Gli originali sono consultabili presso la "Casa della
Memoria e della Storia"
via S. Francesco di Sales 5
Roma
Telefono 06/6896519
Indagini iconografiche
per ricostruire le modalità della morte
di Benito Mussolini
di Aldo Alessiani
elaborazione grafica di Enzo Cicchino
Nota dell'Editore: Le foto qui di seguito sono state
opportunamente ritoccate ed hanno una funzione eclusivamente didascalica.
Per chi fosse interessato, per ragioni di studio a prendere visione degli
originali, quelli relativi a Piazzale Loreto sono in buona parte proprietà
della Società Pubblifoto di Milano, che qui ci pregiamo di ringraziare,
e che possiede tra l'altro anche alcuni documenti film interessantissimi,
come le sequenze della partenza di Mussolini da Milano il 25 aprile 45
al seguito del gruppo antiaereo tedesco di Fallmayer.
Di altre foto invece, sempre facenti
parte dell'Archivio Alessiani, non ne conosco la sorgente, chi fosse in
grado di aiutarmi ad individuarla mi farebbe cosa grata. (E.C.)
oOo
Nota seconda: L'analisi verte sulla osservazione delle salme dei fucilati a Dongo
eppoi di Claretta Petacci e Benito Mussolini dall'attimo in cui sono stati
condotti a Piazzale Loreto fino all'obitorio; Aldo Alessiani sviluppa congetture
molto acute intorno alla mutagenesi dei cadaveri conseguente all'appendimento;
originalissima la tecnica adottata per misurare il tempo. Alessiani mi
raccontò che per ricostruire una verifica del passare del tempo,
aveva utilizzato dei ferri da calza di sua madre e ne aveva analizzato
la variazione delle ombre, confrontandole con quelle proiettate analogamente
sul muro, dai tralicci della pensilina ove furono appesi i cadaveri a Piazzale
Loreto.
la pensilina è vista lateralmente con uno
dei due pilastri in cemento di sostegno affiancati.
La mensola più sporgente è quella dell'appendimento.
Le frecce indicano la proiezione delle ombre.
la mancanza di copertura (visione dall'alto) per
incompletezza del manufatto, lascia scoperti i tralicci di centina, ragione
di proiezione d'ombra.
analisi della struttura delle centine in ferro.
Nel disegno "B" ho riportato sulla porzione orizzontale
corrispondente all'architrave di cemento, le diverse ombre considerate
nelle singole foto; esse proiettate dai tralicci soprastanti, segnano un
seguito d'inclinazioni che vanno da sinistra a destra descrivendo sul goniometro
sottostante un angolo di trenta gradi circa. Tale angolo è percorribile
da un'ombra solare esattamente in due ore e un quarto.
L'ombra dei tralicci si sta verticalizzando; siamo
verso il mezzogiorno. Starace è già appeso. La spogliazione
della camicia nera dal corpo di Mussolini non è ancora avvenuta.
La freccia in alto a destra indica Via Padova.
La foto è stata scattata dopo lo sbocco di
Corso Buenos Aires sul piazzale. A sinistra di chi guarda è Viale
Monza; a destra l'inizio di Via Costa.
il corpo esempio con angolo a 180° è quello
di Achille Starace,
che fu fucilato quello stesso 29 aprile a Piazzale
Loreto
Si identificano nel rigor gli angoli di apertura
tra il corpo dell'uomo e della donna; per contro quello di Achille Starace
si pone in atteggiamento di completa verticalità in quanto appeso
subito dopo il decesso. E' da osservare che togliendo la camicia nera l'angolo
del primo aumenta; poiché la rigidità recente è lignea,
siffatta dinamica non doveva essere sufficiente per tale modificazione
se non pensando già ad una pre-risoluzione e ad una diversa cronologia
della morte.
La banda d'assorbimento ematico appartiene alle prime
foto intese cronologicamente; scomparirà per essiccamento ed ossidazione
e non sarà più recepibile fotograficamente. E' espressione
di cadavere posto all'impiedi con direzione testa-piedi. E' emissione di
colpo alto sull'emitorace sinistro, visibile nella foto della Petacci a
terra durante il lavaggio con idrante; un avvenimento della tarda mattinata
a disappendimento avvenuto.
