di Enzo Cicchino
Italo Balbo nel 1915
Italo Balbo e la sua squadra nel 1921
I suoi rapporti con il fascismo sono estremamente
complessi, non si puo’ dire che l’uomo Balbo sia un qualcosa di diverso dal
fascismo, sia qualcuno che entra a far parte di una ideologia. E’ lui stesso
che in qualche modo ne segna alcune caratteristiche importanti, e’ lui stesso
un pezzo di fascismo.
Il ventennio e’ quello che e’ anche perche’
Balbo ne ha fatto parte.
Sia chiaro, il fascismo non e’ solo Mussolini,
ma un insieme di uomini ciascuno con una propria identita’ di cui Mussolini
e’ il vertice, la sintesi.
E proprio con futuro Duce entra subito
in contrasto nel 21, boicottandone il suo patto di pacificazione con i socialisti.
Balbo non e’ il solo in questa contrapposizione, e’ sostenuto anche da Farinacci
e Grandi. E’ la circostanza in cui Mussolini e’ brutalmente messo alla prova
come Duce dei suoi irrequieti sfrenati accoliti.
Mesi dopo il contrasto finalmente si
appiana. Mussolini consolida la propria posizione e trasforma il movimento
fascista in partito a tutti gli effetti.
Convinto della necessita' della Marcia su Roma,
Balbo la sostiene, divenendone parte attiva: e' uno dei quadrumviri che, spavaldo,
attraversa la città con i suoi manipoli.
La sua indole massimalista dura giusto il tempo necessario
per la presa del potere. Mussolini ne premia l'evoluzione moderata facendone
subito il suo sottosegretario all'economia.
Nel 26 passa all'Aviazione di cui dal 1929 ne occupa
il Dicastero.
Ha 33 anni, e' il piu' giovane ministro d'Europa.
Pur da sempre appassionato di volo Balbo e’ riuscito a prendere il brevetto di pilota solo nel 1926.
La sua opera di promozione dell’arma aerea e’ capillare, responsabile sia dell’aviazione militare che civile agisce da stimolo sui centri di ricerca per lo sviluppo di nuovi progetti, e sull’industria al fine di migliorare la propria efficienza per aggiudicarsi gli appalti.
Dal punto di vista della tattica militare si rende conto come l’aviazione non solo e’ la nuova arma, quella che - sposando le idee del teorico Douhet - decidera’ la sorte di tutte le nuove guerre, ma intuisce anche che essa non deve essere piu’ adoprata come semplice supporto all’esercito ed alla marina, ma deve diventare un’arma autonoma. Non poche sono le difficolta’ presso Mussolini per ottenere che l’aeronautica si strutturi con una propria organizzazione ed una propria gerarchia di comando. E le prime resistenze che deve vincere sono quelle dei comandanti supremi dell’Esercito e della Marina.
Insiste che il suo Ministero ottenga una maggiorazione dei fondi in bilancio, fa osservare che la nostra penisola, lunga e stretta con 4000 chilometri di coste e’ fortemente esposta ad incursioni aeree straniere. Ma i finanziamenti sperati non giungono.
Il fascismo esalta l'arma aerea come la piu' giovane
ed audace, quella in rotta con il passato e che permette di esprimere in modo
eroico la credibilita' dell'Italia. Nel promuoverne lo sviluppo si rende conto
che l'unica scelta possibile è il coinvolgimento internazionale. Bisogna
perciò intervenire sui mass media, costringendoli a parlare degli aerei
italiani e delle loro imprese aviatorie. L'unico modo per ottenerlo è
organizzare azioni spettacolari di forte richiamo pubblicitario. Non più
realizzate da piloti in solitaria, ma da intere squadre aeree con un gran
numero di velivoli.
Così nascono le famose crociere nel Mediterraneo,
quelle nel Sud e Nord Atlantico.
