PROMEMORIA PER L'ECCELLENZA
IL MARESCIALLO GRAZIANI
a cura dell'ingegnere Agostino Rocca
novembre 1943
Organizzazione della Produzione Bellica
Per esaminare la possibilità e la convenienza di creare una nuova organizzazione nazionale della produzione bellica occorre obiettivamente considerare la situazione che in questo campo si è venuta a creare sotto i colpi gravissimi e distruttivi del 25 luglio e dell'8 settembre.
All'attuazione di un sistema efficiente, snello, elastico ed il meno burocratico possibile, si oppongono oggi le seguenti gravissime - e talvolta insormontabili - difficoltà:
1°) - comunicazioni ferroviarie, automobilistiche, postali, telegrafiche e telefoniche pressoché paralizzate;
2°) - mezzi di trasporto gravemente compromessi, con disturbi e paralisi assai maggiori di quelli grandissimi del luglio u.s. che ostacolavano già la regolarità della produzione, l'affluenza delle materie prime, dei semilavorati, delle subforniture, ecc. e rallentavano la circolazione di tutti i materiali, ritardando l'espletamento dei prodotti e intasando letteralmente gli stabilimenti con prodotti che non si potevano spedire;
3°) - dopo l'8 settembre molti materiali sono stati requisiti o sono andati dispersi, altri sono impegnati per produzioni germaniche e quindi è assai difficile - e comunque possibile soltanto a lunga scadenza - il ristabilire l'equilibrio e l'armonico coordinamento dei vari fattori della produzione (ad es. tutto quanto necessario per le artiglierie: masse oscillanti, affusti, equipaggiamenti, apparecchi ottici, proiettili, bossoli, esplosivi, ecc.);
4°) - l'attrezzatura industriale nazionale è gravemente compromessa, ed in alcuni casi addirittura sconvolta, e le difficoltà sono aggravate dalle distruzioni o dagli sgomberi avvenuti in seguito ad incursioni nemiche o attuati dai tedeschi per esigenze militari;
5°) - gli Uffici Militari che si occupavano della produzione sono in pieno disfacimento: alcuni totalmente dispersi, altri incerti sulla loro sede; tutti inefficienti;
6°) - quasi tutte le aziende industriali si trovano in gravissime difficoltà finanziarie per il mancato incasso dei loro crediti verso le Amministrazioni dello Stato (per la sola Ansaldo oltre tre miliardi); si vanno cosí esaurendo le possibilità di acquisto, di assolvere impegni e di alimentare la gestione degli Stabilimenti. (Questa situazione si va notevolmente aggravando a causa del non funzionamento degli Uffici Stralcio Ministeriali, anche per l'incertezza sulla loro sorte);
7°) - le gravissime difficoltà di ordine obiettivo che si sono prospettate sono ulteriormente aggravate dai seguenti fattori di ordine morale e psicologico. Non si tratta di apprezzamenti troppo severi, ma di tristi constatazioni della realtà:
a ) l'industria italiana, come altri settori della vita nazionale, è abituata a un regime di profonda indisciplina. (Gli Istituti del Fascismo dovevano e potevano dare una disciplina severa e razionale che avrebbe consentito ogni evoluzione nel campo economico e sociale, ma, burocrazia, uomini e organizzazioni hanno concorso in modo concomitante ad impedire le realizzazioni ed il funzionamento efficace di tutto il sistema).
Si è creata l'abitudine di agire senza serietà, di cavillare su ogni ordine, di ricorrere subdolamente ad autorità superiori per modificare o eludere le disposizioni ricevute: in una parola, si è trovato il modo di fare legalmente il proprio comodo, anziché l'interesse generale.
Per questo non si è potuto fare nulla di serio nel campo della razionalizzazione della produzione, dei concentramenti o raggruppamenti industriali, dell'accentramento di comando, per la messa in comune di brevetti e procedimenti, per il trasferimento di macchine o tecnici da uno stabilimento all'altro, ecc., disposizioni che sono state invece la speciale caratteristica della produzione bellica di tutti i Paesi belligeranti, quali condizioni preliminari per il successo di essa.
Questa indisciplina, favorita dalla incertezza ed incredibile mutevolezza dei programmi degli Stati Maggiori e della Marina Mercantile, e specialmente dalla mancanza di autorità - a sua volta dovuta a incompetenza e impreparazione - degli organi di comando della produzione, è stata la causa principale della insufficienza dei nostri armamenti e delle crisi rovinose che ne sono derivate per il nostro Paese. Non si sono sapute sfruttare razionalmente tutte le materie prime disponibili (nazionali e messe a disposizione dall'Alleato) che pure erano assolutamente insufficienti per i nostri bisogni bellici.
Ad aggravare la situazione sta il fatto che oggi l'indisciplina trova in alcuni comodo pretesto nei dissensi nazionali ed in forme di pseudo-patriottismo, per le quali la disobbedienza diventa addirittura un atto di fede.
b ) L'esercito della produzione, nella sua grande maggioranza, è senza mordente e senza spirito offensivo.
Le organizzazioni sindacali, che potrebbero essere utilissimo strumento di collaborazione e di azione, sono esautorate ed in gran parte disperse. Gli industriali, e specialmente i grandi, bersagliati e minacciati, sono freddi e diffidenti. I dirigenti che, in grandissima parte, dopo il 25 luglio rimasero al loro posto con prestigio e dignità, per salvaguardare l'integrità delle organizzazioni produttive a loro affidate, sono spesso - proprio per tale fatto - criticati e osteggiati, talvolta con faziosità, e sono divenuti scettici, col desiderio di non compromettersi con collaborazioni troppo aperte nei riguardi di nessuno: essi preferiscono eseguire rigidamente degli ordini. Le maestranze sono stanche e ostili, irragionevolmente, ma tenacemente, a tutto quanto rappresenta la prosecuzione della guerra.
