racconti - stories

 

Appuntamento web
di Pino Misiti



Pino Misiti - Biografia


"Che stronzata! Internet, le chat, quelli che si collegano, quelli che parlano, quelli che scrivono. Che palle, che schifo, che gente. Altro che nuove tecnologie, sembra di stare in una cantina sociale, in un bar di periferia, in una partita a scopa tra sfigati. Che schifo! Se questi stronzi si collegano per cercare qualcosa, è perché nella vita non la trovano, visto che nella vita questi poveracci devono esporsi non solo con le parole, ma con tutto il loro aspetto fisico. Che coglioni, perdenti, infelici! ...Chissà se anche lei è una di queste..."
Valentino era incazzato. In due anni di chat non era riuscito a trovare una sola persona con cui scambiare due parole intelligenti ed intavolare una discussione. Le donne poi... Aveva compilato una statistica secondo la quale il novanta per cento di quelle che si collegavano erano bruttine, l'ottanta per cento avevano problemi di peso e l'ottantacinque avevano entrambi i problemi.
"Ciao. Da dove digiti?" Scrisse Spash_mare12
"Io da Roma e tu?" Rispose Martini_b, ossia Valentino.
"Anch'io da Roma"
"Ah..allora potremmo vederci subito e bere qualcosa, così risparmiamo un sacco di tempo..."
"Come corri..."
"Scherzavo"
"Ah, meno male. Come ti chiami?"
"Sandro" scrisse Valentino "E tu?"
"Marta" scrisse Virginia.
"Come sei?"
"E tu?"
"Ah...l' ho chiesto prima io. Ma se non vuoi rispondere va bene lo stesso eh?"
"Alta un metro e sessant'otto, mora, capelli ricci, neri, occhi celesti"
Quando si descrivevano così, a Valentino sorgeva subito un dubbio: il peso?
Perché non diceva il peso? Lo aveva tralasciato di proposito. Ed allora scrisse :
"Ma tu...come ti consideri?"
"In che senso?"
"Fisicamente, come ti consideri?"
"Carina"
"Sì certo, ma...sei magra, normale o robusta?"
E quella: "Normale...anzi forse un po' formosa..."
"Formosa? Che significa formosa? Che significa per lei formosa?" pensò Valentino e digitò:
"Quanto pesi?"
"Settantacinque chili"
Valentino ebbe l'istinto di spengere il computer, temendo che quella potesse materializzarsi attraverso la tastiera.
"Settantacinque chili?" Pensò "Ed ha il coraggio di definirsi carina e solo un po' formosa! Una donna alta un metro e sessant'otto (e le donne si aumentano sempre la statura) deve pesare al massimo cinquantacinque chili. Questa ne pesa settantacinque, cioè venti in più e venti chili sono un cane di grossa taglia. Ora come lo avrà distribuito questa, un cane di grossa taglia? Dove? In che parte del corpo?"
"Ci sei?" Digitò la ragazza
"Scusa" Scrisse Valentino "ho problemi con il computer, devo disconnettermi" e cliccò sulla scritta cambia stanza per non essere costretto a continuare la conversazione.
La ragazza ideale per Valentino doveva essere alta un metro e sessantotto e pesare cinquantaquattro chili. Ma in chat le cose andavano per le lunghe e prima di poter fare una domanda intima ad una ragazza, cioè quanto pesasse, passavano mesi ed altri ne passavano prima di poter comunicare per telefono. Nella nuova stanza si mise ad osservare i nick dei chatter : Medusa_blu, Mortorio, Maskio_latino, Dolce_sorriso, Guardami_in_cam, Bello_dentro, Fotomodella_ma_povera, Bello_ricco_intrigante...
"Che tristezza questi che si descrivono attraverso i nick. Dolce sorriso che significa? Ma chi se ne frega del sorriso! Magari poi questa sa di avere un bel sorriso e starà a sorridere sempre, come una scema. E quest'altra? Fotomodella_ma_povera... Che vuole che facciamo una colletta? E poi se è povera significa che come fotomodella non è un granché e non lavora mai. Bello_ricco_ intrigante...sì, e stavi qui... Che tristezza. Questi che fingono, questi che si mascherano su internet. Sono adulti che giocano, come facevo io a cinque anni, quando mi dipingevo i baffi con un pennarello, uscivo in strada con la spada di plastica e gridavo di essere Zorro."
Ad un tratto lesse sullo schermo che era entrata nella stanza della chat Yasminejasmine. Conosceva quel nick. Con quella ragazza era in contatto da poche settimane. Ogni volta che si incontravano, scambiavano poche parole e si trovava bene. L'unica con cui si sentiva in sintonia. Non le aveva mai rivolto domande personali per paura di turbare l'armonia che si era venuta a creare. Ma quella volta Valentino decise che era il giorno giusto.
"Ciao Yasmine"
"Ciao Martini_b"
"Come stai?"
"Bene e tu?"
"Bene grazie"