L'aereo piu' amato da Balbo e' l'idrovolante Savoia Marchetti S 55, la cui affidabilita' ne ha fatto il velivolo preferito anche dell'italianissimo De Pinedo, dei brasiliani De Barros e Braga, dei due aviatori russi Demcenko e Koukin con cui volano fino in Siberia.
La sua prima crociera è nel Mediterraneo
Occidentale, verso la Spagna.
Segue la piu' importante Taranto - Odessa, fino in
Crimea.
Vi parteciparono 32 velivoli S 55, piu' altri, per un totale di 35 aerei.
Lasciano l'Italia per la Grecia, …Turchia …Dardanelli …Bosforo, scendono ad Istanbul. Il Governo Turco, sebbene un po' scostante e' cosi' ammirato delle loro prestazioni tecniche, nel 1931 compra 28 idrovolanti per la lotta al contrabbando.
Durante questo viaggio non ci sono problemi di volo.
Toccante e' l'affetto che gli italiani ricevono ad
Odessa. Agli aerei e' proibito sorvolarla ed il lago dove ammarano e' circondato
dalla polizia per tenere lontana la gente. Ma quando entrano in citta' il
popolo entusiasta li accoglie calorosamente, "Mussolini!" grida rivolto
a loro. E per l'occasione le autorità erigono perfino un arco di trionfo,
riparano le strade, riaggiustano l'albergo dove dormono e fanno cucinare il
pane bianco.
Il rapporto con i sovietici e' buono, il Governo
di Mussolini e' stato il primo al mondo a scambiare gli ambasciatori con Mosca.
Balbo peraltro non manifesta alcun pregiudizio ideologico, passa in rassegna
uno squadrone dell'Armata Rossa …destando molto scandalo tra gli antifascisti
per l'essersi fatto fotografare nell'omaggio alla bandiera, al suono dell'Internazionale.
Balbo afferma ironicamente che non gli e’ nuovo, che lo
cantavano a squarciagola i romagnoli durante il periodo delle tumultuose manifestazioni
socialiste nel dopoguerra. E poi nella bandiera lui salutava con rispetto
il popolo russo che aveva eroicamente lottato per la ‘sua’ rivoluzione.
Ma il dramma umano, quello vero che si consuma durante la crociera verso Odessa e’ la rottura del rapporto di amicizia tra lui e De Pinedo. Non sono ben chiari i dettagli del disaccordo, ma il fatto sostanziale e’ che i due uomini avevano del volo una concezione diametralmente opposta, da un lato l’azione corale, di gruppo, dell’ex squadrista Balbo, dall’altra del bel gesto eroico individuale dell’aviatore aristocratico De Pinedo.
I suoi interventi hanno subito effetto, l'Italia
comincia ad esportare aerei, motori, pezzi di ricambio; e in Giappone, Turchia,
Unione Sovietica. Nel 1933, prima che l'industria aeronautica tedesca rinasca,
la Germania pensa di acquistare aerei da caccia italiani!
Sorgono scuole d'aviazione civile. E viene creata
quella che per Balbo rimane il fiore all'occhiello: la famosissima Scuola
di Alta Velocita' di Desenzano sul Garda, che poi diventa centro studi per
la ricerca e per l'addestramento di equipaggi speciali.
Durante i suoi sette anni di lavoro al Ministero dell’Aereonautica l’Italia istitui’ le prime linee aeree commerciali regolari, prima fra le citta’ italiane poi con quelle del mediterraneo, orgoglioso di estendere in questo modo il prestigio della nostra cultura e civilta’. Il suo obiettivo era quello di stringere accordi con inglesi e francesi per inserirsi nei collegamenti con l’India.
La sua fratellanza nella passione per il volo, il
suo non essere legato a nazionalismi, gli permette di sostenere anche le imprese
condotte da piloti stranieri.
