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sapori cibo saggezza e arte
LA CUCINA LETTERARIA
di
Elsa Dal Monego

 


Care amiche,
quì inizia il mio un po' insolito ricettario, sapete perché insolito? Perché non è il solito ordinato ricettario, messo così bene in ordine una ricetta dopo l'altra...
Il mio è un po' confusionario come quelle scrivanie dove non trovi mai niente, però...
Vi porterò dal nord terra dello Speck alla calda Sicilia terra dei cannoli. Però non solo quello ci saranno anche tante altre cosine utili, proverbi, consigli, barzellette, piccoli episodi della mia vita. Spero che tutto sia di vostro gradimento... se non dovesse esserlo, ditemelo ma... sottovoce!

Volete venire con me? Su, via... andiamo...

Per chi viene per la prima volta in Alto Adige e va a mangiare in una di quelle caratteristiche trattorie locali rimane senz'altro alquanto sorpreso. Perché la nostra cucina si differenzia completamente dalle altre cucine d'Italia.
Gli ingredienti principali e più usati sono quasi sempre i seguenti: le patate, lo speck, il pane,
la panna, l'orzo, i crauti, funghi e le varie carni, fra queste anche il cervo e capriolo.
Pensando alla cucina tirolese la prima cosa che viene in mente sono i Knödl (canederli).
Di Knödl vi sono circa 30 tipi: al fegato, agli spinaci, al formaggio, alle albicocche, alla ricotta ecc. però i classici e più famosi restano sempre i Speckknödl (canederli allo speck).
E sarà questa la prima ricetta che vi presento. Non spaventatevi se vi sembra un po' complicata... lo è! Su... su... non fatevi demoralizzare per così poco vedrete ci riuscirete, io vi do una mano, ora guardate bene come faccio io...


Knödl allo Speck

Ora prendo una grande scodella,
poi taglio a dadini circa gr. 300-350 di pane raffermo,
sempre taglio a dadini gr. 250 di Speck,
e anche gr. 150 di prosciutto, il tutto tagliato a dadini.
Ora in una padella faccio sciogliere del burro
e faccio rosolare questi ingredienti, (escluso il pane) avete capito fino qui? Bene!
Ora che sono rosolati gli verso sul pane.
Prendo 3 uova e le sbatto in un po' di latte (un bicchiere)
Queste uova sbattute col latte le unisco a tutto il resto. (nella scodella)
Adesso a questo impasto aggiungo circa 3 cucchiai di farina
e un cucchiaio di prezzemolo tritato e uno di erba cipollina
mescolo il tutto molto bene e lascio riposare per circa 20 minuti.
Ci siete arrivate fino qui? Bravissime!
Con questa dose dovrebbero venire 8 Knödl (circa la grossezza di una palla da tennis)

Ehhhi dove andate?! Non avete ancora finito!
Ora prendo una pentola con dell'acqua salata (come per la pasta)
Formo con le mani bagnate i canederli
e poi gli metto nell'acqua che bolle,
abbasso la fiamma e gli lascio cuocere lentamente
per circa 15 minuti.
Adesso gli sgocciolo bene, e a piacere gli condisco
con burro fuso e formaggio grattugiato


I canederli si accompagnano bene oltre al burro anche con Gulasch (spezzatino) con i crauti e in brodo.

Vi do anche un consiglio utile:
Fate prima la prova con un canederlo, se dovesse rompersi allora aggiungete ancora un po' di farina.

Ecco finito, non era poi così difficile vero? Siete state bravissime, complimenti!


Questa è una pietanza che quasi sempre viene servita nella trattorie. "Le trattorie" ora vi parlo un po' di queste. So che l'Italia è piena di trattorie, questi simpatici locali rustici e dove quasi sempre si mangia semplice, genuino e buono.
Se ora vi parlo delle trattorie dell' Alto Adige è perché anche queste si differenziano in tanti particolari.
Dovete sapere che pavimento, pareti, e soffitto sono interamente rivestiti in legno. I tavoli sono posti lungo la parete e circondati da tre lati da una panca in legno, i tavoli sono quasi sempre senza tovaglia, ma non mancano mai i fiori o una candela. In ogni angolo della panca sulla spalliera un mazzo di fiori secchi in una brocca di peltro. I lampadari sono posti sopra i tavoli e sono sempre in ferro battuto. Nell'angolo della stanza un crocifisso sotto il quale viene appeso un mazzo di pannocchie in segno di ringraziamento per il buon raccolto. Tutto il locale è abbellito da boccali e piatti in peltro o rame. Il bancone è anche in legno dietro il quale un simpatico oste con un grembiulone fino ai piedi, prepara le ordinazioni. A servirvi saranno delle simpatiche ragazze in abito tirolese chiamato (Diendl). Tutto l'insieme è molto carino e simpatico.
E naturalmente Knödl, crauti, con l'immancabile birra vengono mangiati con grande piacere.

Lo Speck: Lo Speck è il simbolo più significativo dell'Alto Adige (Südtirol) divenendo la pietanza tipica locale. Tramandato di padre in figlio da generazione in generazione.
Lo Speck è un prosciutto crudo leggermente affumicato e stagionato per un minimo di 22 settimane.
Il metodo di lavorazione è tradizionale e naturale.
L'affumicazione viene fatta con legna scelta e poco resinosa, la temperatura del fumo non può superare i 20 gradi centigradi.
Le nuvole di fumo di fumo sono particolarmente leggere e lo Speck viene esposto ad intervalli al fumo e all'aria fresca delle vallate altoatesine.
Durante l'affumicazione avviene un processo chimico-naturale fondamentale per il sapore e la morbidezza dello Speck, sulla superficie si forma un sottile strato di muffa e questa impedisce che la crosta diventi dura e secca e facilita anche la stagionatura. Lo Speck dell'Alto Adige è l'unico prosciutto crudo al mondo che sfrutta le muffe nel periodo di produzione. Finita la stagionatura la muffa viene tolta.
Lo Speck è perfettamente in linea con le esigenze alimentari, perché particolarmente nutriente poco calorico e altamente proteico è adatto a sostituire carne, uova, formaggi. E tagliando la parte più grassa diventa anche un ottima pietanza indicata anche nelle diete.
La tradizione vuole che lo speck venga tagliato a cubetti su una tavoletta di legno



Ecco amiche siamo arrivate alla prima ricetta e ora vi do un paio di consigli utili


Quello che è utile sapere:

Se volete preparare un simpatico piatto d'insalata, prendete dei gambi di sedano tagliateli in pezzetti lunghi circa 8 cm. tagliate poi questi pezzetti in senso verticale in striscioline sottili, lasciando l'estremità intera. Immergeteli in acqua molto fredda per circa mezz'ora, finché si saranno arricciati.

La frutta fresca si conserva anche a lungo anche fuori dal frigorifero, se non si espone troppo alla luce. Le banane, l'ananas e il melone non si mettono mai in frigorifero.

Questo è un ottimo consiglio per le mamme e le nonne.

Succede spesso che i bambini litigano per avere la fetta di dolce più grande.
Allora uno dei due taglierà le fette, mentre l'altro sceglierà per primo.



Ora passiamo ai crauti un altro tipico piatto tirolese.


Crauti (Sauerkraut)


Prendete kg. 1 di crauti, 1 cipolla, 1 foglia d'alloro,
1 spicchio d'aglio, 4 - 5 grani di pepe,
1 cucchiaio raso di farina, sale e

In un tegame mettete i crauti
unite acqua fino a quasi coprirli.
Tagliate mezza cipolla e unitela
con l'alloro l'aglio e i grani di pepe
e cucinare per mezz'ora.
In una pentola friggete col burro l'altra
mezza cipolla tagliata fine, fino a farle
prendere un colore dorato.
Versatevi la farina e friggete assieme alla cipolla
poi unite il tutto ai crauti e mischiate bene
salate e pepate.


Sauerkraut - crauti: i crauti, caratteristico piatto tirolese, devo dire che però non a tutti piace, perché hanno quel aroma leggermente asprigno, tranne naturalmente agli abitanti della nostra zona. Io li trovo buoni, proprio per questo loro sapore così caratteristico, spesso li mangio anche crudi. Si possono trovare in commercio anche in lattine.
Crauti: Foglie di cavolo cappuccio, finemente tagliate, salate e fatte fermentare.
Contengono: acido lattico, acetico, proprionico, ecc.
Si consumano cotti o anche crudi, conditi con carne di maiale o salsicce.

Carne di maiale: il maiale è l'animale di cui tutto è utilizzabile.
La sua carne si presenta rosa chiaro e con il grasso bianco. I prosciutti, le costolette, e i filetti sono preferibili arrostiti. Il fegato profumato con delle foglie di alloro e avvolto e avvolto nella sua rete è un cibo particolarmente gustoso. I pezzi del collo, della spalla e del petto vanno bene per fare il ragù. Per cuocere alla griglia, invece delle braciole di lombo, chiedete la costola che è più economica. Per l'arrosto chiedete un pezzo di gamba o di pancetta che è molto saporita anche fredda. Anche il lombo può essere acquistato in piccoli pezzi per arrosto.
La carne di maiale deve essere cotta molto bene. Per controllare la cottura infilare un ago da calza nella parte più polposa, se cola un liquido rosato continuare la cottura. La pelle deve essere incisa, strofinata poi con sale e spennellata accuratamente d'olio, così facendo si ottiene una crosta croccante.
La carne di maiale anticamente era molto usata ed apprezzata, ma pian piano divenne sempre meno consumata, perché ritenuta indigesta e dannosa al fegato. Attualmente si trova in vendita il maiale magro che non è più da considerare di difficile digestione e che tutti ad esclusione delle persone che soffrono di malattie dell'apparato digerente, possono consumare anche più di una volta alla settimana, principalmente nelle stagioni fredde.




Un po' di giardinaggio

1) Innaffiate le piante da giardino e appartamento mai durante il sole, ma sempre al mattino presto o la sera dopo il tramonto.

2) Anche se vi può sembrare strano ma anche le piante hanno bisogno dell'aspirina, non per il raffreddore, no, no... ma perché innaffiarli con una soluzione di mezza compressa ogni litro d'acqua faranno in modo che sono meno esposte ad appassire.
Perché l'aspirina provoca alle foglie la chiusura dei pori riducendo così il grado di dispersione dell'umidità da parte delle piante.

3) Se dovete assentarvi da casa per diversi giorni, allora salvate le vostre piante che avete nell'appartamento mettendole nella vasca da bagno (ben tappata) sopra un supporto riempendola fino al livello del fondo dei vasi.
Vedrete che al vostro ritorno a casa vi sorrideranno perché saranno ancora vive!

4) Quando viene l'inverno portate i vostri vasi dei gerani in una stanza non riscaldata (chi ha una cantina è preferibile portarli lì) e smettete di innaffiarli. Più tardi taglierete i rami secchi e solo in marzo li metterete in terra nuova. In aprile potete metterli sui balconi.





Bene amiche ora torniamo a un'altra ricetta semplice semplice, con le patate...


Gröstel (carne di maiale con patate)

Gr. 600 - 700 di patate (non farinose) = = in alcune regioni fra queste una è il Veneto
gr. 400 di carne di maiale (già cotta) le patate vengono suddivise in due tipi
gr. 100 di speck tagliato a dadi patate da fetta o patate da purè. Usate
gr. 70 di burro quelle da fetta.
4 uova (si calcola uno a testa)
1 cipolla
prezzemolo tritato
maggiorana, sale e pepe.


Dopo aver lessato le patate
sbucciatele e tagliatele a fettine.
Affettate molto fine la cipolla e fatela
soffriggere col burro in una padella
che sia abbastanza grande.
Ora aggiungete la carne tagliata a dadi
e anche lo speck, aggiungete la maggiorana
il sale e il pepe.
Poi mettete il tutto sopra le patate
ed arrostite il tutto molto
lentamente per circa 10 minuti.
Ora servite nei piatti con un uovo
al tegame e cosparso di prezzemolo.


Vi sono tre tipi di Gröstel
quello "classico" per il quale si usa la carne di maiale
quello dei "contadini" per il quale si usa la carne di manzo
poi quello dei "signori" per il quale si usa la carne di vitello arrosto.

Per questa ricetta non usate patate troppo farinose perché si rompono, ma quelle che in certe regioni le chiamano "patate da fetta"
Il Gröstel, sono semplicemente le patate arrostite, solo essendo arrostite nel burro restano più morbide. Quando vivevo in famiglia questo piatto lo mangiavamo spesso come cena.



Patata: Chissà perché si è usi dire "insulsa come una patata" eppure (almeno per me è uno degli alimenti più importanti che esista. Io a volte le mangio solo bollite con il burro, ottime!
Ora parliamo un po' di questo tubero, sua maestà la "patata".
La sua pianta è originaria del Cile e del Perù e fu portata in Europa alla fine del secolo XVI però in uso venne solo XVIII secolo.
E' una pianta erbacea della famiglia delle salanacee, ha foglie composte radici lunghe e sottili che strisciano, fiori bianchi che fioriscono da maggio ad agosto, secondo i climi. Il frutto è una bacca polposa con tanti semi e grossa come una ciliegia, ai lunghi rami striscianti sotterranei sono attaccati i tuberi, organi di riserva della pianta detti comunemente patate. Ricchi di amido commestibili dai quali si estrae la fecola, sostanza amidacea usata in pasticceria per preparare destrina glucosio e alcool. Essi presentano molte gemme (occhio della patata) e vengono piantati in primavera o in autunno, interi o tagliati a pezzi, in ragione di 15 - 20 q. per ha. Va evitata l'irrigazione, la raccolta avviene in agosto- settembre in ragione di 100 - 300 q. per ha.
La patata è attaccata dalla dorifora, coleottero con corpo ovale involucro giallo con dieci linee nere. Le larve sono dannose alle solanacee specialmente patate di cui mangiano le foglie, originaria del Colorado e diffusa negli U.S.A. e in Europa, giunta in Italia durante la seconda guerra mondiale (1944), la si combatte con arseniato di piombo. Per il loro contenuto in solanina sostanza velenosa di molte solanacee, si sviluppa anche nelle patate mal conservate in luogo umido e perciò in via di germinazione, le parti verdi della patata, nonché le patate inverdite o germogliate sono tossiche. Le patate si conservano in luoghi asciutti, aerati, lontano dalla luce.
Oggi la si conosce ovunque, la si trova sulle bancarelle dei mercati, nei supermercati ecc. la si può trovare a pasta bianca o gialla. Batata, patata dolce o americana.

Si dice: "Avere le patate in testa" essere stupido, "Spirito di patata" scherzo insipido, "Stare o muoversi come una patata" goffamente senza agilità.

Le patate hanno un alto valore nutritivo.
Le sue proprietà: limita l'eccesso di grassi nell'organismo, facilita la emissione dell'urina e contribuisce all'equilibrio della nutrizione.

Elementi contenuti: Idrati di carbonio, sali minerali, sali di potassio, vitamine B e C

Affezioni curate: acidosi, forme catarrali, crampi, tosse nervosa, insonnia, nevralgie, affezioni della pelle, ustioni.


Adesso amiche se non lo sapete già, qui vi do un paio di consigli utili attorno alle patate!

1) Dopo che avete fritto le patatine mettetele subito in un sacchetto di carta insieme al sale, agitate bene e avrete assorbito il grasso in più saranno saporite di sale.

2) Questo un sistema piuttosto vecchio ma efficace. Lo vedevo fare a mia nonna, che quando faceva le patate intere al forno perché si cucinassero in meno tempo e venissero ben cotte introduceva in ogni patata un chiodo.

3) Accidenti... ascoltate questa! Un delizioso spuntino? Passate in forno molto caldo la buccia delle patate tagliata a striscioline e condita con un po' di burro.

4) Se volete delle patatine fritte belle croccanti, unite all'olio un bel rametto di rosmarino. Oppure, lasciate per un'ora a bagno in acqua fredda le patate già tagliate prima di friggerle, poi asciugatele bene.

5) Se avete pelato troppe patate e non le utilizzerete tutte, per conservarle mettetele in un recipiente di porcellana o vetro (mai di metallo) con acqua e un cucchiaio di aceto per ogni litro d'acqua. Tenute in frigorifero, rimarranno bianchissime.

6) I vasi di cristallo saranno perfettamente trasparenti pulendoli con una patata cruda raschiata nell' acqua. Agitate energicamente il vaso colmo di questa "acqua di patate". Risciacquate infine sotto l'acqua corrente, il risultato è sorprendente.

7) I bicchieri diventano splendenti tenendoli immersi in acqua e aceto alla quale avrete aggiunto una patata cruda tagliata a fettine. Risciacquate e asciugate immediatamente con uno strofinaccio perfettamente asciutto.

8) Non avete un prodotto per pulire l'argenteria? Prendete una patata spelatela, tagliatela in due poi sfregate l'argenteria e tagliatela man mano che si sporca. terminate passando un panno morbido. Oppure usate l'acqua di cottura delle patate.

9) Quando cuocete le patate con la buccia levatene una striscia al centro di ognuna prima di cucinarle così non si romperanno durante la cottura.

10) Siete senza sapone? Potete tranquillamente sostituirlo con una patata lessata con cui strofinerete i panni con questo semplice sistema i capi di lino e di cotone, diventeranno bianchissimi.

11) Volete che le patate non germoglino? Mettete nel sacco dove le conservate due mele "Renette"

12) Le patate un po' avvizzite ritorneranno perfette se le lascerete in acqua fredda per una notte intera.


Spezzatino di agnello alla contadina (4 persone)

Gr. 1 di agnellone
gr. 600 di patate
1 cipolla
4 spicchi d'aglio
1/8 di vino rosso
sedano
rosmarino
alloro
sale e pepe

Fate dorare nell'olio
la polpa di agnello tagliata
a pezzi, unite la cipolla e
l'aglio tagliati a cubetti.
Salate pepate e unite il vino
Aggiungete le spezie e lasciate
cuocere per circa un'ora, con
la pentola coperta.
Sbucciate le patate e tagliatele
a fette e aggiungetele l'ultima
mezz'ora della cottura.



Sarà vero?...

Ogni re delle carte da gioco rappresenta un grande della storia, sarà vero?

RE di cuori... Carlo Magno
RE di fiori... Alessandro Magno
RE di quadri... Giulio Cesare
RE di picche... David


Se moltiplichiamo: 111.111.111. x 111. 111. 111. otterremo 12.345. 678.987. 654. 321


Il "quac, quac" delle oche non da eco, chissà perché?!




Ora la ricetta dello Strudel di mele. Chissà quanti di voi lo avranno mangiato e senz'altro vi sarà piaciuto, questo è uno dei tradizionali dolci Alto Atesini, (naturalmente lo potete trovare anche in Austria e Germania) c'è anche lo Strudel al papavero è molto buono anche quello... però io preferisco quello alle mele.
Questa è una vecchia ricetta ricavata da un quaderno di mia nonna, che io conservo gelosamente perché oltre a un buon ricettario è anche un ricordo che porto nel cuore.


Strudel di mele (Apfelstrudel)

Per la sfoglia:

Gr. 200 di farina = = usate farina "doppio zero" e ricordate
1 uovo vale per tutti i dolci, setacciatela sempre
2 cucchiai di olio perché i dolci diventano più soffici.
un pizzico di sale
acqua q.b.

per il ripieno:

Kg. 1 e mezzo di mele
gr. 100 di burro
gr. 100 di pangrattato
gr. 120 di zucchero
gr. 50 di pinoli
gr. 50 di uva sultanina
burro
buccia di limone grattugiata
cannella
un po' di rum

Sul tavolo setacciate la farina a fontana
al centro unite l'uovo, l'olio e il sale
e l'acqua necessaria per ottenere
un impasto di giusta consistenza
impastate bene fino a quando diventa
liscio e non attacchi più alle mani.
Formate una palla e spalmatela con olio
Fatela riposare per mezz'ora

Nel frattempo sbucciate le mele e tagliatele
a fettine molto sottili e mettete le uvette nel rum
fate arrostire il pangrattato nel burro
fino a quando prenda un bel colore dorato.
Riprendete la pasta e appoggiatela su
un grande telo infarinato, stendetela
dapprima delicatamente con il mattarello
infarinato, poi tiratela molto sottile con il dorso delle mani.
Spennellate con burro fuso e pangrattato
copritela con le mele (lasciando un bordo tutt'attorno)
con lo zucchero l'uvetta, i pinoli,
la buccia di limone e cannella.

Arrotolate lo strudel sollevando il telo
poi ripremete le estremità del rotolo
affinché non esca il ripieno durante la cottura.
Sempre aiutandovi con il telo mettete lo strudel
sulla lastra unta del forno oppure in una teglia.
Spennellatelo col burro sciolto e ponetelo
in forno moderato a cuocere finché si sarà
formata una bella crosticina dorata.
Appoggiatelo sul piatto da portata e
spolverizzatelo con zucchero a velo.
Si può mangiare caldo, tiepido, o freddo.
Qui si usa accompagnarlo con della panna.

Per questo Strudel vi consiglio le mele "Golden Delicius" perché saporite e non troppo acquose è la mela ideale anche per torte di mele e altri dolci a base di frutta. Come è un ottima mela anche da mangiare.
Questa mela si coltiva in modo particolare in Alto Adige però vi sono diversi tipi di Delicius varia dal posto da dove provengono ad esempio quelle della Val Venosta pur essendo sempre la stessa mela, sono più dure e hanno la polpa più compatta. Il suo colorito è giallo paglierino a volte leggermente venata di rosa.
L'Alto Adige è la terra delle mele, vi sono vaste coltivazioni di mele e di diverse qualità fra le quali tante non si trovano più in commercio, oggi le mele più ricercate sono: Golden Delicious - Stark Delicious - Jonagold - Jonathan - Winesap - Granny Smith - Morgenduft - Gravenstein - Summerred - Elstar - Idared - Gloster.
Ormai in via di estinzione è la mela "Calville" un frutto leggermente a spicchi di colorito giallo.
Cresce solo in un unico terreno di Maia Alta (Merano) e in nessun altro posto, sono stati fatti diversi tentativi ma nulla da fare. Però pare che non riescano più a produrla e non si capisce il perché, sono rimasti solo ancora pochi esemplari di questi alberi che producono questo frutto,
certo è un grande danno per il proprietario del terreno. Stanno facendo delle ricerche perché questa mela cresceva solo in "quel unico terreno" e perché ora non si riesca più a riprodurla.
E' senza dubbio un caso abbastanza curioso e insolito, era sorto anche il dubbio che vi sia stato introdotto del veleno, ma dopo un'accurata analisi al terreno, questo risultava pulito.
Ora amiche vi ho illustrato qualche cosa sulla "mela" frutto certamente importante visto che Eva lo donò a Adamo!
consiglio: Se volete conservare delle mele per molti giorni senza farle marcire, mettetele in una cassetta assieme a delle patate.
volete che le patate non germoglino? Mettete nel sacco dove le conservate due mele "Renette".



Era domenica e la mattina si presentava bene, il sole mi rideva attraverso la finestra. Io a letto con i miei sette anni fantasticavo, sognavo ad occhi aperti e quando mi sarei alzata queste mie creazioni della mente le avrei portate sulla carta, secondo me da questo doveva nascere un racconto, forse anche un romanzo. I miei fogli scritti erano gelosamente conservati, nessuno doveva vederli! Lieseleeee... Lieseeeeee... ecco la voce di mio nonno... succedeva spesso la domenica, la domenica lui amava andare a pranzo fuori, e spesso mi portava con sé. Naturalmente per me era festa grande ero felice.
Mio nonno e io eravamo molto attaccati, andavamo molto d'accordo, per me lui non era solo il mio nonno ma era anche il mio confidente, l'unico che conoscesse il mio segreto, di piccole scrittrice in erba. Leggeva i mie racconti con serietà e mi dava consigli. La porta si aprì piano piano e l'allegro viso di mio nonno vi fece capolino. Su. su, tesoro sono le dieci passate, alzati dobbiamo andare a messa, (mio nonno era molto religioso) e a mangiare! Saltai dal letto e lo abbracciai dicendo: "Peter ho scritto un'altra pagina del mio romanzo". Già vero non vi ho detto era semplicemente "Peter" per me. Dopo avermi dato una carezza uscì dalla stanza e io nascosi il mio futuro "romanzo". Entrai nel bagno e cominciai a prepararmi, quando fui pronta scesi le scale chiamando: "Peter Peter sono pronta" lui mi si avvicinò, mi squadrò dalla testa ai piedi, poi soddisfatto di quello che aveva davanti mi disse "andiamo".
Camminavo superba a fianco a lui, entrammo in una chiesa affollatissima dai "Cappuccini" era la chiesa prediletta di mio nonno, lui versava ogni mese una piccola quota e in compenso gli veniva riservato il suo posto.
Finita la messa ci avviammo verso la trattoria per mangiare. Era sotto i portici, un locale caratteristico. La stanza non era molto grande, circa sei tavoli, il bancone era in legno e il ripiano in alluminio lucido come uno specchio! Ci sedemmo e subito dopo ci venne vicino il solito sorridente oste con il suo grembiulone bianco fino ai piedi e il blocchetto delle ordinazioni in mano. Mio nonno ordinò... sapete cosa? Lo leggerete qua sotto! Qui finisce la mia storiella e inizia la ricetta di quello che ho mangiato...




Spätzle di spinaci al prosciutto
Questi Spätzle sono di forma come i cappelletti.


gr. 800 - 900 di spinaci = = se vi è possibile usate spinaci freschi
gr. 350 di farina dall'orto a coltivazione biologica.
gr. 180 prosciutto
gr. 40 - 50 di burro
sale pepe noce moscata
1 bicchiere di panna da montare = = usate panna freschissima,
1 bicchiere di vino bianco secco non a lunga conservazione.
parmigiano grattugiato

Pulite gli spinaci, lavateli e sgocciolateli.
Prendete una padella grande e fate
sciogliere il burro versate gli spinaci,
insaporite e cuocete lentamente
mescolando per circa 5 minuti
finché le foglie si sgonfiano.
Sgocciolare, tritarli e lasciare raffreddare.
Mescolare gli spinaci con la farina, acqua,
uova e sale, fino ad ottenere una pasta morbida.
Lasciar riposare per circa mezz'ora.
Poi passarli allo schiacciapatate
in acqua bollente. Quando gli Spätzle
vengono a galla, levare dal fuoco
sgocciolare e raffreddare bruscamente
sotto l'acqua fredda. Sciogliere il burro
in una padella aggiungere il prosciutto a dadi
e condensare con il vino bianco.
Aggiungete la panna, mischiate
e cospargete di parmigiano,
in ultimo versateci gli Spätzle gia cotti,
mischiarli, riscaldare e servire subito.


Vi consiglio farina doppio zero, che rende gli Spätzle più morbidi, essendo macinata molto fine.
Può sembrare strano ma anche la farina nell'arte culinaria può avere una certa importanza e anche il fatto di come usarla. Ad esempio per i dolci, torte, biscotti, dovete sempre setacciarla i dolci diventeranno più soffici. Una variante per la pizza può essere, metà farina doppio zero e metà di semola.
Se vi siete scottata, applicate sulla parte dolorante della farina bianca e vedrete che il dolore si attenuerà.

Farina: è il prodotto principale della macinazione di semi amidacei. La più importante per l'alimentazione è quella fornita da graminacee come frumento - granoturco - segale - orzo ecc.
Il prodotto è più o meno fine secondo il grado di macinazione, a mezzo di setacci si divide la farina dai residui (crusche e cruschelli).
Farine ve ne sono tantissime, ora vi elenco alcune tra le più importanti:
Farina bianca, zero o doppio zero. Farina di granoturco, comunemente conosciuta come farina di polenta o mais. Farina di riso, che viene usata anche per la preparazione di ciprie. Farina di orzo. Farina di patate (fecola) indicata per certi dolci. Farina di mandorle, indicata per dolci, torte, biscotti. Farina di castagne, per fare il castagnaccio, mmmm... che buono! E in ultimo le farine di lino e senape, per fare cataplasmi.

Si dice: "Non è farina del suo sacco" non è opera sua, "La farina del diavolo va in crusca" la ricchezza male acquistata non da buoni frutti. "Le chiacchiere non fanno farina" Con questo amiche chiudo l'argomento


Arrotolato con Würstel (4 persone)

Gr. 600 di vitello in un unico pezzo = = potete anche usare il manzo
3 paia di Würstel
gr. 50 di margarina
1/2 bicchiere di vino bianco secco
2 mestoli di brodo = = potete usare anche brodo vegetale
sale

Battete la carne e disponetevi
sopra i Würstel, arrotolatela
poi legatela, in una pentola mettete
il burro, arrostitela da tutte le parti
unite il vino e quando sarà evaporato
salate la carne e unite il brodo,
coperchiate e lasciate cuocere lentamente,
per circa 1 ora e un quarto.
Se il sugo fosse abbondante fatelo
evaporare a fuoco vivo, negli
ultimi venti minuti di cottura.


Würstel: Dei Würstel posso darvi delle informazioni mie, che risalgono a quando io ero bambina e non è stato ieri...brrrrrrrr!
I Würstel da noi nelle macellerie si trovano freschissimi, perché vengono fatti giornalmente
Sono molto buoni, fatti di carne di vitello però ci sono anche di carne mista quasi sempre col manzo.
Quelli di vitello si possono dare anche ai bambini, io da bambina ne ho mangiati talmente tanti che se li mettessi tutti in fila arriverei da Merano a Bolzano!
I Würstel non devono cucinare, perché si rompono e perdono molto del loro sapore. Vi insegno come si cucinano:
Prendete una pentola alta (io uso quella della pasta) appoggiate sopra un mestolo di legno e appendete al mestolo i Würstel, coperchiate quel tanto che il mestolo permette. Fateli cucinare al vapore per circa 8--10 minuti.
Serviteli con: senape, maionese, spinaci, purè ecc. Ecco amiche questo è tutto quello che so, credo però che basti.




Care amiche, quello che vi sto per raccontare forse non è molto indicato per un ricettario però è interessante, ossia fa sempre parte del cibo, mah... ora giudicate voi...

Le statistiche ufficiali e alcuni studiosi sostengono che più si diffonde la civiltà e lo sviluppo, la pigrizia intestinale è in progressivo aumento. Questo disturbo conosciuto da sempre, ha stimolato anche la curiosità di letterati e scrittori. Probabilmente la loro preoccupazione è dovuta alla sbagliata convinzione: che la liberazione giornaliera dell'intestino sia indispensabile. (sono sicura anche tanti di voi la pensano così).
"Shakeaspeare per esempio giudicava più trattabili e tranquille le persone tondeggianti e di buon appetito, invece che quelle magre e stitiche. E Voltaire diceva più o meno la stessa cosa, che le persone che non sono riuscite a liberare l'intestino sono facilmente soggette alla collera e diventano intrattabili".
Una simile norma invece non è esatta assolutamente, perché non è applicabile a tutti i casi, in quanto la funzione dell'intestino è legata a molte ragioni che variano da persona a persona.

Ora che siamo sull'argomento, mi viene in mente un utile consiglio, attenzione!

Vi piace la coca cola siii? Anche a me. Ma forse nessuna di voi ha mai pensato tranne berla a cosa è pure utile... è un ottimo sgrassante per il water, non ci credete?
Allora la prossima volta che avete della coca cola avanzata nella bottiglietta o lattina anziché buttarla via... buttatela nel water e vedrete... che meraviglia! Dopo un po' la tazza sarà pulitissima! Funziona è vero!



Tutto OK? Allora posso servirvi il pranzo?

Testina di vitello in insalata

1/2 testa di vitello
gr. 300 di verdurine da minestra tagliate a striscioline
l. 1 e 1/2 di acqua
1 - 2 foglie di alloro
grani di pepe e sale
2 chiodi di garofano
gr. 150 di cipolla tagliata ad anelli = = potete usare sia la cipolla gialla, rossa o bianca
olio e aceto io preferisco quella gialla perché fra le altre la
più piccante.
Pulite bene la testina di vitello
salate l'acqua e aggiungete le verdurine
e le spezie, metteteci la testina di vitello,
coprite e fate bollire lentamente
(a pentola normale con pentola a pressione non lo so)
finché la carne si stacca dall'osso
circa per 2 ore 2 ore e 1/2.
togliete la schiuma man mano che si forma,
staccate la carne dividete in porzioni
e mettetela su un piatto di portata
decorate con gli anelli di cipolla
condite a piacere con olio, aceto, pepe e sale.


Cipolla...? Si, perché non parlare un po' anche di lei?!
Prima cosa vi dirò che a me piace, sia cruda in mezzo all'insalata che bollita in insalata, al forno... il massimo! Da noi in Alto Adige si vende una specie di salame si chiama Braunschweiger ha la forma quasi di un cerchio e un altro che si chiama Savelade. Questi si tagliano a rotelle con cipolla cruda tagliata fine, poi il tutto condito con olio aceto sale pepe. Per me è buonissimo. Certo non è da offrire agli invitati! Però vi dico una cosa qui tanti vanno nelle trattorie a mangiarla. ==

Cipolla: pianta perenne delle Gigliacee, il cui bulbo composto di varie tuniche carnose, si usa come condimento. Ha lo stesso bulbo come i tulipani - giacinti - gigli ecc.

Si dice: "Mangiare pane e cipolla" "Doppio come una cipolla" "Come un velo di cipolla".

Cipolla: pianta perenne delle Gigliacee, il cui bulbo di sapore piccante, si usa in cucina come
condimento e in medicina come vermifugo.

Caratteristiche: potente antireumatico, disinfettante, stimolatore reni e fegato.