Ecco, il rito era compiuto. Ora bisognava trovare un argomento che potesse trattenere Yasmine il più a lungo possibile davanti la tastiera destando maggior interesse di tutti quelli che le stavano scrivendo in chat e di quelli che la stavano riempiendo di messaggi privati, facendole aprire decine di finestre sullo schermo. Già, perché quel nick gli piaceva. Emanava un profumo di essenze orientali e non era uno di quei nick descrittivi che reclamizzavano se stesse, come Dolce_sorriso o Labbra_carnose. Anche perché se una sbandierava subito di avere labbra carnose, significava che aveva solo quelle e tutto il resto lasciava a desiderare. Comunque con Yasmine in fondo ci aveva parlato abbastanza e forse era venuto il momento di approfondire la conoscenza.
"Scusami, posso farti una domanda, ma non fraintendere eh? Non che a me interessi molto sapere..." Digitò Valentino
"Come sono?" Lo anticipò Yasmine
"Così, tanto per visualizzarti. Ma se non vuoi dirlo non fa niente eh?"
"Sono alta uno e settanta, ho capelli castani, lisci, occhi chiari."
Valentino annotò tutto su un foglietto di carta ed aspettò qualche secondo, poi visto che lei non aggiungeva altro, si preparò a fare la domanda più dolorosa:
"Ma tu... come ti consideri...magra, normale o robusta?"
"Peso cinquantaquattro chili. Diciamo che come taglia sono una quarantadue".
Valentino scrisse e rimase a guardare il foglio, con un sorriso ebete. Poi assunse l'aria di chi la sapeva lunga.
"Ah, quante se ne incontrano che si descrivono così..." pensò "E certo.., tanto non la vedo. Può mica dire di essere alta un metro e quaranta e pesare ottanta chili? Così lo ricorda a se stessa e gli viene un' infarto!"
Un lampo gli solcò la mente.
"Se stessa? E se fosse un uomo? Magari uno che mi conosce e vuole farmi uno scherzo? Oppure semplicemente un gay che vuole essere corteggiato? Ma pensa.... Io che corteggio un uomo e quello si masturba mentre gli dico: vorrei tenerti tra le braccia ed accarezzarti le tette... O sono un gruppo di amici che fanno i coglioni tutti assieme davanti il monitor e magari sono i miei amici, se si possono definire tali quelli che non ti cercano mai e quando ti chiamano, fanno squillare il telefonino una sola volta, in maniera che tu li richiami, accollandoti la telefonata e poi non vedono l'ora di chiudere la conversazione ".
Prese il telefonino dalla scrivania e compose un numero. Fece squillare una volta e riappese.
"No, Enrico non è, la sua linea è libera".
Compose quattro cinque numeri, ma tutti risultavano liberi.
"No, loro non sono. Ma questa si descrive in maniera troppo perfetta. Cretina ...o cretino! Pensa di parlare con uno sprovveduto. Comunque, se vuole prendermi per il culo, non vedrà l'ora di arrivare al sodo ed allora accorciamo i tempi. " e scrisse: "Come ce l' hai le tette?"
"Come?" chiesero dall'altra parte.
"Che misura porti di reggiseno?"
"Ma sei impazzito?"
"Perché?"
"Ma che razza di domande sono?"
"Quelle che portano un uomo ad immaginare com'è il seno di una ragazza"
"Sembri un maniaco"
"Maniaco, io?" Pensò Valentino e si accinse a rispondere, quando vide che Yasminejasmine si era disconnessa e sullo schermo apparve la scritta: l'utente ha abbandonato la conversazione.
"Perché è andato via? Non era quello che cercava? Imbecille... Stare qui a perdere tempo e farlo perdere a me... Ma la gente non ha niente da fare? Tutti sulle chat? E sempre gli stessi poi...Ma sono malati?" Valentino accese una sigaretta e cominciò a riflettere:
" Non è che ho sbagliato io? Magari Yasmine è veramente una ragazza. In fondo... ci parlo da due mesi e me ne sarei accorto se così non fosse. Già, me ne sarei accorto. E che io sono così stupido? Ma perché descriversi in quel modo? Si poteva almeno levare quattro centimetri di altezza o aggiungersi sei chili di peso. Certo, tanto questi parlano parlano e non si incontrano mai... possono descriversi come vogliono. Sembrano un popolo di fantasmi. Che sfigati!" Avvicinò la testa allo schermo
"Questa chi è?" Lesse "Dolcilabbradimiele ... Ce l' ha con me... Che scrive? ...Ciao, ti va di fare sesso virtuale? Sesso virtuale? Ma vaffanculo! Virtuale è un termine che odio. Ma che significa? Che non esiste? Ti va di fare una cosa che non esiste con me? Poveracci!" Poggiò le mani sulla tastiera e digitò:
"Il sesso virtuale non si fa più dal mille novecento settant'otto."
"Come, dal settant'otto?" scrisse quella. "Come è possibile?".
"Lasciamo stare. Ciao." scrisse lui, e cliccò sull'icona controlla email. "Sesso virtuale... Cioè masturbarsi e digitare contemporaneamente, senza mai lavarsi le mani o disinfettare la tastiera. Uhm... sesso virtuale! Quanti di quelli che conosco faranno sesso virtuale? E se io controllo la posta dai loro computer che devo fare? Indossare guanti di lattice?"

