Il viaggio di LEI
- I CARAIBI -

di Marco Maggioni

settembre '98

 


Marco Maggioni
un esperto di orientamento al MANAGEMENT

 

personaggi: LUI - LEI - SPEAKER -

MUSICA

LUI
cara, non sarebbe l'ora che raccontassi tu una tua avventura, un tuo personale viaggio esclusivo.... memorabile???

LEI
già, è vero! qui non si fa che parlare dei nostri viaggi o dei tuoi, mai dei miei, e sì che ne ho fatti!!..

LUI
allora, racconta, vedi tu quale preferisci, quello che ti ha cambiato la vita, o che ricordi con più piacere...

LEI
certamente ...il mio viaggio nell'oceano, in barca...una vera e propria avventura....tutta sola, giovinetta, spensierata e...incosciente...però...che viaggio!!!

LUI
dai, sù parla, io me ne starò zitto ad ascoltarti...

LEI
figurati se starai zitto!

STACCO MUSICALE

LEI
mi avevano detto che il periodo migliore era l'autunno, quando gli alisei sono favorevoli. E così il 20 di ottobre mi sono fatta dare un passaggio per Genova e da lì mi sono imbarcata per Barcellona. Da lì avrei voluto arrivare alle Canarie via mare, veramente, ma durante la stagione invernale il traghetto non c'è. L'aereo, il notturno per Las Palmas, non è neppure troppo caro. E così in due ore ero arrivata a destinazione

LUI
...prima tappa...mi pare che quello sia il posto dove si organizzano le traversate e dove avventurieri come te trovano passaggi, vero?!

LEI
non avevi detto che stavi zitto! eh! lo sapevo! comunque sì, è così, anche se non sempre è facile trovarli...mi ripetevo continuamente quello che mi aveva detto Fabrizio prima di partire: non ti preoccupare, qualche giorno si aspetta sempre. Lui la traversata l'aveva fatta l'anno prima e poi era andato in Messico. Io non avevo le idee molto chiare, neanche sulla destinazione. Potevo arrivare alle Antille o in Sud America, per me era lo stesso.

LUI
il viaggio come avventura appunto e non come destinazione..

LEI
forse sì...c'è da dire anche che la mia vaghezza era dovuta al fatto che non essendo mai andata nelle Americhe un posto valeva l'altro...

LUI
che atmosfera c'era lì a Las Palmas?...che hai fatto? quanto hai dovuto aspettare?

LEI
..Il bar del porto, una specie di baracca di legno, aveva già venduto qualche centinaio di birre ed erano solo le dieci del mattino. Là vicino, in una bacheca, tra tanti messaggi d'amore, appuntamenti, cercasi e offresi, c'era un biglietto con la data del giorno prima: British Steel cerca cuoca per traversare l'Atlantico. Partenza quasi immediata. Era l'ultima barca del molo

LUI
probabilmente si trattava di un equipaggio di lingua inglese...tu allora lo parlavi già??

LEI
...no, difatti, arrivata alla barca mi ricordai che non parlavo ancora bene l'inglese, come oggi, ma non fu comunque difficile capire che non avrei dovuto faticare troppo nel comunicare: il mio compito consisteva nel preparare un breakfast la mattina, uno spuntino per il lunch e una cena invece più consistente, per quattro persone. In cambio loro mi avrebbero dato vitto e alloggio fin quando fossi rimasta a bordo.

LUI
parlami della barca...che tipo era?...che hai fatto?

LEI
La barca era stupenda, un ketch di 18 metri costruito per fare il giro del mondo controvento in solitario. Io? che feci? feci una corsa a riprendere il sacco che avevo lasciato in albergo e subito una mezza dozzina di birre per festeggiare.

LUI
la solita festaiola ubriacona!

LEI
ah/ ah! tutta invidia, vero? perchè non hai mai fatto un viaggio così...così..speciale? assoluto..

LUI
è vero ti invidio un pò....perchè forse hai avuto un tipo di coraggio che forse io non ho...quello di andare completamente allo sbaraglio...