Scomparsa la banda C-D perdureranno le altre sul
torace per gemizio protratto; questo proviene dal colpo sottomamillare
destro (immediatamente sub-diaframmatico) ed in parte dall'altro sull'emitorace
sinistro (citato).
La macchia sul fianco destro è di 'raccolta'
per versamento sottomamillare destro verso il basso durante la verticalizzazione
del cadavere il cui contenimento di base è la cintura; non arriverà
mai allo stadio di scomparsa.
La macchia ematica sottascellare sinistra indicata
dalla freccia (color nero, tracciata a penna, sul corpo di Claretta) è
similare nella sua dinamica a quella di destra (posizioni di quarto in
cadavere orizzontale). Notare la formazione della immagine trapezoidale
sul petto e la non più sovrapponibilità degli angoli d'apertura
delle braccia tra i cadaveri Mussolini-Petacci per asportazione forzata
dal corpo dell'uomo della camicia con trazione dal basso. Lo stesso si
manifesta per il corpo del primo appeso a sinistra e meno per il secondo
malgrado la contemporaneità dei decessi.
E' una delle ultime foto di P. Loreto; è vicino
il disappendimento. L'ombra delle centine si stà spostando sempre
più a destra. Il trapezio ematico sul petto della donna è
sempre più definito nella sua residua immagine.
Persiste ancora una comune angolarità della
apertura delle braccia tra il corpo della donna e dell'uomo anche se per
quest'ultimo, con la trazione verso il basso del cappotto, con il quale
è inizialmente issato, s'è configurata una meccanica modificativa.
Per la Petacci, la banda destra che trova termine
sul fianco dello stesso lato, potrebbe far presumere altre lesioni in regione
clavicolare. Difficilissimo cimentarsi in questo problema che potrebbe
far presupporre il comune destino dei quattro di arma automatica per i
due soggetti affiancati. Ipotesi che si è affacciata più
volte e sostenuta da intuizione del tutto emotiva ma non per questo
scartabile.
La freccia scura a penna si porta sull'unico colpo
d'arma da fuoco ravvisabile fotograficamente;
è quello dell'emitorace alto di sinistra.
Il corpo è disappeso per lavaggio con idrante
da parte dei pompieri.
Non risulta dopo tale azione un nuovo appendimento.
Si noti come il rigor delle braccia è già
in risoluzione essendosi gli arti assestati ai fianchi.
Il colpo d.d.f. in sottomamillare destra (tra A e
B) manifestasi indirettamente con il perdurare gemizio invertito in direzione
del capo. Resta sul fianco destro il segno della raccolta iniziale in senso
opposto. La banda C-D è già in via d'essiccamento ossidativo.
La metodica espressa permette di localizzare in A
(sia per costruzione che per visione fot. della lesione) il c.d.d.f. sull'emitorace
sinistra; in B quello sottomammillare (solo per costruzione). Impossibile
dire se sono d'entrata o uscita; tuttavia nel contesto della ricostruzione
dell'evento appaiono più per il primo caso. Se con una diagonale
si uniscono i fori A e B e si tirano in basso due linee da tali estremi,
si ha un immagine trapezoidale. Immaginiamola ora tinta in rosso; vedremo
questa nelle ultime fotografie di P. Loreto sul corpo della donna persistere
perché espressione di uno stato umido ematico subordinato a gemizio
continuo. La linea C-D corrisponde schematicamente al diaframma per cui
la lesione B è addominale alta (all'impiedi).
La maglietta di salute non manifesta alterazioni
da fori per la spalla destra come per i 4 della sinistra o al lato destro
della sua allacciatura. Per contro molto slabbrato ed aperto è il
bordo delle mutande di flanella. Potrebbe essere segno di colluttazione
o di cattivo rivestimento o di trascinamento. Si notino per contro i calzoni
perfettamente allacciati.
L'apertura delle mutande non può appartenere
ad una accidentalità di P. Loreto, perché la camicia nera
copriva tale intimo indumento e solo dopo l'asportazione di quella,
per trazione dal basso, compare nella sua realtà.
