"ANTICO - MODERNO" . Un Mediterraneo mai visto .I moduli nelle scuole secondarie di secondo grado
di Gennaro Tedesco
Abstract
Si intende produrre e portare avanti un modello possibile e alternativo del mondo antico e mediterraneo alla luce di una didattica dialettica della Storia interdisciplinare al centro della quale venga posto il ruolo protagonistico e attivistico degli allievi nelle scuole secondarie di secondo grado . La società del mondo antico viene rivisitata con gli occhi del problematico presente degli allievi e dei docenti in un continuo flusso e riflusso tra il passato e il presente . Strategie mediterranee , classi sociali , ideologie , tecnologie , economia , politica e letteratura al servizio di una didattica ermeneutica , problematica e transazionale . Duttilità , trasformatività , dinamicità e molteplicità di un mondo antico quanto contemporaneo : l'inesausto gioco di specchi e riflessi reciproci e intrecciati nella vulcanica e prorompente magmaticità di una contemporaneità mai avulsa dalla storicità del passato e viceversa . La similarità, ma non l'eguaglianza , della complessità e dell'intreccio dei processi sociali e storici del mondo antico con quello degli allievi come potente stimolo a ridisegnare , a reinterpretare la continuità e la discontinuità del loro presente e a riprogettare e a rilanciare il loro futuro in una dimensione della storia che da prevalentemente teoretica assume la forma e la sostanza di un viatico pragmatico nel labirinto del vissuto politico quotidiano degli adolescenti e dei giovani..
I MODULI NEL SISTEMA EDUCATIVO
1. Una risposta ai cambiamenti avvenuti nei licei
· aumento delle iscrizioni
· eterogeneità degli studenti
· inadeguatezza delle metodologie
2. Un modo per compensare le diseguaglianze fra gli allievi
Uno spazio per introdurre l'apprendimento attivo
FINALITÀ
1. Per l'insegnante:
· far acquisire metodi di lavoro (individuale o d'équipe)
· tenere conto dei ritmi e degli stili di apprendimento
· porre l'accento sui processi mentali
· condurre verso l'astrazione
· facilitare l'accesso all'uso dei linguaggi e codici specifici
· Per l'allievo:
· sviluppare la propria autonomia
· sviluppare la propria capacità di autovalutazione
· prendere coscienza del proprio stile di apprendimento
· imparare a reinvestire le proprie conoscenze in contesti nuovi
OBIETTIVI GENERALI DEI MODULI
1. Acquisire autonomia nel proprio lavoro e nell'uso delle proprie conoscenze
2. Conoscere e utilizzare le tecniche di apprendimento e i mezzi di comunicazione
3. sviluppare e potenziare le capacità degli allievi
4. Creare uno spazio di libertà per gli allieviORGANIZZAZIONE DEI MODULI
1. L'organizzazione pedagogica
· valutazione iniziale nazionale
· individuazione dei bisogni
· definizione dei prerequisiti
· definizione degli obiettivi
· analisi dei nuclei fondamentali delle discipline
· concertazione con i colleghi
· reperimento delle risorse
· suddivisione dei gruppi
· coinvolgimento degli allievi
· informazione alle famiglie
TRASFORMAZIONI INDOTTE DAI MODULI
1. Centralità dell'allievo - protagonista del suo processo di apprendimento
· agisce per costruire risposte a problemi, scoprire invarianti , generalizzare, ecc.
· interagisce con gli adulti per essere incoraggiato, ecc.
· interagisce con i suoi pari per scoprire la molteplicità dei punti di vista, decentrarsi, argomentare, ecc.
2. Insegnante mediatore - facilitatore dell'apprendimento
· suscita l'interesse e l'adesione al compito
· stimola la motivazione
· controlla la frustrazione di fronte ad errori commessi
· aiuta ad apprendere
· lascia all'altro l'iniziativa
· adotta un atteggiamento di ascolto
DEFINIZIONE DELL'AIUTO PEDAGOGICO
1. Favorisce la consapevolezza delle operazioni mentali e dei processi messi in atto
2. Facilita l'integrazione fra la teoria e la pratica
3. Favorisce le capacità di autovalutazione
4. Rimotiva l'allievo
5. Permette un ritorno di interesse perché nel modulo si può sbagliare
6. Sviluppa autonomia
OBIETTIVI DEL GRUPPO MODULARE STORICO - GEOGRAFICO - SCIENTIFICO - LETTERARIO 1. Conoscenza e comprensione di un approccio innovativo ai problemi dell'antichità greco - romana dove il cammino della civiltà sia visto in una dimensione dinamica, interattiva tra passato e presente.
