CULTURA: TEOLOGHE

A colloquio con Uta Ranke Heinemann teologa tedesca cattolica controcorrente, autrice di "Eunuchi per il regno di Dio" in questi giorni in libreria
di Myriam Muhm


PAROLE DI DIO COMODE AGLI UOMINI

Uta Ranke Heinemann è stata la prima donna abilitata dalla chiesa cattolica a insegnare teologia nelle università. Ma, dopo avere dichiarato la propria incredulità nella verginità biologica della Madonna- durante una trasmissione televisiva, come racconta nell'intervista che pubblichiamo
- è stata anche la prima ad essere allontanata dall'incarico. Figlia del socialdemocratico Gustav Heinemann, che dal 1964 al 1974 è stato presidente della Repubblica Federale Tedesca, imparentata attraverso il marito con il cardinale polacco Glemp, insegna attualmente Storia della Chiesa all'università di Essen. Esce ora in Italia Eunuchi per il regno di Dio (Rizzoli), fulminante e spesso divertita analisi della morale sessuale cattolica dai Padri della Chiesa a oggi.

Quali motivazioni l'hanno sospinta verso gli studi teologici?
Innanzitutto devo precisare che fui la prima ragazza a ottenere il permesso di Studiare in un liceo
per soli ragazzi - l'ultimo permesso del genere in Assia era stato concesso nel tredicesimo secolo. In quegli anni, seguendo il consiglio di un mio insegnante che amava ripetere "non scolae sed vitae", mi sono fidanzata con un compagno di classe, il quale però era di confessione cattolica, dato questo che non piacque molto a mio padre, radicale assertore della fede protestante. Nacquero ovviamente dissidi e controversie.

Fu allora che iniziò a interessarsi di teologia?
Sì. In effetti fu il mio fidanzato a incoraggiarmi dicendomi che solo mediante uno studio approfondito della teologia mi sarei potuta formare una opinione personale sulla questione. Questa e stata la spinta iniziale. Studiai 13 semestri di teologia protestante e poi nel 1953 abbracciai la fede cattolica.

La lettura del suo ultimo libro Eunuchi per il regno dei cieli da l'impressione che lei si stia gradualmente riavvicinando a certe posizioni del pensiero protestante.
Solo parzialmente. Dal 1953 a oggi è trascorso molto tempo. E questi anni mi hanno offerto la possibilità di analizzare in modo assai più differenziato di allora. Affermo di constatare un mio riavvicinamento al pensiero protestante, in particolare al suo potenziale di scetticismo critico. Una qualità questa che riscontravo in mio padre, un protestante che oserei definire protestatario.

Questo riavvicinamento potrebbe indurla a entrare a far parte nuovamente della chiesa protestante?
Ho i miei dubbi. Ho analizzato e valutato quella che definirei essere la tirannide specificatamente cattolica dovuta all'infallibilità del Papa, ma non è che con questo il protestantesimo sia privo di dogmi e di imposizioni, poiché se la chiesa cattolica si sottomette all'Infallibilità del Papa, quella protestante conosce la radicalità della "sola scriptura", ossia la potenziale tirannide di una fede assoluta nella Sacra Scrittura. Il mio scetticismo critico nei confronti della chiesa cattolica mi ha indotto anche a una più approfondita analisi della realtà ecclesiale protestante.

Essendo insoddisfatta di ambedue queste chiese al maschile, si sentirebbe in grado di appoggiare il progetto avviato in Germania dalla teologa protestante Elga Sorge di fondare una chiesa ecumenica delle donne?
Non credo sia obbligatorio per due teologhe avere la medesima opinione su questioni religiose solo perché ambedue sono state definite "eretiche". Siamo molto amiche, ma per quanto concerne i temi inerenti chiesa, religione, etica e morale abbiamo tendenze e pensieri divergenti. Io, ad esempio, sono una fedele seguace della monogamia, mentre Elga Sorge non disdegna la soluzione poligama.