Banda d'assorbimento testa-piedi che scomparirà
durante la mattinata del 29/04/45; la sua emissione è conseguenza
del colpo d'arma da fuoco descritto in autopsia sulla parasternale destra
e responsabile della rottura aortica. Il corpo indossa ancora la camicia
nera poi sottratta per trazione dal basso determinando una maggiore angolazione
delle braccia rigide a quasi novanta gradi.
L'immagine trapezoidale prende forma sul petto della
donna. La freccia rivela la macchia triangolare sottascellare destra; sussiste
già nel cadavere in posizione orizzontale in precedenza all'appendimento
e non più attiva in tale fase. Significa che il cadavere, sul luogo
dell'evento letale, subì posizioni di fianco e di temporaneo sollevamento
(non escluso il tentativo di vestizione).
Perdura nell'altro cadavere il gemizio verticalizzato
proveniente dai quattro colpi d.d.f. sulla spalla sinistra rivelati dall'autopsia.
Scomparsa la banda che da 'A' si dirigeva verso il
fianco destro, il gemizio perdurerà verso la spalla destra per la
posizione opposta; la sua visibilità sarà chiara sulla maglia
di salute, una volta strappata la camicia nera. I due opposti al termine
delle due gore corrispondono al detto foro d'a.d.f. in parasternale destra.
Il tutto è superato dalla autopsia (siffatta metodologia è
antecedente alla sua pubblicazione), tuttavia resta necessario nel tentativo
di presumere le lesioni d'a.d.f. sulla Petacci per la quale un rilievo
autoptico non sussiste. Ne consegue la necessità di attingere a
siffatto artifizio non avendo per quella altra ausiliarietà d'indagine
e di assumerne con attenzione le modalità.
Colpo alla nuca con accostamento dell'arma sulla
cute con la configurazione stellare caratteristica di sfrangiamento. La
posizione del cadavere del Mussolini rende quanto mai improprio l'essersi
concretizzato il colpo di P. Loreto. Abnorme sarebbe stata la posizione
di una arma corta inserita nello spazio limitato tra la nuca dell'uomo
ed il petto della donna su cui poggia. L'autopsia lo darà per post-mortale.
La stessa perdita, per gravità, di materia
cerebrale, indica una posizione di deposizione originaria e non appartenente
ai sollevamenti o appendimenti. Pertanto è di provenienza del luogo
del decesso e da intendersi come 'colpo di grazia' che essendo della fase
post-mortale non era necessario ma entrava nel completamento di una ritualità
intenzionale nell'ambito d'una esecuzione capitale, reale o presunta. Si
noti sulla Petacci la gora sottascellare destra ed il tailleur felpato.
Il proiettile penetrato dalla nuca non appare in
fuoriuscita nemmeno in autopsia.
Sono riportati su manichino i fori d'entrata dei
proiettili (meno quelli dell'avambraccio destro) così come riferiti
dal Prof. Cattabeni nel verbale 'ufficiale' n. 7241 del 25/04/45. Si tenga
conto che anche quello non ufficiale e scoperto dal Prof. Abelli-Riberi,
reca lo stesso numero. Si tratta, s'intende, di colpi pre-mortali.
A: colpo al di sopra della spina iliaca e
che con tramite a 45° verso il basso, uscirà dal gluteo destro
senza ledere l'impalcatura ossea del bacino. Tangenzialità carnosa
a tramite obliquo-retto; è da considerarsi a sagoma eretta (tentativo
di disarmo del soccombente).
B: colpo sopraclavicolare destro senza ledere
la clavicola immediatamente sottostante; uscita ad angolo piatto ovvero
180° (anch'esso premortale per autopsia).
C: colpo in parasternale destra (in realtà
è leggermente più in alto che non nella sagoma); descritto
come fuoriuscente posteriormente nella prossimità della scapola
destra; quindi fa un tragitto obliquo sia per inclinazione dell'arma sia
per probabile deviazione da piano osseo (colonna vertebrale o costola?);
45° circa su angolo-giro sul piano intratoracico. Lesione aortica.
