Introduzione a "L'altra faccia del mal d'Africa" con note.. profilo personale
Sulle ragioni che spingono alcuni di noi a scrivere e' stato detto gia' abbastanza.
Relativamente poi ad i motivi della scelta di qualcuno di produrre poesie,di altri di inventare storie fantastiche e di altri ancora di provare a mettere nero su bianco alcuni momenti reali della propria esperienza, ci sarebbe molto da dibattere.
Ma questa, non e' la sede piu' opportuna.Posso aggiungere solo che se mi dovessi collocare in una delle tre categorie, direi di appartenere alla terza.
Escludendo comunque chi tristemente orienta il tema della propria scrittura ( o peggio,della propria vita) a seconda di cosa chiede chi paga di piu', il resto dei personaggi di cui sopra probabilmente e'spinto dal desiderio di lasciare una traccia tangibile di emozioni talmente forti da volerle mantenere a lungo per se e trasmettere a chi ci circonda. Tanto per condividerle quanto per permettere a chi legge di provare le stesse.Immagino d'altronde che questo debba essere l'obiettivo di ogni forma d'arte. Che sia scrittura, pittura, musica o quant'altro.Un Grande artista credo possa essere in grado addirittura di cambiare in positivo l'umore di chi ammira le sue opere.
Nonostante mi diletti a scrivere due righe ogni tanto,ovviamente non sono un grande artista.Probabilmente non sono nemmeno un piccolo artista nonostante il mio nome sia registrato alla S.i.a.e.
Difatti,credo che gia' con questa "pappardella"..,piuttosto che farvi migliorare l'umore, sto facendo il contrario. Cioe', lo o la sfortunata che legge, probabilmente mi sta mandando una serie di accidenti per averle fatto perdere del tempo.
Chiedo venia.Arrivederci e buon Natale , in questo caso ( non credo ci sentiremo prima..).Altrimenti..,
tanto per spiegare il motivo che puo' portare dei rompiscatole come me a disturbare il prossimo,lasciatemi fare altre due considerazioni.
Per quanto un bicchiere di vino od un piatto di ottima pasta possano darci grande sollievo, credo che la soddisfazione di provare emozioni od addirittura riuscire a far provare emozioni superi di gran lunga quella legata ad i nostri bisogni primordiali quali il mangiare od il dormire. Forse, addirittura ci eleva su una dimensione ultraterrena vicina all'estasi.
Il mio,prima di tutto, e' un personale tentativo di avvicinarmi a quella sensazione.
Se addirittura quanto scritto puo' funzionare per chi legge, allora saltiamo addirittura ad una dimensione superiore.
Dall'Estasi passiamo al Nirvana...
Di meglio ci potrebbe essere solo il momento dell'orgasmo.Anzi.....,c'e' sicuramente il momento dell'orgasmo.
Cosa siano poi l' "Estasi suprema " od il "Nirvana", non ne ho la benche'minima idea ...ma avevo l'impressione che fossero termini ad effetto quindi ce li ho infilati dentro .D'altra parte pero',mi trovo pienamente d'accordo con il Signor Dante Alighieri che ci ricorda, per bocca di uno dei miei pochi miti, Ulisse, "..fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza." ( canto XXVI ,Inferno).Questa frase mi e' sempre piaciuta e mi ha fatto slittare a torto o ragione sull'idea che ci sia bisogno di fare anche qualcosa di diverso oltre al magiare, dormire ed avere rapporti sessuali completi o meno.
Quindi,eccomi qui a scrivere.
Da piccolo provavo anche a strimpellare una chitarra od a mettere insieme quattro accordi al pianoforte.Da quando pero'il simpatico mondo del lavoro ha iniziato a pormi notevoli limitazioni sul tempo e magari a mandarmi in giro per il mondo in aerei, treni, navi, motociclette, canoe e pedalo'( anche questa e' ovviamente priva di senso pero'ci sta bene no? ), ho scoperto che risulta piu' semplice portarsi dietro un pezzo di carta che un pianoforte per provare a seguire i suggerimenti di Mr. Alighieri.