Qui siamo nel 29, qualche giorno dopo il suo rientro da Odessa, con Mussolini,
all'aereoporto del Littorio, in attesa dei due famosissimi piloti americano
William e Yancey, che alla guida del Pathfinder hanno attraversato il Nord
Atantico in solo 31 ore. Certo l'aereo è stato costruito in Italia,
dalle officine Caproni, ma nell'entusiasmo che Balbo ed i suoi aviatori a
tarda notte mettono nell'accogliere i piloti v'è qualcosa di profondo.
Il gioco continua il giorno dopo, Balbo vuole collaudare
anche lui le prestazioni di un aereo tanto speciale. ...Forse sta sognando
anche lui l'Oceano.
Non solo sono degli uomini che si festeggiano, ma
sono due mondi, l'Italia e gli Stati Uniti che si stringono.
Proviamo ancora emozione per questi due grandi americani, in ginocchio, di
fronte al Milite Ignoto, e poi quel braccio teso, romanamente... che è
ancora un gesto di pace.
L'idea di compiere la prima crociera atlantica verso il Sud America, e' venuta in mente ad Italo Balbo nel 28 dopo una visita negli Stati Uniti.
Per chi l’abbia visto, non si fidi di quel cinegiornale rassicurante, realizzato in Germania da un regista tedesco, questa e' l'avventura piu' tragica intrapresa da Balbo e sulla quale rischia di perdere tutta la sua reputazione di comandante ed aviatore. Tutto il filmato offre la sensazione di una magnifica gita nel cielo e sui mari. …Oh, come e' ben lontana la realta'.
Quando i suoi dodici aerei partono da Orbetello il 14 dicembre 1930 gia' si levano in lutto per due compagni morti durante una esercitazione solo 15 giorni prima.
Lo speaker è ottimista, ma gli aerei, da questa prima tappa sono usciti visibilmente danneggiati. E Balbo è vivo per miracolo.
Mussolini, informato di quanto sta avvenendo, si sente responsabile, forse ha sbagliato a fidarsi di lui, affidandogli un compito piu' difficile di quanto potesse la sua esperienza.
Raggiungono Bolama, sulla costa africana. Non resta che il gran salto sull'Oceano. La tensione è forte. Una sconfitta e per Balbo e' la fine.
Mentre gli idrovolanti vengono preparati per la partenza lui si sforza di fare l'indifferente, si aggira... estraniato, fra i suoi uomini… alcuni dei quali non rivedra' mai piu'.
Vanno avanti, nel buio. Sembra stia andando tutto
bene, Balbo e' con gli occhi incollati all'altimetro… quando… due degli aerei,
per il troppo peso sono costretti a riammarare! eppoi un terzo... preso da
un bagliore di fuoco precipita, e si innabissa.
Degli altri due, uno… dopo essersi appena sollevato…
da' un colpo sull'acqua, fracassando il galleggiante destro, ed uccide il
motorista.
L'altro riprende il volo.
Dopo 18 ore e cinque minuti, ad una velocita' di
162 chilometri l'ora, quel che rimane della squadra aerea di Balbo atterra
in Brasile, in Italia sono le otto di sera. Mussolini con un respiro di sollievo
ne informa il Re. Le rappresentazioni alla "Scala" di Milano ed al "Teatro
dell'Opera" di Roma sono interrotte per dare l'annuncio della buona notizia.
Il 15 gennaio 1931 la spedizione italiana viene festeggiata
dalla folla a Rio de Janeiro. "Che donne incantevoli" mormora Balbo,
felice.
La crociera per il Nord America, detta anche del
Decennale, chiede la soluzione di immense difficoltà tecniche ed ha
delle premesse piuttosto ambigue: gli amici di Balbo temono che Mussolini
la autorizzi con la speranza di un suo fallimento. Potrebbe essere infatti
la occasione giusta per sbarazzarsi del rivale.
Nulla di più falso! Il Duce la sostiene perche'
vuole che diventi la più grande impresa di propaganda con cui vendere
il fascismo nel mondo ed oltretutto farne apprezzare anche la sua politica
estera: non a caso viene deliberata subito dopo la firma del Patto a Quattro
fra Germania, Inghilterra, Francia ed Italia.
