Fondamenti
Il Fascismo è costituito in Partito politico
per rinsaldare la sua disciplina e per individuare il suo «credo».
La Nazione non è la semplice somma degli
individui viventi né lo strumento dei partiti pei loro fini, ma
un organismo comprendente la serie indefinita delle generazioni di cui
i singoli sono elementi transeunti; è la sintesi suprema di tutti
i valori materiali e immateriali della stirpe.
Lo Stato è l’incarnazione giuridica della
Nazione.
Gli Istituti politici sono forme efficaci in quanto
i valori nazionali vi trovino espressione e tutela. I valori autonomi dell’individuo
e quelli comuni a piú individui, espressi in persone collettive
organizzate (famiglie, comuni, corporazioni, ecc.), vanno promossi, sviluppati
e difesi, sempre nell’ambito della Nazione a cui sono subordinati.
Il Partito Nazionale Fascista afferma che nell’attuale
momento storico la forma di organizzazione sociale dominante nel mondo
è la Società Nazionale e che legge essenziale della vita
nel mondo non è la unificazione delle varie Società in una
sola immensa Società: «L’Umanità», come crede
la dottrina internazionalistica, ma la feconda e, augurabile, pacifica
concorrenza tra le varie Società Nazionali.
Lo Stato
Lo Stato va ridotto alle sue funzioni essenziali
di ordine politico e giuridico.
Lo Stato deve investire di capacità e di
responsabilità le Associazioni conferendo anche alle corporazioni
professionali ed economiche diritto di elettorato al corpo dei Consigli
Tecnici Nazionali.
Per conseguenza debbono essere limitati i poteri
e le funzioni attualmente attribuiti al Parlamento.
Di competenza del Parlamento i problemi che riguardano
l’individuo come cittadino dello Stato e lo Stato come organo di realizzazione
e di tutela dei supremi interessi nazionali; di competenza dei Consigli
Tecnici Nazionali i problemi che si riferiscono alle varie forme di attività
degli individui nella loro qualità di produttori.
Lo Stato è sovrano: e tale sovranità
non può né deve essere intaccata o sminuita dalla Chiesa
alla quale si deve garantire la piú ampia libertà nell’esercizio
del suo ministerio spirituale.
Il Partito Nazionale Fascista subordina il proprio
atteggiamento, di fronte alle forme delle singole Istituzioni politiche,
agli interessi morali e materiali della Nazione intesa nella sua realtà
e nel suo divenire storico.
Le corporazioni
Il Fascismo non può contestare il fatto storico
dello sviluppo delle corporazioni, ma vuol coordinare tale sviluppo ai
fini nazionali.
Le corporazioni vanno promosse secondo due obbiettivi
fondamentali e cioè come espressione della solidarietà nazionale
e come mezzo di sviluppo della produzione.
Le corporazioni non debbono tendere ad annegare
l’individuo nella collettività livellando arbitrariamente le capacità
e le forze dei singoli, ma anzi a valorizzarle e a svilupparle. Il Partito
Nazionale Fascista si propone di agitare i seguenti postulati a favore
delle classi lavoratrici e impiegatizie:
1) La promulgazione di una legge dello Stato che
sancisca per tutti i salariati la giornata «legale» media di
otto ore, colle eventuali deroghe consigliate dalle necessità agricole
o industriali.
2) Una legislazione sociale aggiornata alle necessità
odierne, specie per ciò che riguarda gli infortuni, la invalidità
e la vecchiaia dei lavoratori sia agricoli che industriali o impiegatizii,
sempre che non inceppi la produzione.
3) Una rappresentanza dei lavoratori nel funzionamento
di ogni industria, limitatamente per ciò che riguarda il personale.
4) L’affidamento della gestione di industrie o di
servizi pubblici ad organizzazioni sindacali che ne siano moralmente degne
e tecnicamente preparate.
5) La diffusione della piccola proprietà
in quelle zone e per quelle coltivazioni che produttivamente lo consentano.
