IL MAL DI SCHIENA

Cause e rimedi di una patologia
fra le più diffuse nel mondo
del

Prof. Djalaloudin Saidbegov

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saidbegov@libero.it

 

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Le malattie della colonna vertebrale e delle articolazioni occupano, ormai da tempo, un posto dominante fra le malattie più diffuse su scala planetaria. Ciò è dovuto a fattori legati a specificità precipue tanto ambientali, nei vari paesi, quanto personali dei singoli soggetti coinvolti.  Ma soprattutto è dovuto, ed è il denominatore comune delle società più avanzate, al modo di vita quotidiano, alla sedentarietà diffusa, al rifiuto altrettanto diffuso, o spesso anche all'impossibilità, di percorre a piedi lunghi tratti di strada ogni giorno, con metodo e costanza, non saltuariamente, come generalmente avviene (quando avviene).
Le statistiche dicono che, raggiunta l'età di 30 anni, il 7 per cento della popolazione mondiale soffre di quello che genericamente viene definito "mal di schiena" e che il 25 per cento lamenta forme subcliniche.
Tra i malati che soffrono di "mal di schiena" e di conseguenti manifestazioni neurologiche secondarie, prevalgono i pazienti giovani e dell'età di mezzo (40-50 anni), quindi pazienti che appartengono alla fascia dell'età lavorativa e che prevalentemente si indirizzano verso terapie farmacologiche per ottenere un regresso il più rapido possibile della sindrome dolorosa.
Ma non sempre e non per tutti le medicine risultano della stessa sperata efficacia, mentre sempre e per tutti l'uso dei farmaci, specie se intenso e prolungato nel tempo, può comportare effetti secondari fastidiosi, quando non dannosi.
Gli effetti secondari sono i limiti oggettivi di ogni terapia farmacologica.  Tuttavia questi limiti, se devono necessariamente essere accettati (senza comunque mai rinunciare ad un rigoroso controllo medico) nei casi in cui la terapia farmacologica non ha un'alternativa, possono diventare puramente virtuali, cioè non esistere affatto, quando l'alternativa esiste e dunque cessa il bisogno perentorio di assumere farmaci.
E' il caso del "mal di schiena", che può essere curato attraverso un trattamento manuale della colonna vertebrale senza ricorso a medicine di sorta.
 

BREVI NOTE SULLA COLONNA VERTEBRALE

La colonna vertebrale, essendo l'asse di tutto il corpo, svolge un ruolo importante nell'organismo dell'uomo.  La colonna vertebrale, come una specie di fodero, contiene il midollo spinale. A mezzo delle radici del midollo spinale e attraverso i fori intervertebrali, il midollo spinale, e anche quello cerebrale, comunicano con tutti gli organi interni. Attraverso le radici nervose e i nervi, provenienti dalle radici, il midollo spinale e cerebrale regola e gestisce le funzioni degli organi interni, dei muscoli, delle ossa, delle articolazioni, cioè di tutto l'organismo.
La colonna vertebrale è formata da 24 vertebre, dall'osso sacro e dal coccige.
Le vertebre sono unite tra loro a mezzo delle apofisi articolari, dei dischi intervertebrali e di robusti legamenti, disposti tutt'attorno alle vertebre.
La vertebra è formata da un corpo rotondo a forma di botte e da un arco con una apofisi spinosa che è individuabile al tatto lungo la linea mediana del collo e della schiena. Dall'unione del corpo e dell'arco si forma il foro vertebrale. Le vertebre, unendosi tra di loro per mezzo delle apofisi articolari, che servono per il collegamento con le vertebre superiori ed inferiori, e per mezzo del disco invertebrate, costituiscono la colonna all'interno della quale nei fori vertebrali di ogni vertebra si forma il canale del midollo spinale.  Qui, dentro al "fodero", formato dalle membrane del midollo spinale e da un poroso e adiposo tessuto cellulare, si trova il midollo spinale.
Le vertebre sono unite a due a due da apofisi articolari, che, situate sugli archi, formano i fori intervertebrali Attraverso i quali passano le radici nervose.
E proprio in questo punto che insorgono le patologia neurologiche come la radicolite (dolore, tensione muscolare, alterazione delle funzioni della colonna vertebrale) dovute alla compressione della radice causata da un restringimento dei fori invertebrati per ernia del disco o osteofitosi vertebrale.
 

