Gli effetti emotivi
della guerra di Spagna
secondo i prefetti e l'Ovra


a) Torino.
30 agosto 1936

Gli avvenimenti spagnuoli, che la popolazione di tutte le categorie segue con vivissimo interesse, mentre hanno suscitato nella maggioranza un sentimento di solidarietà per i nazionali insorti e di raccapriccio per i massacri dei rossi che si sono abbandonati alle più folli forme di crudeltà, hanno reso più profondo il senso di gratitudine verso S. E. il Capo del Governo che ha saputo dare al nostro Paese ordinamenti ispirati a principi di autorità, di collaborazione e di giustizia.
E così ferma è divenuta la volontà di opporsi al dilagare dell'esperimento bolscevico (considerato da alcuni, nonostante gli eventi di Francia e di Spagna, come fenomeno anarcoide destinato a successi di breve durata nei paesi latini) che numerosissimi sono coloro i quali sarebbero favorevoli ad un intervento da parte dell'Italia a favore degli insorti ed una partecipazione al conflitto, anche a mezzo di volontari. Ciò anche per rispondere all'atteggiamento provocatorio dei fuorusciti.
Tale stato d'animo e tale modo di considerare gli avvenimenti spagnoli è anche condiviso da grande parte della classe operaia.
In materia però sembrerebbe criterio di polizia poco prudente, e quindi da non consigliare, quello di abbandonarsi ad un eccessivo ottimismo.
Invero non mancano coloro, - per quanto il numero non ne appaia rilevante, - che seguono gli avvenimenti spagnoli con malcelata simpatia e con irrequieta curiosità, quasi per trarre da una eventuale vittoria dei comunisti un lontano auspicio per quello che può essere il loro sogno di irriducibili sovvertitori
L'atteggiamento di questi ultimi viene controllato e seguito con ogni cura in modo da poter intervenire senza indugi e con la massima energia al momento opportuno.
Per quanto riguarda questi ultimi mi richiamo alla relazione n. 022328 del 7 luglio scorso, relativa all'atteggiamento dei sovversivi in correlazione alle situazioni estere.


b) Genova.
1°settembre 1936

Gli avvenimenti della Spagna hanno destato nella popolazione in genere di questa Provincia, più che altrove, un senso di raccapriccio per le inaudite barbarie apprese non soltanto dalla stampa, ma dalla viva voce dei profughi, giunti in poco più di un mese, in numero di oltre undicimila.
La gran maggioranza della popolazione genovese ha stigmatizzato la selvaggia degenerazione politica verificatasi nella Spagna, e dal raffronto con l'ordine, la disciplina e la giustizia sociale che regnano in Italia, ha tratto motivo per dimostrare ancor maggiormente adesione al Regime, partecipando compatta alle manifestazioni patriottiche avutesi recentemente in occasione del rimpatrio dall'AO dei vari scaglioni delle Camice Nere della XXVIII Ottobre.
Si nota tuttavia qualche preoccupazione che gli avvenimenti della Spagna e la "politica ambigua" di talune nazioni possano provocare una conflagrazione. Il popolo genovese, compatto e disciplinato, dimostra anche in tale circostanza la sua fede nella chiaroveggenza e nella saggezza di S. E. il Capo del Governo, in cui ha il 30 decorso ascoltato l'alta parola in una atmosfera vibrante di entusiasmo e di orgoglio nazionale.
Nella popolazione in genere gli avvenimenti di Spagna non sembra abbiano avuto sensibili ripercussioni, all'infuori di quelle riferite e che si sono rilevate attraverso inequivocabili manifestazioni di fede.
Per quanto riguarda l'elemento operaio non è da escludere che i moti spagnoli abbiano suscitato in una esigua minoranza, soprattutto fra gli anziani, una reminiscenza di tempi, ideologie e sistemi oramai superati, non tendente, però, a mire preordinate di sovvertimento.
Qualche sintomo di malcontento deriva sopratutto dallo stato di disagio che perdura in una parte degli operai di questa provincia per i salari, non ancora tutti proporzionati al costo della vita, e per non infrequenti sospensioni di lavoro per mancanza di ordinazioni. Si tratta però di malcontento che non ha finora e non avrà certamente alcuna manifestazione collettiva.
Un sintomo sporadico di accenno ai fatti spagnoli si è avuto col rinvenimento di alcuni foglietti antifascisti dattilografati, a firma di una ipotetica "associazione segreta mazziniana", invitante gli italiani alla rivolta contro il Fascismo.
Detti foglietti, come è stato giù riferito, furono rinvenuti all'interno di qualche portone e dentro alcune cassette di impostazione. Sono tuttora in corso accurati accertamenti per l'identificazione dello autore; ma si ritiene poter escludere, a quanto risulta anche in via fiduciaria, che esso si identifichi in persona appartenente ad un qualsiasi nucleo o cellula antifascista organizzata e non è improbabile che i foglietti dattiloscritti siano stati introdotti attraverso l'equipaggio di navi battenti bandiera estera.
L'elemento operai viene attentamente osservato e vigilato con largo impiego di elementi fiduciarie con tutti i possibili mezzi di polizia. Esso si mantiene disciplinato ed appare saldamente inquadrato nelle organizzazioni sindacali, per cui ogni possibile manifestazione, a quanto è dato provvedere, non potrà avere che carattere individuale e non sfuggirà all'immediata repressione da parte della R. Questura e dagli altri organi concorrenti di polizia.

