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FILIPPO BRUNELLESCHI
"Lo Spazio"
di Marco Maggioni





Marco Maggioni
un esperto di orientamento al MANAGEMENT

 

LUI - posso farti subito una domanda a bruciapelo!? A te, storica dell'arte

LEI - fai pure, spero di essere all'altezza delle tue sempre acute osservazioni

LUI - che fai, prendi in giro? Volevo chiederti questo: ha senso dire che il Rinascimento ha un inizio?

LEI - cosa vuoi dire

LUI - che cioè un bel giorno qualcuno si è alzato un pò più acuto del solito e voilà, inventa il Rinascimento

LEI - beh, no...

LUI - dico questo scusa perché così sembra nel leggere alcuni storici dell'arte, a cominciare da Giorgio Vasari

LEI - sì, però il Vasari visse nella metà del '500 in pieno fulgore del cosiddetto Rinascimento e, tra parentesi, fu proprio lui a coniare la parola.voleva glorificare un periodo, così lo ha esaltato dandogli date, nomi precisi

LUI - comunque non fu solo lui...mi chiedo che senso ha etichettare un periodo storico e stabilirne le origini assolute

LEI- hai perfettamente ragione, lo sviluppo di queste puntate vogliono essere proprio la dimostrazione che non è mai facile distinguere gli inizi di un cambiamento di tal genere, se lo si fa è solo per comodità, di tipo didascalico, per semplificare

LUI - di fatto è solo pigrizia mentale .....il rischio è di banalizzare tutto

LEI - Per carità, è indubbio per esempio che la pittura italiana del Quattrocento consente di studiare le basi della rappresentazione plastica dello spazio....

LUI - che del resto per i quattro secoli successivi ha risposto a tutte le esigenze figurative della civiltà occidentale. non è poco!

LEI - ...ma da qui a stabilire paletti ce ne passa

LUI - Se vogliamo essere precisi, al massimo si può dire che secondo la critica tradizionale il grande movimento artistico del principio del secoloXV è opera di tre fiorentini: Brunelleschi, Donatello e Masaccio, assieme al matematico e memorialista Manetti e.....

LEI - e non dimentichiamo il precursore Giotto di cui abbiamo già ampiamente parlato nella puntata precedente

LUI - certo!

LEI - Quindi già vedi che il periodo di cui trattiamo si estende nell'arco di due secoli e....

LUI - e se includiamo pure il '500, per lo meno la prima metà, ecco che si può dire che il rinascimento riguarda quasi tre secoli della nostra storia

LEI - anche se è vero che ogni invenzione può nascere all'improvviso, ma di fatto produce i suoi frutti molto lentamente

LUI - facciamo un esempio pratico, ti va?

LEI - altroché, volentieri. Facciamo l'esempio del vuoto

LUI - del vuoto?

LEI - sì. Tu sai che il vuoto si può misurare?

LUI - beh sì ma.. no, non so.. in che senso

LEI - ecco, nel Quattrocento gruppi di artisti e di scienziati, a seguito di ricerche già avviate nel medioevo, hanno scoperto che non solo le cose, la materia, ma anche il vuoto può essere misurato, tra lo spazio e le cose esiste una sorta di complicità, una relazione misurabile, bè, questa scoperta ha avuto conseguenze incalcolabili

LUI - già, anche se a noi oggi sembra ovvio, ma allora no, non lo era affatto, è vero....ha dato luogo non solo a una nuova pittura e a una nuova architettura, ma a una nuova società. di fatto a un nuovo mondo

LEI - e indovina chi per primo con decisione e grande sintesi realizzò i nuovi principi estetici? nessuna opera pittorica aveva fatto tanto fino ad allora, siamo agli inizi del 400, ti do un aiuto, non ti dice niente una cupola...niente può essere paragonato all'importanza della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze

LUI - ho capito di chi vuoi parlare oggi, colui che ha introdotto per primo una nuova concezione estetica dello spazio, la prima figura di architetto come lo intendiamo oggi, ser Filippo Brunelleschi !

LEI - proprio lui, e per entrare subito nel tema, vorrei concentrarmi sulla sua opera che più di ogni altra lo caratterizza come architetto moderno

LUI - la cupola appunto

LEI - la quale del resto è la sintesi della sua concezione formale, tecnica e scientifica dello spazio

LUI - se si legge la sua biografia sembra che sia stato ossessionato dalla presenza di un suo rivale, il Ghiberti, se lo trova sempre tra i piedi, fina dalle prime mosse, prima quando era scultore, poi come architetto, per ben due volte..