2. Metodologia interdisciplinare che diverrà transdisciplinare ad opera dei blocchi tematici trasversali come quello storico - geografico - scientifico - tecnologico tale da favorire una formazione non settoriale ma il più possibile globale.
3. Approccio laboratoriale che mette in moto processi di ricerca autonoma e di attivizzazione con trasposizioni e traduzioni iconiche e multimediali.
4. Avvio di interventi che recuperino le carenze, potenziando anche le latenze intellettuali e vitalizzando le élites intellettuali all'interno della classe.
5. Validazione delle esperienze laboratoriali con uscite all'esterno., con possibile manufatto
I MODULI NEL SISTEMA EDUCATIVO
Per un biennio superiore dobbiamo tendere innanzitutto alla riformulazione e rimodulazione dell'approccio didattico alla dimensione dell'insegnamento - apprendimento della tradizione storico - classica.
Sul versante dell'insegnamento va fatta un'operazione preliminare di sfoltimento e accorpamento delle discipline che convergono sul mondo antico in una dimensione interdisciplinare e transdisciplinare. Il nuovo approccio deve tendere alla valorizzazione di alcuni blocchi tematici che abbiano due aspetti complementari essenziali: l'interazione costante tra passato e presente, non necessariamente esplicitata, e una strutturazione ciclica e ripetitiva che faccia perno sull'immaginario collettivo contemporaneo degli alunni.
Sul versante dell'apprendimento va posto invece l'accento su una didattica che ponga al centro l'attivizzazione dell'alunno, l'invito al gusto della ricerca personale, le sue capacità rappresentative - operative e le sue capacità propositive - discorsive, opportunamente stimolate dal docente, interattive, non necessariamente logico - lineari, nell'ambito di un'attività di laboratorio interattivo, interdisciplinare, transdisciplinare e collaborativa. Obiettivo dell'atelier didattico dovrebbe essere alla fine del processo di attività artigianale un "manufatto" multidisciplinare, interdisciplinare e multimediale da analizzare ulteriormente per eventuali modifiche e rielaborazioni e da esibire, o meglio, pubblicizzare alla comunità scolastica e non.
L'attività di insegnamento a temi, che tenga conto della interazione costante tra passato e presente e di una strutturazione ciclica e ripetitiva che faccia perno sull'immaginario collettivo contemporaneo degli alunni, deve interagire continuamente e proficuamente con l'apprendimento operativo dell'atelier. Ma vediamo quali possono essere i blocchi tematici con le caratteristiche su dette.
La colonizzazione greca che dal VI secolo a.C. coinvolge il bacino del Mediterraneo dal centro della Grecia alla conquista soprattutto di un Ovest mediterraneo selvaggio e sottosviluppato.
Il Mediterraneo diventa il teatro globale della competizione mondiale sviluppatasi tra i Greci e i Fenici - Cartaginesi - Etruschi. Il sistema della Polis greca, definita ad Atene e Sparta, ma nata nel Medio Oriente, si estende e si ramifica come una ragnatela in tutto il Mediterraneo. Quando l'espansione colonizzatrice dei Greci viene fermata in Occidente da Fenici- Cartaginesi ed Etruschi, il Sistema socio - economico della Polis si adegua e si trasforma. Nasce l'economia triadica dell'olio e del vino nelle anfore dipinte nei vivi e vivaci colori della pittura vascolare per attrarre i clienti, esportati tra i popoli semibarbari del Mediterraneo . In questo modo i Greci, respinti e stretti nei loro insediamenti coloniali in Italia, Francia, Spagna, e altrove, conquistano alla loro economia ilmercato globale. Le città greco - italiote assumono connotazioni particolari nel mondo coloniale giovane della Magna Graecia a contatto con popolazioni diverse e sconosciute fino ad allora. Per difendersi dalla crescente aggressività dell'elemento indigeno locale, le Poleis Magno - greche si affidano alla leader ship forte dei dittatori, ovvero tiranni, elaborando un processo di penetrazione economica e culturale che andrà esaminato attentamente sulla carta geografica del Mediterraneo.
In patria, ad Atene specialmente, i Greci progettano ed emanano una costituzione democratica che li induce a straordinarie ed irripetibili sperimentazioni politiche simili, se non uguali , alle nostre contemporanee: ad esempio schieramenti contrapposti tra conservatori e progressisti. Dal modello militare - strategico - sociale della falange oplitica nasce una nuova formazione sociale che si riconosce nel blocco compatto dei piccoli proprietari contadini. Lo strumento tecnico - militare della falange oplitica consente anche di approfondire le tematiche scientifico - tecnologiche per i modi e le forme attraverso le quali essa è nata, si è sviluppata e modificata nel tempo ( falange Macedone).