A Valentino piaceva parlare da solo, ad alta voce. In fondo con le sue battute divertiva se stesso e riempiva gli spazi che intercorrevano tra l'apertura e la chiusura di un'applicazione del computer.

Sulla casella di posta elettronica trovò quattro email, ma una attirò subito la sua attenzione giacché il mittente era Yasminejasmine. L'aprì e lesse:
"Ma eri tu prima? Perché mi hai fatto quelle domande? Non ti riconosco. Perché nelle chat siete tutti cafoni, bugiardi e tutti cercate sesso? Ti credevo diverso... Yasminejasmine"

"Forse io sono troppo diffidente" Pensò Valentino. "In fondo lei la pensa come me. Non lo so, ma qualcosa mi dice che potrebbe essere sincera. E poi, se fosse proprio come si descrive? Pensa quanto sarei stato imbecille. No no, impossibile. Questa, come tutte le donne, si misura la statura con i tacchi a spillo e magari l'ultima volta che si è pesata è stato cinque anni fa, prima che una lunga malattia la facesse ingrassare di quindici chili."
Eppure Valentino ora era dubbioso. Cominciò a cercarla per tutte le stanze della chat, sperando che si fosse connessa nuovamente, magari con un altro nick. Inutilmente. Rispose allora alla email, scusandosi e sostenendo che accanto a sé aveva un amico che aveva fatto il cretino, digitando al suo posto e lui non era riuscito a fermarlo. Ora che era certo si trattava di una ragazza, doveva assolutamente rivederla. Quel nick cominciò a ronzargli in testa come un'ape. E per far cessare il ronzio, spense il computer.
Era tempo di andare al lavoro ed immergersi come un minatore nella discoteca che il fratello, in vacanza in Brasile prima ed in ospedale dopo, per un intervento ad una verruca sotto il piede, gli aveva lasciato in gestione per sei mesi.
Dal computer della discoteca si ricollegò ancora, giurando a se stesso che non sarebbe entrato sulle chat. Avrebbe solamente risposto alle email dei fornitori e controllata la temperatura nella città di Maceiò, in Brasile, sulla costa nord est, dove sognava di passare tre settimane, tra spiagge con sabbia bianchissima e ragazze che, come gli aveva riferito il fratello, avevano il potere di farti sentire bene, forte, come un re. Ma non riuscì a resistere e scritte un paio di email, si tuffò nelle chat, cercando lei.
Entrò nelle stanze di Economia e Finanza, in quelle di Ancora Single, in quelle di Amore e Relazioni, di Religione, di Viaggi ed Avventure, di Solo Donne, di Sesso1, Sesso 2, Sesso 3, in quelle dello Sport ed in quelle di Società e Culture. Ma niente. In quelle di Religione, una decina di chatter si giuravano morte a vicenda nei modi più truculenti, in quelle di Società e Culture, si litigava su chi fosse la squadra di calcio che meritava lo scudetto, in quelle di Solo Donne, quasi tutti uomini, alcuni con nick femminili, che cercavano di abbordare le due uniche ragazze presenti, come si fa per le strade del centro storico di Roma. In quelle di Sesso 2, Pantekana_Kid e Maskulazzo, si inviavano files per danneggiarsi il computer, mentre Ladradicuoridifficili, una signora attempata, che dichiarava quindici anni di meno, si mostrava in webcam con una maglietta che le copriva appena le tette tonde e dure, rifatte da poco e tutti gli altri che scrivevano o parlavano nel microfono incitandola a togliersi il reggiseno o ad alzarsi la gonna. E lei come una zia indulgente li accontentava, girandosi e tirando su la maglietta come per toglierla, poi la metteva giù e tornava verso la webcam, felice di non aver concesso nulla ma di aver fatto vibrare la stanza che le indirizzava frasi tipo : "Sei fantastica, facci sognare, mostraci il perizoma".