LEI - considera che allora, come oggi del resto, si usava fare concorsi per la realizzazione di grandi opere pubbliche, poiché la committenza era spesso pubblica

LUI - e il suo maggior rivale era lui il Ghiberti, vero? che del resto era già famoso, le formelle del portone del Battistero di San Giovanni sono sue

LEI - Brunelleschi, si formò come orafo e scultore in una tipica bottega fiorentina, poi si fece notare nel 1401 vincendo appunto ex equo con Lorenzo Ghiberti il concorso per la seconda porta del Battistero di Firenze. La commissione però alla fine fu affidata al Ghiberti

LUI - una informazione agli ascoltatori: per chi volesse ammirare e confrontare le formelle in bronzo con la rappresentazione del "sacrificio di Isacco" presentate in gara dai due artisti, sono oggi esposte, affiancate, al Museo del Bargello. ma vogliamo individuare le differenze tra i due grandi rivali ?

LEI - Innanzitutto le uguaglianze: tanto il Ghiberti che Brunelleschi sono per un ritorno all'antico, hanno una cultura umanistica e storicistica, tuttavia le loro posizioni sono ben distanti. Il Ghiberti ad esempio, nella sua formella elenca tutti gli elementi del racconto biblico, Isacco, Abramo, l'ara, l'angelo, l'ariete, i servi, l'asino, la montagna

LUI - è descrittivo, vuoi dire!

LEI - sì, dà una interpretazione allegorica al fatto storico, non rappresenta un dramma, evoca più che altro un antico rito sacrificale. L'evento descritto da Brunelleschi è più dinamico, più rapido

LUI - come più rapido?

LEI - nel senso del colpo d'occhio, è più immediato il senso che vuole dare, gli atti e le forme delle figure sono simultanei, partecipano ad un unico moto

LUI - Insomma qual è più rivoluzionario?

LEI - Indubbiamente quello di Brunelleschi. Lo spazio di Ghiberti è uno spazio naturale in cui accade un certo fatto. Il Brunelleschi elimina lo spazio naturale, fa il vuoto. E nel vuoto costruisce uno spazio nuovo con i corpi, i gesti, l'azione delle persone

LUI - ecco, ora ho capito il discorso del vuoto: è uno spazio a disposizione di ciò che ci vuoi mettere, in pratica, scusa il ragionamento terra terra...ma per capirsi!

LEI - figurati ! ma è proprio così, sono le figure, gli oggetti, le strutture che determinano lo spazio, non viceversa!

LUI - E di questo nuovo spazio sarà lui, il maestro, a definirne poco dopo le regole. sarà la prospettiva, insomma, vero?

LEI - esatto! in questo rilievo bronzeo già c'è l'intuizione... di uno spazio non-naturale, di fatti più che di cose, pensato come la dimensione dell'agire storico

LUI - che vuol dire agire storico?

LEI - significa rendere emblematico un fatto, dargli cioè un senso e un nesso che va al di là di quello che si vede, è rappresentativo di un significato che l'artista vuole dare. C'è una consapevolezza dell'artista ora, prima non c'era, non c'era perché non serviva

LUI - beh! È basilare quello che dici, significa che prima c'era conformismo, era tutto più prevedibile, perché accettato, condiviso...

LEI - ora, nel 400, si sente invece l'esigenza di prendere possesso della storia, di farne parte... grazie alla espressione artistica, all'opera

LUI - l'artista diventa artefice della storia, insomma ?

