GLI UOMINI DI MUSSOLINI
    Testo e regia di Enzo Cicchino
    Montaggio di Andrea Lomartire
    Messo in onda su Raitre l’11 marzo 2002 ore 20.55

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    Sono stati chiamati: I gran cerimonieri, i Paladini, i Palafrenieri del Regime, i Traditori. Erano coloro che del Duce conoscevano le virtu’, i segreti, i vizi, la ferocia.
    Erano i grandi Gerarchi, i manipolatori, gli uomini che hanno fatto il Ventennio.

    Molti di loro hanno avuto un potere immenso a poco piu’ di vent’anni.
    Molti di loro hanno avuto una morte violenta a poco piu’ di quaranta.
    E molti ancora, rimasti vivi, si sono vergognati del passato. Filo nazista, tirannico, antisemita.
    Solo qualcuno ha avuto il coraggio di remare contro. Opporsi alla guerra. Perire.

    Ognuno aveva la sua macchia.
    Qualcuno ha cercato di espiare.
    Ma nessuno e’ stato eroe.
    Moltii hanno commesso gesti di cui provare vergogna.
    Tutti, parenti del male.
    Figli di perversa grandezza. Del ripugnante, a volte. Dell’effimero.
    Malati di autostima. Dell’orgoglio cieco di poter avere sempre ragione.

    Tristi illusi di mutare il male in bene… per un paese che avrebbero condotto alla distruzione ed alla morte.
    La loro sconfitta e’ assoluta, inappellabile. Ed il fascismo e’ quello che e’ proprio perche’ questi uomini ne hanno fatto parte, ciascuno con la propria identita’. La propria colpa. La propria intima disperazione per non aver capito.
    Mussolini ne rappresenta la sintesi.

    Sono stati dei rivoluzionari? Dei ribelli? Dei criminali? Dei traditori? O semplicemente le vittime più illustre della storia?

    Eccoli, crudeli teatranti.
     

      Nota:
          Ci soffermeremo su alcuni di essi, tratteggiandoli pero’ non con il taglio dello storico, di chi ricostruisce meticolosamente le loro implicazioni politiche, ma con lo sguardo disincantato di un viaggiatore nel tempo che dopo aver analizzato attentamente tutta la documentazione cinematografica presso l’Archivio Luce ne restituisce l’immagine di cosi’ come erano; con i loro difetti, le simpatie, i gesti, i sorrisi, e le brutalita’. Senza compiacimento ma anche senza il pregiudizio di doverli per forza rendere ottusi e feroci.