Canzoni
di Tony Armenti
1998-2000
INDICE
La giovinezza
passò
come un fulmine
per il roseo
cammino
dei vent'anni.
La rivedo
ogni notte
fra le arterie
illuminate
dei tuoi occhi.oOo
RIMORSO
Dentro volti astori. Dentro
canti voli. Dentro sorrisi
occhi chiusi. Dentro sogni
seno vento. Dentro.
Capofitto
nei tuoi veli trapunti.
Dentro
questo male discinto.
In ginocchio. In segreto.
In veglie macilenti
In desideri vanesi.
E nello stridìo
mute
gocce di assenzio
riscrivono
sulla carne...
un sibilo
a cui domando il colore
dei tuoi occhi!
VOLO
Un balzo e t'ebbi nel cuore
col profumo di àncora.
Storione, porsi le carni
senza il vile timore d'esserne
squarciato. Seminerò le stelle
con le mie origini di fuoco
e la morbidezza della sorte.
Dilapiderò il vento che resta
con le ali di cigno che fummo.
In te, in me. Questo becco
animale è strazio dell'anima.
DIO
Se ne va la terra
col suo andar sospeso
tra pace e guerra
a cui nessun dà peso.
Ma sicuro un giorno
torni in te daccapo
e urli: "Un corno!"
morir così è sciapo.
Dio: sotto l'ombrello
del tuo buon umore
v'è solo un cappello
che copre il dolore.
COMPLEANNO
Oggi è il mio compleanno
mi pare uno scherzo
ma è quasi un inganno!Ravvivo la forza di cogliere il tempo
e resisto in piedi su questa mia croce.Le parole? sono dove gli attimi.
Fanciullo. Dimenticato.
oOo
CHE SARO'
Che sarò.
Che sarà
questo corpo
che gracida
i suoi avidi
ieri!?
Cosa trattiene
il ricordo?
il ripetersi
degli ardori,
o il canto?!
E cos'è
il sesso
goduto
quando...
si chiude?!
Esser vecchi!
...non resta
che la giovinezza
degli specchi!oOo
ANELITO
Ho vissuto
le eterne
scommesse.
Sono stato
il desiderio
perdonato.
Forse morrò
in croce
tra ladri .
Ma oggi
sono vivo.
E prego,
questo
bisogno
di tremore!
come il vento,
sulla sabbia,
come il veleno
nel serpe,
come questo appassionato
pudore.oOo
ESTATE
Arrovento la pelle
ogni sera
fra questo sole
umido
ch'arrossisce
cattivo
socchiudendo
le palpebre.
Mi rotolo nel cielo
coi miei capezzoli
d'atomo.
L'estate
...è marmo.oOo
FUMO
Si. Del canto
sconosciuto
degli uccelli
mi piacerebbe
talvolta berne
il romanzo,
di guerra
e merda.
Invano m'appiglio
alle ceneri
di astri feriti.oOo
DIETRO VOLTI
Dietro volti veli specchi.
Dietro canti voli becchi.
Dietro un sorriso gli occhi chiusi.
Dietro il sogno un seno un vento.
Dentro.
Dentro il ciel discinto un numero.
Dentro il nulla il bene il niente.
Dentro pupille vetri afosi.
Dentro parole pensieri vivi.
Dentro.
Dentro desideri: morte in cammino.
Dentro il ruscello corpi vanesi.
Dentro le mani il seme d'un cane.
Dentro rondini un vagito
Dentro.
Dentro il cuore un frullìo di specchi.
Dentro.oOo
TERRA
Hai mai sentito in bocca
il sapore della terra, amore.
Io si. Quando zappavo le ore
Adolescenti e bambine.
Ed il sapore era buono.
Mi verrebbe la voglia
di mangiarne a cucchiaiate
ancora, cosi' come di te,
piccola scrianzata
fanciulla che dal profondo
delle rocce mi appari
colpendomi la testa
con le tue trecce d'aglio
cresciute nella foresta.oOo
TUC!
Battito
di luna
il cuore tuo.
Labbra
la falce
che ti morse!oOo
LA VOCE VA
La voce va e viene prendendosi il mio core
Lo afferra lo trattiene lo lima ore e ore
La voce va e viene col suo cominciamento
Mi prende le parole mi porta col suo vento
La voce va e viene strappandomi alla vita
Mi strangola nel cuore tutte le ferite
Ma dove io sono lo son solo a quest'ora
La voce va e viene l'assenza mi scolora.oOo
BAMBINOBambino che corri perché vai
sulle pietre scolpite dal mare
e con la rabbia del fuoco, i nevai
scioglieresti, sulle terre più amare?!O, tu cerchi la terra bruna
che ti porterà fortuna?