Valentino spense il computer, si alzò dalla scrivania, da un cassetto prese due tappi di cera, li riscaldò nella mano e se li spinse negli orecchi. Aprì la porta dell'ufficio e si immerse nella discoteca, attento ad evitare i colpi di anca dei ballerini che affollavano la pista. Gestore di una discoteca! Lui che non le aveva mai sopportate ed odiava le persone che si muovevano uno di fronte agli altri, con mosse cretine e senza logica.
"Un giorno mi spappoleranno un occhio" pensò, evitando la gomitata di un energumeno ubriaco, che ballava avendo perso il senso dello spazio. E prese in considerazione l'ipotesi di attraversare la pista con un casco da motociclista.
"Ma questi di giorno che fanno? A che ora si svegliano? Perché se fino alle tre del mattino stanno qui è ovvio che domani non lavorano e se non lavorano dove li trovano i soldi che spendono? Spenderanno mica la pensione dei nonni? Come odio le discoteche!" Si avvicinò al bancone del bar e chiese alla cassiera: "Ma la tua amica, quella dei cocktails, non doveva venire stasera?"
"Ha chiamato." rispose Sara "Il suo ragazzo è venuto da Bari e stasera vogliono stare assieme. Può sostituirla Tommaso...".
"No, io dietro il bancone ci voglio una ragazza a fare i cocktails. E' un fatto di immagine. E' un mio pallino" Era da due settimane che cercava una ragazza di bell'aspetto che sapesse destreggiarsi tra miscelatori, colini e shakers. L'unica appena "passabile", si era innamorata ed aveva rinunciato ad un lavoro facile e pagato bene.
"L'amore è stupido" pensò "Si è stupidi quando ci si innamora, si è stupidi quando si ama e si è stupidi quando finisce!" Scuotendo la testa, ordinò un martini bianco e si richiuse nell'ufficio.