LEI - è così, ma ora diamo ai nostri ascoltatori due dati biografici di questo grande personaggio

LUI - bene. Filippo Brunelleschi nacque nel 1377 e morì nel 1446 a 69 anni. Come molti altri grandi artisti dell'inizio del 400 cominciò col fare pratica come orafo e nel 1404 fu immatricolato nell'Arte degli orafi a Firenze. Prima di allora aveva già lavorato come scultore, aveva infatti partecipato al concorso bandito nel 1401 per l'assegnazione delle nuove porte del Battistero

LEI - che come abbiamo già detto fu vinto dal Ghiberti

LUI - ho letto che Brunelleschi, non appena seppe di essere stato sconfitto, indispettito se ne andò a Roma con Donatello, suo grande amico

LEI - i soggiorni romani del Brunelleschi sono molto importanti, non c'è dubbio che fu lo studio diretto delle rovine di Roma, dei princìpi costruttivi dei romani, a fargli escogitare un sistema per coprire la superficie della cupola del Duomo. impresa ciclopica, ha reso il suo nome immortale a Firenze

LUI - e non solo a Firenze. E' certo che lui fu il primo ad analizzare e capire il sistema strutturale dell'architettura classica

LEI - che applicò alle esigenze moderne

LUI - alla costruzione della cupola di S. Maria del Fiore, soprattutto. Ecco, parliamo di questa grande impresa del suo ingegno!

LEI - si deve capire che nessun altro nel 400 avrebbe potuto compiere una impresa ingegneristica di tale portata. E sai che ti dico, facciamoci raccontare questa avventura dal protagonista in persona, che ne dici?

LUI - magnifico, dai, come si fa?

LEI - facile, basta pensarlo

LUI - è sufficiente l'intenzione di chiamarlo? Bene io lo penso e lo chiamo. Pronto, maestro sei in linea?

BRUNELLESCHI - si, sono qua, ho seguito i vostri discorsi e mi trovano quasi del tutto d'accordo, se non per un piccolo particolare

LUI - aia!

BRUNELLESCHI - no, non è grave. Io non ce l'avevo col Ghiberti, anche se aveva un carattere piuttosto angoloso. Era pure un pò presuntuosetto, se devo essere sincero.. È che... ero convinto di stare dalla parte del giusto

LUI - anche tu, maestro!

BRUNELLESCHI - anch'io cosa?

LUI - no, no, scusa, è che abbiamo sentito recentemente un altro che diceva di stare nel giusto, vero cara?

LEI - sì, ma fai continuare il maestro

BRUNELLESCHI - chiaro! Sta nel giusto chi è sicuro di quello che fa! Semplice. Ma i committenti, dicevo, non hanno capito subito le mie novità. del resto mi sono rifatto in seguito quando l'ho vinto io....

LUI - meno male!

BRUNELLESCHI - .... il concorso per la cupola della cattedrale. Piuttosto proprio di questo mi pare...volete parlare

LEI - sì, per noi che la vediamo con gli occhi di tanti secoli dopo, sappiamo quanta importanza abbia avuto la tua opera. lo sviluppo della concezione dello spazio nell'arte fino ai nostri giorni lo dobbiamo a te....altro che giusto!

BRUNELLESCHI - va bene, ne prendo atto, ad essere sinceri un pò lo prevedevo questo sviluppo. innanzi tutto sappiate che la fabbrica del Duomo di Firenze ha una storia lunga 150 anni. noi fiorentini volevamo dimostrare la nostra superiorità culturale, era importante sapete, nei confronti di Siena, Lucca e Pisa. ai miei tempi non si scherzava mica, si stava sempre in guerra l'un contro l'altro! fu così che si volle alzare una cupola di circa 43 metri di diametro. dovevamo tirar su niente meno che il simbolo di Firenze, la cupola della cattedrale! Eravamo tutti consapevoli delle difficoltà tecniche che comportava. dopo il lavoro egregio di Arnolfo di Cambio, che nella fine del 200 ha ideato e iniziato la cattedrale, ora, al principio del 400, si trattava di decidere se completare l'opera iniziata seguendo il suo progetto originario, oppure fare una cosa completamente diversa, più vicina allo spirito del tempo, diciamo

LUI - e così visto che ti dettero carta bianca non ti sei attenuto al modello antico, e hai scelto la soluzione storicistica

BRUNELLESCHI - come? Che intendi con storicistica?

LUI - bè, è una espressione di loro specialisti, l'ho imparata anch'io poco fa, gli storici dell'arte che son venuti dopo di te...ne dicono tante di cose!

