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Verbale autopsia Mussolini
senza l'orario in cui è avvenuta
Il 9 luglio 1945 l'editore Baldassarre Gnocchi di Milano si rivolge al professor Cazzaniga, Direttore dell'Istituto di Medicina Legale per ottenenere il testo ufficiale della autopsia inerente la salma di Benito Mussolini, da inserire nell'ambito di un consistente volume relativo ai fatti di Dongo. Siccome l'editore parla di una stampa in edizione ridotta, si può supporre che successivamente tale opera sia stata ristampata ed una copia della ristampa del 1964 sia capitata nelle mani di Aldo Alessiani. Il documento di origine cartacea che qui segue è uno di quelli allegati al verbale autografo della autopsia di Mussolini, da me Enzo Cicchino, consultato presso l'Istituto di Medicina Legale di Milano ed è proprio alla lettera di richiesta di collaborazione da parte di Gnocchi.
Si noti che in calce al documento vi è la nota di nulla osta firmata dagli Alleati.
Nella premessa che segue, di Alessiani, si fa riferimento a volontaria omissione di informazioni relative all'ora dell'avvenuta autopsia. Questo discorso è fuoriluogo in quanto lui -essendo un pigro- non si era mai preoccupato di conoscere la storia delle pubblicazioni che consultava.Segue il testo VERBALE AUTOPSIA pubblicato da Gnocchi:
Nel preambolo della autopsia viene omessa l'ora dell'inizio della medesima rendendo così impossibile il
calcolo, seppure approssimativo, a ritroso, dell'ora dell'evento letale, basato sul riscontro dei fenomeni consecutivi cadaverici, quali la rigidità (minimo 48 ore) ed il totale rilasciamento (minimo 72 ore). In realtà l'autopsia sulla salma di Benito Mussolini, eseguita il giorno 30 aprile 1945, si iniziò alle 7.30 della sussistente ora legale; 6.30 ora solare. (Aldo Alessiani)
IL VERBALE DI AUTOPSIA
DI MUSSOLINIIstituto di Medicina legale e delle Assicurazioni dell'Università di Milano.
Verbale di necroscopia n. 7241, eseguita il 30-4-1945 sul cadavere di MUSSOLINI BENITO, deceduto il 28-4-1945, dal prof. Caio Mario Cattabeni.
"La salma è preparata sul tavolo anatomico priva d'indumenti.
Pesa Kg. 72. La statura non può misurarsi che per approssimazione in m. 1,66, data la cospicua trasformazione traumatica dei capo.
Il volto è sfigurato da complesse lesioni di arma da fuoco e contusive, che rendono pressoché irriconoscibili i tratti fisionomici. Non si effettuano rilievi antropometrici del capo, perché deforme da comminuta frattura dello scheletro cranio-facciale.
Rigidità cadaverica risolta alla mandibola. Persistente agli arti. Colorazione verde putrefattiva assenteISPEZIONE ESTERNA
Capo: deforme per sfacelo scheletrico completo, con profonda depressione dell'intera regione parieto-occipitale di sinistra e schiacciamento della regione orbitale dello stesso lato, ove il globo oculare è lacerato con fuori-uscita completa dell'umor vitreo: il cellulare adiposo dell'orbita, vastamente scoperto da una ampia lacerazione lacerazione, non è infiltrato di sangue. In regione frontale mediana ed in sede
parieto-frontale sinistra due vaste soluzioni di continuo lineare del cuoio capelluto, a margini laceri, dell'ampiezza di circa 6 cm. ciascuna, discoprenti la teca cranica.
In regione occipitale, a destra della linea mediana, due fori ravvicinati a margini estroflessi, irregolari, del diametro massimo di circa 2 cm. dai quali affiora sostanza cerebrale spappolata senza aspetto di infiltrazione ematica.
Alla nuca, poco a destra della linea mediana, ampio foro lacero, del diametro di, quasi 3 cm. con margini estroflessi non infiltrati di sangue.
In regione temporale destra due fori ravvicinati, tondeggianti, a margini finemente laceri, non infiltrati di sangue.