c) Milano.
27 agosto 1936

La ripercussione che gli avvenimenti di Spagna hanno avuto sulla pubblica opinione è stata segnalata da questo Ufficio con relazioni e numerosi referti fiduciari, trasmessi, di volta in volta, a codesto On. Ministero, Divisione Polizia Politica e Divisione Affari Gen. e Riservati.
Richiamo in proposito la mia più recente lettera 24 cor. N. 10936 e la fiduciaria del venditore ambulante N. 5, in data 26 corrente.
Tuttavia, in adempimento alla richiesta di cui al telegramma in oggetto, ho il pregio di comunicare che la ripercussione degli eventi spagnuoli si è manifestata sotto un duplice profilo, ed a tale stregua va quindi considerata.
Tra la popolazione fedele al Regime Fascista e tra l'elemento d'ordine in genere, i mori di Spagna hanno gettato un senso di orrore per gli eccidi inauditi di cui sono quotidianamente ricche le cronache. Naturalmente, le simpatie di questa parte della pubblica opinione, di gran lunga più numerosa, vanno alle forze nazionali spagnole, che sono insorte per arginare il movimento delle sinistre ed il minacciante terrore bolscevico.
Pur senza eccessive preoccupazioni, in quanto si ha sensazione cosciente della saldezza del Regime in Italia, sotto la guida illuminata e sicura del Duce, si opina, in questa maggiore corrente della opinione pubblica, che una affermazione bolscevica in Spagna, nel caso di sconfitta delle forze nazionali, potrebbe avere, in tempo più o meno prossimo conseguenze e ripercussioni di estensione imprevidibile, specialmente se la eco di un siffatto avvento stimolasse la pericolosa tendenza manifestatasi in Francia di marciare a grandi passi verso sinistra.
Si vede in conclusione, una minaccia, sia pure lontana, del pericolo bolscevico, così pertinacemente agitato da Mosca e dalla terza internazionale. E perciò le forze dello ordine che costituiscono la maggioranza schiacciante del paese sono deste, ed inclini a serrarsi attorno al grande Capo per tutti gli eventi, nella lotta che si delinea nel mondo per la difesa ed il rafforzamento del principio altamente civile instaurato dal Fascismo da una parte, ed il sistema retrogrado e di violenza che il bolscevismo tende ad affermare, dall'altra.
Dall'elemento operaio in genere, che non sia ligio al Regime, o che non sia indifferente perché apolitico, ed in particolare da quello di principi sovversivi, gli avvenimenti di Spagna sono guardati con un panorama affatto diverso, che è in netta opposizione a quello innanzi tratteggiato.
Si vede con simpatia e con solidarietà, nelle correnti dell'antifascismo e del sovversivismo, del cero operaio ed anche non operaio, la possibile vittoria dei governativi in Spagna ed una eventuale affermazione bolscevica.
Si premette che tali correnti costituiscono una esigua minoranza nel quadro generale delle forze politiche, e perciò non possono rappresentare un pericolo in atto, opportunamente vigilate e contenute.
Tuttavia in siffatte correnti gli avvenimenti di Spagna hanno ridestato propositi e speranze, finora sopite, di una riscossa del proletariato in senso classista, soprattutto perché è diffusa l'opinione che il trionfo bolscevico nella Spagna determinerebbe sicuramente eguale soluzione nella limitrofa repubblica Francese, la cui atmosfera politica si ritiene già favorevole e preparata ad un avvento di tal genere.
Come è stato comunicato all'On. Ministero, con precedente rapporto, le segnalazioni dei fiduciari di questo ufficio sono concordi nel riferire che negli ambienti socialisti e comunisti locali si cercherebbe di reclutare elementi disposti ad arruolarsi per combatter in Spagna, ed eventualmente in Francia, ma la segnalazione, per quanto concorde, è rimasta finora generica e non sono stati comunicati nominativi di eventuali arruolandi.
È stato anche riferito circa elementi che si sarebbero presentati al locale Consolato Spagnuolo per essere arruolati al fine anzidetto. Ma il Console, a scanso di compromissioni, e nel dubbio di un possibile trionfo delle forze degli insorti nazionali, si sarebbe disinteressato della profferta, allontanandosi per recarsi in congedo.
È stato infine segnalato, pure in via fiduciaria, dello arrivo a Milano di un funzionario del partito comunista, latore di numerosi passaporti falsi da consegnarsi a sovversivi espatriandi per la causa spagnuola, ma la notizia degli arresti preventivi, operati su larga scala da questo ufficio, su disposizioni ministeriali, avrebbe preoccupato il funzionario che sarebbesi affrettato a lasciare Milano.
Finora, dunque, a quanto risulta, nessuna particolare azione o attuazione di programmi reconditi, in dipendenza degli avvenimenti spagnuoli, ma soltanto il delinearsi della pubblica opinione, con previsioni, propositi o speranze in un senso o nell'altro come sopra detto.
Assicuro V. E. che questo ufficio segue con la massima attenzione tale argomento, e di ogni eventuale emergenza utile sarà ragguagliata la E. V.


