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Capitolo 1

IL CONCETTO DI SALUTE
di Alessandra dott. Signorini

-una tesi di laurea-

 

Indice
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6



  PREFAZIONE


La difesa e la tutela della salute costituiscono una delle principali sfide che la nostra civiltà pone, per il carattere fondante che la salute assume rispetto a tutte le altre dimensioni dell'esistenza.
L'essere sano oggi connota una situazione d'equilibrio con se stessi, con il proprio ambiente, con il proprio tempo, ed è ormai opinione comune ritenere che un'effettiva promozione della qualità della vita e della salute passino necessariamente attraverso l'integrazione di diversi ordini di fattori, da quello personale e ambientale a quello economico e sociale, da quello lavorativo a quello dell'impiego del tempo libero a quello dell'impegno civile.
Tutti questi aspetti caratterizzano la salute come processo sempre aperto, in costante evoluzione, e qualunque sia l'accezione che si voglia scegliere come paradigma di riferimento, la salute si presenta come un bene propositivo di finalità educative, che s'impone in modo sempre più urgente alla riflessione di chi si occupa degli adolescenti, siano essi medici, educatori, genitori, insegnanti, adulti in generale.
L'aumento delle malattie le cui cause sono imputabili a comportamenti a rischio nell'età adolescenziale, come bere, fumare, e fare uso di droghe illegali, richiede una maggiore consapevolezza, da parte di tutti coloro che si occupano degli adolescenti, sia a livello individuale sia collettivo.
Molti sono gli studi e le ricerche, a livello mondiale, per creare programmi di prevenzione nei confronti di suddetti comportamenti a rischio negli adolescenti. Tanti sono ancora i passi da compiere per cercare delle modalità appropriate per la prevenzione e la cura del tabagismo e altre sostanze illegali, soprattutto in un'età critica com'è l'adolescenza: individuare i fattori di rischio responsabili dell'instaurarsi di tali comportamenti nocivi per la salute costituisce un passo avanti per capire meglio le dinamiche psicopatologiche e non sottostanti a certi comportamenti a rischio adottati nell'età adolescenziale, cosi' da poter contribuire alla ricerca di mezzi educativi, clinici, sociali appropriati per prevenirli e curarli. In questa linea d'indagine s'inserisce anche la ricerca qui riportata, tesa ad esaminare le abitudini tabagiche degli adolescenti, alcune loro caratteristiche di personalità, e l'ambiente familiare in cui sono inseriti. Per ottenere tali informazioni sono stati quindi somministrati sei test ad un campione di 102 studenti/studentesse, compresi tra i 17 e i 21 anni, dell'Istituto di secondo grado IPSIA "Ceconi" di Udine.

Tali test comprendevano:
1. Un test sociodemografico;
2. Il test di Fagestrom, che misura il livello di dipendenza da nicotina,
3. Un test di motivazioni al fumo;
4. Il test psichiatrico STAXI di Spielberger;
5. Il test psichiatrico 16 MP, forma C, di Cattel;
6. Il test riguardante il sostegno sociale di Surtees.

I risultati indicano un alto uso di sigarette tra i giovani adolescenti, dimostrando così che le politiche di prevenzione in questo campo non sono ancora sufficienti, né del tutto efficace. Sono quindi necessari ulteriori studi per migliorare la conoscenza di tali fenomeni nell'adolescenza e quindi creare nuove ed efficaci strategie di intervento.

 

