php

25) http://www.tolenodesign.net/blog/?tag=indonesia

26) http://www.globalgeografia.com/album/indonesia.htm

27 http://www.visualgeography.com/pictures/it/indonesia_10_1.html

http://www.fotosearch.it/foto-immagini/indonesia.html

28) http://gefisecologia.blogspot.com/2007/12/indonesia-e-olio-di-palma-ecco-chi.html

29) http://www.consapevolmente.org/site/modules/news/article.php?storyid=128

30) http://meristemi.wordpress.com/tag/indonesia/

31) http://www.travelblog.it/categoria/indonesia

32) http://news.kataweb.it/foto/indonesia

33) http://www.clipperviaggi.it/atlante/indonesia_st_86.htm

34) http://www.indonesia.it/

35) http://guide.supereva.it/indonesia/interventi/2004/07/166623.shtml

36) http://www.tripfoto.com/bali/indexit.htm

37) http://www.globalgeografia.com/ Cliccare su "Geografia e Attualità" e su "Bali (Indonesia)

38) http://www.geocities.com/tripbali/indexit.html?200825

39) http://www.markos.it/travel/slides/bali.htm

40) http://www.geocities.com/tripgili/indexit.htm?200825

41) http://video.google.it/videosearch?hl=it&q=Kuta&um=1&ie=UTF-8&sa=X&oi=vide..


3) C LETTERATURA


1) http://www.interware.it/tsr/ambiente/Oberdan/indonesia1.htm


2) http://en.wikipedia.org/wiki/Category:Indonesian_literature


3) http://www.geocities.com Digitare su "Search" Pramoedya Ananta Toer

4) http://www.el-ghibli.provincia.bologna.it/index.php?id=6&sezione=4didrecensioni=72 Cliccare su "Il fuggitivo"

5) http://www.zam.it/home.php?id_autore=2402

6) http://en.wikipedia.org/wiki/Pramoedya_Ananta_Toer

7) http://www.myhero.com/myhero/hero.asp?hero=pa_Toer

8) http://www.Kirjasto.sci.fi/pram.htm

9) http://www.counterpunch.org/tariq05022006.html

10) http://www.librarything.it/author/toerpramoedyaananta


11) http://www.lontar.org/

12) http://www.borneoresearchcouncil.org

13) http://translate.google.it/translate_s?q=Letteratura+Indonesia&hl=it&um=1&ie=UTF- Cliccare su "Traduci e Cerca"

14) http://www.geocities.com Digitare su Search "Folktales Indonesia"

15) http://www.lallement.com

16) http://www.asianinfo.org Cliccare su "Indonesia", su "Languages"

17) http://www.helvy.com

18) http://www.geocities.com Digitare su Search "Mimpi Sunyi"

19) http://www.titiknol.com

20) http://www.ibs.it/code/9788821804212/santa-maria-luigi/letteratura-indonesiana

21) http://www.lettera22.it/showart.php?id=1238&rubrica=4

22) http://www.unilibro.it/find_buy/findresult/libreria/prodotto-libro/argomento-indonesia

23) http://www.expat.or.id/info/bahasa.html


3) D CINEMA


24) http://en.wikipedia.org/wiki/Cinema_of_Indonesia

25) http://www.fareastfilm.com/easyne2/LYT.aspx?IDLYT=2709&CODE=FEFJ&ST=S…. CLICCARE su "INDONESIA"

26) http://www.fareastfilm.com/easyne2/LYT.aspx?IDLYT=2080&Code=FEFJ&ST=SQ Cliccare su "Film per titolo" la lettera "Q" Ciccare poi su "Quickie Express"


27) http://www.asiaticafilmmediale.it/2006/it/schede/indonesiancinema.html

28) http://www.gaynews.it/view.php?ID=26774

29) http://www.queerblog.it/ Digitare su "Cerca" Indonesia Cliccare poi in fondo su " Indonesia : irruzione di militanti musulmani al Festival di Cinema Gay

30) http://www.21cineplex.com/

31) http://translate.google.it/translate_s?q=Cinema+Indonesia&hl=it&ie=UTF-8& Cliccare su "Traduci e Cerca"