d) Milano.
31 agosto 1936

Non può dirsi che gli avvenimenti di Spagna abbiano qui avuto ripercussioni.
Essi sono peraltro seguiti con interessamento, progressivo man mano che si sente avvicinarsi la fase conclusiva della guerra ingaggiata fra i partiti di sinistra ed i nazionali.
Nei ceti industriali, finanziari, commerciali e professionali, nella borghesia, cioè, l'accanimento con cui la plebaglia anarchica, che ha ormai preso il sopravvento sullo stesso governo repubblicano, infierisce contro le istituzioni e le persone, distruggendo chiese e trucidando religiosi ed avversari, desta un profondo senso di raccapriccio e di riprovazione.
Nei detti ambienti non si nasconde viva simpatia per le truppe del generale Franco e si fanno voti per la vittoria dei falangisti, poiché si ha la precisa sensazione che la disfatta degli insorti porterebbe in Spagna ad un governo bolscevico, che si estenderebbe facilmente alla vicina Francia.
Uguali sentimenti hanno, nella loro gran massa, gli operai in genere, che considerano la ferocia e le atrocità dei sovversivi iberici un attentato, oltre che alla religione, alla pace ed all'ordine sociale: non possono infatti non raffrontare la disciplinata tranquillità del nostro paese con l'anarchia che regna in Spagna e che si profila in Francia, e non trarre motivo di soddisfazione dalle provvidenze del Regime Fascista, non ultime quelle salariali.
Le varie correnti dell'antifascismo, invece, sono spiritualmente vicine ai governativi e si augurano, col trionfo di essi, un "fronte popolare " antifascista che faccia sentire la sua concreta influenza anche in Italia: si astengono, però, non dico di propagandare, ma di esprimere solo i loro sentimenti o, peggio, di assumere atteggiamenti o compiere comunque manifestazioni che possano avere significato di solidarietà con il "fronte popolare".


e) Bologna.