Come Mussolini, anche Balbo e' un uomo affascinato
dal rapporto con le folle. Ne percepisce le passioni, gli umori. Le grandi
imprese che organizza sono appunto il suo palcoscenico. questa volta in platea
ci saranno le centinaia di migliaia di italiani d'America!
Questa e' la molla che lo spinge. Ed insieme quell'incoscienza
fantasiosa di bambino, che spiega i gesti impulsivi, spontanei, per cui e'
tanto amato dai suoi piloti, ma che creano perplessita' nel Duce, il quale
e' consapevole -essere, Balbo- l'unico uomo dotato dell'autorevolezza per
potergli succedere.
Di velivoli viene utilizzata una versione piu’ sofisticata
del precedente Savoia Marchetti S 55X, cui fatto piu’ importante viene sostituito
il precedente motore Fiat A.24R con l’Isotta Fraschini Asso 11R. Il nuovo
assetto di volo permetteva una velocita’ massima di 280 chilometri l’ora,
una velocita’ di crociera di 225 ed una autonomia di oltre 4.000 chilometri.
Per non avere cattive sorprese con il tempo la spedizione e’ rinviata per piu’ di un mese, tant’e’ lo stesso Mussolini cominciava ad irritarsi per via delle ironie che ne facevano i giornali stranieri che nelle loro vignette satiriche mostravano un folto pubblico in attesa (dei trasvolatori) da cosi’ tanto tempo che intorno ai loro piedi gli erano cresciuti i funghi.
Alle 4.37 del mattino di sabato primo luglio 1933…
il decollo.
Balbo non ha dormito tutta la notte.
Superate le Alpi atterrano ad Amsterdam. Qui il primo
incidente: i primi due morti, ce ne sara' un terzo al ritorno.
Balbo e' disperato per queste tragedie improvvise
che nascono dall'errore umano e che non riesce a controllare. L'angoscia e'
tremenda, lui ne ha esperienza! C'e' andato vicinissimo alla morte, gliene
balza ancora in mente l'orrore, - due anni prima - quando con il suo aereo
si e' inabissato nel mare di Capri, riuscendo a liberarsi delle cinghie che
lo tenevano solo in profondita'.
Nuotando, era riuscito a risalire alla superficie, ma era
stata brutta. Questo ricordo e quello dei suoi compagni e’ il fantasma fraterno
che lo accompagnera’ per tutto il viaggio.
Giunti in Islanda di fermano per sei giorni a Reykjavik
in attesa che il tempo migliori. Costretto ad attendere che le navi di appoggio
percorrano parte della sua rotta verso il Labrador in modo che il gran salto
sull’Oceano non presenti tragiche sorprese, Balbo scopre che la pazienza e’
una virtu’ rivoluzionaria.
Bisogna mostrare efficienza. Organizzazione. Idee chiare
e disciplina.
Mercoledi’ 12 luglio partono.
Ancora una volta incontrano nebbia e cattivo tempo, l’orizzonte
giroscopico, meraviglia della tecnica di cui si e’ fornito per questo volo,
ad un certo punto impazzisce, ed e’ solo un calcio ben assestato da Balbo
che stranamente si rimette in funzione.
Il viaggio, senza punti di riferimento procede in modo
piuttosto monotono, Per tirarsi su i piloti a volte danno un sorso alla bottiglia
di cognac, quel che si teme e’ sempre l’inabissarsi in mare nei momenti in
cui per evitare la nebbia volano troppo bassi a pelo d’acqua, la visione del
mare bruno di Capri torna come un triste monito all’orizzonte.
Quando, finalmente, dopo dodici ore trascorse in aria e
2.400 chilometri percorsi atterrano nella baia di Sandwich, in Canada, sulle
coste del Labrador. La formazione e’ giunta compatta, non ci sono stati incidenti,
nessun aereo si e’ disperso. Balbo, stanco, non appena tutti gli aerei sono
giunti, vuole congratularsi personalmente con tutti i 99 membri dell’equipaggio.