In regione temporale sinistra ampio forame lacero con margini estroflessi ed affioramento di sostanza cerebrale spappolata.
Vasto foro d'uscita alla conca del padiglione auricolare di sinistra. Anche queste due ultime lesioni hanno tipico aspetto di lesioni post-mortali.
Alla radice dei naso piccolo foro lacero con frammenti ossei comminuti estroflessi, infiltrati modicamente di sangue.
Sulla guancia destra un gruppo di tre fori seguiti da un tramite diretto in profondità verso l'indietro con lieve obliquità verso l'alto, con margini imbutiformi verso l'interno non infiltrati di sangue.
Frattura comminuta del mascellare superiore con vasta lacerazione delle parti molli e scheletriche della volta palatina avente carattere di lesione post-mortale.
Alla palpazione è apprezzabile frattura comminuta della mandibola.
Nel restante ambito dei tegumenti del capo si notano numerose aree variamente distribuite di escoriazioni e piccole lacerazioni lineari dermoepidermiche, tutte con aspetto di lesioni postmortali.
Collo: in regione sopraioidea, a destra della linea mediana, foro d'entrata di proiettile con netto alone escoriativo emorragico.
In regione sopraclaveare destra, presso linea mediana, foro di entrata con ampio e netto alone escoriativo emorragico; 3 cm. al disotto della parasternale destra altra lesione del tutto simile.
All'emitorace sinistro, anteriormente, nella metà superiore, un gruppo di quattro fori ravvicinati con alone escoriativo emorragico, compresi tra la linea emiclaveare e l'ascellare anteriore. All'emitorace di sinistra, posteriormente, nella metà superiore, un gruppo di quattro piccoli fori d'uscita, compresi nell'area tra la linea mediana e la marginale della scapola, con margini infiltrati di sangue.
Sempre al dorso, in regione sopraspinosa destra, due fori d'uscita con infiltrazione emorragica dei margini.
Alla base dell'emitorace destro, posteriormente un foro d'uscita con aspetto di lesione post-mortale.
Al fianco destro, poco al disopra di un livello corrispondente alla spina iliaca superiore, un foro di entrata con ampio alone escoriativo emorragico, cui fa seguito un tramite sottocutaneo sboccante in un foro d'uscita al livello della regione glutea di destra, nel quadrante antero superiore.
Poco al disotto ed all'esterno della spina iliaca anteriore di destra, un foro d'entrata con margini privi d'infiltrazione emorragica cui fa seguito un tramite diretto verso l'alto e verso sinistra con obliquità verso l'indietro.
Nel quadrante addominale superiore di sinistra una breve soluzione di continuo lineare a margini netti dell'ampiezza di circa 1 cm, senza infiltrazione emorragica, approfondentesi pochi millimetri nel cellulare sottocutanco.
All'avambraccio destro, sul margine ulnare, due fori ravvicinati: uno più esterno di entrata con netto alone escoriativo emorragico e l'altro più interno e distale con tipico aspetto di foro d'uscita e di lesione prodotta in vita. Ferita lacera post-mortale del polpastrello del pollice destro.
Sulla faccia anteriore della coscia destra tre antiche cicatrici lineari parallele, dirette quasi verticalmente, aderenti ai piani profondi: una più mediale, ha la lunghezza circa 6 cm., e le due più esterne di circa 15 cm. Un'altra antica cicatrice lineare a decorso verticale esiste sulla faccia anteriore della gamba destra, estesa
per circa 15 cm. dal terzo medio alla regione del collo del piede, aderente al piano osseo tibiale.
Null'altro è giudicato degno di rilievo nell'esame esterno del cadavere.
[Segue la -sezione interna- che non presenta alcun interesse tranne dove si constatano le condizioni dello stomaco. Si terrà presente - difatti - come si attribuisse a Mussolini una grave malattia di stomaco. Si riproduce qui il passo relativo].
Stomaco:.ampio; cavità contenente poco liquido torbido bilioso. Pareti mucose spianate con disegno areolare poco evidente; -non vi si osservano soluzioni di continuo. Mucosa piloro duodenale integra, sana ».