LEI - In parole povere intendiamo dire che con la tua cupola, la forma che hai dato alla cupola di Santa Maria del Fiore, non ha il compito di adeguarsi allo spazio naturale, non si uniforma ad esso, come avveniva prima, ma definisce e propone uno spazio tutto umano, progettato, pensato dall'uomo

LUI - lo spazio umano si impone sullo spazio di natura

BRUNELLESCHI - in sostanza ho inteso edificare una cupola che fosse una sintesi delle culture precedenti, culture visibili nell'impianto della chiesa, del basamento, cose già costruite, preesistenti, e proporre una concezione costruttiva che prima non si era mai vista. voi la chiamate nuova prospettiva storica ? bene. Può essere vero. ma sapete io sono una persona molto pratica, è vero che ho studiato molto, ho imparato tutto da Vitruvio, il grande architetto dell'imperatore Augusto

LUI - scrisse il primo trattato sull'architettura della storia, e si era nel I secolo avanti Cristo!

BRUNELLESCHI - si, ma io, non ho fatto altro che risolvere alcuni problemi pratici con l'obiettivo di realizzare qualcosa di comprensibile a tutti

LUI - ma come! adesso è troppo modesto maestro!

LEI - quali sono state le difficoltà nella costruzione della cupola?

BRUNELLESCHI - La cupola non poteva essere costruita con i mezzi tecnici a disposizione. Voi saprete che una cupola mentre la si costruisce deve essere sorretta da un sistema di strutture in legno che si chiamano cèntine, fino alla chiusura in cima con la chiave di volta, che è una sorta di tappo

LUI - si chiamano ancora così, in carpenteria, cèntine, e anche chiave di volta

BR. - ecco, allora non si potevano fare cèntine così grandi. Certamente in epoca in cui fu costruito il basamento c'erano a Firenze carpentieri in grado di realizzarle. Ma, finito il tempo delle grandi costruzioni e badando soprattutto nel trecento alle finezze decorative, le maestranze preparate a compiti così impegnativi erano quasi scomparse

LUI - e così ti inventi una nuova tecnica

LEI - per permettere appunto alla cupola di autosostenersi nel corso della costruzione

BRUNELLESCHI - già! La difficoltà era quella! Tutto mi fu chiaro quando capii il modo di lavorare degli antichi romani, sapete a Roma passavo giornate intere sulle rovine, facevo calcoli, misure, rilievi, ne sa qualcosa il mio amico Donatello, che ogni tanto mi dava pure una mano...anche se era difficile distoglierlo dalle sue statue...

LEI - è vero anche però che poi tu attui una forma molto diversa da quella delle cupole a calotta romane, quelle sono emisferiche, come il Pantheon ad esempio, la tua è a sesto acuto, un'altra cosa completamente!

LUI - a sesto acuto. Scusate se spiego. significa questo: se si seziona la cupola in verticale la curva che si vede non si inserisce comodamente in un triangolo coi lati uguali, isoscele, come il Pantheon appunto, ma in un triangolo acuto

BRUNELLESCHI - sì, da una parte le difficoltà tecniche, dall'altra le mie esigenze espressive mi hanno portato a concepire quella forma così originale per il mio tempo

LUI - Maestro, è vero che un'aria di mistero avvolgeva questa impresa? se è vero che il Vasari nel 500 nella tua biografia racconta che fu avanzata con serietà una proposta, riempire di terra l'intera tribuna sotto la cupola, una montagna di terra! su cui costruire, appoggiandola, la cupola stessa

BR. - Baggianate!

LUI - addirittura si pensò come rimuovere la terra a lavoro finito, si voleva ricorrere all'espediente di metterci in mezzo delle monete, così che i bambini fiorentini, per impadronirsene, l'avrebbero completamente svuotata

BR. - ah! Vedete, sicuramente qualche sprovveduto può anche aver fatto una proposta del genere, ma questo vi fa capire però quanto fervore e interesse c'era intorno all'opera, ognuno diceva la sua, ognuno voleva contribuire alla buona riuscita della costruzione della cupola

LUI - e tu per fortuna, hai detto la tua, eccome! Ma come andò in pratica?

BR. - Nel concorso del 1420, sia io che il Ghiberti presentammo un modello e fummo eletti tutti e due provveditori alla costruzione della cupola

LUI - che poi in un secondo momento fu assegnata del tutto a te

BRUNELLESCHI - sì. vi racconto. uno dei problemi, oltre a quello della impossibilità di adoperare le cèntine, era quello della esistenza di un tamburo sopra l'ottagono alla base della cupola

LUI - attenzione! Non si tratta di un tamburo a percussione

LEI - ma dai!