Sul versante opposto del modello oplitico si evolve il modello "tetico", cioè la formazione di un nuovo e radicale elemento sociale e poi politico, l'avanguardia rivoluzionaria dei marinai delle triremi, i teti.(Ci balena nella mente subito il ricordo, nel confronto,dei marinai dei soviet delle navi militari russe durante la mitica Rivoluzione del '17). Essi legheranno il loro futuro all'espansione marittima, imperialistica (talassocrazia) dei Greci nel Mediterraneo. Necessaria a questo punto, perché nell'evoluzione dei fatti narrati,la spiegazione della differenza tra colonialismo - imperialismo, anche se estrapolabile dal contesto. I contrasti tra i due blocchi, quello conservatore e quello progressista, condurranno la Grecia all' autodissoluzione con la guerra del Peloponneso. Dopo le guerre intestine tra Greci, si profila all'orizzonte l'astro nascente di Alessandro Magno, che raccoglie e rivitalizza le energie morenti della Grecia. Egli, dopo le campagne vittoriose in Oriente, non obbedisce ai "consigli" di Aristotele e decide autonomamente di non trattare i Persiani come "cani barbari" ma come sudditi alla pari di un nuovo vastissimo Impero multietnico da associare al progetto di una grande ecumene unica, mondiale e filantropica, con l'espansione anche in Occidente.
Dopo la morte di Alessandro, l'Impero macedone si sfalda, ma i successori di Alessandro continuano ad estendere l'ellenismo, l'incrocio di grecità e orientalità, attraverso lo strumento duttilissimo e quasi inesauribile della Polis coloniale (Douros Europa in Mesopotamia per esempio).
Dopo le guerre cartaginesi, i Romani conquistarono anche la Grecia e l'Oriente ellenistico. Roma, modello della polis greco - ellenistica, invasa e pervasa di spirito ellenistico, estenderà fino all'estremo Occidente, anche attraverso il cavallo di Troia della polis, il modello di civiltà greco - mediterranea. Tale modello non muore con la caduta di Roma nel V secolo d.C., ma viene recepito, consolidato e diffuso da Bisanzio. Certo, esso non è più "esattamente"e "precisamente" quello originario, perché frutto di riadattamento e di rimodulazione rispetto alle nuove realtà storiche e perché intriso intrinsecamente e idissolubilmente di elementi cristiani e più marcatamente orientaleggianti, ma è pur sempre il modello greco - romano. E non è vero che solo l'Occidente, se pure in minima parte, avrebbe acquisito questa civiltà e la tradizione degli studi su questa civiltà. Anche e forse di più, molto di più, l'Impero russo e in parte quello sovietico è il diretto erede dell'Impero bizantino e del modello greco - romano - cristiano (ortodosso). E così la civiltà della polis, modificatasi e arricchitasi, ha raggiunto le sponde estreme del Mar Glaciale Artico e del Pacifico.
Sul versante dell'apprendimento , la progettazione e la creazione di un atelier cartografico: le poleis fondate dai coloni, "scoperte" ed "esplorate" una per una da gruppi di ricerca, collocate dagli alunni poi una per una sulla carta del Mediterraneo, costruita da essi in prospettiva fisico - antropica e storica e da essi stessi individuando e tracciando le rotte percorse dai marinai greci del periodo della colonizzazione.
Ricostruendo il percorso dei coloni e la fondazione delle poleis greche nel Mediterraneo, se ne individueranno alcune come Siracusa, Velia e Paestum, scoprendone ed investigandone l'architettura civile e militare, la diffusione dei modelli urbanistici ed architettonici soprattutto nel bacino del Mediterraneo e in Italia, l'impatto di tali modelli coloniali sulle popolazioni italiche che circondavano queste eclave di cilviltà greca in prossimità delle selvagge ed inaccessibili foreste dell'Occidente. Qui credo che tornerebbe immediatamente utile tutto il repertorio dell'immaginario collettivo riguardante la letteratura, la paraletteratura, il cinema e il documentarismo d'avventura. Credo altresì che un modello e un topos nel senso migliore potrebbe essere il mito dell'avventura tra laghi e foreste e quello del colonialismo riscontrabile significativamente, emblematicamente e simbolicamente nell' "Ultimo dei Mohicani", romanzo e film ultima versione , modernamente e stupendamente rivisitato e largamente ed enormemente diffuso in quel circuito mitopoietico giovanile comunicativo degli audiovisivi, circuito ancora in larga parte misterioso e sconosciuto a gran parte del corpo docente.