Una ragazza dai capelli lunghissimi che scendevano lungo la schiena, fino a lambirle i fianchi, si avvicinò al bancone e guardò uno ad uno gli scaffali scavati nel muro. Era incantata dalle forme delle bottiglie, dalle scritte ed il colore delle etichette, dai tappi di latta, dalle fascette che li sigillavano. A lei l'alcol non piaceva ma aveva imparato nel pub del padre, un italiano che a vent'anni si era trasferito a Recife, a distinguere tra short e long drinks, a dosare succo di lime con zucchero di canna e cachaca oppure vodka con succo di pomodoro, succo di limone, sale, pepe e gocce di tabasco. Come le sarebbe piaciuto stare dietro quel bancone ed agitare lo shaker, che nelle sue mani si sarebbe trasformato nello strumento per una danza esotica. Rimase così qualche minuto, poi salì le scale che la portarono fuori dal locale.
Tre ore dopo Valentino diede ordine di alzare le luci per segnalare che si chiudeva. I clienti pian piano, cominciarono ad abbandonare la discoteca e lui restò solo, a fare il resoconto della giornata: contare gli incassi, controllare l'alcol consumato e le bottiglie da ordinare. Poi, mentre si aggirava tra tavoli sporchi, bicchieri vuoti, pacchetti di sigarette abbandonati a terra, foglietti di carta con numeri di telefono, testimoni di un approccio non riuscito, trovò e raccolse dal pavimento, la tessera di iscrizione ad una associazione turistica studentesca, con tanto di nome: Sheylon Maiolino, ed una foto venuta male di un volto femminile, una di quelle foto che si mettono sui documenti di poco conto. La raccolse e la conservò in uno scomparto della cassa. Era stanco. Voleva solo tornare a casa e dormire, ma nonostante ciò accese di nuovo il computer e si collegò ad internet. Guardò la temperatura a Maceiò (trentatré gradi) e fece un rapido giro sulle chat line. Il tempo di vedere Prigioniero_di_una_fede e A_rota_de_canne che si lanciavano insulti e spense.
Yasminejasmine la incontrò solo due giorni dopo e per timore che, vedendo il suo nick, potesse disconnettersi o cambiare stanza, si precipitò a mandargli il primo messaggio che per la fretta fu pieno di errori di sintassi, poi si riprese:
"E' un vero piacere vederti on line"
"Ciao"
"Senti, scusami per l'altra volta, io..."
"Lo so, ho letto l' email, non preoccuparti"
"Ci credi se ti dico che mi sento uno scemo?"
"Ma tu non hai fatto niente. E' stato il tuo amico no?"
"Lo so, ma mi sento lo stesso in colpa e non so come rimediare, se non con il sentirmi scemo"
Yasmine aveva un debole verso i ragazzi che si flagellavano per rientrare nelle grazie virtuali di una ragazza virtuale. Ah...virtuale. Lei odiava questo termine! Ed avrebbe volentieri votato una legge che puniva con venti frustate tutti coloro che lo usavano.
Il suo ragazzo ideale doveva innanzitutto non pronunciare mai questo parola e poi doveva avere tra i ventisei ed i trent' anni. Lei ne aveva ventidue e gli piacevano quelli un po' più su con l'età, dovevano essere brillanti, spiritosi, magri, li preferiva magrissimi, senza accenni di muscoli, occhi chiari, capelli un po' lunghi, castani, alti attorno al metro e ottanta. Ma non lo cercava nelle chat.
"Sai" riprese Valentino, "io entro in chat così, tanto per fare due chiacchiere, non per cercare qualcosa. Non cerco niente io in chat e non mi sarebbe mai passato per la testa l'idea di chiederti come sei fisicamente".
"Beh è una curiosità legittima, quando ci si conosce da un po'"
"Quindi tu vorresti sapere come sono io allora?"
"Visto che io mi sono descritta, fallo anche tu, così siamo pari. Scherzo eh?" e gli inviò un emoticons (faccina) tonda e sorridente.
"Va bene" Scrisse Valentino "Sono alto un metro e ottanta, occhi chiari, capelli castani, un po' lunghi, peso settanta chili. Vuoi sapere altro?"
"No, anzi sì : come hai le labbra? Piccole o definite?"
"Ho le labbra carnose. Dicono che somiglio a Mick Jagger da giovane"
"Mick Jagger? E chi è? Ah sì, quel cinquant'enne con la faccia grinzosa che canta... Comunque tutti così si descrivono" pensò Yasmine. "Poi, ti mandano una fotografia e scopri che hanno descritto un'altra persona. E se li incontri dal vivo, ti confessano che quella foto l'avevano scattata sei anni fa, prima che un grave incidente di moto li deturpasse. Inoltre gli uomini, dopo i trentacinque anni, mentono tutti sull'età. E questo ne avrà sicuramente più di trentacinque....Se cita Mick Jagger... E poi perché gli ho chiesto delle labbra? Che me ne importa delle labbra? Tanto non lo vedrò mai" E gli venne subito in mente quel cinese di sessant'anni che faceva l'imitatore e che fingendosi un'adolescente, aveva adescato su internet, sei ragazze quattordicenni e le aveva trucidate. " No, io non incontrerei mai nessuno conosciuto in chat. Che gli direi? Dovremmo comunicare scrivendoci bigliettini, per ricreare l'atmosfera..."
"Ci sei?" Scrisse Valentino
"Sembri un bel ragazzo" Rispose Yasmine
"Anche tu sembri bella. Ascolta..." Valentino fu incerto se proseguire
"Che volevi dirmi?"
"No, forse è un'idea stupida"
"Fammela conoscere e se è stupida te lo dico"
"Mi sembra banale, scontata, una di quelle cose su cui i giornali scrivono articoli ed i settimanali fanno inchieste"
"Ora mi hai proprio incuriosita"
"Magari non sarai d'accordo"
"Lascia giudicare a me"
"Va bene: allora...che ne diresti di vederci, anche per un solo caffè, un gelato, in un posto che scegli tu, pieno, anzi affollato di gente. Anche alla Rinascente se vuoi."
"Era questo che volevi dirmi?"
"Sì"
"Uhm... non lo so..."
"Guarda che il nostro non sarebbe un banale incontro di persone che si sono conosciute in chat. Anzi comincio ad odiare anche questa parola...chat...mi ricorda il rumore di una scarpa che sbatte in una pozzanghera"
Yasmine inviò una faccina che si sbellicava dal ridere. Valentino riprese: "Infatti in tanto tempo che parliamo, non ho mai voluto ascoltare la tua voce"
"Neanche io" Scrisse lei.
"Non ho mai voluto vedere una tua foto"
"Neanche io"
"E non ti ho mai chiesto il numero di telefono né ti ho offerto il mio"
"Questo è vero"
"Non ti ho chiesto, e non voglio saperlo, neanche il tuo vero nome. Non credo che ti chiami Yasmine"
"Neanche io ti ho chiesto il tuo e non credo che ti chiami Martini Bruno"
"No, non mi chiamo così"
Tutti pensavano che quel Martini_b volesse dire Martini Bruno. Nessuno aveva intuito che invece significava Martini bianco, l'unica cosa che Valentino riusciva a bere in discoteca, in dosi scarsissime, per non perdere lucidità ed avere sempre la situazione sotto controllo.
"Quando?" Scrisse Yasmine
"Cosa?"
"Quando vorresti che ci incontrassimo?"
"Quando vuoi tu. Un giorno in cui non hai da fare. Lunedì per me andrebbe benissimo"
"Lunedì questo?"
"Sì"
"Ma è domani"
"Bèh, se uno decide di vedersi che differenza fa se è domani o tra una settimana?"
"E' vero, hai ragione. Dove ci vediamo?"
"Decidi tu il posto"
"Alle sei. Fermata Metro di piazza della Repubblica"
"Va bene"
"Anzi no, vicino il cinema"
"Come ci riconosciamo?"
"Bèh, ci siamo descritti no? O non lo ricordi più?"
"Hai ragione. Certo che lo ricordo. Alta uno e settanta, capelli castani, lisci, occhi chiari, cinquantaquattro chili, taglia quarantadue".
"Ma che hai una mia foto davanti?"
"In un certo senso... Quando ti sei descritta ho annotato tutto su un foglio di carta"
"Ah ah... Vuoi sapere una cosa?"
"Dimmi"
"L' ho fatto anch'io"
Valentino gli inviò la faccina gialla e tonda con il sorriso.
Yasmine continuò: "Alto un metro e ottanta, pesi settanta chili, occhi chiari, capelli castani, un po' lunghi, labbra carnose"
"Sei splendida" scrisse Valentino ed inviò la solita faccina con un cuore accanto alle labbra, che equivaleva ad un bacio appassionato.
"Lo so" Rispose Yasmine, inviando la faccina che strizzava l'occhio. "Ora devo chiudere" Aggiunse.
"Aspetta" La fermò Valentino "Ti posso chiedere almeno il nome vero?"
"Ce li diremo domani, quando ci incontreremo." E si disconnesse. Appena uscita dalla chat, cominciò a pensare a voce alta.
"Questo non ha mai voluto ascoltare la mia voce perché così io avrei ascoltato la sua e magari lui ha una voce orrenda. Non mi ha mai chiesto una foto perché avrebbe dovuto mandarmene una sua e forse è calvo ha la pancetta e le sopracciglia bianche e per quello che ne so potrebbe anche essere sposato. Non mi ha mai chiesto il nome, perché magari lui si chiama Tarcisio. E poi perché ogni volta che mi collego lo trovo? Ma sta sempre davanti il computer? Non ha un lavoro? Non ha amici? Non ha una sua vita privata e cerca di crearsene una virtuale?"
E solo per aver pensato quella parola, Yasmine ebbe una contrazione all'addome ed improvvisamente il computer cominciò ad emanare un cattivo odore di plastica bruciata. Dovette spengerlo.