IL METODO KASSIAN

Tra i vari metodi di trattamento manuale della colonna vertebrale, ne figura uno di origine plurisecolare, in Russia, che in epoca recente è stato messo a punto dall'accademico professor Nikolaj Andreevich Kassian, accademico delle Scienze ucraine.  Tale metodo, noto appunto come Metodo Kassian, si differenzia dagli altri per queste due ragioni sostanziali.

1) Può essere applicato solo da specialisti, i neurologi e gli ortopedici, e specialisti che abbiano una lunga esperienza. Occorrono non meno di 5-7 anni di tirocinio giornaliero perché un operatore possa diventare padrone della metodica.

2)  L'uso, nella manipolazione della schiena, delle cosiddette "leve corte", ossia delle apofisi vertebrali.

Il Metodo Kassian consente all'operatore di intervenire sul focolaio patogeno fin dal primo giorno del trattamento e di curare, in contemporanea, tutta la colonna vertebrale e le diverse articolazioni in sofferenza.
Questo metodo viene impiegato con successo nella cura delle seguenti patologia:

scoliosi, cifosi giovanile, artrosi delle articolazioni delle estremità inferiori e superiori, artrosi cervicale, del torace e lombo-sacrale, osteocondrosi e loro manifestazioni secondarie (cefalgie, cervicalgia, dorsalgia, lombalgia, lombo-sciatalgia, disturbi del flusso vascolare vertebrobasilare ecc.), discopatie, ernia del disco, periartrite delle artícolazioni delle estremità, periartriti scapolo-omerali, epicondiliti, stiloiditi ecc.

La terapia inizia con uno studio particolareggiato dei risultati delle analisi, una visita neurologica completa, una diagnosi sullo stato patologico della vertebra o dell'articolazione usando una particolare sensibilità delle dita acquisita per pluriennale esperienza. Lo scopo principale delle manipolazioni è lo sblocco del segmento vertebrale e di tutta la colonna vertebrale, sede della patologia, la normalizzazione dei rapporti intervertebrali, l'eliminazione della sublussazione per ripristinare i movimenti nelle articolazioni, nel segmento vertebro-motorio e quindi l'eliminazione del dolore. Dopo le manipolazioni si rilassano i muscoli e si ripristina la funzione biomeccanica della colonna vertebrale. Grazie alle manipolazioni, migliora la circolazione del sangue, la circolazione della linfa, il metabolismo tra le cellule non solo nel segmento dolente, ma lungo tutta la colonna vertebrale: il che a sua volta fa migliorare i processi metabolici nel tessuto cartilagineo, nonché attorno ai dischi e alle articolazioni.  Come si sa, nella patologia dei dischi intervertebrali, dovuta al conflitto disco radicolare, avvengono i cambiamenti strutturali metabolici nei tessuti adiacenti, tendini, legamenti, muscoli neurosteofibrosi.  Si agisce anche su queste formazioni.
Per quel che riguarda l'ernia intervertebrale, il metodo permette di rimetterla a posto nel periodo acuto. Se è passato un lungo periodo dall'insorgenza dell'ernia, le manipolazioni manuali permettono di eliminare il processo infiammatorio intorno all'ernia, eliminare l'edema, far assorbire la parte liquida in essa formatasi con conseguente calcificazione dell'ernia stessa e la totale liberazione della radice del nervo compressa. Si avrà quindi l'eliminazione della sindrome lombosciatalgica e il ripristino della funzionalità dei segmenti vertebrali e di tutta la colonna.
La terapia è articolata in cieli di 7/8 sedute ciascuno, con cadenza giornaliera.
Durante ciascun ciclo di terapia manuale il paziente deve sospendere tutte le terapie eventualmente seguite, come ad esempio la fisioterapia e la ginnastica medica. E' altrettanto opportuno che egli sospenda le pratiche sportive e si astenga dai lavori faticosi Al termine di ciascuna seduta terapeutica è buona norma osservare 15/20 minuti d riposo su un lettino.
Dopo le prime 3/4 sedute può essere osservata una riacutizzazione della sintomatologia dolorosa che non deve allarmare il paziente in quanto collegata ad una fisiologica reazione all'intervento di riposizionamento manuale dei corpi vertebrali.  Durante la terapia al paziente sono controindicato bagni caldi e l'uso di qualsiasi tipo di pomate curative.  Una volta terminato un ciclo terapeutico è necessario seguire le seguenti regole.
 