LEI
è anche vero che tu in barca sei proprio un salame...non avresti certo trovato un equipaggio che ti ospitasse...imbranato come sei..

LUI
ah! ah! è vero!...andiamo avanti, dai!

LEI
...i miei compagni di viaggio erano tutti anglosassoni e l'alimentazione sfortunatamente pure, così dopo i primi dieci giorni, terminati i prodotti freschi, non ho mangiato che patate bollite, mentre riscaldavo e cercavo di migliorare in qualche modo degli orribili cibi in scatola per i ragazzi, così chiamati!

MUSICA

SPEAKER
Diario di bordo: due giorni fa abbiamo lasciato Las Palmas diretti verso Tenerife e Gomera . Oggi, 5 novembre siamo salpati per la traversata....dalla stessa spiaggia dove partì Cristoforo Colombo. Saremo all'altezza? Era circa l'una, ora sono le 6 e già non si vede quasi più terra. Il mare è grosso, c'è molto vento. Per un bel pezzo sono stata sul ponte, una gran differenza col Mediterraneo! L'oceano: è veramente enorme. Chi se lo aspettava? non è immaginabile, bisogna starci dentro...anzi, meglio sopra!!! Rotta Sud Ovest 7-8 nodi. Destinazione: chissà! è nella mente del capitano. Elaborare una frase corretta di inglese per chiederglielo. Caro diario, si usa dire così, no?!, che fatica scrivere...sono tutta sottosopra.Se sarà così per 20 giorni che sarà di me? devo chiudere...

MUSICA

LEI
... ma già l'indomani mattina Eolo era più calmo ed anche io... continuammo tranquilli la nostra discesa lungo la costa africana.

LUI
senti? ma che si fa in tutto quel tempo libero?? non è una noia???

LEI
ma no! figurati...il tempo volava tra la lettura di qualche libro di fantascienza trovato a bordo, la preparazione di manicaretti, una esposizione al sole che diventava sempre più caldo e qualche parola, poche in verità, scambiata con i compagni di viaggio. Il silenzio infatti regnava sovrano soprattutto durante le ore più calde.

LUI
e poi c'è da dire che spostandovi a ovest il tempo si allungava, no?! cioè guadagnavate fusi orari e quindi....i vostri tempi quotidiani erano inversamente proporzionali alla velocità della terra, a voi contraria!!

LEI
sì, infatti le lancette dell'orologio non le spostavamo mai e così una volta cambiata rotta e puntata decisamente verso Ovest, ci svegliavamo ogni giorno più tardi. La nostra preoccupazione costante era sempre lo spinnaker, rosso, gigantesco, ci dava un gran da fare perchè spesso il vento ci abbandonava e se non fosse stato per il motore probabilmente saremmo ancora là. Non credevo che il mare potesse mai sembrare un lago, una sterminata tavola blu.

LUI
quindi niente imprevisti eccitanti, chessò, piccoli incidenti...un uomo a mare..ah! ah!

LEI
uomini a mare per fortuna no, ma ad esempio, dopo pochi giorni il satellitare e il pilota automatico sono saltati e così dovevamo fare i turni al timone pure di giorno e il punto nave con il sestante. Io comunque, come impegno fisso avevo quello della cucina. E ti assicuro che in barca è molto importante. E non solo in barca! Intorno agli spaghetti si è sempre creata una gran confusione e una divertente curiosità.
Gli ultimi giorni della traversata sono stati bellissimi. Gli alisei finalmente erano arrivati e tutte le tensioni erano scomparse. Cominciavamo a pensare che la scommessa fatta prima di salpare l'avrebbbe vinta Tom che aveva pronosticato 26 giorni.

MUSICA

SPEAKER
Diario: verso le 17 del 22° giorno la Martinica è davanti a noi. Poche ore dopo avvistiamo Santa Lucia. E' lì che siamo diretti, ora lo so! Passiamo lentamente nel canale tra le due isole. Gettiamo l'ancora. E' notte. Siamo in una baia meravigliosa, fatata. Dalla spiaggia arrivano già le prime note di reggae. Ora sono le 12,15, ora locale. Il nostro orologio segna le 4,15. La cosa stupenda è che non mi sembra un sogno. Tutto vero. E poi la doccia e poi...nessuna fretta, sto benissimo.

