da "L'OSSERVATORE ROMANO"
sulla violenza dei soldati marocchini ed algerini
 
 

28/07/1944 pag. 2
Cronaca di Roma

Eccessi delittuosi
Sotto questo titolo il giornale RICOSTRUZIONE, nel suo numero in data 27 luglio riferisce di tragiche violenze pubblicate pure dagli altri giornali, consumate una volta ancora da soldati marocchini contro alcune donne, salite in un treno a Ciampino.
Sui binari a 25 chilometri da Roma sono stati rinvenuti il cadavere di una donna, e quattro donne e un bambino  in gravissime condizioni. Il bambino e una donna decedevano, all'Ospedale di S. Giovanni ove erano stati trasportati prontamente insieme alle altre sventurate di cui una vi giace moribonda.
RICOSTRUZIONE dice esser certo "che gli autori del crimine sono perseguiti per quanto è possibile  dal Comando alleato e che la punizione sarà esemplare".
D'accordo con la consorella, anche nel rilievo aggravante del ripetersi di questi infami crimini persino "in luoghi lontani dall'ardore del combattimento" pensiamo che sia ben possibile la invocata punizione esemplare, perché le circostanze del delitto son tali da indicare alle Autorità militari tutti e singoli i responsabili.
Oramai alle ragioni di giustizia e di civiltà, si aggiungono per chi deve provvedere quelle altrettanto irrefutabili dell'onore.
 

30/07/44 pag. 1
APPUNTI
Parola d'oro
I giornali, d'ogni parte, hanno fatto eco unanime all'orrore ed alla esecrazione destati in ogni parte per il delitto perpetrato sulla linea Roma Cassino, in cui ebbero infame offesa e morte due donne e un bambino ed altre tre corsero pericolo di vita. In nome dell'onore militare e civile, della civiltà, della giustizia ci si è dichiarati sicuri che la punizione dei colpevoli seguirà esemplare. Si è poi aggiunto che le autorità competenti stanno perseguendo i responsabili.
Ma da parte ufficiale non abbiam visto -o ci è sfuggito- né deplorazione, né assicurazioni in proposito. Forse perché tutto questo è implicito . Senza dubbio, questa volta, una parola esplicita sarebbe stata d'oro. L'opinione pubblica, offesa tutta dalla pubblicazione stessa del fatto, meritava una pubblica soddisfazione. Comunque sia il silenzio d'argento, per l'occasione, si farebbe addirittura di piombo se si tacesse, come in altre occasioni, sull'esito delle ricerche e le decisioni delle autorità.
Questo diciamo perché -dopo aver avvertito che le indagini non potevano dilungarsi davvero posto che le circostanze erano così precise da rendere infallibile ed immediato l'accertarsi dei colpevoli- non abbiamo letto sinora sillaba in proposito.
 

04/10/44 pag. 1
NOTIZIE ITALIANE
Urge provvedere
Le truppe marocchine venute in Italia con Gli Alleati, non l'hanno lasciata -come forse pensano i più- assieme alla maggior parte delle truppe francesi allorché furono dislocate da questo su altri fronti. I marocchini sono accampati tutt'ora in alcune località delle province di Roma, Littoria, Napoli, Salerno e Trapani, ove rendono per così dire croniche purtroppo quelle loro violenze che, anche ove trascorrevano, come una folata di tempesta, lasciavano sempre tracce gravissime.
E' facile immaginare le dannose conseguenze  e lo stato d'animo delle popolazioni che le debbono subire e temere in permanenza.
Se ne hanno infatti ripetute testimonianze impressionanti: le violenze sulle persone, soprattutto donne e bambini, contro la proprietà, la sicurezza pubblica, mantengono le loro già note caratteristiche  a cui si aggiunge altresì quella dei comandi che si dichiarano impotenti a prevenire e a reprimere. In alcuni casi si è offerto alle vittime delle aggressioni, a coloro che più ne erano minacciati, il modo di armarsi e di difendersi. Ma a parte il soverchiante numero ed impeto dei violenti e il nuovo motivo per inasprirli e provocarne più crudeli rappresaglie, il fatto stesso che dei villaggi e delle regioni siano retrocessi così allo stato di piena anarchia, impone provvedimenti che non solo civiltà ed umanità reclamano, ma il principio d'autorità e il prestigio stesso di quella occupante.
E' veramente tempo che si risolva e finisca una simile condizione di cose. La quale ha addirittura dell'assurdo e per i principi e fini cui si ispirano le forze Alleate e per la nessuna ragione militare o politica di questa permanenza in terra altrui di truppe indisciplinate, indisciplinabili e quindi inservibili a qualsiasi scopo.
Non è possibile che continui a tornar vano l'iterato autorevole interessamento perché cessi questa pubblica sventura, come tale riconosciuta anche da chi non trova modo tuttavia di allontanarla e di farlo con la necessaria, urgente sollecitudine.
Come le altre truppe francesi sono passate rapidissimamente ad altri fronti o ad altre guarnigione, così non possono mancare i mezzi perché quelle marocchine seguano coloro con cui sono venute e da cui dipendono, come ne dipende la loro terra d'origine e il disporre il rimpatrio se mai si tema che ovunque accada altrove, e magari nella Francia stessa, ciò che  in Italia si è sopportato per verità fin troppo.
E' questione della più ovvia giustizia.
 