"Questa ha accettato l'appuntamento con troppa facilità" Pensò Valentino entrando in una nuova stanza della chat, appena in tempo per vedere Incazzata_nera giurare di essere un grande hacker e di voler distruggere il computer di Prete_birichino. "Forse non aspettava altro che glielo chiedessi. Che scemo sono stato. Chissà chi mi dovrò sorbire tutto il pomeriggio. Perché il lunedì pomeriggio è libera? Fa la commessa in un parrucchiere? La colf? Sarà anche alta uno e settanta, ma che ne so io? Può avere le gambe lunghe quaranta centimetri ed il busto un metro e trenta. O sarà una depressa che tenta il suicidio tutta la settimana ed il lunedì si riposa. E poi la vedo sempre in chat ... No, questa è una che non ha amici e li cerca dove non possono vederla..., amici virtuali"... A quella parola, solamente pensata, Valentino si arrabbiò.
"L' ho pensata di nuovo, porca miseria. Ma possibile che non riesco a levarmela dalla testa?". Gli venne la nausea che gli causò un accenno di vomito e spense subito il computer. Non si accorse neppure che Yasmine si era già disconnessa. C'erano alcune parole che Valentino odiava con tutta l'anima, parole come: "virtuale", "immaginario collettivo", "interagire" e le persone che sorprendeva a pronunciarle, ai suoi occhi perdevano immediatamente considerazione.