La ricostruzione grafica e bibliografica di città magno - greche come Siracusa e Velia e la loro capacità di penetrazione economica militare e culturale all'interno di territori selvaggi e semibarbari. La prima formulazione di un concetto approfondito, anche in testi antichi e contemporanei, di frontiera , civiltà a contatto, anzi l'analisi tra passato e presente della nascita e formazione in ambito greco fino ai nostri giorni perdurante e devastante di civiltà e -barbarie-, razionale ed irrazionale, razionalismo volto al controllo del territorio, della natura e dell'uomo e "contemplazione" ( per questa categoria il discorso va trasferito nell'ambito della polis democratica per eccellenza: Atene).
Lo scrivente segnala che questo modus operandi, nella sfera della sua esperienza e sperimentazione didattica, può condurre a"scoperte" storico - didattiche, ma non solo storico - didattiche , estremamente interessanti e sollecitanti da parte degli alunni guidati dal docente che diviene ricercatore insieme agli alunni: qualche anno fa con la mia classe, preparata e condotta con ricerche, piante urbano - antiche e mappe dagli alunni prodotte, riuscimmo ad intravedere nella tipologia territoriale ed urbanistica e nel percorso storico della polis antica di Velleia la sua probabile origine focese - massaliota, la stessa di Velia nel sud della penisola e gli alunni rimasero stupiti e gratificati da questa scoperta da parte loro in veste di archeologi e storici non professionisti.
Da qui la spinta a ricercare sul territorio appenninico e alpino a cavallo tra Lombardia e Toscana fino al mare tracce di una via fluviale attraverso una località chiamata "Marsiliana" (Massilia, Velia, Focea?) che consentisse la penetrazione commerciale e culturale foceo - greca, la stessa o quasi via di penetrazione riscontrabile nella toponomastica locale adoperata poi dai Bizantini per tenere insieme il Tirreno settentrionale e la Padania Adriatica.
Una polis greco - ellenistica e bizantina come Velia consente di tracciare e trovare toponimi ricorrenti in tutto il bacino del Mediterraneo (Alete, Alento, Cilento, Eleas, Veles, Velia, Velleia?).
In Velleia si possono riscontrare le tre fondamentali contaminazioni culturali dell'area nord - tirrenica : greca, etrusca, romana.
Gli alunni sono stati messi in condizione, ricerche e mappe alla mano, di farsi un'idea viva e diretta e personale dell'ambiente naturale, urbanistico e architettonico di una polis mediterranea contaminata e delle trasformazioni che essa ha operato del territorio circostante. Essi hanno osservato dal vivo e in parte hanno rivissuto ciò che avevano studiato, approfondito ed elaborato concettualmente a scuola nelle lezioni frontali e nel laboratorio o atelier che si era venuto creando e costruendo man mano. Essi hanno scoperto ed esplorato gran parte delle poleis greche del Mediterraneo, in particolare occidentale, ricavandone un'esperienza ed una visione diretta e personale, perché bibliograficamente e geo - cartograficamente sperimentata da essi e rivissuta con tentativi di rotte e percorsi attentamente, matematicamente e scientificamente analizzati in base a considerazioni geo - strategiche e storico - economiche, ma anche culturali. Sembrava, in questa navigazione a vista, di essere in una specie di plancia di comando navale strategico, mentre le linee delle rotte antiche e moderne "riscoperte" dagli alunni si intersecavano ed intrecciavano sull'enorme mappa del Mediterraneo che si accresceva a dismisura, causando l'imbarazzo tecnico del capo di istituto . Eravamo entrati nel mondo del role play e dei giochi di simulazione perché si usava anche qualche computer per moltiplicare le possibilità di intervento. Si ventilava l'ipotesi di una visita alla base navale strategica NATO del Mediterraneo a Napoli (utilissima per esplorare ed investigare l'evoluzione di una metropoli greca, bizantina, contemporanea e mediterranea) per dare agli alunni qualche immagine frammentaria d'esperienza sull'esistenza di una scienza che è più determinante di quanto non si creda nel nostro vissuto quotidiano: la strategia militare.
Sulla mappa del Mediterraneo che si andava costituendo, si sono studiate alcune poleis, Paestum, Velia, Siracusa in rapporto alle necessità economico -strategiche dei Greci che sbarcavano in questi territori quasi selvaggi. Quindi, in base alle varie letture di fonti antiche (Platone, Tucidide, Erodoto, Diodoro Siculo) e moderne (A.Toynbee, Mario Napoli), che si facevano nell'atelier, si è andati a verificare l'evoluzione e la ripartizione del paesaggio agrario dai Greci in poi. Tentando poi di ricostruire urbanisticamente e architettonicamente la polis di Siracusa, si è focalizzata l'attenzione sulla sua struttura essenzialmente militare. Così gli alunni hanno scoperto e ricostruito nei dettagli la enclave militare di Siracusa, verificando che nella Sicilia magno - greca si è sviluppata la più avanzata tecnologia militare nel campo dell'architettura militare.E Archimede pitagorico é la punta estrema di questa tecnologia greco - siceliota: specchi solari, ganasce anti-nave, ecc. A Siracusa si può osservare l'enorme avanzata tecnologica militare dei Greci: la fortezza di Siracusa disponeva di tre linee fortificate e bunkerizzate: prima linea, difesa passiva, mura poderose e torri; seconda linea, fossati; terza linea, difesa attiva, postazioni di artiglieria pesante avanzata (invenzione della balistica e utilizzo massiccio e intensivo delle catapulte pesanti da bombardamento).
