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Via Rasella
L'altra faccia delle Fosse Ardeatine
INCONTRO CON
Giorgio Rossi
SCRITTORE
di Enzo Cicchino
(1994)


Libero adattamento dell'intervista originale realizzata dal regista Enzo Cicchino nel corso della sua inchiesta sull'azione partigiana di Via Rasella e andata in onda per il programma della RAI TV- MIXER di Giovanni Minoli.


VERSIONE 1)
     Oggi la bicicletta serve soltanto per fare delle gite o delle gare ma nel 1944, a Roma, la bicicletta è stata una delle armi principali dei gappisti romani, nel senso che per fare i loro attentati, arrivavano in bicicletta di gran carriera, tiravano le bombe e fuggivano. Tant'è vero che a un certo momento i tedeschi proibirono a Roma l'uso delle biciclette, e allora i gappisti si inventarono di metterci la terza rotellina, come alle biciclette per bambini, in modo che diventavano dei tricicli.
 Però, per quanto riguarda via Rasella, le biciclette non vennero usate allora, salvo che in un caso. Adesso, a via Rasella ormai si conoscono praticamente tutti i nomi dei principali personaggi che parteciparono a quell'azione, ma non tutti i nomi, perché a via Rasella parteciparono non 5-6 persone, ma alcune decine di gappisti, che erano dislocati chi in via Rasella, chi nelle stradine limitrofe, per intervenire, dopo l'esplosione, con bombe, con raffiche di mitra. Fra i personaggi che non sono praticamente mai stati nominati, salvo di straforo, c'era Toto Rezza.
    Toto Rezza era lo zio di mia moglie e partecipò all'azione di via Rasella, soltanto che questa figura è rimasta sempre in ombra; è rimasta in ombra perché alcuni ricordano la sua presenza lì, alcuni dei comandanti gappisti, altri invece no e tutta questa figura è però avvolta in una specie di mistero: chi lo ricorda, chi non lo ricorda, chi dice che era in via Rasella, chi dice che non c'era, anche perché allora i partecipanti all'azione di via Rasella mica sapevano i nomi di tutti quelli che partecipavano e spesso nemmeno si conoscevano. Questo, comunque, per quanto mi riguarda, è un episodio affascinante proprio perché questo personaggio, che era un proletario, forse perfino un sottoproletario, che amava le corse, amava le donne, era un comunista, bè, lui dopo, quando Roma venne liberata, si arruolò nell'esercito regolare italiano che combatteva contro i tedeschi. E poi morì, in circostanze misteriose, sulla linea del fronte, ad Alfonsine. Ad Alfonsine c'è ancora un monumento ai caduti della lotta di Liberazione dove è ricordato anche il suo nome. Però di lui non si sa niente, le sue spoglie non stanno in quel cimitero, non si sa chi ritirò il corpo o comunque ciò che aveva indosso lui, anche perché ormai è passato tanto tempo e tutte quelle persone o sono morte o non ricordano più.
 

VERSIONE  2

    Su uno dei gappisti romani io ho scritto un libro; ho scritto un libro perché questo gappista era uno zio di mia moglie, dalla vita abbastanza misteriosa e che ha avuto una morte anche abbastanza misteriosa. Si chiamava Toto Rezza; era un vecchio comunista fin da ragazzo, nell'Italia fascista, e come tale entrò nello schieramento militare, nell'organizzazione militare del partito comunista, e partecipò a via Rasella.
     Su questo ho scritto un libro. Perché? Perché non si sa bene nulla di quest'uomo: è passato molto tempo, i testimoni di una volta o sono morti o non ricordano più, è passato mezzo secolo. Ma Toto Rezza stava, secondo le testimonianze più credibili, a via Rasella. Faceva parte di un gruppo di partigiani che doveva fare azione di complemento, diciamo così, rispetto alla grande esplosione e quindi era acquattato, insieme con altri 4 o 5 gappisti, in una stradina laterale che incrocia via Rasella, dalla parte di via dei Giardini. Lì, dopo l'esplosione, questo gruppo doveva intervenire tirando bombe a mano, sparando mitra, eccetera. Dopo di che questo personaggio, una volta che Roma venne liberata, cominciò a fare - come dire? - l'ufficiale di collegamento per il partito comunista fra il partito comunista, la direzione del partito comunista dell'Italia liberata, che stava a Roma, e la direzione del partito comunista dell'Italia ancora non liberata, che stava a Milano.
    In questa sua vita, di cui pochissimo si sa, lui ebbe tutta una serie di vicissitudini e di avventure. Inoltre, lui, quasi contemporaneamente, si arruolò nell'esercito regolare italiano che combatteva a fianco degli Alleati, e morì poi sulla linea del fronte, durante la battaglia di Alfonsine, e anche la sua morte tutto sommato era, direi, abbastanza avvolta nel mistero. Era uno di quegli individui che non spiccano mai ma di cui la storia spesso si serve in modo molto importante.


LA SIGNORA ROSSI, MOGLIE DI GIORGIO ROSSI

Toto Rezza era mio zio. Io avevo 6 anni e credo di  aver partecipato - involontariamente - a via Rasella perché mi ricordo di essere stata lasciata all'angolo... nei pressi di via Rasella da mio zio, credo di aver sentito questo boato enorme, di aver visto gente che correva, una grandissima confusione, il fumo, e di aver visto riemergere da questa confusione, che io ovviamente mi ricordo così, in questo modo, mio zio velocissimo che mi ha caricato sulla canna di una bicicletta e siccome ero spaventata e chiedevo evidentemente delle spiegazioni, mi ricordo che mi ha messo a tacere, mi ha detto: "Stai zitta, stai zitta. Adesso dobbiamo correre via!" E ha cominciato a correre fortissimo, mi ha caricato sulla canna della bicicletta, che immagino si fosse portato... immagino che mi avesse portato sulla sua bicicletta proprio per copertura, per copertura a un'azione partigiana, a un'azione gappista, per non destare sospetti e per poter usare la bicicletta in un periodo in cui oggi so che le biciclette non si potevano usare, erano state proibite dalle SS naziste perché i gappisti romani ci avevano fatto moltissime azioni, e quindi immagino che mio zio mi abbia usato come copertura per riuscire ad arrivare nel posto dove doveva andare e per poter scappare il più velocemente possibile non destando sospetti, perché appunto con una bambina sulla canna di una bicicletta.

PRECISAZIONE STORICA DI
ROSARIO BENTIVEGNA

 Affermo senza dubbio di smentita che Toto Rezza non ha partecipato all'azione di via Rasella: in quel momento non faceva parte nemmeno dei GAP centrali. Per di più, la cosa che viene raccontata dell'uso della bicicletta e della bambina è assolutamente incomprensibile, primo perché le biciclette erano proibite a Roma in quel periodo, e secondo perché nessuno dei comandanti partigiani che hanno preparato e organizzato l'azione di via Rasella avrebbe accettato che ci venisse con una bambina di 5 anni.


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