Coscienza
di Salvatore De Marco
BiografiaNato a Barletta (Ba) il 21.09.1962, ivi residente via della Repubblica, 104, tel. 0883514667, coniugato, due figli, sottufficiale Arma Carabinieri.
la passione per la poesia si è sviluppata in maniera direttamente proporzionale con quella per la letteratura italiana, cercando non di imitare lo stile e lo spessore dei vati del passato, ma trarre insegnamenti sul loro modo d'intuire una filosofia che intrinseca in ognuno di noi.
In dieci anni, questa passione mi ha regalato piccole soddisfazioni:
- un premio rilasciato dall'Accademia Ferdinandea, di Catania;
- il secondo premio del concorso letterario 2004, organizzato dal quotidiano LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, in occasione dello spettacolo condotto da Francesco Giorgino EMOZIONI MEDITERRANEE;
- il quarto premio del concorso letterario LA STRADINA DEI POETI, organizzato dalla Cesacoop, di Barletta.
Collaboro, inoltre, con la responsabile del corpo di ballo degli spettacoli di Francecso Giorgino, la coreografa e regista Deodata Leonetti, nella stesura dei testi e delle sceneggiature per gli spettacoli che la stessa mette in scena una volta l'anno.
La poesia descrive la proiezione di tutto il male che l'uomo ha costruito durante la propria vita, un film che viene proiettato allo stesso autore del male, giunto al tramonto della propia vita, momento in cui, spesso e con ritardo, i rimorsi hanno la meglio sulla vanagloria.
Coscienza
Si siede.
Meditabondo, scruta uno
stantio
sole che gioca a nascondino
tra le nubi dell'orizzonte
che carezzano i seni di un
mare
acceso, quasi incendiato,
via via privo del turchino
color.
Vecchio. Si sente vecchio
l'uomo del mare,
della terra,
dove ha vissuto con egual
congruenza,
vantando primati su entrambi,
prodigati di continui ludibri
vomitati da stomachi di
blagueur.
Scruta, ora, lontano,
quasi ad elucubrare sulla
condotta,
sul portamento
di una vita vissuta,
trascorsa troppo in fretta,
illusoria,
inverecondia,
impassibile all'altisonante
richiamo della saggezza.
Cosa eri, cosa sei?
Perchè eri, perchè sei?
Hai afferrato tutto,
hai voluto tutto.
Cosa ti resta, ora?
Cosa vuoi ancora?
Sei lì,
su quella panchina,
scandagliando nel sole
morente
il tuo futuro.
Osserva bene:
è riflessa l'immagine
tua di bambino,
di animo provvido,
immagine retrospettiva
irradiata con maestria
su uno scenario che appare
velato
a due obiettivi cerulei
intrisi di rimorsi.