LAVORANDO IN PIEDI



La freccia indica la posizione sbagliata

Chiunque faccia un lavoro in piedi, sia esso pittore, chirurgo, dentista, ingegnere, commesso o una casalinga davanti al tavolo di cucina o al lavello, deve stare attento affinché la sua schiena rimanga dritta. Il carico sulla parte lombare potrà essere diminuito se ogni 15-20 minuti i piedi, alternati, vengano poggiati su un piccolo sgabello o piedistallo. Fa bene anche fingere ogni tanto di camminare pur senza muoversi dal posto, inspirare con le braccia tese verso l'alto, inarcando un paio di volte la schiena.
 

LAVORANDO SEDUTI


La freccia indica la posizione sbagliata

Chi svolge un lavoro sedentario come sarta, segretaria, autista, pilota d'aereo, programmatore etc. deve fare in modo che venga mantenuta la curva lombare mentre la schiena deve poggiare bene su una sottile traversa dello schienale. Bisogna sedere con la schiena dritta senza inclinare la testa in avanti o flettere il tronco perché altrimenti molti muscoli, rimanendo tesi, si stancano rapidamente e si intorpidiscono. Chi è di piccola statura deve usare un poggiapiedi. L'altezza della sedia non deve essere superiore alla lunghezza della tibia, mentre la sua profondità non deve superare i due terzi dell'anca. I gomiti devono trovarsi a livello della superficie principale del tavolo. Qualora si debba leggere a lungo bisogna mettere un poggialibro per non dover flettere il tronco in avanti.
 

SOLLEVANDO PESI


La freccia indica la posizione sbagliata

Se dovete alzare o spostare un peso evitate movimenti bruschi con torsione del tronco. Non tenete il peso a braccia tese inclinate in avanti. Non alzatelo stando con le gambe dritte e la schiena flessa.  Possibilmente distribuitelo equamente tra le due mani. Anche il bambino va tenuto in braccio in maniera giusta. Chi porta da giovane delle borse a tracolla pesanti corre il rischio di subire una deviazione della colonna vertebrale dorsale.


La freccia indica la posizione sbagliata
 

I VANTAGGI DEL METODO KASSIAN

1. Le cure sono fisiologiche e non comportano l'uso di farmaci o interventi chirurgici.

2. Rispetto ai metodi tradizionali il periodo di cure si riduce di due volte.

3. Il metodo corregge la funzione di tutta la colonna vertebrale che stimola il funzionamento di tutto l'organismo e degli organi interni.

4. La possibilità di fare le cure in qualsiasi circostanza e in qualsiasi luogo.

5. Il metodo non necessita di complicate analisi e di apparecchiatura costose.  Per la terapia occorre solo un lettino medico non alto.

6. La guarigione completa o il miglioramento avviene nel 95% dei casi.  Vengono escluse complicazioni di ogni genere.

Le controindicazioni per il metodo sono le infiammazioni delle articolazioni della colonna vertebrale, qualsiasi patologia oncologica, le malattie cardiovascolari nel periodo di scompenso, le malattie organiche del midollo, la gravidanza.
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