Gli alunni rimangono stupiti, incuriositi e appassionati da questo tipo di approccio didattico. I siracusani sotto la fortezza scavano un secondo livello segreto e blindato e bunkerizzato all'interno del quale si muovono le truppe, cavalleria , opliti, falangi, che al momento opportuno vengono lanciate a ondate successive contro il nemico preso alla sprovvista. Così è possibile avvicinare gli alunni all'approfondimento delle scienze empiriche e sperimentali del mondo greco in un continuo confronto con l'evoluzione di quelle contemporanee. Gli alunni così cominciano a intuire che già nell'antichità gran parte dello sviluppo tecnologico, per il mondo greco - romano legato esclusivamente agli esiti militari, avvenne a partire dalle necessità militari e non civili. Ma a questo punto del loro percorso storico - geocartografico gli alunni si rendono conto visivamente che gran parte delle rotte mediterranee da essi tracciate sulla loro mappa partono da Atene, senza dimenticare Sparta, e ritornano ad Atene, come se in qualche modo la polis democratica sia il centro motore e strategico del complicato e complesso scacchiere mediterraneo. E infatti essi un po' alla volta constatano che Atene è la madre, il laboratorio e la propagatrice di tutti i percorsi e di tutte la esperienze più significative del mondo mediterraneo.
Dopo questa "crociera" per le poleis greche del Mediterraneo, gli alunni possono cominciare, con la guida del docente, a crearsi un primo vocabolario - base della toponomastica greca, utilizzando e interpretando i segni e i segnali latenti nel paesaggio agrario e urbano stratificato dal passato alla contemporaneità. Il docente sollecita gli alunni a scoprire e riscontrare le ricorrenze linguistiche anche in rapporto al fatto che i Greci , atavicamente ,tendevano a insediarsi in territori simili a quelli di origine, la Riviera francese simile alla Ionia dei Focesi, dove miravano a riprodurre gli ambienti di provenienza e a rinominarli quasi allo stesso modo, adattandosi però anche alle esigenze del nuovo territorio di insediamento.
Ad Atene, dopo le guerre persiane e l'inserimento e il consolidamento del modello agro - manifatturiero, vigna, vino, olivo, olio, contenitori di argilla lavorata e decorata, si fronteggiano tre schieramenti politici e sociali che hanno diversi punti di riferimento culturali, ideologici, filosofici, letterari, scientifici: gli "oligoi" "aristoi", i migliori, i pochi ma buoni, i nobili, gli aristocratici; i teti, i nullatenenti, i proletari e i piccoli e i medi contadini, gli opliti, che oscillano alternativamente tra i due "poli". Questo scontro politico, sociale, ideologico, culturale, nella polis democratica ateniese si propaga come un'onda d'urto sismica per tutto il Mediterraneo e non coinvolge solo le poleis greche, ma anche non Greci come Persiani e Cartaginesi, Fenici. Questa conflittualità intestina politica tra i Greci sarà endemica e permanente, portando la Grecia alla rovina e alla occupazione da parte dei Macedoni prima, che diffonderanno ulteriormente ad Oriente la civiltà greca e da parte dei Romani poi che diffonderanno ulteriormente ad Occidente la civiltà greca.
Ad Atene gli aristocratici, gli oligoi, i grandi latifondisti, si riuniscono nelle fratrie, una sorta di club esclusivi. Qui essi meditano e sognano cruente vendette e reazioni sociali e impegnano gran parte della loro esistenza e della loro attività politica in ricorrenti tentativi di golpe, colpi di stato tendenti a emarginare dal potere i democratici, gli "amici del popolo", del proletariato marittimo, i teti, gli appartenenti al basso mondo del molteplice platonico. Essi trovano denaro e appoggi in Sparta, la polis totalitaria, autarchica, oligarchica, tradizionalista e militarista.