30 agosto 1936
Con riferimento al telegramma ministeriale n. 441/28419 del 28 corrente, pregiomi riferire all'E. V. quanto è stato possibile accertare, a cura del mio Organismo, in ordine alle ripercussioni degli avvenimenti spagnoli nel Regno:
Premesso che l'opinione pubblica è, in generale, interessata vivamente dagli odierni moti spagnoli, si può affermare, con chiaro spirito di obbiettività, che la corrente più ampia - quella formata dalla parte sana del popolo - guarda con simpatia alle "forze nazionaliste e militari", tese al ristabilimento dell'ordine, e freme di indignazione per le atrocità commesse dai comunisti e anarchici. Indignazione che si ripercuote particolarmente nelle sfere ecclesiastiche e negli ambienti religiosi, della città e della campagna.Dai ben pensanti e da innumeri cittadini si svolgono, di frequente e con un senso di egoismo nazionale, i confronti dell'Italia disciplinata di oggi con i vari paesi europei straziati dalle convulsioni politiche. E si esprime un senso di larga e sicura fiducia nelle direttive del Regime, segnatamente tra le categorie di intellettuali, nei ceti del commercio e dell'industria.
Fra le masse degli operai si è insinuato, gradatamente, un interesse davvero acuto per l'esito della rivoluzione spagnola. Se ne rilevano i segni, facilmente e un po' da per tutto: lettura appassionata delle cronache dei moti sui giornali; commenti e discussioni vivaci negli intervalli del lavoro, dentro e fuori le fabbriche; soste di gruppi di operai davanti edicole, specie nelle ore del pomeriggio, allorché le edizioni della sera annunziano con vistosi titoli gli avvenimenti del giorno; conversazioni, alla sera, nei caffè e nelle osterie, con tendenza ad ascoltare, oltre che la radio, anche le voci tendenziose di ogni genere. Non sono pochi, fra gli operai, quelli che preconizzano il trionfo dei " rossi " e sognano lontani miraggi anche in Italia.
Anzi, da informazioni raccolte, si va facendo strada fra costoro la convinzione che, dopo la vittoria dei comunisti in Spagna, verrebbe ben presto instaurato il regime bolscevico in Francia.
Guadagnate, così, importanti posizioni, la Russia - attraverso il suo "Comintern" - allungherebbe altrove i suoi tentacoli.
Una categoria assai più ristretta è formata, fra gli operai, dai comunisti, vecchi socialistoidi o simpatizzanti tali, antifascisti in genere: categoria pericolosa in quanto va ravvivando, in sé, una fede sopita e tende a propagarla, sfruttando i facili entusiasmi per l'assurdo paradiso sovietico, fomentando taluni contingenti disagi, raccogliendo pretesti di ogni specie.
Si rilevano vari segni di tali perniciosi conati.
Qualche scritta comunista - talune con frasi esaltatrici della Spagna proletaria - è apparsa in provincia di Livorno (nello stabilimento "ILVA" di Piombino); in provincia di Massa; a Ferrara. Alcuni fermi di operai sono stati operati, in questi giorni, a Lucca, a Reggio Emilia, a Prato per frasi disfattiste in relazione agli avvenimenti in Spagna.
Anche a Bologna, per quanto non siano apparsi segni manifesti, si è raccolta l'impressione che, specie nelle grandi officine (come quella di Casaralta), si annidino degli elementi sospetti, che soffiano sull'animo dei compagni di lavoro.
Anche in alcuni settori dei lavoratori edili si andrebbe delineando una corrente non certo chiara in rapporto ai moti spagnoli, per effetto, forse, di qualche sobillatore che giuoca sul contingente disagio della mano d'opera disoccupata e sulla generale passione per le vicende politiche del giorno.
Quanto all'identificazione e all'arresto dei sovversivi, che tentano di svegliarsi e dei perturbatori in genere dello spirito pubblico, il mio Organismo ha avviato da tempo attive ed estese investigazioni e, appena possibile, effettuerà le necessarie azioni risolutive, particolarmente a Bologna e in provincia di Modena.
Con perfetta osservanza.


