Il programma fascista
    nel maggio 1920
     
     I Fasci di Combattimento non vogliono – nell’attuale periodo storico – essere un nuovo partito, perciò non si sentono legati a nessuna specifica forma dottrinaria e a nessun dogma tradizionale, perciò si rifiutano di schematizzare e di ridurre, nei limiti angusti od artificiosi di un programma intangibile, tutte e mutevoli e multiformi correnti del pensiero e le indicazioni e le esperienze che l’opera del tempo e la realtà delle cose suggerisce e impone.

         Le linee generali dell’opera immediata che i Fasci di Combattimento si propongono di condurre sono tracciate da questi principali capisaldi: La difesa dell’ultima guerra nazionale – La valorizzazione della Vittoria – La resistenza e l’opposizione alle degenerazioni teoriche e pratiche del socialismo politicante.

      CONTRO IL PARASSITISMO POLITICO

      Per le considerazioni inspirate alla affermazione di tutte le energie nazionali ed alla valorizzazione della vittoria, i Fasci di Combattimento esprimono il loro disgusto verso gli uomini e gli organismi della borghesia politica rivelatasi insufficiente di fronte ai problemi della politica interna ed a quelli della politica estera, refrattaria ad ogni rinnovamento profondo ed ostile ad ogni riconoscimento spontaneo dei diritti popolari, e disposta soltanto alle concessioni ed alle rinunce che il calcolo parlamentare suggerisce.

      PER UNA BORGHESIA DI LAVORO

      I Fasci riconoscono il valore grandissimo di quella «borghesia di lavoro» che attraverso tutti i campi dell’attività umana (da quelli dell’industria a quelli dell’agricoltura, da quelli della scienza a quelli delle libere professioni) costituisce l’elemento prezioso ed indispensabile per lo sviluppo del progresso e per il trionfo delle fortune nazionali.

      CONTRO LE DEGENERAZIONI DELLE LOTTE OPERAIE

      I Fasci di Combattimento preoccupati di favorire l’elevamento morale del proletariato e di concorrere alla creazione di una coscienza autonoma dell’organizzazione sindacale, ritengono loro dovere di mantenersi in una attitudine di severa opposizione di fronte a quelle battaglie operaie nelle quali i motivi d’ordine puramente economico siano sopraffatti e mistificati da speculazioni di bassa demagogia.

      IL PROBLEMA DEL REGIME

      Per i Fasci di Combattimento la questione del regime è subordinata agli interessi morali e materiali presenti e futuri della Nazione, intesa nella realtà attuale e nel suo divenire storico; per questo essi non hanno alcuna pregiudiziale pro e contro le attuali istituzioni.

      I NOSTRI POSTULATI DI CARATTERE FINANZIARIO

        a) una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze, da pagarsi in un termine di tempo assai breve;
        b) il sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l’abolizione di tutte le mense vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi;
        c) la revisione di tutti i contratti di forniture di guerra, ed il sequestro dei sopra profitti di guerra lasciati improduttivi.

      NOI VOGLIAMI I FASCI E L'ORGANIZZAZIONE OPERAIA

      I Fasci manifestano la loro simpatia ed il proposito di aiutare ogni iniziativa di quei gruppi di minoranza del proletariato che sanno armonizzare la difesa della classe coll’interesse della Nazione. E nei riguardi della tattica sindacale consigliano il proletariato di servirsi, senza predilezioni particolari e senza esclusivismi aprioristici, di tutte le forme di lotta e di conquista che assicurino lo sviluppo della collettività ed il benessere dei singoli produttori.

      PER UNA ECONOMIA DI MASSIMA PRODUZIONE

      I Fasci di Combattimento, di fronte ai progetti teologici di ricostruzione a base di economia pregiudizialmente collettivistica, si pongono sul terreno della realtà che non consente un tipo unico di autonomia e si dichiarano tendenzialmente favorevoli a quelle forme – siano esse individualistiche, collettivistiche o di qualche altro tipo – che garentiscano il massimo di produzione e il massimo di benessere.

         LE NOSTRE RIVENDICAZIONI IN DIFESA DEL PROLETARIATO

        a) la sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore;
        b) una rappresentanza dei lavoratori nel funzionamento dell’industria limitato nei riguardi del personale;
        c) l’affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici;
        d) la formazione di consigli nazionali tecnici del lavoro, costituito dai rappresentanti dell’industria, dell’agricoltura e dei trasporti, del lavoro intellettuale, dell’igiene sociale, delle comunicazioni, ecc., eletti dalle collettività professionali di mestieri con poteri legislativi.

     PER IL PROBLEMA MILITARE
     

     I Fasci di Combattimento chiedono l’istituzione di una milizia nazionale con brevi periodi di istruzione e con compiti difensivi; l’accoglimento immediato di tutte le rivendicazioni avanzate dalle Associazioni di ex?combattenti e di mutilati, verso i quali deve affermarsi in modo indubbio e tangibile la gratitudine della Patria.

     I MEZZI DI LOTTA DEI FASCI DI COMBATTIMENTO

     Per la tattica da adottare in difesa del programma sopra enunciato, i Fasci Italiani di Combattimento mantengono il contatto e l’accordo caso per caso, con tutti quei gruppi e partiti che si battono sullo stesso terreno di opposizione antidemagogica, antiburocratica, antiplutocratica, e di creazione di tutte le forze ricostruttrici del Paese.