Il movimento fascista
in Giappone
(1934)
Si è costituito in Giappone un nuovo partito formato da un Gruppo di dissidenti del vecchio social democratico (Shahai Minshuto) che ha preso il nome di Nippon Kokka Shakai-to. Ne è capo il Sig. Akamatsu, che si propone di sopprimere il sistema parlamentare. Nel paese dovrebbe esistere un partito unico, diretto da un'oligarchia che rappresenti la volontà del popolo, e da un Consiglio formato da tecnici competenti che saranno gli organi esecutivi. Questa oligarchia dovrebbe essere in maggioranza composta da Capi militari, poiché l'armata avrà un ruolo d'importanza primaria nell'organizzazione sociale.
Il partito considera la Manciuria indispensabile ai lavoratori giapponesi e intende realizzare uno Stato socialista che comprenda Giappone e Manciuria.
L'Imperatore sarà provvisoriamente lasciato al suo posto, grazie al magnetismo ch'esso ancora esercita sul Paese, ma non dovrà governare.
Questo nuovo partito ha molto seguito nelle masse lavoratrici specialmente in quelle agricole. Il movimento Akamatsu è il primo esempio in Giappone di laburisti tendenti verso il fascismo; ad esso sono collegati altri piú esigui gruppi nazionalistici e socialisti.
Si classificano anche come fascisti parecchie formazioni politiche fra le quali l'Akaos ha seguito in alcuni ambienti operai. Il partito Kokuhou-Sha (Associazione per la riorganizzazione del popolo) è il piú forte tra quelli a tendenze fasciste e rimonta al 1932. La direzione è affidata al signor Araki ex Ambasciatore a Berlino e i capi piú eminenti sono il Signor Honda e il barone Hiranumi, Vice Presidente del Consiglio di Stato.
La "Nichou Nomin Kumnai" (Associazione rurale fascista) ha pubblicato un manifesto in occasione dell'anniversario dell'Impero sostenendo che tale festa patriottica non deve essere monopolizzata dai reazionari. Si domanda la restituzione all'Imperatore delle terre dei latifondisti, la soppressione del partito comunista, la nazionalizzazione dei redditi della Manciuria. Vi sono poi parecchie associazioni segrete che adoperano abusivamente la definizione "fascista".
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