f) Bologna.
31 agosto 1936

I tragici avvenimenti spagnuoli sono seguiti con vivo interesse dalla popolazione di questa Provincia e formano oggetti di commenti in ogni classe sociale.
Le gesta raccapriccianti di ferocia dei comunisti spagnuoli e l'offesa continua che essi fanno al sentimento religioso ed umano hanno avuto e continuano ad avere una larga e profonda ripercussione nell'opinione pubblica, ed in particolare nella parte sana della cittadinanza che, amante dell'ordine e della disciplina, è anche gelosa custode della fede religiosa sinceramente professata.
Non è mancata qualche preoccupazione, quando si sono verificati gli incidenti diplomatici col nostro Governo e con quello del Reich. Ha riscosso unanime consenso il fermo atteggiamento assunto dal R° Governo in quella occasione, ed ora la cittadinanza ha la sensazione che, dopo l'applicazione da parte di quasi tutti gli Stati europei dell'embargo sul materiale bellico destinato alla Spagna, il conflitto resti circoscritto a quella Nazione e, pertanto, segue le vicende di quell'atroce lotta civile con una certa tranquillità, non tralasciando occasione per manifestare la sua viva simpatia in favore degli insorti del Generale Franco, giacché è nei suoi voti di vedere debellato, con la vittoria dei Nazionalisti, il comunismo spagnuolo.
Ma la lotta, che dilania la Spagna, è seguita pure con vivo interesse dai pochi elementi comunisti della provincia, i quali seguono con ansia le alterne vicende delle truppe rosse e sperano in un successo decisivo dei governativi spagnuoli, nella speranza di una più larga affermazione dei loro principii.
Concorrono indubbiamente a risvegliare in tali elementi le loro ideologie da tempo sopite, le lettere che giungono dalla Francia e dalla Spagna e che sono improntate, per lo più, ad entusiastica esaltazione degli avvenimenti spagnuoli e dei successi ottenuti recentemente in Francia.
Si è avuto pure occasione di osservare che, mentre i sovversivi fino a qualche tempo fa, leggevano nei giornali, quasi esclusivamente od a preferenza le notizie d'indole sportiva, ora, invece, essi dedicano tutta la loro attenzione alla cronaca degli avvenimenti spagnuoli, e, non appena aprono il giornale, leggono con vivo interessamento e commentano, secondo le loro vedute, le ultime notizie che divulga la stampa e, quando i giornali non pubblicano nuove notizie in relazione agli avvenimenti spagnuoli, essi azzardano commentare che i compagni comunisti hanno riportato qualche vittoria sui Nazionali e che, per tal motivo, la stampa fascista tace.
Nelle loro conversazioni amichevoli, l'elemento operaio, non devoto al Regime, per quanto con molta circospezione, discute dei vantaggi che ad essi apporterebbe il trionfo del comunismo, le cui conseguenze si sarebbero già fatte sentire anche in Italia, tanto da indurre il Governo Fascista ad aumentare di propria iniziativa i salari agli operai, per evitare che il disagio economico fosse stato sfruttato ai fini della propaganda avversa al Regime.
Purtuttavia, non si sono avute manifestazioni di alcun genere, che possano dare prova di una ripresa di propaganda sovversiva, per quanto s'abbia notizia che tra gli elementi comunisti vi sia una certa tensione di spirito, nell'attesa del risultato della lotta in Spagna, che dovrebbe segnare per essi una nuova mèta raggiunta.
Nel complesso la quasi totalità della popolazione segue con ansia, direi quasi spasmodica, lo svolgersi degli avvenimenti spagnuoli, e, mentre auspica il trionfo delle forze nazionali per un lodevole spirito di conservazione, è ben paga che l'Italia in questo momento sia governata da un Uomo, che è sicura garanzia dei suoi immancabili destini e che non consentirebbe mai qualsiasi velenosa infiltrazione comunista.
Ciò nonostante, l'azione di polizia è tutta tesa alla vigilanza verso gli elementi infidi e pronta a stroncare con severità e rigore qualsiasi velleità, non dico di insurrezione, ben lontana dalle condizioni di insieme dell'ordine e dello spirito pubblico, ma di ogni tentativo di propaganda o di attività avversa al Regime nazionale.