Serbe stelle: ad una ad una
tu lor l'ago... tu, lor cruna!Bambino che urli cosa fai?
le lacrime sono asciutte, sul muro,
le genziane dell'inverno, tu lo sai
sono oscure come il male che curo.Perché mordi la terra bruna
che ti porterà fortuna?
Hai le stelle: ad una ad una
sei tu il mago, tu lor cruna!Bambino che hai sete dove vai?
i tuoi occhi sono profumo di sale
corri, non farti sorprendere mai
da quei petali che puntano il viale!Cancellerai sulla terra bruna
colui che uccide la fortuna.
E le stelle ad una ad una
tuo lor sangue, tu la luna!Inermi sulla spiaggia delle orme
corron bianche criniere viandanti
son le acque, han smarrito le forme
gocce avare sono, d'orfano, i pianti.oOo
MEDIOCRITAS
In agguato
tra i lapilli
dei nostri errori.
Nel guanto
che trattiene il dolore.
Nell'insidia del terrore.
Nel sogno
nel dormiveglia
nella impura agonia
d'un pensiero abortito.
Nella stanchezza,
nel velo della malattia.
Nei quattro cantoni
del tempo.
Nel non saper uccidere
il proprio nemico.
Nel rimorso
del boia
nel nodo scorsoio.
Nell'anelito stanco
che domina
lo sguardo
di chi non ha il coraggio
di portarsi
addosso
il proprio inferno!oOo
LUCCIOLA
La terra annodasti
l'infanzia bruciata
il cuor che rubasti
alla vita ammaccata.
Le rosse tue labbra
dal gozzo tradite
le mani più sconce
da Venere ordite!I don't love you
I don't love you
I don't love you ore leggiadre...
Quando mi cullavi a sera, madre!Gobba di mirto
giorni di miele
azzurre labbra più irte
un dì morsero fiele!
Bocca amara di rame
in ferrose fontane.
La sete e la fame
bugiardo il tuo pane.I don't love you
I don't love you
I don't love you fughe atre.
Mi svegliavo e tu non c'eri, madre!La bocca è cucita s'un laccio di perle
il profumo è d'ortica non so che farne.
Detesto i tuoi anni che passano a sberle
tu non sai scrivere se non sulla carne!I don't love you
I don't love you
I don't love you tue notti ladre
quanto amor t'uccideva, madre!Cadde il tuo corpo sull'erba verde
il cerchio folle, un grido: "Aiuto!"
strette le chiome da vili merde.
Le gambe storte me han posseduto.
I don't love you
I don't love you
I don't love you
L'anima mia in quegli occhi tuoi neri,
sconvolti accesi da tigre notte!
labbre corrotte dai miei pensieri
gelida luna... orbite rotte.I don't love you
I don't love you
I don't love you perché non ho padre
ma solo il tuo terrore, madre!Brucian le carni ora nel fuoco
i sogni vivi del tuo buonumore.
Nè colpa nè canto dio fa il suo gioco:
la vita è un vil testamento ad ore!
I don't love you? ma non fa niente
se ai tuoi occhi ho chiuse le porte
la notte è già ieri però brucio in mente
tu desti a me vita. Ed io ti restituisco morte!I don't love you
I don't love you
I don't love you, madre!oOo
Vetri sento e chitarra perduta
che parla d'amore in Westfalia...
vetri sento... in corazza è venuto
cavalcando un motore che ammalia!
Vetri!
Ma la tua luce sento addosso
e non è del firmamento
il seno ormai è un fosso
un bacio ed un lamento.
Vetri!
Disgraziato feroce or ecco il mattino
gli occhi il respiro nel cuor di Berlino.
Vetri! di stelle coperte da croci
racchiudon coltelli... piaceri veloci
Vetri!
La notte dei cristalli
e quella dei coltelli
i mitra han le pupille
proiettili fanciulli.
Vetri!
Perfino alla morte han tolto i suoi veli
i passi già sento... ora apron le porte
ne uccidono cento... gli altri son morti!
e non vedi che sangue... non vedi, tu geli!
Vetri!
Vetri feriti!
Vetri stupiti!
Vetri impazziti:
"Oh?! sei tu? amore sei tu!"
in un momento... Vetri tormento!
Vetri!