CAPITOLO I

LA SALUTE

1.1 IL CONCETTO DI SALUTE
La carta costituzionale della 1WORLD HEALTH ORGANIZATION (WHO) del 1946, ci fornisce una singolare definizione di salute, essa è "uno stato di completo benessere fisico-mentale e sociale e non soltanto assenza di malattia o infermità ".
La salute è una condizione di armonico equilibrio fisico e psichico dell'individuo, integrato nel suo ambiente naturale e sociale dove corpo e spirito (psiche) sono indivisibili e quando questa condizione viene a mancare si crea disarmonia e quindi patologia.
L'individuo è considerato "sano" quando è in armonia con il proprio "io" il proprio ambiente interiore ed esteriore, ed è considerato "malato" quando prevale la disarmonia.
La nozione di benessere spesso concepita in termini di intuizione della qualità della vita della persona, sia come individuo sia come membro della società.
Procreazione, parto, svezzamento, sessualità, malattia, sofferenza, morte, non sono solo esperienze e problemi privati e personali, ma hanno tutte delle intrinseche dimensioni sociali. La fame, la disoccupazione, l'emarginazione, l'ignoranza, lo stress, l'inquinamento, influenzano lo stato di salute.
La salute, quindi, non è solo il benessere derivante dal buon funzionamento dell'organismo ma è il risultato dell'interazione dell'ambiente con l'uomo. Il fattore principale che influenza la salute, pertanto, è l'ambiente, da cui possono nascere problemi sociali e malattie.
Le condizioni di salute sono spesso il risultato sia di abitudini culturali sia di fattori biologici e condizionamenti ambientali. Per esempio abitudini tradizionali come il fumare, che può provocare serie conseguenze per la salute di tutti, è generalmente accettato come facente parte della vita sociale.
L'aumento di malattie come il cancro, il diabete, le malattie cardio-vascolari possono essere solo spiegate se correlate alla diffusione mondiale degli " stili di vita" potenzialmente rischiosi per la salute.
Per ridurre le malattie e la mortalità, per promuovere la prevenzione, per migliorare l'alimentazione e controllare le abitudini fumatorie, l'abuso di alcool e di droghe illegali, noi dobbiamo essere capaci di influenzare comportamenti attitudini culturali e modi di vita.
Da questo punto di vista, l'organizzazione del WHO2 e l'UNESCO, come responsabili della salute e degli educatori si assumono una doppia responsabilità:
1. Provvedere a far accedere equamente a tutti i paesi alla sicurezza ed all'effettiva prevenzione della salute;
2. Provvedere alle necessarie conoscenze e informazioni che renderanno capaci la gente di prendersi cura di se stessi, a promuovere la propria salute e quella dei loro familiari.
Per essere sostanziale i loro interventi ed indirizzi di salute, inclusi i loro programmi educativi, dovranno essere basati non solo su ricerche epidemiologiche o su lavori scientifici, ma anche su esperienze personali di vita e di salute della popolazione e sulla loro priorità e limitazioni.
Per assicurare una partecipazione dell'intera comunità essi dovranno ampliare le conoscenze sanitarie su ciò che "la gente conosce" e ciò che "la gente vuole" e dovranno essere sempre pronti a sostenere la gente durante il lungo cammino della vita.
Focalizzarsi sulla salute, dal punto di vista sociologico, implica:
* Agire preventivamente, avendo come obiettiva centrale il fatto che le persone si mantengono in salute.
* Aspettarsi un costante impegno per il cambiamento del modo di vita (in vista della salute) non solo da parte dell'individuo, ma anche del sistema sociale e sanitario.
* Aspettarsi che la salute sia promossa e salvaguardata da tutti gli attori sociali, in primo luogo dagli stessi individui.
La salute deve quindi essere intesa come un "fatto sociale" che deriva dalle modalità storiche con cui comunicano tra di loro, sistema sociale e mondo vitale.