D: colpo sottomentoniero sul piano detto sopra-joideo
con andamento perfettamente perpendicolare (180° su sagoma eretta).
Pallottola ritenuta; frantumazione della base cranica come per verbale
Cazzaniga in riesumazione.
E: gruppo di quattro fori concentrati (quattro
di quadri in orizzontale); i due interni lederanno la parte supero-laterale
del polmone sinistro (il sanguinamento continuerà in fase d'appendimento).
Emorragia intrapleurica. La vicinanza tra di loro dei detti colpi, fa presumere
una balistica estremamente vicina al bersaglio. Fuoriuscita di essi in
zona scapolare destra (180° su piano trasversale).
Gli stessi colpi d'arma da fuoco già discussi
e visti dal basso per maggiore chiarezza.
Sono d'entrata e pre-mortali come il verbale n°
7241 ufficiale del Prof. Cattabeni.
F: colpo d'a.d.f. pre-mortale (in autopsia)
d'entrata sull'avambraccio destro e con uscita (G) più in basso
ed all'interno.
La dizione di più alto e più basso
in questo caso è relativa alla posizione della foto che è
la stessa considerata da Cattabeni in autopsia (arti ai fianchi in corpo
supino sul tavolo anatomico). In realtà si tratta di lesione avvenuta
per caduta del soggetto a terra in atteggiamento istintivo d'appoggio con
braccio esteso.
Presenza di alone d'affumicatura nelle foto
pre-autoptiche con immagine a 'pera' ed a cul de sac verso il polso.
Arma poggiante sul piano cutaneo in bassissima inclinazione
(20-25 gradi al massimo) e ruotata (dal soccombente) verso l'interno. Non
lesione della struttura ossea sottostante (tramite delle sole parti molli)
Illustrazioni di fori d'uscita già trattati
in entrata per le pagine precedenti:
H è uscita di A
I è uscita di B
L è uscita di C
M rappresenta l'uscita dei quattro fori anteriormente
rappresentati con E
G è uscita di F
Stretta analogia con il colpo al fianco destro e
fuoriuscente nella parte alta del gluteo dello stesso lato descritto nella
autopsia del Mussolini; notevole l'accostamento anche per l'inclinazione
del tramite.
Tentativo di disarmo da parte del soccombente.
(Canuto-Medicina Legale e Assic. - Editrice Cortina
Pavia).
L'immagine a è quella che vedremo nel
corpo del Mussolini fotograficamente, sia in localizzazione sottomentoniera
che sull'avambraccio destro.
Gli aloni di affumicatura esistenti asportati durante
il lavaggio del cadavere ai fini preparatori autoptici.
Le due immagini sono già pertinenti dell'orletto
escoriato ed a maggior ragione dell'alone d'affumicatura per il colpo ravvicinatissimo.
Il caso 'a' è fotograficamente rintracciabile
nel Mussolini sotto il mento per direzione perpendicolare al piano anatomico
mentre il 'b' sull'avambraccio destro per direzione tangenziale (braccio
esteso in caduta sul dorso con arma ledente fortemente inclinata in direzione
del palmo della mano).
E' il corpo di Mussolini giunto all'Istituto
di Medicina Legale e deposto sul pavimento di un corridoio.
Notisi il colpo sottomentoniero ad impronta circolare
per alone di affumicatura (asportato per lavaggio nella preparazione all'autopsia
da un inserviente); la caratteristica circolare denuncia la posizione dell'arma
da fuoco in perpendicolare sul piano anatomico cutaneo e la sua estrema
vicinanza ad esso. La lesione descritta in autopsia è premortale.
Sul braccio destro, tra il gomito ed il polso, altro colpo con alone d'affumicatura
ma con immagine a pera il cui cul de sac è in direzione della
mano.
Intuibile la nudità dell'arto in detta fase
d'esplosione altrimenti l'alone sarebbe stato intercettato dagli indumenti.
La direzione dell'arma da fuoco questa volta è tangenziale ed a
bassissima inclinazione; l'unica spiegabilità è la estensione
del braccio destro per istintività di appoggio per caduta sul dorso.