Capisaldi di politica interna
Il Partito Nazionale Fascista intende elevare a
piena dignità i costumi politici cosí che la morale pubblica
e quella privata cessino di trovarsi in antitesi nella vita della Nazione.
Esso aspira all’onore supremo del Governo del Paese;
a ristaurare il concetto etico che i Governi debbono amministrare la cosa
pubblica non già nell’interesse dei partiti e delle clientele ma
nel supremo interesse della Nazione.
Va restaurato il prestigio dello Stato Nazionale
e cioè dello Stato che non assista indifferente allo scatenarsi
e al prepotere delle forze che attentino o comunque minaccino di indebolite
materialmente e spiritualmente la compagine, ma sia geloso custode e difensore
e propagatore della tradizione nazionale, del sentimento nazionale, della
volontà nazionale.
La libertà del cittadino trova un duplice
limite: nella libertà delle altre persone giuridiche e nel diritto
sovrano della Nazione a vivere e svilupparsi.
Lo Stato deve favorire lo sviluppo della Nazione,
non monopolizzando, ma promovendo ogni opera intesa al progresso etico,
intellettuale, religioso, artistico, giuridico, sociale, economico, fisiologico
della collettività nazionale.
Capisaldi di politica estera
L’Italia riaffermi il diritto alla sua completa
unità storica e geografica, anche là dove non è ancora
raggiunta; adempia la sua funzione di baluardo della civiltà latina
sul Mediterraneo; affermi sui popoli di nazionalità diversa annessi
all’Italia saldo e stabile l’impero della sua legge; dia valida tutela
agli italiani all’estero cui deve essere conferito diritto di rappresentanza
politica.
Il Fascismo non crede alla vitalità e ai
principi che ispirano la cosí detta Società delle Nazioni,
in quanto che non tutte le Nazioni vi sono rappresentate e quelle che lo
sono non vi si trovano su di un piede di eguaglianza.
Il Fascismo non crede alla vitalità e alla
efficienza delle internazionali rosse, bianche o di altro colore, perché
si tratta di costruzioni artificiali e formalistiche le quali raccolgono
piccole minoranze di individui piú o meno convinti in confronto
delle vaste masse delle popolazioni che vivendo, progredendo o regredendo,
finiscono per determinare quegli spostamenti di interessi davanti ai quali
tutte le costruzioni internazionalistiche sono destinate a cadere, come
la recente esperienza storica documenta.
L’espansione commerciale e l’influenza politica
dei trattati internazionali debbono tendere a una maggiore diffusione dell’italianità
nel mondo.
I trattati internazionali vanno riveduti e modificati
in quelle parti che si sono palesate inapplicabili e quindi regolati secondo
le esigenze dell’economia nazionale e mondiale.
Lo Stato deve valorizzare le colonie italiane del
Mediterraneo e d’oltre Oceano con istituzioni economiche, culturali e con
rapide comunicazioni.
Il Partito Nazionale Fascista si dichiara favorevole
a una politica di amichevoli rapporti con tutti i popoli dell’Oriente vicino
e lontano.
La difesa e lo sviluppo dell’Italia all’estero vanno
affidate a un Esercito e a una Marina adeguati alla necessità della
sua politica e all’efficienza delle altre Nazioni, e ad organi diplomatici
compresi della loro funzione e forniti di coltura, di animo e di mezzi
sí da esprimere nel simbolo e nella sostanza la grandezza dell’Italia
di fronte al Mondo.
Capisaldi di politica finanziaria e di ricostruzione
economica del Paese
Il Partito Nazionale Fascista agirà:
1) Perché sia sancita un’effettiva responsabilità
dei singoli e delle corporazioni nei casi di inadempienza dei patti di
lavoro liberamente conclusi.
2) Perché venga stabilita e regolata la responsabilità
civile degli addetti alle pubbliche amministrazioni e degli amministratori
per qualsiasi loro negligenza in confronto dei danneggiati.