4) E TEATRO


1) http://www.bab-levante.net/indonesia/teatro.htm

2) http://delteatro.it/dizionario_dello_spettacolo_del_900/w/wayang.php

3) http://www.lettera22.it/showart.php?id=9080&rubrica=4

4) http://en.wikipedia.org Digitare su "Search" Wayang

5) http://www.youtube.com/watch?v=mAUDSBZ_Rxw- Digitare su"Cerca" Shadow Theatre

6) http://translate.google.it/translate_s?q=Teatro+Indonesia&hl=it&um=1&ie=UTF-8&s Cliccare su "Traduci e Cerca"

7) http://www.copernico.to.it/teatro/lab_studenti2004.htm

8) http://www.marlamallet.com Digitare su "Search" Wayang Golek e poi Ciccare su Wayang Golek At Amazon.co.uk

9) http://www.amazon.com Digitare su "Search" Komedie La Stamboel , poi Ciccare su "The Komedie Stamboel"

10) http://web.uvic.ca/ Digitare su "Search this server" Indonesian Theatre

11) http://muse.jhu.edu/ Digitare su "Article Search" Indonesian Theatre

12) http://www.ibs.it/code/9788849111514/azzaroni-giovanni/teatro-asia-vol

13) http://www.lonelyplanetitalia.it/destinazioni/asia/indonesia/bali/letture-consigliate/

14) http://www.seasite.niu.edu/indonesian/budaya_bangsa/ Cliccare su Wayang


4) F DANZA


15) http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761577385/Danza_indonesiana.html

16) http://www.lettera22.it/showart.php?id=9079&rubrica=4

17) http://www.airdanza.it/pubblicazioni/II.DiBernardi.html

18) http://www.artiterapie.net/ Cliccare sul numero di Artiterapie 1/2/2005 Far scorrere fino all'Indice in fondo Ciccare sull' "Arte del Movimento" di R.A.Bianconi

19) http://www.danza.it/news//news.asp?ID=604&PAG=2

20) http://blog.baliwww.com/tag/margaret-mead/

21) http://www.indo.com/culture/dance_music.html

22) http://www.balilife.com/arts/dance/

23) http://www.ilreporter.com/notizie/2008/10/15/indonesia-desideri-sessuali-banditi

24) http://indonesia-tourism.com/general/theatre.html

25) http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/esteri/trance-indo/trance-indo.html

26) http://www.indonesianembassy.it/home/news/0020.htm

27) http://www.focus.it/ Clicca su "Cerca" Digita su "Cerca su Focus.it" Gli uomini scimmia Clicca su "Induismo in Indonesia"

28) http://www.mandorloinfiore.net/html/cercagruppi.cfm?id=260

29) http://www.ibs.it/code/9788827213360/maltese-maurizio/pencak-silat-citembak

30) http://www.seasite.niu.edu/indonesian/budaya_bangsa/balinese_dance/


4 G MUSICA

31) http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761574067/Musica_indonesiana.html

32) http://www.musica-mundi.com/ Cliccare su "Search" e Digitare Music in Indonesia

33) http://users.skynet.be/network.indonesia/ Cliccare su Culture

34) http://www.indo.com/culture/dance_music.html

35) http://www.gsj.org/

36) http://www.seasite.niu.edu/indonesian/budaya_bangsa/ Cliccare su Gamelan

37) http://www.geocities.com/sunsetstrip/2036/indomusik.html?200829

38) http://www.musica.ag.it/musica-mp3-Inni-Nazionali/Indonesia-114253.htm

39) http://translate.google.it/translate_s?q=Musica+Indonesia&hl=it&um=1&ie=UTF-8& … Ciccare su "Traduci e Cerca"

40) http://www.sistemamusica.it/2001/aprile/29.htm

41) http://www.iconocast.com/00004_Italy/X2/News5.htm

42) http://www.libreriauniversitaria.it/focus-gamelan-music-indonesia-with/book/978041 Digitare sul lato sinistro di "Invia" Focus on Gamelan e Ciccare su "Invia"

43) http://www.ibs.it/book/9780299229047/wallach-jeremy/modern-noise-fluid.html

44) http://www.starlettime.com/stelle-della-musica/rihanna-cancella-il-concerto-in-indonesia

45) http://www.lettera22.it/showart.php?id=437&rubrica=4

46) http://indonesia.elga.net.id/music.html

47) http://welcome.to/SongsIndonesia

4 H ARTE


48) http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981523396/Arte_del _Sud-Est_asiatico.html

47) http://www.debberna.it/gall%20indonesia.htm

48) http://translate.google.it/translate_s?q=Arte+indonesia&hl=it&um=1&ie=UTF-8&sl=... Cliccare su " Traduci e Cerca "