LUI - meglio essere chiari coi nostri ascoltatori, no? Non sono mica tutti architetti! Si tratta di quella struttura a pianta cilindrica o poligonale su cui si imposta la calotta della cupola

BRUNELLESCHI - ecco, il tamburo, non avendo sostegni esterni, qualsiasi peso poggiato su di esso avrebbe esercitato una spinta laterale, sia pur minima, inoltre lo stesso peso inerte della cupola avrebbe frantumato il tamburo. Certo, in un edificio gotico queste difficoltà si sarebbero superate, bastava costruire degli archi rampanti che assorbivano le spinte, così si usava. Ma era inaccettabile qui, non solo per motivi estetici, ma anche strutturali. Non rimaneva che una soluzione, quella di costruire una cupola a sesto acuto sostenuta da costoloni con una intelaiatura intermedia della massima leggerezza, sapete, per non appesantire troppo il tutto. Seguite?

LEI - certo maestro, in pratica vi sono otto costoloni maggiori che nascono dagli angoli dell'ottagono e sedici costoloni minori sistemati a coppie tra ogni paio di costoloni maggiori. È così, no?

LUI - beati a voi, mi stanno confondendo tutti questi costoloni

BRUNELLESCHI - sì, naturalmente ho preso spunto dal Battistero lì vicino, anche lui è un ottagono a cupola emisferica con otto piu sedici costoloni. Una struttura di influenza romana, del V secolo

LEI - certo la tua soluzione Maestro fu geniale. La cupola è a doppia calotta

LUI - una dentro l'altra!

LEI - ...per preservarla, come hai scritto tu stesso, "dalla umidità e conferirle maggiore magnificenza". Ed è ovviamente uno dei modi con cui hai ridotto in modo considerevole il peso. Eliminato così uno dei due problemi

BRUNELLESCHI - Esatto, non solo! Col sistema a due calotte ho risolto un problema di proporzioni, quindi di prospettiva. Fateci caso! La calotta interna, piu piccola, è proporzionata e calibrata con tutto l'ambiente interno, con le navate, l'abside ecc, quella esterna, invece, doveva entrare in armonia con gli elementi urbani esterni e quindi ha una dimensione in linea con questa esigenza

LUI - miracoloso! Un equilibrio perfetto

BRUNELLESCHI - Sì, può darsi! Nel 1425 la costruzione aveva raggiunto quasi un terzo della sua altezza, ossia il punto in cui la curva comincia a piegare sensibilmente verso l'interno sollevando grossi problemi a causa della assenza della cèntina. Nel lungo memorandum che avevo sottoposto ai sovrintendenti alla fabbrica prima dell'inizio dei lavori, mi ero fatto dare carta bianca facendo presente in anticipo che in un'impresa del genere soltanto la messa in pratica avrebbe rivelato cosa fosse necessario. Nel caso specifico, apportai una unica modifica di rilievo, ho sostituito nelle parti superiori la pietra con più leggeri mattoni. Per il resto, escogitai tutta una serie di nuovi espedienti meccanici, come gru e macchine per il trasporto dei blocchi di pietra

LUI - Si dice anche che organizzasti una vera e propria mensa a quota elevata per evitare che gli uomini, costretti a scendere per consumare i pasti, perdessero tempo, è vero?

BRUNELLESCHI - è vero sì, avevo fatto allestire addirittura una cucina, c'era pure il forno

LUI - a quell'altezza

BRUNELLESCHI - sicuro!. avete idea quanto tempo si sarebbe perso a scendere e salire a quelle altezze, con tutte quelle impalcature, le imbracature, figurarsi!

LEI - dicci ora come hai risolto il problema che sembrava insolubile, quello della cèntina

BRUNELLESCHI - semplice! costruii la cupola col procedimento degli strati orizzontali. Ogni strato veniva allineato sul precedente in maniera tale che fosse autoportante e sufficientemente robusto da sorreggere il lavoro che sarebbe stato eseguito sul corso successivo finché l'anello non fosse stato chiuso, e una volta chiuso fosse in grado di sostenere lo strato successivo ancora. E così via

LUI - geniale! In parte quindi hai applicato il sistema usato dai romani, quello a spina di pesce

BRUNELLESCHI - sì, grazie allo studio delle antiche costruzioni romane . ho messo a frutto i miei soggiorni a Roma, no?