Il proiettile fuoriuscirà a pochi centimetri più in alto
appunto per la citata inclinazione senza ledere l'impalcatura ossea dell'avambraccio
(tramite entrata-uscita a pinza). In fase d'autopsia, la descrizione basandosi
sul corpo con gli arti ai fianchi, darà l'uscita sottostante a quello
d'entrata. Cade così la spiegazione del Cattabeni, nella pubblicazione
dell'agosto 1945 ed intesa come atteggiamento di riparo durante il fuoco
d'esecuzione per persona postasi davanti al Mussolini. A parte che sarebbe
mancato l'alone d'affumicatura per intercettazione d'indumenti, la direzione
del tramite per siffatta tesi sarebbe stata perpendicolare all'asse dell'avambraccio,
comunque mai con inclinazione d'arma tale che nella specie raggiunge quasi
un angolo piatto.
Ingrandimento della immagine precedente; la freccia
rossa indica la modalità penetrativa del proiettile.
Ruotando immaginativamente il braccio raffigurato
in alto (estensione), questa lesione si porrà grosso modo alla medesima
altezza di quella, sempre d'arma da f. in regione sopraclavicolare destra,
mentoniera e parasternale destra con direzionalità d'intento lesivo
dalla lateralità alla medialità nell'intenzione di spostarsi
su organi più vitali vincendo la resistenza opposta del soccombente
intesa a far che ciò accadesse. Colluttazione a terra.
Sul foro sottomentoniero (sopra-joideo) è
stato applicato un posticcio in nero per richiamare l'immagine con l'alone
di affumicatura perfettamente circolare (arma perpendicolare sul piano).
Il riferimento è alla nota immagine del cadavere
deposto sul pavimento dell'Istituto di medicina legale dell'Università
di Milano e proveniente da Piazzale Loreto.
Sull'avambraccio destro è stato applicato
un posticcio a forma di pera il cui cul de sac è verso il
polso destro. Trattarsi di alone di affumicatura sul foro d'entrata F.
così come dalla immagine fotografica pre-autoptica citata. Gli aloni
d'affumicatura vennero asportati nella preparazione del cadavere dell'autopsia
per lavaggio (spugnatura del cadavere).
Stretta analogia con colpo d.d.f. sull'avambraccio
destro di Che-Guevara: l'immagine non è tangenziale e senza alone
d'affumicatura.
Esplosione d'arma a distanza su arto denudato
o ravvicinata con intercettazione d'indumenti.
Esempio di colpo d'arma da fuoco in parasternale
destra bassa ad impatto perpendicolare ed attraversante gli indumenti allontanati
da un sanitario nell'intento di soccorso (Guerra d'Algeria).
Colpi d'arma da fuoco esplosi a distanza su corpo
vestito. Comunque a tale distanza gli indumenti sarebbero stati pleonastici
per gli aloni d'affumicatura la cui caratteristica (come per l'alone d'ustione
cui di solita s'accompagna) è il cosiddetto 'bruciapelo'. Gli effetti,
alla foto che segue.
(Esecuzione di "lupo mannaro" - Baviera 1945)
Effetti penetrativi di colpi d.d.f. esplosi a distanza
su corpo vestito.
Notare la perfetta sovrapponibilità topografica
degli indumenti e l'emitorace destro colpito.
Circolari sono le immagini delle lesioni corrispondenti
alla perpendicolarità delle armi sul bersaglio (foto precedente).
Il colpo al fianco destro, così come dall'autopsia,
dovrebbe essere rintracciato sul margine alto dei calzoni, topograficamente
corrispondente alla topografia sottostante della lesione d'entrata al di
sopra della cosiddetta spina iliaca.
La manica del cappotto raglan non mostra lesioni
in corrispondenza dei due fori (entrata-uscita) descritti in autopsia in
relazione all'avambraccio destro e che esistono topograficamente sottostanti
alla manica detta; idem vale per la spalla destra per il sottostante colpo
di entrata-uscita in regione sopraclavicolare.