I piccoli contadini si associano sempre di più strettamente tra di loro proprio grazie alla invenzione e alla sperimentazione della falange oplitica, uno strumento militare tattico e strategico di grande evoluzione tecnologica. Non a caso i concetti di tattica, strategia e politica, la scienza della città, nascono e si sviluppano in Grecia. Gli alunni saranno invitati a progettare una pianta urbana di Atene suddivisa in quartieri specializzati a cominciare dal porto e dal Ceramico, i quartieri delle classi lavoratrici e delle attività più dure, per visualizzare e analizzare le caratteristiche salienti di un'economia sempre più legata al mare e alle sue opportunità.
Interessante e proficuo sarebbe anche l'approfondimento bibliografico, ma soprattutto grafico, della falange oplitica. Essa nasce per l'esigenza di fornire una fanteria pesante a reclutamento popolare con investimenti militari personali accessibili, d'attacco capace di sfondare con rapidità lo schieramento contrapposto sul campo di battaglia. La formazione oplitica costringeva i fanti pesantemente armati a marciare compatti perché ciascuno di essi aveva bisogno della protezione dello scudo altrui. La falange oplitica scaturiva da due rivoluzioni tecnologiche del mondo antico mediterraneo, quella della acciaiatura del ferro con processi tecnologici innovativi standardizzati alla portata di tutti e quella logico - matematica, sperimentale scoperta dai Greci proprio per necessità militari legate alla tattica oplitica, la logica binaria a fondamento della contemporanea rivoluzione informatica. Perciò opportuno oltre che coinvolgente sarebbe un approccio operativo - laboratoriale, da chi scrive già sperimentato con gli alunni, che riprogetti, dopo approfondite ricerche bibliografiche affidate a vari gruppi specializzati di alunni e schematizzi graficamente e visivamente anche con effetti artistici e multimediali (ipertestuali) dall'interno il processo di elaborazione e formazione del modello socio - militare oplitico radicandolo nel suo retroterra generativo sociale e politico. In questo senso e in questa dimensione quasi direttamente e visivamente si elabora protagonisticamente e in presa diretta da parte degli alunni un incontro tra progettazione teorica e prassi della falange oplitica sul terreno dell'operatività laboratoriale didattica e l'atelier geo - cartografico si espande nella direzione del laboratorio "artigianale" capace di evolversi anche in senso multimediale e ipertestuale.
D'altra parte l'interazione tra insegnamento (metaforico) teorico e apprendimento in questo caso laboratoriale è garanzia di una relazione abbastanza stretta tra le lezioni canoniche frontali, ma si spera modificate abbastanza radicalmente dall'approccio metaforico, e le attività di apprendimento. Ovviamente l'intensificazione di ogni interazione e quindi anche di quella didattica è proficua nella misura in cui produce retroazioni capaci di modificare e sviluppare progressivamente e continuamente il contesto e il sistema della transazione didattica insegnamento - apprendimento, riadattandola, riformulandola, "rimodulandola" e arricchendola anche rispetto alle sollecitazioni extracontestuali.
Ma ritorniamo alla falange oplitica. I piccoli contadini pesantemente armati in proprio, costretti dalla formazione oplitica alla compatezza solidaristica sul campo di battaglia, divengono consapevoli del loro ruolo strategico e politico all'interno della compagine democratica ateniese. Essi inoltre si rendono conto che, difendendo la patria, difendono la loro proprietà e la loro libertà. In forza di questa presa di coscienza politica chiedono e ottengono sempre maggiore spazio nella polis. Altrettanto consapevoli del loro ruolo e della loro importanza per la polis democratica sono i teti, i proletari nullatenenti, ingaggiati sulle triremi militari per difendere ed estendere la talassocrazia ateniese nel Mediterraneo.
La riprogettazione di una triremi ateniese stimolerebbe gli alunni a calarsi nelle difficoltà ingegneristiche e tecnologiche dell'epoca, ricavandone una utile ricognizione scientifica sia rispetto al mondo antico che a quello contemporaneo. La recente archeologia sottomarina ha portato alla scoperta di navi greche sparse nel Mediterraneo con i loro carichi. Recentissime e fantascientifiche le mirabolanti esplorazioni sottomarine francesi a risonanza atomica nelle profondità del misterioso e magico mare alessandrino. La visione diretta di una nave greca riportata alla luce in qualche museo aprirebbe sicuramente spiragli sempre più ampli nella complessità della civiltà greco - romana, sollecitando gli alunni a porre e a porsi domande che in circostanze di normalità didattica difficilmente porrebbero a se stessi e agli altri, docenti e non docenti. (Ripenso al mio sbalordimento quando nel Museo di Scienze naturali di Londra scoprii la reale e iperbolica immensità di un dinosauro ricostruito egregiamente nelle reali proporzioni).