Perché nel 1953 decise di convertirsi al cattolicesimo?
A mio padre che cercò con dispiego di mezzi notevoli di separarmi dal mio fidanzato cattolico, venne tra l'altro l'idea di mandarmi a Oxford per approfondire gli studi teologici. All'università di Oxford il programma didattico verteva quasi esclusivamente sui primi secoli del cristianesimo e sui Padri della Chiesa - Clemente di Alessandria, Crisostomo, Geronimo, Ambrosio, Agostino e via dicendo. In quel periodo scoprii con stupore che la chiesa cattolica era ancorata più saldamente di quella protestante al pensiero esternato dai padri della chiesa. Convinzione che persiste tutt'ora. Fu questa scoperta che mi rese la chiesa cattolica improvvisamente consona alla mia indole. E sono tutt'ora di questa convinzione; ma oggi traggo delle conclusioni ben diverse e certamente meno entusiasmanti di allora. Difatti, proprio la continuazione da parte della chiesa cattolica di quella tradizione ginofoba e sessuofoba avviata dai padri della chiesa cristiana mi ha reso dubbiosa riguardo alla veridicità delle asserzioni dei fondatori e dei dogmi di questa chiesa.

La Sacra Scrittura e un prodotto maschile come lo sono nella stragrande maggioranza dei casi le esegesi di questo scritto concordi nella visione strettamente androcentrica. La sua esegesi al femminile incontra resistenza?
Esiste chi per comodità o meno persiste in una fede acritica affidata alla Parola. Recentemente durante una conferenza, un rappresentante di questa corrente fondamentalista e bigotta, tentando di ironizzare sul mio scetticismo mi ha chiesto se io credessi ancora alla Parola di Dio. Ho risposto citando la Bibbia e in particolare quei versi nei quali Mose ordina alla propria gente di uccidere le donne e i bambini dei nemici vinti, ma di salvare le vergini per fini ben noti. Chiesi a conclusione della citazione se questa poteva essere la Parola di Dio. Vi fu solo silenzio. Nella parola di Dio si sono infiltrate troppe parole comode agli uomini.

Lei ha affermato recentemente di essere alla ricerca della profonda e vera tolleranza e di aver purtroppo scambiato l'intolleranza protestante con quella cattolica. Intolleranza cattolica che le e costata la sospensione dall'insegnamento universitario nel 1987 solo perché lei affermò di non credere alla verginità biologica della Madonna.
II peso di una affermazione del genere dipende soprattutto dal contesto in cui viene effettuata. Io scelsi di esporre questa mia opinione durante una trasmissione televisiva in diretta, poiché ero sicura che non avrebbero potuto censurarmi. Inoltre va tenuto conto dei fatto che feci tale affermazione poco prima che il Papa giungesse in Germania per la seconda volta e che tale affermazione cadde durante l'anno mariano.
Dissi testualmente che molti ebrei erano stati condannati a morte durante il Medioevo perché non credevano alla verginità biologica della Madonna, verginità alla quale neppure io potevo credcre. Le accuse mossemi dal vicariato non riguardavano solo 1'affermazione eretica sulla verginità, ma si estendevano anche al fatto che con il mio cxploit televisivo avevo difeso gli ebrei. Questa mia presa di posizione indusse migliaia di persone a scrivere lunghe lettere cariche di aspre critiche e condanne. Solo alcune donne reagirono positivamente, esternando dubbi a lungo repressi, mentre gli uomini, le lascio immaginare.

Sulla sua affermazione eretica concernente la verginità della Madonna, lei ha sperimentato reazioni più negative in Germania che non in Italia. Secondo lei esiste una confessione, tra quelle cristiane, capace di rendere l'uomo più tollerante? Non crede anche lei che il cattolicesimo con il suo criptopoliteismo educhi il fedele a una maggiore tolleranza?
Certo è che il monoteismo radicale non ammette alternative.

 

 

webmaster Fabio D'Alfonso