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Il verbale trovato presso l'Ist. di Med. Legale di Milano dal Prof. A. R. Reca l'ora dell'autopsia ed il riscontro di sette fori di proiettile pre-mortali (invece dei nove in altro verbale). Curiosa la necessità dei colpi di grazia ma non si comprende la loro successione. Riferimento alla estrazione del cervello taciuta in seguito. (Aldo Alessiani)
Il testo è stato riprodotto imitando la grafica del documento originale

 
ISTITUTO dì MEDICINA LEGALE e delle ASSICURAZIONI dell'UNIVERSITA' di MILANO.

Verbale di necroscopia n° 7241 eseguito il 30 aprile 1945 alle ore 7.30 sulla salma
di BENITO MUSSOLINI dal Prof.  Dott.  Caio Mario Cattabeni direttore dell'Istituto stesso.
 

La salma è preparata sul tavolo anatomico priva di indumenti.  Pesa Kg. 72.
La statura non può misurarsi che per approssimazione in m. 1,66 data la cospicua trasformazione del capo per cause traumatiche.
Il volto è sfigurato da complesse lesioni da arma da fuoco e contusive, che ne rendono pressoché irriconoscibili i tratti fisionomia.  Non si effettuano rilievi antropometrici del capo, perché deforme da comminuta frattura dello scheletro cranio-facciale con profonda depressione dell'intera regione parieto-occipitale Sx. e schiacciamento della regione orbitale dello stesso lato dove il globo oculare è afflosciato e lacerato con fuoriuscita completa dell'umore vitreo.
In regione frontale e mediana ed in sede parieto-frontale Sx. si evidenziano due vaste soluzioni
di continuo lineari del cuoio capelluto a margini laceri di circa 6 cm.
La rimozione dell'encefalo non può compiersi l'in toto" perché cervelletto, ponte mesencefalico e una parte inferiore dei lobi cerebrali appaiono spappolati, senza traccia però di infiltrazione emorragica.
Integra è solo la maggior parte delle covessità emisferiche,   il  corpo   del calloso e parte
del basincefalo.
Le arterie della base encefalica sono solo in parte individuabili tra i frammenti mobili di fratture comminute dell'intero basicranico ed in parte ancora connesse alla massa encefalica.  I tronchi così individuati appaiono con pareti sane.
La parte di encefalo così recuperata viene posta in liquido fissatore per eventuale ricerca microscopica?
Un frammento di corteccia cerebrale è stato concesso, su richiesta dell'Ufficio Sanità del Comando della V Armata (Calvin Drayer) al dr. Wilfred Overhelser direttore dell'ospedale psichiatrico S. Elisabetta di Washington.  Rigidità cadaverica risolta alla mandibola e persistente agli arti.
Colorazione putrefattiva assente.
Ove si eccettuino delle note di una modesta gastrite cronica e dell'esistenza di una tenue briglia aderenziale tra il colletto della cistifellea ed il bulbo duodenale, nonché di lipoidosi dell'aorta iniziale, non si rilevano alterazioni in atto ed in particolare alcuna traccia di pregressa ulcera gastro-duodenale né segno alcuno di "lues viscerale".
Il più attento esame delle meningi dell'encefalo e delle arterie basiencefaliche oltre ad escludere anomalie morfologiche di sorta ha rivelato aspetti anatomici di assoluta integrità.

Non vi è stata morte immediata con la prima scarica, perché non esistono estese infiltrazioni
emorragiche mediastiniche che sono incompatibili con la istantaneità del decesso.
Per qualche minuto, dopo le lesioni inferte con una scarica di mitra, la vittima ha potuto dare qualche segno di vita così da giustificare un ulteriore intervento per il cosiddetto colpo di grazia.
Le uniche lesioni aventi carattere di lesioni vitali furono quelle dei colpi d'arma da fuoco.  Sono stati identificato in tutto sette fori di entrata di proiettile sicuramente prodotti in vita, dato il netto alone ecchimotico-escoriativo. (affermazione in contrasto con altro resoconto del prof. Cattabeni, che parla di morte immediata)
Nessuna lesione è stata inferta prima dell'esecuzione capitale.
Il foro d'uscita dei colpi superiori è quasi comune e si trova più in alto di quelli di entrata.
Le lesioni di carattere post-mortale sono quelle più da lamentarsi, anche perché hanno reso ineffettuabili rilievi anatomici accurati sulla capacità cranica: si trattava difatti di un vero e proprio sfacelo traumatico in parte dovuto a colpi d'arma da fuoco trapassanti ed in parte ad un meccanismo contusivo di estrema violenza qual è da ravvisarsi nella precipitazione del cadavere sospeso.


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