Anche il controllo dei velivoli e’ confortevole, non e’ necessario sostituire
neppure una candela.
Almeno per ora Mussolini, perennemente in attesa di notizie - a Roma - puo’ esserne fiero.
Dal Labrador poi verso Terranova. Alle 17.45 del 15 luglio
l’armata di Balbo compare baldanzosamente nei cieli di Chicago. 43 caccia
americani li accompagnano di scorta e mentre gli idrovolanti, fra tanta folla
cercano di fare l’ammaraggio piu’ impeccabile possibile, disegnano a lettere
cubitali in cielo la parola ITALY. Il sogno di Balbo di far vedere agli ex
emigranti l’ITALIA scritta a lettere cubitali negli Stati Uniti finalmente
si avvera!
La folla e’ in delirio. “Viva Balbo!” si urla. Dinanzi ad un pubblico
di 100.000 persone il sindaco di Chicago da’ il benvenuto agli aviatori, collegando
idealmente il volo di Balbo con quello di Colombo affermando spiritosamente
che sono giunti piu’ uomini dal cielo portati da Balbo che spagnoli portati
per mare da Colombo! L’accoglienza che ricevono e’ in tutti gli aspetti superba.
Subito dopo vanno a far visita al padiglione Italia presso l’Esposizione Universale
che appunto si teneva in quei giorni in citta’.
Gli 'atlantici', come vengono presto ribattezzati,
secondo la volonta' di Mussolini devono essere ora l'immagine efficace dell'Italia
fascista. Sono un oggetto della propaganda, sono la ragione per cui il Governo
di Mussolini, di cui Balbo e' Ministro, ha investito tanto denaro. E lui onestamente
si adopera perche' l'impresa abbia questo esito. Durante il sontuoso banchetto
offerto dalla comunita' italiana presso lo Stevens Hotel, con 5000 invitati,
nell'attimo in cui Balbo ed i suoi aviatori entrano in sala tutti scattano
in piedi con il saluto romano! La scena e' tanto eclatante che gli antifascisti
protestano ufficialmente, mandando lettere indignate ai giornali.
La citta' di Chicago gli dedica una strada "Balbo Avenue"
e la comunita' italo americana fa erigere un monumento a Colombo su cui e'
inciso il suo nome.
La cerimonia piu' curiosa in cui si imbatte e' però quella di essere accolto membro della tribu' indiana degli Sioux. Sempre ligio ai doveri verso Mussolini sulle prime e' perplesso se accettare, temendo che il gesto possa essere poco fascista. Ma poi... è travolto dall'emozione.
La sera del 16 luglio lo stormo italiano raggiunge New York, vola sopra Manhattan, ammara sulla punta estrema di Coney Island. E qui Balbo reincontra le folle oceaniche che ha sempre desiderato. E' smarrito dalla infinità, dalle bandiere italiane alle finestre. Facendo il confronto con le adunate di Palazzo Venezia mormora: "L'America ha fama di sfrenato individualismo, quale errore! Qui il singolo annega nella folla!"
Culminante e' il 21 luglio la parata trionfale in
stile hollywoodiano a Broadway, e poi l'immenso raduno al Madison Square Garden
dove rivolge alla folla, soprattutto di italiani, il famoso discorso….
Mussolini pero' e' dietro le quinte. La forte popolarita'
americana di Balbo, ogni giorno crescente, gli mette inquietudine. Da Roma,
con ripetuti telegrammi si scaglia contro l'eccesso dei festeggiamenti; sollecita
Balbo a tornare, imponendogli il declino di ogni altra offerta di citta' americane
che vogliono ospitarlo. Per convincerlo gli fa ventilare la possibilita' di
conferirgli il bastone di Maresciallo dell'Aria, un onore senza precedenti
paragonabile solo a quello conferito a Cadorna, Diaz, Badoglio e Thaon de
Revel.
Ha colto nel segno, l'idea di diventare Maresciallo
piace a Balbo.