MUSICA

LEI
dopo una mattinata all'ancora, in attesa di Less, il capitano, che era andato a sbrigare tutte le pratiche doganali, siamo finalmente scesi nel Paradiso Terrestre.

LUI
parlamene...anche se il paradiso non può essere raccontato...

LEI
già...solo vissuto...che ti posso dire!...tanto verde, spiagge stupende, uomini bellissimi e sensualissimi. Ballano sempre.....hanno corpi perfetti...

LUI
più belli di me???

LEI
perchè vuoi farti del male?? ah! ah!...insomma..fammi raccontare....dopo una decina di giorni passati ancora con il 'British Steel' tra Santa Lucia e la Martinica decisi di cambiare rotta e così sbarcai a Fort-de France, dopo un tristissimo saluto ai miei compagni di traversata.
Ebbi un pò di problemi con la polizia di frontiera perchè non sapevo che in tutti i Caraibi bisogna avere un biglietto di uscita dall'isola oppure essere nella lista di un equipaggio, altrimenti non si può neppure entrare. Risolsi tutto comprando un biglietto aereo Fort-de-France/ Guadalupe che rivendetti puntuale il giorno dopo all'agenzia stessa, senza perdere nulla avendo avuto l'accortezza di farlo 'open'.
Cercai lavoro per un pò, ma non era molto semplice...la vita è abbastanza cara nell'alta stagione. Da un giorno all'altro i prezzi, sotto le feste, lievitano del 40%. E in quei giorni io ero là. Il 26 dicembre, dopo Natale passato a casa di una coppia di napoletani che vivevano sull'isola da diversi anni, trovai ospitalità presso alcuni ragazzi bolognesi molto simpatici che facevano charter con la loro barca, un Gran Soleil 41', l'Overdose, si chiamava

LUI
tutto un programma!!

LEI
difatti li ho lasciati presto! erano troppo 'fuori' in ogni momento, anche se devo dire molto simpatici ed ospitali...con loro e con i quattro charteristi siamo andati a trascorrere il Capodanno alle Granadine dove abbiamo brindato all'anno nuovo sotto una palma, il nostro rifugio durante un violento temporale.

LUI
infatti a dicembre è ancora stagione delle pioggie in quella latitudine!.....e poi, sei andata ad Antigua, quella sì che è un'isola meravigliosa! me la ricordo...

LEI
attento...il ricordo è mio...non mi rubare spazio...non è ancora finita!

LUI
per carità, cara, figurati! ti lascio il proscenio...la prima donna sei tu!!

LEI
...Il 6 gennaio eravamo ad Antigua! Già dall'alto avevo avuto la sensazione che fosse l'isola più bella delle Antille e dopo sole poche ore ne avevo la certezza. Ci sono rimasta un mese. Treval, il padrone di un bar guest-house vicinissimo all'English Harbour, il porto di Nelson, aveva offerto ad un ragazzo italiano e a me una stanza e da mangiare in cambio del nostro aiuto in cucina dove alternavamo gli spaghetti al barbecue che preparava la moglie. Affittammo una macchina per una settimana e ogni giorno sceglievamo una spiaggia diversa dove andare mentre la sera spesso c'erano dei concerti. Eravamo tantissimi, un pò di tutto il mondo. Tutti lavoravano sulle barche. Ogni giorno arrivava o partiva qualcuno. Chi tornava indietro dopo la traversata, chi si imbarcava per un charter di una o due settimane, chi faceva lavoro a terra di pulizia o verniciatura. Non era molto difficile trovare lavoro, anche per un paio di giorni. C'era un gran movimento di barche e bastava farsi un giro quotidianamente al porto per trovare qualcosa da fare. Fu così che una mattina decisi di ripartire. Mi avvicinai allo 'Stormvogel', un ketch che batteva bandiera inglese e dopo un primo scambio di batutte mi accorsi che in realtà erano italiani. Mi dissero, come è prassi quasi comune, di ripassare nel pomeriggio. Ci mettemmo d'accordo: come al solito non pagavano ma davano solo vitto e alloggio, io avrei dovuto fare la hostess e dare una mano sul ponte. Pochi giorni prima si era imbarcato, alle stesse condizioni, un ragazzo tedesco .
Il programma era di andare alle Isole Vergini e rientrare poi all'inizio di aprile per prepararsi per la settimana di regate di Antigua, una delle più famose dei Caraibi, a cui partecipano centinaia di barche, prima di tornare nel Mediterraneo per la stagione estiva o di fare rotta verso la costa americana. I miei progetti erano di cercare un passaggio per l'Australia