Proprietà: elimina acido urico, efficace azione su prostata, abbassa tasso zucchero nel sangue,
facilita il sonno, vermifugo.

Elementi contenuti: zolfo, sodio, ferro, fosforo, calcio, vitamine A, B, C

Affezioni curate: edemi, diabete, prostatiti, rachitismo, reumatismi, linfatismo, tubercolosi,
malattie della pelle, obesità.

Organi interessati: pancreas, sangue, prostata, nervi, ossa, fegato, glandole.

Modo d'impiego: preferibilmente cruda. Tisana o decotto. Cruda tritata per uso esterno.



Briciole di saggezza

La strada era sconnessa e scivolosa. Il mio piede mi e scivolato mandando l'altro piede fuori strada, ma mi sono ripreso e mi sono detto: "Sono scivolato, ma non sono caduto"
Abraham Lincoln

Tutti pensano di cambiare il mondo, nessuno pensa di cambiare se stesso.
Lev Tolstoj

Se oggi non valgo nulla, non varrò nulla nemmeno domani, ma se domani scoprono in me dei valori, vuole dire che li posseggo anche oggi.
Poiché il grano è grano, anche se la gente dapprima lo prende per erba.

Vincent Van Gogh

Una rosa rossa non è egoista perché desidera essere una rosa rossa. Sarebbe ferocemente egoista se pretendesse che gli altri fiori del giardino fossero tutte rose e tutte rosse.
Oscar Wilde



Ora torniamo alle ricette...

Spezzatino di castrato

Kg. 1 e 1/2 di carne di castrato
gr. 700 di patate = = potete usare patate di pasta bianca
gr. 80 di margarina o anche di pasta gialla
2 cipolle
2 spicchi d'aglio
1 foglia d'alloro
un po' di salvia e del rosmarino
1 bicchiere abbondante di vino rosso
sale e pepe.


Sciacquate la carne con l'acqua fredda
e asciugatela poi con la carta da cucina.
Ora tagliate in pezzi grandi la carne.
Riscaldate la margarina, aggiungete la carne
con le cipolle tagliate a pezzi, l'aglio schiacciato
e rosolate il tutto. Poi aggiungete la salvia, il rosmarino
l'alloro e il sale e pepe, in ultimo il vino.
Fate cuocere lentamente per 1 ora e 1/4 circa incoperchiato.
Poi aggiungete le patate tagliate a pezzi e cuocete
il tutto per circa ancora mezz'ora.


Mia nonna di solito siccome la carne di castrato ha un odore un po' caratteristico, la sera prima la metteva in una terrina con un po' di acqua e aceto.


Parlando di castrato

Curiosità: Il castrato è un agnello adulto al quale sono state asportate o atrofizzate delle ghiandole di produzione interna che hanno la funzione generativa nei maschi che nelle femmine degli animali, che diventano così inetti alla generazione
In Europa fra il secolo XVII e il secolo XIX era praticata anche nell'uomo nel periodo prepuberale, per ottenere uomini e donne con la voce di soprano, o voci bianche specialmente per i cori, nella cappella pontificia. Oggi proibito.
E in oriente questi uomini venivano utilizzati come custodi agli harem.
Oltre questo metodo veniva anche largamente praticato a scopo zootecnico per rendere gli animali più docili (cavalli buoi) o per ingrassarli e per renderne le carni più fini (agnelli - capretti - volatili). Pensate un po'!




possibilmente usate spinaci freschi dall'orto a coltivazione biologica


Spinaci con le castagne

Kg. 1 di spinaci =
gr. 150 di castagne = = per questa ricetta vi consiglio gli spinaci
gr. 50 margarina striscianti, cioè non a fusto alto, perché
1 cipolla più forti di sapore.
1 spicchio di aglio
noce moscata grattugiata
sale e pepe

Pulite e lavate bene gli spinaci e sgocciolarli
sciogliete la margarina, aggiungete la cipolla
tritata fine e soffriggete brevemente,
aggiungete gli spinaci e cuocete lentamente
per circa 5 minuti sempre rimestando.
Condite con sale e il succo di limone.
Rosolate le castagne con la margarina
e metteteli sopra gli spinaci.
(A piacere si possono anche mischiare con gli spinaci).



Le castagne... come sono buone! Da noi il paese delle castagne è "Tesimo" i cui castagneti producono un tipo di castagna molto, molto buona, la sua buccia è di un marrone chiaro, infatti oltre a chiamarsi le "castagne di Tesimo" vengono anche chiamate "castagne bionde" poi sono grosse e di sapore dolce. Anche se la nostra è una zona di montagna non vi sono estese coltivazioni di castagneti.
Come in quasi tutte le regioni d'Italia, anche da noi vi sono i venditori di caldarroste, sono quasi sempre contadini che hanno la produzione propria, sempre con il loro bravo "Blaushurz" che è un grembiule blu-azzurro con una fettuccia attorno al collo e una per legare dietro. Sul petto un ricamo di "stelle alpine" "genziane" "rose alpine" e alcuni hanno anche una scritta come: "Ich liebe Südtirol" (io amo il sud tirolo) " I bin a Meraner" (io sono un meranese) ecc.
Davanti a loro il fornello che viene alimentato con carbone di legna perché non fa fumo e le castagne non si bruciano e la grande padella tutta buchi. Le castagne vengono incise con un apposito temperino, perché non scoppino, poi vanno messe in questa padella e incoperchiate, si lasciano così finché sudano, cioè diventano bagnate da quel momento in poi si mischiano in continuazione. Finite di arrostirsi si buttano in una specie di pozzetto rivestito in panni di lana, avvolte bene in questi panni di lana si lasciano un po' riposare e poi sono pronte per la vendita e per mangiarle!

Castagna: Il frutto del castagno caratteristico perché protetto da un involucro spinoso. questo frutto ci annuncia che l'inverno è prossimo. Vi è la normale "castagna", diciamo quella senza pretese! Poi abbiamo il "marrone" si differenzia essendo più grande e dal guscio leggermente più chiaro. Si può mangiare arrostito, bollito, ottimo sia arrostito che bollito. Poi vi sono le castagne secche, amate molto dai ragazzi e alleato del dentista che gli procura clienti con denti spezzati!
Poi c'è la castagna candita, il marrone glassato, così elegante e aristocratico nel confronto della normale castagna di bosco. Diciamo che è la castagna che ha fatto carriera!
La farina di castagne, che si ottiene, macinando le castagne secche, con questa farina si fa il buonissimo "castagnaccio". Amiche ora non so più cosa dire...

Si dice: "Cavar la castagna dal fuoco"

Castagno: Albero delle Fagacee, longevo e di grandi dimensioni, vi sono esemplari ultracentenari, con tronchi di 3 - 4 metri di diametro e 30 di altezza.
Il legno del castagno giallo-bruno, leggero e non molto compatto col quale si fanno doghe per botti, infissi, mobili, pali ecc.
Dà un buon carbone ed estratti liquidi o solidi per concia e tintoria. Il legno infradicito forma il terriccio utilizzato in floricoltura. C'è anche il castano d'India cioè l'Ippocastano.

Da noi a Merano vi sono diversi viali con Ippocastani, fioriscono in primavera i loro fiori sono a forma di pannocchia, il loro frutto è una castagna rotonda senza ciuffetto, che è anche alimento per bovini. Incominciano a cadere dall'albero verso settembre, in questi viali vengono parcheggiate anche le macchine e succede che ogni tanto qualcuna ne venga colpita rischiando una bella "bugna!" Perciò se venite a Merano in settembre attenzione a dove parcheggiate!



Minestra di trippa all'agro (Saure Suppe)


Gr. 500 di trippa cotta, 2 cipolle, = = usate trippa non troppo grassa,
un pezzetto di burro, 2 cucchiai di farina, prendete quella sottile tutta frastagliata.
l.1 di brodo, 2 spicchi di aglio,
buccia di limone grattugiata,
1 foglia di alloro, pimento,
sale pepe e un po' di aceto.

Tagliate a strisce la trippa già cotta
tagliate le cipolle a dadini,
scaldate la margarina e soffriggete le cipolle,
aggiungete la trippa e mescolate
unite la farina e rosolate fino ad ottenere
un colore dorato. Aggiungete il brodo,
unite la buccia di limone grattugiata,
l'aglio schiacciato, la foglia di alloro,
il pimento, sale e pepe.
Cuocete su fiamma bassa per
circa 1/2 ora - 1 ora.
In ultimo aggiungete l'aceto. = = volendo si può sostituire con il vino bianco.


La trippa.

La trippa è una frattaglie, è la parte dell'apparato digerente che si trova tra l'esofago e lo stomaco.
Quella più comune è quella del bovino, ma viene acquistata anche quella di ovini e caprini.
E' composta da, rumine: parte a forma di sacco di maggior volume. Omaso: la parte formata da lamelle sovrapposte, detto anche centopelli o foiolo. Reticolo o cuffia: composta da superficie a rete. Proprietà, è molto ricca dal punto di vista nutrizione.
E' sconsigliata in caso di arteriosclerosi perché è ricca di colesterolo, uricemia, e gotta perché contiene anche sostanze come le purine.

Quando la comprate... solitamente la trovate in macelleria già pulita e anche parzialmente lessata. E' preferibile acquistarla in una macelleria di fiducia chiedendo il tipo chiamato grigio o
scura, che viene lavata accuratamente e appena sbollentata.
Il tipo scuro si può conservare in frigorifero per 3 giorni, il tipo bianco fino a 4- 5 giorni. Tenetela in frigorifero immersa nell'acqua fredda, per evitare che ingiallisca.




Il simpatico Tommy...

Tommy era un bimbo di una famiglia molto povera e da tanto desiderava un trenino elettrico, così decise di scrivere una lettera a Dio pregandolo di mandargli venti dollari.
Tommy spedisce la lettera, il postino quando vede che era di un bimbo e indirizzata a Dio, prende la lettera e la porta al comune chiedendo che venga consegnata al sindaco.
Il sindaco risponde al bimbo con un bel bigliettino e aggiunge cinque dollari.
Quando Tommy apre la busta e vede il biglietto con i cinque dollari, si arrabbia moltissimo.
E scrive un'altra lettera a Dio dicendo: "Grazie Signore per i venti dollari" ma perché mi hai mandato i soldi tramite il comune? I bastardi si sono tenuti il settantacinque per cento di tasse!





Amiche cosa direste di un dolce? non è proprio un vero dolce si tratta di mele, da noi ve ne sono così tante...

Frittelle di mele

Gr. 125 di farina setacciata
gr. 30 di burro
2 uova
3 - 4 mele saporite = = Possibilmente usate le mele Golden Delicios
un pezzetto di burro della Val Venosta, hanno la polpa più compatta,
succo di limone perciò meno facili a rompersi.
1 bicchiere di vino bianco
rum
cannella
zucchero
olio o margarina per friggere
sale

Mettete la farina e il vino in una terrina,
sbattete bene fino ad ottenere una pasta liscia
unite il burro, le uova, il sale
2 cucchiai di rum e due cucchiai di zucchero.
Lasciate riposare in un luogo caldo per circa mezz'ora.
Nel frattempo sbucciate le mele e togliete il torsolo,
tagliatele a fette di 1/2 cm. di spessore.
Cospargetele con lo zucchero, versatevi sopra
il rum e il succo di limone.
Immergete le fette di mela nella pastella,
poi friggetele in abbondante olio o margarina
fino a quando saranno di un bel colore dorato.
Sgocciolatele su un foglio di carta da cucina.
Mischiate lo zucchero con la cannella e
cospargete le frittelle. Servitele calde.




La minestra d'orzo (Gerschtsuppe) è un pasto molto diffuso presso i contadini sudtirolesi grazie alla crescita dell'orzo anche ad altitudini da 1500 a 1700 m. Un tempo era un pasto molto gradito durante la Quaresima e si sostituiva la carne con abbondanti porzioni di cipolla arrostita nel burro.

Mi ritorna in mente un lontano e sbiadito ricordo, ma così bello che non vorrei che il tempo me lo portasse via. La minestra d'orzo si mangiava sempre la sera, quando ci trovavamo tutti attorno al tavolo, mio padre che era contadino a volte di giorno non veniva a casa perché andava a lavorare con altri in un terreno e d'inverno nei fienili lontano da casa e tornava solo la sera.
Rivedo la nostra "Stube" in parole povere era la sala da pranzo di noi contadini. Una stanza tutta rivestita in legno, anche il soffitto in legno e così il pavimento. In un angolo il tavolo circondato da tre lati da una panca in legno e da un lato due sedie con nel schienale un piccolo lavoro a traforo, che raffigurava un cuore, nell'angolo sopra il tavolo un crocifisso in legno al quale generalmente venivano appese due pannocchie e fiori secchi. Nell'altro angolo opposto al tavolo trovava posto una stufa in maiolica fatta tipo cupola, e una panca tutt'intorno, nei freddi pomeriggi d'inverno quando dietro il vetro delle finestre scendevano grossi fiocchi di neve, mia nonna si sedeva su quella panca e lavorava a maglia, e ai piedi il cestino con la lana. E non molto distante la culla in legno con mia sorella, mi ricordo il piumino e cuscino in tessuto a quadretti bianchi e rossi. Nella nostra Stube c'era pure un arcolaio che nessuno usava più, che parlava di malinconia e ci ricordava quanto il tempo è veloce. Non c'erano tappeti e niente di superficiale, solo una brocca con dei fiori di campo d'estate e d'inverno dei ramoscelli di abete per ogni finestra.
Col calar del giorno e quando le prime ombre entravano nella stanza ci si ritrovava tutti attorno al tavolo sotto le tenue luce del lampadario per la cena. Però nessuno si sedeva, se non dopo aver detto le preghiere in ringraziamento per la giornata passata e per il cibo che ci è stato dato.



Bene... ora ricevete da mangiare pure voi...!

Minestra d'orzo del contadino

gr. 150 circa di speck
gr. 80 di orzo = usate l'orzo perlato
1 pezzo di carne affumicata
di maiale
4 fettine sottili di spek arrostite
2 cipolle
2 carote
2 patate
1 porro
1/4 di tubero sedano
1 cucchiaio di farina
2 cucchiai di panna
sale pepe noce moscata

In un setaccio lavate brevemente
l'orzo.Tagliate a dadini lo spek ed
arrostitelo in una padella abbastanza
grande. Arrostite anche velocemente
l'orzo sgocciolato. Tagliate a dadini,
le patate, e le cipolle e tagliate
per lungo a bastoncino le carote e il sedano.
Mettete il tutto nella pentola e aggiungete anche la
carne affumicata e il sale, pepe,
noce moscata e l'acqua.
Cuocere per un'ora a fiamma bassa.
Togliete la carne affumicata
tagliatela a dadini e rimettetela
nella minestra. = = a piacere potete aggiungere la panna.



Orzo: pianta erbacea annuale, originaria dell'Asia. Della famiglia delle Graminacee, ha fusto alto fino a un metro, foglie verdi ruvide, fiori a spiga semplice con lunghe reste. Frutto bislungo, giallo, fiorisce in maggio - giugno.
Coltivato fino dall'antichità in Europa e nel bacino mediterraneo.
L'orzo è usato come foraggio, poi per la fabbricazione della birra e per pane e minestre, (crema di orzo) e torrefatto può essere usato come sostituto del caffè (caffè malto) e per molti altri usi.
Produzione mondiale 800.000.000 di quintali (U.R.S.S. 20%)
Una specie selvatica dello stesso genere, cresce nei prati e lungo le strade, e viene chiamato: grano canino o forasacco.


Ancora qualche consiglio

E' quasi ora di pranzo e volete che i vostri vicini esclamino: Mmmmm... che profumino!
Mettete in una teglia della cannella con zucchero, poi fatelo scaldare sul fornello a fiamma bassa. E vedrete che ognuno vorrà essere invitato...

Sapete cosa faccio io quando devo ingoiare qualche medicina... come si può dire? Schifosa!
Metto in bocca del ghiaccio e vedrete che il sapore non si avvertirà più così forte.

Un giorno mi furono regalate due presine per le pentole. Ma davanti al fornello mi dicevo: no sono così carine è un peccato bruciacchiarle, le piegai in due per conservarle e mi venne l'idea.
Presi una di quelle presine la piegai in due cucendo i bordi, ecco fatto, ora ho una custodia per occhiali, simpatica e economica!

Quando il caffè è pregiato i suoi chicchi messi in un recipiente con l'acqua galleggiano.
Il chicco inoltre non deve essere unto, ma deve essere croccante e rompersi fra le dita con una certa facilità, lasciandole perfettamente asciutte.




Zucchini gratinati

Gr. 800 di zucchini = = se vi è possibile usate zucchini freschi,
gr. 400 di patate dall'orto a coltivazione biologica.
gr. 100 di grana grattugiato
gr. 50 di margarina
ml. 100 di panna
1/2 spicchio di aglio
un po' di timo
sale e pepe


Strofinate una pirofila con uno
spicchio d'aglio e la margarina.
lavate gli zucchini e tagliateli a fette di circa 1 cm.
Sbucciate le patate e tagliatele a fette sottili.
Sistemate alternativamente zucchini e patate,
condite bene, coprite con la panna
il burro a fiocchetti, e cospargete il tutto
con la metà del formaggio.
Infornate per circa 50 -60 minuti.
Prima di servire cospargete con il resto
del formaggio, condite a piacere con timo.


Parliamo un po' di zucchini.
Il zucchino: è il frutto della zucca, colto ancora tenero e verde, di forma allungata. Si distingue perché a differenza della zucca cresce in fretta. La pianta produce tantissime foglie e piccole zucchine. La cultura dello zucchino ha moderate esigenze termiche ed elevate necessità idriche.
Preferisce terreni ricchi di sostanze organiche, profondi, freschi e ben drenati, ma non ristagni.
Di solito le zucchine verdi provengono dal nord, quelle chiare dal centro e quelle lunghe dalla Sicilia.
Amiche, quando le comperate controllate che siano sode al tatto e che la buccia non presenti ammaccature e sia bella lucida. Pulita e asciugata la si può conservare in frigorifero fino a una settimana.
La zucchina considerata dai popoli mediterranei come un cibo gustoso e essendo quasi del tutto priva di calorie, povera di sale, di vitamine ed enzimi, ma rinfrescante e facilmente digeribile è particolarmente adatta in caso di dieta, può essere anche consumata dai diabetici e cotta è particolarmente adatta ai bambini fin dall'infanzia.




Ho ricevuto da un'amica una serie di proverbi di James Tont, ma sono molto carini è ho pensato di farvene conoscere.
James Tont - Zelig...

Chi dorme... si sveglia tardi
Chi fa da sé... non ha una donna
Se Maometto non va alla montagna... va al mare
Chi dorme... non piglia sonniferi
Chi non muore... Highlander
Occhio per occhio... sessantocchio
Can che abbaia... Bau
Dimmi con chi vai... fatti i cazzi tuoi
Cielo a pecorelle... tutti al riparo
Meglio un uovo oggi... che uno vecchio domani
Moglie e buoi... sono diversi
Il diavolo fa le pentole... Mastrota le vende
Occhio non vede... le scritte in piccolo
Dalla Russia... con l'Alitalia
L'uomo avvisato... lo sa
Campa cavallo... che l'erba è buona
Chi ha tempo... non aspetti l'autobus
Tra moglie e marito... preferisco la moglie
L'ospite è come il pesce... dopo tre giorni nuota
Finché la barca va... non metto lo spinnaker
L'amico si vede nel momento... che lo incontri
L'amico si vede nel momento... in cui metti gli occhiali
L'erba del vicino... è buona
Rosso di sera... mi metto la crema
Tutto fumo... e anche buono
O mangi la minestra... o salti il primo
Chi tardi arriva... non aspetta
Tanto va la gatta al lardo... che le viene il colesterolo
Patti chiari... Walter Pravo
Una mela al giorno... fanno 365 mele all'anno





Funghi in pastella

per la pastella

Gr. 500 di margarina
gr. 300 di farina
ml. 300 di vino
4 tuorli e 4 albumi
un po' di olio ===

Gr. 800 di champignon (li trovate in tutti i supermercati)
succo di limone
un po' di zucchero
acqua e sale

Pulite i funghi e cuoceteli in un po'
d'acqua, succo di limone, un po' di zucchero
e sale, per circa 4 - 7 secondo la grossezza del fungo.
Sgocciolateli.
Ora preparate la pastella:
Mescolate la farina con i tuorli, il vino,
l'olio e il sale.
Fatelo riposare per circa mezz'ora.
Ora unite delicatamente gli albumi
montati a neve ben solida.
Scaldate la margarina
passare ogni fungo nella pastella
e dorarli.


Mia nonna usava anche un altro, tipo di fungo, in tedesco si chiama Zigeuner- Pilz


I nostri funghi. La nostra è anche la terra dei funghi. I funghi spuntano soprattutto dopo i temporali, col caldo umido, il periodo è luglio agosto. Siamo circondati da bellissime montagne e non è difficile arrivarci, si può arrivare fino ai piedi del bosco comodamente in macchina.
In quei boschi freschi e silenziosi in terra tra il muschio, ecco spuntare quei simpatici cappellini sopra il loro gambo, che sono anche tanto buoni in padella!
Però attenzione! Più belli sono e più pericolosi sanno essere... avete presente quel bel funghetto col cappellino rosso a puntini bianchi? Che hanno un primo piano nel periodo Natalizio, sulle coroncine dell'Avvento, sui pacchettini regalo e anche sugli alberi di Natale. Poi a Capo d'Anno si trovano in marzapane insieme al classico maialino e quadrifoglio, i tre simboli della fortuna!
Sono così dolci, carini, simpatici... però non dimenticate mai che lo sono solo imitati.
Questo simpatico funghetto in realtà è un potente veleno, se dovreste incontrarlo non toccatelo nemmeno è come il morso della vipera.
Certo i funghi sono buonissimi, ma bisogna conoscerli bene, se non siete un esperto preferite quelli in vendita.

I funghi: il fungo è formato da piede o gambo, cappello, anello, e volva.
Molti si riproducono anche sessualmente, per anteridi (maschili) e ormoni (femminili).
Molte specie sono origine di malattie delle piante e in minor grado degli animali.

Si dice: "Venir su come i funghi" "In una notte nasce un fungo).

Caratteristiche: depuratori generali, drenanti del tubo digerente.

Proprietà: Facilitano l'assimilazione del cibo.

Elementi contenuti: proteine, sodio, calcio, silice, cloro, cobalto, magnesio.

Affezioni curate: Demineralizzazioni, anemia, previene la tubercolosi.

Organi interessati: organismo in generale, stomaco, polmoni, tubo digerente.

Modo di impiego: crudi in insalata mista, o cotti.


Canederli dolci alle albicocche

Per la pasta:

Gr. 400-- 500 di patate = = usate patate farinose
gr. 125 di farina
gr. 30 di burro
gr. 30 di semolino = = usate semolino fino
2 tuorli
buccia di mezzo limone
un po' di sale


Per il ripieno:

Gr. 500 di albicocche
gr. 100 di burro
gr. 125 di pangrattato
5--6 cubetti di zucchero
un po' di zucchero
acqua salata

Sbucciate le patate ancora calde
e passatele con lo schiacciapatate
in una scodella, aggiungete farina,
semolino, i tuorli, il burro ammorbidito
e sale. Fate un impasto liscio e
lasciate riposare per 30 minuti.
Sostituite il nocciolo alle albicocche
con mezza zolletta di zucchero.
Con la pasta formate un rotolo
di 5 cm. circa di spessore, tagliatelo
in pezzi di gr.30--40 ciascuno, spianateli
poi con essi rivestite le albicocche
facendo un canederlo ben chiuso.
Fate bollire circa 2 litri di acqua
un po' salata, metteteci i canederli
per un po' aumentate la fiamma e
poi abbassatela e fate cuocere
per circa 6--8 minuti. Intanto rosolate
il pangrattato nel burro rotolatevi i canederli
ben sgocciolati, e cospargete di zucchero.


Albicocche: L'albicocca è un frutto originario della Cina che appartiene alla famiglia delle rosacee. La pianta selvatica cresce in quel paese da almeno quattro millenni, Alessandro Magno la portò per primo in Occidente e in seguito gli arabi la diffusero nella zona del Mediterraneo.

Proprietà: l'albicocca è il frutto che contiene le dosi più elevate di potassio e carotene, il carotene è una sostanza molto importante, utilizzata dall'organismo per la produzione di vitamine A.
Inoltre l'albicocca è ricca di vitamina A - B - C e PP e di diversi oligoelementi come magnesio, fosforo, ferro ecc. Ha anche proprietà lassative, favorite dalla presenza del sorbitolo (uno zucchero).
Un'indicazione importante è quella di evitare di aprire i noccioli e consumarne il contenuto, perché contengono una sostanza tossica.

Quando le acquistate:

1) La buccia deve essere priva di grinze, liscia e vellutata.
2) Non deve presentare macchie scure o punti verdi o gialli che indicano che l'albicocca è ancora acerba.
3) La polpa deve risultare soda e morbida, ma non molle.
4) Se il frutto è piccolo risulta molto saporito, se grande risulta comunque dolce.

Conservazione: In frigorifero, conservata in un sacchetto di plastica al quale avrete praticato dei piccoli fori, può resistere per un massimo di 6--7 giorni. Se ancora dura va tenuta alcuni giorni a temperatura ambiente per completare il processo di maturazione.


Le albicocche e la bellezza:

Maschera antirughe: Schiacciate quattro albicocche in un mortaio con un cucchiaio di yogurt intero. Applicate sul viso pulito per 15 minuti e poi sciacquate con acqua tiepida. Il trattamento va ripetuto due volte alla settimana. Si tratta di una maschera antirughe nutriente per il suo apporto di vitamina A che risveglia le cellule epidermiche e dona un colorito sano: il retinolo direttamente dalla natura.

Maschera per l'abbronzatura: Per aiutare la pelle ad abbronzarsi in modo intenso e omogeneo. Prima di cominciare a esporvi al sole si può preparare la pelle con una maschera ottenuta schiacciando la polpa di cinque albicocche da tenere in posa sul viso per almeno venti minuti.

Impacco idratante: mettete in poca acqua bollente due albicocche spezzettate e lasciate in fusione per tre minuti poi scolate e lasciate raffreddare. Schiacciate le albicocche fino a ottenere una polpa morbida e aggiungete un cucchiaio di olio di oliva, risciacquate. Applicate una o due volte alla settimana.

Emolliente per le mani: Un composto centrifugato di albicocche è un toccasana per le mani stanche e screpolate, che immerse per dieci minuti di relax diventano morbidissime.

Tonico per le pelli normali: Centrifugate il succo di un'albicocca matura e stendetelo sul viso precedentemente pulito e lasciate che venga assorbito. Togliete poi l'eccesso con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua tiepida.


I proverbi ci insegnano che...

Amo molto parlare di niente... è l'argomento di cui so tutto.

A qualcuno manca la parola... molti altri purtroppo la possiedono.

Un saggio ha sempre qualche cosa da dire... uno stupido ha da dire sempre qualche cosa.

Non sempre il male vien per nuocere... qualche volta fa di peggio.

Fai a qualcuno un favore... e diventerà il tuo lavoro.

Un segreto è quella cosa... che si racconta a una persona per volta.

Non chiudere mai troppo forte una porta... potresti voler tornare indietro.

Ciò che inseguiamo ci sfugge... e ciò che sfuggiamo ci insegue.

Nessuno è infallibile... la creazione dell'uomo ne è la prova.




Ora parlando di dolci, dovete sapere che io sono schifosamente golosa! Sono attratta incredibilmente da quelle fantastiche vetrine dove vedo quelle belle fette di torta, quei meravigliosi pasticcini, quei vassoi di cioccolatini! Ohhh... se non fosse per loro...

Lo so... lo so... troppe calorie...

Ma dai... coraggio amiche! Mangiamo ancora qualche cosa di buono... poi ci mettiamo a dieta.
Facciamo una dieta... una dieta da fame: Aboliamo i dolci per un giorno intero!


Dolce lievitato con mandorle
(Guglhupf)


Questo dolce da noi viene molto usato per Natale oltre al famosissimo "Zelten" di questo non ve la do la ricetta perché è troppo lunga e barbosa da scrivere. Vi dico solo che ci vogliono 23 ingredienti. Vi sembra poco? Allora torniamo sul nostro Guglhupf...


gr. 400 di farina = = usate farina doppio zero.
gr. 100 mandorle macinate setacciatela che il vostro
gr. 150 di burro morbido dolce sarà più soffice.
gr. 150 di zucchero
gr. 75 di uva sultanina
gr. 35 di lievito di birra
5 uova
1 bicchiere di latte tiepido
1 bicchiere di panna da montare
4 cucchiai di rum
una presa di sale
buccia di 1/2 limone grattugiato = = usate solo limoni non trattati
zucchero a velo
burro e pangrattato per lo stampo

In una scodella mescolate la farina setacciata
con le mandorle. Formate una fontana
al centro sbriciolarvi il lievito ed unire
un po' di latte caldo e zucchero.
Lasciate lievitare coperto in un
luogo caldo per circa 15 - 20 minuti.
Preriscaldate il forno a 180 - 200 °C
Mischiate bene il latte rimanente e lo zucchero
il burro ammorbidito, la panna le uova, e il sale.
Aggiungete l'uva sultanina rum e
la buccia di limone. Unite tutto all'impasto.
Lavorate bene fino ad ottenere un impasto
liscio che si stacchi bene dal bordo della scodella.
Imburrate l'apposito stampo (cm 26 di diametro)
di forma alta a spicchi e cospargetelo di pangrattato.
Versate l'impasto, lasciate lievitare ancora
e poi mettetelo nel forno per 45 -60 minuti.
Fate raffreddare un po' lo stampo,
capovolgete il dolce su una graticola
e servite cosparso di zucchero a velo


Questa volta parliamo di Mandorle.

Le mandorle: sono il seme del mandorlo, alberi di mandorlo ve ne sono di due tipi, quello che produce mandorle dolci e quello che produce mandorle amare.
Albero delle Rosacee di origine asiatica, con fiori bianco-rosati, che fioriscono in primavera prima delle foglie, anceolate e seghettate. Si pota d'inverno prima della fioritura, nelle zone calde fiorisce da gennaio fino a marzo è un albero alto fino a 5 - 7 metri.
Il frutto è un nocciolo legnoso che protegge il seme e ricoperta da un mallo vellutato verde, che a maturazione lascia libero il nocciolo legnoso contenente uno o due semi (mandorle).
A seconda del sapore dei semi si distingue in varietà amare: le cui mandorle tossiche, sono usate in pasticceria e per l'estrazione delle essenze e dell'olio grasso.
Le mandorle dolci i cui semi si mangiano crudi o tostati, servono anche per l'estrazione dell'olio liquido giallastro, impiegato in farmacologia come lassativo e come emolliente nella preparazione di pomate.
Dalle mandorle amare come residuo dell'estrazione dell'olio grasso si ricava il panella o pasta di mandorle, che serve per la preparazione dell'acqua distillata di mandorle amare. Mentre la farina di mandorle viene usata per i dolci, torte e biscotti. Naturalmente con le mandorle si fa pure il pregiato mandorlato e torrone.
Il legno di mandorlo viene usato nei lavori al tornio.
Sono stata in Sicilia e ho visto delle cose meravigliose fatte con la pasta di mandorle, dei piccoli capolavori! Delle mini frutta, aranci, mandarini, ficchi d'india, banane, ciliege, mele, fragole, castagne, ecc.
poi delle verdure, zucchine, finocchi, pomodori, carote, carciofi, ecc. e confezionati nelle loro gabbiettine o cestini. E altre cosine tanto carine.
Amiche e... buonissime! Accidenti alle calorie!


Uova sode in crema

6 uova
gr. 50 di burro
gr. 50 di farina
gr. 50 formaggio grana
l. 1/4 di brodo
sale e pepe

Rassodate le uova, sgusciatele
tagliatele a metà e mettetele
in un piatto resistente al calore
preventivamente unto.
Fate una besciamella
col burro, la farina, il brodo,
unite il formaggio grana
salate e pepate.
Versate questa salsa sulle uova
e mettete in forno a scaldare per dieci minuti.





La luce del sole non si vede, un cielo coperto di un cupo grigio ci ha dato il buon giorno.
La prima neve cade sulla città, da venti minuti osservo il lieve cadere dei bianchi fiocchi sul giardino, ogni cosa è sotto la neve, anche il vecchio pino davanti alla mia finestra piega i suoi rami stanchi sotto il peso di quella coltre bianca.
Tutto è silenzio non si sente il soliti via vai di macchine, mi allontano dalla finestra e mi preparo per uscire. Appena fuori dal portone alzo la testa verso quei innumerevoli fiocchi che gelidi pungono il mio viso. Lungo la strada incontro poche macchine provviste di catene da neve, davanti a ogni negozio si spala la neve, alcuni ragazzini gridando corrono verso la passeggiata dove potranno giocare indisturbati. Per un po' giro fra poche frettolose persone, poi mi avvio anch'io verso la passeggiata. Ovunque è bianco, gli alberi i cespugli, le fontane sembrano rivestite di cristallo, le panchine pare siano state coperte da un candido piumone. Qualche uccellino solitario su un ramo immerso con le zampette nella neve, si guarda attorno in cerca di qualche cosa da mangiare. Un cane abbaia festoso ai fiocchi di neve vuole acchiapparli!
Un altro cerca di forare delle gallerie nella neve!
Ora arrivano ragazzi che iniziano una vera battaglia di palle di neve. I più piccoli arrivano seduti felici sulle slitte tirate dalle mamme o dalle nonne. Anche i grandi si divertono c'è chi si rotola nella neve insieme al suo cane. La neve che dona allegria e fa tornare tutti bambini!
Da diversi anni non nevicava così, io mi sto avviando verso casa si è fatto tardi, mentre cammino davanti agli occhi mi appare un bosco sotto la neve, quel bosco che ha visto i miei primi passi, che mi ha insegnato le cose semplici della vita, l'amore per la natura, il rispetto per gli animali e un po' di nostalgia accompagnano questi ricordi.
La sera è scesa e il cielo si è tinto di scuro sopra lo sfondo delle montagne innevate.



