anni 30. Taviuccio Notte all'età di 15 anni,
accanto alla sorella; le scarpe di lui sono enormi, saranno le sue?
In ginocchio, con il cappello in mano, di fronte
ad un sasso
1944. Sabina è la ragazza bionda e felina
seduta all'estrema destra della foto
Queste son le facce color anni '30 di quel che
rimaneva dei glosiosi Sanniti, questi giovani, come i loro predecessori
erano montanari e lavoravano la terra e ne coltivavano i pascoli erbosi
per le valli assolate e mai generose. Con questi occhi selvatici e rudi
I Sanniti abitarono l'attuale Molise!
Erano, questo popolo di parla Strabone, organizzati
in due nuclei principali: i Pentri, che con capitale Bovianum Vetus, costituiva
il ramo più importante; i Frentani, il cui centro principale fu
Larino, localizzati verso la costa adriatica.
1949- Cosimo, contadino tiene la mano di Gino, Gino
poi emigrerà in Argentina; Nicola con la sigaretta in bocca, contadino;
Mario D’Uva, caro amico di mio padre Peppino, che chiamava confidenzialmente
Masto Peppe. Mario fece per tutta la vita il cavatore di pietre, da vecchio
divenne cieco.
...Forse questa è una foto fatta durante una
fiera, all'aperto, si noti il fondale sbiadito del fotografo, decisamente
fuori luogo
chi è questo giovane con in mano una rivista
che gli ha prestato il fotografo? Chissà pure se la sa leggere!
di sicuro il fotografo è lo stesso di molte
altre immagini qui raccolte, la sedia in legno infatti è la stessa
e ricorrente
due ragazze sulle scale dell'Eremo di San Cosmo e
Damiano
1950, Stazione di Pesche. Dove andrà Mafalda?
le chiazza bianche, sulla montagna alle loro
spalle e che sembrano pietre, è Pesche, il paese da cui hanno origine
i giovani qui ritratti. L'emigrazione verso gli Usa pende sul loro destino...
Strabone racconta che nel VI secolo a. C., a
causa dei pascoli, tra Sabini e Umbri era iniziata un'aspra lotta per la
sopravvivenza. Nella contesa riuscirono vincitori i Sabini, ma la lotta
era stata condotta con tale slealta' che quando presso i Sabini si susseguirono
epidemie e gravi sciagure tutti pensarono ad una punizione divina. Il popolo
allora consultò un oracolo. II responso fu terribile: il dio Marte,
irritato, chiedeva il sacrificio di tutti i maschi nati nella primavera
successiva. Il popolo dosperato ebbe ad interpellarlo di nuovo, l'oracolo
precisò che si trattava del sacrificio dei vitelli, degli agnelli
e dei capretti, non dei figli! però stabiliva che i nati in quella
primavera, divenuti adulti, si sarebbero dovuti allontanare dalla loro
gente perché frutto della colpa e, con le indicazioni del dio, si
sarebbero dovuti cercare una nuova patria. La loro guida fu un bue sacro
a Marte che indicò loro la strada. Il capo della spedizione fu un
certo Como Castronio. Dopo molti giorni il corteo giunse nella Terra degli
Opici (Osci) e qui si stabilirono, essendosi il bue fermato e non volendosi
più schiodare di lì neppure con le bastonate. Siccome erano
giunti in prossimità di un colle chiamato Sannio di lì discese
il nome del nuovo popolo, Sanniti. E qui fondarono Bovianum Vetus, in onore
del bue appunto.
Quando avvenne la migrazione il greco Strabone non lo
spiega, è da supporre tuttavia che questo tipo di eventi (Primavera
Sacra ver Sacrum) fosse abbastanza frequente in quel tempo. La migrazione
dei Sabini pare fosse legata alla crisi economica che colpì l'area
del del Mediterraneo all'incirca tra la fine del VI e l'inizio del V secolo
a. C.
Arduino sulla rava del fiume Cavaliere, sott'a ru Barone
CUCINA PAESANA dice il cartello in alto
Emma Di Matteo, la trattora della trattoria Mulino
di Pesche, con suoceri, marito...
e grandi speranze per il primogenito!
Maria di Arturo Manimuzzo a Fragnete, primi anni
60
alle spalle di Maria il tradizionale pagliaio dei
contadini
sull'aia di casa mia: Domenico in mezzo ai cugini
Mircione