Yasmine era stata fino ad una settimana prima, la corrispondente in Italia di un piccolo quotidiano brasiliano: "La gazzetta di Recife" città sulla costa nord est, dove era nata, ed era spesso su internet ad inviare gli articoli e parlare con le amiche brasiliane. Gli era presa così la passione delle chat. Anzi, se non chattava, la sera non riusciva a dormire. Si collegava, guardava ed ascoltava ciò che gli altri dicevano ed ogni tanto scambiava qualche frase con il primo che riusciva a destargli simpatia, ignorando tutti gli altri, che la assalivano con messaggi tipo: "Sai che hai un bel nick?"... "Ciao principessa, immagino tu sia carina e sexy... "Mi fai felice? Chatti con me?"... "Voglio fare sesso, ti va?"... "Ciao di dove sei?"... "Buonasera, cerco una persona sadomaso...le interessa l'argomento?"... "Toc-toc, ci sei?"... "Ciao posso chiederti una cosa?"... "Ciao, vuoi conoscere una persona interessante?" etc..
Ma l'unico con cui aveva instaurato un'embrionale forma di dialogo che si era evoluta in una vaga amicizia, era Martini_b. Nonostante questo però, si era pentita di aver accettato l'appuntamento. Le calò un'improvvisa stanchezza che sicuramente l'avrebbe accompagnata anche il giorno seguente. Anzi, forse l'indomani sarebbe stato peggio. Voleva chiudersi in casa, non uscire o partire per due giorni, lontano da Roma e da quella fermata della metropolitana. Che idea idiota: incontrare uno così, che razzolava sulle chat. Un disoccupato, solo ed emarginato e lei proprio non si vedeva come "assistente sociale". Aveva troppi problemi per fatti suoi. La "Gazzetta di Recife" non poteva più permettersi collaboratori all'estero e lei era alla frenetica ricerca di un lavoro, magari dietro il bancone di un pub a miscelare cocktails, e se non lo trovava subito, sarebbe tornata in Brasile. Oltretutto aveva perduta la tessera di un'associazione studentesca che le faceva ottenere una riduzione sul biglietto aereo.
Mise una mano nella tasca dei jeans ed estrasse un bigliettino che reclamizzava la discoteca dove era stata un paio di giorni prima. Telefonò e gli confermarono che una tessera a nome Seylon Maiolino era lì, ad aspettare che qualcuno la reclamasse.
"Passerò a prenderla martedì" annunciò Sheylon, assaporando di nuovo la meravigliosa atmosfera di quel posto con un bancone ricco di bottiglie colorate, bicchieri, spremi agrumi e mixing spoons .

Il giorno seguente si svegliò di pessimo umore. Era tardi, doveva scrivere un paio di email, mettere in ordine la stanza e prepararsi per l'appuntamento. Ma nessuna di queste le sembrava una buona ragione per alzarsi dal letto. Allungò una mano, prese il notebook e si collegò ad internet e la prima cosa che fece fu quella di inventarsi un nuovo nick, per non essere più individuata da Martini_b. Quando alzò gli occhi dal computer, erano le cinque del pomeriggio. Pigramente indossò il primo vestito che le capitò a tiro ed uscì a prendere la metro. Il malumore era così radicato che le infuse sicurezza e fu certa che si sarebbe sbarazzata in fretta di Martini_b, a costo di gettarlo sotto le rotaie della metropolitana.

Valentino come al solito, aveva dormito poco. Non se la sentiva di guidare ed anch'egli decise di prendere la metro. Poco prima di uscire di casa, telefonò ad un amico, pregandolo di chiamarlo sul telefonino alle sei e trenta precise, così avrebbe finto un impegno improvviso o una tragedia famigliare e sarebbe fuggito di corsa da quell'appuntamento. Giurò a se stesso che mai più nella vita avrebbe fissato incontri con persone conosciute su internet. Accese il computer e si creò un nuovo nick, visto che Martin_b gli era venuto a noia.
La metropolitana per Valentino era un vero tormento. In quindici anni non aveva mai trovato un posto a sedere e non conosceva le sensazioni che si provano osservando da una prospettiva più bassa, la gente aggrappata ai sostegni, come scimmie ai rami di un banano. Inoltre non riusciva a capire perché tante persone, trovandosi faccia a faccia, non si rivolgevano la parola ed ostentavano un'indifferenza apatica, cercando solamente di non incrociare lo sguardo con quello degli altri passeggeri.
Arrivato in piazza della Repubblica, scese e si guardò attorno, senza dare nell'occhio. Aveva l'impressione che tutti sapessero di Yasminejasmine e lo stessero seguendo curiosi di vedere l'esito dell'incontro. Ebbe anche il sospetto che Yasmine potesse essere tra loro. Aspettò che fossero scomparsi sulle scale mobili e lentamente si avviò verso l'uscita.