49) http://users.skynet.be/netwo k.indonesia/ Cliccare su "Arts" Ciccare su "Ethnic Art" Ciccare su "Wayang" Ciccare su "Batik e Ikat"

50) http://blog.baliwww.com/tag/bateson-and-mead/

51) http://www.asiafinebooks.com/cgi-bin/afb455.cgi/scan/mp=keywords/se=Indonesia/studies

52) http://www.casertanews.it/public/articoli/200812/art_20081221054625.htm

53) http://www.nusantara.com/arma/

54) http://members.tripod.com/~mputantular/

5 I ANTROPOLOGIA

1) http://www.emsf.rai.it/interviste/interviste.asp?d=92

2) http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981535011/Geertz_Clifford.html

3) http://archiviostorico.corriere.it/ Cliccare su "Precedenti" Ciccare su "Maggio 1993" Ciccare su "19 Maggio 1993" Ciccare su "E l'antropologo disse : "Dimenticate Levi-Strauss

4) http://www.antrocom.it/textnews-view_article-id-889.html

5) http://www.ibs.it/code/9788815068118/geertz-clifford/mondo-globale-mondi

6) http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-geertz_clifford/sku-635550/antropologia

7) http://www.hoepli.it/libro.asp?ib=9788860301895&pc=000019003004000

8) http://ilmessaggero.bol.it/libri/scheda/ea978881505165.html

9) http://mondodomani.org/dialeghestai/map01.htm

10) http://www.unb.br/ics/dan/Serie416empdf.pdf


11) http://www.meltemieditore.it/PDFfiles/N041.pdf

12) http://www.squilibri.it/libri/gli-altrove/per-un-antropologia-del-xxi-secolo-22.html

13) http://igrandireportages.blogspot.com/2007/05/leredit-dellantropologia-moderna.html

14) http://www.ilpalo.com/filosofia/bateson/ethos-balinese-bateson.htm

15) http://www.ilpalo.com/filosofia/bateson/index.htm

16) http://www.filosofico.net/bateson.htm

17) http://www.gwu.edu/~asc/biographies/Bateson/bio.html

18) http://www.interculturalstudies.org/resources.html#films

19) http://www.amazon.ca/Magaret-Mead-Gregory-Bateson-Highland/dp/0226384349

20) http://it.wikipedia.org/wiki/Margaret_Mead

21) http://www.loc.gov/exhibits/mead/field-wajang.html

22) http://www.ethnologue.com/show_work.asp?id=42856

23) http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=2564

24) http://www.antrocom.it/textnews-view_article-id-555.html

25) http://medialab.sissa.it/scienzaEsperienza/notizia/2005/set/Uesp050930n005

26) http://mmmgroup.altervista.org/i-flores.html

27) http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&item=110332364479&ssPageName=

28) http://www.iconocast.com/00027_Italy/L2/News9A.htm

29) http://www.aifo.it/cosa_facciamo/estero/pagina1098.html

30) http://www.ygramul.net/teatrerie14/teatrerie14_19.pdf

5 L FOLKLORE

31) http://translate.google.it/translate_s?q=Folklore+Indonesia&hl=it&um=1&ie=UTF-8
Cliccare su "Traduci e Cerca"


6 ATTUALITA'


1) http://www.xpedia1.com/it/indonesia.html

2) http://www.buongiornobali.it/images/archivio/novembre_2007.pdf

3) http://www.insideindonesia.org/

4) http://www.imondonauti.it/asia/guida_indonesia.htm

5) http://www.turistipercaso.it/viaggi/mappamondo/menu.asp?paese=indonesia

6) http://www.fuoriditesta.it/tempolibero/viaggi/indonesia/

7) http://www.expat.or.id/

8) http://www.paesionline.it/asia/indonesia/cultura.asp

9) http://translate.google.it/translate_s?q=Attualit%C3%A0+Indonesia&hl=it&um=1&ie Cliccare su "Traduci e Cerca"

10) http://news.google.it/news?hl=it&q=Indonesia&um=1&ie=UTF-8&sa=X&oi=news_r

11) http://www.maniavideo.it/2008/09/16/indonesia-21-morti-nella-calca-per-ricevere-aiuti

12) http://carlaefox.wordpress.com/2008/08//07/jakartaindonesia-violenze-contro-gli-studenti

13) http://www.wikio.it/article/85548538

 

 

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