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La dote della sposa
    Jolanda Freda, figlia di Nicola -proprietario dell'osteria agricola sita in campagna vicino al Mulino di Pesche- va in sposa al giovane Ferdinando Caroselli di Isernia, professione macellaio. Questo corredo dodedario -detto popolarmente la dodda- e che veniva fornito dalla famiglia della sposa, nel nostro caso è piuttosto rilevante. Si osservi la meticolosa enumerazione del numero di mutande e di calze, che in genere veniva tralasciato ma qui si precisa volutamente. E' presumibile che il loro valore dovesse essere piuttosto alto in quanto tessute e lavorate a mano.
    Peraltro si osservi ancora che, in barba a presunto maschilismo, qui in calce al documento v'è solo la firma della ragazza, che formalmente accetta dai suoi genitori il corredo sponsale, ci saremmo invece attesi la contro firma del marito, cioè di Ferdinando. Qui è -la futura moglie- che, con il contratto di matrimonio si pone per la prima volta come legittima controparte economica nei confronti del marito, ed è una rivoluzione! per l'arcaico mondo maschilista contadino del Molise.

 

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Si osservi quanto invece è diverso il seguente, di altra estrazione sociale. Una sposa contadina che va in moglie ad un marito contadino. E' evidente la totale assenza di decisione della donna.

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