1.2 SALUTE COME BENE COLLETTIVO

La malattia è un disordine che turba il normale equilibrio dell'organismo.
Il disordine è indotto dall'ambiente, dalle condizioni e dallo stile di vita, dai batteri, da virus ecc. dunque la salute è garantita da un equilibrio che è il risultato complessivo del bilanciamento tra più fattori: lavoro - fumo - alimentazione - farmaci - moto - serenità interiore - quindi è il concetto di "giusta misura" in tutto, nella vita quotidiana, nel lavoro che deve essere utilizzato per determinare i parametri in base ai quali poter decidere quando un qualcosa può costituire una minaccia per la salute, per definire oltre la quale alcuni fattori da benefici diventano fonte di disordine.
La salute è vissuta con fatalismo: essa, piuttosto, s'identifica con la normalità.
La malattia è un rischio naturale che può colpire tutti: compito della sicurezza sociale è quello di proteggere (curando e spesso risarcendo) contro tale rischio.
La salute può essere considerata anche uno strumento: qualcosa che consente all'individuo di raggiungere alti obiettivi, alti fini.
Essa ad esempio consente di lavorare, quindi di essere autosufficiente: è un capitale, un bene da preservare, da trasmettere ai propri figli.
Se la salute e il fisico resistente sono i necessari requisiti per lavorare, è necessario acquisire alcune abitudini di vita che consentono di protrarre il più a lungo possibile la condizione di "sano".
Sonno - igiene - alimentazione - cura del corpo devono essere finalizzati al mantenimento di un organismo efficiente, il cui buon funzionamento dipende più da tali pratiche sistematiche che dall'uso di servizi curativi.
Compito dello stato è intervenire quando l'individuo non può realizzare le sue scelte.
La concezione della salute come valore base della vita porta a enfatizzare il ruolo della prevenzione e dell'informazione che rende possibile modificare alcune abitudini di vita non sane e adottare comportamenti più razionali.


1.3 ETA'- SALUTE E CORSO DELLA VITA

Tre ordini di fattori reggono lo stato funzionale di un individuo o quello che può essere definito, in senso ampio, la sua salute: quelli biologici, sociali e psicologici.
Tali fattori sono interdipendenti e il loro rapporto crea gerarchie differenziate per ogni punto del corso vitale. In particolare il sistema organico e quello sociale determinano la componente psicologica come risultato di esperienza e comportamento e poi interagiscono con essa.
La salute dell'individuo diventa allora uno stato di equilibrio (dinamico) dei tre sistemi (o dei fattori) e l'alterazione di uno di essi può, ovviamente, alterare la complessiva omeostasi con retroazioni di compenso che attingono a riserve provenienti dal sistema nel suo insieme, atte a salvaguardare lo stato funzionale.
Queste risposte "compensatorie" spesso non ripristinano la situazione precedente ma tenderanno comunque a creare nuovi equilibri dinamici riaggredendo in modo funzionale le diverse risorse a disposizione.
I diversi cicli (biologico - sociale - psicologico) sono fra loro fortemente interrelati e gli eventi scatenanti la crisi in uno di essi coinvolgono l'insieme degli altri cicli in una spasmodica ricerca di risorse atte a fuoriuscire dalla situazione ad un nuovo stato di equilibrio più o meno stabile.
Se inseriamo la malattia, l'evento biofisico, in tale schema vediamo come essa retroagisca (o interagisca) sui sistemi psicosociali, accentuando o alleviando la sensazione di autopercezione della funzionalità personale.
In questo senso l'intero ciclo sociale, che è una continua entrata e uscita da ruoli significativi, può fortemente contribuire ad aggravare l'evento biofisico o, al contrario, può permettere di superare attraverso l'interrelazione sociale la diminuita funzionalità fisiologica, delegando funzioni o parti di esse al contesto sociale di appartenenza.
Lungi quindi dall'essere un fatto eminentemente sanitario, la salute è via via diventata un modo di rapportarsi agli altri, un elemento complessivo di giudizio della soddisfazione personale dell'insieme delle posizioni sociali raggiunte.
La salute diventa così un fatto di coinvolgimento collettivo sia (nel senso che coinvolge l'insieme dei rapporti sociali in cui l'individuo è inserito) e un fatto di comunicazione interpersonale al fine di utilizzare tutte le risorse a disposizione del singolo individuo.
Ecco quindi che questo primo e parziale approccio all'uso dei cicli sottostanti l'intero corso della vita e l'individualizzazione delle relative soglie di transazione, ci sembra possa diventare un fecondo campo di ricerca per la comprensione di un più corretto concetto di salute che sia in sintonia con i nuovi modi di vita e di rappresentazione della società ad alta industrializzazione e complessità.