Quando il trasvolatore comincia a ricevere onori ed inviti importanti, Mussolini, per vie diplomatiche, ne pretende anche per se'. Dopo l'invito a pranzo del presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca chiede subito che gli giunga a Roma un telegramma di congratulazioni da parte di Roosevelt!
Quando a Chicago gli viene intitolata "Balbo Avenue", Mussolini vuole a tutti i costi che porti il suo nome una delle strade principali di New York, o di Washington, o almeno uno dei grattacieli più alti. Ma non viene accontentato.
Preoccupazione fondamentale di Balbo, per tutto il viaggio, e' anche quella di non offrire involontariamente pubblicita' agli antifascisti, le cui proteste accompagnano tutte le manifestazioni ufficiali. Ma queste hanno così scarso successo che scrive al Duce "Credo di sfatare il mito dell'antifascismo all'estero. Non ne abbiamo trovato".
L'immagine dell'Italia e del fascismo che Balbo dunque lascia dietro di se' e' alta e se dovessimo giudicare la missione dal punto di vista della propaganda possiamo dire che essa e' pienamente riuscita.
Tra i giovani ufficiali che sono incaricati dal
Governo di occuparsi del suo soggiorno in America c'e' anche Dwight D. Eisenhower,
che ne rimane molto impressionato. "Con quel suo entusiasmo pieno di fascino,
con quel senso acuto per la pubblcita' Balbo era un uomo fatto piu' per gli
americani che per gli italiani" dira' anni dopo.
Ed Henry New, il responsabile della fiera di Chicago afferma
"Se Balbo dovesse rimanere negli Stati Uniti, verrebbe sicuro eletto presidente!"
Mentre il viaggio in Brasile due anni prima e’ stato di sola andata, il 25 luglio 33 comincia la trasvolata di ritorno. Sul principio tutto sembra filare liscio ma poi quando bisogna ripetere il gran balzo verso l’Europa ricomincia la tormentata ricerca delle rotte che offrono bel tempo. Vengono fatte varie modifiche. Tra i consulenti metereologici e consiglieri di rotta interviene anche Mussolini, ma poi si comprende bene che le sue preoccupazioni sono ancora una volta di natura politica, non vuole assolutamente che tappa del ritorno possa essere une delle capitali europee importanti, Parigi, Londra, Berlino, per il timore che possano ripetersi le manifestazioni di encomio ed bagni di folla come quelli americani.
Dopo mille ripensamenti, da Terranova, l’8 agosto e’ decisa
la rotta per le Azzorre. Il successivo decollo pero’, da Ponta Delgada per
Lisbona, vede il secondo incidente mortale, un aereo si capovolge ed il pilota
perde la vita. Balbo viene a sapere della disgrazia solo al suo giungere in
terra di Portogallo, reagisce male, essa ha vanificato tutta la sua accortezza
e la sua precauzione nel selezionare la rotta migliore, quella che poneva
meno pericoli. Per il dolore dichiara un giorno di lutto, rimandando la partenza
secondo il calendario previsto e tra l’altro rinunciando alla sosta in Francia.
"Ecco la musica del cielo con tubi d'orgoglio
flautati, trapani ronzanti da scavatori di nebbie, vocalizzi di gas entusiasti,
martelli sempre piu' ebbri di rapidita' e radiose eliche applaudenti"
Cosi' comincia la radiocronaca di Filippo Tommaso
Marinetti del ritorno della squadriglia di Balbo alla foce del Tevere.
E' sabato 12 agosto. Al momento dello sbarco Mussolini lo abbraccia e lo bacia affettuosamente sulle guance. Ha in serbo una sorpresa. Per l'amico e suo cavalleresco rivale ha preparato la piu' grandiosa manifestazione trionfale mai avvenuta in Roma dai tempi antichi. La grande sfilata sotto l'Arco di Costantino.