Dopo tutto questo freddo cosa c'è di meglio che una buona minestra calda? Mettetevi a tavola che ve la servo subito... è una minestra povera ma molto buona.

Zuppa di pane del contadino

Gr. 150 di pane raffermo = = se possibile usate pane di segala
gr. 50 di burro
gr. 40 di margarina
l. 1/2 di acqua o brodo
1 cucchiaio o due di farina
2 cucchiai di panna da montare
1 tuorlo
una cipolla grande
un po' di noce moscata
un po' di cumino
sale e pepe
brodo q.b.

Tagliate a dadi il pane e la cipolla,
rosolate nel burro, unite la farina e
mischiate fino ad ottenere un bel colore dorato.
Versatevi l'acqua o il brodo, salate e pepate
ora sbattete il tuorlo con la panna
e versatelo nella zuppa
aggiungete la noce moscata e il cumino.



Il pane: Alimento il cui uso risale a tempi antichissimi.
Il pane si ottiene impastando a mano o macchina, farina di frumento o di altri cereali (pane di segale, d'orzo, di polenta) con acqua aggiungendovi una piccola parte di sale e il lievito, che ha lo scopo di rendere la pasta porosa e soffice, provocandovi una fermentazione. La cottura avviene in forni a legna, nafta, carbone, o elettrici.
Tipi di pane: pane bianco, integrale, (di farina non separata dalla crusca) pane di semola, pane biscottato o galletta, (si conserva a lungo per la sua secchezza) pane azzimo, senza lievito non fermentato, pane fresco cotto in giornata, pane raffermo non fresco ma ancora buono da mangiare, pane stantio vecchio, pane in cassetta in grosse parallele bipedi, senza crosta per farne tramezzini, così detto perché cotto in forme metalliche, pagnotta pane di grosso taglio, panini pane di piccolo taglio, pane grattato ridotto in minute scaglie per panare o cuocerlo in minestra, la crosta, la mollica del pane, pan di zucchero massa di zucchero in forma conica.

Si dice: "Buono come il pane" parlando di una persona, "Mangiare il pan pentito" pentirsi amaramente, "Essere pan e cacio" essere famigliari, "Dire pane al pane" chiamare le cose col loro nome, "Render pan per focaccia" vendicarsi delle offese, "Guadagnarsi il pane" quanto serve per il sostentamento, "Per un tozzo di pane" per poca mercede, "Levarsi il pane di bocca" far sacrifici per altri, "Pane sudato" guadagnato a fatica, "Mangiare il pane a tradimento" aver guadagni non meritati, "Spezzare il pane della scienza" insegnare, "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" invocazione del paternostro.



Funghi trifolati

Gr. 600 di funghi
2 spicchi di aglio
prezzemolo
olio, sale, pepe

Pulite bene i funghi, poi
tagliateli a pezzi, in una
pentola mettete l'olio e i
spicchi d'aglio tritati
poi versatevi i funghi
salate e pepate e fate cuocere
a fuoco lento, ogni tanto mischiate.
Prima di toglierli dal fuoco
metteteci il prezzemolo tritato
e mischiate. Poi servite.




Carissime amiche e anche amici, so perfettamente che anche a tanti amici uomini piace stare tra le pentole... e sono anche molto bravi... un applauso a loro! Allora bene o male (spero bene) sono arrivata alla fine della prima parte del mio un po' inconsueto ricettario! Ho voluto farvi conoscere alcune ricette della mia terra, con la speranza che... chi le volesse sperimentare, dopo aver pranzato non le venga la voglia di tirarmi la pentola in testa... no non lo fate... ...pensate alla vostra bella pentola! No, amiche e amici rimarrete contenti...

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Dall'Alto Adige ora con me attraverserete tutta l'Italia e vi porto in una bellissima isola dove il mare bacia il cielo e dove la pelle brucia sotto il sole.
Quando conobbi la Sicilia fu in un bellissimo tramonto di primavera. Scesi dal traghetto e misi per la prima volta piede in quella terra di cui avevo solo sentito parlare, visto nelle cartolina, o letto nei libri.
Lungo la strada che mi portò da Messina a Catania fui a contatto con quella natura ancora genuina, quasi prepotente. Alla mia sinistra un mare azzurro che scintillava sotto un sole arancione che dava l'addio alla giornata, alla mia destra rocce coperte di piante di fichi d'india e qua e là qualche cespuglio di ginestre, ogni tanto qualche casolare abbandonato. Quella natura quasi selvaggia e primitiva mi diede un sentimento di meraviglia e quasi un po' di timore.
Attraversammo centri abitati con case le cui porte si aprivano direttamente sulla strada e davanti alle porte donne sedute con i loro lavori in mano, chi puliva la verdura oppure chiacchieravano fra loro. Tutto questo per me era nuovo non l'avevo mai visto...
Però oltre alle bellezze naturali la Sicilia offre degli ottimi pranzi... ed eccovi subito la prima ricetta:


Pomodori ripieni alla siciliana

12 pomodori non troppo maturi
gr. 180 di pane tostato = = potete usare anche pane
gr. 50 di capperi biscottato.
6 acciughe
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
prezzemolo
origano
sale - pepe
olio d'oliva

Tagliate la parte superiore ai pomodori,
svuotateli dei semi
e fateli sgocciolare capovolti.
Friggete la cipolla affettata
con il prezzemolo
le acciughe fate a pezzetti e l'aglio
Togliete dal fuoco, unite
il pane tostato, i capperi,
l'origano, sale e pepe.
Riempire i pomodori di questo
composto e disponeteli
in una teglia unta di olio.


Il pomodoro: Il pomodoro è detto anche pomidoro.
Pianta erbacea annua della famiglia Solanacee, ha foglie pennato- sezionate, fusto rampicante, fiori gialli, il frutto è una grossa bacca rossa, talvolta gialla sugosa di varia forma secondo la varietà, è coltivato ovunque per i frutti commestibili ricchi di vitamine, usati per condimento, (salsa, conserve). Originaria dell'America meridionale, fu introdotto in Europa nel secolo XVI ma solo nel secolo XVII cominciò ad essere oggetto in Italia (nel 1957 produce 19.619.000 q. Dove oggi alimenta un'industria conserviera di notorietà mondiale, diffuso sopratutto nella Campania (Napoli-Salernitano) in Sicilia (Palermo e Catania) nel parmense.
Pomodori pelati, conserva concentrato, salsa di pomodoro, insalata di pomodoro crudi, anche non completamente maturi (pomodori verdi) succo di pomodoro per bibita, sugo di pomodoro fatto con passato di pomodoro, per condimento di vari piatti.
Dalle foglie e dalle radici del pomodoro è stata isolata una sostanza, la tomatidina, della quale si sono ricavati degli steroidi che con adatti passaggi si sono trasformati nei due ormoni maschili e femminili (progesterone femminile) e (testosterone maschile). Pomodoro di mare o di scoglio, nome dato a Napoli a una specie di Attinia di color rosso carminio che vive attaccata agli scogli della zona costiera e nei periodi di bassa marea si chiude ripiegando i tentacoli e restando così appallottolata fino al ritorno del flusso.

Il pomodoro non è solo buono per mangiare ma ha delle proprietà non indifferenti, ci difende il corpo dalle infezioni, lubrifica pareti intestinali, prosciuga piaghe e calma infiammazioni gastriche, e in più favorisce l'eliminazione di scorie e residui.

Contiene: ferro, fosforo, sali alcalini, mucillagini, e anche vitamine A B C, le sue foglie sono contro le punture degli insetti e il succo è un prodotto di bellezza per la pelle e lozione per il viso. Il pomodoro... lo sapete tutti ma ve lo ripeto è ottimo mangiato crudo con buccia, bere il suo succo e naturalmente cucinato.

Pomodori secchi: dopo la raccolta vengono tagliati a metà e ricoperti di sale, poi messi ad asciugare al sole, fino a che sono secchi. Si possono conservare in olio di semi perché l'olio di semi lascia intatto l'aroma del pomodoro, e origano.

Un ottimo ricostituente da bere al mattino è il succo di pomodoro a cui va aggiunto il succo di metà arancia e di metà limone un pizzico di sale e un po' di pepe.


Amiche, mi introduco anch'io in questo ricettario per farvi conoscere la più semplice ricetta dei "spaghetti al pomodoro" così gli faccio io...

Sono stata al mercato, mi piace girare tra le bancarelle della frutta e della verdura. Osservavo la frutta così bella e invitante, poi passo alla verdura, fresca allegra, pare dire "eccomi sono qui per te!" La verdura che più delle altre attrae la mia simpatia sono i pomodori... ahhh... così belli... rossi e lucidi, per un po' mi misi ad osservarli e cominciai a fantasticare e... in quelle faccine rosse spuntarono due occhi e una boccuccia sorridente, che mi guardavano... ad un tratto venni urtata e il mio sogno svanì... mi ritrovai davanti a loro con il cestino in una mano e nell'altra un pomodoro pronto a finire in esso...
Strada facendo pensai che quel giorno avevo ospiti a pranzo, tre carissimi amici miei...
Eccomi a casa e allora all'opera, cosa meglio per offrire ai miei commensali che un buon piatto di spaghetti al pomodoro? Vi avverto che non sono una brava cuoca... non mi piace spignattare... preferisco il computer...!
Però oggi ho i miei amici a pranzo allora voglio fare bella figura... almeno ci spero...
Prima di tutto io non peso mai gli ingredienti faccio tutto a occhio, (fino a oggi mi è andata bene)
Taglio a pezzetti i pomodori che metto in una pentola assieme a dell'olio di oliva extravergine e con un bel po' di basilico, uno spicchio d'aglio, sale e un po' di peperoncino. Cucino il sugo fino a quando è un po' denso, però non scotto, per me il sugo al pomodoro è pronto quando è ancora bello rosso e sa di pomodoro fresco. Gli spaghetti sono pronti e vengono serviti in tavola con il sugo profumato e un ramoscello di basilico e naturalmente non deve mancare il contenitore con il formaggio grattugiato.
Questo è il mio sistema di preparare gli spaghetti al pomodoro. Veloce vero?




Fiori di zucca fritti

Gr. 100 di mozzarella
12 fiori di zucca,
1 uovo, farina e olio.

Lavate e asciugate i fiori di zucca,
poi tritare la mozzarella
e con questa riempite i
fiori di zucca, richiudeteli bene.
Mettete i fiori nell'uovo sbattuto
e in un po' di farina
e friggeteli in olio bollente.


Fiori di zucca: Crescono sulle piante delle zucchine e delle zucche. Sono di forma allungata con petali verdi alla base e gialli all'interno. All'interno dei fiori di zucca si trova un filamento giallo che solitamente va eliminato.
Varietà: Ci sono quelli maschili, caratterizzati da peduncolo lungo e sottile e quelli femminili, più piccoli, che crescono direttamente sulla punta dei frutti.

Quando li comprate...
controllate che il colore sia vivo, i fiori devono essere aperti e i petali non devono essere arricciati o ripiegati verso l'esterno. Sia i petali che i gambi devono risultare sodi e integri.

Tenete presente...
I più adatti in cucina sono i fiori maschili, che si vendono a mazzetti, dal momento che sono più grandi si prestano meglio se intendete farcirli.

Conservazione...
I gambi di quelli maschi vanno immersi nell'acqua e possono essere mantenuti freschi per due giorni. I fiori femminili vanno conservati in frigorifero, ma senza staccarli dall'ortaggio, separateli solo al momento dell'uso. In ogni caso consumateli entro 24 ore.

Proprietà: sono diuretici e rinfrescanti, ricchi di vitamina A, risultano essere anche molto digeribili, a patto che vengano cucinati senza grassi, ad esempio cotti al vapore,



Un po' di curiosità...

è impossibile baciarsi il gomito

non si può starnutire con gli occhi aperti

una mucca è capace di salire le scale, ma non è capace di scendere

avevo letto in una rivista tedesca che: nel 1987 American Airlines risparmiò 40.000 dollari
semplicemente togliendo un'oliva a ciascuna delle insalate che servì in prima classe.

Thomas Edison aveva paura del buio, ora ho capito perché inventò la lampadina!

sapevate che lo scarafaggio sa vivere senza testa per ben nove giorni? Dopo muore di fame.





Ora una buona insalata siciliana, ci starebbe proprio bene... eccola!


Insalata di fagiolini

Fagiolini, capperi
tonno sott'olio,
caciotta dolce
prezzemolo, olio, aceto, sale.

Lessate i fagiolini, in acqua un
po' salata, fateli raffreddare e
conditeli col tonno sminuzzato
unite la caciotta, tagliata a bastoncini
il prezzemolo tritato,
qualche cappero e un po' d'olio.
Aggiungete un po' di succo
di limone o un po' di aceto.


Fagiolini: Piccolo fagiolo verde e tenero che si mangia con tutto il baccello.
Con questo nome generico vengono definiti i baccelli immaturi dei fagioli /la cui pianta di origine americana è chiamata "Faseolus vulgaris" che vengono raccolti e consumati insieme con i semi ancora in embrione, molto prima della maturazione. Crescono su piante nane o rampicanti, di alcune si consumano appunto i baccelli (fagiolini) di altre i semi (fagioli).
Vengono chiamati "cornetti" (che hanno la forma a semicerchio), o "tegoline", il loro colore varia dal bianco-giallino al verde più o meno intenso, hanno forma solitamente allungata e sottile, ma ci sono alcune varietà di forma piatta e baccello giallo o verde.
Quando li comprate, ricordate che i migliori sono quelli giovani, perché sono teneri e senza fili laterali. Verificate che siano di consistenza soda ma morbida, quando li spezzati devono rompersi di netto e produrre un rumore secco. La buccia deve essere di colore brillante, priva di ammaccature o segni di muffa.

Conservazione: In frigorifero chiusi in un sacchetto di plastica per alimenti, possono essere conservati 3-4 giorni, se hanno ancora il picciolo (che è segno di freschezza) possono resistere fino ad un massimo di 7 giorni.
Spuntati e dopo l'eliminazione dell'eventuale filo, possono essere sbollentati per 2 minuti circa e successivamente surgelati e riposti in sacchetti di plastica, in questo modo possono essere conservati fino ad 1 anno.

Proprietà: poveri di calorie, quindi adatti per diete dimagranti.
ricchi di vitamine A e C, il loro consumo è indicato in caso di anemia e diabete, sono
inoltre ricchi di fibre, per cui consigliati a soggetti affetti da stitichezza.

Una raccomandazione: dal momento che contengono un enzima che disturba la digestione, è consigliabile non consumarli crudi, anche perché risulterebbero poco gustosi.



Branzino arrosto

Un branzino di circa kg. 1.500
gr. 30 di burro
succo di limone
vino bianco secco
prezzemolo
olio sale pepe

Pulite il branzino, prendete
una teglia ovale imburratela
e aggiungete un po' d'olio
metteteci il pesce dopo
averlo salato e pepato,
fatelo rosolare per qualche
minuto poi bagnatelo con
mezzo bicchiere di vino
e fatelo evaporare ma non del tutto.
Dopo mettetelo nel forno,
continuate la cottura per 15-20 minuti
bagnando di tanto in tanto il pesce
con il sughetto di cottura.
Disponete dopo il pesce su un
piatto e rimettete il sughetto sul fuoco
unite il burro rimasto con un po' di
succo di limone e il prezzemolo tritato.
Fate restringere il sughetto
poi versatelo sul branzino.


Il branzino o spigola: è un pesce dell'ordine perciformi comune nelle acque costiere del Mediterraneo. Lungo fino a circa m. 1 di colore grigio plumbeo sul dorso e ricercato per la bontà delle sue carni.
Comune in Mediterraneo ed in mar nero, il suo orale si estende alle costeatlantiche del Senegal alla Norvegia. E' specie notevole rustica ben sopportando cambiamenti di salinità e sbalzi termici.
Gregario in fase giovanile, diviene solitario da adulto. Lungo fino a un metro ha corpo robusto e allungato. E' uno dei pesci più ricercati. Carne ottima e pregiata, di largo impiego. Il modo migliore per apprezzarla è lessa. Il branzino detto anche "ragno" è pesce di alto valore commerciale, attivamente pescato ed anche allevato nell'area della riserva.




La gara del ranocchio!

C'è stata una gara tra ranocchi e l'obiettivo era di arrivare in cima a una gran torre.
Si era radunata tanta gente per assistere alla gara e fare il tifo per loro.
La gara ebbe inizio... ma la gente non voleva credere che i ranocchi avrebbero raggiunto l'obiettivo.
E cominciarono a dire: "Ohh... poveretti, non ce la faranno mai"
I ranocchi sentendo queste parole cominciarono a desistere e uno alla volta si ritirarono dalla gara.
Intanto la gente continuava: "Che pena... non ce la faranno mai!" Ormai quasi tutti si erano ritirati, ma uno continuava a correre per raggiungere la cima.
Alla fine questo ranocchio con grande sforzo raggiunse la cima e divenne il vincitore.
Naturalmente la gente voleva sapere come mai non si era ritirato come tutti, ma ha continuato la sua corsa fino al traguardo.
Scoprirono che il ranocchio era sordo! "Non ascoltate le persone che hanno la pessima abitudine di essere negative"
E siate sempre sordi quando qualcuno vi dice che non potete mai realizzare i vostri sogni.




Cannelloni alla siciliana... Ahhhhhhh che profumo... che buoni!

Gr. 200 di carne di vitello tritata,
gr. 300 di farina
gr. 150 di prosciutto,
gr. 100 di piselli,
gr. 50 di pecorino,
3 uova,
4 uova sode,
pangrattato,
1/4 di cipolla,
1 spicchio d'aglio,
sale pepe, olio.

Preparate la pasta con la farina,
le uova e il sale.
Tirate la sfoglia e tagliatela
a quadratini di circa cm.10
Nell'olio rosolate la cipolla,
l'aglio e unite la carne
il prosciutto tagliato a dadini
i piselli, sale e pepe.
Lessate la pasta, scolatela
e mettete un po' di ripieno su
ogni quadrato che va
arrotolato su se stesso.
Mettete i cannelloni in una
pirofila unta, spolverizzate
di pecorino e pangrattato
e infornate per 20 minuti.


Piselli: Viene coltivata come ortaggio in Ucraina, particolarmente nelle regioni del sud. Sono tra i legumi più antichi, sono stati trovati nelle piramidi egizie, nelle rovine di Troia, negli scavi di Halicat.
E' una pianta annua rampicante di colore verde glauco delle leguminose ha fusto angoloso foglie composte terminanti in viticci con grandi stipole cuoriformi. Il fusto è alto 030cm. - 1,5 m. cilindrico glabro debole. Il frutto è un baccello con semi globosi commestibili, contenente da 4 a 10 semi altre specie spontanee o coltivate hanno fiori vivacemente colorati e odorosi.
I piselli freschi sono molto graditi dai bambini perché a differenza di altri legumi contengono una maggior quantità di zuccheri semplici, sono comunque meno calorici degli altri legumi sia freschi che secchi. I piselli freschi contengono: proteine, grassi, zuccheri, calcio, fosforo, ferro, e vitamine A B1 B2 PP e C
Il seme del pisello che si mangia in minestra o cotto al tegame, piselli freschi, secchi, o in scatola.

Si dice: "Pisellone" grosso pisello, uomo semplice, sciocco.



Care amiche, ora che vi ho dato le prime ricette della bella Sicilia e i primi consigli ecc. voglio riprendere il mio viaggio siciliano...

Ci siamo lasciati mentre attraversavo un paese sulla strada che mi portava verso Catania. A destra e sinistra case una attaccata all'altra ma ciò che mi lasciò abbastanza meravigliata fu che lungo i muri delle case tante bucce d'arancio appese su corde tirate lungo i muri delle case, le bucce erano tagliate a spirale come quando si spela una mela. Alcune già secche altre ancora fresche, mi chiesi cosa rappresentassero, ma nell'insieme erano anche ornamentali. Seppi dopo che quelle bucce seccate venivano date agli ambulanti in cambio di mollette per biancheria, scodelle in plastica, spazzole e altri utensili. Lungo la strada davanti a me maestoso con la cima coperta di neve ecco l'Etna. Lo guardai con un senso di rispetto e paura! Oltre questo ovunque guardavo vedevo alberi d'arancio, tanti ancora carichi dei frutti e il profumo intenso dei loro fiori, una cosa meravigliosa.
Tranne giardini d'arancio (seppi che si chiamano così) non c'era altro. Finalmente entrammo in Catania, un contrasto tra il vecchio e il moderno.

Lo sapete che le arance oltre ad essere ricche di vitamina C ci difendono anche dai tumori all'esofago, allo stomaco e alla gola.




Pasta con l'anciova e la mollica. (l'anciova è l'acciuga) Io l'ho mangiata è buonissima


Gr. 650 di tagliatelle
gr. 150 di pangrattato tostato
gr. 120 di acciughe
gr. 25 di pinoli
gr. 25 di uva passolina = = sarebbe l'uvetta
1 spicchio d'aglio
prezzemolo
peperoncino
sale e olio d'oliva

Imbiondite l'aglio con l'olio, i
filetti d'acciuga, il prezzemolo
i pinoli e l'uvetta.
Lessate la pasta al dente.
Scolatela e amalgamate con
la salsina preparata prima.
Cospargete con il pangrattato
abbrustolito e pezzetti di peperoncini.



L'acciuga: Piccolo pesce dei Clupeidi, ha un corpo agile ed allungato, grigio-verdastro col ventre bianco e capo dorato. I piccoli di colore bianco, molto ricercati, vengono chiamati "bianchetti".
Sono frequenti nell'Atlantico e nel Mediterraneo.
L'acciuga o alice ha carne saporita e grassa che si presta bene per ripieni e fritture. Adatto anche alla conservazione in salamoia o sotto olio.
Poi c'è anche la sardella, chiamata anche sarda, che è più grande e vengono conservate sotto sale in scatole o in barili. E la sardina che sarebbe una piccola sarda viene conservata in scatola sott'olio.
Si dice: "Magro come un'acciuga" "Stipati come le acciughe".

Qualche consiglio...
Quando l'acquistate controllate che le sue carni siano sode e di colore argento-azzurro brillante.
Fate particolare attenzione all'occhio che deve essere vivo, e non appannato.
Se le acquistate fresche, pulitele, mettetele su un vassoio e copritele con della pellicola trasparente, in questo modo potete conservarle in frigorifero un'intera giornata.

Come pulirlo...
Privatela dalla testa, apritela completamente lungo il ventre praticando un taglio e privatela della lisca, cercando di far rimanere unite le due metà dell'alice. Lavatela accuratamente ed asciugatela facendo attenzione a non romperla perché molto delicata.

Acciugata: salsa di acciughe, aglio e olio per condire la pasta.




Briciole di saggezza

Non pensare che tu possa guidare il corso dell'amore, perché se l'amore ne vale la pena, lui guiderà il tuo corso.
Khalil Gibran

Quando ogni cosa è vissuta fino in fondo non c'è morte ne rimpianto e neppure una falsa primavera.
Ogni orizzonte vissuto spalanca un orizzonte più grande, più vasto, dal quale non c'è scampo se non vivendo.

Henry Miller

Noi tendiamo a dimenticare che la felicità non si identifica col raggiungimento di qualcosa che non abbiamo; ma si tratta al contrario di individuare e di apprezzare ciò che già possediamo.
Frederik König

Amore è gioire. Mentre noi crediamo di gioire solo se siako amati.

Aristotele

Ottimista è chi ritiene che le cose non possano andare peggio di come vanno.

Alessandro Morandotti

E' proprio la possibilità di realizzare un sogno che rende la vita interessante.

Paulo Coelho




"Maccu"

Gr. 8oo di fave secche,
olio, sale.

Lasciate le fave in acqua poco
salata per una notte intera
Il giorno dopo fatele
cuocere a fuoco lento.
A fine cottura schiacciate
le fave con una forchetta
in modo da ridurle in purè.
Aggiungete dell'olio d'oliva e servire.


Fave: Appartengono alla famiglia delle leguminose. Le fave crescono su piante erbacee annuali dal fusto liscio eretto foglie carnose, i suoi fiori sono bianchi o turchini macchiati di nero, Dai fiori nascono i baccelli carnosi e possono raggiungere la lunghezza di cm. 30 che contengono i semi verdi, che si mangiano verdi o secchi.
Tra i legumi risultano essere le meno caloriche, sono ricche di proteine, fibra, vitamine e sali minerali. Alcune qualità come la fava cavallina servono per foraggio. E' alternata con il frumento perché è introduttrice di azoto atmosferico nel terreno.
Fava grande o da orto, fava rotonda, fava bacellona, fava piccola o da campo, fava da foraggio, fava brusca tostata al forno. Fave dei morti, pasta di marzapane a forma di fava che si mangia il giorno dei morti. Fava del Calabar lunga anche 20 metri che cresce nell'Africa Occidentale (Guinea) i semi (usati dagli indigeni come veleno di prova nei giudizi di Dio) contengono eserina che ha proprietà miotiche (cioè restringe la pupilla ) usato nella terapeutica oculistica. Fava di S. Ignazio, liana delle Stricnee spontanea nelle Filippine, contiene stricnina e brucina, che era usato come tonico, ora per estrarne la stricnina, fava lupina anagiride, caratterizzata perché contiene una sostanza di odore sgradevole, la cumarina.
La fava fu legume pregiato dagli antichi. I seguaci della setta pitagorica se ne astenevano, come dalla carne, forse per principio igienico. E' stata usata anche per dare il voto: fava bianca voto favorevole, fava nera voto sfavorevole.
Si dice: "Prender due piccioni con una fava" ottenere con un'azione due risultati.


Ecco amiche siamo a un dolcetto siciliano... però non mangiatene troppi... attenzione alla dieta!

Mustazzoli all'arancia


Gr. 100 di farina
gr. 100 di zucchero
gr. 100 di burro
gr. 80 di mandorle
2 uova
4 tuorli
il succo di un'arancia

Impastate le mandorle tritate
con il burro, le uova, la farina
e il succo d'arancia.
Formate dei bastoncini poi passateli
nello zucchero e in mandorle tritate.
Infornate.


Arancia: Conoscete un frutto più succoso e dissetante dell'arancia? E' dolce, buonissima. Insieme al limone, al mandarino, e al pompelmo fa parte della grande famiglia degli agrumi. Sono frutti bellissimi, con una bella buccia colorata e spicchi pieni di succo, ricchissimi di vitamina C pensate che una sola arancia da la vitamina che serve per un giorno.
Ci sono due qualità di arance: la dulcis detta arancia dolce, melarancia o anche portogallo e l'amara chiamata anche arancia forte, melangolo, cetrangolo, o cedrangolo.
Alla qualità dolce appartengono tutte le principali varietà italiane, sia quelle sanguigne come il tarocco, il sanguinello e il moro, sia quelle bionde, il biondo comune, come la belladonna, il biondo maltese e il calabrese.
Le arance più mature e saporite sono quelle non troppo dure, con la buccia senza ammaccature. Si conservano abbastanza bene anche fuori dal frigo, ma è meglio mangiarle prima possibile perché la vitamina C si deteriora in fretta. Non vanno tenute in ambienti troppo caldi e secchi poiché si disidratano perdendo in succo e morbidezza della polpa. L'arancia si trova tutto l'anno.

Siete... assetate? Niente di meglio che un bicchierone di puro succo d'arancia!


Quando... comprate il succo d'arancia, assicuratevi che sia vero succo d'arancia e che sulle bottiglie, sui cartoni, e sulle lattine ci sia scritto: "succo d'arancia 100%" solo così sarete di bere vero succo, senza zuccheri o additivi.

Il più grande produttore mondiale è il Brasile, seguito dagli Stati Uniti, dalla Cina, dalla Spagna e dal Messico. Le regioni italiane che producono più arance sono: la Sicilia, la Calabria e la Campania, seguite dalla Sardegna e dalla Basilicata. L'arancio dolce è originario della Cina. Giunse in India intorno al I secolo dopo Cristo e da lì si diffuse dapprima nelle coste orientali dell'Africa e poi in quelle occidentali. I contadini romani piantarono aranci in Italia e probabilmente furono loro che li introdussero anche in Spagna e in Portogallo, anche se c'è chi crede che siano stati gli arabi all'inizio del 1300. L'arancio amaro viene probabilmente dall'Asia sudorientale e fu coltivato in Arabia sin dal 900 dopo Cristo. Giunse in Sicilia all'inizio del 1000.


Ridete con me:

Un bimbo sta cercando in tutti i modi di premere un campanello, ma non ci arriva.
Passando un signore lo vede e suona per lui. Il bambino esulta e dice:
"Grazie signore!" Adesso scappiamo.


°°°

Qui torre di controllo a pilota: comunicateci la vostra altezza e la vostra posizione.
"Un metro e novanta e sono seduto."


°°°

Quello di cui ho bisogno è una persona veloce, scattante, e con molta voglia di lavorare.
Bene... "Se mi assume le darò una mano a cercarla."

°°°

Un facchino al viaggiatore carico di bagagli... Valigie signore?
No grazie ne ho già abbastanza.


°°°

Altre due ricette, questa volta mangiamo il pollo, come lo sanno fare i siculozzi... mmmmm...


Pollo e peperoni

1 pollo - 3 peperoni -
una cipolla - sale - pepe - olio

Rosolate la cipolla nell'olio
tritatela e unite il pollo a pezzi.
Dopo un po' unite anche i peperoni
pulite tagliati a liste, sale e pepe.
Coprire e cuocere per a
fuoco lento per un'ora circa.


Pollo: Pollo nome generico di gallo e gallina, specie in quanto si allevano per carne.
I polli sono gallinacei domestici derivati da specie selvatiche, del genere Gallus (gallo), genere di uccelli gallinacei della famiglia Fasianidi, atti al correre, poco al volare. Con piumaggio dai colori brillanti nel maschio, cresta carnosa sul capo e uno o due bargigli carnosi alla gola.
Il gallus domestico ha dato origine a numerosissime razze che differiscono per forma generale del corpo, statura. In ogni razza si hanno numerosissime varietà di colore del piumaggio, dorato, focato, ermellinato, striato, pernice, rigato, picchiettato, nero e bianco ecc.
I polli forniscono le uova, da 80 a 200 l'anno per gallina e la carne.
Il gallo è caratterizzato dalla presenza dello sperone che compare a 5 mesi circa e che serve a determinare l'età in base alla lunghezza, a 2 anni da 25 a 27 mm. a 5 anni da 62 a 65 mm.
Un gallo può bastare per 20 galline. Le razze migliori nostrane sono la livornese bianca, caratterizzata da elevata deposizione di uova, la razza padovana e la polverana, quest'ultima allevata solo per ornamento.
La gallina cova circa 16 uova e l'incubazione dura 21 giorni. Molto diffusa l'incubazione artificiale. Diffuso anche l'allevamento in batteria, sono speciali gabbie particolarmente attrezzate, che si tengono in locali chiusi.

Si dice... "Conoscere i propri polli" le persone con cui si tratta, "Andare a letto con i polli" appena fa buio, "Far ridere i polli" dire grosse corbellerie, "Al canto del gallo" avanti giorno, "Essere il gallo della checca" essere in grazia di molte donne, "Fare il gallo" alzare la cresta, mostrarsi ardito, orgoglioso, "Due galli in un pollaio di persone rivali".



Polli in padella con i carciofi


Gr. 100 prosciutto crudo
2 polli -
6 carciofi -
1 bicchiere di vino bianco
succo di limone
sale pepe - olio.

Pulite e tagliate a pezzi i polli.
Fateli rosolare con l'olio
rivoltandoli spesso.
A parte mondate i carciofi delle
foglie dure tagliateli a spicchi
e lavateli in acqua con il succo di limone.
Uniteli ben sgocciolati ai pezzi di pollo
e il prosciutto tagliato a pezzetti.
Fate cuocere per 10 minuti,
bagnate col vino bianco e condite
con sale e pepe.
Coprite e fate proseguire la cottura a fuoco lento.
Servite i polli con i carciofi.


Carciofo: Pianta delle composite coltivata per i grandi capolini formati da squame verdi violacee.
E' originaria delle regioni mediterranee, forse derivata dal cardo, ha fusto diritto ramoso con foglie lobate spinose e anche senza spine. I carciofi si consumano crudi e cotti e si conservano sotto olio o aceto. Carciofi cimaroli sono i primi e i più grossi che produce la pianta. Carciofi alla giudia, carciofi alla romana, carciofi fritti.
Politica del carciofo, quella seguita da casa Savoia nell'aggiungere ai suoi domini, pezzo per pezzo uno dopo l'altro come le foglie di un carciofo, tutta l'Italia.
Quando sono stata in Sicilia ho mangiato i carciofi arrostiti sulla griglia, sono ottimi.

Si dice: "Carciofo" persona inetta minchione.