Lo stivale destro è già aperto prima
dell'appendimento probabilmente per difficoltosa manualità incontrata
durante la fase di rivestimento del cadavere del M.. Non fu dunque la corda
della pensilina ad alterarne la chiusura-lampo che, per recepibilità
dell'oggetto nel cimitero di Predappio, manifesta una forzatura manuale
nel chiuderlo. Il piede del M. fu calzato in fase di rigor avanzato ed
in atteggiamento anomalo di iperflessione dorsale o di grande torsione
laterale.
Lo stivale destro di Mussolini restituito ai famigliari
e depositato nella bacheca del sepolcreto di S. Cassiano. E' visibile la
forzatura della chiusura-lampo nel suo terzo inferiore dovuta a difficoltà
manuale di rivestimento e di calzamento per abnorme posizione del piede
in morte e come tale restata durante l'instaurarsi del rigor. Per il piede
sinistro postosi in naturale estensione, non si verificarono difficoltà
ed esitazioni.
risulta evidente che la chiusura lampo è stata
slabbrata nel forzoso tentativo di chiuderla
Sono le due foto più importanti in questa
analisi: i corpi disappesi sono stati già trasferiti all'Ist. di
Medicina Legale dell'Univ. di Milano. Siamo quasi certamente nel pomeriggio
della domenica 29 perché poi i corpi vennero insitati in bare rozze
lignee nella sera del 30 ed inviate al Musocco.
Il cadavere del Mussolini è ancora vestito;
l'autopsia forse per lui non è nemmeno decisa. Se si osservano attentamente
le due foto si nota che i corpi, a fine di dileggio, sono messi a guisa
di galante offrire il braccio; il polso destro della donna si flette verso
il basso spontaneamente, i due capi si accostano quasi in una affettuosa
intesa.
Poi, qualcuno decide di mettere a sedere i corpi:
accade allora che le teste già ciondolano e che le si deve reggere,
le due braccia incrociate si liberano e cadono pesantemente verso il basso.
Indubbiamente assai ben poco del rigor mortis resta in questi due preziosi
documenti; se il decesso del Muss. e della Petacci è, come si è
sostenuto, delle 16020 del sabato, la rigidità non solo sarebbe
cessata in 24 ore ma in queste 24 ore è avanzatissima anche la risoluzione
rilasciativa.
Siamo addirittura nel dubbio di un decesso
appartenente al venerdì 27 se non ci fossero certezze della esistenza
in vita dei soggetti.
Pur scendendo oltre il parametro minimo di 36 ore
per la rigidità, riducendolo a 24 (!) e concedendo altre 12
ore al rilasciamento, siamo nel totale di 36 comprendente questa volta
rigidità + rilasciamento. Se queste foto sono del pomeriggio del
29/04/45 la morte di Mussolini e Clara Petacci è ancora prima dell'alba
del 28 ma verso le due di notte. Insomma all'atto di coricarsi o nell'atto
di spogliarsi per coricarsi.
Appare singolare la verbalizzazione del Prof. Cattabeni
che dichiarerà
nel verbale di autopsia eseguita all'indomani, che
nel Mussolini la rigidità "era risolta alla mandibola. Persistente
agli arti". Indubbiamente l'ora di presumibilità medico-legale del
decesso, veniva in tal modo grossolanamente modificata. La rigidità
era invece risolta anche per i muscoli del collo, degli arti superiori,
del dorso. Probabilmente anche agli arti inferiori, ma non possiamo attingere
dalle foto anche questo.
La dinamizzazione dell'evento morte di Mussolini.
(prima sequenza)
Debbo presentarla in due sequenze: la prima con tre sagome cioè
senza coinvolgimento della figura femminile (Petacci) contrassegnata con
la lettera 'D'.
Questo perché mancando una autopsia della detta o quanto
meno una elementare necroscopia, ho dovuto per essa 'costruire' con la
metodica già indicata un accostamento di presunzione.
Pertanto la prima sequenza è a tre sagome di cui:
A= B. Mussolini
B= Primo sparante (con pistola)
C= Secondo sparante (con mitra)
La scena della colluttazione che spiegherà la poliangolarità
dei colpi e ricostruirà l'autopsia.