LUI - altroché, a noi sembra incredibile, ma una cosa è certa, per un millennio nessuno aveva veramente capito o per lo meno cercato di capire come fossero state innalzate le enormi volte e le cupole romane. Non è strano? e tu, Maestro, hai trovato la soluzione vagando fra le rovine ponendoti domande che nessuno in quel tempo si era perfino sognato di formulare

BRUNELLESCHI - niente di speciale, basta stare attenti, avere attitudine alla ricerca, fare bene i calcoli, e avere un'idea precisa in mente. Ma vorrei completare, se permettete

LEI - prego, prego

BRUNELLESCHI - Quando la cupola vera e propria fu completata, ci fu un altro problema da risolvere. i costoloni convergevano verso un anello di circa 6 metri di diametro, giusto? E' curioso, ma, nonostante fosse stato necessario mantenere la cupola della massima leggerezza, le forze che agivano su questo anello erano tali che gli stessi costoloni tendevano a piegarsi verso l'esterno sui propri fianchi. insomma sarebbe stato un disastro, l'anello si sarebbe spalancato e patatrac tutto giù

LUI - affascinante, e come hai risolto?

BRUNELLESCHI - la lanterna! La lanterna ha la funzione di fare da tappo alla cupola? Sì, quindi bastava farla più pesante del solito, quel tanto da contenere le forze contrarie. Semplice

LUI - e per l'ennesima volta anche in questa occasione ti sei trovato tra i piedi il buon Ghiberti, mi pare

BRUNELLESCHI - eccome, partecipò anche lui al concorso per la costruzione della lanterna

LEI - sappiamo che la vincesti tu e mi sembra giusto, ma non è strano? Non era più logico affidare automaticamente a te la continuazione dei lavori, visto che ne eri il responsabile?

BRUNELLESCHI - Mah! Sarebbe logico anche a me e lo era anche ai miei tempi, sapete, ma, vedete, io ero un personaggio, modestamente, piuttosto in vista...ormai suscitavo invidie, gli interessi erano tanti.. e quindi i tentativi di contrastarmi erano parecchi

LUI - di fatto la forza delle idee prevale poi su tutto...prima o poi, no?...Maestro, Maestro, ser Brunelleschi, mi sente?

LEI - se ne è andato, datti pace, se ne è andato

LUI - ma così, di punto in bianco...sembrano meteore

VOCE - scusate, scusate se mi intrometto

LUI - ah! Eccolo, vedi?

LEI - no, non sembra lui

VOCE - visto che mi avete evocato prima, anche se ho ricevuto solo critiche, ma io le rispetto le critiche, per carità, sennò che critico sarei, io!

LUI - vuoi vedere che è lui...

LEI - sì sembra proprio lui, è il Vasari, il primo storico dell'arte dell'occidente

VASARI - posso dire la mia, il discorso mi interessa particolarmente e in fondo io sono vissuto poco dopo ser Brunelleschi, ho qualche diritto in più, rispetto a voi, mi pare, no?

LEI - ma certo, maestro Vasari, per noi è un piacere sentire i tuoi argomenti in viva voce. Cosa volevi aggiungere a quanto detto

VASARI - più che aggiungere, ribadire! Vedete, la cupola del Brunelleschi è una forma nuova inventata da un artista che ha approfonditol'esperienza storica dell'antico, non è più l'espressione collettiva o corale del sentimento religioso della comunità, ma l'espressione individuale di un artista che interpreta il sentimento collettivo, allo stesso modo che in politica il signore sostiene di interpretare gli interessi del popolo. Fino a qui ci siamo, no?

LUI - mica tanto! Parla come te, cara, certo voi critici e storici dell'arte, avete un modo..

LEI - su, dai non disturbare

VASARI - volevo dire che c'era una consapevolezza dell'artista che prima non c'era

LUI - vedi? Ci vuole così poco per farsi capire!

VASARI - mi lasci dire ora?

LUI - certo, certo, scusami tanto, ma sai, è che non siamo solo noi, io tu e lei...vaglielo a far capire!