Certo Mussolini - con la propaganda interna - ha
cercato per quanto gli e’ possibile di volgere a suo favore la trasvolata
di Balbo. Roma e’ tappezzata di grandi manifesti del Duce in tenuta da aviatore
accanto ad una squadriglia di aerei, come se fosse stato lui a realizzare
l’impresa. La stampa parla di “Ali di Mussolini sotto la guida di Balbo”
e pubblica anche una serie di telegrammi con i quali si vuole far credere
che e’ stato da Palazzo Venezia che sono giunti gli ordini per la buona riuscita
della spedizione.
Il neo Maresciallo dell’Aria Italo Balbo e’ all’apice della
sua popolorarita’ non solo in Italia, ma soprattutto all’estero. Mussolini
si dice che ne sia allarmato e per correre ai ripari lo congeda da Ministro
dell’Aeronautica, nominandolo Governatore della Libia.
Si e’ detto molto sulle ragioni che abbiano spinto il Duce
a cambiare l’incarico di Balbo, si e’ voluto vedere in questo gesto un deliberato
dispetto nei suoi confronti. A ben vedere pero’ i fatti potrebbero non essere
cosi’.
E’ il 1933. La Libia, pur con i duri metodi di Graziani
e’ finalmente pacificata, Mussolini ha bisogno di mostrare al popolo italiano
come il fascismo sia si sempre fonte di inesauribili iniziative. Ora e’ il
tempo di rendere concreto il progetto della Quarta Sponda, in Africa. Ed ha
bisogno dell’intervento di un uomo di azione - la cui stima e’ indiscussa-
e che infonda tutte le energie per un riassetto di quel territorio. Deve possedere
inoltre esperienza di governo. Deve essere autorevole, con il polso politico
per fare di quella costa di sabbia una parte della nazione.
Fatto importante, quest’uomo nuovo deve possedere anche
quel senso della pubblicita’ e dell’immagine, capace di sedurre intere popolazioni
del Nord Italia e del Sud ad immigrare nelle regioni africane. Mussolini ha
bisogno di un Governatore di cui gli italiani davvero si fidino. E quest’uomo
non puo’ essere che Italo Balbo!
Mai come in questa occasione il capo del fascismo ha fatto
scelta migliore!
Noi non dobbiamo giudicarla con gli occhi di Balbo, che
certo non la gradisce, sentendosi mandato quasi in esilio, ma dobbiamo riconoscere
che se il colonialismo italiano - pur con i suoi orrori - in un certo senso
si discosta da quello di tutti gli altri paesi questo lo si deve soprattutto
al fatto che sia stato scelto Balbo. E cio’ merito di quel suo modo trasversale
e senza confini di guardare i popoli, ed anche il popolo libico che fara’
di tutto per amalgamarlo con quello italiano.
Balbo parte per Tripoli rassegnato si’ a tornare nell’ombra
ma certo non per dimettersi da uomo di azione. Decide subito che non e’ li’
in Africa per annoiarsi.
Per rendere attuabile davvero la Quarta Sponda pone immediatamente
mano alla costruzione della gigantesca litoranea: la Balbia, che con i suoi
ben 1882 chilometri congiunge un capo all’altro del territorio, dal confine
tunisino a quello egiziano.
Con un intensisissimo piano edilizio, inoltre, costruisce
migliaia di fattorie. La sagacia con cui si attiva e’ identica a quella per
le trasvolate.
Ed il 27 ottobre del 1938 ha inizio la piu’ grande epopea
di immigrazione nella storia del popolo italiano. E’ qualcosa di epico, di
cui lui per la prima volta e’ fiero, forse comprende che Mussolini non lo
ha punito, ma gli ha affidato il compito piu’ importante della sua vita.
E’ tragico, doloroso, incredibile riflettere come queste
fattorie, come tutto questo lavoro, queste centinaia di migliaia di connazionali
poi, dopo appena due anni dal loro arrivo, saranno coinvolti nelle tragedie
della guerra. Saranno devastate dalle dure battaglie fra i britannici e l’esercito
di Rommel.
