Promemoria per l'incontro
Graziani - Hitler

del 9 ottobre 1943

 

a) Promemoria circa il colloquio col Führer.

1) - Questione fondamentale. Il Governo tedesco intende trattare l'Italia come territorio occupato o ristabilirne al piú presto l'indipendenza politica, con relativi rapporti di alleanza?
Nel primo caso il Maresciallo Graziani è messo nella impossibilità di assolvere il gravissimo compito che si è assunto di fronte al popolo italiano: continuare la guerra energicamente e risollevare l'onore del Paese.

2) - Ammesso che il Governo del Reich intenda ristabilire l'indipendenza del Governo Italiano, è necessario ed urgente lasciare libertà di azione, di comunicazione e trasmissione agli organi politici e militari del Governo italiano. Senza questa libertà di azione è impossibile che il Governo funzioni regolarmente e quindi che si possano costituire le nuove Forze Armate repubblicane.
Per ricostituir le Armate ed addestrarle occorrerà tutto l'inverno.
Sono contrario all'impiego a spizzico che logorerebbe queste forze, in ispecie per quanto riguarda l'Esercito, il quale dovrebbe invece entrare tutto in linea verso il maggio.

3) - Ciò premesso, occorrerebbe determinare:
a) - Un territorio di operazioni strettamente delimitato in cui ai comandi delle Armate tedesche sarebbero accordati i poteri che avevano i comandi delle Armate italiane.
b) -Un territorio di guerra in cui le autorità politiche e militari italiane avessero facoltà e poteri completi.

4) - Armamento. Date le condizioni attuali dell'Italia, è necessario adottare quasi integralmente l'armamento e l'equipaggiamento tedesco. Ciò faciliterà, del resto, il ricambio ed il munizionamento.
L'adozione delle armi tedesche implica la presenza di istruttori tedeschi nei singoli Corpi in costituzione.

5) - Organico. Per l'Esercito, che devesi costituire ex novo, il Governo italiano valuta gli effettivi praticamente ricavabili per ora in 500 mila uomini circa di cui 100 mila per i servizi e 100 mila di complementi: si tratterebbe pertanto di costituire 25 divisioni sull'organico tedesco, di cui 5 corazzate, 10 motorizzate e 10 di fanteria, di cui 3-4 alpine.

6) - Economia. È indispensabile che l'intero organismo economico italiano venga risollevato e contribuisca energicamente alla alimentazione del popolo e all'armamento delle Forze Armate.
Nulla in contrario ad adottare organismi che hanno fatto buona prova in Germania (metodo di tesseramento, organizzazione del fronte del lavoro ecc.).
Come le due economie debbono necessariamente interpenetrarsi, cosí è ovvio che la simiglianza degli istituti faciliterebbe il compito.
Una intesa per i ministri dell'Economia dei due Paesi potrebbe raggiungersi rapidamente e decidere senz'altro per i vari rami i provvedimenti da adottare.

7) - Industrie. Particolarmente importanti ed utili sono le decisioni da prendere circa le industrie belliche italiane.

Occorre cioè stabilire:

a) -Quale parte della produzione industriale italiana sarà riservata alle Forze Armate italiane;

b) -Quali sono le industrie belliche - di cui alcune molto importanti nell'Italia Centrale - da smontare e trasportare al nord;

c) -Sotto quale direzione funzionerebbe l'insieme della produzione bellica.
A questo proposito devesi trovare una formula che miri sopratutto al massimo della efficienza e quindi non avrei difficoltà a coordinare le industrie dei due paesi sotto la direzione di quella tedesca che è piú potente.

b) Promemoria rapporti italo-tedeschi all'8 ottobre 1943.

1) - Premessa. Gli avvenimenti svoltisi dall'8 settembre ad oggi hanno scavato un solco profondo fra italiani e tedeschi che è necessario colmare per il vantaggio dei due popoli.

2) - Situazione. Le autorità politiche tedesche hanno nominato un Governo fascista per puri motivi di interesse politico-interno tedesco.
Le autorità militari germaniche, e lo stato maggiore in particolare, con visione ristretta della situazione, non desiderano dare nessuna possibilità di sviluppo a tale Governo e ne ostacolano in tutti i modi ogni attività.
Tale Governo è pertanto realmente un Governo fantoccio e chi governa in Italia sono le autorità militari tedesche.
Queste sono come è noto e la storia insegna, sprovviste di senso psicologico e di comprensione, e provvedono con la loro opera a scavare un abisso sempre più profondo fra i due popoli.
È nell'interesse comune di colmarlo: sia interesse contingente (retroterra assicurato per il fronte mediterraneo tedesco - ordine lavoro e tranquillità per gli italiani) sia interesse per la collaborazione in un'Europa di domani.

3) - Necessità. È necessario pertanto che al Governo italiano sia data la possibilità di completo Governo. Sarà logico affiancare a tale Governo un Ente di collegamento germanico di vasti poteri e grande capacità professionale per l'affiancamento delle attività italiane sul terreno delle necessità militari germaniche.
È necessario che al piú presto l'attuale ibrida situazione venga chiarita e che sia ufficialmente sancito se gli italiani sono "occupati" o "collaboratori". Nel primo caso vi sarà netto contrasto da parte di ogni italiano, ed il Governo fascista, impossibilitato a governare, dovrà dimettersi; nessun soldato italiano potrà continuare a combattere a fianco ai tedeschi; nel secondo caso, fatte le dovute epurazioni, saranno sinceri amici e collaboratori.
Se il Governo sarà lasciato governare, dovrà essere con precisione delimitata la funzione ed i compiti del generale (o dei generali) attualmente in carica in Italia.
Occorre evitare ad ogni costo che a similitudine di quanto avvenuto in Francia si formi in Italia un comando militare d'occupazione territoriale tedesco.
Tale comando escluderebbe per definizione la possibilità di esistenza di un Governo italiano - e con questo anche della collaborazione volontaria militare o civile.

Queste sono le premesse indispensabili che è necessario definire esattamente prima di ingaggiare conversazioni od accordi su collaborazioni militari.
Sta al Führer di decidere, in questa occasione, se gli italiani potranno volontariamente portare il loro contributo alla formazione della nuova Europa o dovranno per sempre essere un popolo nemico.


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