Ma Sheylon era già arrivata, dalla direzione opposta. Ad un'edicola aveva comperato un settimanale di annunci economici e si era seduta al tavolo di un bar a sfogliarlo. Di tanto in tanto gettava lo sguardo verso il cinema, distante un centinaio di metri, poi si immerse nella lettura delle offerte di lavoro. Quando decise di alzarsi per raggiungere il luogo dell'appuntamento, qualcuno, da dietro, le coprì gli occhi con le mani. Per un attimo si spaventò, poi chiese con voce preoccupata:
"Martini B?".
"E chi è Martini B?" Rispose una voce piccola e sgraziata, che le fece tornare subito il buon'umore. Prese le mani che le coprivano gli occhi e le usò come leva per alzarsi. Si girò e baciò sulla guancia Filippo, il ragazzo della sua unica amica italiana.
"Hai appuntamento con un aperitivo?" Chiese Filippo.
"No no, mi ero solo fermata a leggere le offerte di lavoro" Si affrettò a rispondere "...anzi stavo per andare"
"Magnifico" rispose il ragazzo "Allora si prende la metro assieme, anzi perché non vieni con me da Claudia? E' a casa a copiare la tesi di laurea. Mi sono collegato ad internet dall'ufficio ed abbiamo parlato un po' di te in chat"
"Volentieri" Rispose Sheylon scordando subito l'appuntamento. Pagò il conto e si avviò con Filippo verso la stazione della metro.

Valentino aveva passeggiato a lungo sotto il porticato della piazza, dalla parte opposta al cinema e si era fermato di fronte le vetrine di un'agenzia di viaggi a guardare le offerte per il Brasile. Si sentiva solo e si vergognava di quella situazione. Guardando le vetrine, pensò che in un paese straniero, in fondo, uno ha il diritto a sentirsi solo. Entrò nel negozio e ne uscì con quattro, cinque depliants, poi si avviò deciso verso il cinema. Fece solo pochi passi e cambiò idea. Senza provare la più piccola curiosità di vedere com'era Jasmine, scese gli scalini che lo riportarono alla metropolitana. Giunto alla fermata, cominciò a sfogliare uno dei cataloghi che conteneva la mappa delle più grandi città brasiliane, estraniandosi dalla piccola folla che gli stava attorno. Girando pagina, alzò per un attimo gli occhi e sul marciapiede opposto, tra i passeggeri in attesa, notò una ragazza con i capelli lunghissimi, fino ai fianchi, proprio come piacevano a lui. Il respiro gli si fermò. Quella ragazza era bellissima. La vedeva per la prima volta ma era come se la conoscesse da sempre. Ne riusciva ad intuire persino l'odore della pelle:
"Ecco. Ecco la mia ragazza ideale. Eccola lì" pensò accarezzandola con gli occhi "E' perfetta. Peccato che quelle stiano sempre con altri" E gettò un'occhiata sconsolata verso Filippo che non la finiva più di parlare nell'orecchio di Sheylon. La ragazza ascoltava, senza troppo interesse ed il suo sguardo vagava lungo il tunnel, nella direzione da cui sarebbe arrivata la metropolitana. Poi tornò indietro e cominciò a squadrare una ad una, le persone che aveva di fronte. Quando fu la volta di Valentino, ebbe un tonfo al cuore: "Eccolo! Eccolo l'uomo con cui mi sarebbe piaciuto avere appuntamento. Peccato che sia un turista. E tra qualche giorno chissà per quale destinazione partirà" Pensò vedendolo con quelle mappe nella mano "Con uno così, potrei starci tutta la vita ed invece tra poco scomparirà, ed io non saprò mai neppure il suo nome"
I treni arrivarono contemporaneamente e solo allora i due smisero di fissarsi. Saliti sui vagoni, fecero in tempo a lanciarsi un ultimo sfuggente sguardo attraverso il vetro del finestrino. Entrambi sperarono che i treni si guastassero o che per qualsiasi altro motivo restassero in quella posizione, senza muoversi. Ma prima ancora di riuscire a formulare per intero il desiderio, i treni si allontanarono cinicamente in direzione opposte. Con una velocità che a loro parve una cattiveria.

Il giorno seguente Valentino era in discoteca . Non era ancora orario di apertura ed il locale era deserto. Uscì dall'ufficio e con un casco da motociclista in testa si presentò a Sara: " Abbiamo qualcuna stasera per i cocktails?"
"Sì, dovrebbe essere qui a momenti" Rispose Sara guardandolo sbigottita.
"Bene" disse Valentino. "Esco un attimo a comperare le sigarette". Tolse il casco ed uscì. Dopo appena un minuto Sheylon scese le scale : "Io sono qui per..."
"Sì, lo so, per la tessera" La interruppe Sara. Aprì la cassa, e gli consegnò la tessera.
"Meno male, grazie, siete stati molto gentili"
"Allora speriamo di averti ancora come cliente" Disse Sara sorridente.
"Difficile. Abito dall'altra parte della città e sono capitata qui per caso, con alcuni amici. Grazie" Sorrise cordialmente ed uscì per sempre da quella discoteca. Quando Valentino ritornò, si trovò di fronte una ragazza paffutella, con due braccia simili a mazze da baseball.
"Lei è qui per quel lavoro" Disse Sara
"Bene" Rispose Valentino "Cominci stasera" ed andò a chiudersi nell'ufficio.


 
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