07/10/1944 pag. 1
VOCI ED ECHI
Per un provvedimento
LA PATRIE, a proposito delle truppe marocchine in Italia e su quel che ne scrissero L'OSSERVATORE ROMANO e i giornali cattolici, ricordato ch'essa riportò a suo tempo "in prima pagina e con grosso titolo l'8 settembre 1944 la condanna di cinque marocchini ch'erano gravemente contravvenuti alla disciplina imposta dal Comando francese a tutte le sue truppe in campagna", scrive: "LA PATRIE giornale per combattenti francesi in Italia, crederebbe di mancare oggi al proprio compito se si astenesse di ricordare che queste truppe marocchine o indigene, sì gravemente offese, hanno preso parte importante e gloriosa alla liberazione d'una larga estensione del territorio italiano e di Roma specialmente e che esse hanno pagato questa partecipazione con grave tributo che si eleva a diverse migliaia di morti e di feriti. Ci si può meravigliare, pertanto, di trovare in certi giornali italiani l'affermazione che queste truppe sono inutilizzabili a qualsiasi scopo".
Diamo atto prima a LA PATRIE di ciò che afferma e che noi non abbiamo dimenticato né negato affatto denunciando, secondo che esige la missione di un giornale cattolico, quale esso sia, i gravissimi fatti che LA PATRIE  del resto non smentisce, che qualsiasi merito non attenua, e che recano offesa per se stessi, non per le parole adeguate a rilevarli e a deplorarli. E per dire soltanto che siccome per riconoscimento stesso degli ufficiali, ogni più solerte intervento non basta ad eliminare l'eventuale ripetersi delle violenze, non resta che trasferire ove non abbiano possibilità di nuocere, delle truppe, che si dimostrano attualmente, mentre non sono impiegate in azioni belliche, inutilizzabili a qualsiasi scopo che ne giustifichi la permanenza in uno piuttosto che in altro luogo.
Ma la replica de LA PATRIE ci dà ora modo di aggiungere quel che il nostro corsivo ci ha procurato di ulteriori informazioni. E che cioè quanto fecero i Comandi e le truppe alleate a protezione delle popolazioni, per infrenare indiscipline e per reprimerle, e ciò che si è così ottenuto per migliorare la situazione, si sta coronando di nuovi e risolutivi provvedimenti.
 

08/10/1944 pag. 1
VOCI ED ECHI
Unicuique suum
Alcune radio ed agenzie hanno naturalmente creduto di trovare materia per la loro propaganda in quanto scrivemmo per i provvedimenti circa le truppe marocchine.
Altrettanto naturalmente si chiama in causa la Santa Sede, come si trattasse di note ufficiali od ufficiose, e l'Armata Francese come se questa fosse in questione, mentre si spacciano determinati episodi come un generale costume e pericolo.
Niente di tutto questo.
Che il corsivo, in parola, fosse redazionale lo prova l'oggetto stesso dei suoi appunti: una circostanziata questione di pubblica sicurezza, riguardante i poteri competenti a risolverla. In altra occasione allorché per un delitto commesso vicino a Roma si invocarono per la prima volta, con una esemplare punizione che seguì ben tosto, interventi atti a prevenire il ripetersi di simili fatti, nessuno pensò a qualsiasi ispirazione superiore o comunque extraredazionale tant'era ovvio che ogni giornale nell'esercizio delle sue funzioni può ben interloquire in proposito e per proprio conto e sotto la propria responsabilità. E non per nulla, come allora se ne trattò nella "Cronaca di Roma", questa volta lo si fece nella rubrica delle "notizie italiane".
Niente nemmeno che riguardi l'Armata francese, la cui causa e fama non possono essere coinvolte in eccezionali eccessi soldateschi: mentre allo spirito ed alla condotta delle truppe francesi va reso l'omaggio degno del loro tradizionale valore.
Nessuna generalizzazione finalmente né di uomini né di luoghi. Il fatto stesso di chiedere dei provvedimenti e della possibilità di ottenerli, e -come notammo successivamente- di essere in corso, attesta il circoscritto limite del malanno denunciato e dell'intervento necessario. Confidiamo che le suaccennate radio e agenzie, le quali non ebbero altrettanto zelo nel passato per altre nostre deplorazioni di ben più vaste e sistematiche violenze, come non hanno lasciato sotto silenzio le nostre segnalazioni attuali, così non ignorino ora queste rettifiche di ciò che esse hanno diffuso di errato e di esagerato.