In tempi molto lontani in una cornice di monti su una altura si erigeva maestoso un castello, è baciato dal sole e accarezzato dalla luna. L'inquilina è una regina il suo nome è Belinda.
Il villaggio è composto maggiormente da mercanti e altri sudditi più o meno ricchi.
Un giorno per studiare meglio il suo popolo la regina fece colorare in mezzo alla strada principale un grosso sasso e dopo essersi nascosta rimase a osservare. Di quelli che passarono di lì nessuno mosse la pietra, anzi si arrabbiarono e qualcuno protestò anche contro la regina, per non tenere le strade in ordine.
A un certo punto un contadino carico di una grossa fascina di legna sulle spalle, si fermò davanti alla grossa pietra. Depose la sua grossa fascina in terra e cominciò con tutta la forza che aveva a spostare quel sasso, altri si fermarono a guardare, ma nessuno gli diede una mano.
Finito il pesante lavoro rimettendosi in spalla il suo peso proseguì il suo cammino.
Il giorno dopo il contadino venne chiamato a corte e dopo essersi chinato alla regina questa gli consegnò una borsa contenente tante monete d'oro. Perché quel premio sarebbe aspettato a colui che avrebbe smosso la pietra dalla strada.
Il contadino aveva imparato che gli ostacoli sono un'occasione per migliorare la nostra condizione.




I cuddureddi di ricotta sono una specialità siciliana assaggiateli, li ritornerete a fare...

Gr. 500 di ricotta
gr. 100 di zucchero,
gr. 100 di farina
2 tuorli,
miele,
cannella,
buccia d'arancia grattugiata.

Impastate farina i tuorli,
la ricotta, lo zucchero e la buccia d'arancia. = = Usate ricotta freschissima
Fate dei bastoncini le cui due estremità
vanno unite. Fateli friggere in abbondante
olio bollente, quando sono freddi
cospargeteli di miele fuso e di cannella.


Ricotta: la ricotta fresca viene prodotta da solo siero di latte di pecora. Latticino caseaso ottenuto utilizzando il siero di latte dopo aver precipitato la caseina per dare il formaggio, rimangono nel siero la lattoalbumina e sostanze proteiche speciali che coagulano con calore superiore a 70°.
Ricotta romana, ricotta piemontese, ricotta siciliana, ricotta salata.
La ricotta è adatta per la preparazione di dolci e per tutti gli usi in cucina.

Si dice: "Fatto di ricotta" di cosa o persona debole che non si regge.

Alcuni anni fa sono stata in Sicilia... ahhh... quante cose buone ho mangiato con la ricotta!
Al mattino passavano i pastori per le strade con le loro carrozzelle cariche di ricotta, gridando la loro specialità, la gente scendeva nelle strade per acquistarla, una volta veniva venduta in "cavagne" che erano dei contenitori fatti di una specie di canna, a forma fra la foglia e un corno per togliere il siero dalla ricotta, ora si usa dei contenitori bucati in plastica.
La mangiavo ogni mattina, che buona... a volte invece mi portavano la ricotta col siero che si doveva andare a prendere direttamente dai pastori, ci mettevo il pane fatto in casa.
Invece alla fine di aprile a Mililli (CT) si fa la "sagra della ricotta" è una classica festa siciliana, molto bella.
C'è la sfilata dei carretti siciliani, una cosa unica, dei cavalli grandissimi addobbati con bellissimi pennacchi multicolori e quei stupendi carretti dipinti a mano che rappresentano le storie siciliane di tempi lontani, in modo particolare vi si raffigurava episodi della "Cavalleria rusticana".
Poi tante bancarelle con vari oggetti caratteristici della Sicilia e soprattutto formaggi e tanti tanti dolci a base di ricotta. Quanti di quei dolci che mi sono mangiata, cassatelle, cannoli e gelati fatti con la ricotta....



E.... ancora un buonissimo dolce.


Torta di ricotta

Gr. 300 di ricotta,
gr. 100 di zucchero,
gr. 100 di mandorle tritate,
buccia d'arancia,
farina,
burro,
3 uova

Mischiate bene la ricotta setacciata
con i tre tuorli, lo zucchero,
le mandorle, le scorze d'arancia a
pezzetti, e gli albumi montati a neve.
Versate in uno stampo infarinato
e infornare per 20 minuti.



Zucchero: Che si usa come sostanza alimentare, dalla canna da zucchero e dalla barbabietola.
La fabbricazione dalla canna (2/3 del prodotto totale) si effettua tagliandola e facendola passare fra cilindri scanalati che la spremono, il residuo viene usato come combustibile. Il sugo greggio viene depurato, filtrato, evaporare, centrifugare e raffinato.
Nella fabbricazione dalla barbabietola lo zucchero viene estratto per diffusione. Le bietole lavate vengono tagliate in fettucce di 2 -3 mm. di spessore, queste son fatte passare in una batteria di diffusori ove a contatto di una soluzione zuccherina riscaldata cedono per osmosi il loro zucchero arricchendo così la soluzione che si trasforma in sugo greggio, le fettucce esaurite servono come mangime, il suo sugo viene poi liberato dalle fettucce rimaste. Poi depurato riscaldandolo a 70° 90° con l'aggiunta a 2 o 3 riprese di piccole quantità di calce con anidride carbonica si ottiene così il sugo leggero che viene concentrato, passato alle centrifughe, fornisce lo zucchero greggio e come residuo la melassa che serve alla fabbricazione del lievito ecc.
Lo zucchero greggio viene successivamente raffinato. Fermentazione degli zuccheri.
Lo zucchero posto in vendita si usa nell'alimentazione: Zucchero in polvere, in zollette, caramellato, zucchero a velo, zucchero vanigliato con profumo di vaniglia, d'orzo,
Saccarosio: Composto chimico organico della categoria degli idrati di carboniodisaccaridi
detto comunemente zucchero. Si trova nella canna e nella barbabietola da zucchero, puro è una sostanza bianca cristallina di sapore dolce. Si usa come alimento dolcificante e come materiale di partenza per varie fermentazioni industriali, per la preparazione dell'alcool etilico, butilico, glicerina ecc.

Spaghetti alla siciliana (4 persone)

Gr. 400 di spaghetti
1 grossa melanzana
1 peperone carnoso
1/2 cipolla
7 filetti d'acciuga sott'olio
salsa di pomodoro
grana o pecorino grattugiato
basilico
burro olio di oliva,
sale e brodo

Prendete la cipolla e tritatela,
poi fatela appassire nel burro e
olio , tagliate la melanzana (lasciare la buccia)
a quadretti e unitela alla cipolla
il peperone tagliato a cubetti
e le acciughe spezzettate.
Fate cuocere il tutto a fuoco
lento per circa 40 minuti mescolando spesso.
Quando si sarà evaporato il liquido,
unite la salsina, proseguite la cottura
sempre a fuoco lento, fino a che le
verdure saranno cotte,
se necessita aggiungete un po'
di brodo bollente.
Condite gli spaghetti con il sughetto di verdure.






Qualche consiglio

1) Se volete cuocere due verdure nella stessa pentola per guadagnare tempo, potete farlo avvolgete ogni verdura in carta stagnola.

2) Se volete avere un mini orto sul vostro davanzale, tagliate in due una spugna mettetela su un piatto e seminatevi del prezzemolo. Tenete il vostro orticello sempre umido.

3) Se volete che la frutta tagliata non diventi scura, passatevi un limone sulla parte tagliata.

4) L'insalata non conditela in recipienti smaltati, perché l'aceto corrode lo smalto.

5) Le polpette risulteranno più morbide se aggiungete una patata ai soliti ingredienti.
Oppure se aggiungete all'impasto solo il tuorlo dell'uovo, non la chiara.



Stoccafisso alla Messinese

1 stoccafisso,
3 pomodori,
2 patate,
1 cipolla,
1 bicchiere di vino bianco
uva sultanina e pinoli,
capperi e olive nere,
sale pepe e olio.

Mettete per due giorni in acqua lo stoccafisso.
Poi diliscatelo e tagliatelo a pezzi
Nel l'olio rosolate la cipolla affettata
unite i pomodori sbucciati e
privati dei semi e tagliati a pezzi.
Fate insaporire e unite lo stoccafisso,
l'uva sultanina, i capperi, i pinoli
e le olive nere (togliete il nocciolo),
le patate affettate, poco sale, molto pepe
e il vino bianco. Coprite e infornare per 1ora.


Stoccafisso: Merluzzo sventrato e seccato intero al sole, senza sale.
Quello spaccato e salato si chiama baccalà.
Il nobile veneziano Pietro Querini commerciante nel 1431 salpò dal porto di Creta alla volta delle fiandre per scaricare in quella regione il suo prezioso carico di vino, malvasia.
Fatto il lungo viaggio, Pietro Querini con il suo equipaggio di 49 uomini, lasciarono le coste filandesi per ritornare in patria. Quando furono giunti nel golfo di Biscaglia causa una burrasca l'imbarcazione ebbe una avaria, ruppe il timone e fu trasportata dalla corrente, arenandosi dopo molti giorni in un arcipelago a nord del Circolo Polare Artico. Le isole Lofoten, era il 6 gennaio 1432.
Causa le giornate corte e il grande freddo i naufraghi furono costretti a rimanere al riparo, ma terminati i viveri, andarono alla ricerca di cibo. Trovarono tra gli scogli un pesce enorme di oltre 200 libre, lo cucinarono sulla spiaggia. Gli abitanti dell'isola di fronte alla vista del fumo, accorsero per vedere chi c'era sull'isola. Trovati i naufraghi, li portarono nelle loro abitazioni dando loro ospitalità. Rimasero presso quella popolazione fino all'arrivo della primavera. Sistemata la barca ritornarono a Venezia, portandosi via quello che era una novità assoluta per la nostra terra: "Lo stoccafisso".
Alle isole Lofoten dopo cinquecento anni nel 1932 venne eretto un monumento in ricordo del legame gastronomico, culturale e anche un po' etnico, tra l'Italia e quelle isole lontane.
Oggi l'Arcipelago norvegese è il più importante produttore di stoccafisso del mondo e l'Italia importa circa il 90% dell'intera produzione diventando il più grande importatore.
Aprile, maggio e giugno, sono i più indicati per la pesca, perché il merluzzo depone le uova.
Al pesce pescato viene tolta la testa, delle interiora e messo a seccare su pali di legno costruiti a rastrelliera e sollevati a circa 2 metri da terra, dove perde il 40% del suo peso.
1000 tonnellate di pesce fresco, rendono circa 230 tonnellate di stoccafisso.
Messi nei magazzini, vengono controllati uno ad uno, annusati per controllare lo stato di conservazione. Divisi per qualità in base alla lunghezza, vengono imballati in sacchi di juta da kg. 50, poi inviati ai vari mercati di consumo: Napoli, Liguria, Ancona, Vicenza.


Pasta con broccoli arriminati


Gr. 600 di macheroncelli =
gr. 100 di pinoli
gr. 100 di pinoli
gr. 100 di olio d'oliva
kg. 1 cavolfiore = = conservate l'acqua del cavolfiore
6 filetti di acciuga
1/2 bustina di zafferano
1 cipolla

Lessate al dente il cavolfiore
affettate la cipolla e mettetela
a rosolare con i pinoli l'uvetta
e dopo un paio di minuti
aggiungete il cavolfiore a pezzetti
unite un po' dell'acqua di cottura
del cavolfiore. Fate cuocere
i filetti di acciuga a pezzetti
lo zafferano con il pepe.
Nell'acqua rimasta del cavolfiore
lessate la pasta. Quando è pronta
scolate e arrimenatela (mischiatela)
con la salsa preparata prima.





Le ricette sono finite e io abbandono la Sicilia e torno a casa.
...Il borsone era pronto sul letto, io mi affacciai ancora una volta alla finestra, guardai per l'ultima volta quegli alberi sotto la mia finestra, quei frutti arancioni così buoni... e quel profumo che ogni giorno mi davano il buon giorno. In lontananza udivo l'allegro tintinnare dei campanellini di un carretto siciliano seguivo quel tintinnio che si allontanava sempre di più e io rivedevo quelle enormi ruote tutte a colori, quelle sue sponde che parlavano di storie siciliane, quei bellissimi cavalli con i loro coloratissimi e grandi pennacchi. Meravigliosi e unici al mondo!
Una lacrima cadde sul davanzale, io mi allontanai dalla finestra e presi il mio borsone... Il traghetto mi aspettava, vi salii, ancora uno sguardo verso quella terra che diventava sempre più piccola mentre il traghetto mi portava sempre più lontano...

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Dopo il ricordo di una terra baciata dal sole e bagnata dal mare. Ora qui il Veneto. Terra antica di tradizioni, dove ancora oggi le usanze vengono tramandate da padri in figli. Dove tutto è semplice e genuino. Perciò la mia prima ricetta sarà: Una saporita minestra popolare.


Pasta e fagioli "pasta e fasioi" (sei persone)

Gr. 600 di fagioli = = mettere a bagno prima di cucinarli.
gr. 700 di pasta = = quella che vi fa piacere
gr. 50 di grana
un dado = = assaggiate in caso mettete un altro dado
1 bicchiere di olio d'oliva
1 grossa cipolla

Per 6 piatti ==
Mettete nella pentola
l'olio d'oliva,
la cipolla tritata,
e gr. 600 di fagioli secchi
Mettere al fuoco aggiungendo
gradatamente dell'acqua (circa 2 litri).
Quando i fagioli saranno quasi cotti
aggiungete la pasta
il dado, (sale, a piacere)
e il formaggio grattugiato.
Cuocere per circa 15 minuti.


Fagiolo: Pianta leguminosa, per lo più annua con numerose specie di cui la più comune è il Phaseolus vulgaris importata in Europa nel XVI secolo dall'America tropicale, fusto eretto cespuglioso nane o rampicanti. I semi racchiusi in un baccello, hanno colori svariati, si mangiano freschi o secchi e costituiscono un alimento nutriente, di alcune varietà si mangia anche il baccello (fagiolini o cornetti mangiatutto), fagioli bianchi, gialli, rossi, con l'occhio della regina, fagiola fagiolo bianco e grosso.
Minestra di pasta e fagioli, insalata di fagioli, fagioli in umido, con le cotiche o l'osso di prosciutto, fagiolo all'uccelletto ecc.

Si dice: "Andare a fagiolo" andare a genio, "Venire a fagiolo" a buon punto, "Fagiolone" persona sciocca.


I fagioli sono un alimento sano e nutriente, energetico e
hanno una benefica azione sulle cellule nervose.
Fra l'altro contengono sostanze azotate, proteine,
fosforo, potassio, ferro, e vitamine B e C
Tisana di baccelli: Cotti e schiacciati per cataplasma.



I frati di un convento in un paesino in montagna avevano deciso di fare un cammino di penitenza su un ripido e lungo sentiero. Mettendo ognuno un fagiolo secco nelle scarpe. Dopo un'ora di cammino i poveri frati non riuscivano più a farcela, mentre uno solo di loro camminava spigliato e senza fatica. E quando gli altri gli chiesero come mai lui riuscisse a camminare senza sentire dolore lui rispose: "Perché io il fagiolo l'ho cotto prima di infilarlo nella scarpa."




Risotto alla veneziana "risi e bisi"

(per 6 persone)
gr. 500 di piselli freschi,
gr. 400 di riso,
gr. 100 di formaggio grattugiato,
1 cipolla, prezzemolo tritato, olio, pepe.

Mettete in una pentola un po' di burro olio
una cipolla tritata e un po' di prezzemolo tritato.
Quando la cipolla avrà preso un leggero colore dorato
unite i piselli con un po' di pepe.
Quando i piselli saranno a buon punto
di cottura, unite il riso.
Bagnate gradatamente sempre mischiando
con 1 litro di brodo vegetale.
Prima di togliere il riso dal fuoco unite
il formaggio e un po' di burro.


Il grana... formaggio duro per la sua struttura granulare, differisce dagli altri formaggi per l'altezza, la grandezza della forma e per il colore giallo che conserva a contatto dell'aria.
Del formaggio grana se ne parla sin dalla notte dei tempi. un'agiografia di stampo ottocentesco lo fa risalire ai primordi dell'uomo. Ma la prima fonte certa in cui viene evidenziata l'importanza gastronomica e il valore di ricchezza ad essa accomunato è il Decamerone.
Il formaggio grana è fatto di pasta dura. Il formaggio grana si distingue per le sue cinque caratteristiche:
1) la forma cilindrica 2) il diametro, da 35 a 45 cm. 3) l'altezza da 18 a 24 cm. 4) il peso da 24 a 40 kg. 5) il delicato aroma e l'assenza di gusti piccanti.
Tecnologia di lavorazione: si porta il latte crudo a 32 - 35 gradi aggiungendovi siero-innesto più caglio liquido, il caglio è derivato dallo stomaco di vitello. Dopo la coagulazione e la rottura della cagliata (a dimensione di chicco di mais) si aggiunge dello zafferano e si cuoce in due fasi, prima a 45 gradi, si spurga e poi si riscalda fino a 55 gradi. Dopo queste operazioni la massa viene estratta con tele previa eliminazione di gran parte del siero e messa in mastelli di legno a spurgare per 30 minuti.
Si deposita poi nelle fascere e si sottopone a pressione per 8 -10 ore.
La salatura si effettua a secco ad intervalli di 2 giorni per 15 giorni, oppure in salamoia per 30 - 40 giorni o 15 - 20 secondo il tipo. Matura in circa 60 giorni, durante i quali le forme vengono periodicamente unte con olio di lino.



Qualche tempo fa, un bambino di dieci anni entrò in un bar e sedette a un tavolino, la cameriera si avvicinò e il bambino chiese: "quanto costa un Sudae?" "cinquanta centesimi" rispose la cameriera.
Il bambino prese le sue monete e cominciò a contarle. "Bene e quanto costa un gelato semplice?"
Nel bar c'erano altre persone che aspettavano e la ragazza cominciava un po' a perdere la pazienza
"35 centesimi" gli rispose la ragazza in maniera brusca.
Il bambino contò le monete ancora una volta e disse: "Allora mi porti un gelato semplice!"
La cameriera gli portò il gelato e il conto.
Il bambino finì il suo gelato, pagò il conto alla cassa e uscì.
Quando la cameriera torna al tavolo per pulirlo si commosse profondamente perché lì vicino al piattino c'erano 15 centesimi di mancia per lei.
Il bambino non chiese il Sudae per poter dare la mancia alla cameriera.




Sarde con la lattuga

kg. 1 di sarde,
una lattuga,
formaggio grattugiato,
olio, sale e pepe.

In una teglia con olio, mettete
uno strato di foglie di lattuga lavate
uno di sarde diliscate e aperte, un po'
di formaggio grattugiato, olio, sale e pepe
e così via fino a esaurimento degli ingredienti.
Infornate per far evaporare l'acqua
deposta dalla verdura.


Lattuga: La lattuga è un ortaggio che annovera numerose varietà ed è coltivato praticamente in tutto il mondo. La coltura della lattuga si effettua preferibilmente su terreni freschi e ben drenati, ricchi di sostanze organiche, non ha particolari esigenze termiche tuttavia le temperature non debbono essere eccessivamente calde o scendere al di sotto dei 2°C.
La produzione nelle diverse varietà è diffusa praticamente in tutta Italia nelle cultivar di primavera, estate ed inverno.
Lattuga, genere delle composite di cui la specie più nota (lactuca sativa) coltivata negli orti, ha cespo allungato e diritto e foglie larghe e molli con fiori gialli in pannocchie. Contiene il 2,5% di sostanze e le vitamine D e E per questo ha molta importanza nutritiva. Le foglie intere si mangiano in insalata.
Ha molte varietà tra cui la lattuga cappuccio o a palla dal cespo rotondo. In questa specie e nella lattuga virosa si trova il lattucario.
Gorgiera collo bianco increspato che portavano preti e dottori, anche l'analogo ornamento che usciva dalle maniche intorno al polso.
Lattuga di mare, alga marina (ulva lactuca) con il tallo simile alle foglie di lattuga usata per avvolgere i pesci da spedire.




Si dice che...

Nelle statue equestri: quando il cavallo ha due zampe alzate, significa che il cavaliere morì in combattimento.
Se il cavallo ha una delle zampe anteriori alzate, il cavaliere morì per le ferite riportate in battaglia.
Se le quattro zampe dell'animale sono appoggiate, il cavaliere morì per cause naturali.



C'è scritto nel vangelo di San Matteo che: "E' più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei Cieli".

Gli unici animali a non saper saltare sono gli elefanti. (La natura è stata giusta)

Era verde originalmente la coca cola.




Fondi di carciofi alla veneziana

(per 3 persone)

12 carciofi,
un po' di burro,
un po' d'olio d'oliva, (extravergine)
uno spicchio d'aglio,
prezzemolo, un pezzetto di dado.

Asportate i gambi e
tutte le foglie esterne
in modo che rimanga soltanto il vero fondo.
Togliete lo strato superiore (barba).
Gettate subito in acqua fresca per impedire
che i fondi anneriscano.
In una pentola mettete il burro,
l'olio, aglio e il prezzemolo tritato
e unitevi un pezzetto di dado.
Unitevi i fondi dei carciofi tagliati a pezzi
e fateli rosolare fino a un color rosso
e serviteli caldissimi.



Olivo: L'olivo e l'olio che da essa si estrae è sicuramente l'elemento che ha distinto e caratterizzato prima di tutto, sensazioni e emozioni perché è la storia di donne e uomini che con tenacia e fatica hanno mantenuta intatta nei secoli una tradizione ancora viva e ancora una volta è la storia di una civiltà.
Oliva, frutto dell'olivo che frantumato da un olio importante per l'alimentazione.
Olivo, un albero sempre verde della famiglia delle Oleacee, longevo vive anche molti secoli, viene comunemente coltivato in tutta la regione mediterranea, cresce su terreni arridi e fiorisce in maggio-giugno ha rami talvolta molto contorti foglie lanceolate coriacee verde scuro e inferiormente grigio-argento, fiori piccoli biancastri a corolla ruotiforme disposti in grappoli.
Il frutto quando è maturo è una drupa ovale nera o violacea con nocciolo osseo e polpa oleosa dalla quale si ricava l'olio. L'olio di olivo è contenuto nella polpa ma anche nella buccia e nel legno del nocciolo.
Si ottiene mediante spremitura della polpa delle olive, esercitando una moderata pressione si ricava l'olio di qualità più fino (olio vergine) e con forte pressione e talvolta con l'aggiunta di acqua calda si estrae circa il 90% dell'olio. Il residuo rimasto nei panelli, si estrae con solventi e prende il nome di olio di sansa o al solfuro, che viene usato per la fabbricazione del sapone insieme agli oli di palma e di cocco.
Il legno dell'olivo viene usato in ebanisteria e per lavori d'intaglio.
L'olivo è simbolo di pace. Alla fine del diluvio la colomba tornò all'arca di Noè, portando un ramoscello di olivo. Con la benedizione dei rametti di olivo si festeggia nel mondo cristiano la Domenica delle Palme che ricorda l'ingresso di Gesù in Gerusalemme.

Si dice: "Portare un ramoscello d'olivo" far proposte di pace.


Risotto con salsiccia e funghi (4 persone)

Gr. 400 di riso
gr. 100 di salsiccia
gr. 30 di funghi = = se i funghi sono freschi allora gr. 200
gr. 50 di burro
1 cipollina
formaggio grana
vino bianco
brodo
olio, sale, pepe

In metà del burro e un po' di olio
fate imbiondire la cipolla tritata,
aggiungete la salsiccia schiacciata
i funghi precedentemente
ammollati in acqua tiepida,
pepate e salate poco.
Bagnate con mezzo bicchiere
di vino, fate evaporare quasi
completamente, aggiungete il
riso mescolate e bagnate con un
paio di mestolini di brodo bollente.
Continuate la cottura mescolando
e aggiungendo a poco a poco,
altro brodo bollente.
Togliete il risotto dal fuoco ancora
al dente e un po' morbido
aggiungete il formaggio grattugiato
e lasciate riposare per un paio di minuti.


La salsiccia mi piace moltissimo, però cruda, la apro la schiaccio un po', ci aggiungo un po' di peperoncino, poi taglio un panino e la metto nel panino, mmmmm... la fine del mondo!
La carne no, la carne non mi piace, oppure anche quella cruda, alla tartara mi pare si chiama, vero? Solo che bisogna stare attente con le carni crude perché fanno venire i vermi. E io sapete cosa faccio? Sulla carne e sulle salsicce ci frego dell'aglio, e così mi proteggo, non è geniale? Dovrebbe funzionare... almeno lo spero! Ma poi non è che mangio ogni giorno carne cruda. Ora parliamo un po' della salsiccia.

Salsiccia: Per fare la salsiccia si usa lo stesso impasto del salame, solo che le budella sono molto più stette. Si usa carne di maiale grassa e magra trita e condita con pepe e altri, poi viene
insaccata nelle budella e divisa in rocchi.
Nei tempi passati la lavorazione veniva fatta a mano e veniva considerato un prodotto tipicamente stagionale, oggi con gli allevamenti e l'industrializzazione nella macellazione del maiale, viene considerato uno degli alimenti di largo consumo.
La salsiccia viene preparata utilizzando pezzi ricavati da spalle, pancettoni, e dalla rifilatura dei lombi dei prosciutti. La carne viene tritata finemente al grasso e al magro in parti uguali, salata e pepata, condita con aromi diversi ed insaccata nel budello naturale e legata in rocchi. Il suo caratteristico sapore e la fragranza la rende molto appetitosa.
Quando ero in Sicilia nelle scampagnate la salsiccia non mancava mai!



Qualche consiglio sul formaggio.

1) Se volete tagliare il formaggio morbido, è meglio usare un coltello non affilato.

2) Se userete un coltello caldo per affettare il formaggio, vi sembrerà di tagliare il burro.

3) Anziché usare la grattugia per i formaggi teneri, usare lo schiacciapatate.

4) Per dare tono alle vostre insalate uniteci delle striscioline di formaggio tagliate con il
pelapatate.



Trippa di vitello alla veneta Mmmm... a me piace tantissimo!

(per sei persone)

Gr. 500 di trippa di vitello,
un pezzetto di burro, olio,
una piccola cipolla affettata,
un po' di prezzemolo, sale e pepe.

Pulite bene la trippa e lessatela.
Dopo tagliatela a strisce sottili
e mettetela in padella col burro e l'olio,
la cipolla affettata, e col prezzemolo, sale e pepe.
Mischiate e servite dopo 10 minuti.


Abbiamo già parlato di trippa, allora prendiamo come argomento il burro.

Burro: Parte grassa del latte vaccino, separata dal siero (scrematura) e condensata battendola a freddo in appositi recipienti detti zangole o con centrifughe elettriche.
Prima di essere impastato il burro viene lavato con acqua 2 - 3 volte, al fine di favorire uno spurgo completo del latticello. Poi può essere sottoposto a una leggera salatura o all'aggiunta di coloranti naturali, come lo zafferano e successivamente venire confezionato.
Il rendimento del latte in burro è estremamente variabile a seconda del contenuto in grasso del latte e dei sistemi di burrificazione, per ottenere un chilogrammo di burro occorrono mediamente 23 - 25 kg. di latte. Il burro è uno dei grassi animali maggiormente utilizzati, soprattutto nell'Europa nord-occidentale e in Italia, ciascun italiano ne consuma in media kr. 2 all'anno, però un valore molto basso se confrontato con gli kg. 8,7 consumati in Francia.


Faraona al forno

1 gallina faraona
1 bicchierino di cognac
1 2 olive verdi
3--4 foglie di alloro
olio sale e pepe

Pulite, lavate e asciugate la faraona
introducete le foglie di alloro
legatela e disponetela in una pirofila
bagnatela con abbondante olio
salatela e pepatela.
Portate il forno a circa 180°
e infornate. Trascorsi circa
20 minuti aprite il forno estraete
la teglia e versate sulla faraona
il cognac, aggiungete le olive
snocciolate.
Ogni tanto bagnate col sugo la faraona
fatela cuocere per circa un'ora,
fatela diventare ben dorata e croccante.


Faraona: E' un uccello galliforme che vive nelle foreste aperte e nelle pianure coperte d'erba di gran parte dell'Africa e dell'isola di Madagascar. Sembra che la specie sia stata resa domestica dagli antichi greci e quindi dai romani che la introdussero addomesticata nei paesi d'origine.
Le prime razze domestiche si estinsero all'inizio dell'era cristiana e questo volatile ricomparve in Europa intorno al secolo XV quando navigatori portoghesi riportarono nuovi esemplari del golfo di Guinea. La specie non si adattò con la facilità dimostrata del pollo domestico. In questi ultimi due anni, però l'allevamento intensivo ha avuto un notevole sviluppo anche per la disponibilità di mangimi industriali, ciò permette di produrre faraone del peso di circa gr. 1.5 in poco più di 100 giorni. Le razze maggiormente allevate sono la grigio perla e la camosciata. La faraona che vive all'aperto ha una carne più scura di quella allevata con metodi intensivi con una piacevole vena di selvatico nel sapore che ricorda un po' il fagiano.

Una volta... il sole si innamorò della luna, quella sua luce così misteriosa e un po' fredda lo conquistò, la luna già da secoli del sole ammirava quel caloroso sguardo e quei raggi che la proteggevano dal freddo delle notti buie. E divennero marito e moglie. Ma una notte un misterioso incantesimo li separò, luna pianse tutte le sue lacrime e sole cercò tante volte di tornare da lei... passarono tanti secoli... luna si risposò e sole pure. Un giorno finito l'incantesimo sole ritornò da luna e si incontrarono ognuno con le proprie figlie. Così si trovarono stelle e galline insieme, però giorno dopo giorno non facevano che litigare, luna che non ne poteva più disse a sole: non vedi come le tue figlie galline continuano a litigare con le mie figlie stelle? Io non ne posso più! Buttale subito giù sulla terra, che continuino a litigare lì. Se non lo farai vattene con le tue galline io non vi voglio più sentire ne vedere e girandosi verso le galline disse loro: ora ve ne andate immediatamente giù sulla terra e insegnate agli uomini a guerreggiare e litigare fra loro. E non dimenticate mai di avvertire me e le mie stelle dell'arrivo di vostro padre sole.
Fu così che le galline divennero abitanti della terra e la luna e le sue figlie stelle rimasero in cielo. E le galline ogni mattina cantavano l'arrivo del sole, così luna e stelle avevano il tempo di nascondersi !


Ecco amiche, se qualche volta vi foste chiesto perché di giorno non si possono vedere ne luna ne stelle...

Ho tratto l'idea dalla leggenda di Swahili del Burundi.


Amiche, per i nostri fiori...

I fiori e le piante rendono la nostra casa così bella e allegra... però noi dobbiamo prenderci cura di loro, in modo particolare quando i mesi freddi ci costringono portarli in casa
E' importante che le loro radici non soffrano il freddo, non appoggiatele direttamente su pavimenti di marmo, ma tenetele sollevate da terra. Inoltre non dimenticate di dare loro l'acqua e di disinfettarle.

Se le vostre piante deperiscono, provate a versare nella terra del vaso l'albume di un uovo, in pochi giorni vedrete che la pianta riprenderà il suo bel aspetto.

Dovete sapere che innaffiarle con acqua contenente troppo calcare fa ingiallire certe piante.
L'acqua ideale per le piante è l'acqua piovana, raccoglietela nei giorni di pioggia e conservatela in contenitori.
Le dalie, rose e ortensie, hanno bisogno di concime organico diluito con l'acqua.



Frittelle di patate

Gr. 500 di patate
1 tuorlo
2 o 3 bianchi d'uovo
2 e 1/2 cucchiai di farina
1/2 bicchiere di latte
burro q.b.

Lessate le patate e sbucciatele
passatele con il schiacciapatate
gettatele in una pentola dove avrete
fatto fondere un po' di burro
tenete il fuoco a calore basso
sempre mischiando
aggiungete la farina il sale
e diluite col latte.
Continuando a mischiare, lasciatele
cuocere lentamente finché
avrete ottenuto una pasta consistente.
Togliete dal fuoco e unite il tuorlo
mischiando bene.
Quando la pasta è fredda
aggiungete i bianchi d'uovo
montati a neve.
Fate delle polpette, infarinatele
e friggetele subito in olio abbondante. = = A chi piace può servirle inzuccherate.




Il latte: Il latte si ottiene con la mungitura. Una mucca comune da latte ha un periodo di lattazione di 300 giorni all'anno durante il quale può produrre in media 10 litri giornalieri di latte e quindi 3000 annui, mucche speciali possono produrre fino a 5000 litri annui, specialmente quelle di razza frisono o olandese. Il latte usato per l'alimentazione umana deve essere oggetto di particolari cure igeniche per impedire che si inquini o si alteri.
Per sterilizzare il latte giova l'ebollizione, che dovrebbe essere protratta almeno per dieci minuti ma che distrugge i principi vitaminici essenziali per l'accrescimento dei neonati; invece la pastorizzazione (riscaldamento fino a 70°C. continuato per un certo tempo) distrugge i germi patogeni, ma conserva le vitamine, essa può essere fatta anche a cascata, portando cioè il liquido a 60 - 70 C. e poi raffreddandolo repentinamente in acqua fredda; lo sbalzo di temperatura determina anche mutamenti notevoli nella caseina e negli altri componenti. Altro modo di sterilizzare il latte è quello della condensazione togliendo al latte il 30% di umidità ed aggiungendo zucchero, anche il refrigeramento preserva il latte da alterazioni.
Con la scrematura si ottiene il latte magro e la panna o crema; con differenti procedimenti, i vari prodotti dell'industria casearia: Burro, formaggi, ricotta, con la fermentazione lo yogurt, e il kefir. Il latte in polvere si ottiene mediante il contatto di minutissime perticelle di latte spruzzato a pioggia o a nebbia con superfici assai riscaldate, oppure mediante congelamento e centrifugazione dei cristalli; per essere usato deve essere sciolto in 8 parti di acqua.