g) Firenze.
31 agosto 1936

In relazione ai telegrammi n. 28177/441 e n. 28419/441, rispettivamente del 22 e 28 corrente, pregiomi significare che gli avvenimenti spagnuoli sono seguiti dalle popolazioni di questa Provincia di tutte le classi sociali con vivo interesse.
La guerra civile della penisola iberica, coi suoi metodi di brutale malvagità omicida e distruttiva per opera dei partiti rossi, ha destato in queste popolazioni profondo raccapriccio dal punto di vista umanitario e tale raccapriccio hanno sentito e sentono tutti, anche coloro che, pur mantenendosi ossequienti alle istituzioni, non hanno saputo dimenticare le ideologie dei partiti cui appartennero prima della Rivoluzione Fascista.
Dal punto di vista politico, come lotta tra Idea Fascista e comunismo, la quasi totalità delle masse, intellettuali ed operaie, si augura .fermamente la vittoria dei fascisti spagnuoli sui comunisti, quale inizio della fine del comunismo nel mondo.
Il Clero, da parte sua, essendone direttamente interessato, contribuisce con cerimonie religiose nelle chiese e con pubbliche preghiere di fedeli ad una efficace propaganda contro la follia rossa che parte da Mosca.
Si fa presente che in questa giurisdizione esistono due importantissimi centri operai: Prato ed Empoli, nei quali, prima della Marcia su Roma, si erano notevolmente diffuse le teorie dei partiti di sinistra e che in tutta la Provincia non mancavano logge massoniche numerose ed agguerrite, sorte sopratutto per il fatto che il gran maestro dei giustiniani, il defunto Torrigiani, era toscano.
Tale situazione del passato, sebbene siano trascorsi 14 anni di arroventato clima fascista, ha lasciato nell'animo di qualche illuso uno strascico che affiora in questo momento europeo di lotta tra fascismo e comunismo, sia pure con la massima circospezione, con sporadiche, rare manifestazioni individuali che sanno sfuggire a qualsiasi controllo.
Si nota, infatti, che taluni individui notoriamente antifascisti nel senso generico della parola, o appartenenti ai disciolti partiti di sinistra in particolare, seguono con una certa apprensione le notizie riferentisi alle sconfitte dei rossi spagnuoli e si augurano la vittoria dei medesimi, Trattasi, ripeto, di intimi sentimenti individuali che non vengono manifestati esterioramente per tema di giusto castigo.
I più accorti, in proposito, sono quei pochi, pochissimi, intellettuali della sorpassata massoneria che non hanno saputo acclimatarsi nell'ambiente fascista e che hanno perduto la possibilità di comandare, come comandavano, nascosti nell'ombra delle logge.
Tra gli operai di sentimenti antifascisti, invece, si è avuta qualche manifestazione esteriore, subito individuata e repressa, come risulta dai rapporti inviati di volta in volta a cotesto On/le Ministero: si tratta però, come sopra è detto, di manifestazioni sporadiche ed individuali.
Tutti gli Organi di Polizia, con spirito ammirevole di iniziativa investigativa, non disgiunto da un senso di profonda umanità fascista, seguono attentamente lo spirito pubblico per individuare e spegnere immediatamente qualsiasi focolaio di manifestazione antifascista, per cui si può serenamente fare affidamento, in qualsiasi momento della vita nazionale, non soltanto sulla disciplina, ma anche sul più alto senso di patriottismo delle popolazioni di questa Provincia, sensibilissime alle complesse ed efficaci provvidenze del Regime per il popolo.


h) Roma.
30 agosto 1936

Gli avvenimenti spagnoli sono ovunque seguiti in questa provincia con manifesto vivo interesse, e ovunque suscitano fra il popolo fremiti di orrore per la brutalità che caratterizza l'azione dei rossi.
Può con sicurezza affermarsi che è da tutti sinceramente auspicata la vittoria dei falangisti che si vorrebbe anzi fossero sostenuti con ogni possibile mezzo nella lotta intrapresa.
Questo sentimento di solidarietà con le forze che si contrappongono al dilagare della barbarie bolscevica, trova conferma nell'asprezza con la quale si critica il contegno del Governo di Francia per la tolleranza di cui dà prova di fronte alle subdole manovre miranti a porgere validi aiuti ai rossi spagnoli, e nella simpatia con cui è invece seguita l'azione della Germania decisamente e palesemente diretta a premunirsi da ogni eventuale pericolo bolscevico,
Se ripercussioni delle lotte in Spagna si sono verificate e si verificano tuttora nello spirito pubblico queste possono riassumersi nel riconoscimento unanime da parte del popolo della preziosa tranquillità che gli ha assicurato il Regime Fascista e che gli consente di confrontare con orgoglio e fierezza la vita che si svolge in Italia con quella travagliata non soltanto della Spagna insanguinata ma anche di altre nazioni.
Con ciò non è tuttavia da escludersi che tra gli sparuti elementi sovversivi, specie comunisti, gli avvenimenti spagnoli possano avere fatto sorgere qualche speranza che tuttavia non ha avuto invero alcuna estrinsecazione.