Chi è questo servo di scena in elmetto
che in un campo di orror m'ha costretta?
col zyclon profumo di tante parole... "Sei tu?
Proprio tu!!"
Questo servo di scena che vuole?
Frantumi di stelle
tatuaggi su pelle
vetri da altare
vetri di bare
sugli occhi che cercano il mare!
Vetri!
Innamorata fui d'un bel tedesco
gridava 'heil' ch'era un artista
ma al suo ricordo più non riesco
a dar pace a quel che ho visto!
Vetri!
E mi specchio nel lume
affogo nel fumo
color alluminio
di questo sterminio!
Vetri!
Innamorata fui d'un bel tedesco
gridava 'heil' ch'era un artista
ma al suo ricordo più non riesco
a dar pace a quel che ho visto!
Vetri! Vetri! Vetri!
oOo
TU
Ti desidero
come il pane,
come il vento,
come sabbia
nella clessidra
inerme. Veleno
tra i baci
di un serpe
grondante
amore
oOo
FIGLIO
(1993)
Dove sei bambino
che vuoi esistere
nel grembo della mia pietà,
che sei nascosto
nella nebbia dorata
dell'immenso
dove la ricchezza non è
che la fiaba e l'eterno
e dove la morte non è
incisa per entro
il sillabato
lunario.
E dimmi perché vuoi
venire qui tra me e la storia
ed incedere
poco a poco sulla strada
per coprirti dello sputo
dell'umanità?
Perché non potresti tu
essere un atomo felice
che pur s'esplode, ripercuote
con la sua energia parte
di questa fragile
terra, che ormai nessuno
più perdona?
Eppure sono detto egoista
per non volere che la tua
felicità immacolata
si sgretoli
per un gesto d'amore
e ti conduca
in questa infamità che ci limita,
che ci converte
in un microscopico
egoismo di malattie e perdoni
insignificanti.
Perché le cateratte
sugli occhi devi correre
qui a sfidare!
Quando potresti
coniugarti alla vita sotto
le forme di una stella dal cuore
coagulante energia
che irradia nell'universo.
Io vorrei, figlio, che tu
restassi dove sei, incantato
nella tua esistenza per non vederti
mai morire. Io che
nella mente, esaltandoti, immagino
le mie carni ed il mio pensiero
austero, e vigoroso; intanto ti porto
in braccio ed in grembo
alle mie meningi
laboriose.
Si però a volte vorrei toccarti,
non mi basta della vita unicamente
il respiro, vorrei cogliere
di te ogni sorriso,
le tue labbruzze.
Ma poi non accada
che persino questi denti
immaginati
del più fine avorio
debbano, co 'l fiero sudore
degli anni, tradursi in terra
e melma verminosa
indifferente.
Quel che chiamiamo amore
paterno non sarà per caso
brutalità verso gli atomi
e le molecole
intercambiabili dell'esistenza?
Può unicamente il mio tatto
e la mia vista, ed il mio arbitrio
fuoco
di contemplare te,
decidere
di immolarti?
E chiamare
paterno amore questo
mio possesso, attraverso te,
della morte?
Mentre tu ora sei l'eterno
universo di cui mi sento parte.
E le madri, queste madri
impossibili che non sanno
trattenere il respiro senza
poter pensare a te
e strapparti
la perfezione in cui sei
per scaraventarti
quaggiù, nella mai casa
in affitto, o appena
comprata
con i debiti, le rinunce e la miseria
dell'imperfezione.
Eppure lei insiste, tua madre,
e chiama tutto questo
orrore
-fiducia nella vita-.
Quale mai contraddizione
di termini esiste
in questo convincimento!
Quale crudeltà
incolpevole
esprime l'uomo nell'aver
voluto
continuare
a perseguire
questo desiderio e popolare
la terra, senza risparmio
di energie
o rinunzie!
Eppure l'Universo permette
una simile crudele beltà
a se stesso,
figlio mio: far morire
far morire uno per uno tutti
i suoi moltissimi
fantasmi
ed in tal modo sentirsi
vivo!
Però, la morte, forse
non la testamentiamo
ai nostri figli solo perché
spesso sono i padri
a morire prima
di loro?!
Dinanzi
ad ogni qualsiasi
marmocchio, vedendolo
così piccolo
per un attimo forse
non sconfiggiamo
la morte!? ed ognuno
si sente infinito
dimenticando
il caso
umano.
Tutti muoiono ma solo i propri figli
divengono
eterni.
Ma... lo sono... figlio mio...
soltanto se tu resti là!
club des poetes |
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