VASARI - la città, nel '400, non è più il libero Comune per cui Arnolfo da Cambio aveva ideato la cattedrale. E' un centro di un piccolo stato. La cupola insomma è il perno dei quartieri e delle vie della città, domina e caratterizza il paesaggio urbano. Dovete poi ricordare che Firenze fu il primo paese in Europa investito da una vera e propria ricchezza, e voi mi insegnate che la ricchezza vuole glorificare se stessa. E in che modo? Prevalentemente elevando monumenti duraturi, solenni. Ecco quindi fiorire l'architettura. il superamento del gotico compiuto dagli architetti italiani è forse la più grande impresa architettonica di tutti i tempi

LUI - ma ci stai facendo una vera lezione.. e pure gratis, vero? grazie

VASARI - mi è sempre piaciuto pontificare. L'architettura italiana del Rinascimento sopprime la differenza artistica tra il paganesimo platonico e il cristianesimo gotico, ricostituisce una specie di...di universalità superiore, che comprende l'antichità classica e la modernità cristiana..

LUI - beh ma a questo ci aveva già pensato Giotto, lo abbiamo sentito proprio ieri, in diretta pure lui...

VASARI - non c'è dubbio che Giotto abbia dato il via, per questo è così importante. Volevo dire che, tornati allo stile classico di mille anni fa, da questo momento lo stile gotico è relegato in secondo piano in tutta Europa, e l'Italia è ridiventata il grande centro artistico del mondo occidentale e ha ripreso la bacchetta del comando come aveva fatto al tempo dei cesari. Mi seguite?

LEI - sì certo., l'essenziale è che ti seguano i nostri ascoltatori

LUI - .. dicci piuttosto qualcosa di più concreto, sul Brunelleschi, visto che era molto più vicino a te, e chissà quanto piccole informazioni hai di prima mano

VASARI - hai ragione. sai, io lo vedo nell'ottica di chi un secolo dopo vede le conseguenze che la sua opera ha avuto nella nostra cultura, mi sono lasciato prendere dall'entusiasmo, perdonatemi, ma di fatto, per essere pratici, il lavoro fu affidato a Brunelleschi non perché avesse presentato un modello di cupola dalla forma particolarmente avvincente, e migliore degli altri, ma in quanto aveva fornito un coerente piano di lavoro per la sua costruzione

LUI - oh, come si fa tutt'oggi da noi! ora sì che si fa interessante, ci puoi dire qualcosa sulle sue trovate tecniche e organizzative

VASARI - altro che trovate, vere proprie invenzioni sono! Brunelleschi trovò soluzioni a mille e mille quesiti di tipo pratico, destando la meraviglia dei suoi contemporanei

LUI - facci qualche esempio, per favore

VASARI - d'accordo. Sembrano inezie, ma vi fa capire il personaggio: ha organizzato, per esempio, un sistema di illuminazione delle scale e dei corridoi che corrono, a vari livelli, tra l'involucro interno e quello esterno della cupola. vi ha messo dei punti d'appoggio in ferro perché fosse più agevole salire e percorrere quei cunicoli; ha disposto i punti di sostegno per i ponteggi futuri, di chi eventualmente, avesse voluto un giorno decorare con pitture o mosaici la calotta interna, come in effetti avvenne

LUI - ancora, ancora

VASARI - Ha progettato un elaborato sistema di scolo delle acque piovane; all'esterno, ha persino previsto buche e diverse aperture, affinché i venti si rompano, e i vapori insieme con i terremoti non possano far danno

LUI - ha pensato pure ai terremoti! Grandioso quest'uomo, mi piace sempre di più

VASARI - Andava di persona alle fornaci per controllare che gli venissero forniti mattoni privi di difetti; sceglieva le pietre una ad una, assicurandosi che non fossero crepate. Forniva agli scalpellini modelli in legno o cera, e perfino intagliandoli nelle rape

LUI - le rape??

VASARI - sì le rape, quelle che si mangiano! mostrava agli artigiani come andavano scolpiti gli incastri per fissare una pietra all'altra

LUI - con modellini di rapa!!

VASARI - sì. Oltre all'invenzione di argani, carrucole, tiraggi speciali, macchine per il sollevamento di grandi pesi

LUI - accidenti, basta, basta, ci hai convinto.. del resto lo sapevamo già. Brunelleschi fu un grande. Confermo. Magari un pò pignolo..