i) Avezzano.
31 agosto 1936

Mi pregio informare la E. V. che gli avvenimenti spagnoli, hanno avuto sulla popolazione ripercussioni diverse a secondo dei principi dei singoli gruppi. E così mentre a quei cittadini che aderiscono maggiormente al fenomeno religioso, le stragi e le violenze colà effettuate, hanno determinato un senso di orrore e di esecrazione, nella grande maggioranza dei cittadini fascisti si seguon, con ansia e trepidazione l'opera di riscossa e gli atti di eroismo che compiono le schiere dei falangisti.
Negli elementi sovversivi poi la guerra civile in Ispagna ha prodotto una eccitazione che va attentamente seguita e tempestivamente repressa. Vecchi sovversivi che da parecchio tempo si erano assonnati in politica, evitando anche di avvicinare i compagni di fede, oggi, quasi risvegliatisi, danno segni manifesti di attività. Leggono assiduamente le cronache degli avvenimenti spagnuoli, si mostrano felici della strage consumata da quei sovversivi, ed auspicano che giorni identici possano prossimamente aversi in Italia.
Sono convinti che la vittoria arriderà agli estremisti con conseguente avvento del bolscevismo, che, subito dopo, si propagherà nella Francia. E così, con l'aiuto di queste due grandi nazioni bolscevizzate e con quello della Russia sperano in un prossimo futuro di poter risorgere ed insorgere in Italia per schiacciare il Fascismo.
Con queste convinzioni e con tale programma, i più audaci non mancano di fare, sia pure prudentemente, propaganda fra le masse.
Gli incidenti verificatisi nel Comune di Caprarola (Viterbo) e di Terni ove si è già proceduto a numerosi arresti costituiscono una conferma precisa di quanto ho sopra esposto.
Pertanto è necessario da parte della Polizia un'azione intensa e vigile per poter stroncare in tempo ogni focolaio di attività.
Da parte mia ed in esecuzione degli ordini ricevuti verbalmente da V. E. sto provvedendo ad intensificare il servizio confidenziale e specialmente a Terni, centro operaio importantissimo, provvederò quanto prima a mettere in ogni fabbrica importante un abile fiduciario.
Con ossequio.


l) Bari,
27 agosto 1936

È fuor di dubbio che l'interessamento a quanto avviene in Spagna cresce di giorno in giorno fra le masse operaie, constatazione questa già fatta specie a Taranto per le numerose maestranze ivi esistenti.
Tale interessamento assume, poi, fra i sovversivi forme addirittura morbose, tanto che sul lavoro, al caffè, al passeggio ovunque non si discorre d'altro che del " fronte popolare" e della fortuna cui esso va incontro per effetto delle attuali vicende.
Di fronte a siffatto evidente stato di cose le autorità cercano di premunirsi, effettuando in quel R. Arsenale improvvise perquisizioni con risultato costantemente negativo, ma il provvedimento, mentre non produce alcuna intimidazione, viene interpretato dalla massa degli operai come un allarme degli organi di polizia con la conseguente erronea convinzione dell'esistenza di un largo movimento comunista.
Modo speciale di ragionare derivante dalla frenesia del momento!
Certo cosa è che nessuno ha osato finora di prendere una iniziativa qualsiasi nonostante lo stato di eccitabilità degli animi di cui potrebbe trarre profitto qualcuno dei più facinorosi per qualche inconsulto atto singolo o collettivo.
Comunque, sono stati di recente identificati gli operai più esaltati addetti al R. Arsenale e quelli del cantiere Tosi e non mancherò di prendere subito contatto col Questore di Taranto per infrenare senz'altro l'esaltata azione sovversiva di essi.
E per dare un'idea dell'esaltazione raggiunta, citerò, fra gli altri, due giovani comunisti:
1) Carucci Angelo di Giuseppe e di Semeraro Livia, nato a Martina Franca il 21.4.1909, congegnatore;
2) Ghiara Antonio di Annibale e di Caputo Elisabetta, nato il 13.6.1909 a Bari, congegnatore.
Entrambi sono addetti al R. Arsenale e l'informatore li segnala come giovani, intelligenti, capaci, anche per il prestigio verso i compagni, ad influenzare le masse.
Essi hanno ora concretato di formare un nucleo di giovani volenterosi da incanalare allo studio di teorie politiche-economiche per acquistare padronanza di idee ed esperienza rivoluzionaria da porre in atto al momento opportuno. Intanto, hanno commissionato ad un libraio vari libri del genere.
Quello che si è detto per le masse operaie in linea generale per Taranto va ripetuto in minore proporzione per le altre provincie della zona e con maggiore accentuazione per quella di Bari dove abbonda di più l'elemento sovversivo.
Infatti, l'arresto recente del noto comunista Capriuolo Nicola fu Samuele e dei compagni De Giglio Giovanni di Raffaele e Battiston Giovanni fu Giammaria, oggetto del rapporto 22 andante N. 00631 per propaganda sovversiva nei pubblici giardini di Bari anche fra persone sconosciute, è prova evidente del febbrile infervoramento cui essi si abbandonano di fronte agli avvenimenti spagnoli.
Ciò premesso, ho il dovere di assicurare che l'organismo della 3 zona segue con la massima attenzione, a mezzo di agenti e di fiduciari, ogni movimento, ogni atto dei sovversivi tutti identificati ed è pronto ad ogni evenienza come ad eseguire gli ordini che V. E. vorrà compiacersi di dare.