Non è proprio una vera e propria ricetta veneta, ma perché è molto buona la mangiano anche qui!

Spaghetti aglio olio e peperoncino

(per 4 persone)

Gr. 400 di spaghetti,
2 o 3 spicchi di aglio,
olio extravergine q.b.
un pezzetto di peperoncino
rosso piccante, sale.

Mettete sul fuoco una pentola di acqua salata.
Appena bolle versatevi gli spaghetti e
rimescolate. Durante gli ultimi 3 - 4 minuti
di cottura mettete l'olio a scaldare
in una pentolina con l'aglio tritato e
il peperoncino spezzettato.
Lasciate che l'aglio imbiondisca
e intanto scolate gli spaghetti.
Versateli in un piatto fondo , conditeli
e serviteli subito.



Aglio: L'aglio molto apprezzato da greci e romani è certamente tra le più note piante con grandi proprietà gastronomiche e curative.
Il particolare odore e gran parte dei suoi "poteri" sono dovuti ad una essenza sulforata presente nel bulbo il cui principio attivo, l'allicina, è fortemente antisettico. Completano le qualità del bulbo; enzimi, vitamine A, B1, B2, C, PP sali minerali ed oligoelementi.
Il succo estratto dall'aglio fresco schiacciato, ha una eccezionale capacità, quella di combattere lo sviluppo di molti germi patogeni. Viene usato inoltre, come integratore alimentare e previene le parassitosi intestinali, agisce come vermifugo e funziona anche spesso contro parassiti esterni dell'uomo, cani e gatti. Per questo viene spesso usato come pepellente naturale.
L'aglio (o il suo principio attivo) trova in commercio anche in erboristeria sotto forma liquida e granulare.
Per uso in acquariofilia è consigliabile usare aglio freschissimo e spremerlo, una volta ottenuto il succo bisogna prendere piccole quantità e farle assorbire dal mangime comunemente utilizzato. Questo sia come preventivo che come curativo, purché l'infestazione non sia a uno stadio tanto avanzato da aver già portato l'animale a non alimentarsi più.


I proverbi ci insegnano che...

C'è chi parla per esperienza... e chi sempre per esperienza tace.

Un saggio ha sempre qualcosa da dire... uno stupido ha da dire sempre qualcosa.

Non sempre il male vien per nuocere... qualche volta fa di peggio.

Fai a qualcuno un favore... e diventerà il tuo lavoro.

Non chiudere mai troppo forte una porta... potresti voler tornare indietro.

Se il denaro non può dare la felicità... figuriamoci la miseria.

Il ricco trova parenti anche tra gli sconosciuti... il povero trova sconosciuti anche tra i parenti.





Scaloppine verdi

(Per 3 persone)

Gr. 300 coscia di vitello = = tagliata a fette sottili,
un po' di farina,
un po' di burro,
2 tazzine di acqua tiepida,
prezzemolo, aglio, sale
e succo di un limone.

Infarinate le fettine di vitello,
rosolatele nel burro,
poi togliete tutto l'unto
sostituendolo con due
tazzine di acqua tiepida,
salate e lasciate cuocere
a fuoco lento per 20 minuti.
Aggiungete circa 1/2 dado
e spargete sulle scaloppine il prezzemolo
con l'aglio ben tritati e il succo di limone.
Lasciate andare ancora per 5 minuti.


Il vitello: La carne di vitello è delicata, gustosa e fresca. E' di facile digestione e per questo si addice in modo particolare agli stomaci delicati.
Il vitello è di dimensioni più piccolo del manzo, quindi la parte del ventre si divide soltanto in pancetta e petto. Il primo taglio serve per quelle preparazioni in cui si desidera avere come un sacchetto di carne da riempire con altri ingredienti uovo ecc. ; il secondo si adopera per fare arrosti, arrotolati o in tegame. Il petto grosso viene usato per il lesso o lo spezzatino. Un ottimo arrosto si ricava anche dalla spalla.
Le scaloppine di filetto di vitello sono morbide e di buon sapore, ottime per preparare varie pietanze, ma piuttosto care per i pasti normali.
La carne di vitello è meno saporita di quella del manzo e agnello per arrosti, dare quindi sapore e aroma con salvia, rosmarino e succo di limone.
Le costolette ricavate dal carré sono adatte per essere preparate alla milanese. Più scadenti di qualità, ma molto simili e preparate nello stesso modo sono le bistecche di fracostina. Gli ossobuchi si ricavano dal garretto o muscolo.
Una buona carne di vitello si presenta di colore rosa pallido, con il grasso ben segnato, sodo e bianco. L'età ideale perché il vitello dia la carne migliore sono le 8 - 9 settimane. La carne di vitello è piuttosto delicata da conservare, quindi chi non dispone di frigorifero, può tenerla ben immersa nel latte crudo, che oltre ad evitare la decomposizione della carne, la renderà più tenera. Con molte probabilità il latte si coagulerà, ma questo non ha nessuna importanza. Per il vitello la dose di carne per persona è di 150 - 200 gr. se destinata all'arrosto



Fegato alla veneta o veneziana

Gr. 600 di fegato di vitello = = salate il fegato all'ultimo momento
2 grosse cipolle altrimenti diventa duro.
1 limone
olio sale pepe

Fate appassire le cipolle in olio
caldo dopo averle affettate,
continuate a mescolare in
modo che non si attacchino.
Togliete la pellicina al fegato
e tagliatelo a fettine.
Quando le cipolle saranno
cotte aggiungete il fegato
alzate la fiamma e fate cuocere
velocemente solo 5--6 minuti.
Salate pepate e levate dal fuoco
.



Forse non sapete che...

Le rondini abbandonano le città per le campagne non per l'aria inquinata, ma perché non trovano più cibo, moscerini, zanzare, e insetti vari. Ogni giorno una rondine inghiotte settemila insetti.

Una volta con il granoturco si faceva solo la polenta che era il mangiare dei poveri.
Oggi l'industria ne ricava, ormoni, zucchero anticalorico, carta impermeabile e perfino antibiotici. Rivelandosi così una miniera d'oro.

Si dice più conosco gli uomini più amo gli animali. Perché sono gli amici più sinceri, più veri.
"Se vuoi vivere sereno e senza grane... prenditi per amico quello migliore: il cane.


La legge sugli acquisti degli indumenti:

1) se ti piace, non hanno la tua misura,
2) se ti piace e hanno la tua misura, non ti sta bene,
3) se ti piace, hanno la tua misura, e ti sta bene, non hanno la tua misura,
4) se ti piace, hanno la tua misura, ti sta bene, te lo puoi permettere,
la prima volta che te lo metti si rompe!




Spaghetti col tonno

(per 6 persone)
Gr. 600 di spaghetti,
gr. 150 di tonno,
gr. 50 di burro,
olio d'oliva,
1/2 cipolla,
1 spicchio d'aglio.
sale

In una pentola mettete, olio burro, la cipolla tritata
e l'aglio. (che poi toglierete)
e il tonno sminuzzato, il dado e un po' d'acqua,
rimescolate per avere la giusta densità,
il tonno non deve cuocere.
Versate la salsa sugli spaghetti
e cospargeteli con il formaggio grattugiato.


Tonno: Pesce teleosteo della famiglia Tumidi detto anche tonno rosso per il colore della sua carne, di grossa mole ha corpo fusiforme, dorso azzurro scuro metallico, fianchi grigi, ventre argenteo, l'occhio in proporzione al suo corpo è relativamente piccolo.
Comune nell'Adriatico e Mediterraneo, compie spostamenti periodici.
Il tonno una specie tipicamente migratrice. I tonni del Mediterraneo provengono dall'atlantico e verrebbero nei nostri mari allo scopo di riprodursi in quanto acqua abbastanza calme e calde.
Nei nostri mari il tonno si riproduce nel periodo di maggio-giugno in acque superficiali e questo è infatti il periodo in cui sono più visibili e pescati. La pesca del tonno si fa con l'amo, la lancia, una specie di fiocina, con reti mobili e fisse, tonnara, le tonnare sono numerose in Italia. Tonnara trappola per la pesca dei tonni, costituita da più reti formanti una serie di camere subacquee, l'ultima detta camera della morte, viene sollevata dall'acqua per l'uccisione dei tonni, (mattanza).

Risotto campagnolo

Gr. 400 di riso
gr. 70 di burro
gr. 20 di funghi secchi
2 zucchine
2 carciofi
1 cipolla
1 un cucchiaio di pomodoro
pepe sale
brodo

Fate ammorbidire in acqua tiepida
i funghi.
Togliete ai carciofi le foglie esterne
e tagliate i cuori a fette,
affettate le zucchine, tritate la cipolla
Fate appassire la cipolla nel burro,
aggiungete le verdure
salate pepate e lasciate rosolare.
Aggiungete dopo la salsa di
pomodoro e mescolate,
unite il riso, un po' di brodo vegetale
e aggiungete i funghi.
Fate cuocere il risotto e se
necessario aggiungete del brodo.




Al mio compleanno una mia carissima amica mi ha inviato questa bellissima poesia e io la dedico a tutte voi...

Vorrei essere...
Vorrei essere per te l'amica più cara.
Vorrei essere per te l'amica con cui non hai
difficoltà a lasciarti vedere triste,
l'amica a cui pensare quando hai un problema .
Vorrei essere per te l'amica con cui arrabbiarmi
sfogarmi, perdere la pazienza, senza perdere l'amicizia.
l'amica a cui confidare un segreto geloso.
Vorrei essere per te l'amica a cui pensi quando hai
qualche cosa di meraviglioso per la testa, l'amica con cui
condividere ogni cosa e gioire insieme.
Vorrei essere la tua amica più cara
non per presunzione, ma perché ti voglio bene.




Riso e spinaci all'uovo

(per 3 persone)

Gr. 200 di spinaci,
gr. 180 di riso,
1 tuorlo,
1 dado,
un pezzetto di burro,
formaggio grattugiato.

Dopo aver lessato gli spinaci
strizzateli e tagliuzzateli un po'.
Fate fondere il burro in una
pentola e unitevi gli spinaci
e lasciateli cuocere un attimo
poi aggiungete un litro d'acqua calda,
un dado, il formaggio grattugiato e fate
cuocere per 20 minuti.
Dopo unite il riso e fate cuocere
altri 15 minuti. Quando la minestra
è cotta, in una scodellina sbattete
bene il tuorlo con un po' di brodo
e versatelo nella minestra. = = volendo si può fare anche a meno dell'uovo.



Spinacio: pianta dioica annua della famiglia Chenopodiace originaria della Persia. Soltanto nel XIX secolo però lo spinacio ha acquisito importanza come ortaggio di grande consumo, prima in Europa e poi in America. Ha foglie più o meno lanceolate di colore verde scuro, fusto alto o striscianti, fiori verdastri, è verdura pregiata per il suo contenuto di sali di calcio e vitaminico. Dalle foglie è stato isolato l'acido folico vitamina attiva contro l'anemia perniciosa. Gli spinaci si possono mangiare cotti che crudi però per voler beneficare delle loro proprietà salutari, conviene mangiarli crudi conditi con olio e sale e sono ottimi mischiati con funghi e olive nere. Lessati infatti perdono una buona percentuale ( circa 50%) degli elementi utili all'organismo.

Quando gli acquistate: scegliete ciuffi con foglie di colore verde scuro, lucide, carnose e croccanti.

Gli spinaci vanno conservati in frigorifero in sacchetti di carta, occorre consumarli rapidamente perché in un paio di giorni perdono croccantezza e sapore.

Contenuti: ferro, sodio, arsenico, mucillagini, idrati di carbonio, clorofilla.
Affezioni curative: stanchezza cardiaca, leggere infezioni, dimineralizzazioni, anemia.



Ridiamo un po'...

Il paziente... Dopo un intervento il paziente si risveglia, si guarda attorno e chiama l'infermiera.
"Avrei una fame terribile, potrei avere qualche cosa da mangiare?" Dopo un po' l'infermiera ritorna con su un piattino un maccherone. "Abbia un po' di pazienza è stato appena operato e non può mangiare di più". Il paziente non è soddisfatto però non dice niente.
Dopo un'oretta gli viene una sete tremenda, chiama l'infermiera e chiede l'acqua dopo un po' l'infermiera ritorna portando mezzo cucchiaino di acqua dicendo, "sa la capisco ma abbi pazienza è stato appena operato e purtroppo non può bere di più." Il paziente per la seconda volta accetta senza reclamare. Dopo un altro po' il paziente suona il campanello e quando compare l'infermiera chiede un francobollo, l'infermiera lo guarda un po' meraviglia e chiede: "Scusi ma cosa se ne fa?"
E il paziente: Vede adesso ho mangiato, ho bevuto e adesso mi andrebbe di leggere qualche cosa.



Polenta pasticciata con gorgonzola

Gr. 400-450 circa di polenta cotta
gr. 150-200 di gorgonzola
un po' di latte
mezza cipolla
sale pepe
margarina q.b.

Nella margarina fate leggermente
imbiondire la cipolla tritata
unite il gorgonzola spezzettato
il latte e sempre mescolando
continuate la cottura fino a che
il gorgonzola si sarà sciolto.
In una pirofila unta fate degli strati
alternati di polenta e di crema di formaggio.
Finite con uno strato di polenta
con sopra fiocchetti di margarina.
Poi mettete la pirofila in forno
per 35-40 minuti.
Servite nella pirofila.


Si racconta che... La nascita del gorgonzola si attribuisce ad una leggenda, che vede protagonista il capriccio d'amore di un giovane casaro, che attardandosi con la sua bella contadinotta avrebbe tralasciato di ultimare il lavoro della giornata, rimandandolo all'indomani, dato che quella sera galeotta altro di meglio aveva da fare. Mescolando la cagliata del latte munto la sera con quello del mattino, l'amoroso giovanotto avrebbe ottenuto un formaggio mai prodotto prima. Qualcuno gridò al miracolo, ma coloro che conoscevano la storiella stettero complicemente zitti, sfruttando a modo loro il vigoroso amplesso del baldo contadino e la sua bella morosa, i cui nomi vennero per sempre gelosamente custoditi dai pettegoli.
Certo questa è la leggenda, tramandata di bocca in bocca, ma la letteratura documenta in più occasioni come il gorgonzola fosse conosciuto già molti secoli or sono. Il Chiabrera verso la fine del XVI secolo, parlando di un certo cappello in voga a quei tempi, chiude il sonetto con il seguente verso "...Parea fatto per un da Gorgonzola" forse proprio alludendo alla forma di stracchino, che somigliava alla forma di capello. Pare anticamente il gorgonzola fosse chiamato "stracchino".

Gorgonzola: Il gorgonzola è un formaggio a pasta cruda di colore bianco paglierino, caratterizzato da venature azzurro--verdastre (erborinature) che lo rendono estremamente unico nell'aspetto. E' prodotto esclusivamente con latte vaccino intero, con aggiunta di fermenti lattici, muffe selezionate (spore di penicilli).
Quando la forma è ancora tra le tre e quattro settimane, ha lungo la foratura grossi aghi metallici la penetrano, prima da un lato poi dallo scalzo ed infine dall'altro, permettendo così all'aria di entrare nella pasta e sviluppare le colture già innestate nella cagliata. L'aria così entrata quindi, determina condizioni ottimali e naturali per lo sviluppo del penicillium glaucum, da qui le caratteristiche venature blu/verdi che rendono il formaggio gorgonzola inconfondibile.
La consistenza della pasta è morbida infatti per un consumo ottimale è bene toglierlo dal frigorifero almeno mezz'ora prima di consumarlo, per godere al massimo della sua cremosità.
Il sapore, decisamente è molto gustoso. Il profumo deciso, è tuttavia molto gradevole e stuzzicante.


Mais o granoturco: Il granoturco è un cereale come il frumento, l'orzo, l'avena, la segala il miglio ecc. E' una pianta erbacea annale. Il fusto è duro e nodoso e si chiama stocco, attaccate ad esso ci sono lunghe foglie taglienti, sulla cima c'è il pennacchio con il fiore maschile. La pannocchia è formata dal tutolo, sul quale si trovano i chicchi dal cartoccio che li ricopre e dalla barba alla sommità. Il mais proviene dal Messico e si coltiva in tutto il mondo, in Italia si trova soprattutto al nord. Si semina in marzo--aprile e si raccoglie in settembre--ottobre. Per la crescita serve un terreno ben lavorato, letamato, e irrigato. La prima rapida diffusione del mais si ebbe nel 1600 nelle regioni Balcaniche. In Europa il mais arrivò al seguito delle prime spedizioni di Colombo, che portarono alcuni chicchi di una graminacea chiamata mahix con i quali si nutrivano gli indigeni. Ora è diffuso in tutto il mondo.
Oggi la raccolta avviene con la mietitrebbiatrice, una macchina molto costosa che combina due attività, la mietitura, il primo taglio delle piante e la trebbiatura, la separazione dei chicchi dal resto.
Un tempo invece le pannocchie si raccoglievano a mano, si sgranavano con la gratorola ei chicchi
si facevano seccare sotto il portico della cascina.
Il granoturco viene usato per l'alimentazione dell'uomo e degli animali, inoltre viene lavorato dalle industrie per ottenere olio, sapone, alcool, vernici, e carta impermeabile, zucchero anticalorico, ormoni e perfino antibiotici. Rivelandosi così una miniera d'oro.

Polenta: Intriso di farina di granoturco con acqua e sale, più o meno denso secondo l'uso rispettivamente dell'Italia settentrionale e centro, cotta nel paiolo rimestando continuamente, appena cotta la si versa su un piatto di legno e si taglia con un arnese anche di legno (spatola) o con un filo.
La polenta è cibo fondamentale in alcune regioni dell'Italia settentrionale.
L'abuso di essa per carenza di vitamina PP può provocare la pellagra.



Le frasi che entrano nel cuore
Ho letto un giorno questi versi, mi hanno commossa li ho copiati, e desidero farveli conoscere


Finché abbiamo ricordi il passato dura
Finché abbiamo speranze il futuro attende
Finché conosco persone come te
Il presente vale la pena di viverlo...


°°°

Sappi che non ti ho più dimenticato
perché un giorno hai disegnato
un indelebile sorriso
nel mio cuore.


°°°
L'età non può appassirla,
ne l'abitudine rendere
ispida la sua varietà infinita
Le altre donne saziano
i desideri che eccitano,
ma ella affama di sé
laddove più si prodiga:
poiché le cose più vili
acquistano grazia in lei,
così che i sacri sacerdoti
la benedicono nella sua lussuria.


(William Shakespeare, Macbeth 1605)

°°°


Sapevate che con le patate si può fare anche un buonissimo budino?

Budino di patate

Gr. 600 di patate,
gr. 150 di zucchero
gr. 150 di burro
6 tuorli, un po' di rum.

Lessate e sbucciate le patate,
passatele con il schiacciapatate,
unite il burro e lo zucchero, i tuorli e il rum.
Mischiate bene fino a ottenere una pasta
morbida ed omogenea.
Imburrate e spolverizzare
di pane grattugiato uno stampo
mettete sopra qualche pezzetto di burro e infornate.


Buttiamoci all'alcool...

Rum: Il rum è l'acquavite distillata dalla canna da zucchero o dalle melasse dopo la fermentazione.
Melassa liquido rosso-scuro, vischioso, residuo della lavorazione dello zucchero di canna e di barbabietola. La distillazione del rum è un'arte tramandata di generazione in generazione. Vi sono dei tipi di rum che hanno fino a venti anni di età.

Ora non so altro, però se già non lo sapete vi dirò qualche cosa sul rum, di come lo uso io:
Attenzione, parlo del rum quello scuro, non quello bianco. Io lo uso per mettere in qualche tipo di biscotto e nel thè, d'inverno quando fa freddo un thè con il rum, è super... super... oltre a essere buono! Se non l'avete mai bevuto provatelo, vi raccomando rum di quello scuro.



Anguilla in salsa di vino

Gr. 800 di anguilla
gr. 30 di burro
un cucchiaio di olio
una cipolla piccola
erbe aromatiche
1 bicchiere di vino rosso
sale e pepe.

Col burro, olio, cipolla
e erbe aromatiche che poi leverete
fate un leggero soffritto
Togliete la pelle all'anguilla e tagliatela
a pezzi e aggiungetela al soffritto.
Fatela rosolare e poi bagnate con il vino
e conditela con sale e pepe.
Lasciatela cuocere per circa
15 minuti aggiungendo se occorre un po' d'acqua.


Anguilla: Ha un corpo rotondo e molto lungo, molto simile a quello di un serpente. I maschi raggiungono circa cm. 50 Le femmine si chiamano capitoni e arrivano a cm. 150 di lunghezza e possono pesare fino a kg. 6. Le anguille in acque dolci prendono abitudini notturne e durante il giorno vive nascosta in tane o immersa nel fondo e anche a secondo del tipo vengono distinte nella nutrizione, c'è l'anguilla a testa appuntita che si nutre di larve, vermi, insetti e crostacei; poi c'è l'anguilla a testa larga che è predatrice e si nutre di pesci. Solo dopo 9 anni il maschio raggiunge la maturità sessuale e le femmine dopo 12 anni di permanenza in acque dolci. A questo punto si verifica una metamorfosi, gli occhi si ingrossano, il colore verdastro del dorso e il giallino del ventre diventano scuri e argento rispettivamente. Le anguille in questo stadio della loro evoluzione cessano di mangiare e il loro tubo digerente si atrofizza, e da luglio a settembre, durante le notti abbandonano le acque interne per raggiungere dopo un anno e mezzo il mare il mare dei Sargassi dove dopo aver deposto le uova muoiono. Dalle uova escono delle larve bianchicce a forma di foglia di salice, poi si trasforma in una piccola anguillina (detta ceca) che risale le correnti dei fiumi superando anche tratti asciutti, e si distribuisce nelle acque interne.

Si dice... "Fare l'anguilla" tergiversare, aver condotta volubile e ambigua. "Essere o sembrare un'anguilla" per agilità o per volubilità di carattere.

Se non lo sapete...

Quante volte dobbiamo attaccare e riattaccare i bottoni... Che noia e che perdita di tempo...! Voleta che rimangano un po' più a lungo? Adoperate per attaccarli un filo passato sulla cera di una candela e se avete un filo troppo sottile, adoperatelo doppio.

Le cinture di coccodrillo o di vernice non si dovrebbero mai arrotolare, ma appenderle per la fibbia.

Invece di usare naftalina o canfora contro le tarme, basta fare dei sacchetti di garza con del pepe in grani e riporli nell'armadio o cassetti.

Non strizzate mai gli indumenti delicati o di lana, rovinereste la trama del tessuto.
Collant e calze si fanno asciugare appese per le punte del piede, in questo modo manterranno inalterata la loro forma.



Scaloppine di tacchino con olive (4persone)

Gr. 600 di fettine di petto di tacchino
una fetta di prosciutto crudo = = tagliato piuttosto grosso
gr. 100 di olive verdi
un po' di burro
una cipollina
sale pepe e un po' di brodo

Battete leggermente le fette
di tacchino e tagliatele a metà,
dopo aver snocciolato le olive
tagliatele a rondelle.
Scaldate il burro con un po' di olio
e fatele rosolare le scaloppine
da ambo le parti poi aggiungete
la cipolla tritata molto fine e il
prosciutto a dadini, salate e fate
cuocere per un paio di minuti,
poi aggiungete le olive
il pepe e un po' di brodo.
Cuocete per 15 minuti circa.


L'olivo: L'olivo fin dall'antichità ha rappresentato un simbolo di pace e di prosperità ed è stato oggetto di culto da parte di greci, romani, ed ebrei. La vera patria dell'olivo non è certa; si pensa all'Asia Minore, alla Siria, oppure alla Palestina. Nella Bibbia si nomina l'olivo come uno degli alberi della terra promessa, si racconta che un giorno Noè mandò fuori dall'arca una colomba la quale ritornò con un ramoscello di olivo nel becco, segno della fine del diluvio e del ritorno della pace.
In Italia l'olivo arrivò verso la metà del primo millennio a.C. Prima venne portato in Sicilia, poi in Calabria, fino ad arrivare al nord. Intorno al 500 a. C. l'olio era già usato a Roma. La coltivazione dell'olivo in seguito si estese su tutto il litorale adriatico e tirrenico, mentre più lentamente si sparse in Liguria dopo essersi imposto in Umbria e Toscana. Il poeta Giovanni Pascoli nella poesia "la canzone dell'olivo" esalta questa umile pianta come simbolo di pace e di gloria, ma anche di forza, pazienza e luce.
La raccolta ottimale è quella a mano. Gli agevolatori oggi in commercio possono produrre buoni risultati a patto che le olive che cadono non tocchino terra, ma siano raccolte da reti sospese o leggermente sollevate da terra. La bacchiatura con canne e con bastoni è sempre da evitare dato che le lacerazioni a cui sono sottoposte le olive e i danni alla chioma sono sempre rilevanti.
Le olive raccolte andrebbero poetate direttamente al frantoio. Questo perché più breve è il periodo che intercorre tra il distacco e la frangitura e minori sono i rischi di degradamento qualitativo del prodotto.
In conclusione: raccolta manuale delle olive non completamente mature e rapida trasformazione delle stesse per ottenere oli di qualità che esprimono il loro ambiente di origine senza farsi riconoscere per i loro difetti.

Fusilli al mascarpone (4 persone)

Gr. 400 di fusilli
gr. 100 di mascarpone
gr. 50 di formaggio grattugiato
gr. 50 di burro
3 fette di prosciutto cotto
sale e pepe

Lessate i fusilli intanto in
una terrina lavorate il burro
a crema e aggiungete il
mascarpone e sbattete con
un cucchiaio di legno, fino
a che tutto si sarà trasformato
in una crema spumosa.
Unite una abbondante
spolverizzata di pepe.
Versate la pasta in una zuppiera
e conditela con la crema e
con il prosciutto tagliato
a dadini, o con pisellini e
con il formaggio grattugiato.



Queste sono alcune fra le più popolari ricette del Veneto, semplici e saporite.
Un saluto a questa terra profumata di genuinità, di semplicità, di tradizioni antiche. Un pensiero a Venezia, al suo mare, alle sue gondole, alle maschere che ci parlano di un lontano passato...

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Ora alcune ricette assortite che vengono da tutta l'Italia, amiche c'è un po' di tutto, ma ho cercato di scegliere le migliori e le più semplici, leggetele con attenzione e troverete sicuramente quello che vi piace...


Peperonata (4 persone)

gr. 500 di pomodori maturi,
5 - 6 grossi peperoni
1 grossa cipolla, olio, sale, pepe.

Prendete i peperoni lavateli e
togliete loro i semi, poi
tagliateli a listelle.
Mettete i pomodori un attimo in
acqua bollente sbucciateli privateli
dai semi e tagliateli a pezzi.
Mettete in una pentola la cipolla affettata
con l'olio e lasciatela appassire
e dopo sette otto minuti unitevi i peperoni;
aggiungete i pomodori, salate e pepate.
Coperchiate e fate cuocere a
fuoco lento per 45 minuti circa.
Se fosse necessario aggiungetevi
un po' brodo o acqua.


A me i peperoni piacciono molto, li mangio anche crudi. Poi sono così belli con quei colori, giallo, rosso, verde. Per due o anche tre giorni diventano il mio centro tavola in cucina.
Prendo un piatto di vimini tipo cestino del pane, e ci metto tre peperoni uno rosso, uno verde e uno giallo, poi due zucchini, un gambo di sedano e un bel pomodoro, diventa un capolavoro!
Però non è tutta farina del mio sacco, anch'io l'ho copiato!
Poi alla fine di agosto vado al mercato a comperare i peperoncini rossi piccanti. Prendo un ago della lana e un filo un po' grosso e li infilo uno alla volta, poi li lego a coroncina e li appendo al sole, fino a che sono secchi, diventano leggerissimi, poi li macino con un vecchio macinino e diventano polverizzati, certo rimane sempre qualche piccola scaglietta, conservo questo peperoncino macinato in vasi di vetro. E così mi sono fatta il peperoncino!

Peperone: Pianta annua della famiglia delle solanacee, ha foglie picciolate (foglia fornita di picciolo) ovali aguzze e fiori bianchicci il frutto (peperone) è una bacca di forma e colori vari, può essere a tre punte o quattro punte, di colore verde, rosso e giallo, quelli rossi a tre punte quasi sempre sono piccanti.
Il peperone è originario dell'America è estesamente coltivato per i suoi frutti commestibili, alcune varietà sono usate direttamente come ortaggio, di altre i frutti poco polposi e piccanti vengono messi verdi sotto aceto, oppure maturi secchi polverizzati vengono usati come condimento (paprica - pepe di Caienna) Peperoni al forno, cotti al forno e conditi con olio e sale, peperoni in padella, peperoni sott'aceto.
"Naso a peperone" grosso e bitorzoluto, "Rosso come un peperone"



Credete che potrebbe essere vero?

Si dice che anticamente in Inghilterra, le persone potevano avere relazioni sessuali esclusivamente se autorizzata dal re, esclusi naturalmente tutto il parentado della casa Reale.
Perciò chi voleva un figlio, doveva far domanda al re che gli dava una regolare autorizzazione assieme a una targa da appendere alla porta di casa, sulla quale c'era scritto: "Fornication Under Consent of the King" che in moderna espressione americana e in riassuntivo è: "F.U.C.K."
Certo se è vero... è stata un'idea ingegnosa.




Uova strapazzate (4 persone)

8 uova,
gr. 70 di burro,
un po' di panna liquida, sale pepe.

Rompete le uova in una terrina,
salate pepate e sbattetele.
Fate sciogliere in una padella il burro,
a fuoco molto basso, versatevi le uova
e mescolate subito con una frustina.
Lasciate sul fuoco fintanto che si
saranno diventate dense
formando una morbida crema.
A questo punto aggiungete
sei cucchiaiate di panna liquida,
toglietele dal fuoco e amalgamate
a piacere unite una noce di burro,
che le manterrà morbide e delicate



Quest'estate una mia cara amica ha fatto trasloco e io sono andata ad aiutarla. Mettere le piccole cose nelle scatole, incartare bicchieri, piatti tazzine, soprammobili etc. è stato un lavoro abbastanza impegnativo. Uno non può credere quante piccole cose saltano fuori quando uno deve trasferirsi da una casa all'altra. La mia amica Francesca si trasferì dalla città in una casa di campagna ereditata da una zia.
Arrivate lì scaricammo gli scatoloni e lei volle farmi vedere la casa, così girammo un po' per quella enorme casa, quelle stanze così grandi e vuote sinceramente mi diedero un po' di sconforto e anche quel grande terreno che circondava la casa era una distesa incolta, senza vita, pensai al mio piccolo appartamento allegro pieno di calore.
Sono passati due anni quando ho sentito al telefono la voce allegra di Francesca: "Ora la casa è completa" sei invitata, dimmi quando posso venirti a prendere. Ci siamo messe d'accordo e andai da Francesca. Appena arrivate scesi dalla macchina, ma quello che vidi... era il paradiso!
Prima di tutto mi sono corsi incontro festanti due simpaticissimi cani, poi mi vidi circondata da un meraviglioso giardino, con alberi e cespugli fioriti, e dai campi vicini veniva il profumo del fieno tagliato. E quello che più mi ha colpito furono conigli e galline che correvano dappertutto. Davanti alla casa due lunghe panche in legno una di fronte all'altra e un tavolone, sul quale vidi un cestino di pane una brocca di terracotta piena di vino e un pezzo di Speck su un tagliere di legno.
Dopo aver chiacchierato mangiando lo Speck era arrivata l'ora di tornare a casa, ma prima Francesca volle farmi vedere il suo pollaio del quale andava orgogliosa e aveva ragione, era una stanza grande con una grande finestra, una parete era occupata da gabbie e ognuna aveva una tavola perché i conigli potessero salire e scendere, al centro una specie di gazebo sollevato da terra con due scalette per le galline. Si avvicinò a un scaffale e prese un portapane pieno di uova, "queste sono per te" un omaggio delle mie galline!

Uovo: uovo di gallina, o d'altro volatile usato come alimento.
Uova da bere appena scaldate in acqua bollente, uova barzatte cotte un po' più a lungo, ma non quanto le uova sode, uova all'ostrica, il solo tuorlo con sale e limone, uova al tegame intere, con burro o olio, uova strapazzate, sbattute e fritte in tegame, uova affogate in camicia, lasciate cadere senza guscio in acqua bollente, frittata di due uova, uovo alla russa, con maionese e insalata russa, uovo allo zabaione, uovo benedetto che si mangia di Pasqua.
Chiara d'uovo, albume, rosso d'uovo, tuorlo, pelle d'uovo, membrana bianca sottilissima, che sta sotto il guscio.

Si dice: "L'uovo di Colombo" cosa facile a cui nessuno aveva ancora pensato, "Rompere le uova nel paniere" turbare i piani, "Cercare il pelo nell'uovo", cercare con pedanteria qualche difetto. Uovo di pasqua di cioccolata, si donano per tradizione durante le feste pasquali.