In particolare,
il simpatico lavoro di cui sopra e' quello di ingegnere elettronico impiegato da 10 anni in un' azienda petrolifera italiana.
Il che, quasi ogni giorno, mi pone di fronte all'ennesimo dubbio: piangere lacrime amare per l'aumento dei prezzi della benzina oppure sperare che il surplus che pago al benzinaio, per quanto fino ad oggi non sia mai successo, possa portarmi in busta paga un fenomenale salto di stipendio maggiore della cinquantina di euro avuti fino ad oggi ogni anno ?
Bah.....per evitare di arrovellarmi il cervello con tali atavici dilemmi,qualche volta ho chiesto direttamente ad i miei capi di spedirmi all'estero dove la benzina costa meno e magari un'odalisca dagli occhi profondi come il buio poteva aiutarmi a dimenticare la crisi economica.Visto che in fondo non e' che ci sia molta di gente disposta ad andare per uno o due anni in posti come la Nigeria,non ho avuto mai grossi problemi ad avere i miei desideri esauditi.Su 10 anni di lavoro teoricamente coordinato dalla sede di Milano ne avro' passati almeno 6 all'estero.Per non parlare dei mesi di trasferta in Italia. Comunque in posti mai visti prima quali ad esempio i cantieri di perforazione nelle campagne in Basilicata o gli impianti nel bel mezzo delle lande in Siciliane.
Una delle prime cose che mi chiesero al colloquio di assunzione fu se ero sposato.Risposi nemmeno fidanzato.Mi dissero "splendido!".Il motivo risulto' con il tempo talmente evidente che ..ancora mi trovo nelle stesse condizioni.
Dall'Africa nera alla Corea del Sud, dagli Emirati Arabi ad i paesi scandinavi.Peggio dei marinai.Non mi e' mai dispiaciuto tutto questo anche se quando si tratta di muoversi per lungo tempo, tra valigie,tempo di ambientazione, climi diversi, eventuali pericoli e cosi' via, in qualche momento verrebbe la voglia di mollare tutto e trovarsi un comodo impiego nel negozio dietro l'angolo.Sono rientrato recentemente da 8 mesi in Norvegia.Un freddo cane ma con un poco di fantasia, due birre e qualche fortunata conoscenza..,il modo di scaldarsi l'ho trovato anche laggiu'. Tanto che al momento di ripartire mi hanno dovuto quasi tirare per il braccio per farmi entrare nell'aereo per l'Italia.
La mia "base" e' stata sempre Milano e quando sono arrivato, prevedibilmente per un romano come me,nonostante in passato sia stato capace di adattarmi anche a dormire a terra nei corridoi dei treni, ho riscontrato qualche difficolta' di ambientamento.
Difatti ci vollero addirittura ..due o tre giorni per farmi ritrovare il buon umore ed a cavallo della mia golf di vent'anni, marrone quasi inguardabile, spingermi alla conquista delle allora nuova metropoli.
Anche a Milano ho collezionato una serie di splendidi ricordi e la nebbia, con il passar del tempo, si e' alleggerita sempre di piu'.Rendendo persino i palazzi grigi e le code in tangenziale un dettaglio facilmente superabile.Ma Voi starete pensando: cosa cavolo c'entra tutto questo con la presentazione di un racconto!!!??
Esatto.Nulla.
Mi stavo appunto divertendo a scrivere. Adesso veniamo al dunque.Innanzi tutto vorrei tirar giu'due righe su un qualcosa che ho gia' pubblicato, per adesso, in rete.
Tempo addietro, durante una qualche permanenza all'estero dove spesso finito il lavoro non si ha molto da fare, raccolsi in un piccolo scritto qualche ricordo di serate o viaggi di quando avevo vent'anni.
Adesso ne ho quaranta. Quindi gia' solamente l'idea di annotare i fatti si sta rivelando grandiosa poiche' leggendo tra le mie righe volo piacevolmente indietro nel passato piu' di quanto possa fare con la memoria.