1.4 SALUTE COME DIRITTO DOVERE

Il diritto alla salute è un bene inalienabile di ogni essere umano, e ogni nazione si deve impegnare per assicurare il massimo di salute possibile per ciascun cittadino, intervenendo sull'ambiente naturale e sociale e garantendo servizi di diagnosi e di cure adeguati.
Esistono fonti legislative nazionali ed internazionali che confermano la legittimità di considerare la salute come un diritto fondamentale: l'OMS3 nel 1946 ha scritto che " la salute è uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano ed è una condizione fondamentale della pace del mondo e della sicurezza".
L'art. 32 della Costituzione Italiana recita:
"la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantire cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento se non per disposizioni legali. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana."
2. La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, proclamata dalle Nazioni Unite nel 1948, contiene alcuni articoli validi per qualsiasi nazione:
* Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza della propria persona (art. 3);
* Ogni individuo in quanto membro della società ha diritto alla sicurezza sociale (art. 22);
* Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire a lui e alla propria famiglia la salute e il benessere (art.25);
* L'assemblea mondiale dell'OMS4 decideva nel1977 che " nei decenni futuri l'obiettivo sociale principale dovrebbe essere di far raggiungere a tutta la popolazione mondiale entro il 2000 uno stato di salute che permette di vivere una vita socialmente ed economicamente produttiva ";
* La legge Italiana sul Servizio sanitario Nazionale (legge n. 833 del 23 dicembre 1978, all'art. 1 recita: " La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto del cittadino ed interesse della collettività mediante il Servizio sanitario Nazionale".
E' ovvio che ogni diritto comporta anche dei doveri. Pertanto, per conquistare il " diritto alla salute " la responsabilizzazione del cittadino e la sua partecipazione attiva e consapevole alla difesa e promozione della salute propria e della collettività sono altrettanto necessarie quanto l'impegno dello Stato.


1.5 EVOLUZIONE DELLE CONCEZIONI DI SALUTE

Per comprendere questo passaggio che investe il problema della salute nell'attuale momento storico ci serviamo di uno SCHEMA DELLE CONCEZIONI DI SALUTE elaborato da C. HERZLICH in uno studio su un campione di popolazione da essa realizzato in Francia alcuni anni or sono.
Quest'autrice classificava i concetti di salute rilevati in tre categorie principali:
A. SALUTE IN UN VUOTO O "ESSERE";
B. RISERVA DI SALUTE O "AVERE";