Spaghetti con salsa di noci (4 persone)

Gr. 400 di spaghetti = = usate spaghetti di media grossezza
gr. 100 di gherigli di noci = = fate attenzione che le noci siano belle
gr. 50 di formaggio grana
gr. 50 di burro
1 spicchio di aglio
sale e pepe

Fate leggermente tostare le
noci in forno e strofinatele
fra le mani per eliminare la
pellicina scura, tritatele finissime.
Sul fuoco mettete il burro appena
si sarà sciolto, unite le noci e
per qualche minuto lasciatele sul fuoco.
Prendete una terrina, unite l'aglio
tritato finissimo, il grana sale e pepe.
La salsetta deve risultare di media
consistenza se fosse necessario
eventualmente diluite con un po' di olio.
Scolate gli spaghetti e conditeli con la salsetta.


Noci: Albero delle Iuglamdacee alto 25 m. e più, originario d'Oriente si coltiva in Italia dovunque produzione media 500.000 q. Con tronco grosso diritto e vigoroso ha corteccia cenerina, la sua chioma è ampia e arrotondata, gemme larghe e schiacciate di color bruno-viola al nero, foglie composte con 3 o 4 foglioline ai lati del picciolo e una la più grossa terminale. Ciascuna fogliolina è coriacea e ovale, con estremità appuntita e se schiacciata emana un caratteristico profumo. I suoi fiori maschi sono raggruppati in numero rilevante sui rami dell'anno precedente; quelli femminili invece sono disposti a gruppi di pochi elementi all'apice dell'anno in corso. Il frutto di formosa ovale è formato da una parte esterna carnosa detta mallo e da una parte interna, la noce è formata da un guscio legnoso, in cui è racchiuso il seme o gheriglio, commestibile e gustoso. Il mallo contiene acido malico e citrico e si usa in tintoria. Il seme è edule e se ne estrae l'olio di noce. Il legno del noce è usato specialmente nella fabbricazione di mobili.
Il noce è largamente diffuso in Europa, Asia Centrale, Nord America.

Ora amiche vi racconto del noce di Benevento (le streghe di Benevento)

Narra la leggenda che ai tempi del Ducato Longobardo un paio di miglia fuori dalla città di Benevento, un serpente di bronzo appeso ad un albero di noce era meta di un culto misterioso che trascinò alla perdizione gli abitanti della città, la quale venne scelta dal demonio come casa.
Sotto il magico noce, nelle notti di giovedì e venerdì in alcuni periodi dell'anno più che in altri, si radunavano le streghe, che qui convenivano da ogni parte e ballavano danze di morte, si univano ai demoni e portavano la perdizione su tutta la terra intorno. Erano tempi bui come la notte, mentre le armate dell'esercito Bizantino cingevano d'assedio la città, affamando e portando morte, il cielo chiedeva per la salvezza di Benevento, che quel culto pagano e diabolico fosse soppresso e che il noce delle streghe fosse sradicato. La pianta fu abbattuta con la scure da S. Barbato, allora vescovo, ma il culto delle streghe nere non cessò e resistette nel silenzio delle notti fredde ed umide per la vicinanza del fiume. Lo stesso albero grandioso e verdeggiante ancora in mezzo inverno, ricompariva nelle notti di Sabba, nello stesso punto e in altri ancora e poi quando un luogo è maledetto, tale resta per sempre.
Ancora oggi si dice che le creature della notte tornino nel luogo che chi le ha precedute aveva scelto e di essere nessuno ha dato testimonianza per il terrore, ma solo i passanti ne descrivono le urla e gli agghiaccianti rumori.
La fama di questo posto si diffuse così tanto che ne troviamo traccia oltre che nella letteratura italiana anche in quella straniera e citazioni le abbiamo anche nel Machbeth di Shakespeare.




Questo è un ottimo dolce fatto con frutta e senza forno, in poco tempo.

Banane con fragole

Gr. 150 di panna montata
gr. 100 circa di zucchero a velo
6 grosse banane = = scegliete banane belle senza macchie
un cestino di fragoline = = piccole, se possibile quelle di bosco
16 fragole
un po' di Kirsch = = volendo potete usare anche rum

Prendete le banane e dividetele
in due per il lungo, poi estraete
la polpa senza rompere la buccia
tagliatela a dadini versate in una
terrina, unite le fragoline cospargete
di zucchero a velo e di Kirsch.
Coprite la terrina e fate macerare
per circa un'ora mescolando qualche volta.
Riempite le mezze bucce di banana
con la loro polpa e le fragole.
Mettete la panna montata nella siringa
con bocchetta scannellata e
decorate la superficie con rosette di
panna montata nel mezzo delle
quali disporrete una bella fragola.


Le fragole: erba perenne delle rosacee, piccolo cespuglio dai fusti eretti portanti fiori bianchi a carimbo foglie trilobate e dentate, frutto costituito dal ricettacolo fortemente ingrossato con polpa rossa o bianca fragrante acidula.
Le fragole hanno una storia lunghissima, più di 2000 anni. Sicuramente crescevano spontaneamente in Italia già due secoli e mezzo prima di Cristo. Le fragoline selvatiche furono scoperte in America dai primi Europei che sbarcarono in Virginia nel 1588. Gli indiani d'America le coltivavano almeno dalla prima metà del 1600.
Le fragole vengono colte quando sono al massimo della freschezza e succosità e non maturano oltre. La stagione in cui le fragole sono più dolci e succose sono la primavera e l'estate.
Le fragole crescono vicinissime al terreno e possono assorbire da questo le sostanze chimiche e i concimi.

Quando le comprate...

...scegliete quelle di colore rosso vivo, con il cappuccetto verde. Conservatele in frigorifero e lavatele solo al momento di mangiarle, senza togliere loro il cappuccetto.
Lavatele molto bene sotto l'acqua corrente prima di mangiarle, se volete ancora più igiene, tenetele a bagno nel succo di arancia o limone per almeno un'ora.

Perché fanno bene alla salute: perché contengono tantissima vitamina C e sono una buona fonte di fibre, inoltre hanno poche calorie e sono prive di grassi.


E' sempre utile sapere

Se volete rendere i bicchieri resistenti alle bevande bollenti come cioccolato, latte, tè ecc.
Prendete un recipiente mettetevi i bicchieri ancora nuovi e copriteli con acqua fredda. Fateli bollore lentamente poi spegnete il fuoco e lasciateli raffreddare nell'acqua stessa. Saranno diventati termoresistenti.

Se volete che i funghi non diventino viscidi, non metteteli mai nella plastica ma in un sacchetto di carta marrone e in frigorifero. La carta fa respirare i funghi mantenendoli freschi.

Certe volte rinunciamo a mangiare il cavolfiore per non sentire il suo caratteristico odore per tutta la casa. Provate a mettere sul coperchio della pentola in ebollizione, un panno imbevuto d'acqua, o mollica del pane imbevuta di aceto. Assorbiranno tutto il cattivo odore.

Basterà quel filo di lana? Se state lavorando a maglia e il filo sta per terminare e volete sapere se basterà per finire il ferro, provate se il filo è lungo 4 volte il ferro allora il filo basterà e potete continuare, in caso contrario prendete dell'altra lana, perché sicuramente quella non basterà,



Arrosto di vitello al cognac (per 6 persone)

Gr. 800 di nodino o noce di vitello,
gr. 50 di burro,
un rametto di rosmarino,
un bicchiere di cognac,
brodo q.b. e sale.

Legate la carne e mettetela nella pentola
assieme al burro e al rosmarino
fatela bene rosolare da tutte le parti, poi salatela.
Versate il cognac, infiammatelo,
coprite e lasciate cuocere per circa
un'ora e mezzo aggiungendo ogni tanto
qualche cucchiaio di brodo.
Tagliate la carne a fette e servite con
il sugo di cottura molto ristretto
e con contorno di patate arrosto.


Cognac... città della Francia sud-occidentale, centro della produzione e del commercio del cognac, acquavite ottenuta dalla distillazione del vino e effettuata quando il succo d'uva ha terminato la sua fermentazione, dopo l'uscita dal torchio e solamente con rudimentali alambicchi risalenti al 15° secolo. L'invecchiamento inizia il primo aprile successivo alla vendemmia e viene conservato in piccole botti di rovere o di quercia e deve durare due anni e non può essere venduto prima.
L'espressione Cognac è per convenzione italo-francese (1950) riservata all'acquavite di questo tipo prodotto in Francia, per i prodotti italiani analoghi si debbono adoperare denominazioni diverse.



Poesia le poesie mi piacciono molto, però romantiche belle come questa, che un giorno ho letto su un quadretto.


Se un giorno ti venisse voglia di piangere chiamami...
non prometto di farti ridere, ma potrei piangere con te.
Se un giorno tu decidessi di scappare, non esitare a chiamarmi...
non prometto di chiederti di restare, ma potrei scappare con te.
Se un giorno ti venisse voglia di non parlare con nessuno, chiamami...
in quel momento prometto di starmene zitto.
Ma... se un giorno tu mi chiamassi e non rispondessi...
vienimi incontro di corsa... forse ho bisogno di te.




Riso al forno con prosciutto (per 4 persone)

Gr. 400 di riso,
gr. 50 di burro, (o margarina)
gr. 50 di grana grattugiato,
gr. 50 di prosciutto cotto a fette

Per la besciamella:
gr. 50 di burro,
gr. 50 di farina,
1/2 litro di latte, sale e noce moscata.

In una pentolina fate sciogliere
burro (o margarina) unite la farina,
rimestate e quando sarà imbiondita
versate il latte freddo in una sola volta.
Mescolate continuamente per 8 - 10 minuti
e lasciate amalgamare bene,
poi aggiungete sale, noce moscata
e formaggio grattugiato .
Fate cuocere al dente il riso
acqua salata, poi sgocciolatelo e conditelo
con burro e il formaggio grattugiato.
Mentre cuoce il riso, preparate la besciamella.
Ungete una pirofila e disponetevi
strati di riso, di besciamella, di prosciutto cotto,
e di burro e continuate fino all'esaurimento
degli ingredienti. Mettete la pirofila
in forno moderato per 20 - 25 minuti.


Riso: Pianta erbacea della famiglia Graminacee oriunda da varie specie spontanee delle Indie orientali e coltivata fino dall'antichità (2800 anni a. Cristo.)
Il riso l'alimento più diffuso nel mondo fu introdotto in Europa dagli arabi. Arrivò in Italia passando prima dalla Spagna e dalla Francia.
Ha fusto eretto, alto un metro, con foglie lunghe lineari, che portano pannocchie con spighette ovali a un solo fiore. Il frutto è una cariosside bianca bislunga. E' adatta a coltivazioni semiacquatiche, ma che può essere coltivata anche a secco. Ad esempio il riso rende per ettaro assai più del frumento.
E' ottimo alimento e viene usato anche per l'estrazione dell'amido del riso. I sottoprodotti come (mezzagrana, risina, pula) servono all'alimentazione per animali, la lolla si usa come combustibile, la paglia come strame per letto degli animali, come anche per imballaggio, ultimamente è stata usata per la fabbricazione della carta. Dal riso avariato si ricava alcool i giapponesi ne ricavano il sakè, bevanda alcolica e la farina di riso serve anche per la preparazione di ciprie.
Il riso ha un'importanza enorme per l'alimentazione umana, specialmente in Asia dove in un anno per abitante si consuma le altissime cifre di: Giava kg. 300, India da kg. 50 a 250, Giappone kg. 150.
Il riso viene coltivato nelle zone tropicali e subtropicali e nelle pianure acquose in Italia, dove la coltivazione ha avuto inizio nel' 400 specialmente nella pianura padana e in Piemonte, dove si ottengono le qualità più pregiate.
Produzione mondiale annua 3750 milioni di quintali. I principali produttori sono: Cina, India, Indonesia, Bangladesh.


Coniglio alle erbe

Un coniglio di circa kg.1
2 spicchi di aglio
basilico e prezzemolo
olio sale pepe in grani

Pulite e lavate il coniglio poi
tagliatelo a pezzi, mettetelo in
una pentola salatelo e mettetelo
sul fuoco per 10 minuti.
Togliete l'acqua che si sarà formata
tritate l'aglio il prezzemolo e il basilico.
Mettete il trito in una scodella e
diluitelo con olio, aggiungete
sale e pepe appena macinato.
Mettete i pezzi di coniglio in una
pirofila cospargeteli con il trito
e lasciateli marinare girandolo ogni tanto.
Più a lungo il coniglio rimarrà a marinare = = Può rimanere anche una giornata intera
e la carne sarà più tenera e profumata.
Aggiungete il burro e mettete la pirofila
in forno, coperta con un foglio di
carta d'alluminio. Per 1 ora circa.


Coniglio: mammifero dei roditori, originario dei paesi caldi è molto vorace e prolifero, la femmina dai 6 ai 10 mesi di età può dare da 5 a 8 nidiate all'anno con 6--14 piccoli per volta. Si scava gallerie per rifuggiarsi e allevare la prole è perciò dannosissima allo stato libero.
Attraverso la domesticazione praticata sin dai tempi remoti si sono ottenute un gran numero di razze che sono allevate per la carne, per la pelle, che opportunamente conciata e tinta può imitare alcune pellicce pregiate e per il pelo usato per i feltri da cappelli.

Si dice: "E' un coniglio" "Ha il cuore di un coniglio" Persona timida, paurosa.


Per cambiare... ridete!

Tre amici alla stazione, l'altoparlante annuncia: "il treno Milano - Reggio Calabria"
arriverà con un ritardo di un'ora.
I tre amici decidono di ingannare l'attesa bevendo una bottiglia di Malvasia.

Dopo un po' l'altoparlante: "il treno Milano - Reggio Calabria" arriverà con un ritardo di due ore.
I due amici decidono di continuare il giro di bottiglie per ingannare l'attesa.

L'altoparlante annuncia: "il treno Milano - Reggio Calabria" arriverà con un ritardo di tre ore.
I tre amici già un po' brilli continuano il giro di malvasia mentre aspettano il treno.

Arriva il treno, i tre ubriachi si mettono a correre per prenderlo, inciampano, si rialzano, due riescono ad acchiappare il treno al volo, mentre il terzo inciampa nuovamente e non ce la fa.
Sdraiato per terra, con la sua bottiglia in mano comincia a ridere, si avvicina il capostazione, "ma scusi lei se ne sta lì per terra completamente ubriaco con una bottiglia di Malvasia in mano, i suoi amici hanno preso il treno, mentre lei l'ha perso.
Mi spiega cos'ha da ridere? "Rido perché quello che doveva partire ero io, loro mi avevano accompagnato in stazione!"




Tagliatelle alla panna

Gr. 400 di tagliatelle,
gr. 200 di panna liquida,
gr. 100 di parmigiano grattugiato
gr. 80 di burro, sale, noce moscata.

Fate lessare al dente le tagliatelle,
negli ultimi minuti di cottura,
in un tegame largo mettete il burro,
la panna, il parmigiano, sale e noce moscata.
Mettetelo su fuoco moderato e mescolando
lasciate scaldare il contenuto.
Scolate la pasta e versatela nel tegame
e rimestando delicatamente fate addensare
il sugo che si amalgamerà in modo
perfetto con la pasta. Servitela subito.


Panna: Liquido denso, bianco, ricco di grasso fino al 50% che si forma alla superficie del latte, quando questo si lascia riposare, prodotto intermedio fra il latte e il burro e separata dal latte mediante speciali macchine scrematrici, che utilizzano la forza centrifuga, è la parte migliore, panna, la crema del latte, Il fior fiore "la crema della società romana" anche ironicamente!
C'è la panna da montare e quella da cucinare.
Panna da montare: Ha una consistenza più liquida rispetto alla panna da cucina e dopo la sbattitura risulta spumosa per l'aria che ha incorporato, (circa metà del suo volume) ha un contenuto di grassi circa il 35 per cento, mentre il valore energetico dipende dalla quantità di zucchero aggiunto.
La panna montata è l'ingrediente di molti dolci e conferisce loro morbidezza e ne esalta il gusto e ben fredda e dolcificata guarnisce torte, gelati e macedonie.
La panna da cucinare o da cucina, questo tipo di panna contiene circa il 25 per cento di grassi e gr. 100 hanno 270 calorie. Aggiungere la panna nelle preparazioni culinarie le rende morbide e cremose e costituisce l'ingrediente tipico per legare salse e per mescolare risotti a fine cottura.
Sia la panna montata che quella da cucina hanno discrete quantità di vitamina A, ma sono anche ricche di colesterolo. Dato l'elevato contenuto in grassi, soprattutto saturi, la panna non è l'ideale condimento per chi ha problemi di alti livelli di colesterolo e di trigliceridi.



Ho letto...

Questa l'avevo letta su una rivista tedesca e chissà perché mi è rimasta impressa, dovete sapere che non gioco a tennis e nemmeno è uno sport che mi entusiasma molto. Però so che gli spettatori per seguire una partita devono in continuazione girare la testa da: destra a sinistra... da sinistra a destra.... da destra a sinistra... da sinistra a destra... e così via... Forse assistere a loro è la cosa che mi diverte di più...!
Ora parliamo delle palline... non so se mi ricordo bene, comunque più o meno è così: se le palline non rimbalzano più, mettete l'intera scatola senza coperchio per una notte nel forno lasciando la luce del forno accesa (scusate amiche se lo specifico, ma una mia amica aveva lasciato la luce della cucina accesa, anziché quella del forno) se fate giusto vedrete che le palline funzioneranno nuovamente.





Zucchine al pomodoro

Gr. 600 di zucchine,
gr. 500 di pomodori maturi,
1/2 cipolla,
formaggio grana,
burro,
1 uovo,
una manciata di pangrattato,
basilico, origano, olio, pepe, sale.

Lavate le zucchine e tagliatele a fette per il lungo,
sbattete l'uovo con un po' di sale,
immergetevi le zucchine e poi
passatele nel pangrattato.
Mettete al fuoco una padella con il burro
e abbondante olio, friggetevi le zucchine.
Sgocciolatele ben dorate e appoggiatele
su un foglio di carta assorbente perché
perdano un po' dell'unto.
Fate appassire la cipolla tritata in poco olio
unitevi i pomodori, sbucciati e tritati,
pepate e salateli poi fateli cuocere
a fuoco lento fino a quando il sughetto sarà denso.
Tritate il basilico e tenetelo a parte.
Imburrate una pirofila, fate uno strato
di zucchine, copritele con qualche
cucchiaiata di salsa e con un po'
di basilico tritato e un pizzico di origano,
un po' di formaggio a scagliette.
Continuate così fino ad esaurire gli ingredienti.
Cospargete la superficie con un po' di burro
mettete la pirofila in forno già caldo per circa 15 minuti.


Origano: E' una pianta erbacea aromatica, perenne, può raggiungere di altezza circa 25 o 50 cm. predilige le posizioni soleggiate ed un clima caldo e asciutto. Teme il freddo e l'umidità. per questo motivo durante la stagione invernale nelle zone fredde è meglio ritirarla o coltivarla in serra.
Ha dei fiori colore malva o rosa secondo il tipo e sono molto profumati. Ha la foglia ovata leggermente dentata e un po' liscia.
E' diffuso in tutta Europa in terreni di media altitudine, soleggiati, aridi, e rocciosi, si è acclimatato nel continente americano.

La raccolta delle foglie deve avvenire durante il periodo vegetativo della pianta. Per l'uso invernale e commerciale è necessaria l'essiccazione.
Si conserva: le sommità. riunite in mazzetti si mettono a essiccare all'ombra in locale ventilato e si conservano in recipienti di vetro o porcellana.

Proprietà: aromatizzanti, aperitive, digestive, antispasmodiche, espettoranti, stimolanti, e antisettiche.
Uso interno: per facilitare la digestione, attenuare i crampi intestinali, eliminare i catarri bronchiali.



Spesso d'inverno ci raduniamo nelle case tra amici e parliamo di tante cose, fatti accaduti, desideri, progetti per il futuro e così via... uno di questi fatti che ci raccontò Stefano mi rimase impresso e spesso mi sono chiesta se potesse essere vero, come vedrete è un racconto molto umano successo a persone che realmente esistono, io voglio crederci:

E' notte, piove a dirotto sul ciglio del marciapiede di una strada dell'Alabama una signora di colore sta cercando aiuto, la sua macchina è in panne, completamente bagnata incomincia a fare segnali alle macchine che passarono.
Finalmente si fermò un ragazzo bianco indifferente agli di allora conflitti razziali e diede aiuto alla signora. La portò in un luogo asciutto, le chiamò un meccanico e un tassì, la signora nel salutarlo e ringraziarlo ebbe occasione di annotare il suo indirizzo.
Passarono alcuni giorni, il ragazzo aveva dimenticato l'accaduto quando fu bussato alla porta. Quando andò ad aprire si trovò davanti un uomo con un enorme scatolone, per lui. Quando lo ha aperto si trovò davanti un grande televisore a colori, con un biglietto sul quale era scritto: "Molte grazie per avermi aiutata in quella strada in una notte di pioggia, ero inzuppata d'acqua e ormai sfiduciata, quando è apparso lei. Grazie a lei sono riuscita ad arrivare al capezzale di mio marito morente, prima che se ne andasse" Dio la benedica per avermi aiutata.


Sinceramente Mrs. Nat King Cole




Mmmmm... un dolce! Costa poca fatica, pochi soldi, ma è buono... in più potete utilizzare il pane vecchio!

Dolce di mele e pane

Gr. 500 di mele
gr. 250 di pane
gr. 100 di zucchero,
gr. 100 di uvette,
gr. 75 di burro o margarina,
qualche pinolo o noce spezzettata (a piacere)
buccia grattugiata di limone,
1/2 litro di latte, 1 uovo.

Tagliate il pane a fette sottili
poi spalmatelo da ambo le parti
di burro o margarina.
Sbucciate le mele,
privatele del torsolo
e affettatele finemente,
mescolate con la metà dello zucchero,
le uvette ammollate,
i pinoli e la buccia grattugiata di limone.
Coprite il fondo di una pirofila unta
con la metà del pane preparato,
che coprirete con le mele.
Terminate con il pane sul quale verserete
l'uovo sbattuto con il latte
e il rimanente zucchero.
Versate la margarina sciolta
e mettete in forno moderato
a cuocere per 1 ora.
Servite il dolce tiepido o freddo
nel recipiente di cottura.



Limone: Albero e frutto del Citrus Limonia e pare derivi dall'arabo limun termine che serve ad indicare tutti gli agrumi. Pianta della famiglia delle Rutacee coltivata nei paesi mediterranei soprattutto in Sicilia che ha il 90% della produzione europea. Da dove fu introdotto dall'Asia Orientale ai tempi di Alessandro Magno- E poi dalla California (U.S.A) Sudafrica e Australia. La pianta può raggiungere l'altezza fino a 4m. I rami giovani e le foglie non ancora sviluppate sono di colore violaceo, caratteristico che lo distingue dagli altri agrumi. Le foglie sono ovali e il picciolo è di forma tondeggiante, i fiori profumati sono inseriti all'ascella delle foglie. Il frutto a forma allungata con una punta terminale. buccia rugosa di colore giallo-verdastra, polpa bianca-giallastra divisa in 6-12 spicchi circondati da una sottile pellicola, contiene la vitamina C antiscorbutica. I frutti normali maturano da ottobre a febbraio ma se ne possono avere in tutti i mesi dell'anno questo è reso possibile dalla rifiorenza spontanea della specie. Sulla stessa pianta si possono trovare contemporaneamente boccioli, fiori, frutti acerbi, e maturi.
Si tratta di piante piuttosto longeve (vi sono alcuni esemplari di oltre 100 anni) Il limone preferisce i climi caldi e poco ventosi, e teme i ristagni d'acqua. I limoni servono come condimento agli usi culinari, per bevande, il suo succo è dissetante. Da sottolineare l'elevato contenuto di vitamina C di questo nobile agrume, perciò utile nella terapia e nella prevenzione di molte malattie. Si ricavano oli essenziali usati in profumeria, creme di bellezza per la pelle, per i capelli, per le mani ecc. E viene usato anche in liquoreria.

Si dice: "Spremuto come un limone" persona che si lascia da parte dopo averne tratto tutto il possibile.
"Cadere su una buccia di limone" per una cosa da poco.


Zuppa di patate e carote

Gr. 500 di patate
gr. 300 di carote
gr. 30 di formaggio grattugiato
un po' di burro
2 tuorli
1 gambo di sedano
1 cipollina
l. 1 1/2 circa di brodo
l, 1/5 di panna
sale pepe
alcune fette di pan carrè

Sbucciate le carote e tagliatele
a rondelle e mettetele in una pentola
tagliate a pezzi le patate e unitele
alle carote, mettete il brodo e fatele
lessare. Tritate il sedano e la cipolla
e metteteli a appassire nel burro, però
che non soffriggano troppo.
Quando le carote e le patate saranno
cotte toglietele dal brodo e passatele
al setaccio, poi unitele al soffritto di
cipolla e patate e fatele insaporire
per qualche minuto.
Versate sul passato tanto brodo quanto
basta per ottenere la densità desiderata.
Mettete sale e pepe, fate bollire e
poi toglietele dal fuoco.
Sbattete i tuorli con la panna unite
unite alla crema, rimescolate e
mettete il formaggio grattugiato.



Un po' di giardinaggio

Sembra strano ma è vero... i fiori e le piante sono sensibilissime all'affetto. Perciò siate affettuose con loro e avrete sempre fiori e piante bellissime.

Quando scegliete il vaso per le vostre piante, fate attenzione che sia di terracotta e non rivestitelo mai di stagnola o altro vaso, è attraverso i fori del vaso che le piante respirano e ricordatevi anche di inumidirlo spesso.

Per fare respirare le piante in vaso, sarà opportuno disporre sotto al vaso tre fettine di sughero che tengono sollevato il fondo.

Per conservare a lungo le rose recise dovete togliere loro tutte le spine e le ultime foglie, il gambo va poi tagliato obliquamente e martellato leggermente.

Dopo aver bollito le verdure, non buttate l'acqua ma adoperatela per innaffiare le vostre piante, si arricchiranno di sali ecc.




Involtini di vitello all'antica (4 persone)

Gr. 400 - 500 di noce di vitello (16 fette)
gr. 150 di prosciutto crudo, o pancetta,
gr. 50 di margarina,
sale , salvia, marsala, brodo, (a piacere)

Battete le fettine di vitello, e sopra
ognuna mettete una fetta di prosciutto
o di pancetta e una foglia di salvia.
Arrotolate le fettine, e unitele a due a due
con uno stuzzicadenti, inframmezzandole
con una foglia di salvia.
In un tegame fate sciogliere la margarina
poi disponetevi gli involtini.
Fateli rosolare prima da una parte poi dall'altra,
salateli e spruzzateli di marsala.
Quando questo si sarà evaporato,
aggiungete qualche cucchiaio di acqua
o di brodo e continuate la cottura
per circa 15 minuti, poi serviteli
con il sugo di cottura ristretto



Margarina: La margarina è un sostituto del burro ottenuto mescolando oleomargarina, latte, olio, vegetale, sostanze aromatizzanti e coloranti. Oggi soprattutto nome di preparati consimili ottenuti da oli vegetali purificati.
La margarina fu preparata la prima volta dal chimico francese Mege Mauries come sostituto economico del burro e veniva prodotta con grasso bovino e latte scremato. Oggi l'impiego dei grassi animali è limitato alla produzione delle margarine destinate all'industria pasticcera, mentre le margarine destinate al consumo domestico sono ottenute preferenzialmente da oli da soli o in combinazione. Il contenuto di vitamine E varia a seconda degli oli usati. Gli oli maggiormente utilizzati sono quelli di: Cocco, di palma, di mais, di girasole, di soia, e di arachide, i quali vengono resi solidi attraverso l'idrogenazione.
Le margarine che si ottengono hanno quantità di materia grassa non inferiore all'80 per cento e possono contenere oltre a sale additivi come emulsionanti, coloranti, aromatizzanti e antiossidanti.
Da qualche anno anche in Italia è possibile produrre e commercializzare margarine con un ridotto contenuto di grassi
"Margarine leggere a ridotto tenore di grassi 60 - 62 per cento"
"Margarine leggere a basso tenore di grassi 40 - 42 per cento".
Per legge possono essere prodotte con miscele di grassi animali e vegetali diversi dal burro e dai grassi suini. Generalmente le margarine per uso domestico sono confezionate con ingredienti di origine vegetale, mentre quelle per uso industriale sono di origine mista. In Italia il consumo di margarina è piuttosto basso, kg. 1,5 pro capite contro gli kg. 16 della Danimarca.

Oleomargarina: sostanza grassa giallastra liquida a 35°C che si ottiene dal sego, è il costituente principale della margarina.


Pasticcio di patate (4 persone)

Gr. 500 di patate
gr. 100 di panna liquida
gr. 100 di prosciutto cotto
gr. 50 di burro
2 uova
1 mozzarella
pangrattato
noce moscata e sale

Bollite le patate, poi sbucciatele
e passatele al schiacciapatate.
Versate in una pentola
aggiungete la panna e la
metà del burro e continuate a
mischiare fino a che il purè
si sarà asciugato. Levate dal fuoco
lasciate un po' raffreddare unite
uno alla volta i due tuorli il
prosciutto, la mozzarella un
po' di noce moscata, sale e pepe
e in ultimo gli albumi montate a neve.
Imburrate una tortiera e versatevi
il composto spolverizzate con pangrattato
e cospargete con fiocchetti di burro.
Infornate per circa 20 minuti - 1/2 ora.




Amiche ora vi insegno il simbolo dei colori delle candele:

Candela nera: Simboleggia la negatività in genere. Dona protezione, serve per riti di allontanamento o avvicinamento, esorcismo contro il male e le paure.

Candela blù: Viene usata nei riti che hanno il compito di richiamare l'attrazione di forze benefiche sulla propria persona o sui propri cari. Dona saggezza, pace, calma, abilità psichiche, felicità, guarigione, fortuna e serve appunto per riti che riguardano cambiamenti positivi.

Candela azzurra: Viene utilizzata nei riti riguardanti la bellezza, la purezza d'animo, il rispetto e la devozione.

Candela rossa: Rappresenta il simbolo della passione e viene usata soprattutto nei rituali riguardanti la sfera erotica. Può essere utilizzata anche come protezione contro malattie o sortilegi. Dona energia, forza, passione e serve anche per esorcismi d'amore.

Candela marrone: Rappresenta il coraggio e dona il controllo sulla terra e sugli animali.

Candela verde: E' una candela positiva. Viene utilizzata in varie occasioni: per motivi finanziari, sentimentali, per sconfiggere le inimicizie, o per accelerare le decisioni di chi impiega troppo tempo in inutili riflessioni. Dona fortuna, fertilità, abbondanza, coraggio, denaro, crescita, speranza, guarigione, vita.

Candela arancione: Serve per i riti riguardanti questioni di affari, per la carriera, il successo, l'ambizione, la giustizia e al raggiungimento di molti obbiettivi.

Candela viola: Si utilizza in genere per esorcismi, per eliminare fatture o sortilegi maligni. Dona potere, spiritualità, meditazione sugli obbiettivi da raggiungere e concentrazione dei poteri.

Candela rosa: E' molto più potente se utilizzata dal sesso femminile. Serve per incantesimi d'amore, per rafforzare i buoni sentimenti o per ritrovare la felicità perduta. Dona romanticismo, amicizia, e amore.

Candela grigia: Viene utilizzata per concludere rapporti sgradevoli ed indesiderati con il proprio amante od un amico.

Candela argento: Dona poteri di telepatia, intuizione, previsione dei sogni e d'energia spirituale ed astrale.

Candela gialla: Viene utilizzata per riti riguardanti l'apprendimento, l'intelletto, la confidenza, la persuasione, lo studio, il coraggio, la divinazione. la mente e la rievocazione di pensieri obliati.

Candela oro: Viene utilizzata per riti di elevazione, importanza, divinazione, ammirazione e le feste.

Candela bianca: Dona poteri di pace, purezza, spiritualità, fiducia nelle proprie capacità, superiorità.



Risotto con la zucca (per 4 persone)

Gr. 400 di riso
gr. 300 di zucca = = solo la polpa
gr. 50 di burro
gr. 40 di formaggio grattugiato
gr. 50 di pancetta = = usate pancetta magra
1 cipolla
brodo q. b.

Tritatela la cipolla
e fatela rosolare
nel burro con la pancetta
tagliata a dadini.
Unite anche la polpa della
zucca, tagliata a pezzetti,
fate insaporire e aggiungete il riso.
Mischiate con un cucchiaio di legno
e fate rosolare il tutto
per qualche minuto poi
aggiungete il brodo caldo.
Da questo momento calcolate
altri 15 - 18 minuti di cottura
Dovreste ottenere un risotto
piuttosto morbido; al momento
di portarlo in tavola completate
col formaggio grattugiato e il burro.