Spedii il tutto a qualche indirizzo email pescato a destra o sinistra e, ricevute una serie di risposte credo automatiche di non interessamento,altre meno automatiche di discreto interessamento e delle attraenti proposte di diventare ricchi e famosi insieme se avessi inviato il mio numero di carta di credito...,un piccolo editore di Milano finalmente reagi' in maniera che sembrava lineare e convincente.
Chiese ulteriori informazioni e di contattarlo direttamente.Presi alcuni accordi di massima,andai a suonare il campanello dell'editore per verificare che non fosse la maga circe, e trovammo un accordo.
Decise di pubblicare ufficialmente ( con timbro SIAE ) un libretto di una sessantina di pagine con quattro racconti di cose che mi sono accadute girovagando in europa piuttosto che nei dintorni della fontana di trevi.
E' in vendita su internet e si chiama "Diario delle mille e una notte".L'editore e' "Montedit".
Si puo' acquistare a 6 euro circa ...che forse e' troppo,ma considerando che chi lo compra un giorno lo potra' rivendere al peso di un quadro di Leonardo in fondo vale l'investimento ( ..ma si, esageriamo!).
Regalai cento copie fornitemi dall'editore ad un prezzo ridotto ad i miei amici di Roma o Milano piuttosto che Parigi o Spalato e fu un successone ( questa e' sacrosanta verita').
E' ovvio che alcuni amici non ci direbbero mai che una nostra cosa fa schifo, ma altri meno conosciuti con tanto di lauree e cariche ad honorem,forse si.Per contro,su mia espressa richiesta di obiettivita', al massimo mi suggerirono di tagliare od aggiungere qualche frase e praticamente tutti lo trovarono divertente.
Inaspettatamente, anche se in qualche modo tratta considerevolmente di donne ma non alla maniera del film "Via col Vento", trovo'consensi maggiori proprio tra le amiche.
Mi stressano ancora chiedendo quando pubblichero' dell'altro.
Sconvolto quindi dalle pressioni del resto del mondo( ehhh!) iniziai a raccogliere altri ricordi.Quanto allego a questa lettera e' una parte di una nuova raccolta.
Si tratta di ricordi relativi alla mia permanenza nel "continente nero" ,la grande Africa.
Dai passaggi nel simpatico paese dove molto difficilmente vengono indirizzati i turisti anche piu' avventurosi,la Nigeria,alle piattaforme nel golfo di Guinea, alla lunga esperienza a terra in un vecchia colonia francese oramai in mano alle compagnie petrolifere internazionali , il Congo.
Non ho voluto tralasciare le giornate passate in aeroporti dove il check in si fa in mezzo a polli e galline, anche perche' mi e' capitato di fare splendidi incontri e di ben altro tipo oltre alle varie specie di pollame di cui sopra.
Per contro, non c'e' molto riguardo alla presunta sindrome ( il cosiddetto Mal D'Africa)che attacca chi, tornato da un viaggio laggiu', ben organizzato dall'agenzia sotto casa che pensa pure al visto sul passaporto, teoricamente non sopporta piu' la civilizzazione e sogna solamente cammelli, giraffe ed elefanti.Anche perche'credo che costoro siano un numero talmente limitato che, a mio avviso, non fanno statistica.Il grande Heminguay che forse rientra in questo limitato gruppo,e' un'altra storia ovviamente. Sapeva descrivere e sa farci sentire anche i passi del leone fuori dalla sua tenda leggendo i suoi libri.
Il sottoscritto, anche perche'non ne sarebbe mai all'altezza, si limita a descrivere qualche piu'comune serata passata in un bar poco occidentale,sotto una nuvola di zanzare ma magari con una venere nera in minigonna al tavolino di fronte.Per ora, rendo disponibile alla diffusione in rete solo una parte delle mie "memorie".
I trascorsi in Congo esistono gia' in formato elettronico ma li vorrei riservare per chi scopriremo che la pensa come me e successivamente... per i produttori di cinema di Hollywood ( concedetemi quest'ultimo volo !!).Grazie per l'attenzione.
Saluti
Alberto" il libro e'stato pubblicato, contattare alberto.mls@libero.it per maggiori informazioni "