Conclusioni
a ) La grave situazione in cui si trova l'industria e l'organizzazione militare-industriale del Paese è tale da escludere la possibilità che esse possano far fronte a breve scadenza - come invece le necessità belliche impongono - al fabbisogno delle Forze Armate. Sarebbero inevitabili gravi squilibri fra i vari settori della produzione e per compensarli non vi sarebbe altra via che ricorrere su vasta scala ai tedeschi per le necessarie integrazioni.
b ) Oltre che per tali integrazioni, sarebbe sempre necessario ricorrere alle Autorità germaniche per l'approvvigionamento dei combustibili, di materie prime e di materiali diversi.
c ) Il comando della produzione bellica esige la libera e pronta disponibilità dei mezzi di trasporto e di comunicazione che, per necessità militari, sono oggi controllati dalle Autorità germaniche.
d ) È in corso avanzato di costituzione da parte tedesca una organizzazione per l'inquadramento ed il coordinamento della produzione italiana e sono state passate alle aziende importanti commesse su nuovi programmi di produzione. Una nuova organizzazione nazionale dovrebbe sottrarre questo controllo ai tedeschi, ciò che darebbe fatalmente luogo a discussioni, attriti, perdite di tempo, venendo ulteriormente a complicare rapporti che si presentano già talvolta difficili. Se ne è avuto un esempio recente nel tentativo del Ministero della Marina di inserire suoi programmi in quelli germanici.
e ) È doloroso dover constatare che mentre molti industriali e dirigenti hanno sempre osteggiato - per motivi di interesse o di prestigio - ogni intervento coordinatore nel campo della produzione da parte delle Autorità nazionali, per contro accettano con prontezza e disciplina, sia pure forzata, tutti gli interventi delle Autorità germaniche, le quali possono quindi marciare con sollecitudine e senza intralci ostruzionistici, assai meglio di qualsiasi Autorità italiana nel campo della produzione.
f ) Sembra opportuno che non si debba perdere l'occasione di costituire in seno all'Asse il comando unico della produzione, che è agli effetti della guerra non meno importante del comando unico militare.
Esso consentirebbe la piú rapida ed efficiente integrazione della produzione, la mobilitazione dei mezzi nei settori piú importanti, lo sviluppo della produzione di serie su piú larga scala, la migliore ripartizione delle materie prime e delle subforniture, il piú razionale e rapido trasferimento delle lavorazioni in caso di danneggiamento di impianti, ecc.
Dal complesso degli elementi e dalle considerazioni esposte si deduce, quasi come una necessità, che la soluzione piú semplice, rapida, efficace e meno suscettibile di lunghe discussioni per organizzare la produzione bellica Nazionale sia di affidarne il comando alle Autorità germaniche, rinunciando ad una impresa difficile e grave per il futuro e irresolvibile in modo soddisfacente a breve scadenza.
Le Autorità germaniche governano già le materie prime, hanno assunto il controllo dei trasporti, di tutti gli altri mezzi di comunicazione e degli stabilimenti industriali; hanno già formulato programmi di produzione che sono in atto. Esse potrebbero assumere il comando di tutta la produzione bellica dell'Asse, con la possibilità di agire su tutto lo scacchiere europeo, assicurando tutte le necessarie integrazioni.
La macchina produttiva Nazionale, già mal guidata, si è totalmente sfasciata e sarebbe lungo e laborioso ricostruirla. Pertanto, una soluzione "nazionale" del problema comporterebbe senza dubbio un tempo d'arresto ed un ritardo iniziale, senza la prospettiva di migliori risultati in avvenire.
D'altra parte, lo stato d'animo di tutti gli elementi della produzione non è tale da agevolare un compito il quale, piú che sulla forza dell'autorità - come avviene da parte germanica - dovrebbe basarsi sulla convinzione, sullo slancio, sulla fede animatrice di una battaglia.
Compito delle Autorità italiane dovrebbe essere quello di indicare, sulla base dei fabbisogni stabiliti dagli Stati Maggiori, tutti i materiali necessari alle nostre Forze Armate, di produzione cosí italiana come tedesca, nonché di agevolare la funzione del Comando tedesco nei riguardi delle aziende nazionali e di tutelare l'integrità e il prestigio di queste.
Si tratterebbe di relazioni di carattere assai piú militare che tecnico o industriale, con la possibilità di ottenere organicamente e tempestivamente tutto il necessario per i nostri armamenti.
Questioni di suscettibilità e di prestigio sembrano fuori luogo mentre è in gioco il destino del Paese e non dovrebbero contrastare una soluzione razionale.
Non è invece da escludere che in prosieguo di tempo, migliorate le comunicazioni; definita la produzione che le Autorità germaniche intendono richiedere alla nostra industria e definiti dai nostri Stati Maggiori i programmi per la produzione bellica necessaria alle Forze Armate italiane; ottenuti dalla Germania precisi affidamenti di fornitura di materie prime, combustibili e semilavorati per lo svolgimento dei programmi di cui sopra, risulti possibile e quindi anche opportuno costituire un comando tecnico italiano della produzione bellica.
(Ing. Agostino Rocca)
Genova, 5 novembre 1943.
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