Case ridotte in polvere da una guerra nei confronti della
quale Balbo e’ sempre contrario e lottera’ fino all’ultimo per impedirla.
E questa illusione di pace che stava vivendo rimarra’ strozzata al cappio
della storia. Ma Balbo non ha la palla di vetro, non puo’ prevedere tutto
questo.
E la sua attenzione non si fossilizza solo sugli italiani.
Lotta per ottenere l’integrazione ed il miglioramento di vita anche del popolo
arabo e mussulmano, favorendone l’educazione scolastica, i prestiti bancari
perche’ possano costruirsi anche loro aziende e fattorie. Tutto e’ compiuto
nel pieno rispetto della tradizione islamica, e questa concordia la si pone
come esempio, nella propaganda.
I rapporti fra il popolo italiano e quello libico sono
cosi’ soddisfacenti che Balbo giunge a chiedere per i libici il riconoscimento
in blocco della cittadinanza italiana. Mussolini sdegnato rifiuta, comunque,
ogni anno seleziona una lista di cittadini libici che per meriti speciali
diventano italiani.
Come e’ evidente il fascismo di Balbo non e’ lo stesso
di Mussolini. Balbo e’ internazionalista, aperto al mondo ed alle democrazie
dell’occidente che avranno molta considerazione di lui. Eppoi, pur avendo
fatto parte del fascismo estremista e’ uno strano pacifista; vede con preoccupazione
l’evolversi della Germania verso il nazismo e la scelta di Mussolini di stringere
alleanza con Hitler. Ma quel che gli crea maggior avversione e’ la promulgazione
delle leggi razziali. Anche il rapporto con Mussolini e’ atipico, si pone
da pari a pari, gli da’ del ‘tu’, lo chiama ‘signor presidente del
consiglio”, forma, che seppur accettata in modo cavalleresco, in fondo,
al duce non e’ gradita.
“Balbo! L’unico che sarebbe stato capace di uccidermi!”
dora’ in seguito.
Le scelte belliche di Mussolini, che lui non condivide, pesano pero’ definitivamente anche sul suo destino. Pur strenuamente contrario all’entrata in guerra dell’Italia, non abbandona, ne subisce la sorte. Come governatore e responsabile delle forze armate organizza per quel che puo’ l’armata aerea italiana in Africa e nel contempo una strategia di attacco e difesa nei confronti dell’esercito britannico oltre il confine egiziano.
E’ abbattuto per errore dalla contraerea italiana il 28
giugno 1940, mentre alla guida del suo bombardiere sta per atterrare sull’aeroporto
di Tobruk. Incosciente, spavaldo, non aveva rispettato le norme di sicurezza
in tempo di guerra. L’equipaggio, di cui fa parte anche l’amico Nello Quilici
e suo nipote Lino, restano carbonizzati.
Balbo ha solo 44 anni.
I documenti filmici presso l’Istituto Luce relativi ad Italo Balbo sono
circa 150. La maggior parte di essi sono riferibili alla sua presenza in secondo
piano accanto a Mussolini.
Dove fa da protagonista e’ all’interno dei cinegiornali che raccontano
le sue attivita’ aviatorie. Sia in visita presso le accademie e le industrie
nelle qualita’ di ministro, sia come trasvolatore.
Di particolare interesse sono i cinegiornali inerenti i suoi incontri con
il re e la famiglia reale ed il principe Umberto, che spesso accompagna nei
viaggi ufficiali.
Ma protagonista assoluto, seppur con una veste molto malinconica, sottotono
e’ nei documenti africani, nel ruolo di coscienzioso governatore della Libia.
Ma anche in Libia non rinuncia alla sua passione di tifoso dei gran premi
automobilistici, ne organizza alcuni a Tripoli, collegandoli perfino ad una
lotteria.
Nel file .zip e’ presente l’elenco di tutti i 150 cinegiornali reperibili su Balbo presso l’Istituto Luce in Roma.