3) Perché venga imposta la pubblicità
sui redditi imponibili e l’accertamento dei valori successori al fine di
rendere possibile un controllo sugli obblighi finanziari di tutti i cittadini
verso lo Stato.
4) Perché l’eventuale intervento statale,
che si rendesse assolutamente necessario per proteggere taluni rami dell’industria
agricola e manifatturiera da una troppo pericolosa concorrenza estera,
sia tale da stimolare le energie produttive del Paese, non già da
assicurare un parassitario sfruttamento dell’economia nazionale da parte
di gruppi plutocratici.
Saranno obbiettivi immediati del Partito Nazionale
Fascista:
1) Il risanamento dei bilanci dello Stato e degli
enti pubblici locali, anche mediante rigorose economie in tutti gli organismi
parassitari o pletorici e nelle spese non strettamente richieste dal bene
degli amministrati o da necessità di ordine generale.
2) Il decentramento amministrativo per semplificare
i servizi e per facilitare lo sfollamento della burocrazia, pur mantenendo
l’opposizione recisa ad ogni regionalismo politico.
3) La rigida tutela del denaro dei contribuenti,
sopprimendo ogni sussidio o favore, da parte dello Stato o altri Enti pubblici,
a Consorzi, Cooperative, Industrie, clientele e simili, incapaci di vita
propria e non indispensabili alla Nazione.
4) La semplificazione dell’organismo tributario
e la distribuzione dei tributi secondo un criterio di proporzionalità,
senza partigianerie pro o contro questa o quella categoria di cittadini,
e non secondo concetti di progressività spogliatrice.
5) L’opposizione alla demagogia finanziaria e tributaria
che scoraggi le iniziative o isterilisca le fonti del risparmio e della
produzione nazionale. 6) La cessazione della politica di lavori pubblici
abboracciati, concessi per motivi elettorali ed anche per pretesi motivi
di ordine pubblico, o comunque non redditizi per la loro stessa distribuzione
saltuaria e a spizzico.
7) La formazione di un piano organico di lavori
pubblici secondo le nuove necessità economiche, tecniche, militari
della Nazione, piano che si proponga principalmente di: completare e riorganizzare
la rete ferroviaria italiana, riunendo meglio le regioni redente alle linee
della penisola nonché alle comunicazioni interne della penisola
stessa, specie quelle longitudinali dal sud al nord attraverso l’Appennino;
accelerare nel limite del possibile, l’elettrificazione delle ferrovie
ed in genere lo sfruttamento delle forze idriche sistemando i bacini montani
anche a favore dell’industria e dell’agricoltura; sistemare ed estendere
le reti stradali, specie nel Mezzogiorno ove ciò rappresenta una
necessità pregiudiziale alla risoluzione di innumerevoli problemi
economici e sociali; istituire e intensificare le comunicazioni marittime
con la Penisola da un lato e le Isole e la sponda orientale adriatica e
le nostre Colonie mediterranee dall’altro, nonché fra il nord e
il sud della Penisola stessa, sia quale ausilio alla rete ferroviaria,
sia per incoraggiare gli italiani alla navigazione; concentrare le spese
e gli sforzi in pochi porti dei tre mari, dotandoli di tutto l’attrezzamento
moderno; lottare e resistere contro i particolarismi locali che, in materia
specialmente di lavori pubblici, sono causa di dispersione di sforzi e
ostacolo alle grandi opere di interesse nazionale.
8) Restituzione all’industria privata delle aziende
industriali alla cui gestione lo Stato si è dimostrato inadatto:
specialmente i telefoni e le ferrovie (incoraggiando la concorrenza fra
le grandi linee e distinguendo queste ultime dalle linee locali esercibili
con metodi diversi).
9) Rinunzia al monopolio delle Poste e dei Telegrafi
in modo che l’iniziativa privata possa integrare ed eventualmente sostituire
il servizio di Stato.