La zucca: La zucca è originaria dal Messico e Perù è una pianta nota fino dai tempi antichi.
Rispetto a un tempo la zucca ne ha fatta tanta di strada. Da Cenerentola e dal cibo povero è salita alle cucine ducali o di corte. E' dolce ma non ingrassa, ha un valore nutritivo basso, la varietà a polpa intensamente gialla hanno un buon contenuto di vitamina A (carotene). Secondo l'istituto nazionale della nutrizione gr. 200 di zucca al giorno sono sufficienti a coprire il fabbisogno medio quotidiano del nostro organismo.
Pianta annua della famiglia cucurbitacee, vigorosa ha fusto sdraiato e strisciante lunghi diversi metri con viticci pelosi, foglie cuoriforme dentate grandi. I fiori sono grandi di colore giallo-aranciati con corolla campanulata e di sesso diverso sulla stessa pianta, si riconoscono dal peduncolo che nei fiori maschi è assai più lungo. I fiori sono commestibili e anche oggetto di commercio, si raccolgono freschi e si vendono a mazzi.
Si semina direttamente nell'orto in aprile-maggio ponendo in ogni buchetta 4 - 5 semi, alla profondità di cm. 3 circa. La pianta esige un clima temperato caldo temperatura ottimale 18 - 24° non sotto i 10°.
La raccolta avviene da fine estate a novembre, quando le foglie sono secche e i frutti maturi.
Fra le tante specie di zucche la più caratteristica è quella chiamata Lagenaria detta anche Da Vino perché con l'essiccazione il suo interno presenta uno spazio vuoto il grado di accogliere e mantenere vino o acqua. Poi le piccole zucche non commestibili usate per centritavola o soprammobili.
Si festeggia la zucca il 31 ottobre Halloween, con balli, giochi e regali. Una volta tipicamente americana ma oggi anche molto seguita da noi. Per l'occasione vengono svuotate e scolpite con sembianze stregonesche e illuminate all'interno con candele.
Le sue origini comunque si devono individuare nel mondo pagano dei Celti, che erano soliti celebrare il Capodanno il primo novembre con una festa che segnava la fine della stagione del sole e l'inizio di quella del freddo e delle tenebre.


Crederci o no

Negli Stati Uniti le strade interstatali hanno un miglio di rettilineo ogni cinque.
Perché possano essere utili in guerra o in caso di emergenza come piste di atterraggio.
Nel pentagono, in origine in ogni settore esisteva un bagno per i bianchi e uno per i neri.
E per questo oggi esiste un numero di toilette doppio a quello necessario.



Quando le truppe dopo una battaglia tornavano agli accampamenti, durante la guerra di secessione, si scriveva su una tabella il numero dei soldati caduti, e se non avevano subito perdite si scriveva "O killed" da cui è sorta l'espressione "OK" cioè "tutto bene".



Zuppa di verdura con crostini (per 4 persone)

Gr. 250 di fagioli borlotti,
gr. 250 di piselli,
gr. 30 di margarina,
2 patate, 2 zucchine,
2 carote 1 cipolla
1 - 2 pomodori a pera e privati dai semi,
1 rapa, una manciata di fagiolini,
qualche foglia di bietola con le coste,
qualche foglia cavolo verza,
1 spicchio di aglio,
prezzemolo e basilico,
l. 2 1/2 di brodo di dado,
grana grattugiato, crostini o fette di pane fritte.

Mondate e lavate le verdure,
tagliate a fettine mezza cipolla e
a pezzetti le patate, le zucchine,
le carote, i pomodori, la rapa,
i fagiolini, le bietole, la verza.
Sgranate i fagioli i piselli
e tritate l'aglio con il prezzemolo
e il basilico. In gradina rosolate mezza cipolla
tritata poi unite tutte le verdure,
meno i fagioli, i piselli e il trito.
Quando si saranno insaporite
aggiungete il brodo, i fagioli e i piselli,
coprite e lasciate cuocere per circa 2 ore.
Pochi minuti prima di togliere la zuppa
dal fuoco, mescolatevi il trito di aglio,
prezzemolo, basilico, e servitela
con formaggio grana e crostini di pane.



Carote: La carota è un ortaggio coltivato in Ucraina su un terreno di circa 18.000 ha.
Radice della Daucus carota, pianta bienne delle Ombrellifere, il fusto come pianta erbacea fiorale striato e tormentoso che si divide in numerose ramificazioni terminanti con l'infiorescenza ad ombrella composta, fusiforme, alimento vitaminico e foraggio, torrefatta è un surrogato del caffè. il consumo delle sue radici carnose ricche di carotene che dà la colorazione arancione alla carota è in continuo aumento. Le carote hanno forme e dimensioni variabili, la lunghezza varia da 5 a 30 cm.
Nella concimazione naturale, potassio e fosforo, vengono distribuiti durante la preparazione del terreno mentre l'azoto viene distribuito 1/3 alla semina e 2/3 in copertura.
La raccolta inizia generalmente 3 - 4 mesi dopo la semina primaverile ed avviene manualmente. Le varietà a radici semilunghe e cilindriche, di ottima qualità sono le più diffuse, mentre le varietà corte hanno sviluppo più rapido e quindi vengono raccolte come primizie.
"Il bastone e la carota" espressione usata il 27 luglio 1943 da W. Churchill in un discorso ai Comuni per definire la politica degli alleati verso l'Italia sconfitta; ripresa da B. Mussolini per il titolo del suo libro "Il tempo del bastone e della carota" sugli avvenimenti dopo il 25 luglio 1943.

Si dice... Piantar carote" spacciare fandonie.


Cavolini di Bruxelles (al burro)

Gr. 600 di cavolini
gr. 80 di burro
1 limone
sale e pepe = = a chi piace può metterci della panna liquida


Pulite i cavolini tagliate anche
una parte del torsolo.
Lavateli e scottateli in acqua bollente
salata e aromatizzata con succo
di mezzo limone. Scolateli un po' al dente.
In una casseruola scaldate il burro
versate dentro i cavolini, se c'è bisogno
aggiungete del sale e pepate.
Finite di cuocerli a fuoco basso
mescolando di tanto in tanto.
A fine cottura a piacimento potete unire
mezzo bicchiere di panna liquida



Quando succede che... non spaventatevi c'è un rimedio!

Sui mobili è rimasto l'impronta dei bicchieri?
Prendete un panno umido e morbido e metteteci un po' di dentifricio bianco, poi lucidate come sempre però strofinate nel senso della venatura del legno.


Abbiamo festeggiato il Natale, oppure un compleanno, o vi piace semplicemente il lume di candela che rende l'atmosfera così romantica? Ma hai... hai... Una macchia di cera sulla stoffa del divano... o sul tappeto... niente paura fate così...

Prendete della carta marrone per uso alimentare appoggiatela sulla macchia e passatevi sopra il ferro da stiro caldo.

Quei brutti segni neri lasciati dalle scarpe e da matite gli potete togliere con un po' di dentifricio su un panno umido

Per togliere la piega che si è formata improvvisamente sul tappeto, basterà spazzolare bene il tappeto, poi inumidire la parte piegata al rovescio con un po' d'acqua tiepida. Lasciar riposare un'oretta circa, quindi stirare al rovescio.




Spaghetti ai tre sapori (per 4 persone)

Gr. 400 di spaghetti,
gr. 200 di funghi freschi coltivati,
gr. 25 di funghi secchi,
gr. 50 di prosciutto cotto,
gr. 50 di margarina,
4 cucchiaiate di piselli freschi o conservati,
brodo di dado q.b.

Nella margarina fate insaporire i funghi
a fettine, unite il prosciutto tagliato
a listelle, i piselli freschi
(se conservati aggiungeteli negli ultimi
minuti di cottura del sugo) e del brodo.
Lasciate cuocere lentamente per
circa mezz'ora, poi versate il sugo
ristretto sugli spaghetti, che avrete nel
frattempo cotto e scolato.
A parte servite del formaggio grana grattugiato.


Amiche... di questi ingredienti vi ho già parlato e così ho pensato di scegliere la ben conosciuta "uvetta" che tutti conosciamo e che sicuramente abbiamo anche usato, cioè abbiamo mangiato!

Uva passa o secca, tra la frutta secca certamente la più usata è l'uva passa, o uvetta, della quale però esistono diversi tipi: La comunissima Sultanina, piccola dorata, senza semi, che si usa in molte preparazioni, con le torte, con i biscotti, e tante lo mettono anche nel baccalà, io l'ho mangiato e l'ho trovato scquisito, viene anche spesso associato ai pinoli, si può mettere anche sott'alcool. Poi c'è l'uva di Corinto, piccola bluastra senza semi, e la Malaga grossa chiara con pochi semi. La Sultanina e la Malaga vengono prodotte in Italia.
Si prendono i grappoli migliori e si mettono su dei appositi stenditoi e si fanno appassire al sole per una ventina di giorni, fino a quando l'uva assume un colore ambrato e un sapore dolcissimo.
Mi ricordo che a casa mia avevamo un paio di filari di uva e mio padre una parte di essa la faceva asciugare e facevamo l'uvetta. Di giorno la stendevamo all'aperto al sole, invece dopo tramontato il sole, avevamo una stanzetta dove mio padre aveva tirato dei fili e lì appendevamo l'uva ben distanziata. Riuscivamo a fare l'uvetta per i dolci di Natale.



Consigli per arrosti e bistecche


1) Insieme alla teglia con l'arrosto mettete un tegamino di acqua fredda se volete che la carne non diventi troppo asciutta e non si bruciacchi.

2) E' più facile affettare l'arrosto se lo lasciate riposare 10 - 15 minuti dopo che lo avrete tolto dal forno.

3) Usate una teglia bassa piuttosto che una profonda, per cuocere l'arrosto perché l'aria circola meglio intorno alla carne.

4) Nella teglia disponete un letto di carote con gambi di sedano, poi appoggiatevi sopra l'arrosto, facendo così la carne prenderà anche il profumo delle verdure.

5) Versate un bicchiere d'acqua nella leccarda poco prima di infilarla nel forno quando preparate le bistecche alla griglia, l'acqua aiuta ad assorbire l'unto e il fumo.



Uova fritte capricciose (4 persone)

8 uova
8 fette di pancetta
2 grosse di melanzane = = usate melanzane rotonde
8 cucchiai di salsa di pomodoro
burro, olio, sale e pepe

Dopo aver sbucciato le melanzane
tagliatele in otto fette piuttosto spesse.
Nel burro e olio friggete le
fette di pancetta, finché saranno
ben dorate e conservatele al caldo.
Dopo nello stesso condimento friggete
le melanzane e poi appoggiatele
su una carta assorbente
Mettete su un piatto una a fianco
all'altra le fette di melanzana e
sopra mettetele fette di pancetta
e tenetele in caldo. In una padella
con un po' di olio e burro
friggete le uova, salate pepate,
poi con una paletta sistematele
sulle melanzane. Versatevi sopra
la salsa di pomodoro.



Un po' di tutto...

Il matrimonio: è quella istituzione che permette a due persone di affrontare insieme difficoltà che non avrebbero mai avuto se non si fossero sposate!

Non fate mai: contrattazioni prima delle 10 e dopo le 4 del pomeriggio.
Prima delle 10 penseranno che siete impaziente,
dopo le 4 del pomeriggio che siete disperati!

Appena: il vostro gatto vi si sarà addormentato in grembo e ha quell'aria perfettamente felice e adorabile, dovrete improvvisamente andare in bagno!

Decise: di cambiar vita, di approfittare delle ore del mattino.
Si levò alle sei, fece la doccia, si rase, si vestì, si gustò la colazione, diede un'occhiata al giornale, si mise al tavolo di lavoro... e si svegliò a mezzogiorno!

L'ultima ricetta la voglio dedicare allo spezzatino, perché a me piace moltissimo, spero anche a voi amiche e così lo mangiamo insieme, buon appetito!



Spezzatino di vitello

Gr. 800 di pezzetti di polpa di vitello,
gr. 500 di pomodori maturi = =oppure una scatola di pelati da gr.250
gr. 300 di carote,
gr. 30 di burro,
un gambo di sedano,
un mazzetto di prezzemolo,
una foglia di lauro,
uno spicchio di aglio,
un po' di olio
un po' di farina,
un po' di brodo, olio, sale, pepe.

Prendete il burro e l'olio
e fatevi rosolare i pezzi di carne infarinati
e quando incominceranno a prendere
colore aggiungete la cipolla tritata
con il sedano e due carote.
Poi unite le rimanenti carote raschiate e lavate
tagliate a bastoncini o a rotelle, aggiungete
la foglia di alloro, lo spicchio d'aglio (che poi toglierete)
i pomodori sbucciati e tritati e unite una tazza di brodo.
Incorperchiate e ogni tanto mescolate e
se necessario aggiungete brodo.


Sedano: Pianta bienne aromatica dei paesi temperati, della famiglia delle Ombrellifere, ha foglie segmentate, fiori biancastri viene coltivato come ortaggio e se ne usano le foglie, e di una qualità chiamata sedano rapa o testa di sedano, si usa la radice ingrossata, buono con la carne in umido.
I greci già lo coltivavano per il valore curativo dei suoi semi. Oggi si coltiva soprattutto per i grossi piccioli fogliari, coste o gambo, increspati e succosi, che si possono mangiare crudi in pinzimonio, in insalate miste, o cotti in minestre di verdure, nel brodo al quale da un ottimo sapore ecc.
Il sedano si semina; il ciclo della pianta è di 6 - 7 mesi, 25 - 30 giorni prima della raccolta del sedano da costa o gambo, si pratica l'imbianchimento, legando i cespi di foglie rinforzando le piante con la terra o ricoprendole con altri materiali. Originario di zone umide il sedano mal si adatta alle zone meridionali è perciò necessario fare frequenti irrigazioni. E' una pianta che mal si adatta alla coltivazione in vaso. Perciò è consigliabile la coltivazione in terreno, trapiantandola verso maggio-giugno. Si raccoglie verso la fine di agosto e comunque non oltre le prime gelate, ripulendo bene il terreno. Il sedano dopo il taglio ricresce.


Care amiche, desidero farvi leggere questi bellissimi versi di Pablo Neruda, che io trovo molto veri.

Lentamente muore chi.....

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla e chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle i piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di un sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore, chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.


Pablo Neruda

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Amiche carissime, ormai tutte sapete usare il microonde e soprattutto sapete quali sono i recipienti adatti.
Però nonostante questo desidero ugualmente scrivere due righe per dire che:
I recipienti da utilizzare per riscaldare rapidamente sono quelli: di carta, o di legno, o di cartone e anche di vimine. Mentre per le cotture vere e proprie è consigliabile: la ceramica da forno, e il vetro da fuoco tipo pirex.
Non usate MAI recipienti di metallo, oppure con decorazioni d'oro o d'argento, anche da evitare vetro colorato. Ecco amiche mie già lo sapevate ma io ho voluto rinfrescarvi la memoria!
Ora buon lavoro...!

Salmone alla francese (4 persone)

8 tranci di salmone,
un uovo,
gr. 40 di olio d'oliva extravergine
1 spicchio di aglio
il succo di un limone
un trito di prezzemolo, e sale.

In una terrina mischiate bene
l'olio con il succo di limone
lo spicchio d'aglio tagliato fino,
e un pochino di sale.
Mettere il salmone nella marinata
e lasciatelo per circa un'ora.
Scolate il pesce e mettetelo in un piatto.
Cuocete nel forno a microonde per 6 minuti,
poi aggiungete l'uovo sbattuto e
e poco salato, a cui avrete
aggiunto il prezzemolo tritato.
Lasciate riposare per 2 minuti e servite.


Salmone: Tutte le specie di salmone nascono in acqua dolce, migrano a valle verse le fredde acque aperte dell'oceano, spesso viaggiando per migliaia di chilometri, per poi tornare miracolosamente al loro fiume nativo, con un ciclo vitale che va dai 2 ai 6 - 7 anni. E' un mistero come esattamente i salmoni ritrovino la strada per tornare a casa, ma sembra che si affidino ad una combinazione di codice genetico, navigazione astronomica, correnti elettromagnetiche e ad un olfatto fortemente sviluppato.
Il salmone migliore chiamato "selvaggio" è quello che cresce libero lungo i corsi d'acqua, perché grazie a un movimento continuo, la carne diviene compatta.
Il salmone è un pesce teleosteo dell'ordine Clupeiformi, ha corpo di media grandezza, allungato, coda massiccia, capo arrotondato, vive nei mari del nord in Europa e nel versante atlantico dell'America
nel periodo della produzione risale il corso dei fiumi' compiendo se necessario salti eccezionali, fino alla sorgente, dove le femmine depongono le uova che i maschi fecondano, i piccoli restano in queste acque circa due anni lasciandosi poi portare dalla corrente fino al mare.
La pesca del salmone è molto sviluppata specie nell'Alaska. La carne molto pregiata viene affumicata e conservata in scatola. Il salmone affumicato si ottiene attraverso due tecniche: a freddo e a caldo.
A freddo il salmone viene filettato e messo sotto sale con una aggiunta controllata di zucchero.
Il processo di affumicazione ha la durata di circa 12 ore a temperature non superiori ai 20° gradi centigradi e avviene in appositi contenitori lignei aromatici, specificatamente trattati.
A caldo invece, il salmone viene messo sotto sale però in assenza di zucchero e ad elevata temperatura: 120° gradi nei primi venti minuti, successivamente 80° gradi mantenendola tale per 3 ore, controllando che la temperatura interna del prodotto si mantenga costantemente a 75° gradi.
Color salmone, giallo- rosato come la carne del salmone.
Non tutti sanno che il salmone, oltre ad essere squisito ha delle caratteristiche nutrizionali straordinarie

Polpette al pomodoro (2 persone)

Gr. 300 macinato
gr. 50 di pangrattato
gr. 20 di olio
2 pomodori
1 uovo
1/2 cipolla
un po' di prezzemolo tritato
sale e pepe

In una scodella amalgamate
la carne l'uovo, il prezzemolo
il pangrattato un po' di sale e pepe.
Con l'impasto formate delle polpette
Tritare la cipolla e mettetela
in una pirex con l'olio fatela cuocere
per 2 minuti alla massima potenza
Ora mettete le polpette nella
stessa pirex lasciando vuoto
il centro, e coprite con i pomodori
tritati molto fini, incoperchiate
con la pellicola e rimettete
nel forno per 10 minuti a
potenza massima, poi lasciate
riposare per 3 minuti,
salate un pochino e servite.




Qualche consiglio...

Dissalate le acciughe mettendole a bagno in acqua fredda per 15 minuti. Togliete e asciugate tamponando con un pezzo di carta da cucina (tipo scottex casa).

Un cucchiaino di cannella aggiunto alla pastella dei fritti, è il segreto che gli rende "speciali".

Per fare crepes perfette, leggere, e morbide, mettete nel tegame pastella appena sufficiente a coprire il fondo. Lo strato deve essere finissimo... ecco il segreto.

Potete rendere più soda la panna montata utilizzando zucchero a velo al posto dello zucchero comune. In questo modo inoltre la panna non diventerà acquosa.

Un limone tagliato in due sarà un ottimo detergente per il vostro lavandino che ha tracce di tartaro calcare. Durante l'operazione tagliate spesso la superficie del limone per rinnovarlo. Non fate scorrere acqua per qualche tempo.

Se avvolgete nella stagnola il toast prima di inserirlo nelle pinze avrete un toast cotto al punto giusto sia fuori che dentro.





Penne ai porcin
i (per 4 persone)

Gr. 400 di porcini = = guardate che siano belli sodi
gr. 400 di conchiglie = = se volete anche rigate
gr. 50 di grana grattugiato,
un po' di cipolla tritata,
uno spicchio d'aglio,
un rametto di timo, sale e pepe.

Dopo aver pulito i funghi
tagliateli a fettine sottili,
in una casseruola di pirex
mettete l'aglio schiacciato,
la cipolla e 3 cucchiai di olio.
Cuocete per 1 minuto alla
massima intensità.
Aggiungete i funghi con qualche
fogliolina di timo,
coprite e cuocete per 3 minuti, lasciate
riposare per 1 minuto a forno spento
poi mettete il pepe e il sale.
Nel frattempo avrete fatto cuocere la pasta
e scolatela al dente, condite
con il grana e i porcini, mescolate bene,
e aggiungete un cucchiaio di olio crudo. Servite.


Timo: Pianta perenne della famiglia Labiate dei terreni arridi della regione mediterranea, aromatica, contiene timolo e costituisce un ottimo foraggio e fornisce nettare elle api.
Il timolo è un composto chimico organico presente nel timo e in altre piante, è attivo contro muffe e batteri e si usa per la conservazione della carta, degli erbari e per pezzi anatomici.
Torniamo al timo, il timo è un arbusto sempreverde ha fiori rosa chiari e piccolissime foglie molto aromatiche, che possono essere verde chiaro, dorato, grigio o argento e a volte ricoperte di una peluria.
Come quasi tutte le piante aromatiche ama molto il sole. Quando si pianta il timo, tra una pianta e l'altra è consigliabile lasciare almeno uno spazio di una ventina di centimetri e in estate è bene procedere spesso a una leggere potatura per mantenere i cespi compatti. Gli steli tagliati perché mantengano a lungo il loro profumo, vanno essiccati all'ombra, in un ambiente ventilato e asciutto.
Le foglie si raccolgono quando la pianta è in fiore e il profumo è al massimo.
Il timo viene usato in modo particolare con la carne il pesce e il pollame, però viene usato anche con altre pietanze, alle quali da un ottimo aroma e sapore.
Il timo ha proprietà antisettiche e è ritenuto un buon battericida, e come cicatrizzante può venire applicato su piccole ferite o affezioni della pelle, dopo averlo frullato e trasformato in impiastro.
Per chi soffre di acne il timo ha un elevato potere detergente: dopo il consueto lavaggio, sciacquare la pelle con un infuso di timo.



Per la bellezza

Mascara... Se è tanto che non usate il mascara ed è diventato secco, fate così:
Mettetelo ben chiuso in un sacchettino di plastica, in acqua molto calda, per circa dieci minuti.
Sarà così nuovamente pronto a rendere le ciglia più folte e più belle.

Maschera... Un'ottima maschera di bellezza adatta alle pelli secche si otterrà:
Prendete un tuorlo d'uovo sbattetelo con olio d'oliva e qualche goccia di limone e applicatela sul viso.

Maschera 2... Avrete la pelle del viso fresca e morbida, se vi applicherete due volte alla settimana una manciata di foglie di salvia macinate e unite alla polpa di una mela o al succo di un'arancia.

Maschera 3... Se avete la pelle delicata e i pori dilatati, ottima sarà la maschera di bellezza fatta con un cucchiaio di miele e uno di succo di limone, applicate sul viso questo composto e tenetelo per una decina di minuti. Togliete con un tonico leggero.

Colore... Se si passa sulla pelle un batuffolo di cotone imbevuto di sugo di carota, la pelle troppo pallida si colorirà.

Struccante... Volete un ottimo decongestionante e struccante per occhi?
mescolate olio di semi e latte in parti uguali.

Cellulite... Per eliminare la cellulite, frizionate la parte colpita con dell'acqua in cui si siano lasciate macerare per 5 giorni delle foglie di edera.

Pelle secca... Se la vostra pelle è un po' secca, riprenderà la sua morbidezza se nell'acqua del
bagno aggiungerete gr. 250 di glicerina.

Crema... La vostra crema di bellezza si è indurita? Ritornerà morbida se vi aggiungerete qualche goccia di acqua di rose.

Detergente... Un ottimo detergente per il viso otterrete, mescolando il succo di un limone con uguale quantità di glicerina e di acqua. Agitare e passare sul viso.

Occhiaie... Per cancellare le occhiaie scure dovute alla stanchezza, basta preparare un infuso con tè alla menta da usare freddo, imbevendo con esso dei batuffoli di cotone da lasciare sugli occhi.

Denti... Due volte alla settimana sostituite il solito dentifricio con un pizzico di polvere di bicarbonato ammorbidito da qualche goccia di limone. Otterrete un bianco smagliante.

Unghie... Se sono fragili e deboli affondatele in un mezzo limone, dopo ogni lavatura.




Melanzane alle erbe (per 4 persone)

Gr. 400 di melanzane = = le melanzane tagliatele a fette
gr. 30 olio extravergine d'oliva,
un po' di prezzemolo,
un po' di maggiorana
un po' di rosmarino
un po' di origano
mezzo spicchio d'aglio
2 foglie di salvia
sale e pepe

Mettete le fette delle melanzane
in una pirofila, che le contenga su misura
frullate tutte le erbette con l'olio
l'aglio pepe e sale
poi versatevi sopra la salsetta
ora coprite con la pellicola
Cuocete nel microonde alla
massima potenza per 4 minuti.
Lasciate riposare per 2 minuti,
poi eliminate la pellicola, bagnate
con il sugo formatosi e servite.



Melanzana: La melanzana è una pianta tipica della stagione calda, è un'erbacea perenne della famiglia delle Solanacee, come il peperone, il pomodori e la patata. La pianta è alta circa sessanta centimetri, ha un fusto ramoso un po' spinoso e robusto, tanto robusto da poter reggere il peso dei suoi grossi frutti di forma ovale o tondeggiante.
Ha grandi foglie ovali ricoperte di una peluria densa e i fiori per lo più solitari a cinque petali, di un bel colore violetto o bianchi. Le bacche che produce sono piuttosto carnose, hanno la buccia lucente, viola o bianca che può essere liscia o a costole.
Si ritiene che le melanzane siano originarie dell'estremo oriente Cina o India ma in Europa furono introdotte dagli arabi verso l'anno 1500. Questo ortaggio viene particolarmente apprezzato nel meridione. In Turchia, dove la melanzana è ritenuta la regina degli ortaggi, si conoscono almeno cento modi per cucinarla, con ripieni fantasiosi e preparazioni raffinate.
La melanzana da noi viene coltivata per tradizione nelle regioni centro - meridionali dove il clima è l'ideale per la sua crescita. Le più gustose preparazioni a base di melanzane appartengono infatti alla tradizionale cucina di: Campania - Calabria - Puglia - e Sicilia.

Quando acquistate... il picciolo deve essere ancora attaccato e risultare di colore verde, senza parti secche, la buccia deve apparire priva di ammaccature o parti nere e ammuffite. La superficie liscia e tesa e la polpa deve essere soda. Poi la scelta del tipo di melanzana da acquistare dipende da quale usa ne volete fare in cucina.
Amiche, io uso quelle rotonde per tagliare a fette e quelle ovali per farle ripiene.
Importante: la protuberanza alla base della melanzana, indica che la polpa è compatta e che ha pochi semi, cioè è buona compratela.

Si possono conservare : in frigorifero nel reparto della verdura, per 4 giorni resteranno fresche, però lasciate attaccato il picciolo resteranno più a lungo fresche.

Le loro proprieta': ricche di calcio, fosforo, vitamine, A e C e potassio, poco caloriche, (solo quando sono poco condite) stimolano l'attività dei reni, per il consistente contenuto di acqua, sembra che la buccia contenga sostanze che hanno effetti benefici sul fegato, sul pancreas e sull'intestino, oltre che utili per abbassare il colesterolo.
P.S. Io le mangio sempre con la buccia, così anche le zucchine, mele pere e tutto quello che non mi strozza! Pensate che Hitler mangiava anche le patate con la buccia, perché diceva che contenevano vitamine, questo è vero! Intendo vero che lo faceva.



Quando l'amore si può mangiare!

Mi manca la tua dolcezza,
mi manca l'odore che avevi
che mi inebriava i sensi.
Il solo vederti significava felicità,
un bacio sul tuo morbido
corpo era fonte di piacere
e mi dava forza e vigore.
Mi manchi...
mi manchi... mia Nutella




Belga gustosa ( 2 persone)

2 teste di insalata belga,
gr. 20 di formaggio grana grattugiato,
2 cucchiai di brodo, olio e sale.

Affettate in senso verticale la belga
e sistematela in una pirex
mettetela a strati e condite
ogni strato con olio e grana.
Completate con il brodo, coprite
con della pellicola e fate cuocere
per 5 minuti a potenza massima.
Togliete la pellicola, fate asciugare se necessario,
regolate di sale e pepe.




La stella

Un bambino guardò una stella
e si mise a piangere.
E la stella li chiese:
"Bambino perché piangi?"
E il bimbo rispose:
"sei così lontana
non potrò mai toccarti"
Allora la stella rispose:
"bambino se io non fossi già
nel tuo cuore, tu non potresti vedermi".


John Magliola



Filetto gustoso
(per 2 persone)

2 fette di filetto,
gr. 30 di olio,
uno spicchio d'aglio
rosmarino
un cucchiaino di senape,
alcune gocce di limone,
sale e pepe.

Amalgamate l'olio il limone
il rosmarino tritato, di sale
pepe e l'aglio schiacciato.
Sbattete il tutto poi mettetevi
le fette di filetto
e lasciate insaporire per circa 2 ore,
girandole di tanto in tanto.
Preriscaldate il piatto grigliante per
3 minuti a potenza massima e fate
cuocere le fette di filetto per 4 minuti
e le girate a metà cottura.



E' stato... sempre il mio desiderio vedere Roma, finalmente si avverava, ero felice!
Arrivata a Roma dovetti aspettare in macchina, in una strada, alla mia sinistra c'era l'officina di un meccanico, ricavata da un grande stanzone e fuori di esso appoggiate al muro diverse biciclette, fra queste qualcuna nuova e così ho capito che non solo le aggiustava ma anche le vendeva e un cartellone diceva "Noleggio biciclette". Lui un uomo dall'aspetto burbero... ma dal cuore d'oro.
Non avendo altro da fare mi guardai un po' in giro, la strada aveva un po' del viale, al suo bordo ogni tanto in piedi per miracolo un alberello muoveva le sue poche foglie alla leggera brezza primaverile. Sull'altro marciapiede una massaia camminava quasi indifferente a quanto la circondava portando una sporta molto piena dalla quale spuntavano le punte di un paio di filoncini, la osservavo dal momento che non avevo altro da osservare, davanti a me si fermò al bordo del marciapiedi guardò nelle due direzioni e quando fu sicura che non arrivavano veicoli veloce attraversò la strada. La vidi fermarsi a parlare con il mio meccanico ridendo e gesticolando sembrava si conoscessero molto bene. Poi si salutarono e lei camminò ancora per pochi metri e scomparve in un portone. A questo punto vidi un povero cane randagio, girovagava con la coda bassa e senza meta era magro e pareva triste, faceva parte di quei poveri animali abbandonati, per un attimo mi guardò e a me vennero in mente i filoncini che avevo visto spuntare dalla borsa di quella donna.
Si fermò davanti all'officina e vidi il meccanico pulirsi le mani in uno straccio che era più sporco che pulito e sparire all'interno del locale, poco dopo lo vidi riaffiorare con una ciotola d'acqua e un cartoccio contenente del cibo. Fu un gesto molto bello che mi commosse. Di Roma ho visto poco o niente, ma ho portato a Merano il bel ricordo di un meccanico con la faccia unta di grasso, amico di un povero cane randagio.



Ora ci vuole un dolce...

Mattonella al caffe' (per 4 persone)

Gr. 400 di panna = = conservate la panna per decorare
gr. 100 di zucchero
gr. 100 di latte
gr. 15 di colla di pesce
un caffè molto forte
panna montata per decorare

Rendete molla la colla di pesce
in un po' d'acqua fredda.
In un recipiente per microonde
mettete il latte, lo zucchero e il caffè
e cuocete a potenza piena per 2 minuti.
Metteteci la colla di pesce strizzata
e fatela sciogliere mischiando.
Diluite con la panna e versate il
tutto in uno stampo rettangolare.
Mettete in frigorifero per almeno 2 ore.
Poi guarnite con ciuffetti di panna.


Caffe': Piccolo albero delle rubiacee coltivato nelle regioni tropicali per i suoi semi che torrefatti e macinati servono a preparare una bevanda tonica per il suo contenuto di caffeina l'aroma caratteristico è dato dal cafeone sostanza oleosa che si forma nella torrefazione
Il caffè è originario dell'Etiopia, introdotto in America nel 1718. Maggior produttore il Brasile, l'uso della bevanda fu introdotto in Europa nel XVI secolo dai veneziani. Il caffè può essere sofisticato e sostituito con cicoria, semi di leguminose, cereali, ghiande, fichi, datteri, e melassa, tutte sostanze che torrefatte danno una bevanda del tutto priva di caffeina.
Il primo locale pubblico dove si servono liquori, gelati, pasticceria, caffè fu aperto a Venezia nel 1640.
La vita di una piantagione è di circa 50 anni ma dopo 30 diminuisce sensibilmente la produzione dei frutti. Le sue foglie coriacee di un verde vivo e opache nella parte inferiore e lucenti sopra, sono lunghe dai 5 ai 20 cm. terminano a punta. I piccoli fiorisi annidano nelle attaccature delle foglie in mazzetti di 5-12, sono bianchi ed hanno un profumo dolce, simile al gelsomino, avvertibile per tutta la piantagione. Da questi fiori composti di cinque petali, che avvizziscono in fretta si originerà il frutto, comunemente chiamato ciliegia. Il caffè è dopo il petrolio la materia prima più importante negli scambi commerciali. In Brasile si produce più di un quarto della produzione mondiale di caffè in particolare di arabica e le piantagioni sottoposte a coltivazioni intensive sono in pieno sole.
Giunto a maturazione il seme del caffè viene raccolto prevalentemente ancora a mano, nel periodo settembre--marzo nell'emisfero nord, da aprile a agosto nell'emisfero sud. Solitamente il ciclo di produzione delle piante è annuale ma in alcune zone a cavallo dell'equatore dove vi sono due stagioni delle piogge, vi sono due fioriture, due maturazioni, e due periodi di raccolta.
Un palato esperto riconosce la provenienza e le varietà, sceglie con accortezza le miscele che soddisfano il proprio gusto e comprende le infinite sfumature che accompagnano la degustazione consapevole.



Dopo la festa...

Attenzione! Vi consiglio di provare sempre prima su un angolo nascosto del tessuto.

1) Se il tappeto si è macchiato di vino rosso, spruzzate un po' di comune crema da barba sulla macchia. Quindi pulite con una spugna imbevuta di acqua fredda.

2) Oppure versate subito sulla macchia sale o bicarbonato di sodio in abbondanza. Non toccate finché la macchia sia stata completamente assorbita, quindi passate l'aspirapolvere.

3) Oppure strofinate la macchia con una pezzuola imbevuta di acqua tonica.





A chi piacciono le cozze... eccole qui... buonissime!