Nella prima sequenza il primo sparante B è dato come impugnante
la pistola con la mano destra; tuttavia il colpo al fianco destro di A
è più concretizzato se B impugna l'arma con la sinistra (mancinismo
di B che, per il tramite di 45° su A alto 167 cm lo fa presumere sui
180 cm); in tal caso, le successioni fanno però necessariamente
'passare' l'arma nella mano destra, per cui:
foto n. 1
B punta A all'impiedi (un concitato dialogo è
di certezza).
foto n. 2
A impugna la mano armata di B in tentativo di disarmo:
è il colpo primo della successione.
foto n. 3
A afferra per i collo B e cade a terra, trascinandolo
su se stesso.
foto n. 4
la caduta verso il piano s'accentua.
foto n. 5
foto n. 6
foto n. 5 e n. 6: nella caduta il braccio destro
di A istintivamente si pone in estensione; B cerca di portare l'arma sul
bersaglio più grosso e vitale, ma A con la mano sinistra cerca di
allontanare il pericolo spingendolo verso l'esterno. Parte il secondo colpo
che lede l'avambraccio destro in entrata-uscita. Si noti l'arma in posizione
tangenziale all'arto necessariamente nudo (alone di affumicatura a pera
con cul de sac in direzione dell'avambraccio-polso destro). B è
quasi interamente sovrapposto ad A.
foto n. 7 A sta cedendo e B sposta verso il centro
l'arma ancora contrastata in senso opposto da A. E' il colpo sulla spalla
destra in regione sopraclavicolare.
foto n. 8
B sposta ancora l'arma verso il centro; stavolta
essa si trova sotto la parte destra del piano orale (alone di affumicatura
rotondo per la perpendicolarità della posizione). La pallottola
è ritenuta dalla base cranica che si poli-fratturerà (esame
dei resti in riesumazione).
foto n. 9
C vuole intervenire e trova solo scoperta la regione
della spalla sinistra di A che è quasi interamente coperto da B.
Sono i quattro colpi concentrati (4 di quadri coricato).
foto n. 10
A ha ancora dei sussulti ma la sua mano sinistra
afferra ancora convulsamente la mano armata del primo sparante e la angola
passivamente. E' il colpo in parasternale destra che sezionerà l'aorta
fuoriuscendo in obliqua in direzione della spalla destra (scapola) molto
probabilmente per deviazione da ostacolo osseo (colonna vertebrale o costola).
Rammentando, a questo punto, il colpo sull'avambraccio
destro, quello sulla spalla destra, quello sullo spazio sub-orale, e l'ultimo
detto, si configura una linea quasi unica per altezze similari.
(seconda sequenza)
La seconda sequenza comprende la sagoma D che corrisponde alla
presenza di C. Petacci nell'evento; le risultanze per artifizio danno in
questa due lesioni d.d.f. (emitorace sinistro alto ed emitorace destro
basso); direzione dalla superficie toracica anteriore alla posteriore.
Non è escludibile però che i quattro colpi della spalla sinistra
del Mussolini siano già regione di attraversamento della spalla
destra della donna a lui sovrapposta durante la bagarre. In tal caso la
direzione dei quattro colpi è dal dorso al petto. Totale 6 nella
sommazione 2+4).
foto n. 11
D interviene nella lotta tra A e B rinforzando la
mano destra di A nell'intento d'allontanamento dell'arma che minaccia il
bersaglio grosso.
foto n. 12
C da cui D si è divincolata è partecipe
della lotta; la situazione è critica e C cerca di intervenire ma
forse esita.
foto n. 13
tra qualche istante B che si trova interposto tra
A e D rivolgerà l'arma sul petto della donna (D) con i due colpi
ancora restanti nel caricatore. C farà la raffica di quattro.
foto n. 14
foto n.15
foto n.16
foto n. 14-15-16 sono immagini a diverse angolazioni
di quanto sopra. Se i quattro colpi non colpirono la spalla destra della
donna, è pensabile una brusca posizione di quarto di lei durante
la lotta talchè si limitarono alla spalla sinistra di A. Non congetturabili
altre soluzioni.