ALESSANDRO BERTOLINO
Nato nel 1962 a Stoccarda (Germania) - Residente a Torino. Nei primi anni '80 incuriosito dalle sperimentazioni audaci di A.Ginsberg e rapito dalle pagine di C. Baudelaire, J.Kerouac, I. Svevo, C.Pavese inizia a 'scrivere'. Autore, dal 1990, di testi poetico-sentimentali, empatici, psicologici a volte, o semplici frammenti di viaggi intrapresi, partecipa, dal 1994, a numerosi concorsi letterari ottenendo svariati ed importanti riconoscimenti. Alcune sue composizioni sono pubblicate in diverse antologie di settore. Nel 1997 ha gestito, in proprio, una mostra personale di poesia con l'apporto grafico dell'illustratore Antonio Lapone. Da quest'ultima collaborazione artistica è nata la raccolta di poesie ed immagini: "Amanti Fragili Perle" (ediz. Cultura e Società - Torino - 1997). È stato membro di giuria di concorsi nazionali ed internazionali indetti dal Centro Studi Cultura e Società quali: "Premio Città di Torino", "Premio per la Pace", "Letteratura d'Amore" . Ha pubblicato la silloge: "E' Vento di Parole" (ediz. Cultura e Società - Torino - 2001). Studioso e ricercatore autodidatta appassionato di letteratura, fotografia e musica (in particolar modo jazz, blues e rock "primigenio" americano). Attualmente si occupa di formazione presso la Regione Piemonte.
Breve elenco di alcuni concorsi vinti:
1° classificato - "Concorso di poesia Giuseppe Malattia Della
Vallata" (Barcis - PN - 2004)
1° classificato - "Concorso internazionale di poesia Città
di Vignola 2005" (Vignola - MO - 2006)
1° classificato - "Concorso Versi & Prosa - Orizzonte Cultura"
(Quarrata - PT - 2007)
1° classificato - "Premio letterario - Mario Mosso" (Cercenasco
- TO - 2008)
1° classificato - "Concorso letterario - Carlo Levi" (Torino
- 2008)
1° classificato - "Premio letterario - La Carica" (Pastrengo
- VR - 2009)
1° classificato - "Premio letterario Oreste Pelagatti" (Civitella
Del Tronto - TE - 2009)
1° classificato - "Concorso di poesia Roddi" - (Roddi - CN
- 2009)
per contatti e informazioni:
e.mail: lexbert@libero.it
POESIE
ALCHIMIA
Cercherò di conservare,
il più a lungo possibile,
il sapore della tua bocca inquieta.
Così, per qualche ora almeno,
trasformerò molecole di te
in viva immagine.
Per magica alchimia
Sarai, di nuovo, corpo,volto,
pulsione irrefrenabile
finché non svanirai,
venere sfocata,
tra le pieghe del tempo.
UOMINI
Eccoli giù a scalciare,
i giovani leoni.
Mamma prepara, intanto,
zaino, merenda, libri.
Uomini di domani.
Uomini indipendenti
pendenti da una gonna,
da scopa, cucina, ferro,
dal mestolo d'una donna.
Eroi, nel bar all'angolo:
conquistatori indomiti.
Parlano, senza freno, di
amanti dal sesso facile,
figli campioni
Uomini che il coraggio
lo esprimono con le mani.
Sprezzanti vibrano colpi
sul delicato volto
di chi, fidata, illusa,
- in buona e cattiva sorte -
giurava loro, amore.
Eccoli giù a gridare
per la squadra del cuore:
muscolo atrofizzato.
Uomini nel pallone,
fabbriche di dolore.
Senza domani: uomini.
IL CANE
La coda del cane fendeva l'aria.
Inspiegabilmente,
sbattuta la portiera,
spariva, all'orizzonte, l'amico
d'un tempo troppo breve:
puntino d'auto in fuga.
Che strano gioco! - pensava Charlie -
Non c'è palla da rincorrere,
legno da restituire
Nel pomeriggio estivo,
mentre l'asfalto s'arrendeva al sole,
arida penzolava
la lingua del cane .
Eppure, fiducioso
- com'è nell'indole di chi
il male non conosce -
scodinzolava lieto,
d'ogni macchina,
al passaggio.
Intanto, la luna
si preparava un posto in prima fila.
Sul bordo d'una strada tiepida,
a tratti illuminata
da comete artificiali,
gli occhi del cane, lucidi,
un ritorno
aspettavano invano.
IL CAMPO *
Siamo arrivati: tre del pomeriggio.
Con i compagni dell'ultimo viaggio,
scortato, ammanettato entro nel campo.
L'altoparlante scuote le coscienze:
mille persone sentono il mio nome.
Le nuvole cancellano le ombre
mentre un militare, alle spalle, urla;
mentre il mio vicino, in silenzio, cade.
Sull'insanguinata terra cinese,
in ginocchio, nello stadio di Shenzèn,
io guardo una cavalletta saltare
Non è poi lontano il campo di grano.
* In Cina vige ancora la pena di morte.
Sovente, il macabro rito si svolge in un contesto quasi surreale:
in un grande campo sportivo, con gli spalti gremiti di folla obbligata ad
assistere,
i condannati vengono fatti inginocchiare, uno a fianco all'altro, con le
mani legate dietro alla schiena;
uno alla volta, dopo aver letto loro, ad alta voce, le "motivazioni"
della condanna, verranno "giustiziati" con un colpo sparato alla
nuca.
Il "costo" della pallottola dovrà essere rimborsato dai
parenti dei condannati.
webmaster Fabio D'Alfonso