C. SALUTE IN UN EQUILIBRIO O "FARE".
"salute in un vuoto è semplicemente l'assenza di malattia .... Se il corpo non da fastidi in nessun modo, la salute è fondamentalmente un'assenza, non è niente in positivo, è piuttosto un qualcosa di negativo."
"......la riserva di salute esprime una caratteristica organico-biologica tale perciò essa può essere buona, meno buona o cattiva, e può inoltre variare in relazione al tipo di vita condotta dall'individuo: ognuno può costruire le proprie riserve di salute o investire in esse.
Questo patrimonio di vitalità e difese può essere alimentato o dissipato, ....Esso non consiste solo in capacità di resistenza contro la malattia, ma appare come la "sottoscrittura" degli altri tipi di salute "; 5
"L'equilibrio......, sia che sia presente sia che sia assente, rappresenta un'esperienza autonoma; si percepisce che si ha equilibrio o che lo si è perduto .....Equilibrio è sentirsi felice, forte, a proprio agio .....esso comprende benessere, pienezza di risorse fisiche, assenza di fatica, benessere psicologico e temperamento equilibrato, libertà di movimento ed effettività nell'azione, buone relazioni con altre persone ... (tuttavia) non esiste qualcosa come la perfetta salute, essa riguarda piuttosto la capacità di tenere una vita bilanciata...."6.
Questo schema, a ben vedere, riassume una stratificazione storica di concezioni della salute che può essere letta anche in sequenza, e che la ricercatrice, ha trovato depositate nella memoria culturale della popolazione indagata.
Nella società capitalista della prima accumulazione, in cui la maggior parte della popolazione vive ai livelli di sussistenza, la salute è uno "stato", una caratteristica inglobata nella capacità di lavoro del marxiano lavoro vivo.
Avendo esistenza autonoma ha prezzo, essa compare solo come non-salute che attenta la sopravvivenza. Gli interventi sanitari sono allora d'Igiene Pubblica (togliere gli ostacoli all'essere) o, più spesso, di tipo residuale con forti caratteri di disuguaglianza.
Nella società di seconda industrializzazione fino a quella di capitalismo maturo la salute assume le sembianze di un patrimonio personale, un "avere".
Il corpo è una macchina che deve ben funzionare per produrre; esso quindi consuma energia e beni. La salute è però anche un bene pubblico, una ricchezza della nazione che incide sui soggetti d'accumulazione e di sviluppo. Crescono allora sia i consumi privati che quelli pubblici di salute (farmaci, diffusione e specializzazioni dei servizi sanitari.)
Si restituisce una funzione lineare fra i nuovi investimenti di salute sia in funzione riparativa che, in misura minore, preventiva e benessere sociale. Nella società post - industriale7 o post - materialista segnata dai lavori di consumo e dai nuovi bisogni, la salute diviene sempre più un "fare" da parte del soggetto e da parte delle strutture sanitarie (nuove tecnologie e ingegneria biologica). Ma essa può essere compromessa da certi tipi di comportamento individuale (es. tabagismo, alimentazione inadeguata e d'insufficienza nell'organizzazione sociale - solitudine - povertà).
Tuttavia, investendo la vita quotidiana, essa acquista spessore e si pone come insieme, come totalità di fronte alle singole scelte d'azione o consumo sanitario. Ecco quindi che in quella che, con metro interpretativo (invece che descrittivo) chiamiamo società complessa, comincia a porsi la questione della salute come sistema, come globalità che supera l'insieme delle parti.
La salute assume allora una dimensione paradossale, ossia attiene a due livelli logici differenti. Al primo livello essa è perseguita <attraverso una folta quantità di specifici interventi fenomenici (consumi individuali, prestazioni sanitarie, prevenzione di specifici rischi); al secondo livello essa si pone come globalità, come sistema, che attiene il singolo essere vivente, ma che attiene anche l'ecosistema nel suo complesso.
Da questo punto di vista la diffusione sempre più totalizzante delle diverse forme di inquinamento e degradazione dell'ambiente biofisico, dimostrano al contrario, l'indivisibilità e irraggiungibilità della salute solo attraverso specifici interventi fenomenici.