LUI
...ah! quindi avevi intenzione di fare davvero il giro del mondo...e andare a trovare la tua amica Vittoria, che abita lì??

LEI
sì, questa era l'intenzione, ma purtroppo, dopo i primi giorni abbastanza tranquilli in cui Hans, il tedesco, ed io abbiamo rifatto tutte le vernici esterne, un lavoro veramente massacrante, le tensioni vennero a galla. E questa volta non fu possibile appianarle. Non mi ero mai accorta prima quanto potesse essere difficile la convivenza in uno spazio così piccolo

LUI
infatti credo che la mia idiosincrasia per le barche sia dovuto anche a questo...non sopporterei mai di stare con quatto sconosciuti, magari scoprire dopo poco tempo che non ho niente a che vedere con loro, e non poter dire arrivederci, amici come prima, ma libero di andar via!

LEI
...e soprattutto quando lavori praticamente gratis dalla mattina alla sera e poi ti chiedono pure di pagare se vuoi bere una birra!
Insomma, dopo venti giorni, giunti a St. Thomas, Hans ed io siamo scesi dopo una lite furiosa con gli italiani Per la prima volta da quando ero partita ho avuto voglia di rientrare in Italia, ma dopo una notte passata sulla spiaggia - gli alberghi nelle isole americane erano troppo cari per le mie tasche - decisi di continuare lo stesso; tutto sommato era andato sempre tutto bene a parte l'ultimo spiacevole incontro.
Abbandonai comunque l'idea di raggiungere l'Australia, il Pacifico è troppo impegnativo per correre il rischio di trovarsi in una situazione come quella precedente, e cercai un passaggio per la Florida.
Ebbi ancora una volta una gran fortuna: incontrai un ragazzo israeliano che stava partendo per Miami dove voleva vendere la barca, lo 'Stalbet', ed essendo solo, cercava qualcuno che lo aiutasse e con cui dividere le spese. Insieme a noi, su un'altra barca israeliana, il 'Lollipop', viaggiavano altri tre ragazzi ed era molto divertente rincontrarsi ogni sera in porto o in rada e saltare da una all'altra a seconda dove si era deciso di cenare. Eravamo sempre in contatto radio.
Dopo un giro di una settimana alle isole Vergini inglesi, partimmo alla volta degli States. Prima tappa Puertorico, poi ci fermammo qualche giorno nella fantastica Repubblica Dominicana dove abbiamo fatto tutti i pieni possibili prima di toccare le bellissime ma esclusivissime Bahamas

MUSICA

SPEAKER
Diario: centinaia di piccolissimi isolotti immersi in una luce che sembra provenire dall'acqua. Effetto luce: ci sono forse dei potenti fari nascosti sott'acqua? chiedere semmai al riverbero del sole al tramonto! molte le isole assolutamente deserte. Navigare qui è molto difficile a causa della barriera corallina. Sai quanti ce n'è là sotto di esperti velisti? così ha detto il capitano. Allegro sempre, il ragazzo! Una rapida sosta a Nassau e poi a Cat Cay a Sud di Bimini. Son due giorni che stiamo fermi aspettando il vento giusto che ci aiuti contro la fortissima corrente lungo la Florida. E' l'alba del terzo giorno. Sento il capitano che decide di levare l'ancora. c'è bisogno anche di me. Devo andare. Chiudo.