LEI - se non fosse stato pignolo non staremmo forse a parlare di lui, oggi! insomma, dopo sedici anni di intenso lavoro la cupola fu consacrata solennemente il 25 marzo 1436 da papa Eugenio IV. Da un punto di vista simbolico-religioso la Cupola rappresentava la corona trionfale della Madonna cui era dedicato il duomo fiorentino. Così si diceva. Ma ben più importante era il significato terreno, sociale e politico dell'opera. Che ne pensi maestro

VASARI - ribadisco. E' l'emblema di una città che si sta espandendo, territorialmente e culturalmente. la cupola s'innalza, con la sua ampia volumetria, sopra i tetti della città medievale. si stacca dal corpo della basilica sottostante, a dimostrazione di un modo nuovo di considerare la storia e lo spazio. Guardiamolo da lontano il cupolone. sullo sfondo i colli fanno cintura attorno alla piana fiorentina. Le sue linee essenziali. Il contrasto tra l'ammattonato rosso delle calotte, i bianchi costoni curvilinei, il suo effetto plastico. Tutto ciò diventa il centro pulsante d'un ampio sistema urbano, domina idealmente l'intera regione. L'effetto avuto sui suoi contemporanei è stato grandioso perché, come ha scritto l'Alberti, sembra "coprire con la sua ombra tutti i popoli toscani"

LEI - comunque si può dire che l'influenza gotica permane, non fosse altro che il basamento è stato costruito in epoca precedente, quindi

VASARI - E' un'opera, sì, ancora legata allo spirito del gotico, è vero, ma frutto di una nuova mentalità. Vedete come è riuscito a ridefinire e riproporzionare l'edificio sottostante. Con la sistemazione dell'interno ha messo in pratica le nuove teorie della prospettiva, con l'esterno ridisegna il territorio circostante. in questo senso possiamo parlare di un'opera rinascimentale, come ci dimostra anche la nuova centralità dell'architetto come professionista, ideatore e organizzatore di una complessa équipe di esecutori. .. per voi oggi sembra ovvio che ogni costruzione debba necessariamente essere il risultato delle fatiche di un architetto. Ma allora no, il medioevo non conobbe l'architetto nel senso moderno della parola. I loro architetti erano semplici capomastri più bravi degli altri, sapevano farsi ubbidire, conoscevano l'aritmetica abbastanza per non sbagliarsi troppo nelle paghe, e nel ricavarne i propri profitti. Quando un capomastro riusciva ad emergere tra i suoi colleghi, veniva promosso sovrintendente alle opere, poniamo della cattedrale. Guadagnava di più, ma il suo stato sociale rimaneva tale e quale a quello dell'ultimo imbianchino delle sue squadre. continuava a vivere la stessa vita loro, ed era ubbidito solo perché riconosciuto più bravo di tutti, o perché si sapeva che era sempre il primo a collaudare di persona la solidità delle impalcature pericolose, e che non vi era particolare attinente all'edilizia, che egli non conoscesse meglio dei suoi dipendenti. Ma nel rinascimento questa situazione cambia. L'architetto più che un costruttore è considerato un artista. l'architetto cessa di pensare nei termini dell'Onnipotente alla cui maggior gloria stava erigendo un nuovo tempio, e si mette a pensare unicamente nei termini delle regole che disciplinano lo stile classico. Regole che sono state descritte nei dieci libri sull'architettura scritti dal grande Vitruvio, sovrintendente di Augusto imperatore a tutta l'edilizia romana civile e militare, il quale Vitruvio, dopo una incresciosa assenza di quasi quindici secoli, è ora resuscitato grazie alla scoperta dei suoi testi, nel monastero di San Gallo, in Svizzera. Ora la creazione dell'opera nasce dall'esperienza storica e dall'invenzione tecnica di un uomo che traccia un progetto e dirige dall'alto, da un altro piano, l'esecuzione. Così farà Brunelleschi per la cupola, l'opera che lo occupa per quasi tutta la vita. Ed ora vi saluto, che sto scrivendo la vita di Antonio da Sangallo, architetto dei nostri tempi

LUI - amen...che tirata! Non smetteva mai

LEI - certo, si capisce che è uno appassionato

LUI - un po' fanatico..

LEI - del resto lo sarei pure io se avessi avuto la fortuna di vivere in quel periodo

LUI - perché, non ti piace, oggi?

LEI - diciamo che erano tempi interessanti

LUI - ti immagini? Tu cosa saresti stata?

LEI - tu uno che fa troppe domande

LUI - tu sicuramente una rompiscatole, come il Vasari, siete della stessa pasta


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