1.6 LA PROMOZIONE DELLA SALUTE COME PROCESSO CHE SI SVOLGE NELLA VITA QUOTIDIANA-

La promozione della salute coinvolge la popolazione nel suo insieme nel contesto della vita quotidiana, piuttosto che concentrarsi sulle persone esposte a rischio per specifiche malattie.
Essa mette in grado le persone di assumere il controllo e la responsabilità per la propria salute come una componente importante della vita quotidiana, sia come attività spontanea, sia come organizzata per la salute. Ciò richiede un accesso pieno e continuato all'informazione riguardante la salute e come essa potrebbe essere richiesta da tutta l a popolazione, utilizzando quindi tutti i mezzi di disseminazione disponibili.
In via di principio dunque, la promozione della salute include l'intera popolazione, differenziandosi in questo dalla prevenzione che individua specifici gruppi sociali, ed è volta a favorire stili di vita e capacità personali/collettive che salvaguardino e migliorino lo stato di salute.
Essa si rivolge non solo al settore sanitario quale promotore di salute, ma più ampiamente a tutti i settori della società che producono l'ambiente complessivo.
In questo senso le responsabilità politiche che essa invoca non sono esclusivamente quelle indirizzate verso "l'evitamento" della malattia e del rischio, quanto quelle attuate in vari campi che mediamente sono influenti sulla salute (ad esempio abitazione, sicurezza sociale, educazione, lavoro), per le quali richiede un esame preventivo e un monitoraggio nella fase di implementazione (Health Advocacy).
Il settore informale, le famiglie, le reti sociali trovano in questo una collocazione non puramente ricettiva, ma attiva. La vita quotidiana diventa lo spazio privilegiato della promozione della salute.
Questo apre il campo alla possibilità di interventi di supporto da parte dei servizi e degli operatori di primo livello (Primary Health Care) e, in particolare dai medici di base e dai servizi di prevenzione ed educazione sanitaria.
In primo luogo la promozione della salute è un processo complesso che coinvolge individui e collettività. Essa non è il risultato di una sola azione o intervento, ma piuttosto di un insieme di programmi e processi " in situazione " aventi per obiettivo strategico la creazione di un ambiente favorevole alla salute. Mira, soprattutto, a sostenere e attivare un mutamento nella cultura e nelle pratiche rilevanti per la salute, nella consapevolezza che la semplice informazione sui rischi, quale si ha nelle campagne di educazione alla salute, non è sufficiente a produrre variazioni significative del comportamento nocivo.
Questi mutamenti hanno maggiore probabilità di verificarsi se gli interventi mirano ad una ristrutturazione delle connessioni rilevanti per la salute del soggetto, delle sue descrizioni e del ruolo della salute nella vita quotidiana, e quindi ad un aumento della sua autonomia personale.
Questi mutamenti che si possono assimilare a variazioni di livelli di apprendimento, ognuno dei quali implica salti epistemologici (Bateson - Ingrosso)8-9sono spesso legati a fasi di transizione ed eventi critici della storia personale e collettiva.
In questo senso una malattia, una situazione di crisi o di latenza legata ad una fase di transizione nella storia personale e familiare, una ristrutturazione della rete sociale in cui l'individuo è inserito, situazioni cioè creatrici di disordine, possono rappresentare occasioni per un mutamento dello stile e della cultura di salute e quindi dare la possibilità di raggiungere una nuova situazione di ordine e di equilibrio dinamico.
Di qui l'importanza di interventi e presenze " in situazione ", che è qui un'indicazione di metodi validi molto ampiamente in pedagogia e in didattica, mentre i processi si svolgono, da parte di medici, operatori sociali, insegnanti.
Naturalmente la fase di crescita e di apprendimento offre un campo di intervento molto ampio, oggi totalmente trascurato e lasciato ad interventi episodici su specifici rischi, per un'educazione alla salute che sviluppi la conoscenza personale, la percezione del proprio corpo, il "saper fare " utile al mantenimento della salute.
Ma anche eventi sociali e naturali, il recente disastro di Chernobyl ne può essere un esempio, possono innescare una revisione profonda delle rappresentazioni collettive e dei comportamenti sociali attinenti la salute.
Gli stili di vita che sono predominanti in una società sono dunque il punto di partenza e il punto di arrivo, sempre provvisorio, di un processo di trasformazione. Ciò si traduce in una indicazione di metodo: infatti la promozione della salute opera soprattutto sul contesto sociale, attivando opportunità e ristrutturando significati, e colloca i problemi individuali all'interno del quadro complessivo degli stili di vita e delle concezioni di salute delle persone.
Un'azienda rivolta verso le reti sociali, formali e informali, nelle quali gli individui sono inseriti risulta allora essenziale in una tale strategia di promozione.


1.7 RISCHIO E FATTORI DI RISCHIO

La salute è uno stato di equilibrio molto delicato che può essere minacciato dall'azione di molti numerosi fattori di rischiosi fattori di rischio si possono classificare nella maniera seguente:
I. FATTORI DI RISCHIO INDIVIDUALI:
* Ereditarietà e familiarità;
* Personalità;
* Condizioni sociali.

II. FATTORI DI RISCHIO COMPORTAMENTALI (O DELLO STILE DI VITA), costituiti da una seria di scelte effettuate dal singolo individuo all'interno di condizionamenti derivanti dall'ambiente:
* Alimentazione ipercalorica e/o sbilanciata;
* Sedentarietà;
* Scarsa igiene personale;
* Guida spericolata;
* Fumo di tabacco;
* Abuso di farmaci ;
* Abuso di alcool;
* Abuso di droghe illegali.

