racconti - stories
Il mio Cantuccio d'Edera
di  Cinzia Trivelli

Estratto:
"Amore vorrei dirti tante di quelle cose che la vita mi pare un romanzo senza fine.
Una nuvola di quelle che passano tra le gambe e poi volano via.
Un pegno d'amore, una valanga d'insonnia
una apoteosi di lingue intrecciate nella classica parola: ti amo.
Ti amo.

Stupenda lettera d'amore, vero?
Era una giornata di quelle in cui il cielo pare un padre affettuoso, un vento leggero rischiarava ogni cosa.
Catherine guardò fuori dalla finestra, c'era la luna e si sentì rinascere. E respirò forte dentro di sé, evocando miserie e nobiltà d'una vita a volte passata al buio.
O sotto una scintillante pioggia di candele affascinanti. Era una donna di 44 anni circa, alta di costituzione robusta.
In gioventù era stata snella.
Bionda con occhi verdi leggermente socchiusi sulla realtà: aveva vissuto quegli anni che a lei sembravano tanti, per la maggior parte del tempo ignorando quello che la gente soffriva.
Andava al parco sotto casa, faceva fare la spesa alla sua cameriera, guardava oltre e continuava a vivere.
A volte qualche ballo, qualche ricevimento importante poi le passeggiate in bicicletta e il tennis per "sgranchirsi l'esistenza" diceva.
Invece nel profondo dell'anima avrebbe voluto essere una donna passionale di quelle che hanno il fuoco dentro al cuore.
E divampano.
Di quelle che sembrano romanzi pieni di paura sesso e gelosia.
Avrebbe voluto essere la Lara del dottor Zivago.
La vergine sacrificale che andava sposa ad un uomo incredibilmente bello e maschio.
Poi tornava a ridere di sé.
"Fantasie da zitella inglese". Lei non si era voluta sposare perché non credeva al matrimonio.
Spesso si era seduta sola al lungo tavolo che l'aspettava a mezzogiorno. Lasciava vagare lo sguardo oltre ogni piccola cosa.
Insignificanti ricordi le affollavano la mente..."
 
 

Il mio cantuccio d'edera (edera.zip, Winword 6.0, dimensione 9,5 K)


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