MUSICA

LEI
... e poco dopo avvistammo i grattacieli americani. Ci vollero ancora diverse ore di navigazione e un buon vento prima di avvicinarci realmente.
L'ingresso a Miami è stato veramente meraviglioso, attraverso i canali si arriva praticamente nel centro della città. Ed era il tramonto.

LUI
fine del viaggio?? quanto tempo era passato...?

LEI
era passato un mese da quando avevamo lasciato le Isole Vergini e ne erano trascorsi più di cinque da quando ero partita dall'Italia. La mia avventura in mare era momentaneamente finita.

LUI
certo che una scorpacciata di mare ti sei fatta...ed hai retto benissimo...tu spesso hai parlato di fortuna...ma non credi piuttosto che tu abbia, come i grandi viaggiatori, una predisposizione a captare la situazine giusta al momento giusto...insomma quella sensibilità o intuito che permette di salvaguardarsi, almeno in parte, da grossi guai o da rischi eccessivi...?

LEI
può darsi, può darsi, ma non mi sento affatto una gran viaggiatrice, da manuale, ero sorretta più da incoscienza, credo, sai quella sana e spensierata vitalità che ti fa fare delle cose che magari, se pensate troppo, non faresti!

LUI
questione di età, insomma...

LEI
credo proprio di sì...quando sopraggiungono altri tipi di responsabilità...per esempio i figli...sei molto più accorto, meno spregiudicato, più giudizioso...

LUI
tutto vero...però che nostalgia di quei momenti magici, vero??? e poi come è finita, sei subito tornata in Italia??? o hai peregrinato per gli States?

LEI
no, no, non ne potevo più...due giorni dopo presi il Greyhound per Washington dove mi sono fermata un paio di settimane prima di raggiungere New York. Dieci giorni nella città più pazzesca del mondo e quando mi sono accorta che mi erano rimasti solo 15 dollari per raggiungere l'aeroporto, ho prenotato il volo per il giorno seguente. Destinazione Roma, Italia. Ecco, tutto qui. finish.

MUSICA

SCHEDA: Speaker
Le Grandi e le Piccole Antille- le Indie occidentali, così chiamate in omaggio del fortunato errore di C. Colombo, formano la seconda catena di congiungimento geografico delle due masse continentali americane.
Il mare delle Antille è considerato il mediterraneo americano aperto sull'oceano Atlantico ; le isole che arrotondano il loro emiciclo sul mare delle Antille e sul golfo del Messico, poggiano sopra un contorno sottomarino, i cui pendìi si abbassano bruscamente nell'Atlantico fino a 4000 m e in qualche punto fino a 8500 m. Le Bahamas e le Piccole Antille sono gli zoccoli fra i due abissi. da cui emergono gli scogli corallini.
La particolare posizione geografica del mare caraibico offre una via aperta ad una massa notevole della corrente equatoriale, che si unisce nel mare delle Antille per poi allargarsi e defluire in parte nell'Atlantico e in parte sulla costa orientale americana. In molti luoghi le acque camminano con la velocità di quasi 4 km, facendo la felicità di tanti velisti provetti.
E' qui che comincia la corrente del golfo della quale una parte va a scorrere contro le coste della Florida, e l'altra si espande nel largo bacino dei Caraibi, promuovendo delle contro correnti.
I venti non hanno la stessa direzione della corrente oceanica: le acque si muovono da SE a NW, gli alisei invece soffiano quasi sempre da E e da NE. Questo contrasto provoca spesso quei celebri uragani del mediterraneo americano, che da lì si propagano all'Europa, con intensità molto attenuata.
Le Antille sono caratterizzate da un clima caldo tropicale con temperature variabili da 25 a 31 gradi, e con livelli di umidità dell'aria molto alti. La stagione secca va da gennaio ad aprile mentre la stagione delle pioggie è compresa da maggio a metà ottobre ed è caratterizzata da intensi rovesci di breve durata.

MUSICA