III. FATTORI DI RISCHIO SOCIOCULTURALI ED ECONOMICI (che influenzano i fattori comportamentali) legati a:
* L'organizzazione sociale ed economica (es. limitate libertà individuali; problemi economici e disoccupazione; stress; scadente organizzazione sociosanitaria.)
* Le influenze culturali (es. modelli culturali del fumatore e del bevitore; cultura del vino nei paesi mediterranei e della canapa indiana nei paesi orientali).
IV. FATTORI DI RISCHIO AMBIENTALI, legati al clima, alla collocazione geografica e all'inquinamento ambientale;
V. FATTORI BIOLOGICI (es. batteri, protozoi, miceti, virus, parassiti.);
VI. FATTORI FISICI (es. clima, localizzazione geografica, calamità naturali, radiazioni ionizzanti, raggi ultravioletti, elettricità, calore, rumore, umidità);
VII. FATTORI CHIMICI (es. scarichi industriali ed urbani, scarichi delle auto; pesticidi e fertilizzanti, additivi alimentari).
Le quattro matrici ambientali sono interconnesse, in un ciclo che può interessare, direttamente o indirettamente l'uomo.


1.8 GLI OBIETTIVI DELLA SALUTE PER TUTTI

* SALUTE PER TUTTI implica necessariamente uguale trattamento per tutti.
* Ciò significa che le disuguaglianze in campo sanitario esistenti tra i vari paesi ed al loro intervento dovrebbero essere ridotti al minimo.
* SI DEVE MIRARE in modo che ognuno attribuisca alla salute un valore positivo che gli permetta di fare pieno uso delle sue capacità fisiche ed emotive.
* SARANNO GLI INDIVIDUI STESSI a realizzare l'obiettivo della salute per tutti.
Una "collettività ben informata", ben motivata ed attivamente partecipe è un elemento chiave per la conquista dell'obiettivo comune.
* LA SALUTE PER TUTTI richiede l'azione coordinata di tutti i settori interessati.
Le autorità sanitarie possono occuparsi solo di una parte dei problemi da risolvere, ed una " cooperazione multisettoriale " è l'unico mezzo che possa effettivamente garantire i presupposti fondamentali per la salute, per la promozione delle politiche sanitarie e la riduzione dei rischi nell'ambiente fisico, economico e sociale.
* IL PUNTO CENTRALE del sistema di assistenza sanitaria dovrebbe essere l'assistenza sanitaria di base, in grado di soddisfare le esigenze fondamentali di ciascuna comunità per mezzo di servizi vicini il più possibile ai luoghi dove la gente vive e lavora, facilmente accessibile e soddisfacente per tutti, nonché basati sulla partecipazione della comunità.
SALUTE PER TUTTI consiste nel cercare di accrescere l'interesse di individui, gruppi e collettività alla promozione attiva della salute e del benessere proprio e altrui.
Proporre quindi alcuni obiettivi che mirano a promuovere dei comportamenti di tipo positivo, come non fumare, alimentarsi in modo equilibrato e svolgere attività fisica, ed a scoraggiare comportamenti che danneggiano la salute, come l'abuso di alcool, il consumo di droghe e la violenza.

 

Prima Tabella


ooo


Seconda Tabella




Note

1 World Health - The Magazine of the world Health Organisation - Culture and Healtth, 49th Year, no.2 march-april 1996.
2 WHO - Healthy lifestyles of young people- Op. cit.
3 Organizzazione Mondiale della Sanità - La Salute e i diritti dell'uomo - il pens.Sc. Ed. Roma
4 OMS:- Les soin de Santè primaires - sèrie"santè pour tous",n.1,Alma-Ata, Genève,1978
5 Herzlich C. Op.cit. p.17
6 Herzlich C. Op. cit. pp.58-62
7 Bell D. The coming of Post-Industrial society.-Basic Books,New York,1973.
8-9 Bateson - verso un'ecologia della mente-Op.Cit / Ingrosso-Strategie familiari costr.salute


 

 
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