m) Bari.
31 agosto 1936

Di seguito al mio rapporto 27 andante N. 00636, assicuro la E. V. di avete avuto, il giorno successivo, contatto col Questore di Taranto cui, oltre ad avere fatto presente il reale stato di animo delle masse in genere e dei sovversivi in ispecie quale effetto delle ripercussioni prodotte dagli avvenimenti spagnoli e risultanti a questo organismo da informatori in quotidiani rapporti con gli operai per comuni ragioni di lavoro, ho pure esibito un elenco di sovversivi, tra i più esaltati, addetti a quel R. Arsenale ed al Cantiere Tosi per quei provvedimenti che avesse creduto opportuno proporre al fine di infrenare l'azione sovversiva di essi.
Ho avuto, però, l'impressione che le informazioni apprestate al Questore di Taranto dal suo fiduciario non collimassero con le mie tanto che egli ha citato a prova e come esempio il noto comunista Voccoli Edoardo fu Lorenzo di essersi cioè pronunziato in senso ottimista e favorevole ai nazionalisti spagnoli.
Da questo particolare è emerso chiaro che il Voccoli, nel timore di trovarsi davanti a persona sospetta, non ha manifestato con lealtà il suo pensiero, sicché le informazioni desunte dall'autorità di p. s. di Taranto non rappresentano lo stato reale delle cose svolgentesi colà, essendo anche ben noto il costante, sovversivo atteggiamento del Voccoli.
Da mia parte confermo quindi - come ho detto al collega di Taranto -l'eccitato interessamento delle masse operaie per gli avvenimenti spagnoli da considerarsi aumentato in forma morbosa per i sovversivi.
Unisco l'elenco dei sovversivi tarantini di cui sopra.
Tanto anche in relazione al telegramma d'ieri N. 28419/441 di V. E.


n) Caltanissetta.
31 agosto 1936

In risposta alla circolare telegrafica sopraindicata pregiomi riferire a codesto On. Ministero che gli avvenimenti spagnuoli vengono seguiti in questa provincia da ogni ceto e categoria di persone con particolare interesse. Gli elementi politicamente sani mostrano un senso di rammarico per la guerra fratricida che si combatte nella Spagna e per gli atti di crudeltà di cui si sono macchiati e si macchiano l'esercito rosso governativo ed i partiti estremisti di quella nazione, spargendo la desolazione ed il terrore. Essi quindi auspicano che l'esercito nazionale del Generale Franco possa avere presto ragione su quello del governo, che vorrebbero abbattuto in modo definitivo, affinché il bolscevismo che mira a conquistare completamente la Spagna possa essere sgominato.
Le notizie, perciò, comunicate sia dalla radio che dai giornali, appassionano il pubblico e tanto più sono ascoltate o lette con maggiore o minore soddisfazione a seconda che sono più o meno favorevoli all'esercito del Generale Franco.
Nell'elemento operaio, però, in quelli che, prima dell'avvento del Fascismo, professavano idee sovversive e specialmente comuniste, si nota un interessamento opposto, cioè una certa soddisfazione per la guerra che si combatte in Spagna; con tacito, circospetto compiacimento vengono da essi apprese le notizie favorevoli all'esercito rosso, con la speranza che la vittoria finale coroni i suoi sforzi e che la ristabilita autorità del governo possa determinare un maggiore sviluppo ed una più vasta affermazione del bolscevismo in Europa.
Nessuna manifestazione di alcun genere, che sarebbe senz'altro prontamente repressa, e stata neanche lontanamente accennata, limitandosi i pochi simpatizzanti dell'attuale governo spagnuolo ad esprimere qualche frase generica di compiacimento per la resistenza che oppone al movimento nazionale capitanato dal Generale Franco.
Comunque, assicuro codesto On. Ministero che la vigilanza su tali elementi continua attivissima ed ininterrotta e non mancherò di comunicare con la dovuta premura tutto ciò che riterrò meritevole di particolare importanza.


o) Trapani.
31 agosto 1936

Ho procurato d'attingere presso varie fonti, per rendermi personalmente conto di ciò che il popolo pensa della rivoluzione spagnola. Sembra che vi presti scarsissimo interesse!
C'è forse sotto anche una ragione economica.
Si sa essere la Spagna la più forte concorrente dei Trapanesi per sale e pesce sott'olio. Il fatto che parte almeno dei produttori spagnoli sono a soqquadro giova all'industria trapanese e questo sanno e comprendono benissimo gli operai delle saline e delle aziende che preparano il pesce sott'olio; essi si ripromettono anzi un certo beneficio.