Cozze farcite alla pugliese (per 4 persone)

Kg. 1 di cozze,
gr. 50 di polpa di pomodoro,
gr. 30 di pangrattato
gr. 30 di grana grattugiato
gr. 30 di olio extravergine d'oliva,
aglio tritato
prezzemolo
basilico
sale e pepe nero.

Spazzolate le cozze sotto il
getto dell'acqua ed eliminate
con un coltello la "barba".
Mettetele in un recipiente,
coprite e cuocete a piena
potenza per 5 minuti.
Conservate la metà dei gusci.
Frullate la polpa di pomodoro
con il grana ed il pangrattato,
aggiungete il prezzemolo e il basilico,
pepate, salate pochissimo, e unite l'aglio.
Distribuite il composto a mucchietti
su ognuno dei mezzi gusci con le cozze,
mettete in una pirofila con qualche
cucchiaio di acqua sul fondo
e passate nel microonde a cuocere
a piena potenza per 2 minuti a recipiente coperto.




Amiche, sulle cozze non ho niente da dirvi, allora ho pensato di raccontarvi qualche cosa che ci
insegna il cinema...

1) Se dovete disinnescare una bomba, non dovete preoccuparvi quale filo tagliare, perché taglierete sempre quello giusto.

2) I poliziotti che si danno interamente al loro lavoro e onesti, di norma vengono uccisi tre giorni prima di andare in pensione.

3) E' alquanto facile fare atterrare un aereo, sempre che ci sia qualcuno nella torre di controllo e vi spieghi come.

4) Se vedete un uomo vestito di scuro è sicuramente uno dell' FBI.

5) All'inizio o alla fine di una conversazione telefonica non è necessario salutarsi.

6) Si deve sempre girare il volante vigorosamente anche su un rettilineo.

7) Capiremo sempre perfettamente il linguaggio di qualsiasi Stato in cui ci verremmo a trovare.

8) Al ristorante ordiniamo un mucchio di cose che poi regolarmente non consumeremo mai.

9) Se due si sono accorti di piacersi e hanno una forte attrazione e entrano nel primo hotel, si spogliano arrapati e lei non ha mai le mestruazioni.

10) Dopo essersi ribaltata più volte e incendiata qualsiasi macchina continuerà a funzionare.




Pomodori alla mozzarella (per 2 persone)

gr. 50 di mozzarella
gr. 50 di tonno sott'olio
4 pomodori ovali
2 olive verdi
2 olive nere
4 foglie di basilico
1 cucchiaino di capperi
olio, sale, pepe

Tagliate a metà i pomodori
e svuotateli dai semi
disponeteli a corona su
un piatto di pirex
lasciando libero il centro.
Cuocete in forno
a potenza massima per un minuto
Intanto tagliate a dadini la
mozzarella e spezzettate il tonno
aggiungete le olive e i capperi tritati.
Salate un po' i pomodori e
riempiteli con il trito, conditeli
con un po' di olio.
Metteteli in forno e cuoceteli
ancora per due minuti,
Mettete mezza foglia di basilico
su ogni pomodoro.
Lasciateli riposare per un
minuto in forno spento, poi servite.



Mozzarella: Cacio fresco di latte di bufala, non fermentato di forma rotonda o anche a treccia.
Il latte utilizzato per essere trsformato in mozzarella prima di venir lavorato viene filtrato per togliere tutte le impurità. Seguono la "standardizzazione" della materia prima, poi la "coagulazione" del latte e "rottura della cagliata", poi avviene "la maturazione della cagliata", segue "la filatura" la "formatura" ad esempio alcune forme particolari come la treccia vengono ottenute solamente a mano, in ultimo c'è la salatura. La salatura viene realizzata generalmente immergendo il formaggio in soluzioni saline a diversa concentrazione, tipicamente con un contenuto di sale che varia dal 10 al 18% La durata dell'operazione varia da caseificio a caseificio ma in genere non supera le 10 ore per le spezzature
400-500g.
Durante la permanenza del formaggio nella salamoia, il sale penetra in esso per diffusione la
velocità con cui il sale penetra nel formaggio dipende dalla concentrazione salina della salamoia dalla
temperatura e soprattutto dalle dimensioni della forma di mozzarella.

Al termine della permanenza in salamoia, il formaggio risulta molto ricco di sale nelle zone periferiche, mentre già a qualche millimetro dalla superficie il contenuto di sale è pressoché nullo.
Una volta estratto dalla salamoia e immerso nel liquido di governo la concentrazione di sale nel formaggio tende a riequilibrarsi. Dagli strati esterni in cui la concentrazione è molto alta, il sale migra verso gli strati interni. Per effetto di questo processo diffusivo la concentrazione del sale si abbassa negli strati esterni del formaggio e si innalza in quelli interni con tendenza ad uniformarsi.


Marmellata di fragole

Gr. 500 di fragole
gr. 400 di zucchero
1 bustina di vaniglina


E' una preparazione molto semplice, però molto adatta per farla nel microonde.
Con lo stesso sistema potete eseguire anche altri tipi di marmellate.

Dopo aver pulito le fragole
se sono troppo grosse tagliatele
a metà e mettetele in una pirex
assieme allo zucchero e la vaniglina.
Coprite con della pellicola trasparente
forate con la forchetta e fate cuocere
in piena potenza per 12 minuti.
Mescolate ogni 3 minuti.




Amiche amate i fiori? allora questo sarà utile per voi.

Le piante ci sorridono e ci consolano, però noi dobbiamo aiutarle, in modo particolare nei mesi freddi, quando le portiamo al caldo in casa. Fate attenzione che le radici delle piante non soffrano il freddo dei pavimenti di marmo, tenetele sollevate da terra, nelle fioriere o isolando i vasi con dei tasselli. E le irrorazioni disinfettanti si fanno sempre più necessarie.

Tenete presente che le innaffiature con acqua troppo ricca di calcare fanno ingiallire certe piante, l'ideale è disporre di acqua piovana raccogliendola nei giorni di pioggia e conservandola in recipienti ben riparata.

Una cura ricostituente per le vostre piante. Arriva l'inverno e le piante vengono portate in casa e devono dare l'addio al sole, innaffiatele con l'acqua dove avete cotto le uova sode con il guscio. Infatti il guscio d'uovo è ricco di calcio e sali minerali che trasferirà alle piante, e le vostre piante diventeranno bellissime.

Rose, dalie, e ortensie, hanno bisogno di concime organico diluito in acqua.





Cavolfiore in salsa rosa (per 2 persone)

Un piccolo cavolfiore,
gr. 100 di maionese,
gr. 40 di panna liquida, sale
2 cucchiai di ketchup.

Pulite il cavolfiore, dividetelo in cimette
e mettetelo in una pirex,
aggiungete mezzo bicchiere di acqua
ed un poco di sale, coprite e fate cuocere
il tutto a potenza massima per 10 minuti.
Lasciate riposare per 2 minuti e sistemate
le cimette di cavolfiore in una terrina.
In una scodellina lavorate la maionese
con il ketchup e la panna e
versate la salsetta ottenuta sopra al cavolfiore.


Ketchup... Salsina di pomodoro, liquido-denso, fatto con funghi, peperoncino, zucchero, aceto, erbe aromatiche, naturalmente vi sono diversi tipi, per diversi gusti, ma più o meno gl'ingredienti sono questi.
Buono sulla carne, sui panini e anche sulle tartine.



Cose che succedono...

In un villaggio nei pressi di Zagabria, la capitale croata, il contadino Zdravko Vukcic ancora gagliardo nonostante i suoi 82 anni, si è trovato a sacrificare la splendida barba che gli arrivava fin sotto la cintola. Il fatto è che mentre stava lavorando nei campi, un grosso e compatto sciame di api era piombato su di essa, evidentemente... intenzionato ad annidarvisi.
L'uomo si è subito precipitato nel villaggio, dove il barbiere, assistito da un apicoltore, ha tranciato il tutto, con un intervento non privo di rischi.




Care amiche, sapete cos'è il crescione? Tante mi diranno si e tante mi diranno no. Dunque noi in Alto Adige lo coltiviamo anche sui balconi e lo mangiamo: tagliuzzato sulle patate lesse, o misto all'insalata, sui pomodori, ecc. non sapevo che si potesse farne anche una zuppa!
Penso che dovrebbe essere buona... ora l'assaggeremo insieme...


Zuppa di crescione (per 4 persone)

Gr. 300 di patate,
un mazzo di crescione,
4 cucchiai di panna
4 steli di prezzemolo
2 pugni di erbette
un porro solo il bianco
sale e pepe.

Lavate bene e tritate il crescione
le erbette e il porro
poi tagliate a dadini le patate.
Mettete il tutto in una pentola di pirex
a bordi alti, aggiungete 2dl di acqua bollente,
coprite e cuocete per 5 minuti nel forno
programmato a potenza piena.
Mescolate, salate e pepate, cuocete
per altri 5 minuti.
Riducete in crema gli ingredienti
con un frullatore a immersione,
unite altri 5dl di acqua bollente
e terminate la cottura per altri 3 minuti.
Lasciate riposare 3 minuti a forno spento.
Tritate il prezzemolo e unitelo
alla zuppa di crescione assieme
alla panna, servite ben calda.


Crescione: Erba perenne delle Crocifere, il fusto è liscio, le foglie hanno 5 - 7 foglioline ovali o rotonde e piccoli fiori bianchi, il frutto è secco con tanti semini giallo - rossicci. Cresce ovunque nei prati umidi, lungo i corsi d'acqua e ruscelli di tutta Europa. Di esso vengono usati sia le foglie che i fiori e vanno raccolti da aprile a giugno circa. Il suo caratteristico aroma un po' piccante rende ottime le insalate, le patate bollite, come anche antipasti, tartine ecc. inoltre rende buone anche minestre e minestroni. Da noi tanti che non hanno l'orto lo seminano nelle cassette sui balconi.




Una simpatica barzelletta non guasta mai vero? Eccola, pronta...!

Un professore di matematica

Un professore di matematica invia un fax alla moglie, con il seguente messaggio:
"Carissima, capirai ora che hai 54 anni, io ho alcune necessità che già non puoi più soddisfare.
Sono felice con te, e sinceramente spero che tu non ti senta ferita od offesa a sapere che quando riceverai questo fax io sarò al Big Dick Hotel con la mia segretaria che ha 18 anni.
Tornerò a casa prima della mezzanotte".
Quando il tipo arriva a casa trova un fax per lui, che diceva:

Caro marito, grazie per l'avviso. Approfitto dell'occasione per ricordarti che anche tu hai 54 anni.
Nel frattempo ti informo che quando riceverai questo messaggio, io sarò alloggiata al
Hotel Happy Dust con il mio istruttore di tennis, anche lui di 18 anni.
Siccome sei un matematico, potrai comprendere facilmente che in queste circostanze
il 18 entra più volte nel 54 che non il 54 nel 18".
Non mi aspettare arriverò domani mattina. Un bacio tua moglie




Fagiolini al prosciutto cotto (4 persone)

Gr. 600 di fagiolini,
gr. 100 di latte,
gr. 30 prosciutto cotto,
gr. 10 di burro,
gr. 30 di grana,
gr. 30 di farina,
1 spicchio d'aglio,
un po' di prezzemolo,
noce moscata, sale e pepe.

Fate sciogliere il burro per 30 secondi
poi unite la farina e cuocete così per
2 minuti alla massima potenza.
Aggiungete il latte, mescolate coprite e
cuocete 5 minuti, poi frullate
metteteci il sale e il pepe
e un po' di noce moscata.
Mettete i fagiolini
in un secondo recipiente,
coprite e cuocete alla massima
potenza per 10 minuti.
Unite i fagiolini alla besciamella,
spolverizzate la superficie di prezzemolo,
prosciutto tritato e formaggio grana,
mettete ancora nel microonde per 1 minuto.
Poi servite.


Noce moscata: Si tratta di un albero ornamentale tropicale con chioma arrotondata di colore verde scuro. Raggiunge dai 8 ai 16 metri di altezza e fiorisce tutto l'anno. I fiori maschili sono piccoli, bianchi riuniti in rade pannocchie all'ascella delle foglie. I fiori femminili sono gialli, ascellati o isolati. I frutti che contengono un solo grosso seme, hanno la forma di pesca leggermente allungata all'estremità basale, a piena maturità sono di colore-giallo macchiato di rosso, con un solco divisorio che li percorre longitudinalmente. E' un albero sempre- verde che impiega 10-15 anni per maturare, ma poi produce 1500/2000 noci moscate all'anno per circa 70 anni. Gli alberi femminili producono i frutti. La noce moscata è un seme marrone racchiuso in un involucro lucido circondato da una membrana rossastra con una trama simile a un merletto. La polpa, spesso e acida, e emana il caratteristico odore della noce moscata.
I frutti della noce moscata si raccolgono a mano o si staccano dall'albero per mezzo di una canna di bambù, solo i frutti maturi e già aperti sono considerati buoni da raccogliere. Dopo la raccolta la polpa viene eliminata con le dita o con un coltello, avendo cura di liberare il rivestimento senza rovinarlo. I rivestimenti vengono posti a essiccare al sole per qualche giorno, le noci sempre avvolte dal loro involucro vengono anch'esse poste a essiccare, da ultimo si liberano dagli involucri, a mano oppure meccanicamente.
Il suo gusto dolce e raffinato e il profumo di bosco che sprigiona la rese una spezia quasi magica e talmente apprezzata che era costume portare con sé una piccola grattugia in modo da poterla aggiungere al cibo o al vino caldo. In commercio la si trova, in semi interi, marrone scuri o bianchi (decolorati) oppure macinata. E' preferibile comprare i semi interi, e conservarli in un recipiente a chiusura ermetica e grattugiarli al momento dell'uso. In medicina si usa come stimolante.
In cucina è usata soprattutto in torte e piatti dolci, in pietanze salate, purè di patate, come anche a ripieni a base di carne, a tortellini, ravioli o cannelloni. In Medio Oriente la usano anche in salsicce, patè e carni conservate.



L'anello più debole è anche il più forte; spezza la catena.

Se volete saperne di più su di voi, origliate dietro le porte.

Tutti vogliono il vostro bene; cercate di non farvelo portare via.

Il moderno invecchia , il vecchio torna di moda.

Meglio stare zitti e passare per uno stupido, che aprire la bocca e togliere ogni dubbio.

Meglio non essere per nulla gentili, piuttosto che esserlo nella speranza di riconoscenza.

Tutti amano i buoni ma li sfruttano, tutti detestano i cattivi , ma li temono e li ubbidiscono.

Ci sono due tipi di sciocchi, quelli che non dubitano di niente e quelli che dubitano di tutti.





Porri alla senape (2 persone)


Gr. 20 di margarina
2 porri
2 cucchiai di senape
un po' di brodo

Dopo aver pulito i porri
tagliateli a pezzi di
cm. 5 ognuno.
Sistemateli in una pirex
bagnateli con il brodo
copriteli e fateli cuocere
nel microonde per 10 minuti.
Dopo unite ai porri la senape
e la margarina a fiocchetti
mettete il sale e fate cuocere
altri 5 minuti a massima potenza.


Senape: Già protagonista in cucina sin dai tempi degli antichi romani, la senape veniva usata come condimento già nel quarto secolo avanti Cristo e gli antichi romani si servivano delle foglie di senape, fate macerare nell'aceto, per insaporire i loro piatti. La mostarda in pasta si diffuse in tutta Europa intorno al 1200. Pare secondo un'antica leggenda, che alcuni monaci francesi rimasero entusiasti dalla salsa ottenuta mischiando la farina dei semi di senape con il mosto di vino, da cui il nome mostarda, cioè mostun ardens. Con il tempo questa ricetta base conobbe ulteriori sviluppi, quando con le scoperte in Asia Orientale arrivarono nel nostro continente le nuove spezie ed essenze fino ad allora sconosciute ai più. Fu così che al semplice impasto furono aggiunti pepe, cannella r chiodi di garofano. Tutti ingredienti che miscelati nella giusta porzione hanno dato alla senape un gusto inconfondibile.

Arti magiche: Grazie ai semi di senape, per molti per molti secoli sono stati compiuti autentici sortilegi. Durante la notte, alla luce delle fiamme, venivano versate delle gocce di olio di senape. Pronunciando il nome di donne sospettate di stregoneria, si credeva di individuare le streghe se, al risuono del nome in questione, la piccola chiazza di olio assumeva una sembianza femminile.



La corona d'Avvento di mele, amiche da noi per Natale si usa la corona dell'Avvento, è un simbolo natalizio che non manca in nessuna casa, specialmente i bambini sono così felici, per loro è il significato dell'avvicinarsi del Natale, ora vi insegno come farne una economica e molto carina...

Per eseguirla è sufficiente una tavoletta di legno, quattro mele belle rosse, quattro candele colorate, e un paio di rametti di pino.
Fissate con dei chiodini o con della colla le mele sulla tavoletta un po' distanziate una dall'altra.
Al posto del picciolo fate un buco nelle mele sufficientemente ampio per contenere una candela e un rametto di pino.

Come si usa: alla prima domenica dell'Avvento ne accendete una quando siete a tavola, poi la spegnete, e non l'accendete più fino alla prossima domenica. La seconda domenica dell'Avvento accenderete quella della domenica precedente e un'altra. Alla terza domenica dell'Avvento ne accenderete tre, le due delle domeniche precedenti e una nuova. E alla quarta domenica le accenderete tutte e quattro. Simpatico no? Soprattutto i vostri bimbi ne saranno felici. Buon Natale!



Palombo piccante (4 persone)

Gr. 400 di palombo a dadini,
gr. 30 di olio extravergine d'oliva,
1 peperone rosso a pezzetti,
un peperoncino, sale.

Mettete il palombo tagliato a dadini
sul piatto da portata
con il peperone ed il peperoncino sminuzzati.
Unite l'olio il sale. Coprite il pesce e
mettete in forno per 5 minuti
alla massima potenza.
Lasciate riposare per 1 minuto a
recipiente scoperto prima di servire.


Palombo: E' un pesce che supera facilmente gli 80 cm. di lunghezza si nutre di crostacei, molluschi, e piccoli pesci, spesso viene confuso col palombo stellato, che arriva a misurare 2 m.
Il palombo viene pescato dai professionisti e in modo professionale principalmente con reti a strascico e palongari di profondità e con i palamiti (amiche se volete sapere cosa sono le "palamiti" leggete sotto in fondo.) e prevalentemente lungo le coste del mediterraneo, vive in piccoli branchi ed è una specie di fondo che vive generalmente a profondità tra 5 - 50 - 100 metri su fondi fangosi o detritici. Ma pur essendo un piccolo squalo, non è pericoloso per l'uomo.
Il palombo è presente in tutto il Mediterraneo e nell'Atlantico orientale, dalle isole Britanniche all'Angola. Però è molto comune anche nei nostri mari soprattutto nel male di Sicilia.
Lo sviluppo dell'uovo fecondato e del piccolo squalo avviene completamente all'interno della femmina. La gravidanza dura 10 mesi da giugno a marzo, al termine la femmina partorisce da 10 a 20 piccoli palombi di circa 25 cm. di lunghezza.
Il palombo è un tipo di pesce molto gustoso e che generalmente non richiede molto tempo per essere cucinato.
Il palombo è il classico pesce della cucina povera, io non ho mai capito perché dicano così... e poi aggiungono gradito però da molti buon gustai per la delicatezza delle sue carni.
Il palombo viene venduto sia a tronche che a pezzi ed è praticamente privo di scarto. La sua carne, sebbene sia nutriente è magra e digeribile, non è molto pregiata.
E' ottimo in umido, ma si presta ad altre preparazioni, le stesse del tonno e del pesce spada.

Lenzara: Le palamiti sono delle lenzare; e le lenzare sono : strumenti per la pesca a grandi profondità e sono costituite da una corda principale lunghissima (mi pare si chiama palo) lungo la quale vengono disposte delle corde piccole (queste non lo so come si chiamano) che terminano con un amo solidissimo.

Amici pescatori... non prendetevela con me, non l'ho inventata io, l'ho solo sentita, ma... subito ho pensato a voi!
Ascoltate: "Pescare può essere piacevole, ma la pesca con la lenza, per me è in fondo solo un bastone attaccato a una cordicella con un verme a un capo; e un idiota all'altro."



Alcuni brani di conversazione avvenute tra operatore e cliente (telefonia mobile)

Operatore: lei ha il contratto, o un cellulare ricaricabile?
Cliente: ma io veramente ho quello con la batteria

Cliente: Mi è arrivato un messaggio che mi diceva che sto per esaurire il credito, niente,
volevo dirvi che oggi vado a ricaricare, se la cosa vi può tranquillizzare.
Qperatore: ?!? va bene, arrivederci.

Cliente: Per disinnescare la segreteria come devo fare?
Operatore: Chiami gli artificieri
Cliente: Mi da il numero?

Cliente: Quando il telefonino si spegne non riesco più a metterlo in moto!


Operatore: Dunque per cancellare la segreteria digiti cancelletto
Cliente: Be... ovvio per cancellare faccio cancelletto.

Operatore: Scusi il suo telefonino è un TACS o, un GSM?
Cliente: Un NOKIA




Vitello alla rucola e pepe verde (per 4 persone)

Gr. 400 di filetto di vitello,
un mazzetto di rucola,
un noce di burro
un cucchiaio di soia
un cucchiaio di pepe verde
un po' di olio, sale

Ungete il filetto con il burro,
poi passatelo nel pepe verde.
Preriscaldate il piatto grill per 5 minuti,
poi cuocetevi il filetto per 3 minuti
voltandolo con una spatola,
senza mai pungerlo.
Lasciate riposare per 3 - 4 minuti,
affettatelo e servitelo su un piatto caldo.
Conditelo con l'olio in cui
avrete sciolto la soia e il sale.
Coprite il filetto con la rucola
tagliata a striscioline.


Rucola: La rucola è una pianta erbacea, annuale. E' una pianta alta circa cm. 50 ha foglie riunite e fusti ascendenti o eretti, i suoi fiori sono riuniti a grappolo e hanno una corona gialla. La rucola non presenta particolari problemi per la coltivazione, cresce bene in qualsiasi terreno, però preferisce terreni arridi e le sue foglie diventano più piccanti, si può seminare anche in contenitori, cassette o grandi vasi, cresce bene sia al sole che in leggera ombra, però non deve essere esposta ai venti.
Il periodo migliore per la semina è la primavera, però si può arrivare anche fino in settembre. Per la raccolta le foglie devono essere abbastanza sviluppate.
La rucola ha proprietà antiscorbutiche, stimola l'appetito, favorisce la digestione, è benefica per il fegato e combatte la presenza di gas nell'intestino, inoltre è ricca di vitamina C.
Viene usata in molti cibi, nelle insalate miste, sull'insalata di pomodoro e patate, come anche appena lessata sulla pastasciutta, al riso, alle uova, ai ripieni di carne e alle minestre di verdura.




Gli amici...

1) Se non hai amici... non hai niente.

2) Gli amici sono come i libri, devono essere pochi e scelti con cura.

3) Una vera amicizia è un tesoro che non potremo mai perdere.

4) A volte è più facile mettere insieme i pezzi... se un amico ti aiuta a raccoglierli.

5) Se desideri piacere a qualcuno, inizia cercando di capirlo.

6) Gli amici sono come le stelle, non sempre li vedi però sai che ci sono.

7) Tutti si preoccupano di avere un vero amico, ma nessuno di esserlo.

8) A volte mi chiedo quale sia il senso della vita...
Quando penso agli amici come te... lo capisco.

9) La vita è più facile con un amico al tuo fianco.

10) Chi trova un amico, trova un tesoro... Poi molla l'amico e tiene il tesoro!




Siete state così brave da seguirmi fino in fondo e ora meritate un premio, vi insegno come si fanno alcuni biscotti... molto buoni... e lasciate perdere la dieta! Per Natale o quando arrivano le amiche a trovarvi è pur bello offrire dei biscotti fatti con le vostre mani...

E' importante: Prima di incominciare, dovete avere tutto pronto davanti a voi, tutti gli ingredienti già pesati e macinati, cioè tutto deve essere pronto per l'uso.

Siete senza zucchero a velo? Fate così: Prendete lo zucchero normale e macinatelo con il macina caffè.

Fate una sfoglia piccola e se l'impasto dovesse risultare troppo morbido non aggiungete MAI farina ma mandorle o nocciole macinate.

Mettete un foglio di pellicola trasparente sopra la pasta così la pasta non si attaccherà al matterello.

Non ungete Mai la placca del forno, altrimenti i biscotti friggono, ma mettete un foglio di carta forno.

Setacciate sempre la farina, i biscotti diventeranno più soffici.

E ora la prima ricetta:


Biscotti con la marmellata (Spitzbuben)

Gr. 250 di farina
gr. 125 di burro
gr. 100 di zucchero
gr. 60 di mandorle = = sbucciate e macinate
1 uovo
1 cucchiaio di rum
1 bustina di zucchero vanigliato
marmellata di mirtillo = = altrimenti di ciliege
1 pizzico di sale


Mischiare a schiuma burro, zucchero,
zucchero vanigliato, l'uovo e
il sale. Unire le mandorle macinate
il rum, passate la farina al setaccio
e unitela. Lavorate il tutto da formare
una liscia, mettetela al fresco e
fatela riposare coperta per 1 ora.
Prendete la pasta e fate una sfoglia
di circa 4 mm. poi con una formina
rotonda di 4cm. di diametro
formate dei dischetti, a metà di
questi fate tre buchetti al centro, = = se non vi riesce farne tre, fatene uno
Infornateli e cuoceteli fino a che
avranno un colore biondo.
Poi prendete i biscotti con i buchi = = devono essere ancora caldi
devono essere ancora caldi
spolverizzateli con zucchero
a velo, poi quando i biscotti
saranno freddi spalmate quelli
interi con un po' di marmellata
sovrapponete quelli coi buchi.


Lei offrì il suo onore
lui onorò l'offerta
Fu una notte di onore e offerta.



Cornetti alla vaniglia ( Vanillekipferl)

Gr. 210 di farina
gr. 180 di burro
gr. 70 di mandorle = = sbucciatele togliendo la pellicina
gr. 50 di zucchero a velo marrone e macinatele.
gr. 60 di zucchero a velo
3 bustine di zucchero vanigliato
2 tuorli = = conservate le chiare possono
cialde rotonde servire per un altro tipo di biscotto

Sbriciolate il burro tagliato a
pezzettini con la farina,
poi unite lo zucchero (gr.50)
le mandorle spelate e macinate
e un giallo d'uovo e impastate
tutto rapidamente.
Mettere in un luogo fresco per 1/2 ora
Poi formare dei rotolini
grossi come un dito, tagliare
da questi dei pezzetti coi quali
formare dei cornetti.
Infornarli fino a quando sono
di un leggero biondo.
Mischiate lo zucchero a velo
con lo zucchero vanigliato e
rotolateci i cornetti ancora caldi. = = fate molta attenzione sono facili a rompersi



Un negoziante di animali ad una cliente:
"Questo pappagallo è straordinario signora
fa le uova quadrate!"
E sa parlare? "beh... si sa dire Ahi"



Biscotti alle noci e bianco d'uovo
. (Nussmakronen)

Gr. 210 di noci
gr. 210 di zucchero
3 bianchi d'uovo
buccia grattugiata di 1 limone

Sminuzzate le noci, battete
a neve il bianco d'uovo,
metterci a cucchiaiate 2/3
dello zucchero e continuare
a battere, il resto dello zucchero
mischiarlo con le noci.
Aiutandovi con due cucchiaini
mettete dei mucchietti sulle
cialde. Mettete in forno e state
molto attente che non si bruciano.
Sono pronti quando sono asciutti.


"Se il denaro crescesse sugli alberi
A me capiterebbe un bonsai"


Biscotti al cocco

Gr. 150 di zucchero
gr. 200 di cocco
3 bianchi d'uovo
un po' di cannella
la buccia di 1/2 limone
grattugiata
cialde rotonde

Battete le chiare d'uovo molto solida
unite a cucchiaiate lo zucchero
con la buccia del limone grattugiata
e la cannella.
Unite il cocco e mischiate leggermente.
Con due cucchiaini fate dei
mucchietti su le cialde.
Infornate, sono pronti quando le punte
diventano leggermente bionde.



Biscotti San.Nicola

Gr. 250 di farina
gr 200 di margarina
gr. 125 di zucchero
gr. 100 di mandorle in scaglie
gr.100 di uvetta
gr.100 di cedro candito
gr. 50 di arancia candita
1 bustina di zucchero vanigliato
2 tuorli
buccia di un limone grattugiata
2 cucchiai di panna

Prendete la margarina ammorbidita
e lo zucchero e mescolateli a schiuma.
Aggiungete i tuorli, lo zucchero
la panna e lo zucchero vanigliato,
sempre mescolando.
Grattugiate la buccia di limone
sopra la crema. Mescolate poi la
farina con le mandorle, l'uvetta
l'arancio e il cedro. tagliati a cubetti.
E incorporateli delicatamente
alla crema. Disponete la pasta
a mucchietti sulla placca del forno
e fateli indorare.


I marinai spiegavano le vele al vento... ma il vento continuava a non capire!




E ora vi insegno come si fanno gli arancini
Sono sempre comodi, specialmente per chi ama fare qualche dolcetto in casa.

Kg. 1 di bucce d'arancia = = prendete belle bucce grosse
kr. 1 di zucchero

Tenere le bucce in acqua per 4 giorni
cambiando l'acqua 2 volte al giorno.
Scolatele.
Mischiate poi le bucce con lo zucchero
mettete tutto in una pentola
e lasciatele sul fuoco lento per
(circa un'ora e mezzo), fino a
consumazione del liquido
rimestando in modo che
non si attacchino.
Quando sono pronte toglietele
dal fuoco e fatele raffreddare.
Conservatele in vasi di vetro.



Prima... di chiudere l'ultima pagina del mio bizzarro ricettario, desidero inserire una ricetta che ha tanti anni e che mia nonna e mia mamma avevano sempre conservata gelosamente e oggi lo faccio io. La ricetta venne data a loro da un frate cappuccino, che io pur essendo stata allora molto molto piccola, ricordo ancora.
Era un uomo alto con una barba marrone con dei denti bellissimi sempre sorridente. Il suo nome non ricordo ma il cognome era Gallo e quando andava in qualche posto lontano (era missionario) arrivava sempre una cartolina e per firma lui disegnava un piccolo pappagallo colorato.
Quando veniva a trovarci si divertiva a giocare con me, gli anni sono passati, ma io lo ricordo sempre, il mio "frate cappuccino". Spesso ci raccontava delle usanze di quei popoli ai quali lui portava soccorso, (allora non c'era la televisione) di come vivevano, cosa mangiavano e tante altre cose.
Un giorno parlando di ricette, parlarono anche del baccalà e come è logico di questa ricetta. Mia madre chiese se poteva averla e lui gentilmente dopo un paio di giorni ci portò questa ricetta che io qui vi riporto.

Baccalà alla cappuccina

Si prepara 1kg. di baccalà già bagnato
tagliandolo in pezzi non tanto grandi.
Si lavano in acqua corrente e si mettono
in casseruola con tanta acqua fresca
quanta ne basti per ricoprirli.
Si fa bollire per 12 minuti, si sgocciola,
si ripulisce, togliendo la pelle e le spine.
Si lessano intanto 3 grosse cipolle,
Si fanno poi soffriggere in 100gr. di burro
e 2 cucchiai di olio, unendo poco alla volta
20 gr. di farina e 200gr. di latte.
Si tiene ancora al fuoco unendo pepe,
un odore di noce moscata e un pizzico
di prezzemolo tritato, quindi si mette
il baccalà ridotto in squame e si fa
cuocere per altri 25 minuti.
Si versa poi il baccalà in una teglia,
si cosparge con formaggio grattugiato
e mescolato con pangrattato e fiocchetti
di burro; si guarnisce tutt'intorno con
purè di patate e si passa poi al forno
per una decina di minuti, quanto basti
cioè per gratinare il pesce e dargli un
bel colore dorato.


La risata... ho tratto alcune frasi da un calendario dei frati, le ho copiate in memoria al mio frate Gallo e perché sono molto belle.

La risata

La giornata più sprecata
è quella in cui non scoppia una risata.
Il ridere consente alla natura
d'acquisire una forza duratura.
Per chi non riesce a ridere la vita
diventa una realtà molto sbiadita.
Ridere non è segno di stoltezza
bensì di perdurante giovinezza.
Non riduce la nostra serietà
ma l'arricchisce di giovialità.
E diventa efficace impedimento
a scivolare nell'invecchiamento.
Tacitando i clamori della terra
e dell'inimicizia e della guerra.




Ragazzi non dimenticate mai che:

Uno studente volenteroso anche se figlio di contadini può diventare presidente...
ma il figlio di un presidente, se trascura gli studi, non riuscirà nemmeno a diventare un buon contadino.




Ecco care amiche, siamo arrivate in fondo al ricettario che io con immenso piacere ho scritto.
Mi sono divertita perché mi sono sentita vicina a voi, mentre scrivevo vi immaginavo, chi con le mani infarinate, chi con un tegame in mano, chi con lo sguardo dentro al forno... e vi ammiravo pensando: "Ecco la casalinga, una donna come me". E ora che ho finito sento un po' di malinconia nel dirvi "ciao" però spero tanto che questo sentimento di amicizia sia stato reciproco, e mi auguro anche che quanto ho scritto sia stato di vostro gradimento.

Grazie per avermi letta, un abbraccio pieno di simpatia... a tutte
elsa