Capisaldi di politica sociale
Il Fascismo riconosce la funzione sociale della
proprietà privata la quale è, insieme, un diritto e un dovere.
Essa è la forma di amministrazione che la
Società ha storicamente delegato agli individui per l’incremento
del patrimonio stesso.
Il Partito Nazionale Fascista di fronte ai progetti
socialistici di ricostruzione a base di economia pregiudizialmente collettivistica,
si pone sul terreno della realtà storica e nazionale che non consente
un tipo unico di economia agricola o industriale e si dichiara favorevole
a quelle forme – siano esse individualistiche o di qualsiasi altro tipo
– che garantiscano il massimo di produzione ed il massimo di benessere.
Il Partito Nazionale Fascista propugna un regime
che spronando le iniziative e le energie individuali (le quali formano
il fattore piú possente ed operoso della produzione economica) favorisca
l’accrescimento della ricchezza nazionale con rinuncia assoluta a tutto
il farraginoso, costoso e antieconomico macchinario delle statizzazioni,
socializzazioni, municipalizzazioni, ecc.
Il Partito Nazionale Fascista appoggerà quindi
ogni iniziativa che tenderà ad un miglioramento dell’assetto produttivo,
avente lo scopo di eliminare ogni forma di parassitismo individuale o di
categoria.
Il Partito Nazionale Fascista agirà:
a) perché siano disciplinate le incomposte
lotte degli interessi di categorie e di classi, e quindi: riconoscimento
giuridico con conseguenti responsabilità delle organizzazioni operaie
e padronali;
b) perché sia sancito e fatto osservare,
sempre e comunque, il divieto di sciopero nei servizi pubblici con contemporanea
istituzione di tribunali arbitrali composti di una rappresentanza del potere
esecutivo, di una rappresentanza della categoria operaia o impiegatizia
in conflitto e di una rappresentanza del pubblico che paga.
Politica scolastica
La scuola deve avere per scopo generale la formazione
di persone capaci di garantire il progresso economico e storico della Nazione;
di elevare il livello morale e culturale della massa e di sviluppare da
tutte le classi gli elementi migliori per assicurare il rinnovamento continuo
dei ceti dirigenti.
A tale scopo urgono i seguenti provvedimenti:
1) Intensificazione della lotta contro l’analfabetismo,
costruendo scuole e strade d’accesso e prendendo di autorità, per
opera dello Stato, tutti i provvedimenti che risultassero necessari.
2) Estensione dell’istruzione obbligatoria fino
alla sesta classe elementare inclusa, nei Comuni in grado di provvedere
alle scuole necessarie e per tutti coloro che dopo l’esame di maturità
non seguono la via della scuola media; istruzione obbligatoria fino alla
quarta elementare inclusa, in tutti gli altri Comuni.
3) Carattere rigorosamente nazionale della scuola
elementare in modo che essa prepari anche nel fisico e nel morale i futuri
soldati d’Italia; per ciò rigido controllo dello Stato sui programmi,
sulla scelta dei maestri, sulla opera loro, specie nei Comuni dominati
da partiti anti?nazionali.
4) Scuola media e universitaria libera, salvo il
controllo dello Stato sui programmi e lo spirito dell’insegnamento e salvo
il dovere dello Stato di provvedere esso all’istruzione premilitare, diretta
a facilitare la formazione degli ufficiali.
5) Scuola normale informata ai medesimi criteri
esposti per la scuola a cui i futuri insegnanti sono destinati: perciò
carattere rigorosamente nazionale anche negli Istituti da cui escono gli
insegnanti elementari. 6) Scuole professionali, industriali e agrarie istituite
con piano organico utilizzando il contributo finanziario e d’esperienza
degli industriali e degli agricoltori, allo scopo di elevare le capacità
produttive della Nazione e di creare la classe media di tecnici fra gli
esecutori e i direttori della produzione. A tale scopo lo Stato dovrà
integrare e coordinare le iniziative private, sostituendosi ad esse ove
mancano.