A questo punto ritorneremmo sulla nostra mappa geografica del Mediterraneo per ricercare, riconoscere e sottolineare i siti e le rotte strategiche che in parte ancora oggi si dipanano per il Mediterraneo allora vitali per l'impero marittimo globale ateniese nel Mediterraneo. Lo stretto di Gibilterra, il canale di Sicilia, lo stretto di Messina, il canale d'Otranto e lo stretto dei Dardanelli e lo spartiacque del Nilo tra Mediterraneo e Mar Rosso sono determinanti per il controllo strategico globale del Mediterraneo. In particolare per la polis democratica ateniese sono tre gli stretti più importanti e strategici perché terminali di aree economiche di vitale importanza: Stretto di Messina con il retroterra agro - cerealicolo della Sicilia magno - greca, i Dardanelli e il distretto granario della prossima Ucraina e il delta granario del Nilo. Questi tre grossi e strategici bacini marittimi agro - alimentari erano e sono in parte ancora oggi per l'Europa essenziali come per la democrazia ateniese che, in cambio di prodotti ad ampio valore aggiunto, importava le materie prime agricole senza le quali essa non sarebbe sopravvissuta. La manovalanza delle navi mercantili greche che assicuravano questi scambi vitali era costituita ad Atene dai teti, da tutti coloro cioè che non avevano altro capitale se non la loro prole.
Sul terreno della democrazia ateniese si sono giocati i destini teorici ed esistenziali di gran parte delle elites dirigenti ed intellettuali del tempo, compresi ovviamente i seguaci, i militanti e i sostenitori di tali elites. Ecco per cui, al di là degli scontati e apparentemente facili agganci agli schieramenti polarizzanti delle nostre democrazie, agganci che comunque sarebbero utili per far navigare gli alunni nell'oceano sconfinato e magmatico dei dati storici, non sempre ordinati e facilmente interpretabili, sarebbe opportuno, anzi necessario, individuare anche graficamente e quindi visivamente un percorso grafo - schematico che, marinarescamente, consenta di tracciare all'interno degli accadimenti e dei testi ad essi correlati, una rotta. Essa dovrebbe proprio linearmente, con eventuali deviazioni, divagazioni e segmentazioni, diventare la stella polare degli alunni, cartografi - marinai del pensiero, attraverso le burrascose oscillazioni e ondulazioni delle bipolarizzazioni intellettuali che si vanno progettando proprio da parte loro sulla mappa del pensiero senza dimenticare il discorso tanto attuale oggi sul diritto di accoglienza, cittadinanza includente / escludente: stranieri, meteci, donne, schiavi.
Allora ecco che ad essi proporremo la lettura intensa ed approfondita della "Democrazia come violenza" di Anonimo ateniese, ovviamente sostenuta, arricchita ed ampliata da un possibile pregnante ed articolato dibattito di tipo seminariale per gruppi di ricerca, in questo caso non necessariamente specializzati. Da questo pamphlet di polemica ideologica e politica dialogata vien fuori tutto il mondo radicale dei fuorusciti politici ateniesi che ci induce a due scoperte di grande rilevanza per gli alunni : la radicalità rivoluzionaria della democrazia ateniese, accompagnata da una rivisitazione linguistica della terminologia politica abusata fino a nostri giorni. Così gli alunni constateranno in traduzione e non, che l'analisi storico - linguistica non necessariamente specialistica, ci spinge a considerare la democrazia ateniese come il dominio anche violento di una maggioranza radicale e rivoluzionaria poi divenuta sistema istituzionale (un paragone con alcuni sistemi istituzionali come quello messicano e quello sovietico con le opportune differenze ) su una minoranza di "ben nati" , aristoi, oligoi, "ricercatori" del "buon governo" contro il caos magmatico del molteplice democratico tetico, come direbbe Platone. L'altra scoperta sarebbe il filo rosso che lega l'autore del pamphlet agli intellettuali e politici che si ritrovano sul concetto e la pratica del così detto "buon governo" dei pochi, sostenitori di una oralità e razionalità mitologica esclusiva e reazionaria. Tale discorso ideologico, lasciando agli alunni la possibilità di seguire questo itinerario, andrebbe poi elaborato e consolidato, leggendo testi, per esempio Platone, Aristotele, Aristofane, Senofonte, sia in traduzione che in originale, che consentano di confermare o meno l'indirizzo di ricerca prescelto. L'approccio ai testi su menzionati non dovrebbe essere ovviamente di tipo accademico scolastico, ma giornalistico e riconducibile al circuito della comunicazione quotidiana.
