Il deserto della notte
di Fabio Scafetta
Ancor esile è il processo di scavo, però si sentono i primi colpi di bisturi sulle vene corpose della miniera. L'ossatura delle parole ricoperta ancora da troppo tenera cartilagine riesce tuttavia a creare congiunzioni poetiche incisive e di un certo stile. Si percepisce il disagio della ricerca, il tentativo di cogliere le linee salienti del proprio dolore e lo sforzo di vagliarne le profondità.
Se molto è ancora acerbo nel poeta, non lo è nell'uomo. E' questo che conta. C'è il minerale, c'è il titanio roccioso su cui poter intervenire col tarlo vivo dell'arte. Su ogni ferita di lui, adolescente, s'ode l'agitìo brumoso del vento in cui l'immaginario suo è riverso. Ha coraggio innanzitutto. Di esporsi al giudizio critico.
Queste liriche, che pubblichiamo sono solo un inizio, ma ci auspichiamo che su questo massello venga costruito uno splendido mosaico cosmatesco. Fabio è giovanissimo, ha tutto il tormento dell'esser vivo ancora dinanzi a sé. Non abbiamo timore di attenderlo ancora su queste pagine. E più maturo.
Intanto, o lettore, eccone i versi ed invia pure il tuo prezioso giudizio, se ti va, rifletteremo! (E. C.)(e-mail: scafetta@libero.it)
Fabio Scafetta, 19 anni, nato a Termoli. Vive e lavora a Vasto, dove debutta con i suoi sogni.
Vorrei nascere al contrario:
Imparare per poter studiare,
avere soldi per poter lavorare,
fare sesso per poter trovare
una ragazza,
formare una famiglia per
potermi sposare,
mangiare per poter cucinare,
ubriacarmi per poter bere,
prendere la pensione per poter
invecchiare.
Riposare per poter morire.Siamo tutti specchi che vogliamo
essere noi stessi.