7) Carattere prevalentemente classico delle scuole
medie inferiori e superiori; riforma ed unificazione di quelle inferiori
in modo che tutti gli studenti studino il latino; il francese non sia piú
l’unica lingua sussidiaria a quella italiana: scegliere e adattare invece
la lingua sussidiaria secondo le necessità delle singole regioni,
specie di quelle di frontiera.
8) Unificazione di tutte le beneficenze scolastiche,
borse di studio e simili, in un Istituto controllato e integrato dallo
Stato, il quale scelga fin dalle classi elementari gli alunni piú
intelligenti e volonterosi e assicuri la loro istruzione superiore, imponendosi,
se occorra, all’egoismo dei genitori e provvedendo con un congruo sussidio
nei casi in cui fosse necessario.
9) Trattamento economico e morale dei maestri e
dei professori, nonché degli ufficiali dell’Esercito, quali educatori
militari della Nazione, tale da assicurare ad essi la tutela della propria
dignità e i mezzi di accrescere la propria cultura, e da ispirare
ad essi ed al pubblico la coscienza dell’importanza nazionale della loro
missione.
La Giustizia
Vanno intensamente promossi i mezzi preventivi e
terapeutici della delinquenza (riformatori, scuole per i traviati, manicomi
criminali, ecc.).
La pena, mezzo di difesa della Società nazionale
lesa nel diritto, deve adempiere normalmente la funzione intimidatrice
ed emendatrice: i sistemi penitenziari vanno, in considerazione della seconda
funzione, igienicamente migliorati e socialmente perfezionati (sviluppo
del lavoro carcerario).
Vanno abolite le magistrature speciali. Il Partito
Nazionale Fascista si dichiara favorevole alla revisione del codice penale
militare.
La procedura deve essere spedita.
La difesa nazionale
Ogni cittadino ha l’obbligo del servizio militare.
L’Esercito si deve avviare verso la forma della
Nazione Armata in cui ogni forza individuale, collettiva, economica, industriale
e agricola sia compiutamente inquadrata al fine supremo della difesa degli
interessi nazionali.
All’uopo il Partito Nazionale Fascista propugna
l’immediato ordinamento di un Esercito che in formazione completa e perfetta,
da una parte, sorvegli, vigile scorta, le conquistate frontiere, e, dall’altro,
tenga preparati in Paese, addestrati ed inquadrati, gli spiriti, gli uomini
ed i mezzi che la Nazione sa esprimere, nelle sue infinite risorse, nell’ora
del pericolo e della gloria.
Agli stessi fini l’Esercito, in concorso con la
scuola e con le organizzazioni sportive, deve dare fin dai primi anni al
corpo e allo spirito del cittadino l’attitudine e l’educazione al combattimento
e al sacrificio per la Patria. (Istruzione premilitare).
Organizzazione
Il Fascismo in atto è un organismo:
a) politico b) economico
c) di combattimento. Nel campo politico accoglie
senza settarietà quanti sinceramente sottoscrivono i suoi principi
e ubbidiscono alla sua disciplina; stimola e valorizza gli ingegni particolari
riunendoli secondo le attitudini in gruppi di competenza; partecipa intensamente
e costantemente a ogni manifestazione della vita politica attuando in via
contingente quanto può essere praticamente accolto dalla sua dottrina
e riaffermandone il contenuto integrale.
Nel campo economico promuove la costituzione delle
corporazioni professionali, siano schiettamente fasciste, siano autonome,
a seconda delle esigenze di tempo e luogo, purché informate sostanzialmente
alla pregiudiziale nazionale per la quale la Nazione è al di sopra
delle classi.
Nel campo dell’organizzazione di combattimento il
Partito Nazionale Fascista forma un tutto unico con le sue squadre: milizia
volontaria al servizio dello Stato nazionale, forza viva in cui l’Idea
Fascista si incarna e con cui si difende.