racconti - stories

 

Stefano Andrao

 

Biografia
Non c'è molto da dire.... ho 42 anni vivo in provincia di Reggio Emilia, il mio lavoro consiste nella riparazione e nella installazione di impianti frigoriferi....noioso vero!!...e invece infondo a me piace il mio mestiere.
Scrivere è una scintilla che ogni tanto si accende dentro, fin da piccolo scrivevo tanto da ragazo poi ho come sospeso.
Ora ogni tanto mi piace rifarlo, mi rilassa e mi permette di dire delle cose.Non lo faccio con continuità...quando mi viene.Il racconto è solo una metafora, la metafora della paura di andare incontro a ciò che non si conosce anche se proviene da una situazione di massimo piacere.

 

METAFORA


  Il mare quella mattina era calmo,sereno.
Non una leggera increspatura,non un onda seppur lieve.
Una liscia mobile superficie accogliente e invitante.
Salì sullo scoglio a respirare la brezza che il mare gli respirava addosso e chiuse gli occhi per sentirla su tutto il corpo.
Ascoltava il canto dei gabbiani che si tuffavano sul pelo dell' acqua in cerca di pesci e pareva che baciassero il mare,respirò il profumo della salsedine e degli scogli,chiuse gli occhi e si tuffò in avanti,a metà sospinto dalla forza delle gambe e a metà attratto da quel mondo calmo e liquido.
Il suo corpo,a contatto con l'acqua fredda si irrigidì per un attimo,sentì i muscoli contrarsi mentre si immergeva ma poi si lasciò andare all' abbraccio avvolgente e materno dell' acqua.
Lasciò che la spinta lo portasse avanti fino a che si fosse esaurita da sola,gli occhi chiusi,ascoltava il rumore dell' acqua mossa intorno a se e il battito del suo cuore.
Riemerse e senza aprire gli occhi tenendo la testa immersa e iniziò a nuotare,lentamente,senza sforzo.
Bracciate lunge e lente,ritmando piano il battito dei piedi,i muscoli cominciarono a risvegliarsi e il sangue,scorrendo più velocemente nelle sue vene gli trasmise un leggero calore.
L'acqua intorno a lui lo avvolgeva lo copriva lo carezzava,gli pareva che procedendo potesse anche lavargli via i pensieri dalla mente.
Senti il senso di serenità entrargli dentro ed alla contrazione e al lavoro dei muscoli si contrappose una quasi immobilità dell'anima.
Ruotava la testa,ogni tanto per respirare,velocemente per non perdere il contatto con quel mondo calmo sereno rilassante.
Si sentiva infinitamente bene gli pareva di poter continuare per sempre,avrebbe voluto poter continuare a godere all'infinito di quello stato.
Si immerse di nuovo, a cercare l'abbraccio completo totale, materno dell' acqua a cercare il silenzio della profondità.
Nelle orecchie solo il battito del cuore e il leggero sospiro dell' aria che piano espelleva .
Mentre con movimenti lenti e ampi,si spingeva verso il profondo.
Allargò le braccia e rimase fermo ad assorbire tutte quelle sensazioni di pace e di piacere ne godette fin nel profondo dell' anima.
Per un attimo apri gli occhi,istintivamente senza volerlo, e vide il buio la sotto.
Il nero cupo dello sconosciuto.
Il cuore cominciò a battergli forte, e le sensazioni di piacere scomparvero lasciando il posto ad una terribile sensazione di panico e insicurezza.
Cosa c'era la sotto?
Cos'era quel buio che non conosceva?
Risalì velocemente con il fiato che pareva non potergli bastare.
Cercò con lo sguardo la riva e iniziò a nuotare con forza verso lo scoglio verso la sicurezza la conoscenza.
Pareva che nuotando lo scoglio si allontanasse e che il mare volesse tenerlo con sé.
Aumento il ritmo delle bracciate e la velocità dei piedi cercando di fendere l'acqua come una lama cattiva quasi a voler ferire.
Arrivò allo scoglio esausto vi si aggrappo abbracciandolo quasi con amore e rimase un attimo così galleggiando aggrappato.
Per un attimo gli parve ancora di sentire che l'acqua lo carezzasse dolcemente.
Fece forza sulle braccia e si sollevò sullo scoglio, in piedi ,voltando le spalle al mare.
Respirava a fatica e cercò di calmarsi per riprendere fiato,le sensazioni di piacere riaffiorarono nella sua mente cancellando, in parte, le sue paure.
Le due sensazioni provate, la calma e la serenità e il panico per la profondità buia e sconosciuta si alternavano nella sua mente,si combattevano in un duello feroce, incessante.
Quando gli parve di aver ritrovato la calma si avviò verso casa, voltandosi però ancora a guardare il mare.
Abitava su quella piccola isola insieme a pochi altri,solo.



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