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Elisabetta Benedetti

 

Biografia

La carriera letteraria dell'autrice inizia in giovane età.Infatti, ha iniziato a vincere premi di poesia a 10 anni.
Tra i vari riconoscimenti ottenuti, vale la pena nominarne alcuni dei principali. A 11 e 12 anni ha chiuso l'anno letterario a Trieste leggendo le proprie composizioni al Circolo culturale delle Assicurazioni Generali ed all'Associazione Dante Alighieri. Sempre a 12 anni vince un premio nell'ambito del concorso "Una poesia per la pace" indetto dal Centro Studi Anna Kuliscioff di Torino (con pubblicazione dell'opera selezionata " Tu vivrai bambino" sul volume pubblicato dal centro).
A 13 anni,con una silloge di poesie,vince il premio "Santa Chiara" di Udine; nello stesso anno con la composizione "La sconfitta di un soldato" vince il concorso "Poesia in 9 lingue" organizzata dal CIAS Club Unesco di Roma. A 14 anni vince il superpremio del concorso organizzato sempre dal CIAS "come lo studente italiano vede l'Urss".
Sempre nell'ambito dei concorsi organizati dal CIAS, nel 1992 si piazza alla prima posizione con la Poesia "Nostro figlio" incentrata sulla tematica dell'aborto.
Nel 1993 si aggiudica il primo premio del concorso dedicato alla Grecia con la composizione "frammenti di Grecia antica".
Nello stesso anno, tre poesie ("Ricordi di guerra","Deserto","Silenzio") vengono pubblicate sull'antologia del giornale dei Poeti,mensile di letteratura e attualità artistico-culturale. Altre composizioni verranno pubblicate su varie riviste e quotidiani italiani.
Nel 94 vince il premio indetto dall'Accademia G. Belli di Roma con la poesia "Vorrei chiedervi" che viene pubblicata sull'antologia "linea verde". Nello stesso anno, con una raccolta di poesie,vince a Trieste il premio Umberto Saba (pubblicazione sul volume Artmagazine).
Nel 1995 con una silloge di composizioni vince a Trieste il premio "Gabriella Corelli".
Nel 1996 una sua poesia viene inclusa nell Agenda dei Poeti edita da OTMA edizioni di Milano (che ospiterà in seguito una composizione di Papa Giovanni Paolo II

 

 

 

Un uomo, un'artista nascosto dentro di lui, un treno. E binari che si incrociano così come le storie degli uomini si incontrano,a volte, nel corso della vita, Sullo sfondo,stazioni e strade ignote ma già presenti
nella memoria e quel sottile dolore incomprensibile che rende l'essere umano vittima e carnefice .
La fuga da sè e dal proprio destino prende a poco a poco la forma di uno struggente susseguirsi di ricordi che il ritmico andare del treno fa riaffiorare nella mente e nel cuore mentre, nella sua "stanza" fatta di
pensieri, il viaggiatore attende il ritorno del talento che lui stesso ha ucciso, con la tagliente inquitudine di chi vede la propria vita camminare una passo davanti a sè ed ha l'impressione di non poterla
raggiungere.
Ad ogni fermata un'incognita. Chissà chi mai si avvicinerà all'artista che,solo e rinchiuso nel suo spazio, sta ricercando dentro di sè echi di poesie che egli scrisse in un'altra vita,quando le sue certezze ancora non erano illusioni ma realtà vivida e pura come gli occhi di un bimbo.
Chi si fermerà a raccogliere i frammenti delle emozioni di chi, adesso, si trova in quella dimensione mentale dove partire è il mero andare,senza meta,senza chiedersi il perchè ma lasciando la mente libera di vagare nel passato.
Inaspettatamente, il viaggio diventerà un perpetuo intrecciare dialoghi con persone sconosciute,un narrare se stesso senza pudore alcuno,senza timore di non essere capito perchè, come allo specchio, sarà un altro se stesso a rispondere ad ogni quesito.
Nella corsa a volte lenta ed a volte frenetica del suo treno, forse il protagonista imparerà a camminare ancora una volta sulla scia del proprio talento e far sì quel suo vecchio "grido nel silenzio" trovi eco
in altre voci.
Forse, all'arrivo nell'ultima stazione, vedrà se stesso di nuovo come protagonista e si riapproprierà della propria storia, celebrando la bellezza della vita e della missione che lo attende."

 

webmaster Fabio D'Alfonso


 
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