Al polo opposto del fuoruscitismo radicale per lo più anti - sistema democratico nella fase finale del V secolo a.C. visto come predominio della maggioranza radical rivoluzionaria, ci sono gli amici "ultrà" del popolo attestati a partire dalla linea del Piave costituita a gradi sempre più radicali: Tucidide, i Sofisti, Euripide.
Con Tucidide sul versante storico , opposto alla concezione " taumatologica" della storia erodotea verifichiamo la costruzione di una rigorosa logica razionale, la stessa che poi abbiamo visto applicare esclusivamente nella sfera militare (formazione oplitica, poi macedone, balistica, architettura militare). I sofisti, venditori nell' "agorà " di discorsi e parole a buon prezzo, con la concezione antiaristocratica e antinnatistica dell' apprendibilità dell'educazione a servizio dell'uomo e della sua evoluzione progressiva, lanciano e sostengono la sfida dell'utilità (politico - pratica, mai tecnico - pratica) della razionalità retorica per il dominio dell'uomo sull'uomo. Euripide, al limite estremo del percorso razionalista, ne delinea l'ultima e forse irreversible crisi, che forse non a caso si profila all'orizzonte proprio nel momento in cui la parabola della polis greca e della sua espressività comincia a imboccare inesorabilmente il viale del tramonto, creando una sorta di "simpatia" tra il nostro mondo crepuscolare e quello del maestro greco.
Tutti questi intrecci anche amicali e parentali a dimostrazione di una dimensione quotidiana e quasi paesana della polis che rischia di sfuggirci tra i protagonisti apicali e la base sociale della polis dovranno poi essere rintracciabili su una specie di mappa reticolare graficamente visibile e leggibile per dare anche l'idea di un percorso non lineare e soprattuttto non riconducibile alla logica informatica.
Una drammatizzazione rivisitata e personale di alcune commedie di Aristofane e Menanrdo, opportunatamente ridisegnate e rielaborate dagli alunni con il contributo dei docenti, potrebbe dare l'avvio ad un utile confronto tra i due modi di espressione della politica e della vita civile della polis e quelli nostri, volto a portare a galla la comune fenomenologia e rappresentatività di certi comportamenti dell'uomo. D'altra parte non meno incisiva sarebbe la drammatizzazione in chiave moderna del processo - scandalo di Socrate ricollocandolo nella cornice di una Perry Mason story dei nostri tempi ad alto contenuto di suspence psicopolitica.
La drammatizzazione e l'allestimento di una tragedia greca quale ad esempio "Le Baccanti" di Euripide, al centro della quale troviamo il tema del contrasto tutto moderno tra razionalità e irrazionalità, tra ragione e fede, possibilmente, anzi quasi necessariamente in chiave contemporanea , dovrebbe spingere gli alunni, con la sollecitazione dei docenti, verso una rivisitazione del testo euripideo anche attraverso accostamenti ai testi scenici elisabettiani e non solo elisabettiani. Ovviamente l'eventuale rivisitazione critica, discussa in un dibattito informale e semineriale, frutto del lavoro di riflessione e approfondimento della classe, dovrebbe raggiungere una dimensione complessa di " work in progress" , interdisciplinare, multidisciplinare, transdisciplinare e multimediale che possa sollecitare gli alunni all'elaborazione anche personale di testi, colonne sonore e apparati scenici atti a recuperare ancora una volta quella dimensione laboratoriale e questa volta anche artistica e ludica da bottega dell'artigiano , ma anche da atelier dell'artista che diviene anche tecnico della multimedialità modernamente intesa. In questa dimensione comunitaria del lavoro d'equipe ognuno degli alunni potrebbe trovare una propria ricollocazione e riqualificazione personale.
La dimensione più profondamente testuale e intertestuale , anche laboratorialmente intesa in questi casi di montaggio e smontaggio collettivo e poi personale di un testo rispetto a se stesso e rispetto ad altri si potrbbe approfondire attraverso la lettura ludica e avventurosa in un primo tempo
dell'"Anabasi" senofontea., Senofonte , Anabasi , UTET , Torino, 2002 successivamente critico-letteraria, ma anche strategico-storica, l'area anatolico-caucasica e i Cardusi (Curdi).Per coincidenza di punti di vista : Jean Berard, La Magna Grecia, Einaudi , Torino , 1976 , Bruno Snell, La Cultura greca e le origini del pensiero europeo,Einaudi , Torino , 2005 , Moses Finley, Gli antichi Greci,Einaudi , Torino , 1968 , Alain Michel, Tacito e il destino dell'Impero, Einaudi , Torino , 1973 , Peter Brown, Il mondo tardo-antico, Einaudi , Torino , 1974 , Jean Pierre Vernant, Mito e pensiero presso i Greci.Studi di psicologia storica, Einaudi , Torino , 1970 .BIBLIOGRAFIA
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